API L’analisi sintattica interclausale Miriam Voghera 1 1. Obiettivi, criteri e rappresentazione dell’analisi sintattica. Nell’ambito del progetto API l’analisi sintattica ha svolto una sorta di funzione cerniera tra l’analisi conversazionale e l’analisi prosodica. Lo scopo principale era infatti indagare i livelli di correlazione, da un lato, tra struttura sintattica e struttura conversazionale e, dall’altro, tra quest’ultime e la struttura prosodica (Giordano et al. in corso di stampa; Crocco et al. in corso di stampa) . Il punto di partenza è stata quindi l’analisi testuale-pragmatica fatta dall’unità di Vercelli nell’ambito del progetto AVIP del dialogo A01_n (cfr. Annotazione pragmatica AVIP.pdf Annotazione morfosintattica e testuale-pragmatica (a cura di Giacomo Ferrari, Claudia Soria, Elisa Milos), e in particolare le mosse conversazionali etichettate ‘‘explain’ ’ e ‘instruct’ L’analisi sintattica ha preso in considerazione i legami sintattici tra costituenti sintattici superiori: si è quindi segmentato il dialogo in clausole, indicandone il tipo sintattico e i livelli di dipendenza e incassatura. Per quanto riguarda il tipo di rappresentazione, si è deciso di etichettare il dialogo con marche di analisi sintattica mantenendo la continuità del testo. Si è adottata cioè la soluzione più conservativa, non avendo eliminato nessuna delle annotazioni della trascrizione ortografica e indicando le indicazioni della mossa conversazionale. Ciò ha il vantaggio di consentire una relativa ‘leggibilità’ del testo e di seguire, per dir così, la sintassi nello svolgimento del testo. Questo modo di rappresentazione è inoltre il più simile a quelli adottati per gli altri livelli: annotazione delle parti del discorso e analisi pragmatica. Lo svantaggio di questa soluzione è quello di dover ricorrere a simboli e etichette pesanti per recuperare i livelli di dipendenza e/o incassatura non lineari. L’analisi si è basata non solo sulla trascrizione ortografica, ma anche sull’ascolto della registrazione: è noto infatti che alcuni punti critici nel rapporto tra clausole si possono risolvere solo su base inonativa. Si pensi in particolare, anche se non esclusivamente, ai legami asindetici, il cui valore sintattico (indipendenza vs. reggenza) è decidibile solo sulla base della scansione prosodica (presenza/assenza di pause, andamento della curva di pitch, sede dei pitch accents, …). Questo è tanto più vero nel testo qui analizzato che risulta molto elementare dal punto di vista sintattico:in presenza, infatti, di una sintassi poco gerarchizzata con clausole verbali semplici, la coesione testuale e sintattica tra le varie unità sintattiche è fortemente dipendente dagli andamenti prosodici. 2 1. 1. L’annotazione sintattica Il modello di analisi usato è una versione semplificata di quello proposto in Voghera 1992. Diamo qui di seguito le etichette usate nell’annotazione con brevi indicazioni sul loro valore e sul loro uso. Di ogni parte analizzata è riportato il turno e l’atichetta di identificazione dell’analisi testualepragmatica, per esempio: <turn id="G001"> <segment id="s_001" type="‘explain’ ">. Le etichette sintattiche si riferiscono alla porzione seguente del testo e sono state poste tra parentesi uncinate in maiuscolo. • 1, 2, n.: indica il numero progressivo del periodo. • <MISM(mismatch)>: sequenze in cui la segmentazione conversazionale e quella sintattica non coincidono. Vi sono casi in cui la struttura sintattica scavalca i confini della mossa conversazionale: ne è un esempio il seguente: <turn id="G067"> <segment id="s_093" type="instruct"> <PLURI> <MISM> <PRV> <IMP> <NESSO (allora)> allora f+ <pb> <f.vocale> arriva #[dialettale] <2SUBV> <IND> <NESSO(fino addo’)> fino addo' sta 'sto# viale della verità<aa> <turn id="G069"> <segment id="s_095" type="instruct"> <PRVC(MOSSA 18)> <IMP> <NESSO (e poi)> e poi vai un poco poco in basso <PRVC> <IMP> <NESSO (E)> e fai un mezzo cerchio mezzo cerchio stretto però • <UNI> o <PLURI>: indica se il periodo è uniclausale (composto da una sola clausola) o pluriclausale (composto da più clausole). • <PRV>: clausola principale verbale. • <PRVC>: clausola principale verbale coordinata. • <PRN>: clausola principale nominale; abbiamo considerato clausole nominali indipendenti tutti i costituenti nominali non inclusi in costituenti più ampi, un esempio è quello del Periodo 23: G015: <PRV> <IND> <inspirazione> c'è la figura barca? 3 F016: <CR> sì G017: <PRN> barche, • <PRNVC>: clausola principale nominale con valore vocativo; si è deciso di indicare separatamente questo tipo di clausola nominale poiché assai frequente nel tipo di dialogo analizzato e perché fortemente marcata dal punto di vista intonativo. G001: <inspirazione> <NVC> Sara <PRV> <IND> <NES(allora)> allora c'hai sulla tua sinistra <pb> una figura <2SUBV1> <REL> <INDP> <NES(che)> che s+ / viene definita colibrì • <PRNC>: clausola principale nominale coordinata. • <PRNECO>: clausola nominale eco che consiste nella ripetizione di una parte della clausola precedente e che ha solitamente la funzione di asserzione o di conferma di quanto detto in precedenza. Costituisce di norma una clausola indipendente, un esempio è il seguente: <PLURI> F020: <CR> no <pb> <PRVC> <IND> c'è scritto colle delle rondini <pl> <UNI> G021: <PRN> <ECO> colle delle rondini • <SUBV1, 2, n>: clausola subordinata verbale; il numero indica il livello di incassatura della clausola, per esempio SUBV1 subordinata direttamente dipendente dalla principale. • <SUBVC>: clausola subordinata verbale coordinata ad un’altra subordinata. • <SUBN1, 2, n>: clausola subordinata nominale; il numero indica il livello di incassatura della clausola, per esempio SUBN1 subordinata direttamente dipendente dalla principale. • <SUBREL>: clausola subordinata relativa; si è deciso di indicare separatamente questo tipo di clausola subordinata poiché assai frequente nel parlato dialogico e perché spesso marcata dal punto di vista intonativo. • <CR>: clausola risposta; si sono considerate clausole risposta le clausole con ellissi del verbo che costituiscono la risposta di una clausola interrogativa presente in un turno precedente; un esempio potrebbe essere il seguente: 4 G013: non c'è la figura fiume ? F014:<CR> no • <EC>: espressioni complementari; seguendo Simone 1990, abbiamo considerato espressioni complementari i costituenti che sono un completamento sintattico di una clausola precedente contenuta nello stesso turno o in un turno precedente. Ne riportiamo due esempi: G045: perfetto <pb> ora fai un mezzo cerchio verso destra come se volessi <inspirazione> <pb> come se volessi F046: <EC>scendere# G07: <UNI> <PRV> <IND> la vedi? <EC> sulla# sinistra • <RIP>: ripetizioni, autoccorrezioni, parziali riformulazioni. Le ripetizioni non sono state rianalizzate, ma segnalate dall’etichetta <RIP>, come nell’esempio seguente: <PRV> <IND> <RIP> vicino c'è una parol+ / vicino c'è una figura • <NESSO (nesso) >: nesso introduttore della clausola; si sono considerati oltre alle congiunzioni coordinanti e subordinanti le preposizioni che introducono infiniti e tutti gli avverbi o le congiunzioni che possono introdurre una PRV, PRN, PRVC, PRNC, come per esempio allora, quindi, ecc. <PLURI> <PRV> <IMP> <NESSO(ma)> ma non ci andare proprio sopra <PRVC> <IMP> <NESSO(cioè)> cioè ci devi sta+ ci devi</w> passa' vicino • <1, 2 >: il numero 1 posto all’inizio dell’etichetta indica che la clausola precede la PR da cui dipende; il numero 2 posto all’inizio dell’etichetta indica che la clausola segue la PR da cui dipende; esempi si trovano nel periodo 9 delle mosse ‘instruct’ e nel periodo 5 delle mosse ‘‘explain’ ’: 9 <turn id="G027"> <segment id="s_043" type="instruct"> <PLURI> <1SUBV1> <IND> <NES(quando)> quando hai fatto questo mezzo cerchio <PRV> <IMP> vai diritto sempre verso sinistra 5 5 <turn id="F028"> <segment id="s_044" type="explain"> <PLURI> F028: #<G027> <PRV> <IND> s+# <eh> sono arrivata <2SUBV1> <IND> <REL> <NES (dove)> dove sta scritto colle del le rondini • <IND>: clausola con il verbo all’indicativo. • <CONG>: clausola con il verbo al congiuntivo. • <COND>: clausola con il verbo al condizionale. • <IMP>: clausola con il verbo all’imperativo. • <PT>: clausola con il verbo al participio. • <GER>: clausola con il verbo al gerundio. • <INF>: clausola con il verbo all’infinito. • <PAS>: clausola con il verbo passivo. Riferimenti bibliografici Giordano, R., Savy, R., Crocco, Paone, E. (in corso di stampa), "La realizzazione dell'accento in due tipologie pragmatiche: relazione tra codifica fonetica e codifica fonologica", in Atti delle XII Giornate di Studio del GFS (Macerata, 13-15 dicembre 2001). Crocco, C., Savy, R., Manfrellotti, O.M., Giordano, R., Paone, E., Caniparoli, V. (in corso di stampa), "La relazione tra sintassi e prosodia in due tipologie pragmatiche tratte dal corpus AVIP: alcuni dati preliminari sulla varietà napoletana" in Atti delle XII Giornate di Studio del GFS (Macerata, 13-15 dicembre 2001). Simone, R., 1990, Fondamenti di Linguistica, Roma-Bari, Laterza. Voghera, M., Sintassi e intonazione nell’italiano parlato, Bologna Il Mulino, 1992. 6