La formazione dello stato moderno • • • Lo stato moderno La religione nello stato moderno Lo stato del re … e lo stato dei cittadini Lo stato moderno • è costituito da una unità territoriale • si caratterizza per – l’accentramento del potere – un apparato burocratico e amministrativo – un esercito permanente – un sistema fiscale efficiente • si specifica per il monopolio della “forza legittima” • tutti sono soggetti a una sola legge, in quanto – sudditi, nello stato assoluto – cittadini, nello stato parlamentare e costituzionale L’affermazione degli stati moderni diversificò l’Europa Europa occidentale: consolidamento di moderne monarchie dinastico-territoriali Nord-est europeo: grandi stati con la permanenza di strutture feudali Europa centrale: (tendenza “centrifuga”) piccoli stati regionali politicamente deboli La religione nello stato moderno Geografia delle religioni in Europa • Carlo V (1500-1558) fu l’ultimo imperatore a tentare la restaurazione dell’impero universale • Il suo progetto fallì per: • l’opposizione della monarchia francese • In un mondo che concepiva una solida coerenza tra autorità politica e religiosa la frantumazione politica dell’Europa in stati territoriali fu accompagnata dalla divisione religiosa • Luteranesimo: area tedesca e scandinava • Anglicanesimo e gallicanesimo: religioni di stato “senza eresia” • Calvinismo: religione riformata a dimensione universale • Cattolicesimo: aree latine Lo stato del re … Il Re Sole (1638-1715) in Francia – eliminò ogni autorità politica e giuridica indipendente – sottopose a controllo la Chiesa – neutralizzò ogni potere della nobiltà dando vita al modello dello stato assoluto … e lo stato dei cittadini La monarchia parlamentare in Inghilterra: • al di là della formale sottomissione dei sudditi al re • il Bill of Rights (1689) avviò • il processo di divisione dei poteri • la progressiva estensione a tutti i cittadini dei diritti civili e politici Maria Stuart (1662-1694) e Guglielmo III d’Orange (1650-1702), sovrani per volere del Parlamento, in seguito alla “gloriosa rivoluzione” (1688-89)