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ANNO IV - N.5
LA VITTORIA
di chi resiste
“Le condizioni sono ormai mature per
sbarazzare il campo dalle divisioni e
incomprensioni a lungo protrattesi sulla scelta e
sul valore della Resistenza, per ritrovarci in una
comune consapevolezza storica della sua
eredità più condivisa e duratura. Vedo in ciò
una premessa importante di quel libero,
lungimirante confronto e di quello sforzo di
raccoglimento unitario, di cui ha bisogno oggi
il paese, di cui ha bisogno oggi l'Italia.”
Così il Presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano, ha concluso il suo discorso alla
Scala di Milano il 25 aprile di quest'anno.
Ogni anno attorno alla Festa della Liberazione
sorgono le solite polemiche che mirano a
screditarne il valore. Ad esempio, sull'ultimo
numero della pubblicazione dell'Rsi Treviso si
legge che “il 25 Aprile era e rimane data di
dolore e di lutto, emblematica di massacri
collettivi e a carattere individuale”.
Ribadire che il 25 aprile, data simbolica di un
processo fondamentale per la costruzione della
nostra Repubblica, è e deve essere festa di tutti
gli italiani, non significa negare violenza o
momenti oscuri nella storia della Resistenza. Si
deve però fare attenzione a non giudicare un
momento storico senza considerarne il contesto
in tutta la sua complessità!
Oggi, 65 anni dopo queste vicende, la
contrapposizione ideologica estremamente
aspra e la mancanza di interesse e criticità verso
la politica hanno disgregato una popolazione,
che non riesce più a individuare gli obiettivi da
raggiungere collettivamente.
Proprio per questo, la riscoperta di sentimenti
come la coesione, il coraggio, la solidarietà
sociale e l'altruismo, che hanno animato i cuori
dei partigiani, permetterebbe senza ombra di
dubbio agli Italiani di impegnarsi tutti assieme
nella costruzione di un futuro migliore.
È dunque importante che si studi la Resistenza
nelle scuole e che chi l'ha vissuta la racconti ai
giovani. Festeggiamo il 25 aprile come la Festa
della Liberazione, e non solamente come san
Marco. Sentiamoci liberi di esclamare “Viva la
Resistenza! Viva la Costituzione! Viva la
Repubblica! Viva l'Italia!”
(c.c.; p.p; s.p.)
da L'Unità, 17 aprile 2010
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Oderzo, MAGGIO 2009
ODERZO CITTÀ FANTASMA!
Fra poco più di un anno Oderzo sarà impegnata
a rinnovare l’amministrazione comunale e già la
stampa locale ha iniziato a dare spazio al
dibattito
pre-elettorale,
raccogliendo
le
dichiarazioni delle principali forze politiche
presenti ad Oderzo. Ci sentiamo di fare un
bilancio provvisorio dei quattro anni di
amministrazione quasi completati.
In questi ultimi quattro anni Oderzo ha subito
un’evidente battuta d’arresto. Per quanto
riguarda il ruolo guida che la nostra città
dovrebbe ricoprire all’interno del comprensorio
opitergino-mottense, c’è poco da dire: Oderzo
non è più attrattiva per i Comuni limitrofi, né da
un punto di vista commerciale, né da quello
culturale e tanto meno come riferimento politico
di guida per l’intero territorio.
L’amministrazione attuale, dal punto di vista
turistico e ricreativo, ha investito molto in poche
iniziative di rilievo come la Festa dello Sport e
la Rievocazione Storica, abbandonando la città
al di fuori di questi grandi eventi: basta
passeggiare per il centro in molti fine settimana
per rendersi conto di come Oderzo sia diventata
una città fantasma. In questi quattro anni
l’amministrazione si è molto impegnata per
autocelebrarsi come in una continua campagna
elettorale ma il lento spegnersi di Oderzo è sotto
gli occhi di tutti.
Al continuo rinnovamento delle promesse
elettorali pochi sono i fatti concreti ad esse
seguiti. Nell’ambito delle opere pubbliche, della
scuola, dell’assistenza sociale, delle energie
rinnovabili, delle politiche giovanili e culturali
si poteva fare, anzi era obbligo fare, di più e
meglio, anche a costi inferiori. Per fortuna
manca ancora un anno all’appuntamento
elettorale, una anno che, visti quelli precedenti,
sarà ancora più interessato dal costante clima di
campagna elettorale dell’amministrazione: ci
aspettiamo grandi opere e grandi novità per la
nostra città.
I cittadini, comunque, sapranno giudicare:
quattro anni di abbandono non possono essere
sanati con l’attivismo dell’ultima ora.
(a.e; c.p.; c.s.)
è VENT ICI NQU E 2 0 10
L'iniziativa èVENTICINQUE è ancora in
corso. Ringraziamo quanti hanno già visitato la
mostra fotografica e hanno partecipato alle
prime due serate. In molti siete intervenuti
all'inaugurazione del 23 e avete partecipato con
interesse alla conferenza del 30 aprile.
Per quanto riguarda la prima data, abbiamo
constatato il vostro gradimento per l'intervento
del giovane storico Simone Menegaldo. Ricordo
a quanti fossero interessati che il libro di cui è
autore s'intitola Anni di guerra e di fame. Storie
di reduci, storie di vita edito da Sismondi. Lo
stesso mi chiede di segnalare che mercoledì 12 e
mercoledì 26 maggio ISTRESCO sarà presente
con un banchetto durante il mercato cittadino,
invitiamo chi potesse a recarsi allo stand per
collaborare
alla
ricerca
dell'istituto
sottoponendosi ad un semplice test. Vi
comunicheremo altre date nei prossimi mesi.
La conferenza tenuta il 30 aprile si basa sul
libro di Federico Maistrello Partigiani e
nazifascisti nell'Opitergino, Cierre edizioni. Le
copie di tale libro sono attualmente esaurite ma,
per chi fosse interessato, i Giovani per Oderzo
ne posseggono una e la mettono a disposizione
di chi volesse approfondire tale lettura.
RICORDIAMO ATUTTI CHE “LO STRILLONE” È ESPOSTO
IL PRIMO SABATO E LA PRIMA DOMENICA DI OGNI MESE IN PIAZZA GRANDE.
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SONO DISPONIBILI SUL NOSTRO SITO ALL’INDIRIZZO
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F E S TA
DEI
L AVO R A TO R I
tra infortuni e precariato
Il 1° Maggio nasce come momento di lotta
internazionale di tutti i lavoratori, senza barriere
geografiche ne' sociali, per affermare diritti,
raggiungere obiettivi, migliorare la propria
condizione. A noi GpO piacerebbe che questo
giorno riacquistasse un po' della vecchia
funzione, soprattutto davanti a due temi molto
attuali ma spesso accantonati: gli infortuni sul
lavoro ed il precariato.
La crisi economica che ci ha colpito ha
contribuito a cambiare il mondo del lavoro
permettendo, tra le altre cose, uno sfruttamento
feroce ai limiti dello schiavismo: troppi i
lavoratori in nero, i camionisti delle venti ore
consecutive, le operazioni ad alto rischio senza
alcun rispetto delle norme di sicurezza. E morti,
invalidi, morti...
Le prime stime dell'INAIL dicono che nel 2009
forse (sic!) gli incidenti mortali sul lavoro
potrebbero essere calati di un 12% scendendo
per la prima volta sotto i mille. Sia chiaro: l'ente
stesso precisa che le tabelle si basano solo sui
suoi assicurati (circa 19 milioni), non tengono
conto di un'altra grossa fetta di lavoratori non
iscritti (da 6 a 10 milioni più il vastissimo
sommerso) e men che meno di altri fenomeni
(quali i decessi causati da tumori dovuti ad
agenti cancerogeni nei luoghi di lavoro stimati
in oltre 6 mila l'anno).
Tuttavia i dati dell'INAIL qualche motivo di
speranza lo danno: se la conta finale delle
persone uccise mentre si guadagnavano da
vivere restasse davvero sotto i mille avremmo
avuto nel 2009 meno di un quarto dei morti del
1963. Un netto passo avanti. Ma può una
statistica come questa consolare le vedove degli
operai morti alla ThyssenKrupp di Torino o
asciugare le lacrime dei figli dei sei manovali
uccisi dai veleni mentre pulivano una vasca a
Mineo, vicino a Catania? Può rassicurare le
famiglie di quanti ogni giorno rischiano la pelle
per guadagnarsi il pane? Difficile. Per questo
l'unica strada è prevenire, continuare ad
impegnarsi per raggiungere quota zero.
Un altro dato preoccupante affianca quello
delle morti sul lavoro: si tratta del tasso di
disoccupazione della fascia under 25 che, a
marzo, ha toccato il 28,2%, contro il 20,6%
dell’Unione
Europea.
Questo
distacco
dall’Europa è solo in parte dovuto alla diversa
durata dei cicli scolastici: una grossa fetta di
coloro che hanno deciso di non intraprendere la
carriera universitaria è comunque senza lavoro,
anche se in possesso di diplomi tecnici o
professionali.
Questa considerazione, unita alla diminuzione
dei contratti a tempo indeterminato e ad una
inadeguata tutela offerta dalle alternative, fa
riflettere sul fatto che sono proprio i giovani ad
essere stati maggiormente risucchiati dalla crisi
economica. Infatti senza la sicurezza di avere un
reddito fisso come può un giovane pensare di
comprare una casa dove vivere, o di avere un
figlio?
Ma è giusto chiedersi: è solo colpa della crisi?
Purtroppo no, esiste infatti nel nostro Paese un
blocco che impedisce il ricambio generazionale;
la competizione meritocratica che porta ad
allocare i posti migliori ai candidati migliori
viene
scalzata
dal
sistema
delle
raccomandazioni (sia nel pubblico che nel
privato), contrariamente a quanto avviene in
altri Paesi, i quali, grazie ad un migliore utilizzo
dei propri talenti, riescono a generare altri posti
di lavoro, adatti anche ai meno competenti.
Nell’immobilismo
più
totale,
senza
investimenti nelle scuole e nella ricerca per
garantire una boccata d’aria al nostro futuro è
ormai lampante che l’Italia non è un Paese per
giovani.
(n.f.; u.g.; e.t.)
Vi ricordiamo che il 6 maggio si terrà la
conferenza “1945: La cartiera Burgo e la
guerriglia in pianura”, con la relazione di
Alessandro Casellato.
La mostra continuerà ad essere visitabile in
questi giorni, sempre a Palazzo Moro, fino al 7
maggio.
(a.s.)
Un treno da prendere al volo
Finalmente il 28 aprile si è conclusa la trattativa
tra la Regione Veneto e Ferrovie dello Stato:
125 stazioni abbandonate saranno affidate a
titolo gratuito agli enti locali che ne faranno
richiesta.
Ci chiediamo quali siano oggi le intenzioni del
Comune di Oderzo. Di certo l'amministrazione
ha avuto tutto il tempo per prepararsi all'offerta.
La trattativa è in corso da diversi mesi: già nello
strillone di novembre 2009 chiedemmo di
prendere subito in considerazione l'opportunità,
mettendo in evidenza il degrado della stazione,
elencando i disagi presenti per i pendolari e
indicando gli indiscutibili benefici che la
rivalutazione dell'edificio apporterebbe ai
viaggiatori. Messi sull'allerta più di 5 mesi fa è
logico pensare che la nostra amministrazione
fosse già da tempo in prima linea, immaginiamo
che in questi giorni sarà una delle prime a
siglare l'accordo. Sentiremo, a breve, parlare di
un piano di recupero della stazione?
(a.s.)
O N L U S I N T E R N AT I O N A L H E A R T
Vi segnaliamo l'inaugurazione dell'associazione
internazionale International Heart che si terrà l'8
maggio alle ore 15 a Palazzo Moro in via
Garibaldi.
L'associazione creata grazie alla buona volontà di
alcuni nostri concittadini si prefigge scopi sociali e
umanitari con progettualità che si estendano a tutti
i continenti. Vi invitiamo a partecipare
all'inaugurazione ma anche a dare la vostra
disponibilità a questa associazione di volontariato.
Redazione
articoli:
Giovani
per
Oderzo
(Chiara
Cappellotto; Andrea
Erboso;
Nicola
Feltrin,
Ugo
Gobbo;
Carlo
Pivetta;
Paolo
Polesello;
Silvia
Polesello;
Claudio Santi; Andrea Simonato; Erika Torchio) - Edizione e grafica: Nicola Feltrin; Andrea Simonato - Stampato presso: Sede PD Oderzo, Via dei Mosaici 46, 31046 Oderzo (TV)
Pubblicazione conforme alle disposizioni della legge n°62 del 7 marzo 2001 “Norme sull’editoria”; esposizione pubblica autorizzata dal Comune di Oderzo con delibera del 21/12/2009.
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