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Non darsi per vinti di Mattia Celebrin VA LS
Abbiamo visto tutti quanti la
barbarie e la violenza che hanno
caratterizzato gli attacchi terroristici del 13 novembre di Parigi
È indispensabile essere uniti nel
ripudio assoluto del jihadismo e
del terrorismo islamico contemporanei, chiedendo a tutti, musulmani inclusi, di far propria una incondizionata e radicale riprovazione.
Infine occorre mettere in campo
tutta l’intelligenza, la lucidità e la
calma possibili, al fine di capire ciò
che sta accedendo per trovare le
misure adeguate. È da irresponsabili mettersi a gridare o agitarsi
senza criterio: occorre prima pensare e comprendere bene. Se i barbari
sono tra noi, c’è un’origine di tale
vicenda, una sua evoluzione e, speriamo a breve, un rimedio.
Siamo in guerra? La guerra certo
esiste, ma principalmente non è la
nostra. È quella che i musulmani
stanno facendosi tra loro, da molto
tempo. Siamo davanti a una sfida
sanguinosa che risale agli anni
Ottanta tra concezioni radicalmente diverse dell’islam. Una sfida
intrecciata agli interessi incarnati
da varie potenze musulmane.
In questa guerra, noi europei e occidentali non siamo i protagonisti
primari; è il nostro narcisismo che
ci porta a pensarci sempre al centro
di tutto. Sono altri i veri protagonisti. L’obiettivo degli attentati di
Parigi è quello di terrorizzarci per
spingerci fuori dal Medio Oriente,
che rappresenta la vera posta in
gioco. Si tratta di una sorta di
“guerra dei Trent’anni islamica”, in
cui siamo coinvolti a causa della
nostra presenza in quelle aree, sin
dai tempi dell’impero Romano, e
dei nostri stessi interessi. L’ideologia di Daesh è sempre stata chiara
su questo punto: creare uno Stato
laddove gli Stati precedenti sono
stati creati dagli stranieri quindi
sono “impuri”.
L’Is sta combattendo un conflitto
per il potere legittimandosi con
l’arma della “vera religione”. Per
2
intenderci: una guerra politica
nella religione, che manipola i
segni della religione, così come i
nazisti usavano segni pagani
mescolati a finzioni cristiane. Infatti l’Is, come al-Qaida, uccide
soprattutto musulmani e attacca
chiunque si intromette in tale conflitto. A partire da tale fatto incon-
“Siamo in guerra? La
guerra certo esiste, ma
principalmente non è
la nostra”
testabile, due questioni si impongono all’Occidente e alla Russia.
La prima è esterna e riguarda la
presenza in Medio Oriente: se e
come starci. La seconda è interna:
come difendere le nostre democrazie, basate sulla convivenza tra
diversi, quando i musulmani qui
residenti sono coinvolti in tale brutale contesa? Come preservare la
nostra civiltà dai turbamenti
violenti della civiltà vicina? Se ci
limitiamo a perdere la testa, invocando vendetta senza capire il contesto, infilandoci senza riflessione
sempre di più nel pantano mediorientale e utilizzando lo stesso
linguaggio bellicoso dei terroristi,
non facciamo niente di buono.
Potremmo anzi concedere allo
Stato Islamico la resa del “nostro”
modello di convivenza, per entrare
nel “loro” clima di guerra. Serve
più intelligence e una maggiore
opera di contrasto coordinata tra
polizie, soprattutto nell’ambito
delle collettività immigrate di
origine
arabo-islamiche,
che
rappresentano
un’importante
posta in gioco del terrorismo islamico. Da notare anche che tali
attentati si moltiplicano proprio
mentre lo Stato Islamico perde
terreno in Siria. Mantenere la calma
significa non cedere ai richiami
dell’odio che bramano vendetta.
In secondo luogo, dobbiamo darci
una politica comune sulla guerra di
Siria, vero crogiuolo dove si formano i terroristi. Imporre la tregua e il
negoziato è una priorità strategica.
Solo la fine di quel conflitto potrà
aiutarci. Aggiungere guerra a
guerra produce solo effetti devastanti, come pensa papa Francesco
sulla Siria. Finora abbiamo commesso molti errori: l’Occidente si è
diviso, alcuni governi si sono schierati, altri hanno silenziosamente
fornito armi, altri ancora hanno
avuto atteggiamenti vaghi, non si è
parlato con una sola voce agli Stati
vicini a Siria e Iraq.
L’Italia ha dichiarato da oltre due
anni che Iran e Russia andavano
coinvolti nella soluzione. Ora le
riunioni di Vienna con Russia e
Iran possono far ben sperare: oggi
tutti ci danno ragione. Meglio tardi
che mai: il governo italiano è totalmente impegnato nella riuscita di
un reale accordo. La fine della
guerra in Siria è il vero modo per
togliere acqua al pesce terrorista.
Senza zone fuori controllo ove prosperare, il jihadismo perderebbe la
maschera. Contenere e spegnere la
guerra di Siria è il solo modo per
prosciugare il lago terrorista. Sarà
operazione lunga e complessa, ci
saranno altri attentati, ma è una
strada vincente alla lunga. Certo si
tratta di far dialogare nemici acerrimi, di dare un posto a tavola a
gente che non ci piace (Assad e i
suoi) ma è l’unico modo. Solo a
queste condizioni si potrà mettere
in piedi un’operazione internazionale di terra, che miri a stabilizzare
il paese e a mettere l’Is spalle al
muro. Solo così si potrà svelare
cos’è veramente l’Is: una cricca di
ex militari iracheni e fanatici jihadisti che vengono dal passato e che
hanno approfittato delle nostre
divisioni. Se ce ne andassimo dal
Medio Oriente, gli attentati in
Europa smetterebbero subito, probabilmente. Ma lasceremmo il lago
jihadista diventare un mare. E
questa non è un’opzione.
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La tragicomica storia dei profughi alle
caserme Zanusso
A volte il confine tra tragedia e
commedia è molto sottile. Specialmente ad Oderzo e se si parla di
migranti.
In un freddo pomeriggio di fine
Novembre un centinaio di cittadini
si ritrova in piazza per un corteo. In
testa ai manifestanti non ci sono i
partiti d’opposizione, che hanno
anzi disertato l’evento, bensì
l’amministrazione comunale, che
manifesta praticamente contro la
propria gestione, e qualche avvoltoio fascista di Forza Nuova in
trasferta, pronto ad approfittarsene
per fomentare l’odio anche nella
tranquilla Opitergium.
Risultato? La tanto pubblicizzata
marcia “anti-profughi” alla fine si
rivela un flop. E se la Lega Nord,
quella di “Stop Invasione”, decide
di non partecipare ad un evento
simile vuol dire che c’è qualcosa
che non va in tutta questa faccenda.
Ma lasciamo da parte i soliti battibecchi tra i due schieramenti contrapposti e proviamo a ragionare
con ordine.
In questo periodo storico è del tutto
evidente che molte persone stanno
abbandonando paesi dell’Africa e
del Nord Oriente per entrare in
Europa, e una parte consistente di
questo flusso migratorio passa per
l’Italia.
Gli
immigrati/profu-
ghi/clandestini/migranti economici/richiedenti asilo, che dir si
voglia, sbarcati in Italia hanno bisogno di essere accolti in qualche
modo. Per questo vengono ripartiti
tra i territori (In fondo l’Italia non è
solo Lampedusa). E, a quanto pare,
anche Oderzo è in Italia. Quindi,
senza dare alcun tipo di giudizio
pro o contro immigrazione, sembra
abbastanza chiaro il fatto che, come
in tanti altri comuni, anche ad
Oderzo debbano arrivare questi
immigrati/profughi/ecc…
A questo punto sembrerebbe molto
sensato che, data la situazione
appena descritta, gli amministratori della città di Oderzo, su richiesta
del prefetto, pensino a come possono accogliere, nel modo più consono anche per la cittadinanza, questi
immigrati. A meno che l’amministrazione comunale di una cittadina
di più di 20.000 abitanti abbia il
potere di invertire i flussi migratori
di inizio XXI secolo oppure riesca a
dettare le leggi sull’accoglienza al
Ministero dell’Interno, non vedo
perché dovrebbe accettare il fatto
sul proprio territori ci saranno
ospiti provenienti dall’altra parte
del Mediterraneo.
Ma tutto questo era troppo logico.
E allora è meglio aspettare finché il
prefetto, non avendo altre soluzioni, decide di sistemare la quota di
migranti che spetta ad Oderzo in
un edificio dismesso e per giunta
ancora proprietà dello Stato: le
tanto nominate Caserme Zanusso.
E a questo punto che fare? Tentare
di opporsi sebbene non ci siano
delle alternative?
A questo punto dobbiamo ricordarci di un’altra cosa: le elezioni comunali sono alle porte, e perché non
approffitarsene della situazione,
avrà pensato qualcuno? Perchè non
cavalcare la reazione dei cittadini
andando a sbandierare in piazza
“No profughi alla Zanusso”? Detto
fatto. L’ammistrazione, in caccia di
voti per le prossime elezioni, organizza la marcia “anti-profughi”
Se tutto questo ha il sapore di una
commedia, c’è anche un lato tragico. Alla fine sembra che questi profughi arriveranno (e c’è chi dice che
saranno più di 100) e verranno
sistemati in un “hub” proprio alle
caserme. E questo “hub” si potrà
benissimo
intendere
come
“ghetto”, dal momento che non si
può parlare di accoglienza in una
caserma dismessa. In questo modo
tutti ci perdono, i profughi in
primis e i cittadini.
Alberto Rosada II LC
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Che aria tira negli USA?
La corsa alla Casa Bianca per il 2016
è iniziata e sono iniziati, ormai da
un anno, le prime apparizioni pubbliche, i dibattiti e i tour dei vari
candidati dei due grandi partiti
americani: Repubblicani e Democratici. Grande candidata per il
fronte democratico e favorita dai
sondaggi è Hillary Clinton, che con
un programma elettorale molto
denso e in continuità con quanto
fatto dal presidente in carica
Obama, tocca argomenti scottanti
per gli Stati Uniti come: cambiamenti climatici, diritti per disabili,
prevenzione per gli stupri nei
campus (vedi Protesta dei materassi alla Columbia University) , riforma sulle leggi per l’immigrazione,
istruzione, leggi sulla vendita delle
armi, II emendamento, assistenza
sanitaria (Medicare), parità per
donne, etnie e orientamento
sessuale. Questa grande candidata
sembra essere la favorità non solo
per la sostanza del proprio programma elettorale, ma anche per la
dedizione che ha messo nel suo
lavoro come segretario di stato,
First Lady e senatrice.
Per il parito Repubblicano (GOP)
sono numerosi i candidati: Jeb
Bush, fratello dell’ex-presidente
George W. Bush, Donald Trump,
famoso palazzinaro multimiliardario, Ted Cruz, senatore dello stato
del Texas, Marco Rubio, senatore
della Florida e Ben Carson, noto
neurochirurgo pediatrico al John
Hopkins Hospital di Baltimora. I
loro programmi elettorali sono
incentrati sul mantenimento del
potere e dei canoni morali dei
“WASP” (white anglosaxon puritans), sul blocco o la forte limitazione dell‘immigrazione, sull’uso
dell‘Hard Power in politica esterna,
su un controllo maggiore sulle
libertà dei cittadini americani, a
favore della loro sicurezza (USA
Freedom Act enforcement). Il confronto tra questi candidati si svolge
da mesi su TV, radio e giornali a
suon di dichiarazioni roboanti,
come quelle di Cruz, che non crede
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che il riscaldamento globale sia
causato dall’ uomo; oppure l’affermazione di Ben Carson, che,
sebbene sia uomo di scienza, è
fermamente convinto che “È stato
Giuseppe a costruire le piramidi
per conservare il grano”. E non ci
fermiamo qui! Un capitolo a parte
sarebbe da stilare per tutte le bufale
e le boutade dette dal tycoon
Donald Trump, basta cercare un
po’ su Google o sui giornali internazionali per farvi due risate: si va
da “un bellissimo bambino di 2
anni, 2 anni e mezzo, lo hanno portato a farsi vaccinare, è tornato a
casa, e una settimana dopo gli è
venuta una febbre tremenda, si è
ammalato molto, e ora è autistico!”
400 anni di metodo scientifico
buttati all’aria; a “i cinesi hanno
creato il concetto di riscaldamento
globale per danneggiare il settore
manifatturiero
americano”.
I
comici americani stanno avendo
moltissimi spunti e per loro Trump
è manna dal cielo. Ted Cruz e
Marco Rubio invece sono due candidati molto simili tra loro, entrambi immigrati cubani, entrambi
senatori, ma Cruz è il più conservatore e chiuso tra i due, mentre
Rubio è aperto al dialogo e con
posizioni più riformiste che conservatrici, ragion per cui piace meno
al vecchio establishment del partito. Capitolo a parte per Jeb Bush,
erede di una famiglia da sempre
impegnata in politica e con un’
ampia possibilità economica e
copertura di campagna elettorale,sembra tra i repubblicani il più
assennato e moderato. Proprio per
questo le sue posizioni in politica
estera sono caute ed oculate, tanto
quelle riguardanti la politica interna come Medicare, Minimum Wage
e Freedom Act, che sono orientate
ad una tutela dei diritti base dei
cittadini senza però scendere
nell’assistenzialismo o nel stato del
Welfare. Jeb Bush inoltre ha più
volte attaccato il leone della situazione Trump, chiamandolo:”presidente del caos” e dicendendo:
“Donald, non arriverai alla presidenza a forza di insulti”.
I sondaggi comunque danno come
favorito nel GOP (Grand Old
Party) proprio Trump, seguto da
Cruz, Bush e Rubio. Probabilmente
Trump ha buoni risultati nei sondaggi per l’ottimo merchandise
della sua immagine, ma non di
certo per contenuti e fattibilità delle
sue proposte. Bush e Cruz invece
sono i più appoggiati all’interno
del partito sia per l’efficacia delle
proprie proposte sia per l’affidabilità. Ma sul piano Repubblicani vs
Democratici la vincitrice sembra
proprio essere Hillary Clinton, che
con il suo ampio e strutturato programma, una grande base di elettori non solo WASP, ma anche di
etnie e religioni diverse, riuscirà a
perseguire l’American Dream e la
sua cultura di Melting Pot internazionale.
Mattia Celebrin VA LS
LA SCUOLA CHE VOGLIAMO
A scuola di Medioevo
Il giorno 30 Ottobre 2015 presso il
patronato Turroni di Oderzo dalle
ore 9.00 alle ore 11.30 è avvenuto
un incontro rivolto alle classi: II
ALL, III ALL, IV ALL, V ALL, V
Gin, I LC, III SU nel quale noi
studenti abbiamo avuto l’onore e il
piacere di ascoltare Franco Cardini.
Chi è? uno storico del medioevo,
anzi LO storico del medioevo;
docente all’Istituto Italiano di
Scienze Umane di Firenze. È il
maggiore esperto italiano delle
crociate e un profondo conoscitore
dei testi araboislamici. In questa
occasione i docenti Bevilacqua e
Dalla Torre ci hanno dato l’incredibile opportunità di ascoltare ciò che
questa singolare personalità ha
avuto modo di raccontarci su
questi delicati e interessantissimi
temi. Personalmente mi è piaciuto
moltissimo perché ha messo in luce
alcuni punti dell’argomento che
non conoscevo e mi ha aiutata a
capire meglio cosa sta succedendo
realmente in medio oriente OGGI,
e secondo me lo ha fatto senza
essere noioso e
rivolgendosi a noi
come se fossimo
stati adulti a tutti
gli effetti perfettamente in grado di
affrontare questi
temi, cosa che
secondo me poche
persone di quello
spessore riescono
a fare. Ringrazio
vivamente a nome
di tutte le classi
che vi hanno partecipato i docenti
che si sono prodigati nell’ organizzazione e il professor Cardini per
essere venuto a regalarci una piacevole mattinata.
A partire da quest’anno verranno
assegnati al nostro istituto alcuni
insegnanti che a differenza di altri
non avranno una cattedra assegnata (= ore di lezione nelle classi) ma
che saranno a disposizione per
supplenze durante la mattinata
(probabilmente si ridurranno le
entrate/uscite anticipate a causa
dell’assenza di qualche prof) e
potranno essere utilizzati per
attività extracurricolari di vario
genere, per esempio corsi pomeridiani.
Stando alle indiscrezioni (attenzione, in questo momento in cui scriviamo nulla è ancora sicuro!) gli
insegnanti assegnati al nostro
istituto per quest’anno sono di spagnolo, diritto, storia dell’arte, matematica, scienze, inglese. Questo
vuol dire che le competenze di
questi insegnanti potranno essere
utilizzate, per esempio, per un
corso di spagnolo, per i corsi di
preparazione agli esami pet e first,
per un corso di autocad oppure per
corsi di potenziamento in varie
materie, anche in preparazione ai
test universitari per i ragazzi di
quinta.
Se queste opzioni andranno in
porto, ovviamente sarà la scuola ad
avvertirci per le iscrizioni.
Altea Nardo, I LC
Scarpa’s news
Questo sarà un anno di grandi
novità dovute alla riforma della
scuola (e non solo).
Questa volta sono i prof che ricevono
un voto
Da quest’anno è prevista una
somma che il dirigente scolastico
ha a disposizione per premiare il
merito tra i docenti. Per selezionare
i criteri con cui verranno valutati i
docenti è prevista la costituzione di
un comitato di valutazione, composto dal preside, 1 ispettore esterno,
3 professori, 1 genitore e infine 1 tra
noi studenti.
Il comitato avrà il potere di stabilire
i criteri e non di valutare direttamente i docenti.
Una proposta che potrà uscire è
quella che un parametro della valutazione degli insegnanti sia legata
ad un giudizio di noi studenti.
Ovviamente è solo una possibilità,
non c’è nulla di deciso.
Nuovi insegnanti, ecco l’organico
potenziato
Stages anche per i liceali
La riforma della scuola prevede 200
ore di stage per i licei nel triennio e
400 per l’itis
Orientamento universitario
Quest’anno si occuperà dell’orientamento universitario il prof.
Mariano Montagnin (insegnante di
lettere nella sede di Oderzo). Sono
attive una pagina Fb e un profilo
Twitter e un’area del sito sull’orientamento
universitario.
C’è
google form da fare per valutare le
esperienze fatte
Alberto Rosada II LC
5
La scuola che vogliamo
In viaggio: Berlino & Praga
Lo sentite questo odore di Currywürst? Avete visto quel pezzo di
muro? Girati! Guarda, lì viveva il
Kaiser Guglielmo II, e qui ha
studiato Marx. Con questi frammenti si potrebbe riassumere il
viaggio d’istruzione delle quinte A
e Scienze Applicate: un viaggio nel
tempo e nella Storia durato cinque
giorni (aggiungo “Purtroppo”).
La partenza non è delle migliori,
trovarsi davanti il cancello del
posto dove vai ogni giorno due ore
prima del solito, con gli occhi che
cercano ancora il cuscino è traumatico per tutti, alunni e professori
indistintamente. La prima meta di
questo viaggio è Norimberga, nel
cuore della Germania, raggiunta
dopo numerose ore di viaggio tra
monti innevati, pendii ingialliti e
arrossati dall’autunno e campi
coperti di brina. Questa città è stata
scelta per una grande valenza storica infatti propio qui si svolsero i
primi raduni del NSDAP (Partito
Nazionalsocialista) e proprio qui
vennero processati i gerarchi nazisti delle SS e di altri corpi militari
legati a crimini di guerra e contro
l’umanità. A memoria di questi fatti
è sorto, sulle rovine dell’incompiuta Arena dei raduni, il centro di
documentazione del partito Nazista. Il giorno successivo, siamo
partiti alla volta di Berlino,
raggiunta nela tardo pomeriggio.
Da subito abbiamo respirato la
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storia di questi luoghi: davanti a
nostri occhi sono comparsi il Bundestag (Parlamento Tedesco), la
Brandenburger Tor (Porta di Brandeburgo), la Hauptbahnof (stazione centrale): tutti luoghi che hanno
avuto a che fare con la storia e che
sono stati in parte ricostruiti dopo
la i bombardamenti della Seconda
guerra mondiale. In serata invece ci
siamo spostati verso la parte nuova
e ricostruita dopo la caduta del
Muro (1981): Potsdamer Platz e il
polo del Sony Center, dove abbiamo incrociato Daniel Craig durante
la presentazione del nuovo film
007: Spectre. Per concludere in
bellezza abbiamo visto la città di
notte dalla nuova cupola del Bundestag, progettata dall’architetto
Norman Foster. I monumenti e i
luoghi da vedere sono ancora molti
e le energie non bastano. È ora di
riposare. Il secondo giorno a Berlino ci ha fatti entrare ancora di più
nella storia, visitando la East Side
Gallery e le Topografie del terrore
si ha prorpio l’idea di divisione, ma
al contempo di forza di volontà del
popolo tedesco, di abbattere quel
muro. Nel pomeriggio invece c’è
stata una seconda importante
tappa: il museo ebraico, progettato
dall’architetto Libeskind, una struttura fortemente connotata da uno
spirito decostruttivista e che riassume in una grande esposizione e in
tre assi momenti e storia del popolo
Ebriaco, con un esperienza museale
toccante. È tempo di recupare le
energie. Il terzo giorno è percorso
all’insegna della memoria e della
ricostruzione. Abbiamo visitato
luoghi impregnati di storia: come la
ricostruita Potsdamer Platz col suo
nuovo impianto architettonico, il
memoriale dell’Olocausto, con le
sue lapidi in cemento armato che si
stagliano verso il cielo, per farci
sentire piccoli, di fronte alla violenza della Storia, ma allo stesso
tempo per incitarci a non perpetrare più certe malvagità perverse;
Parisier Platz, che da simbolo di
Berlino, viene relegata a piccolo
parco nei pressi del muro. La giornata si chiude con la visita alla
Berlino storica: Gendarmenmarkt e
Museuminsel, luoghi che rapprensentano lo splendore e la ricchezza
della capitale europea dell’800. Ma
non dimentichiamoci che la gita è
anche diveritmento, per questo le
due classi per l’ultima sera hanno
cenato insieme e alzato i boccali
all’Hofbraü, dopo una sessione di
shopping e vetrine nella vicina
Alexander Platz. L’ultimo giorno è
trascorso in viaggio sulle autobahn
tedesche e austriache, con una
breve, ma significativa tappa al
Campo di concentramento di
Dachau.
Mattia Celebrin VA LS
La scuola che vogliamo
Prendetevi qualche istante per
seguire in volo un autobus che
corre lungo un'autostrada ceca.
È una normale corriera, di quelle
prese a noleggio, ma ha qualcosa
che la distingue; beh, più di qualcosa, ma procediamo per gradi.
Scendete un poco, giusto quel che
basta per sedervi sul tetto; d'altra
parte volare stanca, no?
La sentite la musica, alta da far
tremare i finestrini?
Difficile non sentirla, ma è un
dettaglio importante; è sufficiente a
farvi capire chi c'è sotto di voi.
Sono i ragazzi e le ragazze di
quinta, sfiancati da 9 ore di viaggio
ma non abbastanza stanchi da dormire; non ora, non a così pochi
chilometri dalla meta.
E difatti eccola là; mentre vi distraevo, le prime luci hanno fatto capolino da dietro l'orizzonte.
In un attimo l'autobus viene
inghiottito dalla città, e tutti cercano di rubare al crepuscolo i primi
assaggi di Praga, ma in un baleno è
tempo di scendere e occupare le
camere di un, inaspettatamente
lussuoso Hotel, a Praga.
E poi fuori, verso Prazsky Orloj,
incantati dalle luci oltre la Moldava e il Ponte di Carlo, con alle
spalle i palazzi illuminati d'oro; e
poi stregati, come statue di sale
sotto la torre il cui orologio costò la
vita al suo stesso artefice, ucciso
perché non potesse replicarne la
bellezza.
Al risveglio, confortati dalla colazione, che definire abbondante è
poco, i nostri affrontano il freddo
ottobrino (un po' più intenso di
quello di casa), e visitano il quartiere ebraico, costruito attorno ad un
cimitero di lapidi consunte dal
tempo, riparate dagli alberi che le
coprono con un tappeto di foglie;
forse li vedete più tristi, ora, mentre
camminano verso casa, ma è il
giusto tributo alle migliaia di nomi
che dipinti sul muro di una sinagoga ricordano le vittime della strage
nazista.
C'è tempo solo per qualche negozio
del centro, prima che cali la notte.
Sorge un altro giorno, un po' grigio
e umidiccio (con buona pace di
vedutisti e selfisti), ma il tempo in
gita è sempre un quarto di quello
che occorre, quindi gambe in spalle
e tutti partono per Mala Strana,
dall'altra parte del fiume, verso la
collina che accoglie il Palazzo reale,
con il Quartiere degli Alchimisti, e
l'imponente Basilica di san Vito.
Più sotto, sempre al di là della Moldava, c'è quel curioso luogo che è il
Muro di John Lennon; nessuno ha
veramente capito perché sia lì,
coperto di vernice colorata e dei
nomi di chi è passato, ma ci vanno
quasi tutti. In effetti mette allegria
anche da qui in alto, sarà per quel
ragazzo che suona Imagine con la
chitarra.
E se adesso mi seguite di nuovo
verso l'hotel, vi mostro una cosa.
Vi ho già detto che la musica aveva
una certa importanza no? Bene,
entrate, entrate, e mettetevi
comodi; l'albergo si chiama Teatri-
no, non a caso, e loro ne approfittano. Professori e studenti stanno
raccolti attorno a un pianoforte, in
fondo alla sala, e il giorno si spegne
sulle note di Demons. È come fosse
un commiato, perché alla mattina
l'autobus ripercorre la strada al
contrario e fugge verso Vienna,
dove li aspetta il Belvedere, assieme al Bacio di Klimt.
In una bella storia però, non può
andare tutto per il verso giusto,
altrimenti non varrebbe la pena
raccontarla. Li aspetta una notte
particolare in un hotel che definire
sporco, sciatto, squallido, sconveniente, triste, polveroso, lurido,
cadente e maleodorante sarebbe
prolisso e scortese e che quindi ci
limiteremo a chiamare inappropriato. Non è una notte d'inferno
ma insomma poco ci manca, e a noi
non sfuggono le occhiaie neanche
da quassù. L'ultima fatica è un tour
della Ringstrasse in una Vienna
baciata dal sole e sferzata dal
vento, abbagliati dal biancore
dorato dei palazzi. È già tempo
d'andare, ma resta giusto di che
consolarsi con una fetta di Sacher (e
il profumo arriva fin qui).
L'autobus riparte l'ultima volta (e
la musica con lui), e chiude nel buio
quel sogno lungo cinque giorni.
Lasciamoli andare ora, e che il
ricordo del nostro sogno resti con
noi.
Giovanni Sernaglia, 5 B LS
7
CorNER(D)
Oroscopo Calcistico
La serie A è ormai giunta a buon
punto e sta per iniziare la volata
per diventare campioni d'inverno,
ma cosa dicono le stelle alle squadre? In un campionato che per la
prima volta dopo 4 anni non ha un
dominatore netto tutto può accadere… persino che un oroscopo funzioni!
NAPOLI: Dopo anni in cui non
eravate riusciti a dare il massimo a
causa della mancanza di polso del
vostro vecchio allenatore, avete
finalmente trovato motivazione:
Sarri è uno che non ha bisogno del
favore delle stelle e, a dispetto delle
apparenze, ha ben più spessore di
Benitez. In ogni caso un cero a San
Cannavaro, protettore dei difensori, è d'obbligo se l'obiettivo è lo
scudetto con Koulibaly titolare.
INTER: Decima in quanto a gol
segnati ma prima in classifica
l'Inter sembra avere quest'anno ben
compreso il significato di ottimizzare. Di sicuro le stelle non l'hanno
ostacolata finora, anzi, ma se la
serie di 1 a 0 interrotta solo in una
delle ultime partite non dovesse
8
continuare il consiglio è quello di
affidarsi a Icardi, uno che 18 gol
(quelli segnati dall'Inter finora) li sa
fare da solo.
FIORENTINA: Da sempre abilissimi a smentire i pronostici di giornalisti e astrologi avete sorpreso
tutti dimostrando di non soffrire la
mancanza di Montella e anzi
riuscendo finalmente ad abbinare
la costanza al buon gioco. Il consiglio, oltre a quello, scontato, di continuare così, è di tenere d'occhio
l'infermeria in entrambe le direzioni: in uscita, dato che Giuseppe
Rossi scalpita, ma anche in entrata,
considerando la vostra media di
infortuni negli scorsi anni.
ROMA: Poco da dire: la nave che
da qualche stagione a questa parte
sembrava navigare tranquilla sta
imbarcando sempre più acqua. Il
consiglio per capitan Garcia è
quello di guardare attentamente le
stelle, per ritrovare la rotta prima
che fra i fischi della turbolenta
tifoseria sia costretto ad abbandonare la nave che affonda.
JUVENTUS: L'inizio dell'anno è
stato per voi veramente disastroso
e già nei bar si sentiva mormorare
di progetto fallito, mercato sconsiderato e squadra da buttare,
eppure, zitti zitti, orfani di Tevez
ma forti di due nuove punte di
razza come Mandzukic e Dybala,
state risalendo la classifica. Il consiglio è di non contare i metri (o
meglio i punti) che vi distanziano
dalla vetta, ma continuare a lavorare con la costanza di una Vecchia
Signora.
MILAN: Un inizio stagione con
alti, bassi e una costante: Mihalovic. Il serbo sembra infatti essere
l'uomo giusto per prendere in
mano uno spaesato gruppo di
calciatori e renderli una vera squadra. Per il salto di qualità servono
però investimenti: Mr Bee finalmente vi regalerà un mercato come
si deve o il suo tentativo di acquisto
si concluderà con un nulla di fatto?
Marco Crosato, IV C LS
Made in the A.M.
Dopo che Zayn Malik ha lasciato il
gruppo ( Il titolo del loro terzo CD,
‘ Four’, era forse premonitore?), la
band anglo-irlandese è tornata più
forte che mai con il loro nuovo
album , ‘Made in the A. M.’, uscito
il 13 novembre . Curioso come i
loro dischi e le loro canzoni, da ‘Up
all Night’ , al brano‘ A.M.’, fino a
‘Midnight Memories’ , si riferiscano alle varie fasi notturne. Da ciò
traspare la loro voglia di festeggiare, come si nota da alcune fotografie in bianco e nero presenti all’interno del libretto annesso, dove i
ragazzi sembrano spassarsela. Ciò
mette in evidenza anche il fatto che
, nonostante Zayn abbia dato
forfait, i ragazzi non si sono arresi e
continuano nella loro … direction,
e la prova è proprio la realizzazione
di questo album.
CHI HA LAVORATO AL DISCO
Gli autori della maggior parte delle
canzoni sono Jamie Scott, Julian
Brunetta, John Ryan e soprattutto
Harry,Niall, Louis e Liam; infatti,
rispetto ai primi album, c’è una
maggiore partecipazione dei componenti nelle stesura dei brani. Pur
essendo sempre rivolto a un pubblico adolescente, rispetto ai brani
degli esordi, c’è stata una maturazione.
COSA FUNZIONA NEL DISCO
Innanzitutto , il piccolo imprevisto
che ha sconvolto i loro piani è stato
in realtà un incentivo ad andare
avanti e a impegnarsi molto di più,
cosa evidente in questo album. Le
loro voci non risentono di questa
mancanza, ma sembrano completarsi e armonizzare meglio, come
ad esempio in ‘Drag Me Down’.
Anche negli acuti, punto forte di
Zayn e che quindi potevano penalizzare la band, si sono rivelati una
prova superata positivamente,
soprattutto grazie ad Harry in
brani come ‘If I Could Fly’.
E’ ricorrente la presenza dei bassi, e
di sonorità country e tribali, vedi
‘Long Way Down’ e ‘Never
Enough’. Come sempre non mancano le ballad romantiche e lente,
come ‘If I could Fly’ o ‘ I Want To
Write You A Song’.
COSA NON FUNZIONA
La vera pecca è il sound come al
solito troppo pulito e lineare.
Sarebbe stato meglio ‘sporcare’ un
po’ suono e immagine, se non altro
per renderli più credibili.
LE CANZONI MIGLIORI
Senz’ombra di dubbio il pezzo
forte del CD è il singolo ‘Drag Me
Down.’ La base ritmata, le armonie
e l’utilizzo dei bassi sono un mix
ben riuscito. L’assolo più riuscito è
quello di Niall, ma il momento clou
del pezzo resta l’acuto di Harry.
Anche ‘Perfect ’ è coinvolgente,
nonché uno dei brani più apprezzati e discussi per essere stata dedicata a Taylor Swift, una delle tante
fiamme di Harry Styles.
‘If I Could Fly’ è la canzone più
dolce tra tutte, è molto toccante e
anche qui Harry si distingue per il
suo sopracuto, che rende ancora
più struggente la canzone.
‘Never Enough’ invece ha un ritmo
incalzante e delle curiose sonorità
tribali che ricordano la danza
Maori, accompagnate dalle trombe
e dallo scream graffiante che
aggiunge un tocco rocker al brano.
In ‘End of The Day’ l’accostamento
dell’assolo al ritornello ritmato,
vagamente soul e virtuosistico, è
assai coinvolgente. E’ forse uno dei
brani migliori. Notevoli gli acuti e
la varietà strumentale, che spazia
dal piano alla chitarra elettrica.
LE CANZONI PEGGIORI
‘Hey Angel’ è deludente. L’intro
accompagnata dall’organo puzza
di funerale!
‘Long Way Down’ ricorda un po’ il
genere country ed ha una base fin
troppo monocorde, che risulta
quasi noiosa.
In ‘Temporary Fix’ c’è un tentativo
di apparire rockettari , anche attraverso il testo piuttosto esplicito, che
però non è riuscito e risulta quasi
deprimente.
CorNER(D)
IN POCHE PAROLE
Complessivamente è un album
riuscitissimo, uno dei migliori della
band, che suscita diverse emozioni.
Va riconosciuto l’impegno per
uscire dagli stereotipi e tentare, con
la loro versatile anima pop , di conquistare anche un pubblico più
adulto.
Consigliato a tutte le directioner ( e
non solo). E’ l’occasione giusta per
ricredervi su questa band, quindi
dimenticate i pregiudizi e premete
play!
TRACKLIST
Hey Angel
Drag Me Down
Perfect
Infinity
End Of The Day
If I Could Fly
Long Way Down
Never Enough
Olivia
What A Feeling
Love You Goodbye
I Want To Write You A Song
History
Temporary Fix
Walking In The Wind
Wolves
A.M.
I NOSTRI VOTI
Hey Angel: 6
Drag Me Down: 10 e lode
Perfect: 9
Infinity: 8End Of The Day: 10If I Could Fly: 10 e lode
Long Way Down: 5
Never Enough: 9,5
Olivia: 8
What A Feeling: 4+
Love You Goodbye: 7
I Want To Write You A Song: 8,5
History: 8
Temporary Fix: 4+
Walking In The Wind: 7Wolves: 5,5
A.M.: 8+
Ed ecco il voto complessivo: 9,5
Priscilla Zeggiato, Eleonora Macchion, IV Gin
9
CorNER(D)
Cent’anni di solitudine: una calma irresistibile
I libri noiosi sono tali perché non
riescono a darci un motivo valido
per cui dovremmo leggerli; quelli
appassionanti ci sommergono di
ragioni per non distogliere l'attenzione dalle parole, pagina dopo
pagina; i capolavori sono molto più
raffinati, ci sussurrano non solo
perché, ma anche come gustarceli e
lo fanno in modo sottile, spesso
difficile da cogliere.
Quando ho posato lo sguardo sulle
prime righe di uno di essi, Cent'anni di solitudine, però per una volta
non ho avuto dubbi: la calma è la
sua chiave di lettura.
Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello
Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in
cui suo padre lo aveva condotto a
conoscere il ghiaccio.
Con questa prima frase il premio
nobel Gabriel Garcia Marquez ci fa
capire due cose del suo libro: ci
racconterà la storia della famiglia
Buendia e lo farà senza fretta di
arrivare alla fine, anzi parlandoci
di questa apertamente prima
ancora che arrivi, come se si trattasse di qualcosa di storico di cui
siamo tutti a conoscenza. Più volte
infatti lo scrittore ci esporrà, in una
pagina, avvenimenti di anni interi
per poi descriverci nei minimi
dettagli quello di cui ci ha già
svelato intreccio e finale. La cosa
sorprendente è che questa insolita
scelta non toglie minimamente il
piacere di seguire le intricate ed
esotiche vicende in cui i personaggi
si trovano, anzi forse ve ne aggiunge addirittura: Marquez anticipandoci quello che accadrà ci libera dal
peso della suspance per inchiodarci
alla sua opera con la sola abilità
descrittiva e col suo stile inimitabile che ci trasporta dai pensieri di un
personaggio all'altro, senza mai
fallire nel farci identificare con
ciascuno. Cent'anni di solitudine è
come un fiume in una valle, tortuoso e apparentemente infinito, con
una corrente leggera ma inarrestabile, che ci rendiamo ben presto
conto di non potere né volere contrastare. E così i mesi diventano
anni e poi decenni, con i Buendia
che si innamorano, vivono vicende
Un bel pomeriggio mi chiesero di
scrivere un qualche miscuglio di
parole che potesse essere inserito
nella parte di “svago”… Svago?
Ah beh, facile. Bisogna solo inventarsi qualcosa, che possa essere
letto mentre si sta spaparanzati sul
divano, che non sia troppo banale
o noioso, altrimenti si rischierebbe
di addormentarsi e sciupare quei
preziosi momenti in cui si può
pensare a quel cavolo che si vuole,
ma neanche troppo divertente! Se
no si sprecherebbero troppe energie a ridere e allora che razza di
riposo sarebbe? Quindi, visto che
bisogna parlare di svago, prendiamo come tema proprio quella
cosuccia, quella in cui bisogna
trovare il giusto mezzo nel darle
importanza, senza la quale lo
svago neanche esisterebbe: il
tempo libero. Oggi le nostre giornate le viviamo correndo come
forsennati: fisicamente perché non
facciamo altro che spostarci da un
luogo all’altro, da un edificio
all’altro, per andare a scuola, al
lavoro, a fare sport eccetera, mentalmente perché siamo spesso
sommersi da impegni continui e
problemi che ci rompono in due la
testa. E allora, se si può, (e sottolineo se si può!), ogni tanto è bene
prendersi una pausa e stendersi,
leggere o praticare un qualsiasi
hobby che non trasformi in una
macchina da stress; sottolineo quel
“se puoi” perché adesso non è che,
dato che il tempo libero è tanto
bello, bisogna fregarsene dei
propri doveri, buttarsi sul divano,
accendere la tv e chi si è visto, si è
visto. Sarebbe splendido, sì…
We believe in...free time
10
surreali, interferiscono e giocano
con la storia tessendo una serie di
vicende che non ci sembrano mai
improbabili nemmeno quando si
dimostrano chiaramente impossibili: non a caso l'autore aderisce alla
corrente del realismo magico e
descrivendoci anche l'assurdo con
l'usuale perizia ce lo fa apparire
come naturale, persino logico. E
quando alla fine, chiuso il libro e
spezzata la magia, ci si rende conto
che la storia era tutta una finzione,
non si può che trovarsi d'accordo
con chi lo ha votato nel 2007 come
seconda opera più importante mai
scritta in spagnolo, dietro solo a un
classico intoccabile come Don Chisciotte.
Insomma il mio consiglio è quello
di immergersi nelle intricate trame
di questo libro, consapevoli però
del patto che stringiamo con l'autore quando lo iniziamo: mettere da
parte l'ansia di giungere alla fine e
goderci la lentezza e il valore del
percorso.
Marco Crosato IV C LS
peccato che si tratti di una proposta del tutto utopistica… Naturalmente, se il lettore possiede un
minimo di sale in zucca, capirà
benissimo da solo che non è necessario spendere altre parole riguardo a ciò. Ci sono cose che bisogna
fare, punto, non si discute oltre. E
allora, bisogna evitare di vivere la
giornata a casaccio e cercare di
darsi un minimo di organizzazione, in modo da potersi ritagliare
un pochino di tempo libero, da
usare per rilassarsi, svuotare la
mente e almeno per una volta
concentrarsi sulle cose che ci
sembrano più belle. Attenzione a
non esagerare però! Caspita, non
vorrei essere accusata dell’impigrimento di qualcuno!
Michela Tonetto V C LS
The Maze Runner
Il 15 Ottobre 2015 è uscito nelle sale
il film “Maze Runner -la fuga”
tratto dal secondo libro della saga
di best seller di James Dashner dall’
omonimo titolo.
Il film che ho ovviamente visto, è
risultato parecchio diverso dal
libro in alcuni punti tuttavia il regista Wes Ball ha compiuto un ottimo
lavoro di sintesi, catapultando,
ancora una volta, lo spettatore tra i
radurai che si ritroveranno ad
affrontare nuove e non meno ardue
sfide. Il risultato? Per poco io e le
amiche con cui sono andata a
vederlo non morivamo d’infarto
infatti non c’è un fotogramma che
non sia senza un colpo di scena che
ti lasci con il fiato sospeso.
Ma ora veniamo alla trama. Per chi
non avesse letto i libri e non avesse
visto nessuno dei due film farò un
breve sunto su ciò che precede gli
avvenimenti narrati nella versione
cinematografica. Thomas (Dylan
O’Brian) si risveglia in un ascensore buoi che lo trasporta in una
radura abitata da una cinquantina
di ragazzi (tutti maschi) senza
ricordarsi nulla della sua vita
precedente. Qui incontrerà Newt
(Thomas Brodie Sangster) e Minho
(Ki Hong Lee) con i quali legherà
subito moltissimo. Nel giro di
poche ore apprende di essere in
realtà intrappolato insieme a questi
ragazzi dentro ad un enorme labirinto che pare essere senza un’uscita e abitato da esseri poco amichevoli detti “dolenti” che si divertono
ad andare in giro a pungere la
gente per poi farla impazzire e
morire. Nonostante ciò anche con
l’aiuto di Teresa (Kaya Scodelario)
l’unica ragazza presente nel primo
libro che arriva subito dopo
Thomas nella radura e trascina con
sé un bel cataclisma. Non vi sto a
spiegare come ma alla fine i nostri
eroi trovano un’uscita anche se nel
tentativo di raggiungerla compiono una missione suicida che porta a
un dimezzamento del gruppo. I
ragazzi si ritrovano così in un bel
laboratorio pieno di scienziati
morti appartenenti alla C.A.T.T.I.V.O.(associazione che governa il
mondo e che li ha sfruttati come
cavie). Lì apprendono grazie a un
video che il mondo è in rovina
grazie alle eruzioni solari e che c’è
una terribile malattia che sta facendo impazzire/ morire tutti tranne
loro i cosiddetti immuni che vengono quindi studiati per cercare una
cura. Thomas e Teresa scopriranno
anche che prima di entrare nel labirinto e nei orrori lavoravano per la
terribile associazione che li ha
privati di numerosi amici. Ma non
riescono a scoprire altro perché
vengono prontamente salvati da
dei misteriosi e baldi giovani che li
portano nel loro covo.
In questo contesto ha inizio il
secondo film. Thomas e i suoi compagni sono finalmente tranquilli
anche se si porteranno con se per
tutta la vita terribili incubi. La vita
procede normalmente hanno cibo,
un letto su cui dormire docce calde
e medicinali cose che non osavano
sognare da molto tempo. Hanno
anche l’occasione di incontrare altri
ragazzi come loro e di scoprire così
che esisteva più di un labirinto, uno
di questi era composto da sole
ragazza fatta eccezione di Aris che
è stato diviso dalle compagne e per
questo appare strano. Thomas però
riesce a legare con lui e il nuovo
amico gli confida così di avere dei
dubbi sui loro salvatori. Mostra
infatti al ragazzo una stanza in cui
ogni giorno vengono portati decine
di corpi, non si sa se vivi o morti, e
che insospettiscono molto i due.
Nonostante la diffidenza dei suoi
vecchi amici, che in un primo
momento non vogliono credergli
Tom e Aris riescono a rubare un
pass e ad entrare nella stanza
scoprendo così che i loro salvatori
non sono niente popò di meno che
scienziati della C.A.T.T.I.V.O. e che
i corpi sospetti non sono altro che
ragazzi immuni ai quali tolgono il
sangue e studiano i cervelli per
fabbricare la famigerata ma ancora
inesistente cura! Così sconvolti
CorNER(D)
comunicano la scoperta agli amici e
insieme attuano un piano per
riuscire a scappare da Jason (direttore della base) e i suoi scagnozzi e
dal centro. Ma prima liberano
Teresa che era nel frattempo stata
smistata nel gruppo delle ragazze
alle quali, così a caso, hanno deciso
di ridare la memoria. Dopo aver
distrutto tutto, picchiato un po’ di
gente e sparato granate elettrizzanti a caso Thomas, Newt, Minho,
Aris, Teresa e pochi altri eletti
riescono a uscire dalla base, ma con
loro sorpresa il mondo esterno si
rivela essere anche peggio della
radura. La terra bruciata è dovunque c’è pure il deserto! Il piano, che
come sempre viene definito schifoso e suicida dai protagonisti stessi e
quello di raggiungere le montagne
sperando di trovare il braccio
destro un partito di ribelli che si
oppone ai metodi poco delicati
della C.A.T.T.I.V.O. Voi penserete
beh dai che cagata dopo dolenti e
labirinto cosa vuoi che sia e invece
no! Punto primo gli “amici” scienziati li stanno ricercando, punto
secondo il deserto è pieno di spaccati ossia i colpiti dalla matta simili
a zombie assassini, punto terzo ci
sono fulmini random che in solo
colpo trasformerebbero una balena
in fritto misto. Ma Thomas ha la
fortuna dalla sua che lo porta ad
incontrare Brenda (Rosa Salazar) e
Jeorge (Giancarlo Esposito) che
sembrano essere gli unici “sani” e
in grado di portarli sani e salvi fino
al braccio destro. Una serie di peripezie porterà Thomas e Brenda a
diventare molto a mici e a regalare
ali spettatori un bacio(febbricitante
e sotto influsso di droga) che però
la cara Teresa nonostante ci avesse
provato più volte non è mai riuscita
ad ottenere nel primo film, ma
anche al contagio di Brenda alla
malattia. Alla fine i nostri eroi
riescono a trovare il braccio destro,
che più che un partito di ribelli
sembra un campo profughi, al
quale si sino magicamente unite
Sonya e Harriet due ex compagne
11
CorNER(D)
di Aris che per un momento nel
rivederle esce dalla sua dimensione
di emo. Qui Brenda viene curata
con una trasfusione del sangue di
Thomas gesto che forse ha portato
la pover indifesa Teresa a contattare la C.A.T.T.I.V.O fornendo la posizione di tutti ( non vi dico quante
esclamazioni volgari ha suscitato
nel multisala) ovviamente le giro di
tre nanosecodi sono arrivati gli
scienziati armati di tutto punto ec’è
stato uno scontro che ha dimezzato
lo già sventurato braccio destro.
Thomas per non consegnarsi a quei
Nome e cognome
pazzie persino pronto a farsi saltare
in aria insieme a tutti i presenti
Data e luogo di nascita
sostenuto dai suoi amici, così la
C.A.T.T.I.V.O si ritira insieme alla
loro paladina Teresa che riesce a
Vive a ?
dire “ mi dispiace Tom non volevo
io lo ho fatto per noi loro possono
Vivrebbe a?
davvero aiutarci e una volta lo pensavi anche tu” o una cosa del
N° di scarpe
genere, queste parole hai noi
riescono a far esitare un milliseconChe tipo di studente era?
do il protagonista permettendo così
a Jason di rapire e portare con se
Materia più odiata a scuola?
anche il simpaticissimo Minho. Il
film si conclude con l’idea molto
brillante di Thomas di andare,
Laureato in?
insieme a vecchi e nuovi amici, a
liberare Minho a morie provandoci,
Perchè ha scelto questo
lasciando noi tutti fans dei libri con
lavoro?
un’espressione sconvolta e turbata
perché ODDIO NEL LIBRO
QUESTA COSA NON C’è WTF
ASPETTEREMO IL 2017 PER
VEDERE COME LO FARANNO
CONTINUARE!
Mi dispiace di essere stata così pro- Cosa si aspetta dagli alunni?
lissa ma i riassunti non sono proprio il mio forte ho cercato di dire le
cose più essenziali e divertenti…mi Qual è il suo libro preferito?
dispiace di ave inserito qualche
spoiler, spero comunque di aver
attirato il vostro interesse e di
Ha un portafortuna?
avervi invogliato ai’ idea di leggere
i tre libri o almeno alla visione dei
film (ragazze credetemi oltre alla
In che epoca storica vorrebbe
trama sono moooltoo belli anche
vivere?
gli attori *sorriso malizioso*).
Interviste
Altea Nardo, I LC
Cantante/gruppo preferito?
Lasci un messaggio allo
Scarpa
12
Valerio Vendrame
Oderzo, 28/11/1964
Oderzo
Sicilia
41
Mediocre, ridevo sempre durante le
lezioni
Chimica
Scienze religiose
Per caso, all’inizio non sapevo per
quanto avrei fatto l’insegnante, ma dopo
qualche anno me ne sono reso conto,
perché stare a scuola mi mette in discussione, potevo relazionarmi con molte
persone, restavo attivo e mi sentivo
giovane stando a contatto con i ragazzi.
Partecipazione, che ragionino con la loro
testa e che sviluppino un giudizio critico.
Moby Dick
Non ne ho nessuno, perché non sono
scaramantico.
Nel ‘400
De Gregori
Per camminare dritti nella vostra vita,
ragazzi, non invertite mai la scarpa
destra con quella sinistra!
CorNER(D)
Assunta Ribezzo
Nome e cognome
Maria Rita Villotta
10/10/1966
Data di nascita
19/11/1961
Scienze Motorie
Titolo di studio
Scienze Motorie
Non è importante partecipare
ma vincere
Judo
Educazione fisica
Matematica
Occhiali, il mio lavoro, la macchina
L’ho sempre voluto, fin da
quando ero bambina, perché da
piccola mi hanno regalato una
piccola scrivania e i fiori della
cucina erano i miei alunni
Sono molto dispiaciuta e triste.
Non condivido assolutamente ciò
che succede, perché sono contro la
violenza in qualsiasi forma. Anche
le potenze europee si stanno
muovendo per combattere queste
situazioni, mi dispiace per le
persone che verranno coinvolte.
La violenza porta solo altra
violenza
Il suo motto
Sport preferito?
Materia preferita?
Materia “non” preferita?
Tre cose a cui non può rinunciare
Perchè ha scelto questo
lavoro?
Cosa ne pensa degli attentati
di Parigi?
Passiamo la palla alla prof. Villotta Quand'è stata organizzata la prima
gara femminile di ciclismo?
Mmhh...non me lo ricordo...(dopo
un nostro suggerimento)...ma sì!
Ippon
Come si chiama il punto
della vittoria nel judo?
Non fermarsi mai
Ginnastica artistica
Storia
Matematica
Pimpa (il mio cane), scarpe da
ginnstica, musica
Perché mi è sempre piaciuto, mia
mamma era insegnante e forse mi
ha trasmesso i suoi geni
Il tutto non è un problema religioso,
è solo una scusa, c’è qualcosa di
bacato in queste persone.
1916 la prima in assoluto, 1946 la
prima agonistica, dopo la seconda
guerra mondiale
Non ho idea
13
Spazio Poesia
Per leggere i poeti
occorre avere
un’anima grande.
La luna
fa gonfiare
il mare,
non l’acqua dei pozzi.
(proverbio indiano)
Con questo breve proverbio volevo
invitarvi alla lettura delle seguenti
poesie nella speranza che leggendole ne traiate piacere, così come
succede a me.
LAMENTO DI UN PATRIOTA
Già da tempo mia terra
non mi sembri più quella
che negli anni passati
sul mar nostro regnava
col denaro e con l’arme
fiera sullo straniero,
come ancor non par vero
che in un tempo remoto
tu da sola avanzassi
fra montagne e boscaglie
e con Roma prendesti
il Levante ed il Nord,
disperando per questo,
or ci chiamano ladri
e mafiosi e corrotti.
Deridiamo noi stessi
e con noi quella Patria
per la quale i trisavoli
hanno dato la vita
combattendo per darci
Unità e Libertà;
INVERNO
Quell’Italia or dov’è?
combattendo per darci
una Patria migliore,
una Patria che un giorno
ci rendesse orgogliosi
di poter dire agli altri
che Italiani noi siam.
Con tutto coperto da un velo di
brina,
con il freddo che ti entra nelle ossa,
con al collo una calda sciarpa rossa,
e con una buona chiacchierata mattutina,
così comincia una normale giornata
con il desiderio che non fosse
iniziata.
Quell’Italia maestosa
del dominio romano,
quella forte e potente
di ormai secoli fa
che con poco piegava
civiltà e civiltà?
Patria mia! Verrà forse
giorno in cui le tue terre,
ricoperte di selve
e di neve su al Nord
o baciate dal sole
caldo del Mezzodì,
Quella di mecenati
celeberrimi artisti,
letterati e sapienti,
inventori e scienziati,
cavalieri e potenti,
santi e sante di Dio;
rivedranno la gloria,
rivedranno l’amore
delle genti di tutte
le tue venti regioni
mentre cantan con gioia
ed ardore il tuo inno?
quella che dopo il lungo
infelice dominio
di stranieri in sua terra,
risorgeva a nazione
sventolando orgogliosa
il suo bel tricolor?
Rivedranno i tuoi figli
che pur sempre diversi,
che pur sempre divisi
da più idiomi e parlate,
dai più vari invasori,
da catene, vallate,
Al caldo sotto le coperte voglio
stare,
mentre gli alberi piangono le foglie
perdute,
un tempo belle e colorate, ma
ormai cadute
e dopo aver passato un po’ di
tempo a studiare,
rimango ad ascoltare il freddo
soffio del vento,
che tra i rami spogli spira contento.
Inverno, inverno che ogni cosa congela,
questa notte vedrò un turbinare di
piccoli fiocchi
e cristalli diventeranno le lacrime
fuoriuscite dai miei occhi,
porta via con te il bianco manto che
la natura vela,
salutami con un’ultima gelata
e la neve se ne andrà così com’era
arrivata.
Lidia Bini, I LC
14
Forse è ancora sepolta
sotto terra a Pompei,
risucchiata dall’onde
impetuose del mare
o nascosta fra i versi
di romantici eroi?
Or l’Italia è caduta
in balia di nemici
che non sono d’Otralpe,
di Madrid o del Reno,
ma egoismo, paura,
avarizia, slealtà;
or siam stanchi e svogliati,
non guardiam mai agli altri,
pensiam solo al guadagno
da boscosi altopiani,
da scroscianti torrenti,
ma anche da diffidenza ,
pregiudizi e sfiducia,
che si stringon la mano,
non si lasciano più?
Che sarà? Un’ utopia?
Solamente pazzia?
Forse mai accadrà,
ma noi intanto speriamo
seppur vano sarà.
Elisabetta Dalla Giustina, IV Gin
Il canto soave
delle anime parche
fa brillare lo spirito
delle persone care.
Le stelle brillanti,
specchi di anime stagnanti,
incantano con le loro luci
le anime terrestri,
rendendole immortali
La nostra natura
è nascosta,
se non
agli occhi
della luna
Nell'ombra e nelle tenebre
vive la quiete,
per un passato dimenticato
ma amaro.
La notte dei canti,
dai fiori stellati,
dona gioia
ai cuori trascurati
Il fiume scorre,
lava i pensieri,
elimina i problemi
e rischiara i sentimenti
Le luci nelle tenebre,
squarciano l'oscurità
e l'ombra se ne va
luce di luna,
luce eterna,
illumini il mondo
nella notte infinita
IPSE DIXIT
Prof. Vendrame (Religione)
"A me, nella vita, basta Giustino Biberon. Mi basta Justin. Just Justin."
Alunno: " Mia madre va in chiesa, ma è
comunista." Prof: " Allora è cattocomunista! Yooo, bella zio!"
" I bambini al battesimo vengono unti
con dell'olio, per essere fritti."
Il Prof a un'alunna:" Quindi tu abiti a
Campo Molino ... Campo Molino
Bianco?"
"Non critichiamo i gusti musicali: c'è a
chi piace un cantante e a chi un altro. Ai
giovanotti piace Jovanotti , e ai vecchi
Vecchioni, per esempio."
Il Prof parlando di sintomi di possessione demoniaca: " Beh, diciamo che se
un tizio si mette a parlare a una tapparella in persiano forse è posseduto. Se
parla ad una persiana ( intesa come
tapparella) in persiano ... mi sembra
lecito."
" A casa ho peluches di tutte le fogge e
lecce.
" Ma il cammello che ha la gobba,
sgobba?"
Il Prof, cercando di impartirci utili
nozioni storiche: " I Micenei lanciavano
la cacca con gli scudi,cacchiolo!"
"Io sono una persona sincera, sono
franco, anche se mi chiamano Valerio."
" Ho incontrato delle ragazze single,
leggevano ' Sole 24 ore'
Montagnin: io non approvo quel
genere di trasmissioni ma soprattutto
non approvo Maria De Filippi. Avete
letto Manzoni vero? Ecco per me lei è
come un untore e quando un ragazzo
entra in contatto con lei è come se prendesse la peste.
Pradissitto: perché Faoro sta ridendo?
Faoro : perché lei ha detto che è un
verbo dinamico, di-Namico, ma chi è
Namico?
X: quando si parla di fattoria si parla
sempre si farmer o esiste anche farmgirl?
Dalla Torre: questi versi hanno dato
origine all’ immagine del cuore trafitto
da una freccia che spesso possiamo
ammirare nei giardini pubblici, un’po’
degradata se pensiamo che la parola
più ricorrente in quelle panchine inizia
per P e finisce per A
Praddissitto: state attenti eh, che io
mangio spinaci ogni mattina…
Giacomo: che schifo!
Dalla Torre: questa è una delle gioie
maggiori di questa professione essere
immersi nello spiegare una poesia e
essere rapiti dai suoi versi così aulici,
per poi vedere l’alunno alzare la mano.
Con enfasi gli dai la parola, curioso di
vedere che riflessione la tua spiegazione gli ha suscitato ed egli chiede senza
alcun pudore”posso andare in bagno?”
e tu scoraggiato al massimo rispondi
“si certo”
o spirito puro,
agli occhi malvagi,
il bene nascondi
nei cuori
"Ho letto un manga, ma che ri-manga
tra noi."
Bellinato: è da un bel pezzo che guardo
quel Faoro! Bronza cuerta che no te si
altro!
Il Prof a un alunno:"Non puoi dire tutto
quello che pensi. Anche perché altrimenti staresti zitto."
Bellinato: io vorrei fare lezioni
serie…avete capito qualcosa almeno?
Testoni!
o dolci parole,
che nascono nel cuore,
portano gioia e felicità
e tanto amore
"Alla coop sono esplose scatole di
piselli, e le cassiere sono rimaste incinte."
Bevilacqua : cosa dovrei scrivere io nel
verbale del consiglio di classe? Bedini
cazzeggia con gli studenti che giocano
a ping pong?
Anna Pessotto, 3 LL
Bellinato :"Sei un alieno travestito che
non capisce l'italiano."
Zanette: "' Turpiloquio' è un'espressione elegante per definire i bei porconi
che tirate di prima mattina."
Bevilacqua: attenzione a questi passaggi perché storia dell’ arte è come il
maiale…non si butta nulla!
15
CorNER(D)
Bevilacqua: Ermes tiene in mano
un grappolo d’uva per far giocare il
piccolo Dionisio ma perché?
Perché così crescono sani fin da
piccoli quelli della razza Piave i
prossecchisti!
Montagnin: parla quello che è un
don Giovanni!
Boffo : don Giovanni era un prete!
Bellinato: (leggendo la felpa di un
alunno) i love my horse ! Ma che
c’hai un cavallo te? Ma no! Sarà il
cavallo dei pantaloni!
Noi del giornalino durante l’intervista : che cosa si aspetta dai suoi
alunni?
Vendrame: soppresse…no dai era
una battuta non metterla nell’
intervista!
Vendrame: se dovessi fare un tè
party e potessi invitare chiunque
senza limiti di spazio o di tempo
chi inviteresti?
G: Platone e i suoi amici così li
ammazzerei di botte!
Dalla Torre: piove…vorrei rinunciare all’assemblea…posso dire
anche io di non essere stato autorizzato dai genitori??
Battel: “L’Io assoluto di Fichte è
come il coniglio Tappo di Winnie
the Pooh… non ditelo in giro!”.
Mian
A: “Peggio della gopro
che ne ha 120…”.
Prof: “Chi ea ‘sta qua?”.
A: “Una nostra amica”.
Battel: “Sì, non è che Hegel ci
spiega come ha fatto l’uomo ad
imparare a non cagarsi più addosso!”.
Del Vesco: “V.! Non lo voglio lì il
telefono… Questo si chiama sgammone giusto?”.
Martin (rivolgendosi alle alunne di
un’altra classe) : “Riportatemi qui
l’impollinatore folle!”.
Mian “Guardate che i pagamenti in
natura sono i più graditi!”. (Fuori
contesto…)
Martin: “Siccome alla mia prof
piaceva, io sono l’unico che si è
sbattuto Carducci”.
Mian: “I vostri due cervelli messi
insieme non fanno neanche la grandezza di un pisello… Ma perché mi
fate dire queste cose?”.
Costella: “I Greci hanno battuto i
Persiani a Salamina perché li hanno
insaccati”.
Mian: “Dai, spiegamelo in cinque
minuti… Fai finta che sia un videogame al computer! Uccidili tutti!”.
A: “Prof… mi fa paura…”.
Battel: “Sta zitto B.! Ignorante
bue!”.
Battel: “Dimmi B., come si fa la
rivoluzione?”.
A: “Eeeeh… Allora la rivoluzione si fa così…”.
Prof: “Sembri la Benedetta
Parodi del comunismo…”.
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corridoi della nostra scuola.
16
Non ho suono ne valore, eppur senza me non c'è perché!
Soluzione:La lettera h!
Indovinello
Scarpa enigmistica
Parole di Rimbaud
Cercare nello schema tutte le parole in corsivo della
poesia di Arthur Rimbaud tenendo conto che possono
trovarsi orizzontalmente (da sinistra destra o viceversa), verticalmente (dall’alto al basso o viceversa) e
diagonalmente. Alla fine rimarranno alcune lettere
inutilizzate le quali lette di seguito daranno la chiave.
Chiave: (5,4) Lo scrittore francese premio Nobel nel
1947 ..... ....
Sudoku-Facile
Miraggio invernale
A... Lei.
D'inverno viaggeremo dentro un vagone rosa
dagli azzurri cuscini.
Staremo bene. Un nido di baci folli posa
nei morbidi angolini.
Gli occhi serrati, fuori non vedrai raggrinzirsi
forme mostruose, le ombre
arcigne della sera, come una ciurma tetra
di demoni e di lupi.
Sentirai sulla guancia un fremito leggero...
E, garbato, un bacetto come un ragno impazzito
ti correrà sul collo...
E mi dirai: « Su, cerca! » reclinando la testa,
-ma ci vorrà del tempo perch'io scovi la bestia
-viaggiatrice ad oltranza...
REBUS
(5,6)
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Orizzontali: 1. Protesta radicale. 12. Può essere piccolo o grande, a bridge. 16. Pianta dai cui frutti si
distilla un liquore. 17. Fisco. 18. Così è una concezione non confessiona-le. 19. Membro di una comunità
politico-religiosa del Punjab, contraria alla suddivisio-ne in caste. 20. Lo sono le amiche con cui ci si
confida. 21. Il nome di Lutero. 22. Un servizio imprendibile. 23. Completa, integra. 24. Ci sono anche
quelle da gioco. 25. Monarca. 26. Cittadina francese, stazione di frontiera con l'Italia. 27. Terreno incolto.
28. Metà della metà. 29. Braccio di mare tra l'Inghilterra e la Francia. 30. Prefisso per 'segno'. 31. Titolo
onorifico inglese. 32. Le estremità della calamita. 33. Città della Flo-rida. 34. Freddo intenso. 35. Quelle
d'altare non girano vorticosamente. 36. Sostengono la legna nel caminetto. 38. Suffragio. 39. Insetto
laborioso. 40. Divinità greca, signora delle ombre e dei fantasmi notturni. 41. Unguento, crema. 44. La
fine della sera. 45. Di-partimento della Francia sudorientale. 46. Pacca. 47. Le hanno in comune tic e tac.
48. Rischiare. 49. Il compito del portiere. 50. Un Pomodòro scultore. 51. Centro in provin-cia di Lecco.
53. Soccombere, morire. 54. Città russa sul fiume Oka. 55. Mare che ba-gna l'Italia, la Grecia e l'Albania.
56. Abitanti di Sumatra e della penisola di Malacca. 57. Connettore standard per il collegamento tra
televisori e videoregistratori. 58. Il mi-scuglio gassoso che respiriamo. 59. La narrazione della propria
vita.
Verticali: 1. Addetto alla lavorazione dei latticini. 2. Agata. 3. Produce scarpe e indu-menti sportivi. 4.
La sigla del Ciad. 5. Escursionisti Esteri. 6. Come una metropoli che attrae, coinvolge e corrompe. 7.
Comune del Lazio in provincia di Roma. 8. Ha per ca-pitale Kinshasa. 9. La "dolce" interpretata da
Shirley MacLaine. 10. Organisation Inter-nationale des Employeurs. 11. Una risposta deludente. 12.
Donna che confeziona vestiti. 13. Alterco, diverbio. 14. Automobile Club d'Italia. 15. Castello, palazzo.
18. Strutto. 20. Di poi o da lì. 21. Fissazione, idea fissa. 23. Atomi dotati di carica elettrica. 24. Lo mostra
il piazzista. 26. Satana ne è il Principe. 27. Veicolo lunare. 28. Una popolare Sandra. 29. A Roma c'è
l'Adriana, a Torino l'Antonelliana. 30. Tonache di frati e mo-nache. 31. E' secreta da un baco. 32. Pontefice. 33. Il numero delle Grazie. 34. Guancia. 35. Casa editrice torinese. 36. La sua foglia è riprodotta sulla
bandiera canadese. 37. Zeus la cacciò dall'Olimpo. 38. Sommo poeta. 40. Idrocarburo saturo a sei atomi
di car-bonio. 41. Arturo, leader dei Democratici. 42. Lo è il Mediterraneo. 43. Vedetta, senti-nella. 45.
Profeta ebreo. 46. Fiume dell'Africa orientale. 47. Un Aroldo del teatro. 48. Ciascuno. 49. Il pignolo lo
cerca nell'uovo. 50. La Steffi tennista tedesca. 52. Una clas-se velica. 53. Il Boone della canzone. 54.
Uccello che ha dato il nome a un gioco da ta-volo e a un passo di parata. 56. Mezzo muto. 57. Sera
senza pari.
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La nostra redazione
Mattia Celebrin, V A LS (Caporedattore)
Marco Crosato, IV C LS
Michela Tonetto, V C LS
Elena Dalla Torre, V A LS
Anna Pessotto, III LL
Elisabetta Dalla Giustina, IV Gin
Eleonora Macchion, IV Gin
Priscilla Zeggiato, IV Gin
Lidia Bini, I LC
Giulia Paludo, I LC
Altea Nardo, I LC
Alberto Rosada, II LC
Giulia Paludo, I LC
Con la collaborazione di:
Giovanni Sernaglia, V B LS
Sotto la supervisone del professor Tiziano Rorato
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