Erbicidi Erbicida è qualsiasi composto capace di danneggiare o eliminare piante o parti di esse oppure di modificare l’accrescimento Acido solforico, clorato di sodio, triossido di arsenico, arsenito di sodio, derivati del petrolio, solfato di ferro e rame, borato di sodio, ecc… Molto tossici anche per le piante non infestanti, poco maneggevoli Negli anni ‘30 sintesi di composti più selettivi ma ancora tossici per mammiferi Erbicidi Negli anni ‘40 vengono sintetizzati i primi erbicidi selettivi a struttura clorofenossilata (esteri e amminoderivati) ad attività defoliante per migliorare i raccolti e per scopi bellici -2,4 D diclorofenossiacetico -2,4,5 T triclofenossiacetico Componenti di “Agent Orange” sparso su Vietnam dal 1961 al 1970 e contaminato con Diossina (2,3,7,8-tetracloro-dibenzo-p-diossina Seveso 10 luglio 1976) Viktor Juščenko Avvelenato con Diossina nel 2004 durante la campagna elettorale Erbicidi Classificazione Secondo struttura chimica: Clorofenossici Bipiridilici Cloroacetanilidi Aminoacidi fosfonometilici Secondo attività su gruppo botanico: Monocotiledoni Dicotiledoni Secondo meccanismo d’azione: Inibizione fotosintesi inibizione catena respiratoria stimolanti la crescita inibizione divisione cellulare inibizione sintesi proteica inibizione sintesi carotenoidi inibizione sintesi lipidi … Erbicidi Acidi di- e triclorofenossiacetici (2,4D, 2,4,5-T) Molecole dall’azione auxino-simile, che causano crescita abnorme dei tessuti vicino ai meristemi interferendo sulla fosforilazione ossidativa Nausea, cefalea, vertigini, vomito, dolori addominali Neurotossicità per rallentamento della conduzione nelle fibre periferiche Ipertermia, miotonia e rigidità muscolare, tachicardia, coma Tumori e linfomi dei tessuti molli Hodgkin e non Hodgkin Malformazioni, teratogeno (Agente Arancio) Cloracne Contaminazione da diossine Derivati bipiridilici Paraquat sintetizzato nel 1882 e solo nel 1959 usato come erbicida Diquat meno tossico usato come alghicida e nella coltivazione della patata Agiscono distruggendo i lipidi di membrana per formazione radicali liberi Hanno azione sulle foglie in crescita. Non vengono assorbiti dalle radici perché si adsorbono fortemente sulle argille (e non sul carbonio organico). Sono diserbanti totali. Paraquat Scarso assorbimento gastrointesinale ma numerose le intossicazioni accidentale o suicidarie gravi e mortali: scarsamente utilizzati Neurotossicità nell’animale Tossicità polmonare tardiva con necrosi diffusa edema e fibrosi Lavanda gastrica Adsorbenti gastrici (caolino, argilla di bentonite, carbone vegetale) Ossigenoterapia con cautela (iperbarica aumenta tossicità) Aminoacidi fosfonometilici Sono composti organofosfato, inattivi dal suolo, dalla tossicità (per i vertebrati) bassissima. Diserbanti totali. Mediante tecniche di ingegneria genetica si è prodotta una varietà di soia resistente. Surfactante poliossietilenamina (POEA) L’enzima 3-enolpiruvil-scichimato-5-fosfato sintetasi (EPSPS) catalizza la condensazione tra il fosfoenolpiruvato (PEP) e lo scichimato-5-fosfato, per formare 3-enolpiruvilscichimato-5-fosfato, un prodotto intermedio della via biosintetica degli aminoacidi fenilalanina, tirosina e triptofano. Triazine Erbicidi triazinici: (atrazina, simazina) sono molecole abbastanza solubili e poco volatili, piuttosto persistenti (t/2 10 anni) Alcune piante (mais, sorgo ecc.) possono inattivarle e quindi sono intolleranti a dosi piuttosto alte di erbicida. Bassa tossicità acuta Alta tossicità cronica Effetti endocrini: ca. mammella, prostata Derivati dell’Urea Sulfoniluree: (chlorsulfuron) è la classe di erbicidi più promettente. Agiscono a dosi da 10 a 100 volte minori rispetto agli altri erbicidi (10-100 g/Ha). Sono di recente introduzione. Si sono mostrati però problemi dovuti alla persistenza di alcune di queste molecole. Atrazina L'atrazina, come tutte le clorotriazine, è un'erbicida ad assorbimento radicale e in misura minore fogliare trasportato per via xilematica agisce a livello del fotosistema II inibendo il traporto degli elettroni delle Dicotiledoni infestanti Cloroacetanilidi Assorbiti dalle foglie e dai germogli agiscono sistemicamente bloccando: la sintesi proteica granil geranil pirofosfato (GGPP) elongasi sintesi delle giberelline Tossicità Cloroacetanilidi Mostrano moderata tossicità acuta Esposizione cronica nel ratto provoca tumori della mucosa nasale e della tiroide, nel topo tumore polmonare forse per formazione di un metabolita: dibenzochinonimminico che sembra non ritrovarsi nell’uomo Nell’uomo: Genotossico (aneuploidia e aborto spontaneo) Tossicità sul sistema riproduttivo con diminuzione della qualità del seme (minore quantità e numero di spermatozoi minore motilità Ipospadia (insufficiente sviluppo dell’uretra) Tossicità ematologica RODENTICIDA IDEALE RODENTICIDA • Maneggevolezza e sicurezza per l’operatore • Fortemente appetito dai roditori • Mortalità elevata • Tossicità selettiva • Morte indolore • Costi contenuti Esche lasciate a disposizione di animali e di bambini Esche disseminate senza raziocinio durante le campagne di derattizzazione e mancata rimozione a fine trattamento Esche destinate alla lotta contro le volpi e disposte dai guardiacaccia in prossimità dei sentieri boschivi Contaminazione di mangimi con macchinari in precedenza impiegati per la preparazione delle esche Ingestione da parte dell’animale di roditori morti o intossicati per aver assunto esche avvelenate (tossicità secondaria o di relais) Rodenticidi Anticoagulanti Warfarin Fosforo, fosfuro di zinco emorragie gastrointestinali, necrosi epatica Acido fluoroacetico FluoroacetilCoA → Blocco del ciclo di Krebs • neuro-, cardiotossicità • terapia: acetato Digitalici Scilla Anticoagulanti 1° GENERAZIONE Warfarin (D Dicumarolo) Clorofacinone (I Idandione) Cumatetralil (D) Difacinone (I) Cumaclor (D) 2° GENERAZIONE Difenacun (D) Bromadiolone (D) Flocumafen (I) 3° GENERAZIONE Brodifacun (D) Difetialone (T Tiocumarolo) 1° GENERAZIONE tossici per assunzioni ripetute, fissazione epatica limitata » 7 gg tossicità moderata 2° GENERAZIONE tossici per assunzione singola fissazione epatica 2-3 settimane tossicità elevata 3° GENERAZIONE tossici per assunzione singola fissazione epatica >3 settimane tossicità molto elevata WARFARIN Singola Ratto 50 – 100 Cane 20 – 300 Gatto 5 – 30 Ripetuta 1x5 1-5 x 5-15 1x5 BROMADIOLONE Ratto 1.13 0.06 - 0.14 X 5 Cane 11 – 25 0,15 x 5 Gatto >25 BRODIFACOUM Singola Ripetuta Ratto 0.26 Cane 0.25 – 4 ? Gatto >25 Cinetica anticoagulanti 1- Assorbimento per os lento ma elevato 2- Lunga persistenza ematica alto legame con le albumine 98-99% emivita plasmatica: Warfarin: 14.5 ore (cane) 37 (uomo) Brodifacun: 140 ore (cane) 156 (uomo) 3- Lento metabolismo ossidativo (citocromo P450) 4- Ricircolo entero-epatico 5- Elevata affinità per i recettori epatici (II-III gen.) 6- Lunga persistenza nel fegato (II-III gen.) Clorfacinone » 30 gg Difenacun » 100 gg Brodifacun » 180 gg 7- lenta eliminazione renale dei composti immodificati e dei metaboliti Effetto tossico Inibizione dell’attivazione epatica dei 4 fattori della coagulazione “vitamina K-dipendenti”: Fattore II (protrombina) P Fattore VII (proconvertina) P Fattore IX (fattore di Christmas o antiemofilico B) B Fattore X (fattore di Stuart) S Riduzione progressiva della concentrazione epatica della Vit. K (scorte per » 24 ore) Riduzione progressiva dei fattori PPSB (II, VII, IX e X) attivati Emorragie gravi anche per piccoli traumi (avvelenamenti secondari) Sintomatologia Manifestazioni cliniche: 2 – 10 giorni dopo l’ingestione FORMA ACUTA: morte improvvisa per emorragie cerebrali, pericardiche, intratoraciche, addominali FORMA SUBACUTA – CRONICA: anoressia, abbattimento, prostrazione, pallore delle mucose, ipotermia, anemia, difficoltà locomotorie (emartro, emorragie sottocutanee e intramuscolari), epistassi, ematemesi, melena, ematuria, emorragie variamente localizzate Morte o remissione della sintomatologia entro 1 – 10 giorni Trattare lo shock Trattamento con Vit. K1 Provocare vomito e lavanda gastrica Fosfuro di Zinco FOSFURO DI ZINCO (Zn3P2) Ampio spettro Basso costo Caratteristico odore agliaceo o di pesce marcio Appetito dai roditori e dai carnivori domestici Irritante Tossicità e trattamento Nell’ambiente acido dello stomaco determina formazione di fosfina (PH3), irritante per la mucosa gastro-enterica e bronchiale, altera la funzionalità mitocondriale inibendo la respirazione cellulare Blocco della citocromossidasi Danni a carico dei vasi, del S.N.C. e dei globuli rossi A lungo termine danni epatici e renali Lavanda gastrica con bicarbonato di Na al 5% Idrossido di Al o di Mg (acidità gastrica) H2 bloccante (cimetidina, ranitidina) Carbone attivato Bicarbonato di Na iv o Ca gluconato (acidosi) Purganti (solfato di Mg) Fungicidi Diverse strutture chimiche: solfuri, solfato di rame mercuriali arilati e alchilati fenoli clorurati derivati dell’acido tiocarbammico Fogliari: superficie o sistemici Radicali: assorbiti o superficiali (vapori) Sul raccolto come protettivi Protettivi: attività sporicida Curativi: nella cuticola eliminano il giovane micelio Eradicanti: eliminano il micelio e le spore (evidente infestazione) Fungicidi Combattono parassiti fungini che provocano malattie (infettive), ovvero “alterazioni”, deviazioni delle normali funzioni e struttura della pianta, ad esempio: attività fotosintetica e respiratoria assorbimento radicale alterazioni morfologiche, anatomiche e strutturali, come galle, tumori, screziature (cambiamenti di colore), gommosi (es. pesco e ciliegio), ipertrofie (bolla del pesco). Fasi dell’attacco fungino raggiungimento della pianta da parte del patogeno penetrazione del patogeno invasione del patogeno comparsa di sintomo ad eventuale riproduzione del patogeno Fungicidi Caratteristiche: poco tossico per la pianta attivo di per sé o bio-attivato alta capacità di penetrare nel micelio e nelle spore formare una protezione sulla pianta resistente agli agenti atmosferici assenza o scarsa tossicità per i mammiferi (positivi ai test mutagenesi) Caratteristiche non possedute dai fungicidi: co-formulazioni additivi trattamenti ripetuti in dipendenza delle fasi di sviluppo della pianta e del fungo Caratteristiche dell’attacco fungino I problemi dell’attacco da funghi sono in parte diversi da quelli della difesa dagli attacchi degli insetti, per la quasi illimitata capacità dei funghi di rigenerarsi da piccolissime quantità di micelio: un fungo già insediato è di difficile estirpazione Dopo l’infezione i prodotti di copertura sono poco efficaci (limitano solo la diffusine dell’infezione), mentre i sistemici sono in grado di estirpare il fungo Occorre notare che i fungicidi, al contrario degli insetticidi, sono molto selettivi: ci sono almeno 20 gruppi di fungicidi, la maggior parte dei quali con limitato spettro d’azione. Composti del rame La tossicità dello ione Cu++ è piuttosto alta e deriva dalla capacità di formare complessi. Sono impiegati come fungicidi di copertura, con azione preventiva in frutticoltura, viticoltura, orticultura • ossicloruri (es: 3CuO • CaCl2 • 4H2O, polvere Caffaro). E’ il composto contenente rame più usato, come polvere o liquido colloidale (dispersione • ossiduli di rame (Cu2O): come sospensione acquosa • poltiglia bordolese: sostanza di composizione non ben definita ottenuta per reazione fra Ca(OH)2 e CuSO4. Il composto a cui si deve le proprietà anticrittogamiche è il solfato basico CuSO4 • 3Cu(OH)2 Composti organo metallici Composti del mercurio sono organometallici (cloruri di fenilmercurio e corrispondente acetato). Sono vietati in Italia dal 1972 Composti dello stagno molecole estremamente fungitossiche, del tipo RSnX3, R2SnX2 e R3SnX (in ordine di tossicità, dove R è un radicale alchilico o arilico, e X un anione monovalente. Zolfo E’ uno dei più antichi fitofarmaci. Impiegato nelle pratiche agricole da più di due secoli. L’azione tossica (probabilmente della sostanza allo stato elementare) è generalmente ad ampio spettro, in particolare lo zolfo è molto tossico verso la famiglia delle Erysiphaceae (Oidi). La tossicità verso le piante ad animali è invece molto bassa. FUNGICIDI ORGANICI NON SISTEMICI Agiscono per contatto e spesso agiscono su molteplici siti d’azione. Ciò è estremamente importante perché riduce il pericolo della comparsa dei fenomeni di resistenza (che stanno diventando sempre più importanti con i fungicidi sistemici). Ditiocarbammati (tra i più importanti) Sono tra i fungicidi organici più impiegati al mondo. Sono derivati dell’acido carbammico, sostituendo entrambi gli atomi di ossigeno alchilditiocarbammati: derivano dalla sostituzione con un radicale alchilico di uno o di entrambi gli atomi di idrogeno legati allo zolfo alchilenbisditiocarbammati: derivano dalla sostituzione di un atomo di idrogeno legato all’azoto amminico con un alchilene (es. –CH2-CH2-) Meccanismo d’azione 14 14α α-demetilasi O2, NADPH HO HO ∆ −diene Lanosterolo 8,14 funghi mammiferi 14 HO HO Ergosterolo Colesterolo Alchilditiocarbammati: Fra i più importanti vi sono lo ziram ed il thiram. Alchilenbisditiocarbammati: Fra i più importanti vi sono lo zimeb, il maneb ed il mancozeb. FUNGICIDI ORGANICI SISTEMICI Hanno avuto un grosso successo perché in grado di attaccare il micelio contenuto all’interno della pianta. Un altro vantaggio rispetto ai fungicidi di copertura deriva dal fatto che la loro presenza all’interno della pianta sottraeva la molecola all’attacco degli agenti atmosferici (dilavamento, degradazione). Benzimidazoli I derivati del benzimidazolo, come il benomyl, carbendazim, thiabendazolo, sono senz’altro fra i fungicidi sistemici più usati, per l’ampio spettro di azione contro ascomiceti e basidiomiceti. Il loro grande svantaggio, dovuto principalmente allo specifico sito d’azione tossica, è quello di indurre resistenze, al punto di rendere il loro effetto assolutamente inefficace. Fungicidi Ditiocarbamati maneb, ziram, zineb teratogeni, cancerogeni • etilentiourea • nitrosamine antitiroidei reazioni tipo disulfiram Esaclorobenzene porfiria cutanea, fotosensibilizzazione Pentaclorofenolo disaccoppiamento fosforilazione ossidativa