Lo stalking:
Comportamenti, fattori predittivi e valutazione dell’impatto
dei comportamenti.
Tre categorie di comportamenti di
stalking subiti dalle vittime
1- Comunicazioni indesiderate
2- Contatti indesiderati
3- Comportamenti associati
Comunicazioni indesiderate
• Telefono: tra il 50-75% delle vittime riceve
ripetute telefonate indesiderate (Pathé, Mullen,
1997; Hall, 1998, Blaauw, Winkel et al., 2002; Purcell, Pathé e
Mullen, 2002).
• Comunicazioni scritte (lettere, fax…): la
percentuale delle vittime che ricevono lettere è
compresa tra il 19-62% (Jason et al., 1984; Pathé,
Mullen, 1997; Purcell et al., 2002). Le donne sembrano
preferire questo tipo di comportamento rispetto agli stalker
maschi (48% vs 16%).
Comunicazioni indesiderate (2)
Cyberstalking (stalking telematico): si tratta di
molestie on-line attraverso l’uso di e-mail, siti
web, chat rooms etc. La maggior parte dei
cyberstalkers sono sconosciuti.
Contatti indesiderati
• Pedinamenti della vittima (>68%; Hall, 1998;
Blaauw, Winkel et al., 2002).
• Sorveglianza della vittima (>55%; Pathé,
Mullen, 1997; Hall, 1998; Morrison, 2001).
• Approcci diretti (33%; Spitzberg, 2002).
• Intrusioni e furti nell’abitazione della vittima
Comportamenti associati
• Ordini o cancellazioni di beni o servizi
• Doni non richiesti: 18-50% delle vittime
• Minacce: riguardano il 29-60% delle vittime
(Pathé, Mullen, 1997; Hall, 1998; Harmon et
al, 1998). Distinguiamo due forme di minacce:
esplicite e implicite. Il contenuto delle minacce
va dall’intento di distruggere la reputazione, la
carriera della vittima all’intento di mettere in
atto aggressioni fisiche (anche di natura
sessuale).
Le vittime di queste minacce sono, nella maggior
parte dei casi, ex partner dello stalker (Meloy,
Gothard, 1995; Meloy, 1998; Mullen, Pathé, 1999;
Palarea et al. 1999). La percentuale più alta è
rappresentata dalle donne (80%). Numerosi studi
dimostrano che le minacce spesso si traducono in
effettive aggressioni fisiche o sessuali (Hall, 1998;
Rosenfeld, Harmon, 2002; Pathé, Mullen, 1997;
Tjaden, Thoennes, 1998).
Riguardo la correlazione fra minacce e
aggressioni, da una meta-analisi di 74 studi
internazionali emerge che il 29% delle vittime
minacciate ha subito anche delle aggressioni
fisiche, l’11% delle aggressioni sessuali.
In relazione al tipo di minaccia (esplicita o
implicita), in uno studio (Brewster, 2002) è
stata riscontrata la maggiore probabilità che le
minacce esplicite siano seguite da atti violenti
(66%), rispetto alle minacce implicite (24%).
Inoltre, il 70% delle vittime aggredite ha subito
delle minacce dallo stalker (Pathé, Mullen,
1997).
La presenza di minacce è quindi un
possibile predittore della violenza sulla
vittima.
Prevenire lo stalking
In una prospettiva di tutela della salute e del
benessere del cittadino, prevenire i comportamenti di
stalking risulta centrale per evitare fenomeni di
escalation delle molestie assillanti, poiché tale
escalation, come sottolineato, può condurre anche al
ferimento o all’omicidio della vittima.
Appare pertanto necessario che la ricerca empirica
fornisca indicazioni sui fattori predittivi dello
stalking, ovvero quali variabili occorre considerare per
valutare il rischio che un individuo sia vittima di
intrusioni relazionali dalle gravi conseguenze sulla sua
salute fisica e psicologica.
Fattori predittivi della violenza
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
8)
Anche in questo caso, la ricerca empirica internazionale fornisce
alcune importanti indicazioni sulle variabili che predicono la gravità
delle condotte di stalking. Esse includono in particolare:
Pregresso coinvolgimento dello stalker in atti criminali (Roberts,
2002);
Utilizzo di sostanze psicotrope da parte dello stalker (Meloy &
Boyd, 2003);
La presenza di disturbi psichiatrici nello stalker (Gentile, 2001);
Il genere maschile dello stalker (Huffhines, 2000);
Precarietà lavorativa o disoccupazione dello stalker (Hacket,
2000);
La presenza di una relazione sentimentale pregressa tra stalker
e vittima (Morton et al., 1998);
La presenza di minacce esplicite alla vittima (Brewster, 2002);
Stili di attaccamento insicuri e disorganizzati nello stalker e
nella vittima (Meloy, 1999).
La resilienza
Circa la metà delle vittime di stalking riesce a fronteggiare e
gestire l’esperienza. Ciò sembra dovuto alla capacità di
resilienza della vittima.
La resilienza può essere considerata come un fattore
immunitario rispetto allo stress: essa è prodotta sia da
meccanismi psicologici interni, attraverso cui vengono
adattivamente modificati i processi di valutazione dello stress e
le modalità di fronteggiarlo, sia da determinanti ambientali e
sociali che limitano nel tempo e nelle circostanze l’esposizione ai
fattori di rischio.
Valutazione dell’impatto dei
comportamenti di stalking
Lo studio empirico sui fenomeni di stalking appare quindi fondamentale
per comprendere i complessi meccanismi connessi al reato e
prevenire forme più gravi di disagio per la vittima.
Il protocollo di ricerca sviluppato dall’Università degli Studi di Palermo
in collaborazione con il Ra.C.I.S. prevede la somministrazione di
test psicologici mirati, validi e attendibili dal punto di vista
psicometrico, a gruppi appaiati di stalkers e vittime nonché a
vittime che hanno dimostrato capacità di resilienza. Esso si
propone un duplice obiettivo: teorico e applicativo:
1)
Dal punto di vista teorico, permette di approfondire i fattori
esplicativi dello stalking e comprendere meglio il fenomeno e le
sue manifestazioni da un punto di vista psicologico;
2)
Dal punto di vista operativo e pragmatico, fornire all’operatore di
polizia e agli organi giuridico-legali strumenti affidabili e di
facile somministrazione, per valutare l’impatto, per agevolare
e supportare i processi di decision-making nei casi di
stalking.
Gravità e impatto delle relazioni
intrusive
Esistono infatti due variabili cruciali per un’efficace prevenzione e
repressione dei fenomeni di stalking:
1) occorre che gli
strumenti di valutazione
dei
comportamenti di stalking siano non soltanto sensibili e
specifici (cioè capaci di rilevare correttamente il fenomeno e
le sue caratteristiche), ma anche che siano di rapida
somministrazione e facile interpretazione da parte del
personale delle forze dell’ordine;
2) Soprattutto, in considerazione delle differenze individuali nei
comportamenti di stalking e nelle capacità di coping delle
vittime, è necessario che le stime prodotte dagli strumenti
siano in grado di fornire rapidamente una valutazione
della gravità dello stalking, del suo impatto sulla vittima e
del rischio di escalation di comportamenti violenti.
Obsession Relational Intrusion
Come precedentemente esposto, la possibilità di identificare
correttamente e immediatamente le molestie assillanti è cruciale
per il decision-making sulle azioni da intraprendere, in particolare
per evitare che lo stalking degeneri in ulteriori gravi episodi di
violenza.
L’ Obsession Relational Intrusion (ORI: Spitzberg & Cupach, 1997,
2004) è uno strumento composto da 28 item su scala Likert a 5 punti,
ampiamente utilizzato nella letteratura internazionale e volto a valutare
la severità delle condotte di stalking. Nell’adattamento italiano
realizzato per il protocollo di ricerca, alla scala per la valutazione della
severità delle condotte è stata aggiunta una scala per la stima
dell’impatto che i comportamenti di stalking hanno sulla vittima.
La validazione italiana di questo specifico strumento potrebbe perciò
rispondere alla principale esigenza di uno strumento rapido e di facile
somministrazione per lo screening dei fenomeni di stalking.
Introduzione del questionario ORI
“Talvolta alcune persone cercano di stabilire una relazione con qualcuno, senza
rendersi conto che la persona coinvolta non vuole questa relazione.
Queste persone potrebbero volere amicizia, o una relazione sentimentale, o
forse solamente ricevere attenzione. Inoltre fanno cose che in una relazione
normale non succedono, come invadere la tua privacy, intromettersi nella tua
vita, minacciarti (ad es. "se non esci con me mi uccido"), oppure rifiutarsi di
lasciarti in pace.
Ci interessa sapere se vivi questo tipo di situazione con qualcuno e come si
comporta questa persona. Qualcuno ti perseguita in modo assillante al fine di
stabilire un rapporto intimo che tu NON vuoi? Se sì, quanto spesso accade?
Quanto sono stressanti per te questi comportamenti? Per favore, rispondi alle
seguenti domande”.
Come si può osservare, l’introduzione del questionario agevola la selfdisclosure della vittima, proponendosi con un atteggiamento non giudicante al
fine di ridurre i possibili sentimenti di vergogna connessi all’incapacità di
fronteggiare lo stalking.
In sintesi...
Il termine “stalking” indica una serie di comportamenti persecutori, intrusivi e
molesti che recano un disagio o un danno significativo alla vittima.
Per un’adeguata comprensione scientifica del fenomeno, ma soprattutto
nell’ottica dello sviluppo di protocolli efficaci per la tutela del cittadino – sia in
termini preventivi che di intervento - occorre che gli strumenti utilizzati per
valutare la presenza e la gravità dello stalking siano validi e affidabili; essi
devono inoltre permettere di individuare il grado d’impatto nonché le variabili
predittive del rischio di violenza e devono essere in grado di agevolare gli
operatori delle forze di polizia nei processi di decision-making sui casi di
molestia assillante.
Occorre pertanto mettere rapidamente a disposizione della ricerca e della
prassi in ambito criminologico, giuridico e forense, strumenti che presentano le
caratteristiche sopra citate. E’ consigliabile che tali strumenti risultino anche di
rapida somministrazione e valutazione, per facilitarne l’applicazione nelle
procedure di indagine e per favorire il dialogo tra le diverse figure professionali
impegnate nella prevenzione, rilevazione e repressione dei fenomeni di
stalking.
Scarica

Lo STALKING