GESTIONE E ORGANIZZAZIONE PER LA COMUNICAZIONE D’IMPRESA A.A. 2009-2010 25 marzo 2010 Modulo: Prof. Lucio Fumagalli (canale M-Z) Riepilogando: La dimensione etica si risolve nel riconoscimento dell’esistenza dei soggetti nella loro relazione duale e plurisoggettiva che porta all’ascolto e alla curiosità gratuita nei confronti dell’altro, dove le mappe dei valori sostanziali sono affiancate dal riconoscimento dell’importanza dei protocolli relazionali. Pagina 2 Scientific VS Humanistic Pagina 3 Scientific Management Principi dello Scientific Management proposti da Taylor: - Separazione netta tra chi progetta e chi esegue il lavoro (il management centralizza nelle proprie mani la conoscenza, separazione netta staff/linea) - Uso di metodi scientifici per individuare metodi, strumenti e tempi per l’esecuzione efficiente del lavoro - Selezione scientifica della persona più adatta ad eseguire la mansione progettata - Controllo del corretto svolgimento del lavoro secondo i principi stabiliti e della rispondenza degli output alle aspettative Pagina 4 Approcci 1/2 1) Primi del Novecento: teoria sull’inscindibilità tra il lato umano ed il lato meccanicistico del lavoro, attenzione alle condizioni dell’ambiente lavorativo (sia di carattere “igienico” sia di carattere “motivazionale”) Follett (1925), Mayo (1939), Maslow (1970); 2) Fine Novecento: focus sullo sviluppo di una cultura organizzativa - Peters e Waterman (1982), Deal e Kennedy (1982), Shein e Kilmann (1985) Pagina 5 Approcci 2/2 3) 2003 – Domènec Melè, dello IESE di Navarra ripercorre le tappe storiche dello HM. Il suo approccio aggiunge al primo la considerazione etica ed il bisogno di autorealizzazione, al secondo una cultura incentrata sulla crescita individuale e relazionale delle persone . Pagina 6 Da “manodopera” a “community” Common good: con lo HM l’organizzazione non è solo un insieme di beni materiali e immateriali ma una vera e propria community di persone che si uniscono e cooperano per uno scopo comune . E’ proprio la chiarificazione di uno scopo comune che sostiene lo sviluppo della dimensione unitaria interna dell’organizzazione e ne garantisce il mantenimento nel tempo; Humanitas: tale community è composta da persone le cui virtù devono essere sostenute ed alimentate dall’organizzazione di cui fanno parte. Pagina 7 Motivazione Ciò che spinge all’azione e che fa sì che degli individui formino una comunità è la “motivazione”. Le principali teorie motivazionali: - Content Theories: si concentrano sulla predisposizione individuale - Process theories: incentrate sul processo cognitivo - Outcome theories: incentrate sulle conseguenze delle interazioni individuo/ambiente Pagina 8 Teorie motivazionali Content Theories Classificazione delle motivazioni Estrinseche – determinate da condizionamenti esterni; nel caso del lavoro, quando le componenti motivazionali non sono correlate con il lavoro in sé ma a fattori esterni ad esso (incentivi etc… correlati al lavoro svolto e su iniziativa di altri) intrinseche – endogene rispetto al lavoro svolto; ogni effetto che lo svolgimento del lavoro ha in maniera diretta sulla persona che lo compie (soddisfazione, apprendimento…) NB Come si può notare manca il fattore motivazionale legato al desiderio di contribuire al bene comune Pagina 9 Teorie motivazionali Process theories Queste teorie aiutano i manager a: Fissare gli incentivi (tenendo conto delle diverse aspettative) Valutare le performance (comparandole con gli obiettivi prefissati) Definire gli obiettivi (usando la partecipazione e il feedback degli impiegati come fattore motivazionale) Pagina 10 Equity Theory - Adams Questa teoria presuppone che la gente si aspetti che vi sia un equilibrio tra il loro contributo (input) ed i risultati ottenuti; ricerche successive indicano però che le persone cercano di ridurre le disuguaglianze, quando sono a loro svantaggio, ma non quando sono in loro favore. Pagina 11 Procedural justice theory (Folger) Questa teoria suggerisce che la giustizia distributiva, misurata come la proporzionalità di premi e contributi (che è ciò che misura la teoria di Adams) non è sufficiente per predire il comportamento dei lavoratori; diversi studi hanno dimostrato che le persone agiscono contro la propria organizzazione solo se percepiscono una contestuale ingiustizia distributiva e procedurale. Al contrario, quando vi è un solo tipo di ingiustizia, la gente non reagisce negativamente. Pagina 12 Goal Setting (Locke) Questa teoria presuppone che il comportamento umano lavorativo sia guidato da obiettivi. Un obiettivo è ciò che l'individuo vuole raggiungere, è il bersaglio verso cui è diretta la sua azione. Allo stesso tempo, l'obiettivo diventa una sfida che motiva la persona a realizzarlo. E 'stato verificato che un goal impegnativo, ma realizzabile, porta ad una performance migliore rispetto ad un goal semplice. Inoltre, è stato dimostrato che quando un dipendente fissa i propri obiettivi o è direttamente coinvolto nella loro definizione ha un rendimento maggiore. Pagina 13 Social learning (Bandura) Una delle più recenti teorie basate sui processi è la teoria dell’apprendimento sociale di Bandura. Un aspetto particolarmente interessante di questa teoria è che si guarda a come la persona interagisce con l'ambiente circostante. A causa di questa interazione, le aspettative della persona sono soggette ad un processo di apprendimento continuo basato sull'esperienza diretta. La teoria sociale cognitiva suggerisce anche che le persone possono imparare attraverso l'osservazione, l’esperienze di altre persone, e anche attraverso un processo di riflessione interna. Rappresenta un passo in avanti nelle teorie basate sui processi in quanto associa l’apprendimento motivazionale alla scelta tra le diverse alternative. Pagina 14 Teorie motivazionali Outcome theories Tipologie di conseguenze dell’interazione uomo/ambiente Fattori Reazione dell’ambiente sulla persona Intrinseci Conseguenze sull’ambiente derivanti direttamente dall’azione Estrinseci Conseguenze per la persona derivanti direttamente dall’azione Contributivi Pagina 15 Domènec Melè Secondo Melè le persone che fanno parte di un’azienda hanno 3 motivazioni per rimanerci: Soddisfazione esterna: legata alla retribuzione, a premi e altri benefici puramente materiali Piacere: che si prova dalla consapevolezza di avere un buon lavoro in un’azienda con un’ottima reputazione Motivazioni transitive: legate alla voglia di cooperare e sentirsi utili Pagina 16 La scuola italiana 1997, Nascita della rivista Hamlet destinata ad imprenditori e manager con la mission di sperimentare una modalità innovativa di management basata sull’apporto di diverse discipline umanistiche. 2004, filone anglosassone nato dall’idea di “impresa shakespeariana”, si caratterizza per un approccio meta disciplinare e discorsivo che vede gli umanisti come sense maker. 2004, Nascita del Manifesto dello humanistic management “Le nuove frontiere della cultura d'impresa” a cura di M. Minghetti, F. Cutrano Pagina 17 La scuola italiana L’uomo diventa il vero protagonista con la sua storia di vita e le relazioni che instaura attraverso la linfa vitale della nuova epoca: la comunicazione. La sfida dello HM è quella di creare un’impresa-mondo vitale che contempli i concetti di: Leardership al posto di comando: il leader è il garante della finalizzazione della convivenza; come dice anche D’Egidio, “il nuovo manager porta i collaboratori a seguire il come ma anche a definire autonomamente il cosa e il quando”; Personigramma al posto di organigramma: nella struttura aziendale non ci sono caselle ma gli individui e le loro relazioni; Convivialità: l’impresa è un mondo vitale nella concezione husserliana cioè un “divenire unitario delle persone […] nella molteplicità delle forme del mondo circostante”, il luogo della cooperazione discorsiva; Conduzione: necessità di riequilibrare il potere manageriale con la leadership ma anche con l’enpowerment diffuso a tutti gli operatori del personigramma; Convocazione: capacità di suscitare l’iniziativa discorsiva ed operativa dei collaboratori chiamati a realizzare il progetto; Etica: non degli affari ma di “impegni professionali liberamenti assunti e generosamente prefissati con un senso di appagamento” generati dalla condivisione degli obiettivi. Pagina 18 In sintesi Si può parlare di humanistic managment solo quando le persone da soggetto aggregato insieme a beni materiali e capitale per divenire azienda, siano invece il vero soggetto imprenditoriale destinato ad aggregare beni e capitali in forma collettiva. Pagina 19 Approfondimenti http://www.humanisticmanagement.it/ http://www-3.unipv.it/cim/corsi/prog-hm.html Minghetti Marco "Le nuove frontiere della cultura d'impresa. Manifesto dello humanistic management" (Etas, 2004) Pagina 20 Il nostro percorso Metafore organizzative Value Constellation Project Management Service Management Change Management M&A CRM ERP/SCM Business Ethics Testimonial aziendali Pagina 21 Il nostro percorso Humanistic management Knowledge management Il Service Management tra consulenza, tecnologia e azienda Il caso Nissan Contact center e gestione dei servizi Gestione del cambiamento: le persone e la comunicazione Business Intelligence Internet e il marketing relazionale Testimonial aziendali Pagina 22