Garibaldi nacque a Nizza, quando la città era parte del Primo Impero tornata al Regno di Sardegna dopo il Congresso di Vienna (1815), restò sotto il governo dei Savoia fino al 1860). Era il secondogenito di Domenico, capitano di cabotaggio immigrato da Chiavari, e Rosa Raimondi, originaria di Loano. Angelo era il nome di suo fratello maggiore, mentre dopo Giuseppe nacquero altri due maschi, Michele e Felice, e due bambine morte in tenera età. Tra il dicembre 1835 ed il 1848 Garibaldi trascorse un lungo esilio in Sud America. Prima a Rio de Janeiro, fu accolto dalla piccola comunità di italiani aderenti alla Giovine Italia. Mille soldati, che poi diventeranno 15000, Partirono da Quarto sotto la Guida di Bixio, braccio destro di Garibaldi sbarcarono nell’isola di Sicilia e la liberarono dal popolo dei Borboni Il 1848 registrò una serie di moti insurrezionali che ebbero luogo prima a Palermo e Messina, contro il potere borbonico, poi a Parigi, Vienna, ed infine Venezia e Milano. La popolazione veneziana risultava sempre più insofferente nei confronti del dominio austriaco, così che insorse e liberò due noti patrioti, cioè Daniele Manin e Niccolò Tommaseo, che si posero a capo dell'insurrezione popolare e proclamarono la repubblica dopo aver costretto gli austriaci ad abbandonare la città. L'articolo 6 dell'armistizio prevedeva una durata minima di sei settimane: entrambi i contendenti principali (Carlo Alberto e Radetzky) sapevano che la tregua era temporanea, in quanto, essendo mancata una decisiva sconfitta sarda si sarebbe giunti, presto o tardi, alla ripresa delle ostilità. La strada era libera per le nuove invasioni straniere. Il primo a muovere fu Luigi Napoleone, che il 24 aprile fece sbarcare a Civitavecchia un corpo di spedizione francese, guidato dal generale Oudinot. Questi tentarono l'assalto a Roma il 30 aprile, ma vennero malamente sconfitti. Ripiegò a Civitavecchia e chiese rinforzi. La strada era, quindi, libera per le nuove invasioni di Radetzky in Toscana, Emilia, Marche. Tutto ciò indusse Luigi Buonaparte, non ancora Imperatore, ad inviare contro Roma