Deliberazione n. 16/2003/G REPUBBLICA ITALIANA la Corte dei conti in Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato II Collegio nell’adunanza del 9 maggio 2003 *** Visto il Testo Unico delle leggi sulla Corte dei conti, approvato con R.D. 12 luglio 1934, n. 1214; visto l’art. 3, commi 4-6-8 e 9, della legge 14 gennaio 1994, n. 20 e successive modificazioni; visto il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286 (art. 3, comma 2); visto il regolamento per l’organizzazione delle funzioni di controllo della Corte dei conti, approvato con deliberazione n. 14/2000 delle Sezioni Riunite in data 16 giugno 2000; vista la delibera di programmazione n. 11/2001/G del 15.2.2001, adottata a Collegi congiunti da questa Sezione centrale di controllo, che prevedeva (punto 4.5) l’espletamento di un’indagine sulla realizzazione del “Programma di potenziamento e ammodernamento delle ferrovie in regime di concessione e in gestione commissariale governativa, finanziato dall’art. 2, comma 3, della legge 22 dicembre 1986, n. 910 (legge finanziaria 1997)”; 2 vista l’ordinanza in data 11 aprile 2003, con la quale il Presidente della Sezione medesima ha convocato il II Collegio per l’adunanza odierna, ai fini dell’esame e pronuncia sulla relazione conclusiva della predetta indagine; vista la nota prot. n. 275/03 del 15 aprile 2003, con la quale il dirigente della Segreteria della citata Sezione ha notificato la predetta ordinanza al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (Gabinetto e Dipartimento per i trasporti terrestri) ed al Ministero dell’economia e delle finanze (Gabinetto e Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato); uditi, nella pubblica udienza del 9 maggio 2003, i relatori, Consiglieri Pietro DE FRANCISCIS e Tommaso D’AMBROSIO; uditi, in rappresentanza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il Direttore Generale dei sistemi di trasporto ad impianti fissi ing. Amedeo GARGIULO ed il Dirigente amministrativo dott. Angelo MAUTONE; non rappresentato il Ministero dell’economia e delle finanze; ritenuto che la relazione all’esame sia meritevole di approvazione con le modifiche ed integrazioni apportate dai membri del Collegio; P.Q.M. DELIBERA di approvare la relazione conclusiva dell’indagine di controllo sulla realizzazione del Programma di potenziamento e ammodernamento delle ferrovie in regime di concessione e in gestione commissariale governativa, finanziato dall’art. 2, comma 3, della legge n. 910 del 1986; ORDINA 3 che copia della presente deliberazione e dell’annessa relazione sia trasmessa, a cura della Segreteria, ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, alla Conferenza unificata tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome, al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti – Dipartimento per i trasporti terrestri – Direzione Generale dei trasporti ad impianti fissi. Il Presidente (Dott. Tullio Lazzaro) I Relatori (Dott. Pietro De Franciscis) (Dott. Tommaso D’Ambrosio) CORTE DEI CONTI Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato **** Ufficio di controllo sulla gestione dei Ministeri delle infrastrutture ed assetto del territorio MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI Programma di potenziamento e ammodernamento delle ferrovie in regime di concessione e in gestione commissariale governativa (art. 2, comma 3, legge 22 dicembre 1986, n.910) Magistrati istruttori: Cons. Pietro De Franciscis Cons. Tommaso D’Ambrosio SOMMARIO 1. Oggetto e finalità dell’indagine............................................................... 2 2. Quadro normativo................................................................................... 3 2.1 Le ferrovie in concessione ..................................................................... 3 2.2 Le gestioni commissariali governative ..................................................... 6 2.3 Il riordinamento dei servizi di trasporto locale .......................................... 7 2.3.1 Il decreto legislativo 19 novembre 1997, n.422.................................. 9 2.3.2 Le criticità emerse nella fase transitoria .......................................... 11 2.3.3 Stato di attuazione della delega alle Regioni dei servizi ferroviari di interesse locale ................................................................................ 14 3. Il Programma di “investimenti ferroviari” finanziati dalla legge n.910/1986 (art.2, comma 3) ............................................. 23 3.1 Il modulo concessorio per la realizzazione degli interventi........................ 25 3.2 Profili finanziari ................................................................................. 26 3.2.1 Il procedimento per il finanziamento dei mutui e per l’erogazione dei contributi............................................................................................ 26 3.2.2 L’allocazione e utilizzazione delle risorse ......................................... 33 3.2.3 I flussi di spesa relativi agli anni 1999-2001 .................................... 42 4. Stato di attuazione degli interventi....................................................... 45 4.1 4.2 4.3 4.4 4.5 Le convenzioni di concessione.............................................................. 45 Gli atti integrativi............................................................................... 46 I programmi completati ...................................................................... 47 Gli interventi in corso ......................................................................... 54 Il fenomeno del contenzioso ................................................................ 63 5. Valutazioni conclusive .......................................................................... 78 TABELLE G ED H ..............................................................................................I ALLEGATI ..................................................................................................... II 2 1. Oggetto e finalità dell’indagine La Corte dei conti, in sede di controllo successivo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato, si è più volte occupata delle tematiche concernenti i servizi pubblici di trasporto ed in particolare del settore delle ferrovie in regime di concessione ed in gestione commissariale governativa. Basterà ricordare in proposito la deliberazione n.41/97 dell’11 marzo 1997, con la quale sono stati esaminati gli aspetti normativi ed organizzativi generali dell’intero comparto e approfonditi i profili amministrativo-contabili di alcune specifiche gestioni, scelte “a campione” in base alla collocazione geografica delle rispettive linee in esercizio.1 L’evoluzione del quadro normativo di riferimento e l’aggiornamento dei dati relativi all’impegno finanziario dello Stato per la ristrutturazione ed il risanamento delle ferrovie minori sono stati successivamente evidenziati nell’ambito di due indagini intersettoriali sui lavori pubblici, approvate – rispettivamente – con deliberazioni della Sezione del controllo (III Collegio) n.81/98 e n.85/2000. La presente indagine si ricollega alle risultanze delle verifiche compiute “in parte qua” dalle due pronunce testè citate e riguarda, in particolare, l’utilizzazione delle risorse stanziate,per il triennio 1999-2001, nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per l’ammodernamento delle reti ferroviarie in concessione e/o in gestione commissariale governativa. Nell’inserire tale argomento nel programma annuale di controllo per il 2001 la Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato, a Collegi congiunti (delib. n.11/2001/G del 15 febbraio 2001), ha tenuto conto anche della circostanza che il D.L.vo 19 novembre 1997, n.422 – riguardante il conferimento alle Regioni ed agli Enti locali di funzioni e compiti in materia di trasporto pubblico locale – ha previsto (art.8) la delega alle Regioni delle funzioni di programmazione e di amministrazione dei servizi ferroviari di interesse locale in gestione commissariale governativa e in concessione a soggetti diversi dalle Ferrovie dello Stato S.p.a.. Il termine entro il quale doveva essere definito tale conferimento – originariamente fissato al 1° gennaio 2000 – è stato poi prorogato di un anno dal D.L.vo n.400/1999: la delega in questione è stata effettivamente attuata per le Regioni a statuto ordinario con D.P.C.M. 16 novembre 2000 (pubblicato nella G.U. del 30.12.2000 – Suppl.ord.n.224). 1 Sono state individuate le ferrovie “BOLOGNA-PORTOMAGGIORE”, “CIRCUMVESUVIANA” di Napoli e “SUD-EST” di Bari, rispettivamente per il Nord, il Centro e il Sud d’Italia. 3 2. Quadro normativo E’ bene richiamare in questa sede – sia pure in modo estremamente sintetico – il complesso delle norme legislative e regolamentari che disciplinano la materia, anche al fine di una corretta valutazione delle modifiche ordinamentali recentemente intervenute. 2.1 Le ferrovie in concessione Con riferimento alle ferrovie in concessione, va ricordato che la disciplina giuridica risale alla legge fondamentale in materia di lavori pubblici (legge 20.3.1865, n.2248 - All. F, titolo V) che, mentre prevedeva l’intervento diretto dello Stato per la generalità delle opere pubbliche, contemplava l’affidamento in concessione ad imprese private per la costruzione e l’esercizio di strade ferrate, essenzialmente a causa della rilevante onerosità degli investimenti necessari e della notevole complessità tecnica delle infrastrutture ferroviarie. L’impresa concessionaria, sulla base del progetto approvato dal Ministero dei lavori pubblici, provvedeva alla realizzazione dell’opera e all’avvio dell’esercizio della linea ferroviaria verso un corrispettivo (denominato “sovvenzione governativa di costruzione”) erogato in annualità posticipate fino alla scadenza della concessione, la cui durata massima era fissata in 70 anni. Alla scadenza della concessione le infrastrutture fisse venivano acquisite dallo Stato, che aveva facoltà di rilevare dal concessionario il materiale mobile a prezzo di stima. In funzione del preminente interesse pubblico, ampi e penetranti poteri di vigilanza erano riconosciuti all’Amministrazione, sia durante la costruzione, sia durante l’esercizio delle singole ferrovie. Era anche prevista una partecipazione agli utili, eccedenti la giusta remunerazione del capitale investito, che nei fatti si è rivelata, tuttavia, come ipotesi meramente teorica: nel tempo si è manifestata, piuttosto, la generalizzata esigenza di un crescente intervento dello Stato per garantire gli equilibri gestionali e la convenienza per la Società concessionaria a proseguire l’esercizio della linea, sicché l’attività di vigilanza ha coinvolto sempre più, non solo gli aspetti tecnici del servizio, ma anche l’assetto economicofinanziario delle singole aziende. L’istituzione (con il R.D. 15.6.1905, n.259) dell’Amministrazione delle Ferrovie dello Stato ha poi circoscritto l’intervento delle concessionarie private alle sole linee di interesse prevalentemente locale (v. tabella A). 4 Per fattori endemici, difficilmente superabili in relazione alla preminente funzione sociale della maggior parte delle linee minori, le ferrovie in concessione hanno subito nel tempo un inarrestabile declino, divenuto ancor più evidente per effetto della motorizzazione di massa e della connessa espansione del trasporto su strade e autostrade. Salvo eccezioni, riguardanti reti ferroviarie localizzate in prossimità delle grandi aree metropolitane2 e destinate prevalentemente al trasporto di pendolari dai centri di residenza ai luoghi di lavoro, il trasporto ferroviario in concessione evidenzia diffuse situazioni di precarietà che, in epoche diverse, sono sfociate in gestioni commissariali governative, spesso istituite per legge per salvaguardare i livelli occupazionali in zone di marcato disagio economico-sociale. Significativa in proposito è la legge n.887/1984 (legge finanziaria 1985) che all’art.8 prevedeva che il Ministero dei trasporti –di concerto con il Ministero del tesoro e d’intesa con le Regioni interessate- era autorizzato a dichiarare la risoluzione consensuale o il riscatto delle concessioni riguardanti linee ritenute essenziali ai fini della razionalizzazione del sistema ferroviario nazionale, assumendo in gestione commissariale governativa anche le autolinee sostitutive o integrative esistenti. 2 Va evidenziato in proposito che la legge 7 dicembre 1999, n.472, concernente interventi nel settore dei trasporti, ha direttamente assentito (art.21) alle “FERROVIE NORD MILANO ESERCIZIO S.p.a.” la concessione di costruzione ed esercizio (fino al 17 marzo 2016) della tratta ferroviaria Busto ArsizioMalpensa, per il collegamento della linea Novara-Saronno-Seregno con l’aeroporto della Malpensa. 5 TABELLA A 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 SOCIETA’ CONCESSIONARIE LINEE SOCIETÀ SUBALPINA IMPRESE FERROVIARIE a.r.l. – Domodossola (NO) S.p.a. TORINESE TRASPORTI INTERCOMUNALI – S.A.T.T.I. Torino FERROVIE NORD MILANO ESERCIZIO S.p.a. - Milano FERROVIA TRENTO MALE’ S.p.a. Trento SAD (SERVIZI AUTOBUS DOLOMITI) TRASPORTO LOCALE S.p.a- Bolzano Domodossola – Confine svizzero SOCIETA’ FUNIVIARIA ALTO TIRRENO p.a. - Savona AZIENDA MUNICIPALIZZATA TRASPORTI - Genova AZIENDA CONSORZIALE TRASPORTI A.C.T. di Reggio Emilia Reggio Emilia CONSORZIO A.T.C.M. di Modena Modena AZIENDA TRASPORTI CONSORZIALI BOLOGNA (A.T.C.) Bologna LA FERROVIARIA ITALIANA S.p.a. Arezzo CONSORZIO TRASPORTI PUBBLICI DEL LAZIO - CO.TRAL. Roma FERROTRAMVIARIA S.p.a. - Roma SOCIETA’ PER L’ESERCIZIO DI PUBBLICI SERVIZI p.a. (S.E.P.S.A.) Napoli SOCIETA’ FERROVIE DEL GARGANO S.r.l. - Bari Torino – Settimo - Rivarolo – Pont Torino - Ciriè – Lanzo - Ceres Nord – Milano Brescia – Iseo - Edolo Trento – Malè - Marilleva Dermulo – Fondo – Mendola Bolzano – Caldano – Mendola Ora – Predazzo Bolzano - Collalbo Savona – San Giuseppe di Cairo Principe – Granarolo Ciano d’Enza – Reggio Emilia Sassuolo – Reggio Emilia Guastalla Modena – Sassuolo Casalecchio – Vignola Stia – Arezzo – Sinalunga Roma – Prima Porta Roma – Lido Roma - Pantano Bari – Barletta Napoli – Quarto – Torregaveta Napoli – Agnano - Torregaveta San Severo – Rodi - Peschici - 6 2.2 Le gestioni commissariali governative La disciplina di base delle gestioni governative nel settore dei trasporti risale all’art.184 del T.U. 10 marzo 1912 n.1447, come modificato dal R.D. 4 giugno 1936 n.1336 e dall’art.12 della legge 2 agosto 1952, n.1221. Inizialmente la gestione governativa viene concepita dal legislatore come soluzione temporanea, in presenza di eventi (patologici o fisiologici) di interruzione di un rapporto concessorio preesistente tra lo Stato ed un’azienda di trasporto locale: quando tale evento derivi da inadempimento del concessionario, si parla di “gestione in danno” di quest’ultimo; quando, invece, si versi in ipotesi di decadenza o di conclusione naturale del rapporto, si parla di “gestione in pendenza” da parte dell’Amministrazione concedente nelle more dell’affidamento ad altro concessionario. A queste due tipologie se n’è aggiunta, nel tempo, una terza, quella della “gestione diretta definitiva” da parte dello Stato, sancita espressamente da leggi speciali che hanno istituito apposite amministrazioni a tempo indeterminato per altrettante linee ferroviarie minori, alle quali è stato preposto un Commissario governativo nominato con decreto ministeriale. Va precisato al riguardo che dopo l’entrata in vigore della legge 26 aprile 1989, n.155 non sono più state istituite “ex novo” altre gestioni governative per l’esercizio di pubblici servizi di trasporto: i provvedimenti intervenuti successivamente si sono limitati all’accorpamento o allo scorporo di alcune aziende preesistenti.3 L’allegata tabella B riporta la situazione al 31 dicembre 2001 delle Gestioni commissariali governative in esercizio. 3 Con D.M. 16 dicembre 1989, n.3491 le ferrovie Udine-Cividale, Adria-Mestre e Parma-Suzzara sono state accorpate nella gestione governativa delle “Ferrovie Venete”; con D.M. 2 ottobre 1990, n.2329 la gestione delle “Ferrovie Calabro-Lucane” è stata scorporata in “Ferrovie Appulo-Lucane” e “Ferrovie della Calabria”; con D.M. 20 novembre 1991, n.2307 sono state riunite in un’unica gestione le ferrovie “Alifana” e “Benevento-Napoli”; con D.M. 18 dicembre1991, n.2884 la ferrovia in gestione governativa Stia-Arezzo-Sinalunga è stata riaffidata alla ex concessionaria “La Ferroviaria Italiana S.p.a.”. 7 TABELLA B GESTIONI COMMISSARIALI GOVERNATIVE FERROVIE VENETE - Padova 1 2 3 Udine – Cividale (km 16) Parma – Suzzara (km 44) Mestre – Adria (km 58) Maggiore, Servizio lacuale NAVIGAZIONE LAGHI Garda e Como - Milano FERROVIE PADANE - Ferrara 7 FERROVIA SUZZARA - FERRARA Ferrara FERROVIA BOLOGNA – PORTOMAGGIORE - Bologna FERROVIA GENOVA–CASELLA Genova FERROVIA CENTRALE UMBRA Perugia 8 PENNE – PESCARA - Pescara 9 FERROVIA ADRIATICO SANGRITANA – Lanciano (CH) FERROVIE ALIFANA e BENEVENTO – NAPOLI - Napoli FERROVIA CIRCUMVESUVIANA Napoli 4 5 6 10 11 12 FERROVIE DELLA CALABRIA Roma 14 FERROVIE APPULO-LUCANE Roma FERROVIE DEL SUD EST Roma 15 FERROVIA CIRCUMETNEA - Catania 13 16 17 LINEE FERROVIE DELLA SARDEGNA Cagliari FERROVIE MERIDIONALI SARDE Iglesias (CA) Ferrara – Codigoro (km 53) Suzzara – Ferrara (km 82) Bologna – Portomaggiore (km 48) Genova – Casella (km 24) Terni – Sansepolcro (Km 147) Diramaz. Perugina – Perugia S. Anna (km 5) Servizio sostituivo automobilistico Castel di Onagro – Marina di S.Vito (km 103) Piedimonte M.-S.Maria C.V. (km 42) Benevento – Cancello (km 49) Napoli – Baiano (km 39) Napoli – Sorrento (km 42) Napoli – Sarno (km 52) Cosenza – Villa S. Giovanni (km 69) Cinquefrondi – Sinopoli (km 58) Cosenza – Catanzaro (km 113) Bari – Potenza (km 150) Bari – Matera (km 73,4) Bari – Taranto (km 113) Bari – Gallipoli (km 156) Lecce – Otranto (km 80) Catania – Riposto (km 113) Sassari – Alghero (km 33) Sassari – Palau (km 150) Bosa – Nuoro (km 89) Cagliari – Sorgono (km 164) Cagliari – Arbatax (km 159) Servizio sostitutivo automobilistico 2.3 Il riordinamento dei servizi di trasporto locale Per comprendere l’evoluzione normativa dell’intero comparto nell’ultimo decennio occorre prendere le mosse dal “Piano generale dei trasporti” (P.G.T.), approvato con D.P.C.M. 10 aprile 1986, il quale prevedeva –tra l’altro- l’obbligo di accertare la possibilità di utilizzazione delle singole ferrovie locali nel contesto dei 8 trasporti regionali, recependo il rinnovato interesse in tal senso manifestato dalle Regioni medesime già impegnate nella gestione di servizi integrativi o sostitutivi mediante autolinee. In quest’ottica va inquadrata la legge 15 dicembre 1990 n.385, secondo la quale le linee locali, sia in gestione governativa, sia in regime di concessione (comprese quelle esercite dalle FF.SS.), avrebbero dovuto essere raggruppate e gestite da apposite società per azioni a prevalente capitale pubblico di carattere regionale. La mancanza di norme esplicite di delegificazione, volte a disciplinare le procedure di “patrimonializzazione” delle gestioni da parte del Ministro dei trasporti e della navigazione4 mediante atti di natura regolamentare, ha sostanzialmente impedito che la riforma di cui sopra potesse essere realizzata. Le predette difficoltà attuative sono state successivamente superate dalla legge 23 dicembre 1996, n.662 che (art.2, comma 1), “al fine di accelerare il coordinamento funzionale e operativo delle gestioni governative nei sistemi regionali di trasporto, nonché l’attuazione delle deleghe alle Regioni delle funzioni in materia di servizi ferroviari di interesse locale e regionale”, ha affidato alla “Ferrovie dello Stato S.p.a.” la ristrutturazione delle aziende in gestione commissariale governativa e la gestione, per un periodo massimo di tre anni a decorrere dal 1° gennaio 1997, dei servizi di trasporto da esse esercitati5. Tale ristrutturazione –finalizzata anche alla trasformazione societaria delle gestioni medesime- doveva realizzarsi attraverso un piano, predisposto dalle Ferrovie dello Stato d’intesa con le Regioni interessate e approvato dal Ministro dei trasporti e della navigazione, con l’obiettivo di ottenere nel corso del triennio “un rapporto di almeno 0,35 tra ricavi da traffico complessivamente conseguiti e costi operativi complessivamente sostenuti, al netto dei costi di infrastruttura”. Il piano di ristrutturazione –presentato nell’aprile del 1997 da F.S. S.p.a. successivamente approvato, previo parere favorevole delle competenti Commissioni parlamentari- si è ispirato ai seguenti criteri: a) ottimizzazione degli investimenti in termini di redditività tecnica, economica e sociale; b) migliore integrazione dei servizi su ferro e su gomma, eliminando interferenze e duplicazioni al fine di adeguare l’offerta di trasporto alle effettive esigenze degli utenti; c) modificazione dei regolamenti di esercizio, nell’ottica dello snellimento del traffico ferroviario; d) 4 Il Ministro avrebbe dovuto istituire uno speciale Ufficio per la gestione delle partecipazioni corrispondenti al valore dei conferimenti da parte delle gestioni commissariali governative e per la successiva cessione, anche parziale, alle regioni e ad altri enti anche privati. 5 Tale adempimento è stato attuato con D.M. 30 dicembre 1996, n.91T 9 riorganizzazione delle risorse strutturali e umane per incrementare la produttività del servizio6. Per l’avvio delle procedure di ristrutturazione erano previste specifiche intese con le Regioni interessate, da trasfondere poi in appositi accordi di programma con la partecipazione del Ministero dei trasporti e della navigazione e delle nuove società concessionarie; contestualmente si sarebbe provveduto, inoltre, al trasferimento a titolo gratuito dei beni e degli impianti ferroviari dalle gestioni commissariali alle Regioni. A tale ultimo riguardo, l’art.2, comma 3, della citata legge n.662/96 ha disposto che la F.S. S.p.a. individuasse i beni patrimoniali delle singole gestioni “non utilizzati e non utilizzabili per i servizi di trasporto”, al fine di consentire al Ministero dei trasporti e della navigazione, di concerto con il Ministero delle finanze, di avviare le relative procedure di alienazione e dismissione. Sotto il profilo finanziario, il legislatore ha infine disposto (art.2, comma 4, leg. cit.) che lo stanziamento iscritto per l’anno 1997 nel capitolo 1653 dello stato di previsione del Ministero dei trasporti e della navigazione (al netto della sovvenzione di esercizio per i servizi di navigazione lacuale) fosse assegnato alla Ferrovie dello Stato S.p.a. per l’esercizio delle ferrovie in gestione commissariale governativa, con obbligo di rendicontare annualmente l’impiego delle somme acquisite. 2.3.1 Il decreto legislativo 19 novembre 1997, n.422 Con il decreto legislativo 19 novembre 1997, n.422 –emanato in attuazione della legge 15 marzo 1997, n.59 come modificata dalla legge 15 maggio 1997, n.127 (cd. “leggi Bassanini”)- è stata realizzata la riforma del trasporto pubblico locale, nell’ambito della più generale riorganizzazione della pubblica amministrazione e della valorizzazione del ruolo del sistema delle autonomie. In particolare, l’art.8 ha disciplinato i servizi ferroviari di interesse regionale e locale non in concessione alla Ferrovie dello Stato S.p.a., prevedendo la delega alle Regioni delle funzioni di programmazione e amministrazione concernenti le ferrovie in concessione e le ferrovie in gestione commissariale governativa affidate per la ristrutturazione alla stessa F.S. S.p.a. dalla legge n.662/96 più volte citata. 6 Gli obiettivi del piano possono così riassumersi: riduzione della rete dei servizi ferroviari da 2.500 a 2.050 Km.; contrazione dell’offerta globale, espressa in treni-Km ed autobus-Km, rispettivamente, da 20 a 18,4 milioni e da 69,3 a 62,2 milioni; incremento medio delle tariffe di almeno il 14% per le ferrovie e 11% per le autolinee; riduzione degli addetti ai servizi da 14.000 a circa 9.500 unità; diminuzione dei costi annuali da £. 1.310 a 920 miliardi alla fine del triennio (1997-2000), con contestuale aumento dei ricavi totali da £. 186 a 222 miliardi. 10 Le originarie cadenze temporali previste per l’attuazione di tale delega sono state successivamente prorogate dal D.L.vo 20 settembre 1999, n.400 al 1° gennaio 2000 a causa della oggettiva complessità delle istruttorie necessarie alla definizione degli accordi di programma tra il Ministero dei trasporti e della navigazione e le singole regioni, da approvarsi con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Tale provvedimento è stato effettivamente adottato in data 16 novembre 7 2000 , sicché il conferimento delle funzioni ex art.8 del D.L.vo n.422/97 e l’attribuzione delle relative risorse finanziarie sono stati attuati con decorrenza 1° gennaio 2001. In data 31 dicembre 2000, peraltro, era scaduto il termine ultimo concesso alle Regioni e agli altri Enti locali per il riassetto organizzativo delle aziende di trasporto e per la loro trasformazione in società di capitali (art.18, comma 3). Va ricordato in proposito che, al fine di accelerare il conferimento alle Regioni delle funzioni in materia di servizi ferroviari di interesse regionale e locale, l’art.31 della legge 17 maggio 1999, n.144 aveva consentito che le ferrovie in gestione commissariale governativa –affidate per la ristrutturazione alla Ferrovie dello Stato S.p.a.- potessero costituire società (o assumere partecipazioni) con apporto di capitale non superiore a 200 milioni di lire, utilizzando i fondi destinati alle spese di esercizio. Il D.L.vo n.400/99 ha aggiunto al testo dell’art.18 testé citato il comma 3-bis, riconoscendo alle Regioni un periodo transitorio, limitato al 31 dicembre 2003, entro il quale poter “mantenere tutti gli affidamenti agli attuali concessionari ed alle società derivanti dalle trasformazioni di cui all’art.3”, ma con l’obbligo di affidare quote di servizio o servizi speciali mediante procedure concorsuali. Nell’ambito dello stesso periodo transitorio, inoltre, le Regioni procedono all’ “affidamento della gestione dei relativi servizi alle società costituite allo scopo dalle ex gestioni governative”: la costituzione delle società, dunque, non è più facoltativa ma diventa obbligatoria. Infine, l’art.11, comma 3, della legge 1° agosto 2002, n.166 (cd. “collegato infrastrutture e trasporti”) ha disposto che alla data del 31 dicembre 2002 le nuove società “subentrano in tutti i rapporti attivi e passivi imputabili alle corrispondenti gestioni commissariali governative”; contestualmente è stato stabilito che il periodo transitorio concesso alle Regioni per l’affidamento della gestione dei servizi (fissato al 31.12.2003) “è prorogabile per un biennio”. 7 Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 30.12.2000 – Suppl. ord. n.224. 11 2.3.2 Le criticità emerse nella fase transitoria Dal susseguirsi degli interventi legislativi e dalle reiterate disposizioni di proroga dei termini emerge, con tutta evidenza, la complessità e la delicatezza di un processo di decentramento troppo a lungo rinviato e sul quale si sono addensate ulteriori difficoltà in seguito alla modifica del titolo V della Costituzione, disposta dalla legge costituzionale n.3/2001. Basti ricordare che, in realtà, la delega alle Regioni delle competenze amministrative nel settore dei servizi ferroviari di interesse locale era già prevista dal D.P.R. n.616 del 1977, ma è stata ripetutamente rinviata per consentire il risanamento tecnico e finanziario delle ferrovie in concessione ed in gestione commissariale governativa. Particolarmente strutture ministeriali 8 onerosa è stata l’attività svolta dalle competenti per consentire la tempestiva conclusione degli accordi di programma, poi formalizzati con il citato D.P.C.M. 16 novembre 2000. Le istruttorie hanno riguardato, per ciascuna Regione: a) l’individuazione e classificazione dei beni immobili e mobili da trasferire dal demanio e dal patrimonio indisponibile e disponibile dello Stato alle corrispondenti dotazioni regionali; b) la definizione degli interventi necessari all’ammodernamento tecnico delle ferrovie in concessione ed in gestione commissariale governativa; c) la quantificazione delle risorse finanziarie da devolvere alle Regioni, per garantire il mantenimento del livello dei servizi erogati; d) la creazione di organismi paritetici Stato-Regione (Comitati di monitoraggio9), per seguire le diverse fasi applicative degli accordi e consentire al Ministero di riferire alla Conferenza Stato-Regioni e al Presidente del Consiglio dei Ministri “sulle modalità di esercizio della delega e sulle eventuali criticità” (art.8, comma 5, del D.L.vo n.422/97 e successive modificazioni). Con specifico riferimento ai profili finanziari, va sottolineato che la mancata emanazione del regolamento previsto dalla legge n.385/90 per la quantificazione parametrica delle sovvenzioni di esercizio alle ferrovie concesse ed in gestione commissariale governativa ha costretto l’Amministrazione ad assumere 8 Il riferimento è alla Direzione Generale sistemi di trasporto ad impianti fissi (ex Unità di gestione TIF 1 e TIF 2) del Ministero dei trasporti e della navigazione, ora confluito nel Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. 9 Si tratta di strutture “miste”, composte da rappresentanti tecnici del Ministero dell’economia e delle finanze, del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e delle singole Regioni, con il compito di favorire il passaggio dal vecchio al nuovo sistema, evitando situazioni di contenzioso e ricercando soluzioni operative opportunamente condivise. 12 determinazioni in via provvisoria, adottando un criterio basato sulla verifica di attendibilità dei conti economici preventivi, presentati dalle aziende al momento dell’attuazione della delega, e diretto ad evitare o almeno contenere il verificarsi di nuovi disavanzi d’esercizio. Negli accordi di programma, sottoscritti dal Ministero con le singole Regioni, è stata espressamente prevista la rideterminazione dei fondi da attribuire a queste ultime in base alla normativa vigente ed alle risultanze del monitoraggio compiuto nel primo anno di delega. In realtà –come riferisce la stessa Amministrazione- “la quantificazione definitiva delle risorse da trasferire alle regioni potrà essere fatta solo sulla base del monitoraggio eseguito nell’anno 2001-2002 nonché delle indicazioni contenute all’art.20 del D.L.vo n.422/97”, tenendo presenti altresì i bilanci consuntivi delle aziende al 31.12.2000. Ciò, in quanto lo schema del regolamento ex lege n.385/90 –predisposto nei primi mesi del 2001 dall’Amministrazione dei trasporti d’intesa con il Ministero dell’economia e delle finanze- è stato respinto dal Consiglio di Stato, nel riflesso che la norma di legge non consente di prendere come anno base, per la costruzione dei parametri necessari alla individuazione delle spese di esercizio ammissibili, un anno diverso dal 1988. Il testo proposto, per contro, aveva preso a riferimento “il primo anno utile, a norma del codice civile, ai fini della conservazione della documentazione contabile che l’Amministrazione avrebbe dovuto analizzare”: il lungo tempo trascorso (13 anni), infatti, rendeva aleatoria la costruzione dell’anno base secondo la lettera del dettato normativo, essendo venuto meno l’obbligo per le società esercenti di conservare la documentazione contabile relativa al 1988. Prendendo atto dell’impossibilità di emanazione del citato regolamento, una direttiva interministeriale e l’art.12 della successiva legge n.166/2002 hanno stabilito che la regolazione delle partite debitorie con le ferrovie concesse ed in ex gestione commissariale governativa è effettuata sulla base dei disavanzi maturati alla data del 31 dicembre 2000, previa autocertificazione prodotta dalle aziende medesime. Per quanto concerne, infine, gli interventi di risanamento tecnico delle ferrovie in questione, l’art.15 del D.L.vo n.422/97 più volte citato prevede la conclusione di specifici accordi di programma, al fine di individuare: a) le opere da realizzare e i mezzi di trasporto, incluso il materiale rotabile ferroviario, da acquisire; b) i tempi di realizzazione, in funzione dei piani di sviluppo dei servizi; 13 c) i soggetti coinvolti e loro compiti; d) le risorse necessarie, le loro fonti di finanziamento certe e i tempi di erogazione; e) il periodo di validità. La norma stabilisce che gli accordi in parola sono sottoscritti dal Ministro dei trasporti e della navigazione e dalla Regione interessata, nonché dai Presidenti delle province e delle comunità montane e dai Sindaci, nell’ipotesi di esercizio associato di servizi comunali di trasporto locale, direttamente coinvolti nella realizzazione delle opere10. Va sottolineato al riguardo che il Ministero, al fine di semplificare e accelerare il trasferimento di competenze e l’attivazione degli investimenti, aveva tempestivamente predisposto e inviato alle Regioni uno schema di accordo di programma ai sensi del citato art.15 del D.L.vo n.422/97. Peraltro l’entrata in vigore della legge costituzionale n.3/2001, recante la riforma del titolo V della Costituzione, ha indotto alcune Regioni a manifestare dubbi di compatibilità della norma in questione con il nuovo assetto delle competenze nella subjecta materia: è stata, quindi, sostenuta la necessità di un trasferimento immediato delle risorse per investimenti, in modo da consentire alle Regioni di definire autonomamente, nell’esercizio delle nuove attribuzioni, la loro destinazione e le procedure di impiego. In senso diametralmente opposto è stato argomentato che una rigorosa e integrale applicazione della riforma costituzionale comporterebbe l’impossibilità di erogazione delle risorse medesime da parte dello Stato, poiché il nuovo impianto costituzionale, per la copertura degli oneri derivanti dalle funzioni attribuite alle Regioni e agli enti locali, prevede il ricorso a meccanismi di autonomia finanziaria e impositiva da parte di tali soggetti. E’ infine prevalsa una tesi intermedia, fondata sull’interpretazione logicosistematica del complesso processo di decentramento di funzioni nei confronti del sistema delle autonomie, che postula interventi ulteriori del legislatore volti a favorire in concreto la piena attuazione della riforma, senza eventi traumatici e dannose contrapposizioni. In attesa delle norme attuative dell’autonomia impositiva è sembrato, quindi, preferibile ritenere ancora applicabili le disposizioni contenute nel citato D.L.vo n.422/97 e successive modificazioni e integrazioni, confermando la necessità della stipulazione degli accordi di programma, specificamente previsti dall’art.15 10 Per soggetti direttamente coinvolti l’art.11, comma 5, della legge n.166/2002 più volte citata ha precisato che “sono da intendersi le province, i comuni e le comunità montane….che partecipano alla realizzazione dell’opera con lo stanziamento di un contributo di importo pari o superiore al 5 per cento dell’investimento”. 14 dello stesso provvedimento delegato, per gli investimenti destinati al risanamento tecnico delle ferrovie secondarie. Conseguentemente il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha predisposto un nuovo schema di accordo di programma, che disciplina il trasferimento delle risorse in materia di investimenti dallo Stato alle Regioni, anche alla luce delle norme transitorie previste dall’art.21 del medesimo D.L.vo n.422/97 in tema di assunzione di impegni di spesa e di perfezionamento dei contratti per lavori e forniture. Tale schema di accordo è stato sottoposto all’esame della Conferenza Stato-Regioni, che ha espresso parere favorevole in data 6 maggio 2002. Da ultimo la legge n.166/2002 (art.11, comma 5) ha aggiunto all’art.15 del ripetuto D.L.vo n.422/97 il comma 2-ter, il quale dispone che le risorse destinate all’attuazione degli accordi di programma ivi previsti “sono depositate presso conti di tesoreria infruttiferi intestati al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti con vincolo di destinazione alle singole Regioni” e vengono erogate in relazione allo stato di avanzamento degli interventi mediante accreditamento su conti di tesoreria infruttiferi intestati alle Regioni medesime. L’Amministrazione ha precisato che il procedimento, in concreto, prevede un’erogazione iniziale del 40% del totale e incrementi successivi del 10% in corrispondenza con un avanzamento dei lavori pari al 30%. 2.3.3 Stato di attuazione della delega alle Regioni dei servizi ferroviari di interesse locale Volendo fornire un quadro di insieme del complesso processo di trasformazione innescato dal D.L.vo n.422/97 e successive modificazioni, va preliminarmente evidenziata la disomogeneità di alcune situazioni e la peculiarità di altre, rispetto ad un andamento complessivo accettabile in rapporto alle oggettive difficoltà operative. Dai dati forniti dall’Amministrazione è emerso che è stata data ampia e tempestiva attuazione al comma 3-bis dell’art.18 del citato D.L.vo, introdotto dal decreto legislativo n.400/99, il quale consente alle Regioni –entro un periodo transitorio limitato al 31.12.2003 (ma prorogabile fino al 2005 ex art.11, comma 3, della legge n.166/2002)- di mantenere gli affidamenti dei servizi, rispettivamente, 15 “agli attuali concessionari” e “alle società di capitali costituite dalle gestioni governative” ai sensi dell’art.31 della legge n.144/9911. Con riferimento a queste ultime, il prospetto che segue riporta l’elenco delle società costituite e delle corrispondenti gestioni commissariali, suddivise per regione: SOCIETA’ COSTITUITE AI SENSI DELL’ART.31 DELLA L. N.144/99 Regione Abruzzo GESTIONE COMM.LE GOVERNATIVA CORRISPONDENTE Ferrovia Adriatico-Sangritana S.r.l. Ferrovia Adriatico-Sangritana Gestione Trasporti Metropolitani S.r.l. Ferrovia Penne-Pescara Regione Basilicata Ferrovie Appulo-Lucane S.r.l.(*) Ferrovie Appulo-Lucane Regione Campania Ferrovia Alifana e Benevento-Napoli S.r.l. Ferrovia Alifana, Benevento-Napoli Circumvesuviana S.r.l. Ferrovia Circumvesuviana Regione Calabria Ferrovie della Calabria S.r.l. Ferrovie della Calabria Regione Emilia-Romagna Ferrovie Emilia-Romagna S.r.l. Ferrovia Suzzara-Ferrara, Ferrovie Padane, Ferrovia BolognaPortomaggiore, Linea Parma-Suzzara delle Ferrovie Venete Regione Liguria Ferrovia Genova-Casella S.r.l. Ferrovia Genova-Casella Regione Puglia Ferrovie del Sud-Est e automobilistici S.r.l. Ferrovie Appulo-Lucane S.r.l.(*) servizi Ferrovie del Sud-Est Ferrovie Appulo-Lucane Regione Umbria Ferrovia Centrale Umbra S.r.l. Ferrovia Centrale Umbra Regione Veneto Ferrovie Venete S.r.l. Ferrovie Venete (*) La titolarità delle Ferrovie Appulo-Lucane S.r.l. è ripartita pro-quota tra la Regione Puglia (45%) e la Regione Basilicata (55%) in relazione all’interesse regionale per i servizi eserciti. 11 Va ricordato che tali società, in forza dell’art.11, comma 3, della legge n.166/2002, alla data del 31 dicembre 2002 sono subentrate in tutti i rapporti attivi e passivi imputabili alle corrispondenti gestioni commissariali governative. 16 Per consentire la piena operatività delle nuove società, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha impartito specifiche direttive a tutte le società in via di trasferimento alle Regioni per la sollecita predisposizione dei piani d’impresa e per la nomina dei Collegi dei sindaci: tali adempimenti sono stati direttamente curati dallo stesso Ministero per le “Ferrovie del Sud Est S.r.l.” e le “Ferrovie Appulo-Lucane S.r.l.” (limitatamente alla quota di pertinenza della Regione Puglia), che, in base ai rispettivi accordi di programma siglati con la Regione, restano di proprietà dello Stato fino al 31.12.200312. Parimenti, tra le aziende concessionarie sono rimaste nella competenza statale la “Società Funiviaria Alto Tirreno S.p.a.” (Liguria), esercente della Funivia Savona-S. Giuseppe, e la “Società Subalpina di Imprese Ferroviarie a.r.l.” (Piemonte), titolare della linea Domodossola-Confine Svizzero: i relativi servizi, infatti, sono stati esclusi dalla delega alle Regioni, in quanto ritenuti – rispettivamente- di interesse nazionale, il primo, ed internazionale il secondo. La delega è stata invece attuata nei confronti delle seguenti società concessionarie: AZIENDE CONCESSIONARIE PER LE QUALI E’ STATA ATTUATA LA DELEGA Regione Piemonte S.A.T.T.I. S.p.a. LINEE ESERCITATE Canavesana e Torino-Ceres Regione Lombardia Ferrovie Nord Milano Esercizio S.p.a. Nord Milano e Brescia-Iseo-Edolo Regione Emilia Romagna ACT di Reggio Emilia Ferrovie Reggiane ATCM di Modena (ora ATCM S.p.a.) Modena-Sassuolo ATC di Bologna Casalecchio-Vignola Regione Toscana La Ferroviaria Italiana S.p.a. Stia-Arezzo-Sinalunga Regione Lazio Met.ro S.p.a. Roma-Lido, Pantano Roma-Viterbo e Roma- Regione Campania S.E.P.S.A. S.p.a. 12 Cumana e Circumflegrea Un discorso a parte va fatto per il conferimento delle funzioni in materia di trasporti locali alle Regioni a statuto speciale, poiché lo stesso è condizionato alla emanazione di apposite “norme di attuazione”, che per la Sardegna ed il Friuli-Venezia Giulia non risultano ancora emanate. La Regione Sicilia –per la quale le predette norme sono state emanate con il D.L.vo n.296 dell’11.9.2000- ha subordinato l’assunzione dei compiti di programmazione e amministrazione della Ferrovia Circumetnea al momento in cui lo Stato garantirà una idonea azione di sostegno finanziario. 17 AZIENDE CONCESSIONARIE PER LE QUALI E’ STATA ATTUATA LA DELEGA Regione Puglia LINEE ESERCITATE Ferrotranviaria S.p.a. Bari-Barletta Ferrovie del Gargano S.r.l. S. Severo-Rodi-Peschici Per quanto attiene poi al trasferimento di risorse finanziarie necessarie a garantire l’attuale livello di servizio, l’Amministrazione –dopo aver ripianato parzialmente nel 2000 il disavanzo di esercizio delle gestioni governative ed erogato anticipi di sovvenzione alle aziende concessionarie (sui capitoli 1216, 1217 e 1218)ha provveduto, a partire dal 2001, ad erogare con cadenza trimestrale le risorse alle Regioni, in base alla ripartizione stabilita dal D.P.C.M. 16.10.2000 (All. 2). Nelle allegate tabelle da C a F sono riportati –rispettivamente- i disavanzi di esercizio delle aziende in gestione governativa e in concessione, raggruppate per regioni, dal 1994 al 2000, le sovvenzioni di esercizio erogate, i disavanzi medesimi al netto delle sovvenzioni ed infine i disavanzi residui da ripianare al 31.12.2000. Deve aggiungersi, a tale ultimo riguardo, che i relativi fondi sono stati stanziati dall’art.145, comma 30, della legge n.388/2000 (finanziaria 2001) per un ammontare di 1.500 miliardi delle vecchie lire. Con riferimento al trasferimento delle risorse strumentali, va qui ricordato che l’art.8, comma 4, del D.L.vo n.422/97 (come modificato dal D.L.vo n.400/99) ha disposto il trasferimento di tutti i beni nella disponibilità delle ex gestioni commissariali governative dal demanio e dal patrimonio indisponibile e disponibile dello Stato a quelli delle Regioni interessate, nonché il passaggio a queste ultime del vincolo di reversibilità gravante sui beni delle aziende concessionarie a favore dello Stato. Appositi “gruppi di lavoro” sono stati costituiti nel 2000 nei diversi ambiti territoriali tra i Ministeri dei trasporti e delle finanze e le Regioni, al fine di accertare lo stato di fatto e di diritto dei beni in questione con conseguente sottoscrizione di verbali di consegna ai singoli enti regionali. Nelle more della formalizzazione da parte del Ministero delle finanze dei predetti trasferimenti con le modalità precisate dall’art.4, commi da 2 a 6, del D.P.C.M. 16.10.2000 più volte citato, il Ministero dei trasporti ha assunto l’iniziativa di trasferire direttamente, con appositi verbali, alle Regioni competenti i beni mobili 18 registrati (autoveicoli) intestati alle singole gestioni commissariali governative, allo scopo di non pregiudicare il regolare svolgimento del servizio pubblico13. 13 Nel giugno 2001 è stato, inoltre, sottoscritto un “verbale provvisorio di consegna” alla Regione Calabria anche dei beni immobili e dei rotabili ferroviari nella disponibilità della ex Gestione governativa Ferrovie della Calabria, ora trasformata nella omonima società a responsabilità limitata. 23 3. Il Programma di “investimenti ferroviari” finanziati dalla legge n.910/1986 (art.2, comma 3) Com’è intuibile, il radicale processo di riforma del trasporto pubblico locale –di cui si è dato conto, sia pure in modo sintetico, nelle pagine che precedono- non poteva non riverberare effetti sul versante degli investimenti, finanziati nel tempo a carico del bilancio dello Stato. La presente indagine è focalizzata, in particolare, sugli interventi infrastrutturali di pertinenza delle ferrovie in concessione ed in gestione commissariale governativa, finanziati dall’art.2, comma 3, della legge 22 dicembre 1986, n.910 con uno specifico stanziamento di 800 miliardi di lire per il quinquennio 1987-1991, ad integrazione della dotazione del fondo costituito dall’art.11 della legge 10 aprile 1981, n.151 (legge-quadro per l’ordinamento, la ristrutturazione ed il potenziamento dei trasporti pubblici locali). Tale somma, da iscrivere in apposito capitolo dello stato di previsione del Ministero dei trasporti, era destinata alla concessione di contributi in misura pari agli oneri per capitali e interessi derivanti dall’ammortamento dei mutui garantiti dallo Stato, che le ferrovie in concessione e in gestione commissariale governativa potevano contrarre entro il limite complessivo di £. 5.000 miliardi “per la realizzazione di investimenti ferroviari”14. Era altresì stabilito che l’erogazione dei contributi avvenisse “sulla base di singoli progetti accompagnati da relazioni specifiche dei costi e benefici e dai relativi piani finanziari”; sulla base dei predetti piani finanziari si sarebbe provveduto alle ulteriori occorrenze per gli anni successivi ai sensi dell’art.19, comma 14, della legge n.887/84, e cioè mediante quantificazione triennale disposta dalla legge finanziaria con aggiornamento annuale per scorrimento. In fase realizzativa l’Amministrazione decise di convogliare tali risorse nella predisposizione di un piano di ristrutturazione che, nel quadro di una strategia globale d’intervento, consentisse di individuare per ciascuna rete ferroviaria uno specifico ruolo per la prestazione dei servizi, viaggiatori e merci, in un sistema integrato dei trasporti. La novità, la dimensione e la complessità intrinseca dell’intervento fecero ritenere opportuno il ricorso all’istituto della concessione integrata di progettazione 14 Ai sensi dell’art.11, comma 4 – n.2) della citata legge n.151/1981 gli interventi riguardano la “costruzione e ammodernamento di infrastrutture, di impianti fissi, di tecnologie di controllo, di officinedeposito con le relative attrezzature e di sedi”. 24 ed esecuzione, ampiamente utilizzato negli anni ’80 per la realizzazione di programmi pluriennali di opere pubbliche estesi a tutto il territorio nazionale: tale procedura, inoltre, venne ritenuta compatibile con la disciplina comunitaria degli appalti, ai sensi dell’art.3, lett. b) della legge di recepimento n.584/77 allora vigente. A tal fine il Ministero dei trasporti, confortato dal parere favorevole del Consiglio di Stato15, aveva preliminarmente individuato, mediante pubblico avviso, gli operatori interessati, esperendo poi un confronto concorrenziale tra un congruo numero di imprese prequalificate. Esperita tale procedura e predisposto lo schematipo della convenzione di concessione16, l’Amministrazione ha autorizzato le Società esercenti e le Gestioni commissariali governative, interessate ad ottenere il finanziamento dello Stato, a stipulare con i soggetti aggiudicatari le relative convenzioni di progettazione ed esecuzione dei lavori di ammodernamento delle linee ferroviarie di rispettiva pertinenza, sulla base dei progetti di massima precedentemente approvati. Contestualmente la Direzione generale della motorizzazione civile e dei trasporti in concessione –cui erano riservate le funzioni di alta vigilanza, controllo e direzione lavori- ha ravvisato l’esigenza di avvalersi a tal fine di una struttura esterna di supporto tecnico-amministrativo, in considerazione della particolare entità e complessità del programma degli interventi da realizzare. E’ stata così stipulata, previo parere del Consiglio di Stato (parere n.562/89 del 5.7.1989), una convenzione di durata quinquennale con il Consorzio FERCONSULT17, al quale sono stati affidati compiti istruttori di carattere tecnicoprogettuale ed economico-finanziario, funzioni consultive in sede gestionale e contenziosa, attività di assistenza (anche mediante interventi ispettivi e accertamenti “a campione”) per la direzione, contabilizzazione e collaudo dei lavori, verso un corrispettivo pari all’8% dell’importo erogato dai soggetti esercenti per la realizzazione del programma. 15 Parere n.472/87 del 25 febbraio 1987. Esaminato favorevolmente dal Consiglio di Stato con parere n.788/89 dell’11 agosto 1989. 17 Il Consorzio era composto da Società a partecipazione statale, e precisamente BONIFICA, INFRASUD PROGETTI, ITALECO e SOTECNI del Gruppo IRI-ITALSTAT, oltre alla FENIT SERVIZI S.r.l. appartenente alla Federazione Nazionale Imprese Trasporti. In seguito a modificazioni degli assetti societari, intervenute in prosieguo di tempo, attualmente il Consorzio risulta composto da: BONIFICA S.p.a. (che ha incorporato Infrasud Progetti e acquisito il ramo d’azienda da Italeco), SYSTRA-SOTECNI S.p.a. (derivante dalla fusione di quest’ultima con la Soc. Systra dell’omonimo Gruppo francese) e da FENIT S.p.a. (che ha così modificato la sua ragione sociale nel 2001). 16 25 3.1 Il modulo concessorio per la realizzazione degli interventi Il rapporto concessorio tra i soggetti esercenti e i soggetti aggiudicatari della progettazione ed esecuzione dei singoli interventi si presenta articolato in due fasi. Nella prima fase viene stipulata –secondo lo schema predisposto dal Ministero- la convenzione di concessione, che ha un contenuto essenzialmente normativo e indica le obbligazioni reciproche delle parti in ordine ai tempi e ai modi di esecuzione delle prestazioni, ivi compresa la disciplina relativa alle cauzioni, alle varianti in corso d’opera, all’eventuale contenzioso, alla vigilanza spettante all’Amministrazione statale. Una volta stipulata la convenzione, il concessionario è tenuto a presentare entro termini ristretti (di regola 30 giorni) il “programma di avanzamento delle prestazioni” (PAP), contenente le cadenze temporali e le fasi di sviluppo della progettazione esecutiva e della realizzazione delle opere affidate in concessione. L’approvazione del PAP da parte del concedente e la successiva approvazione dei singoli progetti, elaborati dal concessionario, costituiscono i presupposti per dare vita alla seconda fase del procedimento, che consiste nella sottoscrizione di uno specifico “atto integrativo” per ciascun progetto: tale atto –che è stato considerato una diretta derivazione della convenzione di concessionecontiene la concreta individuazione dei lavori da eseguire e delle forniture da effettuare, la determinazione analitica dei corrispettivi da erogare, la fissazione dei termini di ultimazione delle opere e delle relative penali. Al riguardo va subito osservato che il meccanismo procedimentale prescelto dal Ministero dei trasporti si è rivelato, alla prova dei fatti, pletorico e di difficile applicazione. In particolare, la tempistica prevista dallo schema di convenzione-quadro per la predisposizione dei PAP, la compilazione dei progetti esecutivi da parte dei concessionari e per la conseguente sottoscrizione degli atti integrativi è stata completamente disattesa: in realtà, la quasi totalità dei “programmi di avanzamento delle prestazioni” risultano approvati negli anni 1991 e 1992, a più di un anno di distanza rispetto al periodo (1989-1990) di stipulazione delle rispettive convenzioni; inoltre, le difficoltà ed i ritardi emersi in sede di progettazione esecutiva hanno compromesso il rispetto dei termini previsti dagli stessi PAP per l’approvazione degli “atti integrativi”, che risultano in gran parte formalizzati solo a partire dagli anni 1993-1994. 26 3.2 Profili finanziari 3.2.1 Il procedimento per il finanziamento dei mutui e per l’erogazione dei contributi Per il finanziamento degli investimenti destinati all’ammodernamento delle infrastrutture e degli impianti le Ferrovie in regime di concessione e in gestione commissariale governativa sono state autorizzate dall’art.2, comma 3, della legge n.910 del 1986 a contrarre mutui nel limite complessivo di 5.000 miliardi di lire: la stessa norma ha stanziato 800 miliardi di lire nel quinquennio 1987-1991 per la concessione di contributi in misura pari agli oneri per capitale ed interessi, derivanti dall’ammortamento dei predetti mutui che beneficiano della garanzia dello Stato. Tale finanziamento è stato confermato ed incrementato dalle successive leggi recanti interventi nel settore dei trasporti nonché dalle leggi finanziarie. In particolare: - la legge 11 marzo 1988, n.67 (legge finanziaria 1988) ha rideterminato, all’art.13, gli stanziamenti sullo specifico capitolo di bilancio del Ministero dei trasporti (allora 7304) in lire 200 miliardi per l’anno 1988, in lire 500 miliardi per l’anno 1989 ed in lire 700 miliardi per l’anno 1990; - il decreto-legge 4 ottobre 1996, n.517, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1996, n.611 ha poi autorizzato, all’art.1, comma 3, l’accensione di ulteriori mutui in relazione al limite d’impegno decennale di lire 150 miliardi per l’anno 1997; - la legge 7 dicembre 1999, n.472 ha autorizzato per lo stesso fine, all’art.41, un limite di impegno quindicennale di lire 63,3 miliardi a decorrere dall’anno 2000; - la legge 23 dicembre 1999, n.488 (legge finanziaria 2000) ha autorizzato, all’art.54, comma 1, limiti d’impegno quindicennali nella misura di lire 35,5 miliardi a partire dall’anno 2001 e di lire 45,5 miliardi a partire dall’anno 2002. E’ da precisare che il Ministero dei trasporti –ora Ministero delle infrastrutture e dei trasporti- è stato interessato direttamente dalla gestione dei predetti mutui e dei conseguenti contributi con riferimento alle sole risorse di cui alle leggi n.910/1986 e n.611/1996, non essendo concretamente giunto ad impegnare gli ulteriori fondi autorizzati dalle successive leggi n.472/1999 e n.488/1999, che saranno utilizzati secondo le nuove procedure e competenze conseguenti agli accordi di programma con le subentranti Regioni. 27 Il suddetto Ministero ha emanato numerosi provvedimenti e circolari per disciplinare il procedimento da seguire per la messa a disposizione dei finanziamenti e la loro utilizzazione graduata da parte degli esercenti le linee ferroviarie. Inizialmente, con decreto interministeriale Trasporti-Tesoro n.1334 del 9 luglio 1987 era stata prevista la contrazione dei mutui con la Banca europea per gli investimenti –in linea con il disposto dell’art.2, comma 3, della legge n.910/1986, che consente la contrazione dei mutui anche all’estero- nonché con l’Associazione bancaria italiana in rappresentanza degli Istituti e delle Sezioni di credito speciale per il tramite della Cassa depositi e prestiti, delegata dagli esercenti a stipulare i mutui stessi con le predette B.E.I. e A.B.I. Successivamente, preso atto della rinuncia della B.E.I. all’operazione di finanziamento, il Ministero ha predisposto lo schema di convenzione tra la Cassa depositi e prestiti e l’A.B.I. nonché quello fra la Cassa ed il Ministero medesimi. Era previsto che, rispetto al complessivo importo limite di 5.000 miliardi, la Cassa stessa dovesse provvedere per 1.000 miliardi in proprio e per 4.000 miliardi per conto degli Istituti e delle Sezioni di credito speciale. In sede di stipula delle predette convenzioni, avvenuta, rispettivamente, in data 20 ottobre 1989 e 22 novembre 1989, tali misure sono state aggiornate, nell’ordine, a 500 miliardi e a 4.500 miliardi di lire. A partire dal 1990 ha avuto luogo l’attivazione dei citati mutui con cadenza semestrale e con provvista finanziaria da parte della Cassa entro la prima decade dei mesi di gennaio e di luglio di ciascun anno. I soggetti beneficiari hanno l’onere di inoltrare tempestivamente, con circa un semestre di anticipo rispetto alle predette scadenze per la provvista, le istanze di accensione del mutuo, contenenti un’analitica descrizione delle prevedibili complessive occorrenze, allo scopo di consentire l’attuazione del previsto meccanismo di gradualità dei finanziamenti. Estrema importanza (come raccomandato dalle circolari ministeriali dirette agli Esercenti) riveste una valutazione quanto più esatta possibile delle occorrenze, poiché valutazioni in eccesso provocherebbero l’accensione di mutui sovrabbondanti rispetto alle esigenze, con aggravio di interessi passivi in corrispondenza dei fondi non utilizzati, mentre valutazioni in difetto si tradurrebbero in evidenti difficoltà per la regolare prosecuzione dei lavori. Sulla base di dette istanze, il Ministero dei trasporti formula alla Cassa DD.PP. esplicita richiesta delle necessità finanziarie e, conseguentemente, la Cassa provvede alla provvista dei fondi in base alla convenzione stipulata con l’A.B.I., comunicando al Ministero la propria adesione. A seguito di detta adesione si procede all’emissione dei decreti interministeriali (Trasporti-Tesoro) di 28 autorizzazione all’accensione del mutuo e di contestuale impegno del contributo relativo all’ammortamento del mutuo stesso. Il procedimento descritto è sinteticamente rappresentato dal grafico seguente, desunto dalla documentazione acquisita. 29 ENTE BENEFICIARIO Comunica istanza di mutuo entro il 15 luglio per occorrenze I semestre anno successivo ed entro il 15 gennaio per occorrenze II semestre stesso anno. CASSA DEPOSITI E PRESTITI per conoscenza DIREZIONE GENERALE M.C.T.C. Formula esplicita richiesta entro il 30 settembre per le occorrenze del I semestre dell’anno successivo ed entro il 31 marzo per le occorrenze del II semestre stesso anno Comunica propria adesione alla accensione del mutuo e quantifica il relativo costo Trasmette delibera di assunzione mutuo e copia conforme del D.I. di autorizzazione e impegno. Predispone DD.II. di autorizzazione e contemporaneo impegno di spesa Stipula il contratto di mutuo e mette a disposizione le somme mutuate 30 Il rapporto che si crea a seguito dell’accensione del mutuo fra i soggetti interessati dall’operazione si configura alla stregua di una delegazione pro soluto assunta dal Ministero –delegato-, che si accolla tutti gli oneri a beneficio degli Esercenti –deleganti- a favore della Cassa depositi e prestiti –delegataria-, con esclusione, nei confronti di quest’ultima, di ogni possibile opposizione derivante dalle ragioni di credito intercorrenti fra i deleganti e il Ministero delegato. Le somme occorrenti agli Esercenti le linee ferroviarie per fronteggiare le spese per lavori e forniture, sempre nei limiti del mutuo, sono erogate su richiesta degli Esercenti stessi, corredata del nulla-osta ministeriale, rilasciato sulla base dei certificati di pagamento emessi dal Direttore dei lavori secondo gli stati di avanzamento dei lavori stessi, delle fatture, delle parcelle professionali, dei contratti di compravendita e di ogni altro idoneo documento giustificativo della spesa. La citata documentazione deve, altresì, contenere copia della fattura emessa dal Consorzio FERCONSULT cui compete, in base alla convenzione stipulata in data 7 luglio 1989 fra il Consorzio medesimo ed il Ministero, l’8% delle somme dovute per anticipazioni e stati di avanzamento, in relazione alla prestazione, da parte di detto Consorzio, di servizi tecnico-amministrativi e di direzione lavori. L’importo da corrispondere in occasione dei singoli stati di avanzamento, peraltro, è incrementato di una percentuale media nella quale vengono trasfuse le maggiorazioni ottenute per l’applicazione del prezzo chiuso di cui all’art.33 della legge 28 febbraio1986, n.41, calcolate preventivamente, con il sistema “a scalare”, per ogni anno previsto per l’ultimazione dei lavori a decorrere dalla data di stipulazione delle singole convenzioni fra Esercenti e Concessionari per l’affidamento della progettazione ed esecuzione delle opere. Il procedimento di erogazione delle somme mutuate è schematicamente illustrato dal grafico che segue, tratto dagli atti dell’Amministrazione. 31 Direttore dei lavori Predispone SAL e Certific. di pagamento. Provvede all’apposizione delle firme ed acquisisce la firma dell’Ing. Capo. Comunica l’importo del certificato. Trasmette tutta la documentazione. Concessionario Provvede alla fatturazione e restituisce. Esercente Vista una copia delle fatture e redige la domanda di somministrazione per la Cassa DD.PP.. Trasmette originale della documentazione Ing. Capo Appone il visto e restituisce. FERCONSULT Provvede alla fatturazione e restituisce. U.S.T.I.F. Il Direttore dell’USTIF verifica la documentazione ed appone il proprio visto. Trasmette originale della documentazione. FERCONSULT Verifica documentazione trasmette esito dell’esame. e D.G.M.C.T.C. Acquisisce rapporto USTIF e nota FERCONSULT. Verifica regolarità della documentazione e disponibilità fondi. Trasmette nulla-osta e domanda di somministrazione. Cassa DD.PP. Trasferisce le somme all’esercente. Concessionario Esercente Provvede al pagamento. FERCONSULT 32 Dal sistema sopra descritto si evince, quindi, che i finanziamenti complessivi occorrenti per le varie opere da realizzare vengono frazionati in più mutui per fronteggiare le esigenze di spesa di volta in volta rappresentate dagli Esercenti. A partire dal 1995 il sistema stesso risulta semplificato per la cessazione dell’apporto del sistema bancario e l’assunzione da parte della Cassa depositi e prestiti dell’onere esclusivo per il finanziamento dei mutui nel limite del residuo importo utilizzabile, pari a lire 3.035,052 miliardi sul limite complessivo di lire 5.000 miliardi di cui all’art.2, comma 3, della legge n.910/1986. Tale innovazione è stata sancita con decreto interministeriale TrasportiTesoro n.660 del 13 marzo 1995, con il quale è stato disposto che i mutui richiesti dagli Enti ferroviari vengano preventivamente autorizzati con singoli decreti del Ministro dei trasporti e della navigazione di concerto con il Ministro del tesoro, nei limiti di intervento previsti per ciascun Ente nel piano di ripartizione adottato nel 1988, nonché, ovviamente, nei limiti degli stanziamenti di bilancio annualmente stabiliti dalle leggi finanziarie. Le successive richieste di somministrazione sui mutui concessi, avanzate dagli Enti esercenti, vengono corredate del nulla-osta ministeriale, sulla base dei certificati di pagamento, emessi dal Direttore dei lavori secondo gli stati di avanzamento, delle fatture, delle parcelle professionali, dei contratti di compravendita e di altri idonei documenti giustificativi di spesa. Il pagamento delle rate di ammortamento dei mutui ha luogo alle consuete scadenze del 30 giugno e del 31 dicembre, previa semplice notifica al Ministero dei ruoli di riscossione emessi dalla Cassa depositi e prestiti in base ai vigenti regolamenti. Lo snellimento delle procedure ha comportato, fra l’altro, l’eliminazione della cadenza semestrale per la predisposizione, da parte degli Esercenti, dei programmi di intervento, con la conseguente possibilità, per gli Esercenti stessi, di richiedere i mutui in qualsiasi momento, in base alle esigenze emerse in relazione alla concreta progressione dei lavori e previa valutazione ministeriale circa la congruità ed entità dell’importo del finanziamento. I mutui sono ammortizzabili in 10 anni e rimborsabili in 20 semestralità al saggio d’interesse vigente della Cassa al momento della concessione, mediante i contributi da corrispondere alla Cassa stessa direttamente dal Ministero, in nome e per conto degli Esercenti, tramite delegazione pro-soluto. Dal quadro procedimentale sopra illustrato e dalla sua evoluzione si evince l’opportunità della scelta compiuta nel 1995, che ha portato all’adozione di 33 un sistema di finanziamento meno complesso ed anche meno costoso, come esplicitamente riconosciuto dallo stesso citato decreto ministeriale n.660/95, nelle cui premesse, fra l’altro, si legge che “il ricorso alla Cassa depositi e prestiti consentirebbe un sensibile risparmio per l’erario in dipendenza del minor tasso e dell’assenza di costi aggiuntivi nonché un’accelerazione delle procedure di finanziamento”. Sarebbe stato preferibile, semmai, addivenire anche prima ad una tale soluzione, visto che non pare sussistessero problemi di disponibilità della Cassa, la quale si è accollata, alla fine, la maggior parte dell’onere finanziario. 3.2.2 L’allocazione e utilizzazione delle risorse Il decreto interministeriale Trasporti-Tesoro n.1334 del 9 luglio 1987, con il quale sono state fissate le modalità per l’attivazione dei mutui di cui sopra è detto, ha previsto l’adozione, a cura del Ministro dei trasporti di concerto con quello del tesoro, di un piano di riparto sulla base di specifiche analisi costi-benefici espletate su ciascun investimento e dei relativi progetti di massima. Tale piano individua la quota spettante a ciascun Ente, nei limiti della quale possono essere contratti i mutui medesimi. Il suddetto piano di riparto è stato effettivamente adottato con decreto interministeriale Trasporti-Tesoro n. 225 del 14 novembre 1988, in relazione alle previsioni formulate dagli Enti ferroviari interessati circa le modalità e i tempi di esecuzione degli interventi da realizzare sulle linee esercitate. Il piano è articolato per categorie di opere, ripartite in un arco temporale di dieci semestri, a cominciare dal primo semestre del 1989. Le categorie fra le quali sono ripartite le risorse sono le opere civili, che assorbono la maggior parte delle risorse stesse, l’armamento, l’elettrificazione, il segnalamento ed il materiale rotabile. Viene, peraltro, prevista la possibilità di apportare variazioni compensative tra le varie categorie di interventi in relazione alle risultanze progettuali e nei limiti della quota di finanziamento riconosciuta a ciascun Ente ferroviario. E’ altresì previsto che, in caso di divario fra i limiti di finanziamento autorizzati nel piano di riparto ed i mutui effettivamente autorizzati dopo l’espletamento delle procedure di affidamento dei lavori, le quote non utilizzate rimangano a disposizione dell’Amministrazione per essere destinate al finanziamento di ulteriori progetti riconosciuti ammissibili ed eseguibili. Dal piano di riparto approvato con l’anzidetto decreto n.225 si evince che l’importo complessivo più consistente è stato attribuito alla Ferrovia Circumvesuviana (490 miliardi di lire); segue a breve distanza l’importo destinato 34 alle Ferrovie Nord-Milano (400 miliardi); quello più esiguo (7 miliardi) risulta invece assegnato alla Ferrovia Udine-Cividale. Il totale degli importi ripartiti ammonta a lire 4.980 miliardi. Con successivo decreto del Ministro dei trasporti n.114 del 21 marzo 1991 si è provveduto all’assegnazione delle economie realizzabili per effetto della riduzione al 4% dell’aliquota I.V.A., disposta, per i lavori di ammodernamento e potenziamento delle linee ferroviarie, dalla legge 15 dicembre 1990, n. 385. Tali economie, valutate globalmente in 320 miliardi di lire, sono state assegnate a n. 17 Ferrovie concesse ed in gestione commissariale governativa, tenendo conto delle necessità più urgenti e dell’esigenza di realizzare opere funzionali in relazione al programma di ammodernamento in via di attuazione. La quota di gran lunga più consistente è stata assegnata alle Ferrovie Nord Milano (208 miliardi); segue quella destinata alla Ferrovia Circumetnea (56 miliardi); quote nettamente minori, le più consistenti delle quali non superano i 5,5 miliardi, risultano attribuite alle altre 15 Ferrovie. Infine, con il decreto interministeriale Trasporti-Tesoro n.1339 del 13 maggio 1999, è stato completato il riparto dei residui 20 miliardi di lire (non attribuiti dal citato decreto interministeriale n.225/1988), raggiungendosi così il limite complessivo di 5.000 miliardi, entro il quale, ai sensi dell’art.2, terzo comma, della legge n.910/1986, le Ferrovie in regime di concessione ed in gestione commissariale governativa possono contrarre mutui. Tale riparto finale, originato dalla necessità di consentire l’approvazione delle ultime progettazioni esecutive, ha interessato 8 Ferrovie e risulta destinato, prevalentemente, al completamento degli interventi di ammodernamento. Il quadro riassuntivo delle assegnazioni per il finanziamento dei mutui nonché delle attribuzioni delle economie derivanti dalla riduzione dell’aliquota I.V.A. risulta dal seguente prospetto, nel quale sono contestualmente esposti gli importi desunti dai tre decreti di cui sopra. 36 Importi in miliardi di lire FERROVIA In gestione o in concessione D.I. 225/87 D.I. 1339/99 D.M.114/91 (economie) TORINO-CERES concessione 196 0 0 CANAVESANA concessione 91 3,5 3 DOMODOSSOLA-CONF.SVIZZERO concessione 40 0 2,5 NORD MILANO concessione 400 0 208 BRESCIA- ISEO- EDOLO concessione 96 0 0 TRENTO-MALE' concessione 60 0 5,5 UDINE-CIVIDALE gestione 7 0 0 GENOVA-CASELLA gestione 21 0 1 MESTRE-ADRIA gestione 53 0 0 BOLOGNA- PORTOMAGGIORE gestione 100 6 0 FERRARA-CODIGORO gestione 50 1 4 REGGIANE concessione 80 2 3 MODENA-SASSUOLO concessione 50 1 0 CASALECCHIO-VIGNOLA concessione 100 0 0 SUZZARA-FERRARA gestione 260 5 0 PARMA-SUZZARA gestione 35 0,5 0 STIA-AREZZO-SINALUNGA gestione 100 0 0 CENTRALE UMBRA gestione 120 0 5 ROMA-PRIMA PORTA concessione 85 1 2,5 ROMA-LIDO concessione 117 0 5 ROMA-PANTANO concessione 300 0 0 gestione 105 0 0 CUMANA concessione 180 0 0 CIRCUMFLEGREA concessione 200 0 0 CIRCUMVESUVIANA gestione 490 0 0 ALIFANA gestione 210 0 0 BENEVENTO-CANCELLO gestione 160 0 3 BARI-BARLETTA concessione 144 0 0 GARGANICA concessione 80 0 3,5 SUD EST gestione 320 0 5,5 CALABRO LUCANE (*) gestione 340 0 0 APPULO LUCANE gestione 0 0 5,5 FERROVIE DELLA CALABRIA gestione 0 0 4 COMPLEMENTARI SARDEGNA (**) gestione 100 0 0 STRADE FERRATE SARDE (**) gestione 90 0 0 FERROVIE DELLA SARDEGNA gestione 0 0 3 CIRCUMETNEA gestione SANGRITANA Totale (*) Si sono scisse in Appulo-Lucane e Ferrovie della Calabria (**) Confluite entrambe nelle Ferrovie della Sardegna 200 0 56 4.980 20 320 37 Entro i suesposti limiti gli Esercenti beneficiari, come già detto, possono contrarre i mutui di volta in volta autorizzati sulla base delle richieste correlate alle periodiche occorrenze e prelevare, quindi, le somme necessarie per far fronte alle spese relative alle esigenze degli interventi, rappresentate in apposite documentate istanze. Queste sono sottoposte alle verifiche di competenza ministeriale e vengono poi inoltrate, munite di nulla-osta, alla Cassa depositi e prestiti, che provvede al pagamento di dette somme secondo le procedure d’uso. La disponibilità di fondi creata dall’accensione dei mutui è stata elevatissima nel primo anno di gestione (1990), in relazione alle maggiori necessità iniziali dovute soprattutto alle anticipazioni contrattuali da corrispondere, raggiungendo gli 846 miliardi di lire. Negli anni successivi e fino al 2002, le nuove disponibilità derivanti dagli ulteriori mutui hanno avuto un andamento altalenante, ma generalmente decrescente, in rapporto alle minori occorrenze, salvo il picco manifestatosi nel 1999 (circa 795 miliardi). Le erogazioni lorde (comprensive della maggiorazioni per IVA e delle quote dell’8% destinate al Consorzio FERCONSULT), che nel 1990 hanno raggiunto i 73 miliardi di lire, l’anno seguente hanno superato di poco i 400 miliardi per poi scendere nel 1992 a 156 miliardi e risalire lievemente nel 1993 a 196 miliardi. Il picco delle erogazioni registrato nell’anno 1991 è per lo più attribuibile all’incidenza delle anticipazioni contrattuali, che nella fase di avvio delle erogazioni hanno contribuito sensibilmente ad elevarne gli importi. A partire dal 1994, anno in cui le erogazioni hanno superato di poco i 280 miliardi di lire, si riscontra un andamento generalmente ascendente fino al 1999, allorché si è registrato il livello più alto, pari a oltre 480 miliardi. Dall’anno seguente ha avuto inizio la discesa dei livelli delle erogazioni stesse, dovuta al progressivo ridursi del volume globale delle opere in corso. 38 L’andamento dei mutui e delle erogazioni, anno per anno, è evidenziato dai grafici di seguito riportati (forniti dall’Amministrazione), che mostrano sia gli importi resi disponibili e quelli erogati in ciascun anno, sia il loro accrescimento 39 progressivo fino al raggiungimento, nel 2002, degli importi, rispettivamente, di 4.065 e 3.668 miliardi di lire18. 1990 mutui x anno 1991 Legge 910/86 art. 2 , 3° comma tabella riassuntiva mutui ed erogazioni importi in miliardi di lire 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 846 349 248 302 233 481 170 151 199 795 114 93 85 progressivo mutui 846 1.195 1.443 1.745 1.978 2.459 2.629 2.780 2.979 3.774 3.888 3.981 4.065 erogazioni x anno 73 401 156 196 281 242 327 317 409 484 385 162 234 progressivo erogazioni 73 474 630 826 1.108 1.350 1.676 1.994 2.403 2.887 3.272 NB i pagamenti si riferiscono alle erogazioni comprensive di iva e spese generali, la data di riferimento è il n.o. al pagamento i mutui fanno riferimento alla data del decreto 3.434 3.668 Legge 910/86 - Mutui 900 importi in miliardi di lire 800 700 600 500 mutui x anno 400 300 200 100 0 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 Legge 910/86 - Andamento progressivo mutui 4.500 4.000 importi in miliardi di lire 3.500 3.000 2.500 progressivo mutui 2.000 1.500 1.000 500 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 0 18 Gli importi sono esposti sempre in lire, anche con riferimento all’anno 2002, per evidenti ragioni di uniformità e confrontabilità. 40 LEGGE 910/86 - Erogazioni 600 importi in miliardi di lire 500 400 300 erogazioni x anno 200 100 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 0 Legge 910/86 - Importo progressivo erogazioni 4.000 3.000 2.500 2.000 progressivo erogazioni 1.500 1.000 500 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 0 1990 importi in miliardi di lire 3.500 40 L’accostamento dell’ammontare delle erogazioni effettuate in ciascuno degli anni dal 1990 al 2002 a quello dei mutui autorizzati per gli anni medesimi consente di verificare il procedimento seguito, tendente ad assicurare la corrispondenza dei mutui alle effettive esigenze rappresentate dagli Esercenti. Dai grafici che seguono si rileva, così, che l’importo complessivo dei mutui autorizzati nel periodo considerato, pari a lire 4.065 miliardi, supera non di molto (per circa 400 mld) l’importo complessivo delle somme erogate nel periodo stesso, pari a lire 3.668 miliardi, il che conferma, nel complesso, la corrispondenza di cui sopra. In particolare, dal confronto degli importi progressivi si evince che nei primi sei anni l’ammontare complessivo dei mutui supera largamente quello delle erogazioni effettuate dalla Cassa depositi e prestiti, (per circa 1.100 mld), come se gli Esercenti avessero, troppo ottimisticamente, largheggiato nel rappresentare le esigenze, rivelatesi, poi, abbondantemente inferiori, oppure come se, rappresentate realisticamente le esigenze stesse, avessero trovato, poi, difficoltà nella concreta attuazione degli interventi. Nella seconda parte del periodo considerato, è avvenuto gradualmente il recupero delle eccedenti somme mutuate e a disposizione; infatti, negli anni dal 1996 al 2002 le erogazioni hanno largamente superato, tranne che nel 1999, l’ammontare dei nuovi mutui autorizzati nei citati singoli anni. Non sembra, quindi, che il procedimento sia stato sempre così rigoroso da assicurare la costante aderenza dei mutui accesi alle effettive esigenze di spesa. Nella fase iniziale si è prodotto, infatti, l’accumulo di una notevole giacenza di disponibilità presso la Cassa, solo parzialmente assorbita nel prosieguo, per cui non può ritenersi puntualmente osservata la raccomandazione ministeriale, di cui è cenno nel paragrafo 3.2.1, circa l’importanza della esatta valutazione delle occorrenze allo scopo di evitare l’aggravio di interessi passivi per mutui inutilizzati. 41 Legge 910/86 Mutui - Erogazioni lorde per anno 900 importi in miliardi di lire 800 700 600 500 mutui x anno 400 erogazioni x anno 300 200 100 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 0 Legge 910/86 Mutui- Erogazioni lorde 4.500 3.500 3.000 mutui x anno 2.500 erogazioni x anno progressivo mutui 2.000 progressivo erogazioni 1.500 1.000 500 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 0 1990 importi in miliardi di lire 4.000 42 3.2.3 I flussi di spesa relativi agli anni 1999-2001 I flussi di spesa relativi al triennio 1999-2001, che hanno interessato il pertinente capitolo 7033 (già 7304 nell’esercizio 1999 e divenuto, poi, 8095 nell’esercizio 2002), i cui stanziamenti sono pari a 750 miliardi di lire nel 1999 e a 956 miliardi circa in ciascuno dei successivi due anni, hanno manifestato un andamento in crescita nel corso del triennio stesso. Gli impegni sono passati, infatti, dai 601 miliardi circa del 1999 ai 629 del 2000 e, infine, ai 725 del 2001. I pagamenti in conto competenza, a loro volta, dai 264 miliardi circa del 1999 sono passati ai 408 del 2000 ed ai 505 del 2001. Anche i residui, però, hanno fatto registrare un incremento ancor più accentuato, passando dai 91 miliardi circa provenienti dal 1998 ai 428 accertati per il 1999, a causa, soprattutto, dell’esiguità dei pagamenti complessivi effettuati. I residui accertati per il 2000, infine, ammontano a circa 474 miliardi e l’andamento crescente appare destinato a continuare, in quanto a fine 2001 si registrano residui per circa 586 miliardi di lire. L’incremento dei residui è dovuto essenzialmente al trasporto di quelli prodotti in ogni esercizio al corrispondente capitolo dell’esercizio finanziario successivo, nel quale si sommano ai residui provenienti dalla competenza dell’anno precedente. Il loro formarsi dipende dalla discontinuità temporale che spesso si verifica fra il decreto autorizzativo del mutuo, recante anche l’impegno per la prima rata di ammortamento, e il materiale pagamento di detta rata. Ciò accade in quanto la Cassa depositi e prestiti, pur avendo dato in precedenza la propria adesione al mutuo, attende di conoscere gli estremi dell’impegno, assunto dall’Ufficio centrale del bilancio presso il Ministero, prima di darvi corso o anche semplicemente perché l’impegno è formalmente assunto nella parte finale dell’anno, il che non consente il conseguente pagamento entro l’anno medesimo. Quanto alle risultanze di cassa, i pagamenti totali effettuati nel 1999 sono stati pari a lire 264 miliardi che, in rapporto all’autorizzazione finale di cassa di 650 miliardi, rappresentano il 40% circa dell’autorizzazione stessa. Nel 2000 il rapporto percentuale fra i pagamenti, pari a lire 583 miliardi, e lo stanziamento di 955 miliardi è salito al 61% circa e nel 2001 è ulteriormente migliorato, raggiungendo il 69% circa (pagamenti per 612 miliardi contro un’autorizzazione di 892 miliardi di lire). In detti pagamenti totali sono compresi quelli effettuati in conto residui, il cui andamento rispecchia quanto sopra detto circa la discontinuità temporale che determina la formazione dei residui stessi. Infatti, a parte il residuale singolo 43 pagamento di lire 262,6 milioni effettuato nel 1999, nei due anni successivi i pagamenti hanno avuto luogo nei primi mesi dell’anno. In particolare, nel 2000 sono stati emessi n. 178 titoli di spesa, tutti in data 10 febbraio, per l’importo complessivo di lire 175.171,7 milioni; nel 2001 i titoli emessi sono stati 120, tutti in data 22 gennaio, per l’importo complessivo di lire 107.238 milioni. I pagamenti in conto competenza seguono, invece, la cadenza semestrale della corresponsione delle rate di ammortamento dei mutui. I relativi titoli di spesa risultano, quindi, emessi in due tornate coincidenti, normalmente, con i mesi di maggio/giugno e di novembre di ciascun anno. I dati di cui sopra sono schematicamente evidenziati nel seguente prospetto, desunto dalle risultanze dei decreti di accertamento residui e dal sistema informativo della Corte dei conti (S.I.C.D.C.). 44 (importi in milioni di lire) Capitolo 7033 Esercizio 2001 Capitolo 7033 Esercizio 2000 Capitolo 7304 Esercizio 1999 Competenza Stanziamento iniziale Variazioni 750.000 Stanziamento finale 750.000 Impegni 600.955 Residui Cassa 91.223 750.000 - 100.000 650.000 Economie 149.045 Pagamenti Residui 263.738 337.217 263 90.960 264.001 Stanziamento iniziale 892.387 428.177 892.387 Variazioni 63.300 63.300 Stanziamento finale 955.687 955.687 Impegni 628.838 Economie 326.849 Pagamenti Residui 408.148 220.690 175.171 253.006 583.319 Stanziamento iniziale 956.100 473.696 892.000 107.238 366.458 612.307 Variazioni Stanziamento finale Impegni 724.937 Economie 231.163 Pagamenti Residui 505.069 219.868 45 4. Stato di attuazione degli interventi Alla oggettiva complessità delle procedure di finanziamento, illustrate nel paragrafo precedente, si sono sommate notevoli difficoltà nella fase di impostazione e di avvio del programma, con specifico riferimento alle attività finalizzate alla scelta delle società concessionarie cui affidare la progettazione esecutiva e la realizzazione degli interventi di rispettiva pertinenza. 4.1 Le convenzioni di concessione Come già accennato sub 3, solo nell’ottobre del 1989 –vale a dire, oltre la metà del quinquennio (1987-1991) previsto dalla legge n.910/86- il Ministero dei trasporti è stato in grado di autorizzare la stipula delle convenzioni di concessione, sulla base dello schema-tipo precedentemente definito in sede centrale. E’ così che –come si evince dalla tabella G- sono state stipulate 34 convenzioni con Consorzi o Associazioni temporanee di imprese, di cui 28 a seguito di confronto concorrenziale, nell’ultimo trimestre del 1989, mentre nel corso del 1990 sono stati perfezionati, a trattativa privata, gli atti convenzionali delle Ferrovie Nord Milano con il CONSORZIO CON.FE.MI. e della Circumvesuviana di Napoli con il CONSORZIO FERROVIARIO VESUVIANO; in data 21.5.1991 sono state, infine, sottoscritte le convenzioni tra la Cumana e la Circumflegrea di Napoli, entrambe a trattativa privata con l’A.T.I. ITALSTRADE S.p.a., mentre la concessione da parte della Ferrovia Sangritana in favore della A.T.I. TOTO S.p.a. risulta assentita in data 20 giugno 1991, a seguito di confronto concorrenziale. Complessivamente l’importo presunto degli investimenti da realizzare superava i 3.500 miliardi delle vecchie lire, con un picco di spesa di £ 446,8 mld per le opere della Ferrovia Circumvesuviana di Napoli, seguita dalle Ferrovie Sud-Est in Puglia con £ 235,4 mld, dalle Ferrovie Calabro-Lucane con £ 235 mld, dalla RomaPantano con £ 212,3 mld e dalla Suzzara-Ferrara con £ 206,1 mld. Nella fascia compresa tra 100 e 200 miliardi di lire si attestano la Ferrovia Circumflegrea (NA), con interventi previsti per £ 178 mld, l’Alifana (NA) con £ 158,1 mld, la Torino-Ceres con £ 153,9 mld, la Benevento-Napoli con £ 126,2 mld, la Ferrovia Cumana (NA) con £ 115,7 mld e le Ferrovie Nord Milano con £ 101,8 mld. I lavori di minore importo riguardano, infine, -in ordine decrescente- la Ferrovia Parma-Suzzara con un importo presunto di £ 27,7 mld, la DomodossolaConfine svizzero con £ 27,3 mld, la Genova-Casella con £ 16,8 mld e la UdineCividale con 5,4 miliardi di lire. 46 Le convenzioni originarie avevano un contenuto standardizzato, che comprendeva le attività poste a carico del concessionario (progettazione esecutiva, procedure espropriative, realizzazione dei lavori e acquisizione delle forniture); l’indicazione dell’importo presunto degli interventi ed il rinvio a singoli “atti integrativi” per la definizione delle diverse prestazioni e la specificazione delle relative clausole contrattuali; la previsione della revisione-prezzi, mediante ricorso alla formula del “prezzo chiuso”; la disciplina in materia di controlli, direzione lavori e collaudi. Uno snodo essenziale del rapporto concessorio era rappresentato dalla redazione, a cura del concessionario, del “Programma di avanzamento delle prestazioni” (P.A.P.), un documento di carattere tecnico-operativo contenente la scansione temporale dei vari adempimenti finalizzati all’espletamento della progettazione esecutiva ed alla successiva realizzazione di tutti gli interventi dedotti in concessione. Dai dati riportati nella tabella G emerge, tuttavia, che il termine di 30 gg. (dalla data di esecutività delle singole convenzioni) previsto per tale adempimento è stato superato da tutti i concessionari: si va da un tempo minimo di circa 5 mesi per l’A.T.I. TOTO S.p.a. (Ferrovia Sangritana) ad un massimo di 25 mesi del Consorzio COPRESOP (Ferrovia Stia-Arezzo-Sinalunga), mentre la maggior parte delle società (19) si attesta tra 7 e 9 mesi; 10 concessionari hanno presentato i rispettivi programmi in un periodo compreso fra 11 e 18 mesi. Un discorso a parte va fatto, infine, per le Ferrovie Calabro-Lucane, poiché il processo di scissione nelle due Gestioni governative delle Appulo-Lucane e delle Ferrovie della Calabria ha comportato, nel marzo 1992, la stipulazione di atti modificativi della originaria convenzione con l’A.T.I. IMPREGILO S.p.a.: sicché la presentazione dei relativi P.A.P. è intervenuta –rispettivamente- nel novembre e nel settembre del 1992. In termini cronologici, gli ultimi programmi di avanzamento delle prestazioni sono stati presentati il 15 gennaio 1993 dall’A.T.I. ITALSTRADE S.p.a. per le Ferrovie Cumana e Circumflegrea e, in data 23.4.1993, dall’A.T.I. TOTO S.p.a. per la Ferrovia Sangritana: tale circostanza, peraltro, è da porre in relazione al tardivo perfezionamento dei rispettivi atti concessori. 4.2 Gli atti integrativi Le considerazioni che precedono evidenziano in modo inequivocabile come l’intero quinquennio previsto dall’art.2, comma 3, della legge n.910/1986 sia stato quasi interamente assorbito da una imponente attività preparatoria: infatti, le 47 prime erogazioni a carico dei fondi stanziati dalla legge medesima riguardano esclusivamente la corresponsione ai concessionari dell’anticipazione del 10% dell’importo presunto delle convenzioni. Inoltre, i ritardi accumulati nella fase di avvio del programma di ammodernamento non potevano non riverberarsi sulla successiva attività di progettazione esecutiva dei singoli interventi, affidata ai concessionari. A ciò si aggiunga che la difficoltà intrinseca di tale attività in molti casi ha prodotto un ulteriore allungamento dei tempi, sicché i primi “atti integrativi” per la effettiva realizzazione delle opere hanno potuto essere stipulati solo a partire dalla metà del 1993, mentre –in relazione allo slittamento temporale delle precedenti fasi procedimentali (v.par.4.1)- per le ferrovie dell’area napoletana (Cumana, Circumflegrea e Circumvesuviana) si è arrivati fino al settembre del 1994. Date ancora posteriori si riscontrano per la Suzzara-Ferrara (1.10.1995) e per la RomaPantano (4.10.1995), nonché per la Ferrovia Sangritana, che ha sottoscritto il primo atto integrativo (riguardante le opere civili della tratta Marina di S.VitoLanciano) solo in data 13 aprile 1996. 4.3 I programmi completati Rispetto ai ritardi generalizzati, appena descritti nel paragrafo precedente, in marcata controtendenza si pone la Ferrovia DomodossolaConfine svizzero, che nel periodo luglio 1991-maggio 1992 ha stipulato con la concessionaria “GIROLA S.p.a.” quattro atti integrativi concernenti, rispettivamente, armamento opere civili, materiale rotabile ed elettrificazione; i lavori sono stati eseguiti per un ammontare complessivo di £ 35,6 mld (con un incremento di £ 8,3 mld rispetto all’importo presunto di concessione) e risultano ultimati nei primi mesi del 1994, in anticipo sui termini contrattuali. L’unico ritardo si è registrato nelle operazioni di collaudo che, nel caso dell’armamento, si sono svolte dopo un anno dalla compilazione dello stato finale (18.4.1994), mentre per gli altri interventi sono state protratte fino al 30.10.1996. Un andamento ancora più soddisfacente si registra per la Ferrovia Udine-Cividale, che nel luglio del 1993 ha stipulato con la concessionaria “A.T.I. PIZZAROTTI & C. S.p.a.” due atti integrativi riguardanti opere civili (ristrutturazione ponti) e armamento della tratta Remanzacco-Cividale: i lavori, per un’ammontare di £ 5,3 mld, sono stati ultimati nel marzo del 1994, con un anno di anticipo rispetto al termine contrattuale; il collaudo è stato espletato il 25.7.1995, a un anno di distanza dalla presentazione del conto finale. 48 Sostanzialmente completati possono ritenersi gli interventi programmati dalla Ferrovia Brescia-Iseo-Edolo e definiti mediante la sottoscrizione di sette atti integrativi con il concessionario “CONSORZIO CON.FE.MI.”, che comprendevano l’acquisto di materiale rotabile (complessivamente n.8 automotrici e n.3 locomotori), l’armamento delle tratte Bornato-Rovato, Breno-Cedegolo e CedegoloEdolo, opere civili (rifacimento ponti) e attrezzature di segnalamento (impianti ACEI), per una spesa complessiva di £ 67,5 mld. Tutti gli interventi citati sono stati realizzati durante il 1995 (ad eccezione degli impianti ACEI, eseguiti al 90% e tuttora in corso), usufruendo di proroghe dei termini di ultimazione non superiori a 6 mesi; ultime in ordine di tempo sono state le opere civili (importo £ 3 mld) che, consegnate nel novembre 1997, risultano completate nell’agosto 1999. Ingiustificati ritardi si registrano, tuttavia, nella compilazione del conto finale dei lavori di armamento (17 mesi) e nell’espletamento dei collaudi (17 mesi). Considerazioni analoghe valgono per la Ferrovia Genova-Casella, che tra il luglio 1993 e il novembre 1995 ha stipulato tre atti integrativi con la concessionaria “A.T.I. ANSALDO TRASPORTI S.p.a.” per acquisto di materiale rotabile (2 elettromotrici E46 + 3 rimorchi R46), per opere civili relative al progetto della variante di Begato e per attrezzature di segnalamento (4 impianti ACEI): tutti gli interventi sono stati realizzati per l’importo complessivo di £ 18 mld (con una maggiore spesa di £ 1,1 mld rispetto all’importo presunto della concessione), sia pure con qualche ritardo sui termini contrattuali, prorogati fino al 1°.9.1997 per gli impianti di segnalamento, al 3.8.1998 per le forniture e al 14.7.2000 per le opere civili. Nell’agosto del 2000, con l’ultimazione dei lavori di soppressione dei passaggi a livello (Bibbiano 3 e 4 I.F.) sono stati completati anche gli interventi programmati dalle Ferrovie Reggiane e definiti, nel periodo 1993-1998, mediante sette atti integrativi conclusi con la concessionaria “A.T.I. C.C.P.L.”: l’investimento complessivo è stato di £ 58,1 mld, inferiore di £ 3,1 mld rispetto all’importo presunto della concessione. E’ in via di completamento l’intervento relativo agli impianti di segnalamento e telecomunicazione, che presenta una percentuale di avanzamento pari al 98%. Tutti gli interventi, peraltro, sono ancora in attesa del collaudo. 49 Con sostanziale rispetto dei termini contrattuali sono stati ultimati nel quadriennio 1994-1998 gli interventi affidati, mediante sette atti integrativi, alla concessionaria “A.T.I. ANSALDO TRASPORTI S.p.a.” dalla Ferrovia ParmaSuzzara, per una spesa complessiva di £ 25,5 mld. Gli investimenti hanno riguardato –tra l’altro- l’adeguamento dell’armamento dell’intera linea (importo £ 14,4 mld), impianti di sicurezza e automazione (£ 5,2 mld) e opere civili, di armamento e segnalazione per il Deposito-officina di Guastalla (per un totale di circa £ 5,5 miliardi). Per quest’ultimo, articolato intervento il collaudo è intervenuto solo il 28 marzo 2000 (armamento e opere civili), mentre per gli impianti di segnalamento (ultimati nel settembre 1998) si è dovuto attendere più di un anno per la compilazione dello stato finale e ulteriori tre anni per il collaudo (12.11.2002). Uno sviluppo analogo hanno avuto nel triennio 1993-1996 gli interventi di potenziamento della Ferrovia Centrale Umbra, eseguiti sulla base di cinque atti integrativi dalla concessionaria “A.T.I. FIORONI INGEGNERIA S.p.a.” per l’importo complessivo di £ 90,4 mld . Più della metà dell’investimento totale (57,5%) è stato assorbito dal rinnovo del materiale rotabile mediante l’acquisto di 20 automotrici bicabina e di 16 monocabina, approvvigionate e collaudate nell’aprile 1996; oltre 10 miliardi di lire sono stati destinati al potenziamento della rete telefonica lungo le tratte Perugia S.Anna-Ponte S.Giovanni-Umbertide e Umbertide-S.Sepolcro. Impreviste difficoltà operative hanno procrastinato fino all’ottobre 2001 il termine di ultimazione (originariamente previsto per il settembre 1997) dei lavori di installazione degli impianti di segnalamento e di telecomunicazione, per i quali sono stati spesi circa 23 miliardi di lire. Per completezza va segnalato, infine, che solo il 30 novembre 2000 sono state collaudate le opere civili relative alla tratta Perugia S.Anna-S.GiovanniUmbertide (importo £ 6,7 mld), con un ritardo di quasi 4 anni e ½ rispetto alla data di presentazione del conto finale (10.6.1996). Tra l’aprile 2000 ed il settembre 2002 sono stati collaudati i lavori di 6 interventi (per opere civili) sul totale di 13 previsti da altrettanti atti integrativi, stipulati dalla Ferrovia Canavesana con la concessionaria “A.T.I. GRANDI LAVORIFINCOSIT S.p.a.”, per un investimento effettivo di oltre 68,1 miliardi di lire, superiore di £ 4,7 mld rispetto all’importo presunto della concessione (£ 63,4 mld). 50 Le iniziative di maggiore entità finanziaria hanno riguardato l’acquisto di materiale rotabile per £ 13,2 mld, la realizzazione degli impianti di segnalamento e telecomunicazione sulla tratta Settimo-Rivarolo per £ 12,5 mld, la ristrutturazione di stazioni (opere civili e armamento) per oltre 10 miliardi di lire, la soppressione di passaggi a livello sulle tratte S.Benigno-Rivarolo (per £ 9,5 mld) e Settimo-Volpiano (per £ 5,2 mld). Tutti gli interventi risultano ultimati nei termini contrattuali, salvo l’approvvigionamento del materiale rotabile che è stato completato, con 21 mesi di ritardo, nel luglio 1999. Caratteristica negativa, ripetutamente rilevata, di questo rapporto concessorio è il ritardo con cui risultano presentati gli stati finali dei singoli interventi, che, per quelli più risalenti nel tempo, oscilla tra i 3 e i 5 anni rispetto alla data di ultimazione lavori, con un picco di 5 anni e 5 mesi per i lavori di armamento sulla tratta Bosconero-Rivarolo. Con un ritardo medio di tre anni rispetto ai termini contrattuali (più volte prorogati) sono stati completati, tra il maggio 1999 e il febbraio 2000, gli interventi affidati, mediante quattro atti integrativi, dalla Ferrovia Mestre-Adria alla concessionaria “A.T.I. FIORONI INGEGNERIA S.p.a.” per l’importo complessivo di circa 39 miliardi di lire. Risorse pari a due terzi dell’investimento sono state suddivise, in parti quasi uguali, tra i lavori di armamento (£ 12,2 mld) e le opere civili (£ 13,4 mld) che, unitamente agli impianti di segnalamento, avrebbero dovuto essere ultimati nel 1996; risulta, invece, approvvigionato tempestivamente fin dal dicembre 1993 il materiale rotabile, per una spesa di £ 8,3 mld. Tutti gli interventi per lavori, che hanno subito un’incidenza della revisione prezzi di poco inferiore al 15%, sono stati positivamente collaudati tra maggio e agosto del 2001. Una vicenda più complessa ha interessato il programma di potenziamento della Ferrovia Bologna-Portomaggiore, affidato in concessione, nel novembre 1989, alla “A.T.I. DEL FAVERO COSTRUZIONI S.r.l.” per un importo iniziale presunto di £ 49,8 mld. Infatti dopo quasi otto anni, nel giugno 1997, è stato sottoscritto un atto modificativo della convenzione originaria che, tra l’altro, ha portato l’investimento complessivo ad oltre 70 miliardi di lire. 51 Fino a tale data erano stati stipulati cinque atti integrativi, riguardanti lavori di armamento delle tratte Mezzolara-Portomaggiore (£ 13 mld) e RoveriBudrio (£ 7,5 mld), opere civili e impianti di segnalamento per la tratta BudrioPortomaggiore (complessivamente £ 6,7 mld), impianti di sicurezza sulla tratta Budrio-Roveri (£ 6,6 mld), interventi tutti ultimati tempestivamente nel corso del 1996. Successivamente alla modifica della convenzione di base sono stati conclusi ulteriori 7 atti integrativi, focalizzati sull’investimento di 23,8 miliardi di lire per i lavori di interramento della stazione di Bologna S. Vitale e sui connessi interventi di armamento e segnalamento della tratta Bologna Centrale-Bologna S. Vitale (in totale £ 2,6 mld): per questi ultimi interventi le pattuizioni di dettaglio sono intervenute nel febbraio 2000, contestualmente all’ultimazione delle opere civili e lavori di armamento per la stazione e deposito di Roveri. Il complesso degli interventi riguardanti Bologna-S. Vitale è stato completato alla fine del 2001, con uno scostamento, rispetto ai termini contrattuali, di 11 mesi per le opere civili e di 3 mesi e ½ per i lavori connessi ed è in attesa di collaudo. Va rilevata, conclusivamente, la forte incidenza percentuale della revisione prezzi, che si è attestata al 35% per gli atti integrativi posteriori alla modifica della convenzione, superando il 43% per i già ricordati lavori di interramento della stazione di Bologna S. Vitale. Nel corso del 2000 è stato completato il programma di investimenti della Ferrovia Ferrara-Codigoro, affidato in concessione alla “A.T.I. BONATTI S.p.a.” e definito mediante otto atti integrativi, per un importo complessivo di £ 41,3 miliardi. Gli interventi di maggiore rilevanza, che assorbono da soli più del 50% delle risorse, sono i lavori di armamento della linea (prima e seconda fase, per l’importo di £ 11,6 mld) e gli impianti di segnalamento e sicurezza (interventi funzionali 1, 2, 3, per l’importo di £ 10,8 mld): essi sono stati completati tra il 1994 e il 1998, dopo aver incrementato il materiale rotabile mediante l’acquisizione di n.3 automotrici FIAT, con una spesa di £ 5,2 miliardi. In una seconda fase di attuazione del programma sono stati realizzati, a partire dal novembre 1998, le opere civili, i lavori di armamento e gli impianti di segnalamento del Raccordo Stazione ammontare complessivo di £ 6,3 mld. Codigoro-Falco di Pomposa, per un 52 Il conto finale di quest’ultimo gruppo di interventi è stato presentato il 7 maggio 2001, a circa un anno di distanza dalle date di ultimazione dei lavori, mentre il collaudo è stato espletato dopo quasi 18 mesi (18.10.2002). Tra i programmi di potenziamento di maggiore rilevanza tecnicofinanziaria va certamente annoverato quello della Ferrovia Suzzara-Ferrara, definito con la concessionaria “A.T.I. C.M.B. Coop. a r.l.” mediante undici atti integrativi per l’importo complessivo di oltre 180 miliardi di lire. Lo sviluppo del programma ha avuto un andamento singolare, nel senso che –pur essendo stata sottoscritta la convenzione quadro alla fine del 1989 e presentato il relativo PAP nel maggio del 1991- il primo atto integrativo risulta stipulato solo in data 1°.10.1995, vale a dire quasi 18 mesi dopo la preventivata scadenza (7.4.1994) della convenzione medesima. In realtà, quasi i ¾ degli interventi sono stati formalizzati nel triennio 1998-2000 e ultimati tra il 15 maggio 2000 (le opere civili – interventi funzionali 8a e 8b) e il 31 maggio 2002 (gli impianti antincendio Stazioni di Sermide e Bondeno). Gli investimenti più consistenti hanno riguardato le opere civili relative al Viadotto di Bondeno e alla Stazione di Sermide (oltre £ 40,7 mld), i lavori di armamento delle tratte Poggio Rusco-Ferrara (crica £ 38 mld) e Suzzara-Poggio Rusco (£ 25,5 mld), gli impianti di automazione e telecomunicazione (quasi £ 20,5 mld) e l’elettrificazione della tratta Poggio Rusco-Ferrara(sottostazione elettrica di Sermide) per un importo di £ 13,9 miliardi. Come già accennato, tutti gli interventi risultano ultimati con la sola eccezione delle opere civili di completamento (importo £ 6,5 mld), che presentano tuttavia un avanzamento lavori del 97%. Con sensibile e generalizzato ritardo rispetto alle date di ultimazione dei lavori (comprese tra il giugno 1996 e l’agosto 1997) sono stati presentati gli stati finali dei diversi interventi, compresi nella concessione assentita dalle Ferrovie Complementari Sarde alla “A.T.I. IMPREGILO S.p.a.” per l’importo presunto di 58,5 miliardi di lire. In effetti, la conclusione del programma di investimenti è stata formalizzata solo nel corso del 2001, con un ritardo oscillante tra i 2 anni e 3 mesi per la fornitura di materiale rotabile e i 4 anni e 7 mesi per le opere civili della tratta Cagliari-Isili (varianti 1-9), con conseguente slittamento al 2002 di parte dei collaudi. 53 Gli interventi, definiti mediante sette atti integrativi (per un ammontare effettivo di £ 56,8 mld), sono incentrati sulle opere civili e i lavori di armamento della tratta Cagliari-Isili (varianti 1-9, 12, 16, 22) con una spesa complessiva di quasi £ 25,4 mld, e sugli omologhi lavori riguardanti la linea Macomer-Nuoro (varianti 2, 4, 5, 6), per un importo di poco superiore a 14 miliardi di lire. Particolarmente rilevante appare, infine, la spesa di £ 17,4 miliardi per l’acquisto di n.6 automotrici più n.3 rimorchi: la fornitura, effettuata tempestivamente nell’ottobre del 1996, è stata peraltro sottoposta a collaudo solo in data 28 maggio 1999. Vicende analoghe hanno interessato la realizzazione del programma di potenziamento delle Strade Ferrate Sarde, l’altra Gestione commissariale governativa operante nella parte settentrionale dell’isola, che ha affidato in concessione alla “A.T.I. INGG. PROVERA & CARRASSI S.p.a.” la realizzazione del programma medesimo, articolato in sei atti integrativi, tutti stipulati in data 26.11.1993. Gli investimenti, per complessivi 64 miliardi di lire, sono concentrati sulle opere civili, i lavori di armamento e gli impianti di segnalamento della linea SassariAlghero (spesa totale £ 39,7 mld) e sull’analogo intervento strutturale (escluso il segnalamento) concernente la tratta Sassari-Sorso, ammontante a circa £ 13,5 mld. Una quota di 10,7 miliardi di lire è stata, inoltre, destinata all’acquisto di materiale rotabile, nella fattispecie n.2 automotrici più n.2 rimorchi. Tutti gli interventi sono stati tempestivamente ultimati tra il settembre e il dicembre del 1996, con la sola eccezione degli impianti di segnalamento sulla linea Sassari-Alghero, completati (oltre i termini contrattuali) nel dicembre del 1999. Ebbene, anche in questo caso –come nel precedente- gli stati finali dei diversi interventi risultano presentati con abnormi ritardi, che vanno da un minimo di 19 mesi (per l’impianto di segnalamento da ultimo citato) ad un massimo di quasi 4 anni e ½ per i lavori di armamento della Sassari-Alghero. Tale situazione, ovviamente, si è riverberata sui collaudi, che in alcuni casi sono slittati al primo trimestre del 2002. 54 4.4 Gli interventi in corso Ai fini della presente indagine vengono considerati “in corso” gli interventi formalizzati con atti integrativi fino al 31.12.2000 e non ancora ultimati, avuto riguardo all’esplicito divieto, per i soggetti esercenti, di stipulare ulteriori atti integrativi delle concessioni in essere, introdotto dall’art. 131, comma 4, della legge 23 dicembre 2000, n.388 (finanziaria 2001)19. In tale ambito viene in evidenza il programma di investimenti della Ferrovia Torino-Ceres, affidato in concessione all’A.T.I. IMPREGILO S.p.a. per un importo presunto di circa 154 miliardi di lire e definito mediante la successiva stipula di 16 atti integrativi. Il programma si caratterizza per la cospicua acquisizione di materiale rotabile (ivi compreso un elettrotreno Y0530), con una spesa complessiva di oltre £ 32,6 mld, e per una serie di interventi di riqualificazione della tratta Borgaro-Ceres che comprendono lavori di armamento per £ 20 mld, opere civili (sottopasso di Borgaro e lavori di completamento, soppressione di passaggi a livello, risanamento gallerie) per £ 27,3 mld e impianti di segnalamento e sicurezza per £ 27,1 mld. Vanno, inoltre, citate la spesa di £ 9,2 mld per la sottostazione elettrica di Germagnano e opere civili connesse e la spesa di £ 15,3 mld per opere civili sostitutive dei passaggi a livello in prossimità della stazione di Caselle Aeroporto. Dei sedici interventi programmati, solo sette risultano ultimati: cinque tra il 1995 e il 1996, mentre gli altri due, riguardanti le forniture di materiale rotabile, hanno ottenuto il certificato di ultimazione nell’aprile del 1999; inoltre, devono ritenersi completate –anche se la circostanza non risulta formalizzata- le opere civili connesse all’armamento e alle rampe di accesso della stazione Dora nonché alla soppressione dei passaggi a livello 20, 21, 22, 23 e 27, che evidenziano un avanzamento lavori pari al 100%; al 98% risultano, infine, eseguiti gli analoghi lavori –prima citati- riguardanti la stazione di Caselle Aeroporto. Va rilevato, peraltro, che soltanto per le forniture di materiale rotabile sono stati emessi il conto finale ed il certificato di collaudo, rispettivamente il 12.9.2000 e il 5.3.2001. Avrebbero dovuto essere completate entro pochi mesi le opere civili e di elettrificazione per il riclassamento e adeguamento della tratta Borgaro-Ceres, 19 Per completezza va evidenziato che quest’ultima disposizione è stata poi abrogata dall’art.11, comma 2, della legge 1° agosto 2002, n.166, il quale ha espressamente precisato che “prosegue il programma di ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture ferroviarie previsto dalla legge 22 dicembre 1986, n.910 e successive modificazioni”. 55 definite con i più recenti atti integrativi in data 8 marzo 2000: per contro, al 31.12.2002, l’avanzamento lavori ha raggiunto il 64% per le prime, mentre l’elettrificazione è ferma al 33%; i lavori di armamento della medesima tratta, la cui ultimazione era stata prorogata al 31.3.2001, risultano eseguiti per il 79%, così come i coevi lavori riguardanti la sottostazione elettrica di Germagnano; infine, il corposo intervento (£ 27,1 mld) per il potenziamento degli impianti di segnalazione e sicurezza, il cui completamento era previsto entro l’aprile del 1999, presenta un avanzamento lavori limitato al 68% del totale. Per la completa realizzazione del programma di investimenti (£ 46,4 mld) della Ferrovia Trento-Malè mancano gli interventi relativi al prolungamento della linea fino a Marilleva, i cui atti integrativi alla concessione con l’A.T.I. DEL FAVERO COSTRUZIONI S.r.l. sono stati stipulati nel marzo del 1997. I restanti lavori, di minore entità (£ 2,5 mld), riguardano opere civili, armamento, segnalazione ed elettrificazione della stazione di Trento, oltre alla fornitura di materiale rotabile (un elettrotreno E86, del costo di £ 7,1 mld): essi risultano tutti ultimati nel corso del 1995, salvo l’impianto di sicurezza A.C.C. della stazione di Trento, che è stato completato nel dicembre 1997. Si ripropone anche per questo programma il fenomeno, più volte riscontrato, del ritardo nella presentazione del conto finale dei vari interventi, che oscilla tra i 14 e i 26 mesi, procrastinando anche l’effettuazione dei collaudi. L’investimento più cospicuo (£ 34,2 mld, pari a quasi i ¾ dell’importo totale della concessione) è rappresentato dalle opere civili per il prolungamento Malè-Marilleva, che presentano una percentuale di avanzamento dell’89%, mentre sono quasi completati i lavori di armamento (98%); in forte ritardo appare, invece, la realizzazione degli impianti di segnalamento e sicurezza, ferma al 30%, nonostante la consistente proroga dei termini, mentre i lavori di elettrificazione della nuova tratta hanno raggiunto un avanzamento pari al 78%. La spesa effettiva, risultante dagli atti integrativi, ammonta a £ 56,5 mld ed è superiore di oltre 10 miliardi di lire rispetto a quella presunta dalla concessione. Per il potenziamento della Ferrovia Modena-Sassuolo la convenzione di concessione con la “A.T.I. C.C.C.” indicava un importo presunto di £ 40,7 mld, riguardante l’esecuzione di una serie di interventi da ultimare entro il novembre 1993. 56 In realtà, in data 26 luglio 1993 risultano consegnati solo i lavori previsti dai primi tre atti integrativi stipulati (ad oltre due anni di distanza dall’approvazione del PAP) per la realizzazione di opere civili minori, inerenti ai Ponti Cerca, Fossa, Quattroponti e Baggiovara, e relativi lavori di armamento, nonché per impianti di elettrificazione (linea contatto), con una spesa complessiva di circa 5 miliardi di lire pari ad appena il 12% dell’investimento totale. Tali interventi sono stati effettivamente completati tra il marzo 1994 e l’agosto 1996, e collaudati nel novembre 1995, i primi due, e nel febbraio 1999 (con un ritardo di due anni e tre mesi) il terzo. Per la definizione della parte più rilevante del programma si è dovuto attendere fino al marzo del 1998, allorché sono stati sottoscritti quattro ulteriori atti integrativi, per un ammontare complessivo di oltre £ 39 mld, concernenti una nutrita serie di interventi funzionali in materia di armamento, impianti elettrici e di segnalamento e soprattutto opere civili, le quali sfiorano, da sole, l’importo di 33 miliardi di lire. I lavori, tutti consegnati in data 29 maggio 1998, dovrebbero essere completati entro il 9 maggio 2003: in proposito va rilevato, peraltro, che al 31.12.2002 solo gli impianti di segnalamento e le opere civili fanno registrare un avanzamento soddisfacente (rispettivamente, 82% e 78%), mentre appaiono in sensibile ritardo i lavori di armamento (35%) e gli impianti di elettrificazione (17%). L’effettivo ammontare dell’investimento complessivo ha raggiunto £ 44,2 mld, con un incremento di 3,5 miliardi di lire rispetto all’importo presunto della concessione. Non dissimile dalla precedente è la vicenda che ha interessato la realizzazione del programma di potenziamento della Ferrovia CasalecchioVignola, affidato in concessione alla A.T.I. ANSALDO TRASPORTI S.p.a. per l’importo presunto di 79,5 miliardi di lire. Rispetto alla data di approvazione del PAP (4.8.1992) sono trascorsi due anni per la sottoscrizione del primo atto integrativo, concernente l’acquisto di materiale rotabile, con una spesa prevista di £ 17,4 mld: va subito precisato al riguardo che la fornitura in questione risulta eseguita solo in ragione del 59%, nonostante l’originario termine di ultimazione (22.5.1996) sia stato prorogato di ben 6 anni e 2 mesi, fino al 25.7.2002. A tale ultima data risultano, invece, sostanzialmente completati gli interventi funzionali relativi all’armamento (importo £ 9,9 mld) e alle opere civili 57 (importo £ 20,7 mld), mentre sono in via di ultimazione gli interventi di elettrificazione e di segnalamento della tratta Casalecchio-Bazzano, per una spesa complessiva di £ 17,2 mld. Vale aggiungere che i corrispondenti atti integrativi erano stati stipulati nel 1995 con la previsione di termini di ultimazione oscillanti tra il maggio e il settembre del 1997: il ritardo nell’esecuzione delle prestazioni è di ben 5 anni, peraltro coperti da proroghe concesse dal soggetto esercente. Per la totalità degli interventi –che ammontano a £ 64,6 mld, pari all’81,3% della spesa presunta- deve ancora essere redatto lo stato finale dei lavori ed effettuato il collaudo. Un macroscopico scostamento tra le cadenze temporali previste dalla convenzione di concessione e l’effettiva realizzazione degli interventi si riscontra con riferimento al programma di investimenti della Ferrovia Stia-ArezzoSinalunga, affidato nel novembre 1989 al CONSORZIO COPRESOP per l’importo presunto di 78,8 miliardi di lire. Rispetto alla data di approvazione del PAP (28.11.1992) sono strascorsi 1 anno e ½ per la sottoscrizione del primo atto integrativo, riguardante gli impianti di segnalamento sulla tratta Pescaiola-Sinalunga, e 2 anni per la formalizzazione delle prestazioni relative alla soppressione di n.16 passaggi a livello (2 subinterventi). E’ da aggiungere che i primi due interventi sono stati ultimati nei termini previsti (rispettivamente, giugno e luglio 1996), mentre il terzo risulta eseguito in ragione del 98%. Nel corso del 1999 sono stati, inoltre, ultimati i due interventi di maggiore entità finanziaria, definiti nel periodo 1996/1997, e cioè, le opere civili per la realizzazione della variante Rassina-Corsalone, con una spesa di £ 26,3 mld, e i connessi impianti di segnalamento per l’importo di £ 10,6 mld. Tre distinti atti integrativi sono stati stipulati ancora nel 1997 per il completamento di opere civili connesse alla soppressione di passaggi a livello (importo complessivo £ 17.5 mld), che sono ormai prossime all’ultimazione. Altrettante pattuizioni di dettaglio sono state concluse nel corso del 1999 per i lavori di armamento ed elettrificazione della già citata variante RassinaCorsalone e per impianti di segnalamento e sicurezza sulla tratta Rassina-Bibbiena (importo £ 3,4 mld): anche questi ultimi interventi possono ritenersi pressoché conclusi. Va, tuttavia, rilevato che per tutti i lavori –ad eccezione dei due interventi ultimati nel 1996- non è stato ancora redatto il conto finale. 58 Una considerevole dilatazione dei tempi di esecuzione mostra anche il programma di potenziamento della Ferrovia Roma-Prima Porta, affidato in concessione alla A.T.I. IMPRESA ING. FORTUNATO FEDERICI S.p.a. per l’importo presunto di 67,8 miliardi di lire. Se si prende come riferimento la scadenza prevista dalla convenzionequadro (31.12.1994), risulterà evidente come entro tale data sia stato predisposto soltanto lo studio di fattibilità della stazione di Piazzale Flaminio, commissionato con il primo atto integrativo del 25.10.1993. Nell’agosto 1995 è stata eseguita la fornitura di materiale rotabile (n.3 motrici+rimorchio+Rp.), con una spesa di £ 22 mld: al riguardo va rilevato, tuttavia, che il conto finale è stato redatto solo nel luglio del 1999, a quasi 4 anni di distanza dalla data di ultimazione della fornitura stessa. Per quanto concerne gli interventi di segnalamento e sicurezza, definiti nel 1994, quello relativo all’impianto di telecomandi risulta concluso nel dicembre 1997, con 2 anni e 3 mesi di ritardo rispetto alla scadenza contrattuale, mentre per quello riguardante l’impianto ACEI, Train-Stop, BA tale ritardo sale a 3 anni (dal 19.9.1996 al 5.10.1999). Solo a partire dal 1996 sono stati formalizzati gli atti integrativi (n.4) riguardanti le opere civili, l’armamento, l’elettrificazione e il segnalamento per il raddoppio della tratta Prima Porta-Montebello, con un investimento complessivo di oltre £ 31,5 mld, di cui più del 70% è rappresentato dalle sole opere civili (22,2 miliardi di lire). Mediante proroghe dei termini, oscillanti tra i tre e i quattro anni, l’ultimazione degli interventi testé citati è stata protratta fino al 30.6.2002: a tale data l’avanzamento dei lavori risulta compreso tra il 92% e il 98%. Il costo effettivo risultante dagli atti integrativi ammonta a £ 65,3 mld, con un decremento di £ 2,5 mld rispetto all’importo presunto della concessione. Considerazioni analoghe valgono per la Ferrovia Roma-Lido, il cui programma di potenziamento è stato affidato in concessione alla A.T.I. GARBOLIFERROCEMENTO-S.I.A.-L.A.B.-DI STEFANO-ETTO per l’importo presunto di 90,5 miliardi di lire. Ed invero, nell’ambito della scadenza ipotizzata dalla convenzione-quadro (4.1.1996) risulta perfezionato un solo atto integrativo, riguardante gli impianti di sicurezza (Blocco Automatico) per l’importo di circa £ 8 mld, che sono stati ultimati, peraltro, nell’ottobre del 1997. 59 Negli anni successivi, dal 1996 al 1998, sono stati stipulati altri 11 atti integrativi, tra i quali spiccano quelli inerenti alle opere civili nelle stazioni di Vitinia, Ostia A. e Lido Nord (importo £ 13,6 mld) e nella Stazione e trincea di Acilia (£ 17 mld), con i connessi interventi funzionali per armamento, elettrificazione e segnalamento nella relativa Galleria artificiale (complessivamente £ 4,1 mld); vanno anche ricordati l’intervento per le sottostazioni elettriche (importo £ 8,7 mld) e quello concernente la fornitura di materiale rotabile, che comporta il maggiore investimento finanziario pari a 34,6 miliardi di lire. Ad eccezione di quest’ultimo, che risulta completato nell’agosto del 2000, tutti gli interventi appena citati sono stati postergati al 2002, con proroghe oscillanti tra i 18 mesi e i 3 anni: peraltro, è stata registrata nell’ultimo triennio una notevole e generalizzata accelerazione dei lavori, che hanno raggiunto percentuali di avanzamento comprese tra il 79% e il 100%. La spesa effettiva ha raggiunto £ 94,5 mld, superando di 4 miliardi di lire l’importo presunto della concessione Tra le ferrovie minori a servizio della Capitale gli investimenti più cospicui ai sensi della legge n.910/1986 sono stati riservati alla Ferrovia Roma-Pantano, che ha affidato in concessione il proprio programma di potenziamento alla A.T.I. VIANINI LAVORI S.p.a. per l’importo presunto di oltre 212 miliardi di lire. Nel caso di specie, peraltro, si registra uno scostamento ancora più marcato tra la fase di avvio del rapporto concessorio e la fase di effettiva realizzazione degli interventi: basti pensare che il primo atto integrativo, concernente l’intervento di gran lunga più importante del programma – vale a dire le opere civili della tratta Pantano-Giardinetti, per l’importo di £ 71,2 mld – è stato sottoscritto solo nell’ottobre del 1995, cioè 3 anni e ½ dopo l’approvazione del PAP (23.3.1992) e solo 6 mesi prima della prevista scadenza dell’intera convenzione (21.4.1996). Altrettanto travagliata appare anche la fase esecutiva dei citati lavori, che avrebbero dovuto essere completati nel marzo del 1999 e, per contro, al 31.12.2002 risultano ancora in corso, con un avanzamento pari all’88%. Valori percentuali più bassi si registrano per gli altri interventi, formalizzati mediante altri 6 atti integrativi nel triennio 1997-1999. Infatti, la fornitura di materiale rotabile (spesa prevista, circa £ 26 mld) attualmente risulta eseguita per il 65%, nonostante il termine contrattuale del 12.2.1998 sia stato ampiamente superato; in situazioni analoghe versano anche i lavori di armamento (67%) e di elettrificazione (73%) della tratta Pantano-Grotte 60 Celoni-Giardinetti, mentre i relativi impianti di segnalamento sono fermi al 23%; infine, il 2°stralcio delle opere civili per la tratta Pantano-Giardinetti ha raggiunto un avanzamento di appena il 42%, ancorché il termine di ultimazione (1.12.2001) sia già scaduto da oltre un anno, mentre la demolizione della linea elettrica di contatto – che doveva essere completata nel marzo del 2000 – è stata realizzata per poco più della metà (57%). La spesa effettiva si è attestata a £ 150,6 mld, pari al 71% dell’importo presunto della concessione. Un andamento particolare ha avuto il programma di potenziamento della Ferrovia Bari-Barletta, affidato in concessione all’A.T.I. FERSALENTO S.r.l.: infatti, due atti modificativi, sottoscritti rispettivamente in data 22.10.1993 e 18.7.1995, hanno rideterminato i contenuti dell’originaria convenzione dell’ottobre 1989, elevandone l’importo da 91 a 104 miliardi di lire e posticipando i termini di esecuzione al 2002. Nell’ambito dell’iniziale scadenza convenzionale (22.5.1994) sono stati, peraltro, completati gli interventi di maggiore entità finanziaria e cioè i lavori di armamento della tratta Ruvo-Barletta (dal km. 36 al km. 69) nell’importo di £ 20,4 mld e l’acquisto di n.3 automotrici+3 rimorchi per una spesa di £ 22,8 mld. Gli altri interventi, definiti da 5 distinti atti integrativi, riguardano i lavori di elettrificazione e di armamento e gli impianti di segnalamento e sicurezza della tratta Bari-Bitonto (dal km. 3 al km. 18), nonché le opere civili per il raddoppio della linea medesima (£ 17,9 mld) e per la soppressione dei passaggi a livello (importo £ 12,5 mld). Tutti i lavori avrebbero dovuto essere ultimati nel corso del 2002 (da febbraio a settembre), ma invece evidenziano uno stato di avanzamento che oscilla tra il 92% delle opere di raddoppio della tratta Bari-Bitonto ed il 42% dei lavori di soppressione dei passaggi a livello. Come già accennato sub 4.1, certamente cospicui appaiono gli investimenti programmati dalle Ferrovie Sud-Est e affidati in concessione all’A.T.I. VIANINI LAVORI S.p.a. per l’importo presunto di 235,4 miliardi di lire. Si tratta di un programma di notevole ampiezza, articolato in ben tredici atti integrativi che risultano stipulati nell’arco di un quinquennio (1993-1997), con crescente e sensibile ritardo rispetto alla data di approvazione del PAP (29.7.1991). Soltanto un intervento è stato realizzato nel rispetto della scadenza convenzionale (3.2.1996), vale a dire i lavori di armamento della linea Casarano- 61 Gallipoli-Novoli-Nardò-Gallipoli, ultimati il 31.5.1995 con una spesa di poco superiore a £ 50 mld.. Nel settembre del 1998 è stato completato l’acquisto di materiale rotabile (6 carrozze BE e 2 carrozze BXE) per l’importo di £ 11,5 mld, mentre nei primi mesi del 1999 sono stati ultimati i lavori di armamento della Nuova Stazione di Putignano e della tratta Martina Franca-Lecce. E’ in via di completamento (con percentuali di avanzamento che oscillano tra il 92% e il 98%) un gruppo di sei interventi, consegnati tra il 1995 e il 1996, il cui termine di ultimazione è stato protratto fino al 31.12.2002 mediante proroghe comprese tra 4 anni e 9 mesi e 6 anni e ½ che, in pratica, hanno triplicato o quadruplicato il tempo di esecuzione contrattualmente previsto: si tratta delle opere civili per spogliatoi e pensiline (£ 6,7 mld), per la stazione di Capurso (£ 0,9 mld), per la Nuova Stazione di Putignano (£ 1,2 mld) e per il Centro ortofrutticolo di Melissano (£ 3,2 mld), nonché dei lavori di armamento dello stesso Centro (£ 1 mld circa) e degli impianti di segnalamento “Sistema 1” sulla tratta Bari-Mungivacca (£ 34,4 mld). E’ stata, infine, prorogata al 31.7.2003 l’ultimazione degli impianti di segnalamento e sicurezza ASCV-Sistema 2, per l’importo di £ 27,1 mld, e delle opere civili e lavori di armamento della Stazione di Noicattaro, che comportano una spesa complessiva di 11,8 miliardi di lire. Fra gli interventi in corso vengono considerati anche quelli inclusi nel programma di potenziamento della Ferrovia Sangritana, affidati in concessione all’A.T.I. TOTO S.p.a. per l’importo presunto di 74,6 miliardi di lire. Ed invero, pur essendo stata sottoscritta la convenzione quadro fin dal giugno del 1991 ed approvato il relativo PAP nell’aprile del 1993, gli atti integrativi, per un totale di cinque, sono stati stipulati il primo nell’aprile del 1996, il secondo nell’agosto del 1998 e gli altri tre nel corso del 1999. Ove si consideri che la totalità degli interventi riguarda opere civili, risulterà chiaro che i consistenti ritardi sono stati accumulati nella fase della progettazione esecutiva e delle espropriazioni: nella successiva fase realizzativa, per contro, tutti i lavori sono stati ultimati nel rispetto dei termini contrattuali. In particolare, nel marzo 1999 sono stati completati i lavori sulla tratta Marina S. Vito-Lanciano, con una spesa di circa £ 26,2 mld, mentre entro il dicembre 2001 è stata realizzata la Fermata di Treglio; nel giugno 2002 risultano terminate le opere civili per la Stazione di Lanciano (importo £ 14 mld) e per il Nuovo Deposito Officina (£ 9,5 mld), mentre i lavori sulla tratta Val di Sangro- 62 Stazione di Archi, per una spesa di 30,8 miliardi di lire, sono stati completati solo il 31.1.2003. Sommando l’importo dei singoli atti integrativi, l’investimento effettivo ammonta a 80,7 miliardi di lire, e supera di 6,1 miliardi l’importo presunto della concessione. Come già accennato nella parte introduttiva della presente relazione (cfr. par. 2.2 –nota 3), nel 1990 la Gestione commissariale governativa delle Ferrovie Calabro-Lucane è stata suddivisa nelle due distinte gestioni delle Ferrovie della Calabria e delle Ferrovie Appulo-Lucane. Per queste ultime –la cui titolarità è ripartita tra la Regione Puglia e la Regione Basilicata in ragione, rispettivamente del 45% e del 55%- l’originaria convenzione stipulata nel 1989 dalla precedente Gestione governativa con l’A.T.I. IMPREGILO S.p.a. è stata modificata nella primavera del 1992 con due successivi atti, che hanno rideterminato in 202 miliardi di lire l’importo presunto del pertinente programma di potenziamento ex lege n.910/1986. Dopo l’approvazione del PAP (9.11.1992), sono stati stipulati nove atti integrativi nel periodo 1993-1996, comprendenti: cinque interventi di armamento relativi alle tratte Avigliano Lucania-Avigliano Città, Modugno-Toritto, Anello Potenza Est, Altamura-Gravina e Marinella-Venusio, per una spesa complessiva di £ 22,2 mld; l’acquisto di materiale rotabile per l’importo di £ 11,6 mld; la realizzazione di impianti di segnalamento (I.F. 2, 5, 6 e 13) per l’ammontare di £ 22,3 mld. La componente più rilevante del programma in termini finanziari è rappresentata, peraltro, dalle opere civili inerenti al nuovo collegamento BariBitritto (Km. 8 circa) ed alla già citata tratta Marinella-Venusio, che complessivamente raggiungono la cifra di 78,4 miliardi di lire; nell’ottobre del 1999 è stato, infine, aggiunto un intervento di segnalamento e sicurezza sulla tratta Potenza S. Maria-Potenza Inferiore Scalo, dell’importo di 5 miliardi di lire. I primi quattro interventi di armamento e la fornitura di materiale rotabile risultano completati nei termini contrattuali e collaudati: tuttavia, si ripropone anche in questo caso il fenomeno negativo –già rilevato nell’ambito di altre concessioni- del consistente ritardo (3-4 anni) con cui è stato redatto il conto finale dei lavori; ne sono interessate, anche se in modo più contenuto, la fornitura di materiale rotabile (2 anni dopo l’ultimazione) e le opere civili della tratta Marinella-Venusio (19 mesi di ritardo). 63 Su quest’ultima tratta sono tuttora in corso i lavori di armamento (eseguiti per l’81%), che avrebbero dovuto concludersi entro il maggio del 2002, termine peraltro già posticipato mediante una proroga di oltre quattro anni. Si avvicina alla conclusione (avanzamento 93%) la realizzazione dell’impianto di segnalamento tra le due stazioni di Potenza, il cui termine di ultimazione è scaduto fin dall’ottobre 2001, mentre appaiono ancora in ritardo (avanzamento 73%) le opere civili per il Nuovo Collegamento Bari-Bitritto, che avrebbero dovuto essere completate entro il 20.12.2002. La quota di pertinenza delle Ferrovie della Calabria, rispetto all’originario programma d’intervento predisposto dalla Gestione governativa delle Ferrovie Calabro-Lucane, è stata rideterminata nel marzo del 1992 in circa 67 miliardi di lire, a seguito della scissione di cui già si è fatto cenno. La concessionaria A.T.I. IMPREGILO S.p.a. ha stipulato, nel periodo 1993-1996, sei atti integrativi che riguardano: lavori di armamento (£ 3,5 mld) e di segnalamento (£ 4,5 mld) sulla tratta Cosenza-Pedace; l’acquisto di materiale rotabile per l’importo di 19,8 miliardi di lire; la realizzazione degli impianti di segnalamento e sicurezza sulle tratte Gimigliano-Catanzaro e Aprigliano-Rogliano, con una spesa di £ 14,8 mld; opere civili (£ 17,3 mld) e lavori di armamento (£ 1,3 mld) per il Deposito di Cosenza. Tutti gli interventi, ad eccezione di quelli concernenti il Deposito di Cosenza, sono stati eseguiti nei termini contrattuali: in particolare, per i lavori di armamento della tratta Cosenza-Pedace e per la fornitura di materiale rotabile è stato redatto il conto finale ed effettuato anche il collaudo; tali adempimenti mancano, invece, per entrambi gli interventi relativi agli impianti di segnalamento, ancorché gli stessi siano stati ultimati, rispettivamente, fin dal dicembre 1996 e dal luglio 1997. Sono tuttora in corso gli interventi relativi al Deposito di Cosenza, che avrebbero dovuto essere ultimati nel 1998: nel corso dell’ultimo triennio hanno subìto, peraltro, una notevole accelerazione, passando dal 13% al 41% nel comparto dei lavori di armamento e dal 48% all’80% in quello delle opere civili. 4.5 Il fenomeno del contenzioso Avuto riguardo all’ampiezza ed alla rilevanza tecnico-economica del Programma di ammodernamento finanziato dal Ministero dei trasporti con i fondi recati dalla legge n.910/1986 e successive integrazioni e tenuto conto, altresì, della macroscopica dilatazione dei tempi di esecuzione degli interventi –più che triplicati 64 rispetto al quinquennio di attuazione ipotizzato dalla legge (1987-1991)- appare doveroso prendere in considerazione, sia pure in linea generale, un profilo quasi connaturato all’attività di gestione dei lavori pubblici, vale a dire il fenomeno del contenzioso. Nel caso di specie, tale fenomeno ha trovato alimento nella particolarità dello schema contrattuale (convenzione quadro con successivi atti integrativi), che consente al concessionario di avanzare riserva avverso i corrispettivi stabiliti negli atti integrativi: in particolare, l’Amministrazione riferisce che i criteri rigorosi ed univoci da essa applicati in sede di approvazione dei progetti esecutivi, predisposti dai concessionari dei lavori, hanno causato l’iscrizione di riserve fin dalla fase di avvio del programma. Nell’ambito degli interventi globalmente considerati, i concessionari dei lavori hanno esplicitato riserve per un ammontare di oltre 2.350 miliardi di lire, risolte prevalentemente attraverso il ricorso alla procedura dell’accordo bonario di cui all’art.31-bis della legge n.109/1994 e successive modificazioni20. Al riguardo va sottolineato che una quota pari a £ 240 mld delle ulteriori risorse stanziate dalla legge n.611/1996 –che ha rifinanziato il programma di investimenti ex lege n.910/1986- è stata accantonata in uno specifico fondo destinato a coprire le esigenze del contenzioso, allo scopo di non compromettere il raggiungimento delle finalità del programma medesimo. Alla data del 31 dicembre 2002 –come si evince dall’unito prospetto- a fronte di riserve per un importo complessivo di circa £ 1.500 mld sono stati sottoscritti n.25 accordi bonari e concluse n.4 transazioni, che hanno interrotto altrettanti giudizi arbitrali: le somme effettivamente corrisposte dagli Esercenti ammontano a £ 277,8 mld, pari ad appena il 18,5% di quelle rivendicate. Tutti gli accordi e le transazioni sono stati approvati dal Ministero dei trasporti dopo avere acquisito in merito il parere dell’Avvocatura dello Stato. Inoltre, altri sei arbitrati si sono conclusi con l’emissione dei relativi lodi che, rispetto alle richieste di maggiori compensi per £ 288,3 mld, hanno riconosciuto ai concessionari solo l’importo complessivo di £ 40,6 mld, pari ad appena il 14,1%21. 20 La norma è stata inserita dall’art.9 del D.L. n.101/1995, convertito con modificazioni dalla legge 2 giugno 1995, n.216. 21 Gli arbitrati conclusi hanno riguardato le Ferrovie Nord Milano, Domodossola-Confine svizzero, ParmaSuzzara, Udine-Cividale, Adria-Mestre e le Ferrovie della Sardegna. Sono tuttora in corso i giudizi arbitrali promossi dai Concessionari nei confronti delle Ferrovie Benevento-Napoli e Circumvesuviana. 68 Programma di ammodernamento e potenziamento ex lege n.910/1986 EROGAZIONI PER IL CONTENZIOSO Ferrovie Adriatico-Sangritana (T) Alifana Bari-Barletta Bologna-Portamaggiore Bologna-Portamaggiore Brescia-Iseo-Edolo Calabria (T) Canavesana Casalecchio-Vignola Casalecchio-Vignola Centrale Umbra Circumflegrea Circumvesuviana Complementari Sarde Cumana Ferrara-Codigoro Genova-Casella Modena-Sassuolo Parma-Suzzara Reggiane Roma-Lido (T) Roma-Viterbo Stia-Arezzo-Sinalunga Sud Est (T) Suzzara-Ferrara Suzzara-Ferrara Torino-Ceres (**) Torino-Ceres (*) Trento-Malè Totali Importo presunto di concessione a 74.646.974.000 158.127.687.000 91.064.245.000 49.822.807.000 Importo complessivo delle riserve % (b/a) b 41.000.000.000 64.253.445.053 98.323.126.303 26.920.872.483 86.185.597.690 7.592.614.829 c 54,93% 40,63% 107,97% 54,03% 172,98% 10,20% 20.359.293.232 27.752.961.208 15.685.375.684 109.323.478.960 230.841.260.794 144.224.231.419 20.959.172.172 120.517.617.136 9.489.798.277 11.974.188.458 9.423.468.835 8.071.209.302 17.234.609.118 111.698.000.000 39.345.863.709 16.877.646.640 32,12% 34,90% 19,72% 114,58% 129,69% 32,28% 35,81% 104,13% 24,41% 71,09% 23,15% 29,11% 26,87% 123,48% 57,98% 21,41% 36.868.000.000 153.932.437.850 46.376.169.000 53.800.350.130 59.271.000.000 45.798.000.000 64.617.739.682 38.105.965.435 26,10% 28,76% 124,22% 41,98% 82,17% 2.589.648.535.372 1.499.646.886.549 57,91% 74.473.170.000 Accordi bonari sottoscritti dalle parti d 5.367.000.000 (importi in lire) Accordi bonari % approvati dal (d+e)/b Ministero dei trasporti e f 14.900.000.000 36,34% 8,35% 3.273.378.548 3,33% 6.944.644.881 25,80% 5.220.000.000 6,06% 1.678.337.044 22,10% 15.500.000.000 63.386.606.969 79.526.036.000 95.411.289.000 178.000.000.000 446.824.576.000 58.520.804.288 115.740.000.000 38.874.837.701 16.843.692.000 40.697.796.000 27.722.398.000 64.148.094.128 90.458.265.000 67.861.803.000 78.825.334.000 235.391.911.000 206.103.602.436 Totale accordi sottoscritti (d+e) Totale accordi in itinere Totale accordi Totale comprensivo di spese generali e IVA 5.494.311.136 5.190.000.000 3.950.000.000 12.850.000.000 18.000.000.000 24.500.000.000 3.762.913.622 18.000.000.000 1.650.000.000 556.500.000 4.763.168.776 589.081.097 3.109.415.351 18.990.000.000 8.534.500.000 4.173.000.000 52.000.000.000 11.682.695.000 5.131.115.500 5.961.382.392 8.500.609.502 7.523.354.035 26,99% 18,70% 25,18% 11,75% 7,80% 16,99% 17,95% 14,94% 17,39% 4,65% 50,55% 7,30% 18,04% 17,00% 21,69% 24,73% 20.867.000.000 256.928.406.884 18,52% Lit. Lit. Lit. Lit. 277.795.406.884 0 277.795.406.884 332.243.306.633 (T)= Transazione in sede di arbitrato. (*) Impregilo (**) Vittadello Nel prosieguo dell’esposizione si riportano, in via esemplificativa, le vicende relative ad alcuni programmi d’investimento che, più di altri, hanno 21,71% 8,66% 13,02% 13,16% 19,74% 69 evidenziato difficoltà operative e motivi di contrasto tra Esercente e Concessionario, tali da appesantire notevolmente la fase esecutiva dei lavori, fino a comprometterne seriamente la realizzazione. Una vicenda particolarmente contrastata ha interessato la realizzazione del programma di potenziamento predisposto dalle Ferrovie Nord Milano S.p.a. per la tratta Cadorna-Bovisa e affidato in concessione al CONSORZIO CON.FE.MI. per l’importo presunto di oltre 100 miliardi di lire. L’Amministrazione riferisce che tale programma era stato affidato al predetto Consorzio a trattativa privata, sulla base di motivazioni ritenute congrue dal Consiglio di Stato con i pareri nn.778 e 779 del 28 luglio 1989. In effetti, fin dal 1985 il Consorzio medesimo era risultato aggiudicatario – a seguito di procedura concorsuale- dell’appalto dei lavori di quadruplicamento della tratta Bovisa-Saronno. Il relativo bando di gara (e l’art.5 della convenzione allora stipulata con il soggetto esercente) prevedeva espressamente la possibilità, per la stazione appaltante, di affidare alla CON.FE.MI ulteriori prestazioni analoghe a quelle aggiudicate. Utilizzando tale facoltà, le Ferrovie Nord Milano hanno ritenuto utile e conveniente affidare al citato Consorzio anche i lavori di quadruplicamento della tratta Cadorna-Bovisa, finanziati con le risorse recate dalla legge n.910/1986, sottoscrivendo la relativa convenzione in data 14 giugno 1990. Nell’aprile del 1992 era stato approvato il Programma di avanzamento delle prestazioni (PAP) e successivamente erano stati stipulati, nel periodo novembre 1992-dicembre 1995, undici atti integrativi riguardanti prevalentemente stralci funzionali di opere civili (trincee, sovrappassi sulla viabilità cittadina, lavori di completamento, ecc.), oltre ai lavori di armamento della tratta Massena-Sempione e relativi impianti di illuminazione, blocco automatico e telecomunicazione. Nel periodo maggio 1993-maggio 1995 è seguita la consegna dei lavori per la costruzione di due trincee (Massena-Ferruccio, 1° stralcio) e tre sovrappassi (Via Filelfo – 5° str., Via Domodossola – 6° str., Via Ferruccio – 3° str.), con la previsione di termini di ultimazione fissati al 3.10.1995 per la prima trincea ed al 4.3.1997 per tutte le altre opere. Peraltro, in sede di esame dei successivi atti integrativi e aggiuntivi il Consiglio di Stato, con parere n.1947 del 22.1.1997, ha ritenuto radicalmente nulla la convenzione di concessione del 1990 ai sensi dell’art.1345 c.c., “in quanto la stipulazione della stessa era frutto di un illecito disegno di natura criminosa”, 70 emerso nell’ambito di un procedimento penale comune ad entrambe le parti: ha conseguentemente respinto gli atti integrativi, ritenendoli affetti dallo stesso vizio della volontà. Il Consorzio concessionario, a sua volta, si è opposto al diniego di approvazione degli atti in questione da parte dell’Amministrazione, notificando in data 30.6.1998 istanza di arbitrato. Il lodo arbitrale ha riconosciuto legittimo l’annullamento della convenzione, rigettando le richieste risarcitorie, presentate da entrambe le parti, sulla base della loro corresponsabilità e ritenendo il Consorzio stesso comunque compensato dai pagamenti già percepiti fino alla sospensione dei lavori. Il contenzioso è tuttora in attesa di definizione da parte del giudice ordinario, davanti al quale il concessionario ha impugnato il lodo anzidetto. I lavori di completamento della tratta Cadorna-Bovisa sono stati, nel frattempo, affidati ad altre imprese mediante gare di appalto, esperite sulla base di nuovi progetti redatti dall’Esercente ai sensi della legge n.109/1994 e successive modificazioni. Un andamento particolarmente travagliato ha avuto la realizzazione del programma di potenziamento della Ferrovia Alifana, affidato in concessione al CONSORZIO ASCOSA QUATTRO per l’importo presunto di 158 miliardi di lire. Sebbene la concessione-quadro sia stata stipulata fin dal dicembre 1989 ed il relativo PAP risulti approvato nel luglio del 1991, la definizione progettuale degli interventi ha incontrato una serie di difficoltà da parte degli enti locali interessati (Comuni di S. Maria Capua Vetere, Macerata Campania e Marcianise) con riferimento alla ricostruzione della tratta S. Maria C.V. – Teverola, precedentemente dismessa. Basti dire che il progetto di massima ha subito tre successive rielaborazioni, rispettivamente nel novembre 1991, nell’ottobre 1994 e nell’ottobre 1998 e che solo in data 1° agosto 2000 il Ministero dei trasporti è stato in grado di approvare il progetto esecutivo delle opere, recependo le prescrizioni formulate nella conferenza di servizi convocata nei primi mesi del 1999. In tale sede –tra l’altro- il Comune di S. Maria C.V. si era impegnato a stipulare una convenzione con le Ferrovie dello Stato e la Ferrovia Alifana, per trasferire a quest’ultima i finanziamenti messi a disposizione dalle FF.SS. per la soppressione di tre passaggi a livello nell’ambito del centro urbano. Successivamente, nonostante fossero state quasi ultimate le previste espropriazioni, la ridetta Amministrazione comunale, prima si è rifiutata di sottoscrivere la convenzione in parola, avanzando nuove richieste, e poi –di fronte 71 all’impossibilità, ribadita anche dalla Prefettura di Caserta, di ottenere ulteriori modificazioni del tracciato- con due deliberazioni del Consiglio comunale del 28 e del 30 novembre 2000 ha rifiutato l’abolizione dei ricordati passaggi a livello, bocciando il progetto di ammodernamento della Ferrovia Alifana (opere civili – 3° intervento). La vicenda si è protratta per tutto il 2001, poiché la Giunta –dopo aver accettato la sostituzione dei sovrappassi pedonali (inizialmente richiesti) con due sottopassaggi alla linea ferroviaria- non ha ottenuto l’approvazione della relativa convenzione da parte del Consiglio comunale. Il Ministero dei trasporti, per parte sua, ha ribadito l’immodificabilità del tracciato, minacciando lo stralcio definitivo dell’opera con conseguente risarcimento dei danni subìti dalla Ferrovia Alifana. In seguito alle forti pressioni esercitate anche dalla Regione Campania, il citato Comune ha finalmente sottoscritto nel novembre 2002 la ricordata convenzione con le Ferrovie dello Stato e con l’Esercente, che nel frattempo ha concluso un accordo bonario ex art.31-bis della legge n.415/1998 per risolvere il contenzioso in atto con il Consorzio concessionario, superando inoltre alcune vertenze espropriative. Ciò ha consentito al Ministero di riapprovare in data 13.3.2003 il progetto in questione, in relazione al quale l’Esercente ha recentemente provveduto alla consegna dei lavori della tratta S. Maria C.V.-Teverola. Gli avvenimenti appena descritti si sono riverberati negativamente anche sull’andamento dei lavori riguardanti la tratta in esercizio tra Piedimonte Matese e S. Maria C.V.: gli interventi, definiti da n.6 atti integrativi, che avrebbero dovuto essere completati nel periodo 1995-1997 hanno subìto ritardi molto rilevanti (con la sola eccezione dell’acquisto, nel 1997, di una motrice E828) e sono stati postergati al periodo 2003-2005, con proroghe che oscillano da 6 a 10 anni. L’ammontare degli atti integrativi sottoscritti sfiora i 90 miliardi di lire, pari al 56% dell’importo presunto della concessione: tra gli interventi di maggiore entità, i lavori di armamento della tratta Bivio Anfiteatro–Piedimonte Matese (£ 19,5 mld) presentano un avanzamento del 91%, mentre le opere civili (2° intervento funzionale, per l’importo di £ 23,9 mld) hanno raggiunto il 78% del totale. Un esito meno favorevole ha avuto, invece, la complessa vicenda che ha interessato il programma di potenziamento della Ferrovia Benevento-Napoli nella tratta Benevento-Cancello, affidato in concessione all’A.T.I. ASTALDI S.p.a. per un investimento presunto di 126,2 miliardi di lire. 72 Il progetto di massima presentato dalla Concessionaria e approvato con D.M. n.457 del 10.7.1989 era incentrato sulle opere civili, lavori di armamento e di elettrificazione della variante di tracciato S. Felice a Cancello-Paolisi, compresa la Galleria di Arpaia, e comprendeva altresì interventi minori di segnalamento e sicurezza (impianto ACEI) nella stazione di Benevento-Appia e di elettrificazione sulle tratte non interessate dalla variante di tracciato, oltre alla fornitura di materiale rotabile (n.4 elettrotreni). Gli interventi minori, definiti da tre atti integrativi, sono stati realizzati nel 1998 (sia pure con un ritardo di 2-3 anni sulle scadenze previste) per un ammontare complessivo di £ 10,3 mld, corrispondente a meno del 10% dell’importo presunto della concessione. Le opere principali della concessione prevedevano la realizzazione di un nuovo tracciato, prevalentemente in galleria, con riduzione del percorso di circa 7 km. e l’allestimento di una nuova stazione per il Comune di Arienzo. Dopo una complessa fase di elaborazione e messa a punto, il progetto esecutivo delle opere civili veniva approvato nel luglio del 1996: peraltro la conferenza di servizi, indetta dal Provveditorato alle OO.PP. della Campania, registrava la diffusa opposizione degli enti locali interessati, che negavano le autorizzazioni urbanistico-edilizie di rispettiva competenza. La concessionaria ha, quindi, predisposto una nuova versione del progetto esecutivo che ha ottenuto parere favorevole da parte di un’ulteriore conferenza di servizi, conclusasi nel dicembre 1999, subordinatamente all’ottenimento dell’assenso della competente Autorità di bacino in ordine ai profili di salvaguardia dal rischio idrogeologico e dal rischio frane (alluvione di Sarno, con specifico riferimento al Comune di S. Maria a Vico). L’Autorità di bacino ha rilasciato il proprio nulla-osta nella primavera del 2000, con la prescrizione che non venissero usati esplosivi durante lo scavo della galleria. Peraltro il nuovo progetto dell’opera, presentato all’esercente nel marzo 2001, è risultato del tutto diverso da quello approvato nel 1996 per profilo altimetrico, lunghezza e metodo di scavo della galleria, con sensibile incremento dei costi (oltre 70 milioni di euro), tale da superare i fondi statali disponibili nonostante un cofinanziamento di circa 21 milioni di euro deliberato dalla Regione Campania. L’Amministrazione riferisce che il tentativo di accordo bonario di cui all’art.31-bis della legge n.109/1994 e successive modificazioni –esperito per dirimere la controversia instaurata dalla Concessionaria attraverso l’iscrizione di riserve e la presentazione di un ricorso contro l’applicazione dell’art.131, comma 4, 73 della legge n.388/2000 (divieto di stipulare ulteriori atti integrativi)- ha avuto esito negativo. Vale aggiungere in proposito che l’Esercente nei primi mesi del 2000 aveva chiesto e ottenuto dal Ministero lo stralcio della fornitura di materiale rotabile “per grave inadempienza contrattuale da parte della concessionaria”. Attualmente è in corso il giudizio arbitrale instaurato da quest’ultima, nell’ambito del quale dovranno essere esaminate anche le domande riconvenzionali proposte dalla neocostituita Società “Ferrovia Alifana e Benevento-Napoli S.r.l.” per il risarcimento dei danni subìti, pari ad oltre 50 milioni di euro. Un evento traumatico, costituito dal sopravvenuto fallimento dell’impresa capogruppo dell’A.T.I. CO.GE.I. S.p.a., concessionaria dei lavori, ha interrotto la realizzazione del programma di potenziamento della Ferrovia Garganica, che prevedeva un investimento presunto di circa 63 miliardi di lire. Gli interventi –previsti dalla convenzione sottoscritta in data 30 ottobre 1989- erano incentrati sulle opere civili relative alla tratta S. Severo-Apricena, dell’importo di circa £ 13 mld, ed alla tratta Sannicandro-Apricena, per una spesa preventivata di 27,7 miliardi di lire, e comprendevano i connessi lavori di elettrificazione e di armamento. Gli atti integrativi, riguardanti i due gruppi di interventi sono stati stipulati –rispettivamente- nel dicembre 1993 e nel dicembre 1995, mentre l’approvazione del PAP risale al maggio del 1991: è lecito ipotizzare che, qualora fossero stati rispettati i tempi previsti dalla convenzione (la cui scadenza era fissata al 22.5.1995), verosimilmente il programma avrebbe potuto essere completato o almeno realizzato in una percentuale più elevata del modesto 37%, concretamente raggiunto dalla concessionaria, peraltro con esclusivo riferimento alle opere civili della tratta S. Severo-Apricena, al quale deve aggiungersi un ulteriore 2% relativo all’omologo intervento per la tratta Sannicandro-Apricena. Secondo notizie fornite dall’Amministrazione, in seguito al fallimento della CO.GE.I. S.p.a., dichiarato dal Tribunale fallimentare di Roma in data 20.1.1998, il rapporto concessorio è stato risolto ed il Ministero ha effettuato la ricognizione dello stato degli interventi con decreto dirigenziale in data 17.12.1998, autorizzando l’Esercente ad utilizzare le risorse residue, rispetto al finanziamento di £ 59,3 mld, per completare le opere mediante procedure concorsuali nel rispetto della normativa vigente. La Società esercente Ferrovie del Gargano S.r.l. ha, quindi, redatto il progetto esecutivo della variante di tracciato S. Severo-Apricena-Sannicandro tra il 74 km. 3+150 ed il km. 20+997, ottenendo il parere favorevole del Ministero: si è tuttora in attesa dell’approvazione da parte della Regione Puglia, alla quale il progetto medesimo è stato trasmesso in seguito al trasferimento di competenze disposto dal D.L.vo n.422/1997 e successivi provvedimenti di attuazione. Come già accennato sub 4.1, nell’ambito degli interventi ex lege n.910/1986 il programma di potenziamento della Ferrovia Circumvesuviana di Napoli è di gran lunga il più rilevante in termini finanziari, atteso che la convenzione stipulata nel 1990 con il CONSORZIO FERROVIARIO VESUVIANO prevedeva un investimento presunto di 446,8 miliardi di lire. Nell’arco di sei anni, dal settembre 1994 al settembre 2000, sono stati sottoscritti ben 25 atti integrativi per la realizzazione dei seguenti interventi: a) attrezzaggio del tronco Napoli Bivio-Poggioreale (opere civili, armamento, elettrificazione e segnalamento); b) raddoppio della tratta Ponticelli-Cercola, con ampliamento dell’officina/magazzino; c) raddoppio in una nuova sede del tronco Scisciano-Nola; d) costruzione del tronco Alfasud-Acerra; e) raddoppio del tronco Torre Annunziata-Boscoreale. Va sottolineato, in via generale, che le diverse linee ferroviarie sono allocate in zona sismica, attraversano aree amministrate da un rilevante numero di Comuni, dove la densità di popolazione è la più alta d’Europa, interessano comprensori di eccezionale valore storico-archeologico (Pompei, Ercolano). In tale peculiare contesto vanno evidentemente inquadrate le numerose problematiche emerse in fase di realizzazione dei vari interventi, per lo più dovute a difficoltà di carattere urbanistico-edilizio sollevate dagli enti locali o da specifiche prescrizioni della competente Sovrintendenza ai beni archeologici. Lo stato di attuazione dei lavori, come sopra descritti, può essere così sintetizzato: per l’intervento sub a), risultano in via di ultimazione le opere civili, mentre sono tuttora in corso i lavori di armamento (40%) e quelli di elettrificazione (20%), il cui termine di esecuzione è stato posticipato al 2004 (mediante proroghe di 6 o 7 anni), unitamente agli impianti di segnalamento che appaiono non ancora iniziati; l’intervento sub b) può considerarsi concluso per quanto concerne le opere civili (importo £ 22 mld) e in fase molto avanzata riguardo all’armamento 75 (77%), mentre meno soddisfacente è l’esecuzione degli impianti di segnalamento (46%) e di elettrificazione(24%); è stata sospesa la realizzazione delle opere civili di cui al punto c), a causa del notevole incremento dei costi derivante dalle richieste avanzate dagli Enti locali in sede di conferenza di servizi; i relativi lavori di armamento e di segnalamento sono giunti al 35% di avanzamento; sono terminati nel giugno 2002 i lavori di costruzione della nuova tratta Alfasud-Acerra (lett. d), con una spesa di quasi 100 miliardi di lire; appaiono, invece, piuttosto arretrati i lavori di elettrificazione, eseguiti per appena il 18%, mentre percentuali più elevate si registrano per gli impianti di segnalamento (25%) e per l’armamento (40%); pressoché completate risultano le opere civili del tronco Torre AnnunziataPompei (lett. e), per l’importo di oltre 142 miliardi di lire, il più elevato dell’intero programma; resta, peraltro, sospeso il ventilato progetto di interramento della linea nel territorio del Comune di Pompei. Circa la concreta gestione dei diversi interventi, l’Amministrazione sottolinea che nell’agosto del 1999 tra l’Esercente ed il Consorzio Ferroviario Vesuviano è stato sottoscritto un accordo bonario ex art.31-bis della legge n.109/1994 e successive modificazioni, con il quale –a fronte di riserve iscritte per oltre £ 144 mld- è stata riconosciuta, in via transattiva, al Concessionario la somma di 24,5 miliardi di lire. L’afflusso di ulteriori fondi, sia statali che regionali, per il finanziamento delle varianti alle opere sospese ha indotto il Ministero dei trasporti a formulare al Consiglio di Stato un quesito in ordine alla possibilità di affidare al Consorzio Ferroviario Vesuviano i maggiori lavori, dopo l’entrata in vigore della legge n.388/2000 (art.131, comma 4). L’Organo consultivo (Sez. II – par. n.453/2001 del 16.5.2001) ha espresso il parere che le varianti in questione non erano riconducibili ad alcuna delle ipotesi tassativamente previste dall’art.25 della citata legge n.109/1994 e pertanto i relativi appalti dovevano essere aggiudicati mediante procedure di gara ad evidenza pubblica. Contestando tale interpretazione, il Concessionario ha ribadito il suo pieno diritto all’esecuzione di tutti i lavori previsti dalla convenzione quadro del 1990 ed ha notificato domanda di arbitrato per la risoluzione dell’accordo bonario sottoscritto nel 1999, con contestuale diffida all’Esercente a utilizzare i progetti relativi al raddoppio della tratta Scisciano-Saviano ed all’interramento della ferrovia nel territorio del Comune di Pompei. 76 L’Amministrazione riferisce che l’intera questione è attualmente in corso di riesame, alla luce del nuovo assetto normativo definito dalla legge n.166/2002 e del trasferimento di competenze alla Regione Campania ormai operante ai sensi del D.L.vo n.422/1997 e successivi provvedimenti attuativi. Avrebbero dovuto essere completati nel luglio del 1995 –secondo la scadenza indicata in convenzione- i lavori di ammodernamento della Ferrovia Cumana, affidati in concessione all’A.T.I. ITALSTRADE S.p.a. (ora ASTALDI S.p.a.) per l’importo presunto di 115,7 miliardi di lire. Entro tale termine risultano, invece, appena stipulati i primi tre atti integrativi (su un totale di otto), tutti riguardanti opere civili per la soppressione del passaggio a livello di via Fabbri mediante la costruzione di una galleria artificiale, per la tratta Dazio-Gerolomini e per il completamento della Galleria Pozzuoli, la quale ultima assorbe più della metà (£ 60,5 mld) dell’intero finanziamento. Mentre il primo intervento è stato ultimato fin dal 1995 con una spesa di £ 8,4 mld, per il completamento degli altri due i termini sono stati prorogati al 31.10.2000, unitamente alle opere di collegamento in sotterranea con il posto di manovra Accadia, che tuttavia risultano eseguite per poco più della metà (55%). Sono state differite al 31 maggio 2001 le scadenze contrattuali relative ai lavori di armamento e di elettrificazione e agli impianti di segnalamento della tratta Dazio-Gerolomini, il cui avanzamento ha raggiunto, rispettivamente, il 74%, l’82% ed il 93%; per contro, non risultano neppure iniziati i lavori di costruzione dell’impianto elettrico del posto di manovra Accadia. L’Amministrazione informa che ulteriori interventi funzionali, concernenti le opere civili per le stazioni di Pozzuoli, Gerolomini e Cantieri e l’armamento della tratta Gerolomini-Cantieri hanno ricevuto pareri negativi da parte degli enti interessati, in sede di conferenza di servizi in data 27 febbraio 2000: sono in corso iniziative per la definizione delle conseguenti modifiche progettuali. Va comunque evidenziato che già nel 1999 erano stati riconosciuti, in via transattiva, alla Concessionaria maggiori compensi per 18 miliardi di lire, a fronte di riserve iscritte per 120,5 miliardi. Molto articolato si presenta il programma di investimenti della Ferrovia Circumflegrea, affidato in concessione, come il precedente, all’A.T.I. ITALSTRADE S.p.a. (ora ASTALDI S.p.a.) per l’importo presunto di 178 miliardi di lire. Nel periodo 1994-1998 sono stati sottoscritti ben 20 atti integrativi, che si possono ricondurre ai seguenti interventi: 77 a) Nuova Galleria Vomero – completamento opere civili, armamento ed elettrificazione; b) ristrutturazione Vecchia Galleria Vomero – opere civili e attrezzaggio; c) raddoppio della linea tra le stazioni di Soccavo e Traiano – opere civili e attrezzaggio; d) raddoppio della linea tra le stazioni di Traiano e Pianura – opere civili e attrezzaggio; e) raddoppio della linea tra le stazioni di Pisani e Quarto – opere civili. Per quanto riguarda lo stato di attuazione, tutti i lavori relativi alla Nuova Galleria Vomero sono stati tempestivamente eseguiti tra il 1995 e il 1996, con una spesa complessiva di oltre 13 miliardi di lire. I termini di ultimazione di tutti gli altri interventi sono stati postergati agli anni 2001 e 2002, mediante proroghe oscillanti tra 2 anni e 6 mesi e 5 anni e 2 mesi. Risultano praticamente completate le opere civili di ristrutturazione della Vecchia Galleria Vomero, mentre sono stati sospesi i lavori di armamento e del tutto stralciati i lavori di elettrificazione e segnalamento, che verranno eseguiti separatamente al di fuori della concessione. Un limitato avanzamento evidenziano gli interventi sulla tratta SoccavoTraiano, in quanto le opere civili sfiorano il 50%, i lavori di armamento hanno raggiunto il 40%, mentre l’elettrificazione è ferma al 10% e gli impianti di segnalamento non sono neppure iniziati. Percentuali ancora più modeste –ad eccezione delle opere civili (importo £ 51,4 mld), eseguite per il 71%- si riscontrano per il raddoppio della tratta Traiano-Pianura, dove l’armamento si attesta al 35%, mentre l’elettrificazione è giunta appena al 7%. L’Amministrazione riferisce che ciò è dovuto alla richiesta di alcune varianti da parte del Comune di Napoli, che si è impegnato ad accollarsi il finanziamento dei maggiori lavori. Anche in questo caso –come nel precedente- la Soc. esercente SEPSA S.r.l., in seguito ad un accordo bonario ex art.31-bis della legge n.109/1994 e successive modificazioni, ha riconosciuto in via transattiva alla Concessionaria dei lavori la somma di 18 miliardi di lire, a fronte di riserve iscritte per 230,8 miliardi di lire. Più avanzata, infine, è la realizzazione dell’intervento di raddoppio della tratta Pisani-Quarto, nell’ambito del quale i lavori di armamento sono quasi ultimati unitamente alle opere civili, mentre appaiono in ritardo il lavori di elettrificazione (43%) e di segnalamento (39%). 78 5. Valutazioni conclusive Come già evidenziato nella parte introduttiva della presente relazione, le pronunce precedentemente rese dalla Corte dei conti con riferimento alle cd. ferrovie minori hanno essenzialmente riguardato gli aspetti normativi e organizzativi di tale comparto nell’ottica del risanamento tecnico-finanziario delle singole gestioni, considerato quale condicio sine qua non per il rilancio della modalità ferroviaria nel contesto del trasporto pubblico locale22. In tale ambito la spesa in conto capitale non ha avuto particolare risalto per effetto della preminente rilevanza attribuita ai problemi di risanamento gestionale delle aziende operanti nel settore, con riferimento agli oneri per il personale dipendente, ai regimi tariffari applicabili all’utenza, all’incidenza della componente “sociale” sui costi del servizio, al ripianamento dei disavanzi d’esercizio. L’indagine di controllo ora compiuta tende a riequilibrare la situazione, almeno per quanto concerne il più cospicuo programma degli ultimi decenni “per investimenti ferroviari” di pertinenza delle società concessionarie e delle ex gestioni commissariali governative, e cioè quello finanziato dall’art.2, comma 3, della legge 22 dicembre 1986, n.910 (finanziaria 1987). ¾ Esigenze di completezza espositiva hanno indotto ad estendere l’istruttoria all’intera gestione del programma di ammodernamento in questione. In via preliminare, si è ritenuto utile dare conto dell’evoluzione normativa che di recente ha profondamente riformato il settore in particolare per quanto attiene alle gestioni commissariali governative, dapprima affidate per un triennio (a decorrere dal 1997) alla Ferrovie dello Stato S.p.a. ai fini della loro ristrutturazione e della gestione dei servizi, e poi trasformatesi in società di capitali ai sensi dell’art.31 della legge n.144/1999. Si è dato atto, inoltre, della complessa attività dispiegata dalle competenti strutture Ministeriali, anche attraverso organismi misti (Comitati di monitoraggio), per istruire, predisporre e concludere gli “accordi di programma” con le singole Regioni, allo scopo di definire il trasferimento di beni immobili, gli interventi di ammodernamento tecnico, le sovvenzioni d’esercizio per il 22 La Sezione autonomie (Deliberazione n.1/2003) ha recentemente predisposto –sulla base delle indagini curate sul territorio dalle Sezioni regionali di controllo della Corte- una relazione comparativa sulla gestione del trasporto pubblico locale e sullo stato di attuazione della riforma a livello regionale. 79 mantenimento del livello dei servizi erogati. Con specifico riferimento alle risorse per investimenti (ivi compresi quelli finanziati dalla legge n.910/1986), è stato evidenziato come sia prevalsa –in relazione alla modifica del titolo V della Costituzione- la tesi dell’utilizzazione di accordi di programma anche per la messa a disposizione dei fondi, che vengono erogati gradualmente in rapporto allo stato d’avanzamento degli interventi. Inoltre, la macroscopica dilatazione dei tempi di realizzazione degli ¾ interventi- ha richiesto uno specifico approfondimento delle modalità prescelte dall’Amministrazione per l’attuazione del programma di potenziamento, sia in termini finanziari sia sul piano degli strumenti contrattuali. Sotto quest’ultimo profilo, il modulo procedimentale adottato dal Ministero dei trasporti si è rivelato, alla prova dei fatti, pletorico e di difficile applicazione. La scelta del legislatore, già complessa ex se, di finanziare il piano di investimenti attraverso la concessione di contributi pari agli oneri per capitali e interessi per l’ammortamento dei mutui che gli Esercenti potevano contrarre entro il limite di 5.000 miliardi di lire è stata oggettivamente appesantita dalla interposizione, decisa dall’Amministrazione in sede attuativa, di un ulteriore soggetto –il Consorzio FERCONSULT, in prevalenza costituito da Società a partecipazione statale- cui sono stati affidati rilevanti e capillari compiti istruttori, di supporto tecnico-amministrativo e di assistenza in sede gestionale e contenziosa, per l’esercizio delle funzioni di alta vigilanza, controllo e direzione dei lavori, riservate al Ministero dei trasporti. In altri termini –come schematicamente rappresentato dal prospetto che segue- è stato posto in essere un meccanismo procedimentale estremamente segmentato, per il cui funzionamento è stata necessaria l’emanazione (nel periodo 1990-1999) di ben 40 circolari da parte del Ministero e l’invio di oltre 30 comunicazioni da parte del predetto Consorzio. Se si considera che le concessioni quadro stipulate dagli Esercenti sono 34 e che gli atti integrativi sottoscritti in prosieguo di tempo dai concessionari dei lavori ammontano a 294, sarà agevole comprendere quale impegno operativo sia stato necessario e quale dispendio di energie ne sia derivato per la concreta realizzazione degli interventi. 83 La scelta di affidare all’esterno la gran parte dei compiti tecnicoamministrativi spettanti all’Amministrazione è stata, in passato criticata dalla Corte23, non solo sotto il profilo dell’economicità (pagamento di un corrispettivo pari all’8% di tutte le erogazioni effettuate per la realizzazione del programma), ma anche dell’efficienza: è stato rilevato, infatti, come sia stata disattesa la raccomandazione –formulata dal Consiglio di Stato in sede di parere (n.562/1989 del 5.7.1989) sulla concessione di servizi a FERCONSULT-, secondo la quale alla scadenza della concessione (o eventualmente anche prima) il Ministero dei trasporti sarebbe dovuto subentrare al Consorzio nelle attività oggetto della concessione stessa. Tali giudizi critici non possono che essere confermati in questa sede, ove si consideri che la convenzione, stipulata per 5 anni, è stata invece prorogata automaticamente per una durata più che doppia (13 anni) ed è tuttora operante, in forza dell’art.8 della convenzione medesima, il quale prevede che il termine “si intenderà comunque protratto per il tempo necessario ad assicurare il completamento dell’intero programma sino all’approvazione del collaudo di ogni intervento”. Al riguardo va, peraltro, evidenziato che nel periodo di proroga il Ministero ha continuato a corrispondere il corrispettivo nella misura dell’8%, senza dare applicazione all’ultimo comma dell’art.9 della convenzione, il quale in caso di prosecuzione delle prestazioni oltre il quinquennio prevedeva che le parti concordassero un compenso aggiuntivo. L’Amministrazione –confermando in proposito quanto allora rappresentato alla Corte con memoria del 30.5.2000- ha inoltre ribadito che, nonostante le reiterate richieste formulate nel tempo ai vertici ministeriali, l’organico delle strutture centrali e periferiche dell’attuale Direzione generale sistemi di trasporto ad impianti fissi (STIF) è rimasto pressoché invariato anche in occasione della fusione con il Ministero dei lavori pubblici nel nuovo Dicastero delle infrastrutture e dei trasporti. Non si sono, quindi, realizzate le condizioni minime per assumere direttamente, almeno in parte, l’espletamento delle attività a suo tempo affidate a FERCONSULT. D’altro canto, le verifiche compiute –anche mediante accertamenti diretti- con la presente indagine hanno permesso di constatare l’effettiva onerosità e delicatezza degli adempimenti svolti dalla struttura esterna di supporto nel corso degli anni: sicché, al di là di prospettazioni teoriche che è comunque necessario 23 Sez. Controllo – III Collegio, delib. n.85/2000, pagg. da 9 a 17. 84 ribadire in via generale, nel caso di specie non sembra ricorrano le condizioni per ritenere improvvida la scelta compiuta dall’Amministrazione per il monitoraggio e la gestione di un programma di interventi così vasto e complesso. Meno che mai si potrebbe ragionevolmente ipotizzare un’interruzione del rapporto concessorio nell’attuale momento, caratterizzato da una serie di criticità connesse con il trasferimento alle Regioni delle competenze in materia di ferrovie locali. Nel nuovo quadro di riferimento istituzionale, la circostanza che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti conserva la titolarità delle risorse di cui alla legge n.910/1986 –che sono depositate presso conti di tesoreria ad esso intestati, con vincolo di destinazione alle singole Regioni, e vengono erogate in relazione allo stato di avanzamento dei lavori mediante accreditamento su conti di tesoreria infruttiferi intestati alle Regioni medesime (art.11, comma 5, legge n.166/2002)- rende oggettivamente necessario poter disporre di una struttura collaudata nel tempo e dotata di competenze specialistiche mirate, in grado di coadiuvare l’Amministrazione nella fase conclusiva del programma. ¾ Anche lo strumento contrattuale predisposto dal Ministero, e cioè la concessione congiunta di progettazione ed esecuzione dei lavori –articolata in due fasi, mediante la stipulazione di una convenzione quadro (a carattere normativo) e di successivi “atti integrativi” per l’esecuzione dei singoli interventi- non ha certamente semplificato l’iter procedimentale. Dalla analitica disamina di tutti i programmi affidati in concessione (cfr. par. 4) è emersa una generalizzata sottovalutazione dei tempi tecnici (30 gg. per la presentazione del PAP e ulteriori 120 gg. per la definizione del progetto esecutivo da parte dei concessionari) per giungere alla consegna dei lavori: il mancato rispetto delle cadenze temporali nella fase di avvio degli interventi ha prodotto un diffuso allungamento dei tempi complessivi di esecuzione, creando in qualche caso situazioni paradossali in cui entro la scadenza della convenzione quadro non è stato possibile sottoscrivere neppure un atto integrativo. In effetti, il quinquennio di riferimento (1987-1991) previsto dalla legge è stato quasi completamente assorbito dalla sola fase di stipulazione delle convenzioni quadro, sicché solo nel 1990 hanno potuto essere disposte le prime erogazioni, peraltro relative alla corresponsione dell’anticipazione del 10% dell’importo presunto delle convenzioni medesime. Salvo una esigua minoranza di casi –riguardanti programmi di modesta entità-, la maggior parte degli interventi sono stati realizzati nel periodo 1995- 85 2000, utilizzando in modo massiccio le ampie possibilità di proroga previste dagli strumenti concessori; per alcuni programmi, interessati da un esteso contenzioso, una quota consistente degli interventi definiti con gli atti integrativi risulta ancora in corso, nonostante siano state concesse proroghe di 7-8 anni dei termini contrattuali. Con riferimento alla notevole dilatazione dei tempi di realizzazione della maggior parte dei programmi di lavori, i rappresentanti dell’Amministrazione – nell’intervento orale svolto nell’udienza del 9 maggio 2003- hanno ricordato preliminarmente la diffusa situazione di obsolescenza degli impianti e del materiale rotabile delle ferrovie minori, interessate per oltre un trentennio soltanto da un’attività di ordinaria manutenzione, routinaria e molto frammentata. Solo con la legge n.910 del 1986 –è stato sottolineato- si è giunti ad affrontare in modo organico e con adeguato stanziamento di fondi il problema del complessivo ammodernamento della rete ferroviaria in concessione, prevedendo, accanto a numerosi interventi di manutenzione straordinaria, notevoli opere di potenziamento (raddoppio di tratte preesistenti, prolungamento ed elettrificazione di linee, realizzazione di nuove stazioni e depositi, costruzione di gallerie e sovrappassi per l’abolizione dei passaggi a livello, rinnovo di materiale rotabile, ecc.). Sono state soprattutto queste ultime a produrre i ritardi più sensibili, a causa delle connesse procedure espropriative (e relative opposizioni), delle autorizzazioni urbanistiche e concessioni edilizie da parte degli enti locali, della risoluzione delle interferenze con la rete viaria e le reti elettriche, acquedottistiche, fognarie, ecc.. ¾ Proprio la cospicua dilatazione dei tempi di esecuzione ha fatto sorgere dubbi di compatibilità dello schema concessorio di che trattasi con la normativa comunitaria, sotto il profilo della sostanziale creazione di una riserva di mercato quasi illimitata a beneficio degli originari concessionari. Il fondamento giuridico della legittimità del predetto modulo concessorio è stato individuato dal Consiglio di Stato24 -interpellato dall’Amministrazione- nel fatto che “gli atti integrativi non rappresentano atti aggiuntivi alle convenzioni, ma piuttosto precisazione delle pattuizioni della convenzione stessa con la quale concorrono a formare un inscindibile regolamento contrattuale”. 24 Sezione II – parere n.903/96 del 24 aprile 1996. 86 Conseguentemente, non potendo considerarsi come autonome fattispecie negoziali, non sono assoggettabili –secondo i più recenti indirizzi giurisprudenzialialla normativa vigente al momento della loro sottoscrizione. E’ da aggiungere in proposito che il problema sembrava essere stato risolto direttamente dal legislatore, che all’art.131, comma 4, della legge n.388/2000 (finanziaria 2001) aveva stabilito il divieto per i soggetti esercenti di stipulare ulteriori atti integrativi alle concessioni in essere, se non relativi a progetti esecutivi già approvati alla data di entrata in vigore della legge medesima. Era stata altresì disposta la revoca delle concessioni a suo tempo stipulate dalle aziende esercenti, le quali erano tenute ad espletare gare d’appalto per l’affidamento dei lavori ancora da finanziare, secondo la normativa vigente. Peraltro, tali disposizioni sono state poi espressamente abrogate dall’art.11, comma 2, della legge 1° agosto 2002 n.166, il quale ha precisato che “prosegue il programma di ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture ferroviarie previsto dalla legge 22 dicembre 1986, n. 910 e successive modificazioni”. ¾ La richiamata interpretazione del Consiglio di Stato ha, tra l’altro, prodotto l’ulteriore conseguenza che agli atti integrativi anche più recenti continua ad applicarsi il regime giuridico fissato a suo tempo dalla convenzione quadro, in particolare per quanto concerne il meccanismo della revisione-prezzi, recepito dalle convenzioni stesse nella forma del cd. “prezzo chiuso” di cui all’art.33, comma 4, della legge 28.2.1986, n.41 (finanziaria 1986). Inizialmente l’Amministrazione aveva applicato tale meccanismo “a scalare”, ragguagliando la maggiorazione del 5% per il primo anno all’intero importo del contratto, mentre per gli anni successivi la predetta maggiorazione doveva essere riferita all’importo residuo del contratto all’inizio di ciascuno di essi25. Avuto riguardo al generalizzato ritardo nell’attuazione del programma, la Commissione di alta vigilanza (C.A.V.) operante presso il Ministero ha successivamente ritenuto preferibile il criterio di attribuire la maggiorazione del prezzo chiuso medio, non più in rapporto a tutti gli interventi previsti dalla convenzione, ma limitatamente a ciascun atto integrativo nell’ambito dell’intervento funzionale previsto dal PAP, ponderando gli incrementi in un valore percentuale medio. La possibilità di rideterminare la percentuale di prezzo chiuso, riferita al singolo atto integrativo, è stata altresì limitata ai casi di differimento dei termini per cause oggettive non imputabili al concessionario, optando negli altri casi per la 25 Tale interpretazione era conforme a quanto affermato dalla Corte dei conti, con deliberazione n.1812 della Sezione del controllo in data 9 luglio 1987. 87 semplice proroga del tempo contrattuale, senza riflessi in termini di revisioneprezzi. In concreto, l’Esercente ed il Concessionario dei lavori determinano la percentuale di maggiorazione a titolo di “prezzo chiuso” mediante verbali di concordamento, che accertano –nell’ambito dell’arco temporale intercorrente tra la data di stipula della Convenzione quadro ed il termine di ultimazione previsto nel programma di avanzamento delle prestazioni (PAP)- il tempo rilevante per la quantificazione della percentuale medesima. A tal fine viene considerato soltanto il ritardo imputabile all’Esercente e/o al Ministero dei trasporti, in coerenza con quanto stabilito dalla Commissione di alta vigilanza. Dall’inizio del programma a tutto il 31.12.2002 –come si evince dalla tabella H- sono stati sottoscritti atti integrativi per un importo complessivo di £ 2.721 mld, di cui circa 500 miliardi di lire a titolo di maggiorazione per “prezzo chiuso”, pari ad un valore medio percentuale del 22,5% sull’intero programma. Nell’ultimo quadriennio (1° gennaio 1999-31 dicembre 2002) l’ammontare degli atti integrativi/aggiuntivi stipulati è di £ 254,6 mld, di cui £ 59 mld sono attribuibili al meccanismo del “prezzo chiuso”, con un’incidenza media del 30,1%. ¾ Sotto moderatamente il profilo positivo finanziario, in virtù la gestione del criterio si di caratterizza gradualità in senso adottato nell’autorizzazione dei mutui da stipulare fra gli Esercenti le varie ferrovie e la Cassa depositi e prestiti, diretto ad evitare la formazione di cospicue giacenze presso la Cassa stessa per disponibilità di risorse eccedenti gli effettivi fabbisogni del momento. Tale criterio, infatti, determina un contenimento dei costi dovuti agli interessi passivi da corrispondere all’Istituto mutuante, costi che sarebbero stati ben maggiori se fossero stati autorizzati mutui corrispondenti all’intero importo occorrente per la realizzazione dei vari interventi, anziché mutui frazionati, rapportati alle concrete esigenze periodicamente rappresentate dagli Esercenti, sulla base del programma di avanzamento delle prestazioni (PAP). La connotazione relativamente positiva, peraltro, è riferibile alla gestione complessivamente considerata, posto che l’ammontare dei mutui autorizzati a tutto il 2001 (lire 4.065 miliardi) supera non di molto (per circa 400 miliardi) le erogazioni totali effettuate alla stessa data dalla Cassa depositi e prestiti. 88 L’andamento delle due serie di operazioni (mutui ed erogazioni) è stato, però, notevolmente discontinuo nel tempo. In particolare, nei primi sei anni della gestione finanziaria (dal 1990 al 1995), si è riscontrato un rilevante divario fra i rispettivi valori, divario che nel 1995 ha raggiunto i 1.100 miliardi di lire circa e che è stato, progressivamente e in parte, riassorbito negli anni successivi. Tale scostamento nella fase iniziale della gestione denota un eccesso delle richieste di finanziamento allora avanzate dagli Esercenti rispetto agli effettivi fabbisogni, ovvero un ritardato iter attuativo degli interventi rispetto a quello programmato. Al dato moderatamente positivo attinente alle modalità seguite nella concessione dei finanziamenti, di cui si è appena detto, si contrappone quello, piuttosto negativo, dei risultati complessivi ottenuti in relazione al livello attualmente raggiunto dai finanziamenti stessi, quali risultano utilizzati a tutto il 2002. Infatti, a fronte del tetto di lire 5.000 miliardi previsto dalla legge n.910 del 1986, per i mutui contratti con la Cassa DD.PP., l’importo totale delle somme prelevate dagli Esercenti a tutto il 2002 risulta essere di 3.668 miliardi di lire. Pertanto, a distanza di ben tredici anni dall’avvio della procedura dei finanziamenti, l’ammontare dei fondi utilizzati per la realizzazione degli interventi di ammodernamento delle strutture e degli impianti ferroviari ha appena raggiunto il 73,4% delle risorse utilizzabili. Quanto testè rilevato circa il protrarsi complessivo dei tempi conferma ulteriormente la validità del sistema adottato circa lo scaglionamento nell’autorizzazione dei mutui, di cui si è innanzi detto. Se rapportate all’ammontare degli atti integrativi stipulati, pari a £ 2.721,2 miliardi circa, –come risulta dal prospetto che segue- le somme complessivamente erogate superano il predetto importo per circa £ 947 miliardi, che ne rappresenta, in termini percentuali, il 35% circa. L’eccedenza è dovuta, essenzialmente, alle somme prelevate per far fronte ad oneri vari, non compresi negli atti integrativi, quali, ad esempio, indennità di esproprio, oneri diversi compresi fra le somme a disposizione, I.V.A., spese generali (corrispettivo del Consorzio FERCONSULT nella misura dell’8%) e spese derivanti dal contenzioso. Incide, inoltre, sia pure in minima parte, la quota delle spese destinate ad alcuni interventi (Ferrovie Nord Milano, Circumetnea, Cumana), non compresi nella concessione assentita al predetto Consorzio. A sua volta il costo effettivo degli interventi, come sopra definito, corrisponde al 75% della spesa presunta risultante dalle concessioni quadro a suo tempo stipulate per complessivi 3.606,3 miliardi di lire. 89 A quest’ultimo riguardo l’Amministrazione precisa che le istruttorie eseguite raggiungono l’importo di 3.206,8 miliardi, di cui ben 2.842 miliardi circa (pari all’88,6% del totale) si riferiscono a progetti esecutivi approvati; le istruttorie da compiere non superano i 17 miliardi di lire. 90 Avanzamento programma L n.910/86 al 30.11.2002 (tetto di spesa per l'accensione dei mutui: £ 5.000 mld) (importi in £/ml.) 1) Importo complessivo presunto interventi 3.606.304 (a) 3.250.468 208.742 17.761 129.334 Lavori e forniture Indagini (BOB, PIG, ecc.) Interferenze e allacciamenti (stima) Espropri (stima) 2) Avanzamento fase istruttoria Istruttorie eseguite 3.206.773 2.841.927 208.742 9.009 17.761 129.334 Istruttorie progetti esecutivi approvati Istruttorie BOB, PIG, ecc. approvate Istruttorie in corso d'approvazione Interferenze e allacciamenti (stima) Espropri (stima) Penali/premi -17.428 Istruttorie da completare 416.959 16.493 50.503 349.963 Istruttorie in corso Progetti esecutivi da ricevere Progetti esecutivi da definire e residui 3) Avanzamento fase affidamenti Atti integrativi stipulati (b) 2.721.870 (b/a) 75% 310.582 Altri affidamenti già perfezionati Penali/premi Indagini (PIG, BOB, ecc.) Interferenze e allacciamenti Espropri -17.428 210.652 117.358 Atti integrativi da stipulare ed ulteriori affidamenti da definire 573.852 In corso di stipula, ovvero in fase di verbale, di accertamento, ovvero in attesa di decreto dirigenziale In fase di approvazione progetti esecutivi In fase di istruttoria In fase di progettazione e residui Ulteriori affidamenti (espropri, indagini, interferenze, ecc.) 4) Avanzamento fase esecutiva Erogazioni per: Lavori Indagini, bonifiche, ecc. Interferenze Espropri (c) 120.057 9.009 16.493 400.466 27.827 2.511.158 (c/b) 92% 2.417.017 41.013 6.806 46.322 91 ¾ Per quanto concerne l’aspetto della concreta realizzazione degli interventi, molteplici componenti entrano in gioco, rendendo improponibile ogni valutazione comparativa o aggregazione di dati: alle ordinarie difficoltà generalmente riscontrabili nella realizzazione delle opere pubbliche si aggiungono, infatti, quelle peculiari e tipiche del comparto ferroviario, connesse alla rigidità di tale modalità di trasporto, alla necessità di sedi riservate e adeguatamente protette, all’esigenza di evitare interferenze con il sistema viario, ai problemi di attraversamento dei centri urbani, all’utilizzazione di strutture di armamento e di reti di alimentazione particolarmente estese, alla disponibilità di adeguate sedi per il ricovero e la manutenzione del materiale rotabile. Rilevanti e assai delicati sono, altresì, i problemi di impatto ambientale e/o di compatibilità urbanistica che la realizzazione di una tratta ferroviaria, o il raddoppio di una linea preesistente, o il prolungamento di un collegamento già in esercizio possono porre, specie quando si operi in zone densamente popolate o all’interno di grandi aree metropolitane che comprendono una pluralità di enti locali, spesso portatori di interessi contrastanti. Il diffuso fenomeno del contenzioso, riportato in dettaglio al par. 4.5, testimonia altresì un’accentuata conflittualità tra Esercenti e concessionari dei lavori, alimentata sovente da persistenti divergenze con gli enti locali interessati, che reiterate conferenze di servizi non sono riuscite a superare in tempi ragionevoli. Nel prendere atto di una realtà così composita e diversificata, si ritiene preferibile riassumere i dati più significativi che emergono dalla analitica esposizione dei paragrafi 4.3, 4.4 e 4.5. Su un totale di 294 interventi, definiti da altrettanti atti integrativi, alla data del 31.12.2002 ne risultano ultimati 96, che hanno esaurito i programmi di ammodernamento di 14 Ferrovie, ubicate nelle aree del Centro-Nord ed in Sardegna; sono invece 117 gli interventi in corso, in gran parte vicini alla conclusione, che interessano altri 13 Esercenti, equamente suddivisi tra il Nord, il Centro e il Sud Italia; devono, infine, considerarsi “in sofferenza” i programmi di potenziamento di 7 Ferrovie (attualmente articolati in 81 atti integrativi), localizzati principalmente in Campania (Alifana, Benevento-Cancello, Cumana, Circumflegrea e Circumvesuviana), e poi in Lombardia (Ferrovie Nord Milano) e in Puglia (Ferrovia Garganica), perché in attesa della conclusione di vicende giudiziarie, di giudizi arbitrali, del contenzioso con gli enti locali, ecc. Per quanto concerne, infine, gli adempimenti amministrativi di chiusura delle procedure contrattuali, va evidenziato in termini negativi il frequente e spesso molto consistente ritardo nella compilazione del conto finale dei lavori, che ha 92 prodotto come ulteriore conseguenza la dilatazione dei tempi di collaudo. L’Amministrazione ha precisato al riguardo che tale fenomeno, nella maggioranza dei casi, è dovuto all’esigenza di risolvere mediante accordi bonari le riserve per maggiori compensi formulate dai Concessionari dei lavori. I Magistrati istruttori (Cons. Pietro De Franciscis) (Cons. Tommaso D’Ambrosio) I TABELLE G ED H II ALLEGATI Atti normativi - Legge 10 aprile 1981, n.151; - Legge 22 dicembre 1984, n.887, art.19, comma 19 (legge finanziaria 1985); - Legge 28 febbraio 1986, n.41, art.33 (legge finanziaria 1986); - Legge 22 dicembre 1986, n.910, art.2, comma 3 (legge finanziaria 1987); - Legge 11 marzo 1988, n.67, art.13 (legge finanziaria 1988); - Legge 15 dicembre 1990, n.385; - Legge 4 dicembre 1996, n.611, art.1, comma 3; - Legge 23 dicembre 1996, n.662, art.2, comma 1; - D.L.vo 19 novembre 1997, n.422, art.8; - Legge 17 maggio 1999, n.144, art.31; - D.L.vo 20 settembre 1999, n.400; - Legge 7 dicembre 1999, n.472, artt.21 e 41; - Legge 23 dicembre 1999, n.488, art.54, comma 1 (legge finanziaria 2000); - Legge 23 dicembre 2000, n.388 (legge finanziaria 2001); - Legge 1° agosto 2002, n.166, art.11, comma 3. Atti forniti dall’Amministrazione - Convenzione Ministero dei trasporti – ex Direzione Generale M.C.T.C. con Consorzio FERCONSULT del 7 luglio 1989; - Convenzione tra Cassa Depositi e Prestiti e Ministero dei trasporti – ex Direzione Generale M.C.T.C. del 22 novembre 1989; - Decreto interministeriale Trasporti-Tesoro n.225/22 Segr. del 14 novembre 1988; - D.M. n.114/02 del 21 marzo 1991; - Decreto interministeriale Trasporti-Tesoro n.1339 del 13 maggio 1999.