Gazzetta d i Mantova 11-06-2011
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La raffineria non rispetta i tempi prescritti dall'Asl. Per la procura èviolazione della sicurezza sul lavoro
di Giancarlo Oliani
della raffineria di strada Cipata, annota. giorno per giorno,
tutto quello che accade i-ùl'interno dello stabilimento che
consegna in procura.ll31 ottobre del 2009 l'azienda decide
di fermare un'altra volta l'ìmpi<mto e questo provoca ancora odori insopportabili che
vengono avvertiti a chilometri
di distanza. Arriviamo al22 clicembre.ll freddo è pungente e
a mezzanotte e mezza alcuni
operai della Belleli accusano
dei malori. Intervengono Asl e
Arpa, e accertano che dagli
Nuovi guai per la I es. il procu-
ratore capo Antonino Condorelli, nelle prossime ore, formalizzerà le accuse nei confronti
della raffmeria, per il mancato
rispetto della prescrizioni, riguardanti il serbatoio S9. Secondo gli accordi presi con
l'Asl, infatti, avrebbe dovuto
rendere disponibile il serbatoio per l'ispezione in gennaio.
Ma i funzionali dell'Azienda
sanitaria hanno potuto entravi
soltanto alla fme di aprile. Da
qui l'informativa alla procura
che, con tutta probabilità,
emetterà w1 decreto penale
per la violazione alle legge che
tutela la sicurezza sui posti di
lavoro. Decreto contro il quale
l'Azienda potrà fare opposizione. Capiente SOmila metri cubi (circa), il serbatoio, corroso
e bucato, figurava tra quelli
più a rischio, inserito dall'
azienda in cima alla lista delle
ptiorità. Doveva essere svuotato del greggio, bonificato e do tato di doppio fondo. La manutenzione avrebbe confermato
i sospetti: lamiere corrose e
fondo bucato.
Una veduta della raffineria tes
E' l'ultima delle accuse mosse alla raffineria. Guasti agli
impianti, malori collettivi,
emissioni fuorilegge, incendi,
odori nauseabondi e tracinmzioni di sostanze altamente inquinanti. Numerosi e ripetuti
episodi che hanno indotto il
procuratore capo, Antonino
Condorelli, a indagare cinque
diligenti della raffineria Ies. Il
dossier raccoglie fatti che si sono succeduti dal settembre del
2008 fino ad oggi. Il primo caso
finito sotto inchiesta avviene
tra ill3 e ill4 settembre di tre
anni fa, quando a seguito di un
violento nubifragio una consistente quantità di scarti di lavorazione fuoriesce da una va-
sca. La l es provvede a rimuovere il teneno contaminato, senza però informare le autmità.
Anche per questo la segnalazione, controfirmata dall'Arpa, viene trasmessa in procura. La situazione si aggrava ai
primi di novembre quando la
Ies decide di fetmare, come da
prassi, gli Ìl1lpianti. In quella
circostanza l'Arpa avrebbe accertato una modifica dell'impianto per la produzione del
bitume, senza autmizzazioni.
Arriviamo al 2009. Per sette
mesi, da marzo a ottobre, peliodo durante il quale l'Arpa rileva più volte i1 superamento
delle emissioni, una dmma,
che abita in w1a casa a ridosso
sfìati di un serbatoio sono fuoriuscite delle sostanze che, oltre ad inquinare il terreno circostante, ammorbano l'aria. l
29 novembre l'episodio più
grave, anch'esso finito sul tavolo del procuratofe. Nelle prime ore del pomeriggio cedono
le giunture del tetto al serbatoio 103.
accumulo di acqua penetra nella cisterna piena di bitume bollente a 170 gradi. li risultato è un gigantesco sbuffo di
vapore al bitume. La nube che
si fanna, spinta dal vento, si
ferma sopra la Belleli, provocando tosse e vomito a un
ispettore tecnico che finisce al
pronto soccorso del Poma. Tra
i gas presenti nella nube, di circa venticinquemila metri cubi,
c'è anche idrogeno solforato,
altamente nocivo.
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