NUMERO 197 - 3 N
NOVEMBRE 2015
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Tema caldo
Non solo TER, screening dei costi nascosti
dei replicanti
News dal mondo ETF
Lyxor prepara passaggio a replica fisica dei
principali ETF azionari Europa, Us e Global
Costi
nascosti
Nuove emissioni
Cina e materie prime sotto il segno della volatilità, nuovi leva 3 su azioni cinesi e commodity
Focus Banca IMI
Azionario, movimenti
sempre più veloci
ETF in cifre
ETF Plus: migliori, peggiori
e più scambiati a uno e sei mesi
Commento agli ETF
Balzo degli ETF a leva sul Dax e quelli
legati alla Turchia
È disponibile la nuova app di ETF news per il tuo Ipad, è gratis!
a cura di Titta Ferraro
TEMA CALDO
2
Non solo TER, screening dei costi nascosti dei replicanti
Tra i molti vantaggi ben noti degli Exchange Traded Funds
(ETF) - tra cui la diversificazione, bassi costi, flessibilità ed
efficienza fiscale - da sempre la componente costi risulta tra
gli elementi chiave che gli investitori apprezzano maggiormente. Grazie alla loro strategia passiva d’investimento gli
ETF si caratterizzano per costi
di gestione molto bassi, che
Il TER rappresenta arrivano ad essere inferiori ansolo la componente che di 10 volte rispetto a quelfissa di costo di un le dei classici fondi comuni di
ETF. A determinare investimento. Inoltre non sono
il costo complessivo previste commissioni di entrata,
della detenzione di di uscita o di performance.
un replicante incide Il Total Expense Ratio (TER),
fortemente lo spread l’indicatore utilizzato nell’ambito
bid-ask e in seconda del risparmio gestito per valuil costo complessivo anbattuta il tracking tare
di un investimento in fondi
error nuo
comuni, permette di includere i
costi di gestione e una serie di
altri costi tra cui figurano costi amministrativi, di custodia, di
revisione e spese legali, di registrazione eventualmente dovute agli organi di vigilanza. Il TER viene determinato ex-ante
dalla società emittente del fondo e rappresenta la componente di costo esplicita dell’investimento. Tuttavia esistono altre
voci implicite, non determinabili a priori, che vanno a incidere
sul costo finale dell’investimento concorrendo ad aumentare,
ma anche a ridurre (come nel caso dell’attività di prestito titoli)
il costo effettivo di un ETF.
“Mentre gli ETF continuano a crescere in popolarità, è importante per i consulenti essere informati il più possibile sui
fattori sottostanti che influenzano il costo della detenzione
di un ETF”, rimarca Justin Fay, vice presidente per investi-
menti alternativi e gli ETF di Pershing (gruppo BNY Mellon).
Prendere in considerazione tutti i fattori in gioco nella determinazione dei costi della detenzione di un ETF aiuterà a un
confronto reale sui costi dei differenti ETF. Pershing LLC
ha pubblicato uno studio intitolato “Le verità nascoste: comprendere la struttura e i costi degli ETF” in cui descrive tutti i
componenti che impattano sui prezzi degli ETF e identifica le
aree che i consulenti dovrebbero tenere a mente quando si
valuta il vero costo della detenzione di un ETF.
Tra i costi interni si segnalano quelli di ribilanciamento per gli
ETF a replica fisica e le commissioni legate allo swap per gli
ETF a replica sintetica. Tra i costi esterni figurano invece le
commissioni di negoziazione, le commissioni di intermediazione e gli oneri fiscali.
Ruolo chiave dello spread bid-ask
Tra i costi esterni sono di primaria importanza sicuramente i
costi di negoziazione. Il cosiddetto spread bid-ask (denarolettera) rappresenta la differenza tra prezzi denaro (in acquisto) e prezzi lettera (in vendita). “Investitori e consulenti
dovrebbero esaminare le componenti che possono influenzare in modo significativo il valore dello spread bid-ask e
comprendere le implicazioni che può avere sul costo degli
ETF”, si legge lo studio di Pershing che sottolinea come può
accadere che ETF a commissioni zero (diffusi soprattutto negli Usa, ndr) possono avere spread denaro-lettera così ampi
che si annulla il beneficio di non pagare alcuna commissione.
Gli ETF più liquidi sono caratterizzati da spread più contenuti. ETF apparentemente simili possono vantare liquidità
differenti a seconda della liquidità dei titoli sottostanti, del
volume di negoziazione del fondo e dal numero di market
maker presenti. In particolare un’elevata liquidità del sottostante è sinonimo di minori costi di negoziazione. Di contro
mercati meno liquidi e più volatili comportano di norma un
allargamento dello spread. Per informarsi circa i livelli medi
dello spread denaro-lettera su Borsa Italiana vengono pubblicati i dati sulla media mensile dello spread per categoria
di prodotti.
Attenzione anche al tracking error
Da monitorare poi il tracking error di un fondo per valutare
quanto strettamente il prezzo di un ETF rispecchia il suo indice di riferimento. Qualsiasi deviazione dal ritorno dell’indice
deve essere considerata un costo per il titolare dell’ETF e un
tracking error più elevato indica un rischio più elevato che
questo può accadere.
NEWS DAL MONDO ETF
News
Lyxor prepara passaggio a replica fisica dei principali ETF azionari Europa, Us e
global
Lyxor ha reso noto che nell’arco dei prossimi 12 mesi intende completare il passaggio alla
replica fisica dei suoi principali ETF azionari Europa, Us e global. A fine processo più della
metà degli asset degli ETF di Lyxor (25 miliardi di euro) saranno a replica fisica, facendo di
Lyxor il terzo più grande provider di ETF a replica fisica in Europa (Dati al 22 ottobre 2015,
fonte Lyxor). Il primo ETF a essere convertito sarà il fondo flagship sull’Euro Stoxx 50 (MSE),
che è il più grande di questo tipo al mondo con più di 7,6 miliardi di euro di AuM. “La nostra
priorità è creare fondi efficienti che replichino l’indice sottostante con la massima precisione e
che siano negoziati al minor costo possibile per gli investitori - ha commentato Arnaud Llinas,
Head of ETF and Indexing - e raggiungere tale scopo attraverso una gamma così variegata di
strumenti come la nostra richiede flessibilità. Non c’è un unico metodo di replica che funzioni
al meglio in tutti i casi. Il nostro obiettivo è cogliere il meglio da entrambe le modalità di replica
e usare ciascun metodo nei casi in cui esso funzioni meglio per gli investitori, non solo oggi
ma per il futuro”.
Boost quota due nuovi ETP S&L sul Brent
Due nuovi ETP sul Brent a leva tripla long e leva tripla short in Borsa Italiana.
I nuovi prodotti sul Brent proposti da Boost replicheranno il NASDAQ Commodity
Brent Crude Oil ER index, fornendo esposizione a rendimenti che riflettono un
investimento in future front-month sul Brent crude, più il reddito da interessi
maturato sull’importo collateralizzato. Il NASDAQ Commodity Brent Crude Oil ER
Index è concepito per riflettere un investimento in contratti future front month su
Brent Crude Oil, con un rolling mensile che esce dal contratto front- month in
scadenza ed entra in quello successivo.
L’ETFplus raggiunge i 43,77 mld di AuM (+28% a/a), +76% i contratti conclusi
L’ETFplus, il mercato di Borsa Italiana dedicato alla negoziazione in tempo reale di ETF
ed ETC, si conferma in crescita anche nel terzo trimestre dell’anno. A fine settembre
l’AUM degli ETP ha toccato quota 43,77 miliardi di euro (+28,08% rispetto a settembre
2014), mentre i flussi netti su ETF nei primi 9 mesi del 2015 sono stati pari a 6,74
miliardi di euro (+23,18% rispetto allo stesso periodo del 2014). Nei primi 9 mesi del 2015
il numero di contratti conclusi è stato di 3.827.635 (+75,97% rispetto allo stesso periodo
dello scorso anno), per un controvalore scambiato di 80,68 miliardi di euro.
3
a cura di Titta Ferraro
NUOVE EMISSIONI
Cina e materie prime sotto il segno della volatilità,
nuovi leva 3 su azioni cinesi e commodity
I segnali in arrivo dalla Cina sono ancora contrastanti con la
tenuta economica che è stata lievemente migliore del previsto
nel terzo trimestre (+6,9% annuo) e Pmi manifatturiero sotto
la soglia dei 50 punti a ottobre anche se in lieve miglioramento. Il Plenum del 18° Congresso del Partito Comunista ha
varato il nuovo piano quinquennale che ambisce al raddoppio
del reddito pro capite dei
L’azionario cinese cinesi rispetto ai livelli del
rimane volatile e in 2010 e anche acceleraItalia arrivano i primi re l’apertura ai mercati di
ETP a leva tre sulla settori a controllo statale
Cina. ETF Securities quota quali quello del petrolio,
anche altri 18 ETC S&L su dell’elettricità, del gas
commodity naturale e delle telecomunicazioni.
4
Nuovo target di crescita per Pechino
Il premier cinese Li Keqiang ha indicato nella soglia del 6,5%
il livello minimo di crescita per il prossimo quinquennio, sotto
il 7% indicato per quest’anno. Già il prossimo anno la crescita
dovrebbe essere nel range 6,5-7% sotto la spinta degli stimoli
monetari e fiscali implementati nell’ultimo anno da Pechino.
“Gli investitori devono tenere a mente che il tasso di crescita
del PIL della Cina rimane uno dei più forti a livello mondiale
anche in questo nuova normalità di crescita – sottolinea Helen
Zhu, responsabile dell’azionario Cina di BlackRock – e aldilà del target di crescita ciò che conta di più sono le misure
adottate per garantire la stabilità economica e atte a fornire
una ragionevole base su cui spingere ulteriormente le riforme
strutturali”.
Dopo i temporali estivi, l’azionario cinese ha ritrovato par-
zialmente stabilità con un ottobre decisamente positivo (oltre
+10% per lo Shanghai Composite), mentre rimangono deboli le
quotazioni delle commodity più sensibili alla domanda cinese
continuano a pagare le deboli prospettive nel breve termine
per Pechino.
Cavalcare la volatilità delle azioni cinesi
Una nuova finestra sui mercati cinesi, altamente volatili nel
corso di questo 2015, è offerta dai nuovi ETP sull’azionario
Cina proposti da ETF Securities, i primi a permettere di andare a leva tre long e short su un indice cinese. L’ETFS 3x Daily
Short FTSE China 50 e l’ETFS 3x Daily Long FTSE China 50
offrono esposizione alle più grandi società blue chip quotate
sulla Borsa di Hong Kong. Questi nuovi ETP permettono di
posizionarsi su un Paese ancora sottopesato nella maggior
parte dei portafogli degli investitori con la presenza cinese nei
benchmark azionari globali che è ancora bassa in rapporto
alla dimensione e all’importanza della sua economia. “Stiamo
quotando i nostri ETP a leva 3 sulle azioni cinesi in Borsa
Italiana per rispondere alla forte domanda dei nostri clienti
italiani – ha commentato Massimo Siano, Head of Southern
Europe per ETF Securities (UK) Limited – con l’appetito degli
investitori per l’esposizione alle azioni cinesi che continua a
crescere in conseguenza dell’aumentata volatilità e noi riteniamo che questi prodotti offrano l’opportunità di approfittare di
scambi nel breve termine a fronte di costi molto competitivi”.
Anche 18 ETC su materie prime
ETF Securities ha quotato oggi complessivamente 20 nuovi
ETP short e a leva 3x in Borsa Italiana e che offrono acceso
alle azioni cinesi e alle materie prime. Gli investitori hanno
dimostrato un crescente interesse negli ETP short e a leva
con la piattaforma di ETF Securities ha registrato in Italia af-
flussi per 123 milioni di dollari statunitensi dall’inizio dell’anno.
I 18 nuovi ETP short e a leva 3x sulle commodity proposti
da ETF Securities, che così amplia la sua gamma di prodotti
sulle materie prime disponibile in Borsa Italiana (pari al 70%
di tutti gli ETC quotati), permettono di posizionarsi su alcune
materie prime (caffè, rame, oro, gas naturale, nickel, argento,
zucchero, grano e petrolio Wti) che permettano agli investitori
di esprimere view tattiche a leva 3 long e short.
18 nuovi ETC short e long a leva 3x
NOME
ETFS 3x Daily Long Coffee
ETFS 3x Daily Short Coffee
ETFS 3x Daily Long Copper
ETFS 3x Daily Short Copper
ETFS 3x Daily Long Gold
ETFS 3x Daily Short Gold
ETFS 3x Daily Long Natural Gas
ETFS 3x Daily Short Natural Gas
ETFS 3x Daily Long Nickel
ETFS 3x Daily Short Nickel
ETFS 3x Daily Long Silver
ETFS 3x Daily Short Silver
ETFS 3x Daily Long Sugar
ETFS 3x Daily Short Sugar
ETFS 3x Daily Long Wheat
ETFS 3x Daily Short Wheat
ETFS 3x Daily Long WTI Crude Oil
ETFS 3x Daily Short WTI Crude Oil
ISIN
JE00BYQY3Z98
JE00BYQY3K46
JE00BYQY4F67
JE00BYQY4341
JE00BYQY4X40
JE00BYQY4L28
JE00BYQY5H56
JE00BYQY5082
JE00BYQY5X15
JE00BYQY5Q48
JE00BYQY6F08
JE00BYQY6502
JE00BYQY7H96
JE00BYQY7799
JE00BYQY8102
JE00BYQY7P70
JE00BYQY8G54
JE00BYQY8219
TICKER MER (%)
3CFL
0,98
3CFS
0,98
3CUL
0,98
3CUS
0,98
3AUL
0,98
3AUS
0,98
NG3L
0,98
NG3S
0,98
3NIL
0,98
3NIS
0,98
SI3L
0,98
SI3S
0,98
3SUL
0,98
3SUS
0,98
3WHL
0,98
3WHS
0,98
3CRL
0,98
3CRS
0,98
...e due ETP short e a leva sulle azioni cinesi
NOME
ETFS 3x Daily Long Coffee
ETFS 3x Daily Short Coffee
ISIN
TICKER MER (%)
JE00BYQY3Z98 3CFL
0,98
JE00BYQY3K46 3CFS
0,98
Fonte: ETF Securities
FOCUS BANCA IMI
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L’APPROFONDIMENTO
DI BANCA IMI
Azionario, movimenti sempre più veloci
5
Gli indici europei recuperano forza sulla scia del rimbalzo
dei settori ciclici, rafforzato dall’apertura della BCE a
un nuovo QE a dicembre. La liquidità in circolazione
rimane il driver principale dei listini, che restano
comunque condizionati
da una forte volatilità,
L’apertura della Bce a sui rinnovati timori
un potenziamento del relativi alla crescita
QE già da dicembre ha internazionale
dopo
dato fiato al rally delle una nuova serie di dati
Borse europee nella negativi in Cina. Negli
parte finale di ottobre Stati Uniti, l’avvio delle
con in evidenza trimestrali ha confermato
soprattutto i settori il rallentamento degli
ciclici utili, anche se i primi
mostrano una
Prova di forza del DAX risultati
percentuale di sorprese
che ha reagito bene positive elevata.
alle forti pressioni L’elevata liquidità in
al ribasso dovute al circolazione e gli algoritmi
rallentamento della matematici di trading,
Cina e allo scandalo di che caratterizzano i
Volkswagen movimenti in questo
periodo,
provocano
su indici e titoli
movimenti sempre più veloci e ripidi, che conducono
successivamente a cambi di trend violenti e repentini.
La volatilità degli indici trova fondamento nei rinnovati
timori di un rallentamento della crescita, che continua
a essere il principale rischio per gli investitori del
mercato azionario; a tal proposito, il FMI ha lanciato
un allarme sulla crescita globale e ha tagliato le stime
sul PIL mondiale (3,1% nel 2015), dato il calo dei
Paesi Emergenti. In tale contesto, migliora però la
crescita delle economie avanzate, fra cui l’Italia (per
cui il FMI rivede al rialzo le stime sulla crescita per il
2015 a +0,8%), ma non tanto da compensare il calo
degli Emergenti. Secondo il FMI, la crescita in Cina
dovrebbe essere pari al 6,8% per l’anno in corso e al
6,3% per il 2016.
Nel frattempo, anche il Presidente della BCE ha
confermato preoccupazione per il rallentamento dei
Paesi Emergenti, che definisce il principale rischio
per la crescita e ha sorpreso i mercati dichiarando
di essere pronto nel rafforzare lo stimolo monetario a
dicembre, qualora le condizioni di crescita e inflazione
dell’Eurozona dovessero peggiorare in seguito alle
prospettive dei mercati emergenti e, in particolare, della
Cina. Il rallentamento cinese potrebbe infatti avere un
duplice effetto sulle esportazioni dell’Eurozona e sui
prezzi delle materie prime. Una minore crescita dei
Paesi Emergenti dell’1% implica un calo del PIL delle
economie avanzate dello 0,25%.
I recenti dati macro cinesi confermano il rallentamento,
causato anche da minori investimenti; in tale contesto,
aumentano le pressioni su Pechino per ulteriori piani
di stimolo. La Banca centrale cinese ha appena
risposto all’appello con un taglio dei tassi di interesse
dello 0,25%, portando quello sui prestiti al 4,35% e
sui depositi all’1,5%. Inoltre, ha abbassato di 0,5% il
coefficiente di riserva obbligatoria per le banche, al
6
17,5%, al fine di ampliarne la liquidità. Il PIL del 3°
trimestre è cresciuto del 6,9%, il peggiore dal 2009,
ma migliore delle attese degli analisti e in contrasto
con il valore della produzione industriale, salita del
5,7% a settembre su base annua, rispetto al 6,1%.
L’inflazione in settembre ha deluso le attese, calando
(-1,6%) insieme ai prezzi alla produzione (-5,9%)
per il 43° mese consecutivo e alimentando i timori
deflazionistici sul Paese. Il focus resta legato ai timori
che la domanda non riparta e che stia modificandosi
il modello di sviluppo cinese, più orientato ai consumi
interni che alla commercializzazione con l’estero. Il
contesto generale è anche caratterizzato dalle difficoltà
degli altri Paesi Emergenti, con il Brasile in recessione
e la Russia che chiuderà il 2015 con un PIL in calo
del 3,5%, anche se per l’anno prossimo è atteso un
recupero dello 0,5%. Inoltre, tra i principali rischi
annoveriamo anche quelli geopolitici ed economicofinanziari dovuti alla situazione in Siria e Libia, a cui si
aggiungono le tensioni tra Israele e la Palestina.
Inoltre, il tema Grecia resta un elemento di disturbo per
il mercato azionario, che a fasi alterne si acutizza. La
situazione si conferma critica poiché, secondo il FMI,
con le sole riforme il debito pubblico resta insostenibile
e necessita di una significativa estensione delle
scadenze da parte dei creditori europei. Prende forma
l’ipotesi di fissare un limite sulle esigenze lorde di
finanziamento. Secondo fonti di stampa, il Presidente
dell’Eurogruppo avrebbe dichiarato che appare ampio
il sostegno alla possibilità di fissare un tetto alle
esigenze finanziarie annue della Grecia al 15% del PIL.
In merito ai fondamentali, calano i multipli dell’Euro
Stoxx, che si riportano su valori più contenuti, anche
se il P/E 2015 si conferma più elevato della media
storica 2008-2014, mentre quello del 2016 si riallinea
con tale media.
Multipli, crescite e PEG dei principali indici azionari
VALORE
Euro Stoxx
Euro Stoxx 50
Stoxx 600
DAX
CAC 40
FTSE 100
Ibex 35
FTSE MIB
FTSE All
Share
SMI
S&P500
NASDAQ
Composite
Dow Jones
Industrial
Nikkei 225
Hang Seng
Sensex 30
Bovespa
RTS Interfax
356,28
3.425,81
377,36
10.794,54
4.923,64
6.444,08
10.476,26
22.736,86
24.365,70
2014
14,47
13,51
14,68
13,25
13,88
13,47
16,23
14,59
14,77
2015E
15,82
14,87
16,32
13,72
15,74
15,97
16,82
18,54
18,48
8.910,52
2.075,15
5.031,86
16,29
15,53
20,57
17.646,70
18.825,30
23.151,94
27.470,81
47.596,00
872,86
P/E (X)
VAR. EPS %
2016E
14,42
13,94
15,10
12,56
14,58
15,15
14,87
15,46
15,56
2017E
12,95
12,57
13,53
11,46
13,11
13,18
13,11
13,13
13,32
2014
18,99
10,63
11,96
11,46
20,38
10,41
22,13
37,80
38,57
2015E
18,50
9,85
5,09
10,57
10,13
-15,07
20,09
24,19
30,35
2016E
9,69
6,70
8,05
9,17
8,00
5,40
13,14
20,27
20,08
2017E
11,37
10,86
11,58
9,61
11,23
14,69
13,41
18,66
17,93
17,61
17,73
24,20
16,52
16,26
19,96
15,01
14,62
17,43
5,89
9,31
15,26
2,33
0,46
13,65
6,59
9,08
16,44
10,05
11,84
15,93
14,57
16,36
15,22
13,89
6,60
-11,97
7,50
9,62
17,31
8,73
14,21
9,38
5,21
18,56
10,26
19,22
13,22
6,81
16,72
9,68
16,21
10,37
5,88
15,42
8,72
13,70
8,33
4,94
21,67
6,96
15,39
21,56
2,70
16,98
-5,32
11,03
-11,28
7,15
11,02
5,97
18,54
27,47
15,92
8,37
11,01
18,33
24,52
18,88
Nota: i valori degli indici sono in valuta locale. E= expected, atteso; NS= non significativo; High= valore fortemente positivo, che spesso scaturisce da un confronto con un valore precedente molto ridotto;
Neg.= dato negativo. Fonte: FactSet. Dati aggiornati al 23/10/2015
In tale contesto, migliora la forza relativa del CAC, che
quota in linea con i multipli europei in termini di utile a
fronte di prospettive di crescita vicine alla doppia cifra per
il biennio 2016-2017. Leggermente a sconto rispetto al
benchmark i multipli di EBITDA, a fronte di una crescita
pressoché in linea per il prossimo biennio. In merito
alla congiuntura giungono segnali positivi in termini di
produzione industriale, che ad agosto è salita dell’1,6%
su base mensile superando le attese, e la crescita del
PIL nel 3° trimestre si è attestata allo 0,2%. L’attività
manifatturiera in settembre recupera bene dopo due
mesi di calo, così come la fiducia dei consumatori
(a 97), che ha superato le stime segnando il nuovo
massimo da ottobre 2007. Inoltre, le immatricolazioni
di auto aumentano del 9,1%. Riportiamo pertanto il
giudizio sul CAC a Moderatamente Positivo.
Confermiamo il giudizio Neutrale sul FTSE100, che
presenta un rapporto multipli/crescite non favorevole;
l’indice è leggermente a premio come multipli e,
secondo le stime di consenso, il 2015 dovrebbe
chiudersi con utili in flessione a doppia cifra, soprattutto
a causa delle Risorse di Base. La ripresa degli utili
7
attesa per il 2016 è comunque a singola cifra. L’indice
sottoperforma da inizio anno (con i titoli minerari che
hanno registrato flessioni tra il 50 e il 60%) insieme a
quello svizzero, e questa sottoperformance potrebbe
proseguire ancora per alcuni mesi. Il listino risente
della perdita di competitività dovuta all’apprezzamento
della sterlina nei confronti della moneta unica.
Il DAX reagisce con forza dopo le forti pressioni al
ribasso dovute al rallentamento della Cina e allo
scandalo di Volkswagen. Nonostante questi fattori,
la crescita dovrebbe rimanere solida grazie alla forza
della domanda interna, sostenuta in particolare dai
servizi privati e dal commercio al dettaglio, a cui si
aggiungono la ripresa degli investimenti fissi, attesi
in aumento del 2,7% nel 2016, e gli ampi margini
di intervento della politica fiscale, grazie all’avanzo
primario della Germania. Il Paese resta però più
esposto al rallentamento cinese a causa di un
export mensile che supera i 100 mld di euro verso
il Paese asiatico e una riduzione della produzione
di auto Volkswagen andrebbe ad incidere sull’attività
manifatturiera. Le nostre stime di PIL vertono per una
crescita pari all’1,7% per l’anno in corso e all’1,9%
per il 2016, anche se il Governo tedesco ha rivisto
le stime al ribasso per l’anno in corso, portandole
all’1,7% dal precedente 1,8%. Segnali incoraggianti
giungono comunque dal tasso di disoccupazione al
6,4%, il più basso dal 1990. In tale contesto, il DAX
presenta attualmente multipli di margini e P/E ancora
più contenuti sia rispetto al benchmark europeo che
alla media storica; pertanto, confermiamo il giudizio
Moderatamente Positivo per l’indice.
Confermiamo Moderata Positività per gli indici domestici,
che mantengono forza relativa sulla scia della liquidità
e della ripresa della fiducia di consumatori e imprese.
Il mix euro e petrolio deboli continua a sostenere il
nostro mercato, anche se è doveroso considerare il
rallentamento della crescita a livello globale. Oltre al
timore Cina, un eventuale rallentamento dell’economia
tedesca non gioverebbe al nostro Paese, dato che
la Germania si conferma il nostro primo interlocutore
commerciale. Il Governo ha comunque optato per
favorire la domanda interna riducendo l’imposizione
sulle proprietà immobiliari a scapito di una riduzione
del deficit strutturale. Sui fondamentali, i P/E del
FTSE MIB si confermano a moderato premio rispetto
alla media storica e ai benchmark europei, ma le
attese di crescita restano decisamente al rialzo.
A livello settoriale europeo restiamo Moderatamente
Positivi sui Tecnologici, sostenuti in particolar modo
da nuove operazioni di M&A, dopo l’acquisizione di
EMC Corporation da parte di Dell (terzo operatore
al mondo di PC) per un controvalore di 67 mld di
dollari, l’operazione più grande di sempre nel settore
Tecnologico. In tal modo, Dell si trasforma sempre
di più in un operatore in grado di offrire soluzioni e
servizi per tutta la struttura IT. Il settore conferma stime
di crescita elevate, supportate dalla parte legata ai
servizi IT, anche se sulla divisione dei semiconduttori
la SIA (Semiconductor Industry Association) ha rivisto
al ribasso le stime di crescita delle vendite a livello
mondiale al 2,3% per l’anno in corso e al 3,1% per
il 2016, rispetto al precedente 3,4% per entrambi.
Confermiamo Moderata Positività per le Utility; il
settore conferma forza relativa di breve, favorito
anche dall’approvazione degli stress test effettuati
dal Governo tedesco sulla somma accantonata per
lo spegnimento degli impianti nucleari entro il 2022
da parte di E.ON e RWE. I fondamentali risentono
infatti dei costi per la trasformazione dal nucleare ad
altre fonti di energia e della difficile situazione attuale
in Brasile. Riteniamo che a questi prezzi il comparto
incorpori il rallentamento degli utili atteso per il biennio
in corso. Reiteriamo Moderata Positività per l’Energia
sulla prospettiva che il petrolio possa beneficiare
di un futuro calo dell’offerta, con i paesi produttori
pronti a discuterne. Dopo aver fornito segnali di forza
superando l’area 48-49, il greggio ritraccia tornando
sui supporti posti in area 43-42,5. Continuiamo a
preferire i gruppi che si occupano di raffinazione,
che con il petrolio a basso prezzo beneficiano di un
miglioramento dei margini.
Cala la volatilità sugli indici statunitensi, che rimbalzano
con decisione dai minimi di fine settembre, fornendo
decisi segnali di forza nel breve. La Fed rinvia il primo
rialzo dei tassi probabilmente a dicembre e intanto
il focus si sposta sulle trimestrali. In merito agli utili
dell’S&P500, le stime di consenso per il 2016 vertono
su un ritorno della crescita vicina alla doppia cifra,
con un recupero anche dell’Energia, settore che
quest’anno si appresta a chiudere con utili in flessione
del 60%. I P/E continuano a essere moderatamente
a premio rispetto alla media 2008-2014. Pertanto,
sui fondamentali, confermiamo il giudizio Neutrale per
l’S&P500. Relativamente alla stagione delle trimestrali
il quadro si presenta meno deteriorato delle attese,
con una flessione media degli utili pari all’1,9% e con
una percentuale di sorprese positive al 71%. Nel 3°
trimestre il consenso si attende una riduzione media
degli utili pari al 6,1% imputabile soprattutto al calo
dell’Energia, che anche in questo trimestre dovrebbe
registrare una flessione degli utili su base annua
pari al 65,5%; escludendo tale settore, si avrebbe un
risultato in aumento dell’1,2% Il Nasdaq mantiene forza
relativa sostenuto da risultati societari superiori alle
attese riportati da importanti gruppi tecnologici e dalle
operazioni straordinarie di M&A.
OSSERVATORIO ETF
La pagina dei numeri di ETF News
Europa - Indice EuroStoxx 50
CHIUSURA
Eurostoxx50
Ftse Mib
Dax30
Ftse100
3435
22482
10951
6362
3 MESI
-5,71
-5,09
-4,50
-4,87
Usa - Indice S&P 500
VARIAZIONE%
6 MESI
12 MESI
-5,20
-2,33
-4,59
-8,92
11,20
16,20
18,13
-1,93
Giappone
Cina
Russia
Brasile
19083
1147
854
45628
Dow Jones
S&P 500
Nasdaq
Russell 2000
17664
2079
4649
1162
3 MESI
1,31
0,29
2,70
-3,71
VARIAZIONE%
6 MESI
12 MESI
-1,08
-0,20
5,02
-3,42
2,66
4,27
12,82
1,36
Commodity - Indice CRB
Far East - Indice Nikkei
CHIUSURA
CHIUSURA
3 MESI
-9,08
-5,05
2,93
-9,82
VARIAZIONE%
6 MESI
12 MESI
-4,34
-19,61
-16,51
-18,43
13,83
16,49
-20,31
-16,04
CHIUSURA
Crb
Petrolio Wti
Oro
Cacao
196
46
1136
377
3 MESI
-2,20
2,35
4,23
2,59
VARIAZIONE%
6 MESI
12 MESI
-14,49
-21,84
-3,32
4,52
-27,94
-41,32
-2,93
0,67
Nelle tabelle sono riportati solamente gli Etf quotati sul segmento ETFplus di Borsa Italiana Spa. I dati sono elaborati su base quindicinale. Il trend indicato nelle ultime due colonne è dato
dall’incrocio di due medie mobili. Per quella di breve periodo, l’indicazione è positiva tutte le volte che la media mobile esponenziale a 5 giorni perfora verso l’alto quella a 20 giorni mentre
è negativa ogni volta che la media a 5 giorni perfora verso il basso quella a 20 giorni. Per quello di medio termine l’indicazione è positiva tutte le volte che la media mobile esponenziale a
20 giorni perfora verso l’alto quella a 50 giorni mentre è negativa ogni volta che la media a 20 giorni perfora verso il basso quella a 50 giorni.
8
I MIGLIORI A 1 MESE
Dbx Lev Dax Daily
Lyxor Daily Levdax Ucits Etf
Etfx Dax 2X Long Fund
Amundi Etf Leveraged Msci Us
Amundi Etf Leveraged Euro St
I MIGLIORI A 6 MESI
Dbx Hsi Short Daily
Dbx Msci Em Short
Ishares Uk Property
Ishares Nasdaq 100
Dbx Ftse 100 Short
I PEGGIORI A 1 MESE
Dbx Short Dax 2X Daily
Etfx Dax 2X Short Fund
Lyxor Etf Daily Shortdax X2
Lyxor Ucits Etf Euro Stoxx 5
Dbx S&P 500 2X Inverse
I PEGGIORI A 6 MESI
Ishares Msci Brazil Ucits Et
Ishares Msci Brazil Acc
Amundi Etf Msci Brazil Ucits
Db X-Trackers Msci Brazil In
Lyxor Etf Brazil Ibovespa
I PIÙ SCAMBIATI / QUANTITÀ
Lyxor Etf Ftsemib Daily Lev
Lyxor Etf Ftsemib Daily 2Xsh
Lyxor Etf Ftse Mib
Ishares Ftse Mib Ucits Etf D
Lyxor Etf Msci Emer Mkts-A
I PIÙ SCAMBIATI / VALORE
Lyxor Etf Ftse Mib
Lyxor Etf Ftsemib Daily Lev
Ishares Ftse Mib Ucits Etf D
Lyxor Etf Msci Emer Mkts-A
Ubs Etf Msci Emu
PREZZO €
VOLUMI
PER % 1 MESE
PER % 6 MESI
TREND BT
TREND MT
99,65
92,2
257,01
1003,8201
256,1001
1072
27986
405
138
735
31,55
31,10
31,03
24,99
24,10
-12,71
-13,04
-13,23
-0,07
-10,82










7,95
16,93
9,89
233,08
7,65
2863
8287
13378
3329
10864
-2,87
-4,43
8,45
15,60
-0,65
18,85
18,52
9,25
7,56
7,30










6,47
8,03
6,79
6,99
3,64
13008
10769
127215
378716
230833
-25,17
-24,96
-24,74
-20,75
-16,18
-1,90
-1,59
-0,95
-4,70
-5,39










17,03
36,865
23,005
22,385
10
11311
175
984
14974
45358
7,12
5,74
5,79
6,12
7,41
-33,98
-33,89
-33,70
-33,62
-33,33










10,29
6,85
22,31
13,75
8,20
1999646
1976393
1091048
826703
547043
10,18
-10,35
5,36
5,20
9,63
-11,11
-12,47
-3,15
-0,47
-15,73










22,31
10,29
13,75
8,20
114,83
17822950
15659960
14487600
14363370
11236250
5,36
10,18
5,20
9,63
10,81
-3,15
-11,11
-0,47
-15,73
-4,72










Fonte: Bloomberg - dati aggiornati al 03/11/2015
OSSERVATORIO ETF
4 ETF su Obbligazioni
Il Commento agli ETF
il 25% che hanno caratterizzato gli Short a
Replicanti a leva long in evidenza nell’ultimo
leva 2 sul DAX. A sei mesi i peggiore sono
mese complice il balzo delle principa,i Borse
tutti strumenti legati all’azionario brasiliano
mondiali nel corso del mese di ottobre con
con flessioni che superano il 33%.
progressi vicini alla doppia cifra sia per gli
Tra i prodotti più scambiati
indici di Wall Street che
per numero di pezzi
per quelli europei. Le
figurano i prodotti legati
posizioni di testa della
a Piazza Affari. Il Lyxor
classifica mensile sul
Il rally delle Borse
UCITS Etf Ftse Mib Daily
mercato italiano degli ETF
ha sospinto i
2X Leverage primeggia con
vedono primeggiare tutti
replicanti a leva
una media giornaliera di
i replicanti a leva 2 long
sul Dax. Molto bene
1,99 milioni di pezzi. Segue
sul Dax di Francoforte con
anche
gli
ETF
sulla
il Lyxor UCITS Etf Ftse Mib
rialzi di oltre il 31% per i
Turchia
Daily Short con transazioni
primi tre performer. La
medie per 1,974 milioni di
graduatoria mensile mette
pezzi. Terzo posto per il
in evidenza anche i rialzi
Lyxor UCITS Etf Ftse Mib
sostenuti dei replicanti
con 1,09 mln di pezzi. Tra i più scambiati per
legati all’azionario turco sostenuto dal rally
controvalore primeggia il Lyxor UCITS ETF
post-elezioni. A sei mesi tra i migliori
Ftse Mib con transazioni per 17,82 milioni
dell’ETFPlus si segnalano i prodotti short
di euro. Seconda piazza per il Lyxor ETF
sulla Cina (DB x-trackers HSI short Daily con
Ftse Mib Daily Lev con 15,65 milioni di euro;
+18,85%) e short sugli emergenti in generale
ultimo gradino del podio per il Lyxor UCITS
(DB x-trackers MSCI EM short Daily con
Etf Ftse Mib Daily 2x Short con transazioni
+18,52%).
per 14,44 milioni di euro.
Guardando invece ai peggiori dell’ultimo
mese su Borsa Italiana, ribassi tra il 24% e
Alla ricerca del rendimento
(TRES) 1
LYXOR UCITS ETF iBoxx
$ Liquid Emerging Markets Sovereigns
4,73%
LYXOR UCITS ETF iBoxx
€ Liquid High Yield 30
3,13%
LYXOR UCITS ETF € Corporate Bond
0,64%
LYXOR UCITS ETF
€ Corporate Bond Ex-Financials
0,56%
I tassi sono oggi ai minimi. Per ricercare maggiori rendimenti potenziali, proporzionali ai maggiori rischi assunti, si possono
valutare 4 Lyxor ETF* che espongono ad obbligazioni “Emerging Market” (di paesi in via di sviluppo), ad obbligazioni “High
Yield” (di emittenti a basso rating) e ad obbligazioni “Corporate” (di società).
I 4 Lyxor ETF offrono alcuni vantaggi rispetto all’investimento diretto in tali obbligazioni: liquidità, diversificazione su un paniere di
obbligazioni, lotto minimo di 100 Euro, acquisto immediato come un’azione, reinvestimento automatico di cedole e titoli in
scadenza, duration costante, ecc...
Negoziazione su Borsa Italiana oppure con 48 intermediari (tra cui Société Générale, Banca IMI, Unicredit e Intermonte).
*)
La presente newsletter ETF News ha carattere puramente informativo e non rappresenta né un’offerta né una sollecitazione ad effettuare alcuna operazione di acquisto o vendita di
strumenti finanziari. Il Documento è stato preparato da Brown Editore S.p.A (l’editore) in completa autonomia e riflette quindi esclusivamente le opinioni e le valutazioni dell’Editore
stesso. Il presente Documento è distribuito per posta elettronica a chi è iscritto ai servizi di newsletter di Finanza.com ed a chi ne ha fatto richiesta, è destinato al pubblico indistinto
e non può essere riprodotto o pubblicato, nemmeno in una sua parte, senza la preventiva autorizzazione scritta di Brown Editore S.p.a. Qualsiasi informazione, opinione, valutazione
e previsione contenute nel presente Documento è stata ottenuta da fonti che gli Editori ritengono attendibili, ma della cui accuratezza e precisione l’editore non potrà essere ritenuto
responsabile né possono assumersi responsabilità alcuna sulle conseguenze finanziarie, fiscali o di altra natura che potrebbero derivare dall’utilizzazione di tali informazioni.
9
1)
I Lyxor ETF citati sono Sicav o Fondi di diritto francese o lussemburghese gestiti da Lyxor International Asset Management S.A. (qui per brevità "Lyxor") i cui prospetti sono stati approvati dalla AMF o dalla CSSF.
Per le date di approvazione si rinvia ai Prospetti.
Fonte: www.markit.com, al 16/04/2015. Il rendimento citato è la media ponderata del Tasso di Rendimento Effettivo a Scadenza (Yield to Maturity) delle obbligazioni che costituiscono l’indice benchmark dell’ETF.
La Modified Duration media (cioè la sensitività ai tassi di interesse) è: per EMKTB 8,77; per HY 3,52; per CRPE 4,66; per CBEF 4,71. Non sussiste garanzia che il rendimento venga effettivamente conseguito al
termine dell’investimento.
Il valore degli ETF citati può aumentare o diminuire nel corso del tempo e l'investitore potrebbe non essere in grado di recuperare l'intero importo originariamente investito. Questo è un messaggio pubblicitario e non
costituisce sollecitazione, offerta, consulenza o raccomandazione all'investimento. Prima dell'investimento negli ETF sopra menzionati leggere attentamente i Prospetti, i "KIID" e i Documenti di
Quotazione, disponibili sul sito www.ETF.it e presso Société Générale, Listed Products, via Olona 2, 20123 Milano, dove sono illustrati in dettaglio i relativi meccanismi di funzionamento, i fattori di rischio ed i costi.
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