Tecnologie digitali Scheda di laboratorio 6/2007 Grafici e rette Grafici lineari Il grafico più semplice con cui si viene abituati a rappresentare la dipendenza tra due grandezze y = f (x) presenta una scala lineare su entrambi gli assi ortogonali. Per realizzare il grafico, occorre scegliere un fattore di scala Ux che esprime la quantità corrispondente ad una lunghezza unitaria, tipicamente i centimetri, misurata sulla scala grafica. Se la grandezza x è dimensionata, ad esempio rappresenta il volume di un certo corpo di composizione omogenea, essa viene espressa con una unità di misura, come i metri cubi (m3 ). Analogamente si fa con la grandezza y, scegliendo un fattore di scala grafico Uy . Nel caso di grandezze dimensionate è evidente il fatto, che sussiste anche per funzioni puramente numeriche, che i fattori di scala sono generalmente diversi e vengono scelti per ragioni pratiche in modo da consentire la rappresentazione più chiara possibile della regione della curva che è di maggiore interesse. Per eseguire dei grafici lineari è utile adoperare la carta quadrettata che si è avvezzi ad usare fin dalle scuole di base. Questa ha la particolarità di avere una spaziatura uniforme nelle due direzioni. Una versione più tecnica della carta quadrettata è la cosiddetta carta millimetrata nella quale sono segnate due quadrettature, una con linee più spesse ogni mezzo centimetro ed una sovrapposta con linee più sottili ogni millimetro, da cui il nome1 . Tra le innumerevoli situazioni in cui sono utili i grafici lineari ci occupiamo qui del caso in cui la dipendenza della y è di proporzionalità diretta dalla x. In questo caso, rappresentato dalla uguaglianza y = kx + h il grafico in scala lineare è semplicemente una retta. Inoltre, con una semplice misura grafica, fatta, ad esempio, con un righello millimetrato, si determina facilmente, noti i fattori di scala il valore di k. Basta fissare due punti sulla retta tracciata e considerare il segmento che li unisce come l’ipotenusa di un triangolo rettangolo i cui cateti sono paralleli agli assi del grafico (vedi figura 1). Se le misure della lunghezza dei due cateti sono, rispettivamente lx ed ly risulta, dunque: k= l y Uy l x Ux (0.1) x y 0 0.022 1.1 0.041 Es. 1 Siano date le coppie (x,y) della tabella Si riportino i punti corrispondenti su un grafico 2 0.057 3.4 0.081 5 0.109 lineare, scegliendo opportunamente ed annotando i due fattori di scala espressi in cm−1 . Si verifichi che i punti 1 Esistono numerosi indirizzi in rete a cui si possono ottenere immagini, ad esempio, in formato .pdf di carte per grafici tecnici. Una di queste è curata dalla università di Plymouth e si raggiunge all’ URL http://www.plymouth.edu/math/resources/GraphPaper.html 1 2 Figura 1: Esempio di misura della pendenza di un grafico rettilineo. I nomi tra parentesi corrispondono all’uso anglo-americano. La pendenza della retta è detta in inglese slope. siano allineati e si tracci la retta che li unisce. Si scelgano ora due punti qualunque sulla retta e si costruisca il triangolo rettangolo che ha come ipotenusa il segmento di retta compreso tra essi, e con i due cateti paralleli agli assi. Si misuri con un righello la lunghezza dei due cateti e si calcoli il coefficiente angolare della retta secondo la (0.1). Es. 2 Un caso un poco più interessante è rappresentato nella figura, dove sono riportate le velocità di recessione in km/sec di cinque galassie (Virgo, Ursa Major, Corona Borealis, Bootes e Hydra) in funzione della loro distanza espressa in milioni di anni luce. I punti sono disposti approssimativamente su una retta la cui pendenza H è chiamata costante di Hubble. La figura è tratta dal sito di un corso di astronomia alla Michigan State University (ora non più attivo); è possibile trovare maggiori informazioni su questo problema al sito http://cfa-www.harvard.edu/∼huchra/hubble/ del Harvard Smithsonian Center for Astrophysics e ai collegamenti mostrati in esso. Misurando sul grafico stampato sulla scheda i fattori di scala e le lunghezze si determini un valore per H e lo si confronti con quello calcolato all’indirizzo fornito sopra. Si confronti anche con il valore2 correntemente accettato, reperibile per esempio alla NASA, all’indirizzo http://map.gsfc.nasa.gov/m uni/uni 101expand.html Scala logaritmica Molto più raro è l’uso scolastico delle scale logaritmiche. Una scala logaritmica su di un asse può essere disegnata considerando che a partire da una origine (designata con 1) si riportano i valori di una grandezza x a distanze dall’origine che sono proporzionali al logaritmo in base 10 (indicato col simbolo Log) del valore stesso: d = c log(x) Il valore riportato nell’origine non è necessariamente il valore 1; si può ridefinire la origine ad una qualunque potenza (positiva o negativa) k di 10 e le distanze a cui si riportano i valori di x saranno proporzionali al logaritmo dei rapporti tra i valori stessi e l’origine 10−k . Vediamo in figura un esempio di scala logaritmica che si estende su tre decadi (dette anche cicli). 2 Si faccia attenzione che le unità di misura usate dagli astronomi sono (km/sec)/Mpc. Il Megaparsec indica una distanza un milione di volte quella, detta parsec di una stella che è vista da punti diametralmente opposti sull’orbita terrestre secondo un angolo di un secondo. In termini degli anni luce 1 parsec ' 3.26 anni luce. A.Di Lieto, F.Maccarrone - Tecnologie Digitali I - 2008/09 3 Figura 2: Velocità di recessione delle galassie in funzione della loro distanza Figura 3: Esempio di scala logaritmica Se l’origine coincide con il valore 1 il secondo 1 corrisponde a 10 e viene tracciato ad una distanza c dall’origine. Il valore 100 corrispondera ad una distanza d100 = cLog(100) = 2c. Analogamente si sarebbe potuto considerare l’origine in 10−3 e le successive decadi corrispondenti a 10−2 e a 10−1 ; il punto corrispondente al valore 0.03 si trova a distanza d0.03 = cLog(3 10−2 /10−3 ) = cLog(3) ossia esattamente nello stesso punto dove si trovava il valore 30 quando l’origine era in 1. Inoltre, per le proprietà dei logaritmi3 , coppie di punti che si trovano ad uguale distanza su una scala logaritmica stanno tra loro nello stesso rapporto. Es. 3 Lo studente verifichi con un righello che le coppie di valori 5 e 10 e 30 ed 60 si trovano a distanze uguali sulla scala di figura. Quanto vale per la figura il valore del fattore di scala c? L’uso più importante della scala logaritmica si ha quando la grandezza che si considera ha un intervallo di variazione che abbraccia diversi ordini di grandezza e le scale lineari perdono praticità. Crescita esponenziale e grafici semilogaritmici Ci siamo già occupati di una dipendenza molto importante nel caso della crescita esponenziale y = y0 eαx 3 (0.2) In particolare quella per cui la differenza tra due logaritmi è uguale al logaritmo del rapporto degli argomenti. A.Di Lieto, F.Maccarrone - Tecnologie Digitali I - 2008/09 4 Il grafico in scala lineare di questa dipendenza mostra un andamento monotono crescente con la concavità rivolta verso il basso. Figura 4: Esempio di curva esponenziale, disegnata sia in scala lineare sia in scala semilogaritmica A prima vista il grafico non è molto diverso da quello di una crescita a potenza del tipo y = axn +b. La situazione cambia drasticamente se usiamo per l’asse della grandezza dipendente y una scala logaritmica, ovvero riportiamo il valore y ad una distanza d = cLog(y) dall’origine. Un grafico che ha l’asse verticale in scala logaritmica e l’asse orizzontale in scala lineare è detto grafico semilogaritmico. In MatLab se y ed x sono i vettori con i punti da graficare il grafico semilogaritmico si ottiene con il comando semilogy(x,y) . Poichè il logaritmo in base 10 ed il logaritmo naturale, simbolo ln, in base e sono nella relazione Log(a) = ln(a) Log(e), la distanza sull’asse verticale per i punti espressi da una relazione del tipo (0.2) è in funzione di x: d = cLog(y) = cLog(e)ln(y) = cLog(e)αx + cy0 Log(e) In sostanza i punti della funzione esponenziale nel grafico semilogaritmico sono allineati su una retta la cui pendenza è legata alla costante della esponenziale che può quindi essere determinata per via grafica. Infatti, scelti due punti sulla retta: α= 1 Log(y2 ) − Log(y1 ) Log(e) x2 − x1 Ora, misurando la lunghezza c di una decade si vede che il numeratore della seconda frazione è semplicemente: ly c dove ly è la separazione in lunghezza tra i due punti proiettati sull’asse y; analogamente il denominatore della seconda frazione è, come nel caso della scala lineare x2 − x1 = lx Ux . Infine la formuletta per calcolare la costante esponenziale vale: α= Es. 4 La tabella x 0 1 2.3 3.2 5 y 1 0.53 0.23 0.13 0.041 ly cLog(e)lx Ux (0.3) rappresenta cinque punti della funzione y = e−0.64x . Riportare i valori su A.Di Lieto, F.Maccarrone - Tecnologie Digitali I - 2008/09 5 un grafico semilogaritmico con due decadi4 e l’origine in 10−2 e verificare che si dispongono su di una retta. Determinare con il righello la costante grafica c della scala logaritmica misurando la lunghezza di una decade. Determinare il fattore di scala Ux della scala lineare. Scegliere due punti ben distanti (perche?) sulla retta. Si misurino le lunghezze grafiche delle distanze tra le proiezioni dei due punti e si applichi la formuletta (0.3) per determinare la costante della esponenziale. Si confronti il valore con quello fornito. Si raccolgano i valori calcolati da tutta la classe e se ne faccia la media e la standard deviation. Es. 5 Anche per il grafico semilogaritmico prendiamo un esempio più interessante, ricavato dalla letteratura scientifica. La figura 5 mostra l’andamento temporale della fluorescenza infrarossa emessa dagli ioni di Cr2+ inseriti in una matrice cristallina di ZnS; questo andamento è quello tipico registrato al termine di una eccitazione a forma di impulso, ottenuto cioé eccitando gli ioni per un certo intervallo di tempo con una radiazione laser, e poi interrompendo l’eccitazione in modo repentino, idealmente in un tempo infinitesimo. Il modello che descrive la fluorescenza successivamente all’interruzione dell’eccitazione è descritto dalla formula: I = I0 e−t/τ Come si vede dalla prima parte della figura, il parametro τ dipende dalla temperatura del cristallo stesso. Misurando direttamente nella figura 5 i fattori di scala e la pendenza delle curve, si verifichino i valori di τ riportati nella seconda parte della figure. Infine, si verifichi che il tempo di risposta tipico del sistema di rivelazione è inferiore al valore minimo riportato in figura. Leggi di potenza e grafici logaritmici Talvolta si usano anche grafici in cui entrambe le scale, orizzontale e verticale, sono logaritmiche. In altre parole le distanze grafiche dx e dy a cui vengono riportati i valori di due grandezze (più precisamente i rapporti dei valori rispetto alle rispettive origini) x ed y sono proporzionali al logaritmo, ma con fattori grafici cx e cy generalmente diversi. Ciò che ci interessa mostrare in questo paragrafo è che una dipendenza tra due grandezze del tipo a potenza: y = axb comporta che il grafico su una carta bilogaritmica è rettilineo. In effetti prendendo il logaritmo in base 10 da entrambe le parti si ha: Log(y) = Log(a) + bLog(x) ossia l’equazione di una retta la cui pendenza fornisce il valore dell’esponente. Per la determinazione grafica basta osservare che se si prendono due punti sulla retta le distanze grafiche tra le loro proiezioni sui due assi risultano dx = cx (Log(x2 ) − Log(x1 )) dy = cy (Log(y2 ) − Log(y1 )) per cui b= Log(y2 ) − Log(y1 ) dy cx = Log(x2 ) − Log(x1 dx cy Es. 6 La più celebre legge a potenza della fisica è probabilmente la terza legge di Keplero la quale stabilisce che i quadrati dei periodi T di rivoluzione dei pianeti intorno al Sole sono proporzionali al cubo del semiasse maggiore dell’orbita. In formule : T = aD3/2 4 La carta corrispondente può essere scaricata e stampata all’indirizzo citato prima scegliendo il file 2slog100.pdf. A.Di Lieto, F.Maccarrone - Tecnologie Digitali I - 2008/09 6 Figura 5: Grafici tratti dal lavoro di I. Sorokina et al. “Continuous-wave tunable Cr2+ :ZnS laser, Appl. Phys. B 74, 607–611 (2002) Proponiamo di determinare l’esponente 3/2 da una misura su un grafico logaritmico. Per questo abbiamo bisogno di una tabella con periodi e semiassi dei pianeti e la troviamo, ad esempio in Wikipedia alla pagina http://en.wikipedia.org/wiki/Attributes of the largest solar system bodies. Lavoriamo con le unità di misura naturali ossia le unità astronomiche AU per le lunghezze (1 AU ' 1.5 108 km) e gli anni per i periodi (1 y(ear) = 3.1536 107 sec). I raggi (medi) delle orbite variano su tre decadi e i periodi su quattro. Procuriamoci una carta bilogaritmica con queste caratteristiche5 e riportiamo i punti sperimentali, verificando che stiano approssimativamente su una retta. Es. 7 In tutti gli esercizi ci siamo limitati a considerare la pendenza delle rette. Si cerchi di capire cosa rappresentano le intercette delle rette con gli assi nei vari casi. Es. 8 Una volta imparato ad usare il righello per misurare i parametri nei diversi tipi di grafico, è possibile ripetere gli esercizi usando le stampe dei grafici ottenute con i comandi plot, semilogy e loglog di MatLab. Anche se la quadrettatura non è molto fitta, si possono eseguire misure con buona accuratezza. Si ripetano gli esercizi con questa tecnica per convincersi della equivalenza della situazione. 5 Il file log4by3.pdf a http://www.plymouth.edu/math/resources/GraphPaper.html fa al caso nostro. A.Di Lieto, F.Maccarrone - Tecnologie Digitali I - 2008/09