Anno 6 Numero 40
Supplemento ad Avvenire
del 1 dicembre 2010
[email protected]
Barometro
OCCUPATI
DISOCCUPATI
INATTIVI
–0,1%
+0,4%
-0,4%
A OTTOBRE
IN UN ANNO
A OTTOBRE
IN UN ANNO
A OTTOBRE
IN UN ANNO
ARGOMENTI
Giovani
in Europa
con «Youth
on the move»
IL PUNTO
CAMUSSO E CGIL
ALLA PROVA
DI RIFORMISMO
FRANCESCO RICCARDI
PAGINA
PROFESSIONE
Addetti
alle paghe:
la formazione
e gli sbocchi
2
6
PAGINA
MODA
Manager, figure
emergenti
per marchi
e punti vendita
3
6
PAGINA
4
6
U
c m y
k
«Cervelli in movimento»:
un’opportunità per i
giovani del Mezzogiorno
di sviluppare negli Stati
Uniti idee imprenditoriali
di alta tecnologia
In primo piano
Un ponte
dal Sud agli Usa
Bianca Dellepiane, manager
genovese di nascita e californiana di
e siete giovani del
adozione, da molti anni a Los
Mezzogiorno e avete un’idea
Angeles, dove dirige una propria
innovativa nel settore dell’alta società di consulenza internazionale.
tecnologia c’è un’iniziativa pensata
Il progetto vuole offrire ai
apposta per voi. Si chiama "Cervelli
partecipanti una formazione
in movimento": un programma di
manageriale sul modello high-tech
formazione avanzata messo a punto americano, garantendo una visibilità
dall’associazione non profit di ponte a livello internazionale e quindi
tecnologico tra Italia e Stati Uniti
evitare l’emigrazione dei talenti.
"Bridges to Italy". Le aree ammesse
La scelta del Sud è voluta perché
sono quelle delle biotecnologie,
l’associazione ha una vocazione
nanotecnologie, energie rinnovabili e sociale, confermata anche
dell’information technology.
dall’attenzione al mondo femminile.
«Lo scopo dell’iniziativa è quello di
«Questi giovani forse risentono
sostenere in maniera efficace l’highmaggiormente della generale
tech del Sud Italia, rendendo i gruppi mancanza di strutture pronte a
di ricerca che hanno business
recepire l’innovazione in Italia –
innovativi capaci di competere a
sottolinea Dellepiane –. Per questo,
livello globale» spiega la fondatrice e quando abbiamo voluto aprire una
presidente di Bridges to Italy
sede italiana la cittadina di Rende
DI
GIOVANNA SCIACCHITANO
S
(Cosenza), con il suo campus
internazionale dell’Università della
Calabria, è sembrato il posto ideale.
Il nostro obiettivo è quello di
diventare un punto di riferimento
Italia-Usa stabile per i gruppi di
ricerca e i talenti del Mezzogiorno
portatori di idee innovative e di un
potenziale high-tech che spesso non
ha nulla da invidiare ai colleghi
americani. Ho una grande fiducia
nel valore del Meridione come
crescente area strategica, non solo
per l’Italia, ma anche nei confronti di
un bacino del Mediterraneo sempre
più incalzato da economie emergenti
dai Paesi africani ed eurasiatici».
Se da un lato l’Italia può acquisire
dagli States gli strumenti per
commercializzare le tecnologie,
dall’altro questi potranno vedere
avviate collaborazioni internazionali
Passa da Cremona
il rilancio dell’organo a canne
DI
MAURIZIO CARUCCI
on è facile trovare giovani che coniughino tutte le qualità che un
buon organaro dovrebbe avere:
sensibilità e cultura, ma anche non paura di
sporcarsi le mani; slancio e creatività fantasiosa; umiltà e rigore; abnegazione. Per fortuna, ancora qualcuno si trova...». Lo sostiene Marco Fracassi, responsabile artistico
della bottega organara Casa Pedrini Cremona Organi.
L’artigiano è cresciuto in una famiglia nella
quale la musica è sempre stata alimento quotidiano, in particolare la musica organistica.
Infatti la sua famiglia materna da un secolo
si dedica alla costruzione e al restauro di organi a canne: il continuo rapporto casa-bottega per lui è stato assolutamente fisiologico. «Man mano – spiega Marco – il mio "apprendistato", guidato da mio nonno, ha anche orientato gli studi e così, dopo il liceo classico, ho completato gli studi organistici in
Conservatorio. I miei interessi principali, in
campo organario, sono la ricerca storica e le
metodologie del restauro per quanto riguarda gli organi antichi; la progettazione di nuovi strumenti che presentino anche soluzioni
di ricerca innovativa».
I momenti di soddisfazione sono soprattutto quelli nei quali, dopo mesi di impegno severo, si ascolta il risultato sonoro di una nuova (o restaurata) "creatura" musicale. I momenti che mettono alla prova sono invece
quelli in cui si tocca con mano la poca con-
«N
La storia
n mese, l’ultimo. Mancano
30 giorni al termine di questo 2010, annus horribilis per
l’occupazione, e la fine dell’anno
è anche il termine che le parti sociali si sono date per arrivare a
stringere un nuovo patto sociale.
I primi passi sono stati positivi e
veloci. Anche perché tutto sommato "facili": si è trattato di richiedere al governo stimoli per la
crescita, di finanziare di più e meglio la ricerca, di mettere mano al
fisco alleggerendone il peso per
lavoratori e imprese. Ora però si è
arrivati al dunque, alla questione
centrale: costruire un’intesa tra datori e sindacati che aumenti la produttività, unica leva per innescare
un circolo virtuoso capace di rilanciare la produzione, far crescere l’occupazione, i salari e con questi anche i consumi. Dalla stesura
di un documento del "chiedere",
si passa perciò a un negoziato sul
"dare", nel quale ogni attore è
chiamato a mettere sul piatto un
ingrediente utile allo scambio. Ed
è esattamente a questo punto, in
questi 30 giorni che ci separano
dalla fine dell’anno, che si vedrà
se il cambio alla segreteria della
Cgil segna effettivamente una discontinuità rispetto a un passato
recente fatto solo di «no», autoisolamento e rimpianti tardivi.
Finora la nuova leader Susanna
Camusso si è mossa in maniera
intelligente e decisa. Si è seduta al
tavolo del patto sociale senza alzarsi alla prima difficoltà e dimostrando di saper tenere a bada
quanti, come la sinistra della sua
organizzazione, hanno cercato di
far fallire in partenza il negoziato,
negandone la legittimità. A questi, come alle tute blu della Fiom,
la Camusso ha replicato da sindacalista, ponendo l’accento sulla necessità del confronto, invitando i metalmeccanici «a presentare proposte». Non per caso –
al di là di come andrà a finire – il
confronto sul piano di riorganizzazione di Mirafiori si è aperto in
un clima ben più disteso e dialogante rispetto a quanto avvenuto
la scorsa estate a Pomigliano d’Arco.
Ora però, anche al tavolo tra datori di lavoro e sindacati si tratta
di entrare nel merito, a partire dall’accettazione implicita del nuovo sistema contrattuale, a suo tempo non sottoscritto dalla Cgil. E
poi soprattutto l’apertura a ipotesi di nuovi orari e organizzazione
del lavoro, come i 18 turni, lo spostamento delle pause, del tempo
mensa e quant’altro un’impresa
possa concordare con i lavoratori
per essere maggiormente competitiva . Nulla di "rivoluzionario",
nulla che "stravolga i diritti". Semplicemente l’esercizio intelligente
di quella "flessibilità contrattata",
a livello aziendale, che sta tradizionalmente nella cassetta degli
attrezzi di un sindacato riformista. E che oggi può essere arricchita e potenziata grazie a deroghe
e "devoluzione" di poteri dal contratto nazionale a quello aziendale. Adesso che la crisi economica sembra volgere al termine, infatti, occorre passare da una strategia meramente difensiva ad una
di attacco che in qualche maniera "osi" anche sul piano della sperimentazione di nuovi modelli organizzativi. Agendo sull’unico
scambio possibile: nuovi orari e
modalità di lavoro contro maggior salario finanziato da una più
alta produttività e da una minore
imposizione fiscale assicurata dal
governo con l’ultima manovra finanziaria.
In questo momento la trattativa è
in sostanziale stallo, nonostante
Confindustria, Abi, Cisl e Uil siano impegnate a costruire la trama
di una svolta, pronte le due confederazioni anche a mettere sul
piatto un’intesa parallela sulla rappresentatività, che tolga alibi allo
scontro interno al sindacato. Mancano 30 giorni prima di dover dichiarare fallito il negoziato. Susanna Camusso ha l’occasione di
dimostrare quanto può essere
riformista e decisiva anche la Cgil.
siderazione nei confronti di un’arte estremamente raffinata e complessa, che, se affrontata con capacità e impegno costante nella ricerca della qualità, produce opere che sono entrate nella storia della cultura.
«La famiglia Pedrini – racconta – aprì la ditta nel 1908. L’attività è stata trasmessa di generazione in generazione. Il lavoro me lo sono trovato in casa, ma è un lavoro che fortunatamente mi piace, e in maniera viscerale. Sono diplomato e concertista, e il mio
ruolo di responsabile artistico e curatore della parte fonica dello strumento non fa altro
che soddisfare le mie istanze interiori di musicista». Ma quanto lavoro ci vuole per costruire un organo? «Un organo di media grandezza – precisa – richiede sette/otto mesi di
lavoro. Inoltre affianchiamo l’attività di restauro di organi antichi. Ogni fase della lavorazione è eseguita manualmente dalle nostre maestranze: qui facciamo tutto, dalle canne lignee o metalliche ai finimenti decorativi. Per disegnare uno strumento bisogna immaginarlo già all’interno della struttura di
destinazione».
Il responsabile artistico della bottega cremonese vede un futuro roseo: «L’organo è uno strumento di tale duttilità e forza espressiva che non teme l’oblio o la desuetudine.
Forse è tempo che si mostri con più frequenza
anche nelle sale da concerto. I concerti d’organo sono frequentati da un pubblico giovane e possediamo in Italia eccellenti organisti di età compresa tra i 30 e 50 anni che
possono reggere la carriera internazionale».
e magari investimenti in Italia, con
vantaggi per i sistemi economici dei
due Paesi.
Il periodo di training durerà otto
mesi e comincerà nel prossimo
gennaio. «Abbiamo coinvolto
professionisti high-tech americani,
esperti di proprietà intellettuale e
manager di successo – chiarisce
Dellepiane – in un percorso di
formazione avanzata con modalità
miste face-to-face e distance-e-learning
che punta a condividere le migliori
esperienze e metodologie
statunitensi per la
commercializzazione di tecnologie
innovative. Vogliamo dare vita ad un
confronto diretto unito al tutoraggio
mirato». Le tre migliori idee
imprenditoriali saranno selezionate
da una giuria di esperti Italia-Usa,
presieduta dall’astrofisica famosa a
livello internazionale Sandra
Savaglio (calabrese di origine) e
quella vincitrice potrà vedere
incubato il proprio progetto di
impresa direttamente negli Stati
Uniti e presentarsi a potenziali
investitori o partner, oltre cogliere a
occasioni di networking e coaching
mirato.
"Cervelli in movimento" è nato dalla
collaborazione con il network
Crescita dell’Università della
Calabria e l’Università di California
Irvine, che rilascerà un diploma a
tutti i partecipanti. Il bando, i costi e
la domanda di partecipazione alla
fase di preselezione, che è gratuita,
sono disponibili sulla sezione
italiana del sito di Bridges to Italy
(www.bridgestoitaly.org). Il termine
per la presentazione di candidature è
il 20 dicembre 2010.
mercoledì 1 dicembre 2010
4
BRESCIA A capo
della manutenzione
Le offerte
R
andstad ricerca
responsabile
alla manutenzione
generale di stabilimento per azienda
metalmeccanica.
Si tratta di una figura tecnico/gestionale che pianifichi interventi manutentivi di tutti i
servizi generali dello stabilimento. Si
occuperà della gestione delle maestranze esterne e
dei collaboratori al
fine di mantenere
in perfetta condizione il funzionamento dell’intero
stabilimento.
La sede di lavoro
sarà: Brescia.
Contatti e cv:
Filiale Randstad
di Brescia
Via Foppa, 10
Cap 25122
Brescia
Tel.: 0303756038
Fax: 0302807104
E-mail: [email protected]
NAPOLI E AVELLINO
Alla ricerca di ingegneri
PROVINCIA DI ROMA
Personale nella Gdo
MODENA
Dieci impiegati
A
a Divisione specializzata
Largo Consumo di Articolo 1 ricerca personale in
provincia di Roma per catene di
ipermercati nel settore della Grande distribuzione organizzata:
● dieci addetti
alle vendite
I candidati hanno una precedente esperienza nella mansione, ottima predisposizione al
contatto con il cliente e capacità
di vendita. Sono disponibili
part-time sabato e domenica. Sede di lavoro: Fontenuova.
L
i Group Spa ricerca dieci impiegati commerciali esteri
per il comparto ceramico. I candidati verranno inseriti al back-office (gestione ordine dall’acquisizione all’evasione) o nella forza vendita.
Richiesto diploma e/o laurea in Economia o ambiti affini. Richiesta un’ottima
conoscenza della lingua inglese e di una
seconda lingua (tedesco, francese, russo,
cinese e arabo). Costituirà requisito preferenziale la conoscenza di una terza lingua straniera.
Inquadramento da definire in base ad esperienza e curriculum.
Sede di lavoro: Modena. L’offerta di lavoro
si intende rivolta all’uno e all’altro sesso
in ottemperanza al D.Lgs. 198/2006. I
candidati sono invitati a leggere l’informativa privacy – D. Lgs 196/2003 – all’indirizzo web: www.gigroup.it
rticolo 1 ricerca ingegneri per aziende
a Napoli e Avellino.
Per impresa operante nel
campo della distribuzione
elettrica di media tensione
si selezionano ingegneri
senior. I candidati saranno
inseriti nell’ufficio tecnico.
La risorsa avrà il compito
di: coordinare i componenti dell’ufficio tecnico;
supportare l’area commerciale, delle risorse umane
e della produzione; gestire
i rapporti con i laboratori
e con gli uffici tecnici delle società esterne.
Si richiede: comprovata esperienza nel ruolo; laurea
in Ingegneria elettrica; ot-
tima conoscenza informatica; ottima conoscenza
della lingua inglese. Sede
di lavoro: Avellino.
Per azienda operante nel
campo aeronautico, invece, si cercano ingegneri senior. Si richiede: laurea in
Ingegneria aeronautica; almeno due anni di esperienza nel settore della progettazione con uso del
software Catia v5. Sede di
lavoro: Napoli.
Cv a: Filiale di Avellino
Corso Vittorio
Emanuele 135
Tel.: 082537585
Fax: 0825785862
E-mail:
[email protected]
● 15 addetti alle vendite
settore profumeria e hi-fi
I candidati hanno una precedente esperienza nella mansione, conoscenza dei prodotti; ot-
tima predisposizione al contatto con il cliente e capacità di vendita. Sede di lavoro: Castelnuovo di Porto.
● cinque addetti
banco pescheria
I candidati hanno una precedente esperienza pregressa nella mansione. Sede di lavoro: Aventino-Ostia.
● cinque addetti
banco salumi e formaggi
I candidati hanno una precedente esperienza pregressa nella mansione; ottima predisposizione al contatto con il cliente. Sede di lavoro: SerpentaraAppia.
Cv a: [email protected]
G
IL PROGETTO MIM
Nord e Sud a braccetto
col network multidisciplinare
Due master
del Milano Fashion
Institute, fondato da
Cattolica, Bocconi e
Politecnico, preparano
le figure professionali
del futuro
I
l lavoro che incontra l’università, le conoscenze tecniche di design del Nord
che si fondono con la tradizione e le esperienze professionali del Sud. Il tutto concentrato in un solo progetto,
il Mim, un network multidisciplinare che vedrà coinvolti
Sviluppo Basilicata spa, Poli.Design, consorzio del Politecnico di Milano, Graficom,
Proàgo e Arthur D. Little. Matera è da sempre il centro del
distretto del mobile imbottito,
una zona che si estende al confine tra Basilicata e Puglia.
«È un progetto ambizioso, con
un’idea nazionale di interazione – ha affermato Raffaele
Ricciuti, amministratore unico di Sviluppo Basilicata –
grazie al finanziamento della
Regione Basilicata, che ha
stanziato circa mezzo milione
di euro, siamo riusciti a far interagire il mondo dell’università con quello del lavoro, il
Nord con il Sud, gli artigiani
con i docenti, coinvolgendo
non solo il distretto del mobile, ma un intero territorio,
quello a confine tra Basilicata
e Puglia. Un territorio ricco di
tradizione, di artigianato, di
turismo, che vuol rilanciarsi,
crescere, senza snaturarsi,
pronto alle nuove sfide che la
globalizzazione ci ha lanciato».
Il Mim non sarà una scuola,
né un corso universitario, ma
un vero e proprio laboratorio
Nuovi manager
per la Moda
DI
ROSANNA VACALEBRE
e figure emergenti nella moda? I
manager. Hanno grandi promesse di carriera, salari molto alti e benefit. Lo sviluppo retail crea interessanti opportunità di occupazione, la crescita dei big del lusso, le loro politiche
di espansione, passano attraverso l’apertura di nuovi negozi e comportano,
infatti, l’introduzione di numerose figure professionali. Per trovare lavoro in
questo campo il «passaparola» non basta e il curriculum sui siti Internet deve
essere corposo. Il Milano Fashion Institute, forma nuovi manager del sistema
moda e propone il Master in Fashion
Retail e in Fashion Project Management,
L
le prossime edizioni inizieranno il 24
gennaio 2011.
L’obiettivo culturale dell’Istituto, fondato nel 2007 da Università Bocconi,
Politecnico di Milano e Università Cattolica (Modacult), supportato dalla Camera della moda, è quello di creare figure professionali ibride, operative all’interno delle imprese del settore. Il Master in Fashion Retail forma alla gestione delle reti di punti vendita, dotandoli di quelle capacità di management, comunicazione e relazione, indispensabili per gestire i canali retail, in un mercato che cambia velocemente.
Il Master in Fashion Project Management forma figure che gestiscono e coordinano i processi di sviluppo del pro-
dotto moda, dalla sua concezione stilistica e commerciale, fino alla sua immissione sul mercato. Rispetto alle precedenti edizioni, i contenuti formativi,
coordinati dai docenti dei tre Atenei, avranno un taglio più professionale e saranno divisi in sei aree: introduzione ed
esplorazione del settore, cultura, strumenti, processi, progetti integrati, e stage.
Le iscrizioni sono aperte sino al 17 dicembre, e sono ancora disponibili diverse borse di studio.
«Per master di alta specializzazione, come quelli del Mfi è fondamentale l’esatta codifica delle professioni richieste
dal sistema delle imprese – spiega Nicola Guerini managing director dei cor-
Sportello informativo
le scuole di specializzazione; per i corsi di dottorato di ricerca; per lo svolgimento di attività di ricerca post-dottorato; per la frequenza di corsi di perfezionamento all’esteisco soft sulla ricerca universitaria. Non paga tasse
ro. Questo significa, in conclusione, che il regime di ela borsa di studio attribuita dall’Università per le atsenzione si riferisce sia alle borse di studio assegnate ai dottività di ricerca post-lauream, anche quando non è
torandi, sia a quelle assegnate, più genericamente, per atsubordinata alla frequenza di un dottorato di ricerca. Lo
tività di ricerca post-lauream.
precisa l’Agenzia delle entrate nella risoluzione n. 119/2010.
L’altra buona notizia è sui cosiddetti voucher di conciliaLa stessa Agenzia, inoltre, nella risoluzione n. 120/2010,
zione. Ma che cosa sono? Sono "buoni" erogati da un enafferma che sono esenti dall’Irpef anche i "voucher concite locale (nel caso, Provincia) che consentono ai destinaliativi", ossia quei "buoni" che alcuni enti locali assegnatari, persona fisica (famiglie per esempio), di acquistare
no alle famiglie e che sono spendiun servizio di assistenza familiare
Sciolti
alcuni
dubbi
bili per acquistare servizi di assi(la cura di anziani e/o di minori),
stenza familiare al fine del reinseri- sull’esenzione delle somme così da permettere al destinatario di
mento nel mondo del lavoro.
meglio conciliare i fabbisogni forpercepite «a titolo di borsa
Due buone notizie, dunque. Co- di studio o di assegno,
mativi e/o le esigenze lavorative con
minciamo dalla prima. L’Agenzia ha
quelle dei propri familiari. Si tratsciolto alcuni dubbi in merito al premio o sussidio per fini di ta dunque di un titolo di spesa (è
campo di applicazione dell’agevola- studio o di addestramento
un contributo infatti) che può eszione sull’esenzione delle somme professionale»
sere utilizzato per acquistare diretpercepite "a titolo di borsa di studio
tamente specifici servizi alla persoo di assegno, premio o sussidio per fini di studio o di adna o per usufruire di questi servizi disponibili presso strutdestramento professionale". Sono somme che, altrimenti,
ture inserite in appositi cataloghi provinciali. Secondo l’Asarebbero qualificate come redditi assimilabili a quelli di
genzia delle entrate questi buoni sono esenti dall’Irpef
lavoro dipendente e, come tali, da assoggettare pienamente
quando vengono assegnati ai cittadini che ne beneficiano
all’Irpef. I dubbi, in particolare, sono stati sollevati circa
(come detto, sotto forma di contributo per il servizio di asla presunta limitazione, di tale esenzione, alle sole borse
sistenza familiare). Invece, pagano l’Irpef (cioè diventadi studio assegnate ai frequentanti dottorandi. L’Agenzia,
no "reddito" da tassare a tutti gli effetti), nel momento in
invece, precisa che l’esenzione riguarda tutte le borse di stucui finiscono nelle mani del soggetto che eroga il predetto
dio erogate da Università e istituti di istruzione universiservizio di assistenza familiare.
taria per la frequenza dei corsi di perfezionamento e delVOUCHER E BORSE STUDIO DEI FIGLI
L’AGENZIA DELLE ENTRATE PRECISA
F
si della Bocconi –. I nostri studenti hanno competenze interdisciplinari in termini gestionali, progettuali e comunicativi. Per la prossima edizione dei Master abbiamo già ricevuto borse di studio da parte di Zegna, Corneliani, e Fratelli Rossetti».
I Master del Mfi sono rivolti a giovani
laureati e mirano a formare profili junior
che andranno ad operare all’interno delle imprese del sistema moda, con diverse competenze a seconda del master
frequentato. Gli studenti del Master in
Fashion Project Management si occuperanno della pianificazione e del management dei processi creativi e di sviluppo delle collezioni: dalla codifica e
comprensione dei valori e dei codici sti-
listici del brand, alla capacità di declinazione dei codici all’interno delle diverse categorie merceologiche e linee di
prodotto, sino alla pianificazione delle
collezioni attraverso il merchandising
planning. Si impegneranno nella gestione integrata, nei processi creativi e
manageriali relativi al business, dei retailer anche nei punti vendita diretti.
Si dedicheranno alla definizione e selezione degli assortimenti (Retail Merchandiser & Buyer), alla progettazione
e gestione dell’immagine del punto vendita e dei layout espositivi (Visual Merchandiser), sino alla gestione integrata
del punto vendita e allo sviluppo dei
format (Area Manager), senza trascurare il presidio della relazione con il clien-
sperimentale, con il cuore in
Basilicata e in Lombardia ma
l’occhio allargato all’intero
globo. «Come docente sono
molto soddisfatto di questo
progetto – ha sottolineato Arturo Dell’Acqua, vicepresidente della Fondazione
Triennale e professore ordinario di Disegno Industriale
al Politecnico di Milano – che
permette all’università di far
capire a un vasto pubblico e
ad un distretto produttivo come il design possa essere la leva strategica fondamentale per
combattere la concorrenza internazionale. La collaborazione, lo scambio e lo sviluppo
coordinato di un’idea progettuale fra laureandi milanesi e
giovani professionisti materani, risponde al desiderio di riscoperta del genius loci delle
nostre realtà periferiche e all’avvicinamento fra culture diverse in vista di una loro efficace contaminazione».
Dopo un’attenta selezione delle richieste pervenute, sono
state scelte 45 persone, che potranno seguire i cinque moduli formativi. In un primo
momento era stati previsti 22
partecipanti, ma di fronte alle
numerose richieste, proveniente sia dalla Basilicata che
dalla Puglia, è stato deciso di
raddoppiare il numero di posti disponibili.
Il percorso, iniziato il 12 novembre, si concluderà il 15
gennaio 2011.
te, dalla gestione alla fidelizzazione
(Crm).
I programmi prevedono seminari di cultura iniziali, a cui segue una formazione strumentale, l’obiettivo è l’apprendimento di strumenti e metodologie per
svolgere funzioni di gestione e coordinamento dei processi aziendali. Successivamente, è prevista una fase di formazione specialistica.
Entrambi i master si concludono con uno stage aziendale della durata minima
di tre mesi, strumento dal quale le imprese attingono a piene mani per selezionare risorse brillanti da inserire nel
proprio organico.
Per maggiori informazioni: www.milanofashioninstitute.it
Pavia, professioni e prodotti editoriali
Corso per lavorare nel mondo dei libri
DI
MAURIZIO CARUCCI
ubblicato il bando per la partecipazione alla
quarta edizione del master universitario di I livello in Professioni e prodotti dell’editoria. Il
corso è organizzato dall’Università degli studi di Pavia e dal Collegio universitario Santa Caterina da Siena.
«Il master – spiega Maria Pia Sacchi, rettrice del Collegio universitario Santa Caterina da Siena – intende formare professionisti in grado di conoscere tutti i
differenti aspetti della macchina editoriale e quindi
pienamente capaci di applicarsi a vari livelli in tutte le
realtà produttive del mondo del libro. Il nostro diplomato è in grado di affrontare e valutare testi destinati alla pubblicazione, di impostarli graficamente, di
produrli e di commercializzarli». La didattica si articola in lezioni frontali, laboratori, incontri con professionisti e personalità del mondo editoriale per un
totale di 390 ore, stage di due mesi presso studi editoriali e case editrici. È poi richiesto lo studio individuale, per un impegno totale di 1.500 ore corrispondenti a 60 crediti formativi. Il corso è progettato secondo una struttura attenta agli aspetti teorici e a quelli tecnico/pratici del settore editoriale specificamente
librario. L’attenzione posta a tutte le competenze specifiche della moderna editoria, caratterizza il percorso formativo e didattico, a conclusione del quale emerge una figura professionale capace di affrontare e
P
valutare testi destinati alla stampa, di impostarli graficamente, di produrli e di commercializzarli. Gli sbocchi professionali più immediati sono dunque quelli
legati all’editoria cartacea, settore in costante ricerca di
figure professionali con qualificazioni e competenze.
«Gli stage – continua la Sacchi – si svolgono presso studi editoriali e case editrici. Tra gli altri, hanno ospitato i nostri studenti quest’anno gli editori Longanesi,
Sperling & Kupfer, Bollati Boringhieri, Mursia, Marcos
y Marcos, Skirà, Laurana, Archetipo, Effigie, la libreria
on line Ibs e l’agenzia letteraria Nicolazzini. In queste
settimane si conclude la terza edizione, le percentuali di placement delle prime due edizioni sono decisamente incoraggianti. Alcuni nostri diplomati lavorano già per grandi marchi editoriali quali Rizzoli, Skirà,
Hoepli, Panini e Chiarelett».
Possono iscriversi laureati (laurea triennale e specialistica, quadriennale del vecchio ordinamento) delle facoltà di Lettere, di Lingue e culture moderne, di Giurisprudenza, di Scienze politiche, di Scienze dei Beni
culturali, di Scienze della comunicazione, di Scienze
e tecnologie delle arti figurative, della musica, dello
spettacolo e della moda, di Filosofia. Il numero massimo di ammessi è 25. Il costo è di 3.700 euro. Non
sono previste borse di studio. Per l’ammissione saranno valutati il curriculum, il voto di laurea, eventuali
pubblicazioni inerenti l’oggetto del master.
Per maggiori informazioni: www.collsantacaterina.it
e-mail: master@[email protected] Tel.: 0382375099
mercoledì 1 dicembre 2010
3
la professione
indirizzi
utili
Per svolgere questo lavoro si può essere sia alle
dipendenze di un’azienda sia un libero professionista
È consigliabile avere il diploma di ragioniere oppure
la laurea in Economia o Giurisprudenza
La nuova tendenza guarda alla statistica
per calcolare costo del lavoro e produttività
✱ Ancl - Associazione
nazionale dei consulenti
del lavoro
Via Cristoforo Colombo 456
00145 Roma
Tel. 065415742
Fax 065415565
Sito: www.anclsu.com
✱ Consiglio provinciale
dell’Ordine dei consulenti
del lavoro
Via Giovanni Aurispa 7
Milano
Tel.: 0258308188
Sito: www.consulentidellavoro.mi.it
«E io pago»
EMANUELA CAVALCA
E
ssenziale: amare i
numeri. È la premessa
fondamentale per
diventare esperto di paghe e
contributi. È una professione
ricercata, tanto è vero che la
graduatoria Randstad sulle
figure professionali posiziona
al secondo posto i profili
esperti in ambito della
finanza e amministrazione
(controller, contabilità
generale-fornitori, addetti
paghe e contributi). L’esperto
paghe e contributi può essere
sia alle dipendenze di
un’azienda che libero
professionista. Nel primo
caso la sua mansione consiste
nella gestione della parte
amministrativa dei
dipendenti: dalla
retribuzione mensile allo
straordinario, dal controllo
delle assenze al passaggio di
categoria, dal controllo del
Libro unico del lavoro (Lul)
alla gestione degli assegni
familiari. In caso di
un’assunzione di un
dipendente dovrà occuparsi
delle operazioni
d’inserimento del dipendente
e del contratto; a fine
rapporto dovrà verificare la
!
L’addetto
alle paghe
e contributi
è ancora una
figura
professionale
ricercata
Requisito
essenziale:
amare i numeri
liquidazione o il Tfr (Trattamento di
fine rapporto) e le indennità
connesse alla cessazione del
rapporto. Il responsabile paghe e
contributi deve tenersi aggiornato
attraverso un’attenta lettura di
periodici economico-finanziari e con
corsi d’aggiornamento. A volte sono
sufficienti le integrazioni di pacchetti
informatici più aggiornati.
Precisione, serietà e
riservatezza sono prerogative
fondamentali di questa
figura, visto che conosce la
posizione economicofinanziaria di tutti i
dipendenti. Quanto alla
formazione, è consigliabile
avere il diploma di ragioniere,
conseguito presso un Istituto
tecnico commerciale, oppure
la laurea in Economia e
commercio o
Giurisprudenza. «Per il
dipendente che si occupa di
paghe e contributi non è
necessaria l’abilitazione –
spiega Maria Luisa De Cia,
presidente della
Commissione lavoro
dell’Ordine dei dottori
commercialisti e degli
esperti contabili di Milano –
. Un diploma di ragioniere è
più che sufficiente, unito a
una buona dimestichezza
con i numeri e basi di
contabilità. Non è richiesta
una competenza specifica.
All’inizio sarà inserito con un
contratto d’apprendistato e la
supervisione di un
consulente del lavoro o
commercialista». Il
responsabile paghe e
contributi deve invece
da sapere
Così i consulenti del lavoro
si occupano delle aziende
roviamo circa 23mila consulenti del lavoro in Italia,
hanno 70mila dipendenti,
amministrano un milione d’aziende con sette milioni d’addetti; gestiscono personale dipendente per un monte retribuzioni
di circa 100mila miliardi di euro
l’anno, redigono 1.200mila dichiarazioni dei redditi ed esercitano funzioni di conciliazione o
di consulenza di parte o di consulenza tecnica del giudice in oltre 100mila vertenze di lavoro.
L’attività del consulente del lavoro, infatti, si caratterizza anche per
il particolare ruolo di "intermediario" tra azienda e lavoratore,
sia in fase di costituzione del rapporto di lavoro che alla sua cessazione, oltre a tutto il periodo
d’esistenza del rapporto. Da qui la
funzione, anche, di "conciliatore"
del consulente del lavoro, molti
contenziosi, infatti, si esauriscono
prima dell’intervento legale. Dal
punto di vista della formazione,
segnaliamo alcune facoltà in cui
è possibile acquisire competenze
specifiche:
T
● www.giurisprudenza.unimore.it
Università di Modena
e Reggio Emilia
● www.giuri.unibo.it
Università di Bologna
● www.unibs.it
Università di Brescia
● www.unipmn.it
Università
del Piemonte orientale
● www.giuris.unifi.it
Università di Firenze
● www.unifg.it
Università di Foggia
● www.unile.it
Università di Lecce
● www.unimc.it
Università di Macerata
● www.unime.it
Università di Messina
● www.unimi.it
Università di Milano
● www.giuri.unipd.it
Università di Padova
● www.unipa.it
Università di Palermo
● www.unipi.it
Università di Pisa
● www.lumsa.it
Università Lumsa di Roma
● www.uniroma2.it
Università di Roma "Tor Vergata"
le esperienze
DI
conoscere l’evoluzione della
legislazione sul diritto del
lavoro, i contratti nazionali di
lavoro, oltre agli accordi
sindacali interni e la
direzione dell’azienda. La
competenza lavorativa di
questa professione si sta
spostando verso un
orientamento statisticoeconomico per l’analisi del
costo del lavoro e della
produttività. Il responsabile
paghe e contributi ha dei
periodi intensi di lavoro,
verso la fine d’ogni mese e
alla fine dell’anno, in
occasione dei conguagli
fiscali e previdenziali. Per
diventare responsabile di
paghe e contributi occorrono
4-5 anni d’esperienza
all’interno
dell’amministrazione del
personale e in una grande
azienda può arrivare a gestire
un gruppo di lavoro.
Il servizio d’elaborazione
paghe e contributi, però, può
rientrare anche tra i compiti
del consulente del lavoro, un
professionista di supporto
esterno all’azienda, che
normalmente si occupa di
molte altre mansioni, che
non sono solo quelle legate
allo stipendio. La libera
professione, comunque, ha
buone prospettive, ma
necessita di tempo per
l’iscrizione all’albo. «Il profilo
professionale non è
facilmente individuabile nel
mercato del lavoro –
aggiunge Maria Luisa De Cia
–. È una specializzazione
particolare, infatti, esiste un
numero ristretto di studi
professionali specializzati.
Non è una mansione facile,
anzi quasi una vocazione. È
di grande responsabilità verso
persone che vivono di
stipendio: non ci si può
permettere di consegnare in
ritardo le buste-paga, andare
in ferie per due mesi o fare le
vacanze durante le feste
natalizie. Qualche famiglia
rischierebbe di rimanere
senza denaro». Un lavoro
monotono? Non per forza:
«Un mese non è mai uguale
all’altro, visto che bisogna
affrontare adempimenti
diversi. E poi nel nostro
lavoro la formazione è
essenziale, per essere
aggiornati sulle frequenti
modifiche legislative o il
rinnovo dei contratti».
La legge per l’accesso alla
professione del consulente
«prevede una laurea triennale
in materie giuridicheeconomiche – interviene
Giovanni Zingales,
presidente dell’Ordine dei
consulenti del lavoro di
Milano –. Non ci sono
numeri chiusi, è un settore in
evoluzione che offre nuove
opportunità ai giovani, nei
contratti, nella conciliazione
o nella ricerca di personale. È
una professione poco
conosciuta, ci stiamo
adoperando per farla
conoscere durante le giornate
d’orientamento
universitario». Per diventare
consulente del lavoro bisogna
svolgere un periodo di
praticantato di due anni
presso uno studio di un
consulente del lavoro o
commercialista autorizzato
all’elaborazione delle paghe e
contributi. Poi bisogna
superare l’esame
d’abilitazione e iscriversi
all’ordine professionale dei
consulenti del lavoro. Anche
gli avvocati e i commercialisti
iscritti ai rispettivi Ordini
posso svolgere l’attività
d’elaborazione paghe e
contributi, ma devono darne
comunicazione all’Ispettorato
del lavoro. Come succede
spesso nella vita, la scelta
professionale per Maria Luisa
De Cia è stata casuale: «Dopo
il diploma in ragioneria a
Treviso ho iniziato a lavorare
presso uno studio di
consulenza del lavoro e, dopo
il periodo di pratica, mi sono
abilitata e iscritta all’Ordine
dei consulenti del lavoro di
Milano. In un secondo
tempo, e dopo un ulteriore
periodo di praticantato e un
altro esame d’abilitazione, mi
sono iscritta al Collegio dei
ragionieri di Milano». È una
carriera difficile? «È
complesso riuscire a seguire
l’evoluzione della normativa
e a relazionarsi con la
pubblica amministrazione, la
burocrazia è eccessiva,
nonostante i tentativi di
semplificare le procedure –
conclude De Cia –. La
normativa e le novità
pressoché quotidiane sono le
motivazioni che spingono le
aziende di medio-piccole
dimensioni a delegare a un
professionista esterno
l’elaborazione delle buste
paga e dei contributi. Le
grandi aziende,
normalmente, si strutturano
al proprio interno, salvo
avvalersi per la consulenza
del professionista esterno».
L’EVOLUZIONE
Da funzionario
a libero professionista
I CONSIGLI
«Giovani, approfondite
il diritto del lavoro»
L
opo una laurea in Economia Giuseppe Bizzarro inizia a collaborare in uno studio di consulenza di
un cugino: «Studiavo riviste specializzate, in passato la legislazione era più semplice». Poi entra in un’azienda multinazionale, ricoprendo il ruolo di responsabile risorse umane per 12 anni e così ha la possibilità di
approfondire la materia. «Nel ’75 ho sostenuto l’esame
per entrare nell’Ordine dei consulenti del lavoro. La premessa per aprire uno studio di consulenza – prosegue –.
Sono uno studioso del diritto fiscale dei lavoratori subordinati». Lo studio ha diversi collaboratori, che seguono l’amministrazione del personale, invece Giuseppe Bizzarro si occupa di consulenze, dalle ispezioni alle
procedure disciplinari, dall’analisi dell’applicazione del
contratto alla durata dei permessi o le assenze di un lavoratore. «Negli ultimi dieci anni in materia di lavoro
abbiamo avuto grandi cambiamenti – prosegue – solo
con la conoscenza del diritto si può trovare una soluzione a un problema. Suggerisco a un giovane che voglia
intraprendere questa carriera di approfondire il diritto
del lavoro, la previdenza sociale, il diritto tributario e la
sociologia. Per un’attività professionale è necessario un
continuo aggiornamento, collegata a una cultura giuridica. Sono stato commissario negli esami d’abilitazione
e in seguito a quest’esperienza consiglierei a un giovane,
oltre ad approfondire gli studi giuridici, di non abbandonare le materie umanistiche, che offrono una forma
mentis aperta. L’intuito ideale per la soluzione al problema». (E.Cav.)
ino Cattarin è stato funzionario fino al 1981
dell’Associazione piccole e medie industrie di Treviso: seguiva
la parte contrattualistica e le relazioni industriali per le
piccole-medie industrie della zona. «Poi ho scelto la libera
professione – racconta Lino Cattarin – mi piaceva il mondo del
lavoro e la parte giuridica, ma soprattutto avevo un bagaglio
d’esperienza. Nell’81 un collega mi ha offerto di entrare a far parte
di uno studio associato, dopo cinque anni mi sono staccato,
desideravo una struttura specializzata in questo campo: è nato uno
studio associato che si occupa di paghe e contributi e di servizi
correlati». È consulente del lavoro, iscritto all’albo dal 1975 e
revisore contabile a Treviso; esercita l’attività da oltre 27 anni. Tra
soci e collaboratori lo studio associato Cattarin di Treviso
comprende 30 persone, vanta oltre 300 clienti e gestisce circa
6.500 dipendenti: «Ci occupiamo delle pratiche: dall’assunzione
di un lavoratore alla cessazione del rapporto. Le aziende piccole e
medie hanno la tendenza a esternalizzare il servizio, non si limita
a elaborare lo stipendio. Altre strutture si affidano a noi solo in
caso di vertenze o ispezioni. La legislazione italiana è complessa,
con aggiornamenti continui: la parte più delicata è la parte
dell’assunzione, sia che si tratti di lavoro subordinato o di natura
autonoma. La nuova legge contrasta il lavoro nero: in caso d’errore
gli ispettori possono comminare pesanti sanzioni. In passato è
successo in agricoltura, ma ora la provincia di Treviso è la prima a
utilizzare i voucher. Se un giovane volesse intraprendere questa
carriera avrebbe possibilità di lavoro, ma non è sufficiente un
corso d’aggiornamento sui software, perché occorrono minimo 4-5
anni per diventare autonomi».
Emanuela Cavalca
D
mercoledì 1 dicembre 2010
DI
MAURO CEREDA
ostenere i giovani che
desiderano andare a
studiare o lavorare
all’estero. È questo l’obiettivo
del progetto Youth on the
move (Gioventù in
movimento) lanciato dalla
Commissione europea.
Bruxelles spinge da tempo in
questa direzione e negli anni
ha promosso diverse iniziative
finalizzate ad incentivare la
mobilità, ma la convinzione,
cifre alla mano, è che si possa
fare di più.
Erasmus, il programma che
consente agli universitari di
trascorrere un periodo di studio
oltreconfine, durante l’anno
accademico 2008/2009 ha
coinvolto 189mila ragazzi e
ragazze nella Ue a 27, un
universo certo non trascurabile
e in crescita (erano 174mila nel
2007/2008), ma minoritario
rispetto al complesso della
popolazione studentesca. Per
venire all’Italia, secondo
un’indagine di Almalaurea, i
laureati del 2009 che hanno
fatto un’esperienza di studio
all’estero sono stati il 13,9%,
un buon dato (una precedente
ricerca, condotta tra 2000 e
2005, li attestava all’8%), ma
non ancora soddisfacente. La
situazione è maggiormente
negativa sul fronte
professionale. Oggi, come
rivela Eurostat, la quota di
cittadini europei che lavora e
vive in un Paese diverso da
quella di origine è al di sotto
del 3%.
«La Commissione europea –
spiega Silvia Vaccaro,
responsabile dell’Unità
operativa reti europee
dell’Isfol – sta lavorando
molto per sviluppare e
aumentare la mobilità di
studenti e lavoratori, un
fenomeno che resta
un’eccezione e non la regola. Il
numero di persone che
beneficiano dei diversi
programmi rimane, infatti,
relativamente modesto. Serve
un’accelerazione. I giovani
sono un quinto della
S
L’Europa
spinge per
una maggiore
mobilità
di studenti
e lavoratori
lanciando
il progetto
«Youth
on the move»
popolazione europea e le loro
abilità e conoscenze saranno
decisive per raggiungere
l’obiettivo della strategia
"Europa 2020" di una crescita
intelligente, sostenibile e
inclusiva». Il progetto Youth on
the move dovrebbe essere
implementato durante il 2011 e
prevede una serie di azioni
prioritarie, finalizzate ad
ampliare le opportunità dei
giovani di spostarsi per
«apprendimento e per lavoro»
nel prossimo decennio. Alcune
poggiano su iniziative già
sperimentate, altre sono nuove:
creazione di uno sportello
unico on-line che faccia sintesi
di tutte le informazioni sulle
opportunità di studio e
impiego sul continente
(europa.eu/youthonthemove);
istituzione di uno strumento
per l’erogazione di prestiti
(contributi economici da
restituire) agli studenti che
desiderano andare all’estero;
definizione di un Passaporto
europeo delle competenze,
partendo dalla riqualificazione
di Europass, il portafoglio di
documenti che certifica e rende
più trasparenti (e quindi
spendibili) conoscenze,
esperienze e capacità
individuali (i tre oggi più
diffusi sono Europass
Curriculum vitae, Europass
Passaporto delle lingue ed
Europass Mobilità); creazione
di un Osservatorio europeo dei
posti vacanti, con il compito di
monitorare la situazione dei
diversi mercati del lavoro e
delle professioni più richieste;
potenziamento di Eures, il
servizio finalizzato a fare
incontrare domanda e offerta
di lavoro, che a metà novembre
registrava 946.888 proposte di
impiego e 528.739 curriculum
vitae (ec.europa.eu/eures).
«Muoversi conviene – osserva
Marinella Gallo, consulente
Eures della Regione
Lombardia – nell’Unione
Europea dai due ai tre milioni
di posti di lavoro restano
vacanti mentre il tasso di
disoccupazione si attesta
intorno al 10%, addirittura al
21% per i giovani. Inoltre, il
59% di coloro che si spostano
all’estero in cerca di lavoro
trova un’occupazione nel giro
di un anno. L’Europa offre
eccezionali possibilità a
chiunque sia disposto a
trasferirsi per migliorare la
propria condizione, ma
nonostante ciò gli europei sono
ancora estremamente statici».
La mobilità è importante sia
sul piano professionale che
culturale perché accresce
conoscenze e competenze, a
partire da quelle linguistiche; è
apprezzata dalle imprese;
favorisce l’incontro tra
domanda e offerta di lavoro;
stimola la circolazione dei
saperi; promuove un senso più
profondo di identità e
cittadinanza europea. Nei
programmi di Bruxelles c’è
anche l’invio di una
"raccomandazione" agli Stati
membri per invitarli a
rimuovere gli ostacoli legislativi
e amministrativi alla
circolazione di studenti e
lavoratori.
on line
GLI INDIRIZZI
PER FARSI UN’IDEA
E TROVARE RISPOSTE
Giovani in
Sono on-line numerosi siti e
portali delle istituzioni
europee che offrono
informazioni pratiche e servizi
a chi (giovani in particolare)
desidera andare a lavorare o
studiare in un Paese del
Vecchio Continente. Ecco una
breve selezione:
movimento
● www.europass-italia.it
● www.euroguidance.it
● www.eurodesk.it
● europass.cedefop.europa.eu
● ec.europa.eu/ploteus/
èlavoro
Direttore responsabile
MARCO TARQUINIO
Vicedirettore
Tiziano Resca
A cura di
Francesco Riccardi
(responsabile)
Maurizio Carucci
Comitato scientifico
Guido Baglioni,
Giuliano Cazzola,
Lorenzo Ornaghi,
Michele Tiraboschi
(coordinatore)
In collaborazione con: Adapt
Centro Studi Internazionali
e Comparati “Marco Biagi”
Università di Modena e Reggio Emilia
Progetto grafico
Aurelio Candido
Per contattarci:
[email protected]
Piazza Carbonari 3,
20125 Milano Tel. 02/6780.461
Il progetto
● www.enic-naric.net
ACLI INTERNAZIONALI
Una rete di sportelli in Europa
per guidare gli italiani all’estero
DI FRANCESCO
RICCARDI
iovani, spesso laureati, pronti a
lavorare all’estero. Gli italiani hanno
di nuovo la valigia in mano e
considerano l’ipotesi di trovare occupazione
in un altro Paese europeo, se non negli Usa,
in Australia o in Cina, come una possibilità
per arricchire il proprio bagaglio
professionale e culturale, prima ancora che
come una necessità rispetto a una
condizione di disoccupazione nel nostro
Paese. Già, ma una volta deciso di partire,
come si trova lavoro all’estero? E quando
anche si avesse già in tasca una lettera
d’assunzione, dove trovare alloggio? Come
aprire un conto corrente o iscriversi al
servizio sanitario? Come cavarsela con i
diversi sistemi di tassazione e con la
previdenza?
A tutte queste domande, che segnalano un
bisogno emergente, cerca di rispondere un
progetto avviato dalle Acli internazionali
attraverso la propria rete di patronato
presente nei diversi Paesi europei con la
G
creazione di un «Punto di riferimento»,
territoriale e virtuale, che sia capace per ogni
nazione di fornire indicazioni precise e
"guidare" gli italiani che si rechino all’estero
per lavoro. La scelta di impegno delle Acli,
discussa nelle scorse settimane in un
incontro a Parigi, nasce dall’analisi dei dati
dell’Aire (anagrafe italiani residenti
all’estero) che, per quanto parziali,
segnalano come la metà circa dei quasi 4
milioni di connazionali "espatriati" sia di
emigrazione recente, essendosi iscritto da
meno di 10 anni, senza contare poi i noniscritti. Un’emigrazione, però, piuttosto
differente da quella del passato, per la quale
in effetti è più corretto utilizzare il termine di
"mobilità" professionale. Più che
l’impellente bisogno di trovare
un’occupazione purchessia, infatti, sempre
più spesso la scelta di andare all’estero
risponde alla scelta di valorizzare le proprie
competenze, trovare condizioni contrattuali
più idonee, seguire obiettivi di carriera più
elevata e, non ultimo, conoscere nuove realtà
sociali e culturali. Non a caso, come
accennavamo all’inizio, questa nuova
mobilità interessa per oltre la metà
connazionali con meno di 40 anni e nella
maggior parte dei casi laureati. Per queste
persone, dunque, l’esigenza quando si
recano all’estero non è quella di
un’assistenza di tipo tradizionale, ma di
poter contare da un lato su una "guida" di
immediata consultazione e poi di una
consulenza assai specializzata, capace di
rispondere in tempo reale a domande
anche complesse come quelle sui diversi
sistemi contrattuali, oppure ancora di poter
contare sulla "fornitura" diretta di servizi
ad alto contenuto come contatti con
agenzie specializzate e convenzioni mirate.
«Il valore aggiunto di questo progetto è
l’esistenza di una rete non solo virtuale ma
fisica, le nostre sedi nelle principali capitali
europee – spiega Fabrizio Benvignati,
vicepresidente del Patronato Acli – la
possibilità per il Patronato di offrire, oltre
alle informazioni, un riferimento preciso e
un contatto reale già alla partenza
dall’Italia, per partire, come dice il progetto,
"con un indirizzo in tasca"».
Da tempo le Acli stanno non solo
monitorando questi bisogni, attraverso i
propri sportelli all’estero, ma
sperimentando già alcune azioni in realtàchiave come quelle di Londra e Bruxelles.
Nella capitale britannica, meta da qualche
anno sempre più gettonata, viene infatti già
solo andata
2
ESPERIENZE
Dalla Sicilia
a Parigi passando
per la Cina
n comune hanno la provenienza
dalla Sicilia – la prima è di
Acireale (Catania), la seconda di
Castelvetrano (Trapani) – e l’aver
studiato lingue all’Orientale di
Napoli. Poi Serena Sgroi e Marina
Totta hanno preso strade diverse,
accomunate però da una scelta
precisa: restare a lavorare fuori
dall’Italia, la prima a Parigi ad
insegnare, la seconda a Shangai ad
occuparsi di intermediazione
linguistica in un’agenzia di
consulenza d’affari.
Una fuga dall’Italia? «Un po’ sì –
risponde Serena Sgroi –. Anzitutto per
poter fare esperienze diverse in altri
Paesi e guardare poi all’Italia con
occhi diversi. E poi soprattutto perché
all’estero trovare lavoro sembra più
semplice e direi trasparente». Dopo
aver insegnato italiano agli stranieri
ed essersi laureata in lingue (cinese,
spagnolo e francese), Serena ha avuto
l’opportunità di partecipare a un
progetto dell’Enaip a Parigi e qui ha
deciso di stabilirsi. «Ho cominciato a
fare supplenze e ora sto studiando per
superare l’esame di abilitazione
all’insegnamento – spiega –. Una
volta superato, hai la priorità per
l’assegnazione di una cattedra e un
posto è praticamente assicurato. Non
come da noi che, se anche passi il
concorso, ci sono poi le graduatorie,
nulla è sicuro e occorrono anni e anni
prima di diventare stabile
nell’insegnamento in una scuola».
Certo, i problemi non mancano
neppure a Parigi, «in particolare per
quel che riguarda il prezzo e la
disponibilità degli alloggi. Ma sul
piano lavorativo la differenza che ho
notato rispetto all’Italia è che qui il
tuo curriculum vitae e la lettera di
presentazione vengono tenuti in
considerazione, le esperienze che
puoi vantare contano qualcosa»,
conclude Serena.
Marina Totta, invece, in Cina ci è
arrivata con una borsa di studio,
grazie alla quale ha frequentato
l’università a Shangai per un anno. «Il
mio futuro? Non lo vedo certo in
Italia – risponde sicura –. Vorrei stare
in Cina almeno una decina di anni,
poi forse cambiare Paese, ma credo
senza ritornare "a casa". In Cina ci
sono molte possibilità di lavoro se si
conosce il cinese o se comunque si
possiede una specializzazione. E poi
oggi lo scenario cinese è
estremamente stimolante: c’è una
forte vivacità, l’età media di chi lavora
ed è anche in posizioni di
responsabilità è molto più bassa».
Marina apprezza in particolare il
maggior peso assegnato al merito
nella società cinese – «dove il primo
contatto avviene spesso per
conoscenza, ma poi contano
soprattutto le capacità – e il fatto che
«qualsiasi lavoro, sia uno stage o una
collaborazione, viene sempre
regolarmente pagata, non come da
noi. E con i mille euro che pagano
qui si vive bene, non a stento come in
Italia...». D’accordo, ma c’è il prezzo
della libertà limitata da pagare... «È
vero – conclude Marina –. Anche se
in Cina per lo meno ci sono
opportunità di lavoro che in Italia
non sono garantite. E queste
mancanze da noi, di fatto, finiscono
per limitare la libertà di scelta per il
proprio futuro».
Francesco Riccardi
I
assicurato un aiuto concreto in ordine alla
ricerca del lavoro e dell’alloggio, e offerti
contatti con gli uffici del Social security,
comunali e del consolato. Per il futuro,
l’intenzione è quella di ampliare la funzione
informativa e di orientamento, con un
maggiore «coinvolgimento diretto» della
struttura di patronato. In particolare, sul
fronte del lavoro si pensa a strutturare una
"bacheca" di incontro tra domanda e offerta
allo sportello e sulla rete, stringere accordi
con alcune agenzie per il lavoro selezionate e
con studi di avvocati. Stessa linea per quanto
riguarda il problema degli alloggi, attraverso
accordi con privati per l’affitto di
appartamenti agli studenti e con agenzie per
il mercato più in generale. Ancora, sul piano
sanitario, si pensa a convenzioni con alcuni
studi medici, oltre alla facilitazione per
l’iscrizione al servizio pubblico. Completa il
quadro la consulenza di tipo fiscale, il selfassessment (l’autodichiarazione dei redditi) e
l’iscrizione presso il Hmr&c (Her Majesty’
revenue and custom), in pratica l’Agenzia delle
entrate britannica.
Nell’attesa che il progetto diventi pienamente
operativo, comunque, sia la struttura
londinese che quella di Bruxelles hanno
prodotto alcune guide orientative per la
ricerca del lavoro e dell’alloggio in Gran
Bretagna, per l’iscrizione e l’utilizzo del
sistema sanitario pubblico e l’affitto di
un’abitazione in Belgio.
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01 DICEMBRE