Anno 6 Numero 40 Supplemento ad Avvenire del 1 dicembre 2010 [email protected] Barometro OCCUPATI DISOCCUPATI INATTIVI –0,1% +0,4% -0,4% A OTTOBRE IN UN ANNO A OTTOBRE IN UN ANNO A OTTOBRE IN UN ANNO ARGOMENTI Giovani in Europa con «Youth on the move» IL PUNTO CAMUSSO E CGIL ALLA PROVA DI RIFORMISMO FRANCESCO RICCARDI PAGINA PROFESSIONE Addetti alle paghe: la formazione e gli sbocchi 2 6 PAGINA MODA Manager, figure emergenti per marchi e punti vendita 3 6 PAGINA 4 6 U c m y k «Cervelli in movimento»: un’opportunità per i giovani del Mezzogiorno di sviluppare negli Stati Uniti idee imprenditoriali di alta tecnologia In primo piano Un ponte dal Sud agli Usa Bianca Dellepiane, manager genovese di nascita e californiana di e siete giovani del adozione, da molti anni a Los Mezzogiorno e avete un’idea Angeles, dove dirige una propria innovativa nel settore dell’alta società di consulenza internazionale. tecnologia c’è un’iniziativa pensata Il progetto vuole offrire ai apposta per voi. Si chiama "Cervelli partecipanti una formazione in movimento": un programma di manageriale sul modello high-tech formazione avanzata messo a punto americano, garantendo una visibilità dall’associazione non profit di ponte a livello internazionale e quindi tecnologico tra Italia e Stati Uniti evitare l’emigrazione dei talenti. "Bridges to Italy". Le aree ammesse La scelta del Sud è voluta perché sono quelle delle biotecnologie, l’associazione ha una vocazione nanotecnologie, energie rinnovabili e sociale, confermata anche dell’information technology. dall’attenzione al mondo femminile. «Lo scopo dell’iniziativa è quello di «Questi giovani forse risentono sostenere in maniera efficace l’highmaggiormente della generale tech del Sud Italia, rendendo i gruppi mancanza di strutture pronte a di ricerca che hanno business recepire l’innovazione in Italia – innovativi capaci di competere a sottolinea Dellepiane –. Per questo, livello globale» spiega la fondatrice e quando abbiamo voluto aprire una presidente di Bridges to Italy sede italiana la cittadina di Rende DI GIOVANNA SCIACCHITANO S (Cosenza), con il suo campus internazionale dell’Università della Calabria, è sembrato il posto ideale. Il nostro obiettivo è quello di diventare un punto di riferimento Italia-Usa stabile per i gruppi di ricerca e i talenti del Mezzogiorno portatori di idee innovative e di un potenziale high-tech che spesso non ha nulla da invidiare ai colleghi americani. Ho una grande fiducia nel valore del Meridione come crescente area strategica, non solo per l’Italia, ma anche nei confronti di un bacino del Mediterraneo sempre più incalzato da economie emergenti dai Paesi africani ed eurasiatici». Se da un lato l’Italia può acquisire dagli States gli strumenti per commercializzare le tecnologie, dall’altro questi potranno vedere avviate collaborazioni internazionali Passa da Cremona il rilancio dell’organo a canne DI MAURIZIO CARUCCI on è facile trovare giovani che coniughino tutte le qualità che un buon organaro dovrebbe avere: sensibilità e cultura, ma anche non paura di sporcarsi le mani; slancio e creatività fantasiosa; umiltà e rigore; abnegazione. Per fortuna, ancora qualcuno si trova...». Lo sostiene Marco Fracassi, responsabile artistico della bottega organara Casa Pedrini Cremona Organi. L’artigiano è cresciuto in una famiglia nella quale la musica è sempre stata alimento quotidiano, in particolare la musica organistica. Infatti la sua famiglia materna da un secolo si dedica alla costruzione e al restauro di organi a canne: il continuo rapporto casa-bottega per lui è stato assolutamente fisiologico. «Man mano – spiega Marco – il mio "apprendistato", guidato da mio nonno, ha anche orientato gli studi e così, dopo il liceo classico, ho completato gli studi organistici in Conservatorio. I miei interessi principali, in campo organario, sono la ricerca storica e le metodologie del restauro per quanto riguarda gli organi antichi; la progettazione di nuovi strumenti che presentino anche soluzioni di ricerca innovativa». I momenti di soddisfazione sono soprattutto quelli nei quali, dopo mesi di impegno severo, si ascolta il risultato sonoro di una nuova (o restaurata) "creatura" musicale. I momenti che mettono alla prova sono invece quelli in cui si tocca con mano la poca con- «N La storia n mese, l’ultimo. Mancano 30 giorni al termine di questo 2010, annus horribilis per l’occupazione, e la fine dell’anno è anche il termine che le parti sociali si sono date per arrivare a stringere un nuovo patto sociale. I primi passi sono stati positivi e veloci. Anche perché tutto sommato "facili": si è trattato di richiedere al governo stimoli per la crescita, di finanziare di più e meglio la ricerca, di mettere mano al fisco alleggerendone il peso per lavoratori e imprese. Ora però si è arrivati al dunque, alla questione centrale: costruire un’intesa tra datori e sindacati che aumenti la produttività, unica leva per innescare un circolo virtuoso capace di rilanciare la produzione, far crescere l’occupazione, i salari e con questi anche i consumi. Dalla stesura di un documento del "chiedere", si passa perciò a un negoziato sul "dare", nel quale ogni attore è chiamato a mettere sul piatto un ingrediente utile allo scambio. Ed è esattamente a questo punto, in questi 30 giorni che ci separano dalla fine dell’anno, che si vedrà se il cambio alla segreteria della Cgil segna effettivamente una discontinuità rispetto a un passato recente fatto solo di «no», autoisolamento e rimpianti tardivi. Finora la nuova leader Susanna Camusso si è mossa in maniera intelligente e decisa. Si è seduta al tavolo del patto sociale senza alzarsi alla prima difficoltà e dimostrando di saper tenere a bada quanti, come la sinistra della sua organizzazione, hanno cercato di far fallire in partenza il negoziato, negandone la legittimità. A questi, come alle tute blu della Fiom, la Camusso ha replicato da sindacalista, ponendo l’accento sulla necessità del confronto, invitando i metalmeccanici «a presentare proposte». Non per caso – al di là di come andrà a finire – il confronto sul piano di riorganizzazione di Mirafiori si è aperto in un clima ben più disteso e dialogante rispetto a quanto avvenuto la scorsa estate a Pomigliano d’Arco. Ora però, anche al tavolo tra datori di lavoro e sindacati si tratta di entrare nel merito, a partire dall’accettazione implicita del nuovo sistema contrattuale, a suo tempo non sottoscritto dalla Cgil. E poi soprattutto l’apertura a ipotesi di nuovi orari e organizzazione del lavoro, come i 18 turni, lo spostamento delle pause, del tempo mensa e quant’altro un’impresa possa concordare con i lavoratori per essere maggiormente competitiva . Nulla di "rivoluzionario", nulla che "stravolga i diritti". Semplicemente l’esercizio intelligente di quella "flessibilità contrattata", a livello aziendale, che sta tradizionalmente nella cassetta degli attrezzi di un sindacato riformista. E che oggi può essere arricchita e potenziata grazie a deroghe e "devoluzione" di poteri dal contratto nazionale a quello aziendale. Adesso che la crisi economica sembra volgere al termine, infatti, occorre passare da una strategia meramente difensiva ad una di attacco che in qualche maniera "osi" anche sul piano della sperimentazione di nuovi modelli organizzativi. Agendo sull’unico scambio possibile: nuovi orari e modalità di lavoro contro maggior salario finanziato da una più alta produttività e da una minore imposizione fiscale assicurata dal governo con l’ultima manovra finanziaria. In questo momento la trattativa è in sostanziale stallo, nonostante Confindustria, Abi, Cisl e Uil siano impegnate a costruire la trama di una svolta, pronte le due confederazioni anche a mettere sul piatto un’intesa parallela sulla rappresentatività, che tolga alibi allo scontro interno al sindacato. Mancano 30 giorni prima di dover dichiarare fallito il negoziato. Susanna Camusso ha l’occasione di dimostrare quanto può essere riformista e decisiva anche la Cgil. siderazione nei confronti di un’arte estremamente raffinata e complessa, che, se affrontata con capacità e impegno costante nella ricerca della qualità, produce opere che sono entrate nella storia della cultura. «La famiglia Pedrini – racconta – aprì la ditta nel 1908. L’attività è stata trasmessa di generazione in generazione. Il lavoro me lo sono trovato in casa, ma è un lavoro che fortunatamente mi piace, e in maniera viscerale. Sono diplomato e concertista, e il mio ruolo di responsabile artistico e curatore della parte fonica dello strumento non fa altro che soddisfare le mie istanze interiori di musicista». Ma quanto lavoro ci vuole per costruire un organo? «Un organo di media grandezza – precisa – richiede sette/otto mesi di lavoro. Inoltre affianchiamo l’attività di restauro di organi antichi. Ogni fase della lavorazione è eseguita manualmente dalle nostre maestranze: qui facciamo tutto, dalle canne lignee o metalliche ai finimenti decorativi. Per disegnare uno strumento bisogna immaginarlo già all’interno della struttura di destinazione». Il responsabile artistico della bottega cremonese vede un futuro roseo: «L’organo è uno strumento di tale duttilità e forza espressiva che non teme l’oblio o la desuetudine. Forse è tempo che si mostri con più frequenza anche nelle sale da concerto. I concerti d’organo sono frequentati da un pubblico giovane e possediamo in Italia eccellenti organisti di età compresa tra i 30 e 50 anni che possono reggere la carriera internazionale». e magari investimenti in Italia, con vantaggi per i sistemi economici dei due Paesi. Il periodo di training durerà otto mesi e comincerà nel prossimo gennaio. «Abbiamo coinvolto professionisti high-tech americani, esperti di proprietà intellettuale e manager di successo – chiarisce Dellepiane – in un percorso di formazione avanzata con modalità miste face-to-face e distance-e-learning che punta a condividere le migliori esperienze e metodologie statunitensi per la commercializzazione di tecnologie innovative. Vogliamo dare vita ad un confronto diretto unito al tutoraggio mirato». Le tre migliori idee imprenditoriali saranno selezionate da una giuria di esperti Italia-Usa, presieduta dall’astrofisica famosa a livello internazionale Sandra Savaglio (calabrese di origine) e quella vincitrice potrà vedere incubato il proprio progetto di impresa direttamente negli Stati Uniti e presentarsi a potenziali investitori o partner, oltre cogliere a occasioni di networking e coaching mirato. "Cervelli in movimento" è nato dalla collaborazione con il network Crescita dell’Università della Calabria e l’Università di California Irvine, che rilascerà un diploma a tutti i partecipanti. Il bando, i costi e la domanda di partecipazione alla fase di preselezione, che è gratuita, sono disponibili sulla sezione italiana del sito di Bridges to Italy (www.bridgestoitaly.org). Il termine per la presentazione di candidature è il 20 dicembre 2010. mercoledì 1 dicembre 2010 4 BRESCIA A capo della manutenzione Le offerte R andstad ricerca responsabile alla manutenzione generale di stabilimento per azienda metalmeccanica. Si tratta di una figura tecnico/gestionale che pianifichi interventi manutentivi di tutti i servizi generali dello stabilimento. Si occuperà della gestione delle maestranze esterne e dei collaboratori al fine di mantenere in perfetta condizione il funzionamento dell’intero stabilimento. La sede di lavoro sarà: Brescia. Contatti e cv: Filiale Randstad di Brescia Via Foppa, 10 Cap 25122 Brescia Tel.: 0303756038 Fax: 0302807104 E-mail: [email protected] NAPOLI E AVELLINO Alla ricerca di ingegneri PROVINCIA DI ROMA Personale nella Gdo MODENA Dieci impiegati A a Divisione specializzata Largo Consumo di Articolo 1 ricerca personale in provincia di Roma per catene di ipermercati nel settore della Grande distribuzione organizzata: ● dieci addetti alle vendite I candidati hanno una precedente esperienza nella mansione, ottima predisposizione al contatto con il cliente e capacità di vendita. Sono disponibili part-time sabato e domenica. Sede di lavoro: Fontenuova. L i Group Spa ricerca dieci impiegati commerciali esteri per il comparto ceramico. I candidati verranno inseriti al back-office (gestione ordine dall’acquisizione all’evasione) o nella forza vendita. Richiesto diploma e/o laurea in Economia o ambiti affini. Richiesta un’ottima conoscenza della lingua inglese e di una seconda lingua (tedesco, francese, russo, cinese e arabo). Costituirà requisito preferenziale la conoscenza di una terza lingua straniera. Inquadramento da definire in base ad esperienza e curriculum. Sede di lavoro: Modena. L’offerta di lavoro si intende rivolta all’uno e all’altro sesso in ottemperanza al D.Lgs. 198/2006. I candidati sono invitati a leggere l’informativa privacy – D. Lgs 196/2003 – all’indirizzo web: www.gigroup.it rticolo 1 ricerca ingegneri per aziende a Napoli e Avellino. Per impresa operante nel campo della distribuzione elettrica di media tensione si selezionano ingegneri senior. I candidati saranno inseriti nell’ufficio tecnico. La risorsa avrà il compito di: coordinare i componenti dell’ufficio tecnico; supportare l’area commerciale, delle risorse umane e della produzione; gestire i rapporti con i laboratori e con gli uffici tecnici delle società esterne. Si richiede: comprovata esperienza nel ruolo; laurea in Ingegneria elettrica; ot- tima conoscenza informatica; ottima conoscenza della lingua inglese. Sede di lavoro: Avellino. Per azienda operante nel campo aeronautico, invece, si cercano ingegneri senior. Si richiede: laurea in Ingegneria aeronautica; almeno due anni di esperienza nel settore della progettazione con uso del software Catia v5. Sede di lavoro: Napoli. Cv a: Filiale di Avellino Corso Vittorio Emanuele 135 Tel.: 082537585 Fax: 0825785862 E-mail: [email protected] ● 15 addetti alle vendite settore profumeria e hi-fi I candidati hanno una precedente esperienza nella mansione, conoscenza dei prodotti; ot- tima predisposizione al contatto con il cliente e capacità di vendita. Sede di lavoro: Castelnuovo di Porto. ● cinque addetti banco pescheria I candidati hanno una precedente esperienza pregressa nella mansione. Sede di lavoro: Aventino-Ostia. ● cinque addetti banco salumi e formaggi I candidati hanno una precedente esperienza pregressa nella mansione; ottima predisposizione al contatto con il cliente. Sede di lavoro: SerpentaraAppia. Cv a: [email protected] G IL PROGETTO MIM Nord e Sud a braccetto col network multidisciplinare Due master del Milano Fashion Institute, fondato da Cattolica, Bocconi e Politecnico, preparano le figure professionali del futuro I l lavoro che incontra l’università, le conoscenze tecniche di design del Nord che si fondono con la tradizione e le esperienze professionali del Sud. Il tutto concentrato in un solo progetto, il Mim, un network multidisciplinare che vedrà coinvolti Sviluppo Basilicata spa, Poli.Design, consorzio del Politecnico di Milano, Graficom, Proàgo e Arthur D. Little. Matera è da sempre il centro del distretto del mobile imbottito, una zona che si estende al confine tra Basilicata e Puglia. «È un progetto ambizioso, con un’idea nazionale di interazione – ha affermato Raffaele Ricciuti, amministratore unico di Sviluppo Basilicata – grazie al finanziamento della Regione Basilicata, che ha stanziato circa mezzo milione di euro, siamo riusciti a far interagire il mondo dell’università con quello del lavoro, il Nord con il Sud, gli artigiani con i docenti, coinvolgendo non solo il distretto del mobile, ma un intero territorio, quello a confine tra Basilicata e Puglia. Un territorio ricco di tradizione, di artigianato, di turismo, che vuol rilanciarsi, crescere, senza snaturarsi, pronto alle nuove sfide che la globalizzazione ci ha lanciato». Il Mim non sarà una scuola, né un corso universitario, ma un vero e proprio laboratorio Nuovi manager per la Moda DI ROSANNA VACALEBRE e figure emergenti nella moda? I manager. Hanno grandi promesse di carriera, salari molto alti e benefit. Lo sviluppo retail crea interessanti opportunità di occupazione, la crescita dei big del lusso, le loro politiche di espansione, passano attraverso l’apertura di nuovi negozi e comportano, infatti, l’introduzione di numerose figure professionali. Per trovare lavoro in questo campo il «passaparola» non basta e il curriculum sui siti Internet deve essere corposo. Il Milano Fashion Institute, forma nuovi manager del sistema moda e propone il Master in Fashion Retail e in Fashion Project Management, L le prossime edizioni inizieranno il 24 gennaio 2011. L’obiettivo culturale dell’Istituto, fondato nel 2007 da Università Bocconi, Politecnico di Milano e Università Cattolica (Modacult), supportato dalla Camera della moda, è quello di creare figure professionali ibride, operative all’interno delle imprese del settore. Il Master in Fashion Retail forma alla gestione delle reti di punti vendita, dotandoli di quelle capacità di management, comunicazione e relazione, indispensabili per gestire i canali retail, in un mercato che cambia velocemente. Il Master in Fashion Project Management forma figure che gestiscono e coordinano i processi di sviluppo del pro- dotto moda, dalla sua concezione stilistica e commerciale, fino alla sua immissione sul mercato. Rispetto alle precedenti edizioni, i contenuti formativi, coordinati dai docenti dei tre Atenei, avranno un taglio più professionale e saranno divisi in sei aree: introduzione ed esplorazione del settore, cultura, strumenti, processi, progetti integrati, e stage. Le iscrizioni sono aperte sino al 17 dicembre, e sono ancora disponibili diverse borse di studio. «Per master di alta specializzazione, come quelli del Mfi è fondamentale l’esatta codifica delle professioni richieste dal sistema delle imprese – spiega Nicola Guerini managing director dei cor- Sportello informativo le scuole di specializzazione; per i corsi di dottorato di ricerca; per lo svolgimento di attività di ricerca post-dottorato; per la frequenza di corsi di perfezionamento all’esteisco soft sulla ricerca universitaria. Non paga tasse ro. Questo significa, in conclusione, che il regime di ela borsa di studio attribuita dall’Università per le atsenzione si riferisce sia alle borse di studio assegnate ai dottività di ricerca post-lauream, anche quando non è torandi, sia a quelle assegnate, più genericamente, per atsubordinata alla frequenza di un dottorato di ricerca. Lo tività di ricerca post-lauream. precisa l’Agenzia delle entrate nella risoluzione n. 119/2010. L’altra buona notizia è sui cosiddetti voucher di conciliaLa stessa Agenzia, inoltre, nella risoluzione n. 120/2010, zione. Ma che cosa sono? Sono "buoni" erogati da un enafferma che sono esenti dall’Irpef anche i "voucher concite locale (nel caso, Provincia) che consentono ai destinaliativi", ossia quei "buoni" che alcuni enti locali assegnatari, persona fisica (famiglie per esempio), di acquistare no alle famiglie e che sono spendiun servizio di assistenza familiare Sciolti alcuni dubbi bili per acquistare servizi di assi(la cura di anziani e/o di minori), stenza familiare al fine del reinseri- sull’esenzione delle somme così da permettere al destinatario di mento nel mondo del lavoro. meglio conciliare i fabbisogni forpercepite «a titolo di borsa Due buone notizie, dunque. Co- di studio o di assegno, mativi e/o le esigenze lavorative con minciamo dalla prima. L’Agenzia ha quelle dei propri familiari. Si tratsciolto alcuni dubbi in merito al premio o sussidio per fini di ta dunque di un titolo di spesa (è campo di applicazione dell’agevola- studio o di addestramento un contributo infatti) che può eszione sull’esenzione delle somme professionale» sere utilizzato per acquistare diretpercepite "a titolo di borsa di studio tamente specifici servizi alla persoo di assegno, premio o sussidio per fini di studio o di adna o per usufruire di questi servizi disponibili presso strutdestramento professionale". Sono somme che, altrimenti, ture inserite in appositi cataloghi provinciali. Secondo l’Asarebbero qualificate come redditi assimilabili a quelli di genzia delle entrate questi buoni sono esenti dall’Irpef lavoro dipendente e, come tali, da assoggettare pienamente quando vengono assegnati ai cittadini che ne beneficiano all’Irpef. I dubbi, in particolare, sono stati sollevati circa (come detto, sotto forma di contributo per il servizio di asla presunta limitazione, di tale esenzione, alle sole borse sistenza familiare). Invece, pagano l’Irpef (cioè diventadi studio assegnate ai frequentanti dottorandi. L’Agenzia, no "reddito" da tassare a tutti gli effetti), nel momento in invece, precisa che l’esenzione riguarda tutte le borse di stucui finiscono nelle mani del soggetto che eroga il predetto dio erogate da Università e istituti di istruzione universiservizio di assistenza familiare. taria per la frequenza dei corsi di perfezionamento e delVOUCHER E BORSE STUDIO DEI FIGLI L’AGENZIA DELLE ENTRATE PRECISA F si della Bocconi –. I nostri studenti hanno competenze interdisciplinari in termini gestionali, progettuali e comunicativi. Per la prossima edizione dei Master abbiamo già ricevuto borse di studio da parte di Zegna, Corneliani, e Fratelli Rossetti». I Master del Mfi sono rivolti a giovani laureati e mirano a formare profili junior che andranno ad operare all’interno delle imprese del sistema moda, con diverse competenze a seconda del master frequentato. Gli studenti del Master in Fashion Project Management si occuperanno della pianificazione e del management dei processi creativi e di sviluppo delle collezioni: dalla codifica e comprensione dei valori e dei codici sti- listici del brand, alla capacità di declinazione dei codici all’interno delle diverse categorie merceologiche e linee di prodotto, sino alla pianificazione delle collezioni attraverso il merchandising planning. Si impegneranno nella gestione integrata, nei processi creativi e manageriali relativi al business, dei retailer anche nei punti vendita diretti. Si dedicheranno alla definizione e selezione degli assortimenti (Retail Merchandiser & Buyer), alla progettazione e gestione dell’immagine del punto vendita e dei layout espositivi (Visual Merchandiser), sino alla gestione integrata del punto vendita e allo sviluppo dei format (Area Manager), senza trascurare il presidio della relazione con il clien- sperimentale, con il cuore in Basilicata e in Lombardia ma l’occhio allargato all’intero globo. «Come docente sono molto soddisfatto di questo progetto – ha sottolineato Arturo Dell’Acqua, vicepresidente della Fondazione Triennale e professore ordinario di Disegno Industriale al Politecnico di Milano – che permette all’università di far capire a un vasto pubblico e ad un distretto produttivo come il design possa essere la leva strategica fondamentale per combattere la concorrenza internazionale. La collaborazione, lo scambio e lo sviluppo coordinato di un’idea progettuale fra laureandi milanesi e giovani professionisti materani, risponde al desiderio di riscoperta del genius loci delle nostre realtà periferiche e all’avvicinamento fra culture diverse in vista di una loro efficace contaminazione». Dopo un’attenta selezione delle richieste pervenute, sono state scelte 45 persone, che potranno seguire i cinque moduli formativi. In un primo momento era stati previsti 22 partecipanti, ma di fronte alle numerose richieste, proveniente sia dalla Basilicata che dalla Puglia, è stato deciso di raddoppiare il numero di posti disponibili. Il percorso, iniziato il 12 novembre, si concluderà il 15 gennaio 2011. te, dalla gestione alla fidelizzazione (Crm). I programmi prevedono seminari di cultura iniziali, a cui segue una formazione strumentale, l’obiettivo è l’apprendimento di strumenti e metodologie per svolgere funzioni di gestione e coordinamento dei processi aziendali. Successivamente, è prevista una fase di formazione specialistica. Entrambi i master si concludono con uno stage aziendale della durata minima di tre mesi, strumento dal quale le imprese attingono a piene mani per selezionare risorse brillanti da inserire nel proprio organico. Per maggiori informazioni: www.milanofashioninstitute.it Pavia, professioni e prodotti editoriali Corso per lavorare nel mondo dei libri DI MAURIZIO CARUCCI ubblicato il bando per la partecipazione alla quarta edizione del master universitario di I livello in Professioni e prodotti dell’editoria. Il corso è organizzato dall’Università degli studi di Pavia e dal Collegio universitario Santa Caterina da Siena. «Il master – spiega Maria Pia Sacchi, rettrice del Collegio universitario Santa Caterina da Siena – intende formare professionisti in grado di conoscere tutti i differenti aspetti della macchina editoriale e quindi pienamente capaci di applicarsi a vari livelli in tutte le realtà produttive del mondo del libro. Il nostro diplomato è in grado di affrontare e valutare testi destinati alla pubblicazione, di impostarli graficamente, di produrli e di commercializzarli». La didattica si articola in lezioni frontali, laboratori, incontri con professionisti e personalità del mondo editoriale per un totale di 390 ore, stage di due mesi presso studi editoriali e case editrici. È poi richiesto lo studio individuale, per un impegno totale di 1.500 ore corrispondenti a 60 crediti formativi. Il corso è progettato secondo una struttura attenta agli aspetti teorici e a quelli tecnico/pratici del settore editoriale specificamente librario. L’attenzione posta a tutte le competenze specifiche della moderna editoria, caratterizza il percorso formativo e didattico, a conclusione del quale emerge una figura professionale capace di affrontare e P valutare testi destinati alla stampa, di impostarli graficamente, di produrli e di commercializzarli. Gli sbocchi professionali più immediati sono dunque quelli legati all’editoria cartacea, settore in costante ricerca di figure professionali con qualificazioni e competenze. «Gli stage – continua la Sacchi – si svolgono presso studi editoriali e case editrici. Tra gli altri, hanno ospitato i nostri studenti quest’anno gli editori Longanesi, Sperling & Kupfer, Bollati Boringhieri, Mursia, Marcos y Marcos, Skirà, Laurana, Archetipo, Effigie, la libreria on line Ibs e l’agenzia letteraria Nicolazzini. In queste settimane si conclude la terza edizione, le percentuali di placement delle prime due edizioni sono decisamente incoraggianti. Alcuni nostri diplomati lavorano già per grandi marchi editoriali quali Rizzoli, Skirà, Hoepli, Panini e Chiarelett». Possono iscriversi laureati (laurea triennale e specialistica, quadriennale del vecchio ordinamento) delle facoltà di Lettere, di Lingue e culture moderne, di Giurisprudenza, di Scienze politiche, di Scienze dei Beni culturali, di Scienze della comunicazione, di Scienze e tecnologie delle arti figurative, della musica, dello spettacolo e della moda, di Filosofia. Il numero massimo di ammessi è 25. Il costo è di 3.700 euro. Non sono previste borse di studio. Per l’ammissione saranno valutati il curriculum, il voto di laurea, eventuali pubblicazioni inerenti l’oggetto del master. Per maggiori informazioni: www.collsantacaterina.it e-mail: master@[email protected] Tel.: 0382375099 mercoledì 1 dicembre 2010 3 la professione indirizzi utili Per svolgere questo lavoro si può essere sia alle dipendenze di un’azienda sia un libero professionista È consigliabile avere il diploma di ragioniere oppure la laurea in Economia o Giurisprudenza La nuova tendenza guarda alla statistica per calcolare costo del lavoro e produttività ✱ Ancl - Associazione nazionale dei consulenti del lavoro Via Cristoforo Colombo 456 00145 Roma Tel. 065415742 Fax 065415565 Sito: www.anclsu.com ✱ Consiglio provinciale dell’Ordine dei consulenti del lavoro Via Giovanni Aurispa 7 Milano Tel.: 0258308188 Sito: www.consulentidellavoro.mi.it «E io pago» EMANUELA CAVALCA E ssenziale: amare i numeri. È la premessa fondamentale per diventare esperto di paghe e contributi. È una professione ricercata, tanto è vero che la graduatoria Randstad sulle figure professionali posiziona al secondo posto i profili esperti in ambito della finanza e amministrazione (controller, contabilità generale-fornitori, addetti paghe e contributi). L’esperto paghe e contributi può essere sia alle dipendenze di un’azienda che libero professionista. Nel primo caso la sua mansione consiste nella gestione della parte amministrativa dei dipendenti: dalla retribuzione mensile allo straordinario, dal controllo delle assenze al passaggio di categoria, dal controllo del Libro unico del lavoro (Lul) alla gestione degli assegni familiari. In caso di un’assunzione di un dipendente dovrà occuparsi delle operazioni d’inserimento del dipendente e del contratto; a fine rapporto dovrà verificare la ! L’addetto alle paghe e contributi è ancora una figura professionale ricercata Requisito essenziale: amare i numeri liquidazione o il Tfr (Trattamento di fine rapporto) e le indennità connesse alla cessazione del rapporto. Il responsabile paghe e contributi deve tenersi aggiornato attraverso un’attenta lettura di periodici economico-finanziari e con corsi d’aggiornamento. A volte sono sufficienti le integrazioni di pacchetti informatici più aggiornati. Precisione, serietà e riservatezza sono prerogative fondamentali di questa figura, visto che conosce la posizione economicofinanziaria di tutti i dipendenti. Quanto alla formazione, è consigliabile avere il diploma di ragioniere, conseguito presso un Istituto tecnico commerciale, oppure la laurea in Economia e commercio o Giurisprudenza. «Per il dipendente che si occupa di paghe e contributi non è necessaria l’abilitazione – spiega Maria Luisa De Cia, presidente della Commissione lavoro dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Milano – . Un diploma di ragioniere è più che sufficiente, unito a una buona dimestichezza con i numeri e basi di contabilità. Non è richiesta una competenza specifica. All’inizio sarà inserito con un contratto d’apprendistato e la supervisione di un consulente del lavoro o commercialista». Il responsabile paghe e contributi deve invece da sapere Così i consulenti del lavoro si occupano delle aziende roviamo circa 23mila consulenti del lavoro in Italia, hanno 70mila dipendenti, amministrano un milione d’aziende con sette milioni d’addetti; gestiscono personale dipendente per un monte retribuzioni di circa 100mila miliardi di euro l’anno, redigono 1.200mila dichiarazioni dei redditi ed esercitano funzioni di conciliazione o di consulenza di parte o di consulenza tecnica del giudice in oltre 100mila vertenze di lavoro. L’attività del consulente del lavoro, infatti, si caratterizza anche per il particolare ruolo di "intermediario" tra azienda e lavoratore, sia in fase di costituzione del rapporto di lavoro che alla sua cessazione, oltre a tutto il periodo d’esistenza del rapporto. Da qui la funzione, anche, di "conciliatore" del consulente del lavoro, molti contenziosi, infatti, si esauriscono prima dell’intervento legale. Dal punto di vista della formazione, segnaliamo alcune facoltà in cui è possibile acquisire competenze specifiche: T ● www.giurisprudenza.unimore.it Università di Modena e Reggio Emilia ● www.giuri.unibo.it Università di Bologna ● www.unibs.it Università di Brescia ● www.unipmn.it Università del Piemonte orientale ● www.giuris.unifi.it Università di Firenze ● www.unifg.it Università di Foggia ● www.unile.it Università di Lecce ● www.unimc.it Università di Macerata ● www.unime.it Università di Messina ● www.unimi.it Università di Milano ● www.giuri.unipd.it Università di Padova ● www.unipa.it Università di Palermo ● www.unipi.it Università di Pisa ● www.lumsa.it Università Lumsa di Roma ● www.uniroma2.it Università di Roma "Tor Vergata" le esperienze DI conoscere l’evoluzione della legislazione sul diritto del lavoro, i contratti nazionali di lavoro, oltre agli accordi sindacali interni e la direzione dell’azienda. La competenza lavorativa di questa professione si sta spostando verso un orientamento statisticoeconomico per l’analisi del costo del lavoro e della produttività. Il responsabile paghe e contributi ha dei periodi intensi di lavoro, verso la fine d’ogni mese e alla fine dell’anno, in occasione dei conguagli fiscali e previdenziali. Per diventare responsabile di paghe e contributi occorrono 4-5 anni d’esperienza all’interno dell’amministrazione del personale e in una grande azienda può arrivare a gestire un gruppo di lavoro. Il servizio d’elaborazione paghe e contributi, però, può rientrare anche tra i compiti del consulente del lavoro, un professionista di supporto esterno all’azienda, che normalmente si occupa di molte altre mansioni, che non sono solo quelle legate allo stipendio. La libera professione, comunque, ha buone prospettive, ma necessita di tempo per l’iscrizione all’albo. «Il profilo professionale non è facilmente individuabile nel mercato del lavoro – aggiunge Maria Luisa De Cia –. È una specializzazione particolare, infatti, esiste un numero ristretto di studi professionali specializzati. Non è una mansione facile, anzi quasi una vocazione. È di grande responsabilità verso persone che vivono di stipendio: non ci si può permettere di consegnare in ritardo le buste-paga, andare in ferie per due mesi o fare le vacanze durante le feste natalizie. Qualche famiglia rischierebbe di rimanere senza denaro». Un lavoro monotono? Non per forza: «Un mese non è mai uguale all’altro, visto che bisogna affrontare adempimenti diversi. E poi nel nostro lavoro la formazione è essenziale, per essere aggiornati sulle frequenti modifiche legislative o il rinnovo dei contratti». La legge per l’accesso alla professione del consulente «prevede una laurea triennale in materie giuridicheeconomiche – interviene Giovanni Zingales, presidente dell’Ordine dei consulenti del lavoro di Milano –. Non ci sono numeri chiusi, è un settore in evoluzione che offre nuove opportunità ai giovani, nei contratti, nella conciliazione o nella ricerca di personale. È una professione poco conosciuta, ci stiamo adoperando per farla conoscere durante le giornate d’orientamento universitario». Per diventare consulente del lavoro bisogna svolgere un periodo di praticantato di due anni presso uno studio di un consulente del lavoro o commercialista autorizzato all’elaborazione delle paghe e contributi. Poi bisogna superare l’esame d’abilitazione e iscriversi all’ordine professionale dei consulenti del lavoro. Anche gli avvocati e i commercialisti iscritti ai rispettivi Ordini posso svolgere l’attività d’elaborazione paghe e contributi, ma devono darne comunicazione all’Ispettorato del lavoro. Come succede spesso nella vita, la scelta professionale per Maria Luisa De Cia è stata casuale: «Dopo il diploma in ragioneria a Treviso ho iniziato a lavorare presso uno studio di consulenza del lavoro e, dopo il periodo di pratica, mi sono abilitata e iscritta all’Ordine dei consulenti del lavoro di Milano. In un secondo tempo, e dopo un ulteriore periodo di praticantato e un altro esame d’abilitazione, mi sono iscritta al Collegio dei ragionieri di Milano». È una carriera difficile? «È complesso riuscire a seguire l’evoluzione della normativa e a relazionarsi con la pubblica amministrazione, la burocrazia è eccessiva, nonostante i tentativi di semplificare le procedure – conclude De Cia –. La normativa e le novità pressoché quotidiane sono le motivazioni che spingono le aziende di medio-piccole dimensioni a delegare a un professionista esterno l’elaborazione delle buste paga e dei contributi. Le grandi aziende, normalmente, si strutturano al proprio interno, salvo avvalersi per la consulenza del professionista esterno». L’EVOLUZIONE Da funzionario a libero professionista I CONSIGLI «Giovani, approfondite il diritto del lavoro» L opo una laurea in Economia Giuseppe Bizzarro inizia a collaborare in uno studio di consulenza di un cugino: «Studiavo riviste specializzate, in passato la legislazione era più semplice». Poi entra in un’azienda multinazionale, ricoprendo il ruolo di responsabile risorse umane per 12 anni e così ha la possibilità di approfondire la materia. «Nel ’75 ho sostenuto l’esame per entrare nell’Ordine dei consulenti del lavoro. La premessa per aprire uno studio di consulenza – prosegue –. Sono uno studioso del diritto fiscale dei lavoratori subordinati». Lo studio ha diversi collaboratori, che seguono l’amministrazione del personale, invece Giuseppe Bizzarro si occupa di consulenze, dalle ispezioni alle procedure disciplinari, dall’analisi dell’applicazione del contratto alla durata dei permessi o le assenze di un lavoratore. «Negli ultimi dieci anni in materia di lavoro abbiamo avuto grandi cambiamenti – prosegue – solo con la conoscenza del diritto si può trovare una soluzione a un problema. Suggerisco a un giovane che voglia intraprendere questa carriera di approfondire il diritto del lavoro, la previdenza sociale, il diritto tributario e la sociologia. Per un’attività professionale è necessario un continuo aggiornamento, collegata a una cultura giuridica. Sono stato commissario negli esami d’abilitazione e in seguito a quest’esperienza consiglierei a un giovane, oltre ad approfondire gli studi giuridici, di non abbandonare le materie umanistiche, che offrono una forma mentis aperta. L’intuito ideale per la soluzione al problema». (E.Cav.) ino Cattarin è stato funzionario fino al 1981 dell’Associazione piccole e medie industrie di Treviso: seguiva la parte contrattualistica e le relazioni industriali per le piccole-medie industrie della zona. «Poi ho scelto la libera professione – racconta Lino Cattarin – mi piaceva il mondo del lavoro e la parte giuridica, ma soprattutto avevo un bagaglio d’esperienza. Nell’81 un collega mi ha offerto di entrare a far parte di uno studio associato, dopo cinque anni mi sono staccato, desideravo una struttura specializzata in questo campo: è nato uno studio associato che si occupa di paghe e contributi e di servizi correlati». È consulente del lavoro, iscritto all’albo dal 1975 e revisore contabile a Treviso; esercita l’attività da oltre 27 anni. Tra soci e collaboratori lo studio associato Cattarin di Treviso comprende 30 persone, vanta oltre 300 clienti e gestisce circa 6.500 dipendenti: «Ci occupiamo delle pratiche: dall’assunzione di un lavoratore alla cessazione del rapporto. Le aziende piccole e medie hanno la tendenza a esternalizzare il servizio, non si limita a elaborare lo stipendio. Altre strutture si affidano a noi solo in caso di vertenze o ispezioni. La legislazione italiana è complessa, con aggiornamenti continui: la parte più delicata è la parte dell’assunzione, sia che si tratti di lavoro subordinato o di natura autonoma. La nuova legge contrasta il lavoro nero: in caso d’errore gli ispettori possono comminare pesanti sanzioni. In passato è successo in agricoltura, ma ora la provincia di Treviso è la prima a utilizzare i voucher. Se un giovane volesse intraprendere questa carriera avrebbe possibilità di lavoro, ma non è sufficiente un corso d’aggiornamento sui software, perché occorrono minimo 4-5 anni per diventare autonomi». Emanuela Cavalca D mercoledì 1 dicembre 2010 DI MAURO CEREDA ostenere i giovani che desiderano andare a studiare o lavorare all’estero. È questo l’obiettivo del progetto Youth on the move (Gioventù in movimento) lanciato dalla Commissione europea. Bruxelles spinge da tempo in questa direzione e negli anni ha promosso diverse iniziative finalizzate ad incentivare la mobilità, ma la convinzione, cifre alla mano, è che si possa fare di più. Erasmus, il programma che consente agli universitari di trascorrere un periodo di studio oltreconfine, durante l’anno accademico 2008/2009 ha coinvolto 189mila ragazzi e ragazze nella Ue a 27, un universo certo non trascurabile e in crescita (erano 174mila nel 2007/2008), ma minoritario rispetto al complesso della popolazione studentesca. Per venire all’Italia, secondo un’indagine di Almalaurea, i laureati del 2009 che hanno fatto un’esperienza di studio all’estero sono stati il 13,9%, un buon dato (una precedente ricerca, condotta tra 2000 e 2005, li attestava all’8%), ma non ancora soddisfacente. La situazione è maggiormente negativa sul fronte professionale. Oggi, come rivela Eurostat, la quota di cittadini europei che lavora e vive in un Paese diverso da quella di origine è al di sotto del 3%. «La Commissione europea – spiega Silvia Vaccaro, responsabile dell’Unità operativa reti europee dell’Isfol – sta lavorando molto per sviluppare e aumentare la mobilità di studenti e lavoratori, un fenomeno che resta un’eccezione e non la regola. Il numero di persone che beneficiano dei diversi programmi rimane, infatti, relativamente modesto. Serve un’accelerazione. I giovani sono un quinto della S L’Europa spinge per una maggiore mobilità di studenti e lavoratori lanciando il progetto «Youth on the move» popolazione europea e le loro abilità e conoscenze saranno decisive per raggiungere l’obiettivo della strategia "Europa 2020" di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva». Il progetto Youth on the move dovrebbe essere implementato durante il 2011 e prevede una serie di azioni prioritarie, finalizzate ad ampliare le opportunità dei giovani di spostarsi per «apprendimento e per lavoro» nel prossimo decennio. Alcune poggiano su iniziative già sperimentate, altre sono nuove: creazione di uno sportello unico on-line che faccia sintesi di tutte le informazioni sulle opportunità di studio e impiego sul continente (europa.eu/youthonthemove); istituzione di uno strumento per l’erogazione di prestiti (contributi economici da restituire) agli studenti che desiderano andare all’estero; definizione di un Passaporto europeo delle competenze, partendo dalla riqualificazione di Europass, il portafoglio di documenti che certifica e rende più trasparenti (e quindi spendibili) conoscenze, esperienze e capacità individuali (i tre oggi più diffusi sono Europass Curriculum vitae, Europass Passaporto delle lingue ed Europass Mobilità); creazione di un Osservatorio europeo dei posti vacanti, con il compito di monitorare la situazione dei diversi mercati del lavoro e delle professioni più richieste; potenziamento di Eures, il servizio finalizzato a fare incontrare domanda e offerta di lavoro, che a metà novembre registrava 946.888 proposte di impiego e 528.739 curriculum vitae (ec.europa.eu/eures). «Muoversi conviene – osserva Marinella Gallo, consulente Eures della Regione Lombardia – nell’Unione Europea dai due ai tre milioni di posti di lavoro restano vacanti mentre il tasso di disoccupazione si attesta intorno al 10%, addirittura al 21% per i giovani. Inoltre, il 59% di coloro che si spostano all’estero in cerca di lavoro trova un’occupazione nel giro di un anno. L’Europa offre eccezionali possibilità a chiunque sia disposto a trasferirsi per migliorare la propria condizione, ma nonostante ciò gli europei sono ancora estremamente statici». La mobilità è importante sia sul piano professionale che culturale perché accresce conoscenze e competenze, a partire da quelle linguistiche; è apprezzata dalle imprese; favorisce l’incontro tra domanda e offerta di lavoro; stimola la circolazione dei saperi; promuove un senso più profondo di identità e cittadinanza europea. Nei programmi di Bruxelles c’è anche l’invio di una "raccomandazione" agli Stati membri per invitarli a rimuovere gli ostacoli legislativi e amministrativi alla circolazione di studenti e lavoratori. on line GLI INDIRIZZI PER FARSI UN’IDEA E TROVARE RISPOSTE Giovani in Sono on-line numerosi siti e portali delle istituzioni europee che offrono informazioni pratiche e servizi a chi (giovani in particolare) desidera andare a lavorare o studiare in un Paese del Vecchio Continente. Ecco una breve selezione: movimento ● www.europass-italia.it ● www.euroguidance.it ● www.eurodesk.it ● europass.cedefop.europa.eu ● ec.europa.eu/ploteus/ èlavoro Direttore responsabile MARCO TARQUINIO Vicedirettore Tiziano Resca A cura di Francesco Riccardi (responsabile) Maurizio Carucci Comitato scientifico Guido Baglioni, Giuliano Cazzola, Lorenzo Ornaghi, Michele Tiraboschi (coordinatore) In collaborazione con: Adapt Centro Studi Internazionali e Comparati “Marco Biagi” Università di Modena e Reggio Emilia Progetto grafico Aurelio Candido Per contattarci: [email protected] Piazza Carbonari 3, 20125 Milano Tel. 02/6780.461 Il progetto ● www.enic-naric.net ACLI INTERNAZIONALI Una rete di sportelli in Europa per guidare gli italiani all’estero DI FRANCESCO RICCARDI iovani, spesso laureati, pronti a lavorare all’estero. Gli italiani hanno di nuovo la valigia in mano e considerano l’ipotesi di trovare occupazione in un altro Paese europeo, se non negli Usa, in Australia o in Cina, come una possibilità per arricchire il proprio bagaglio professionale e culturale, prima ancora che come una necessità rispetto a una condizione di disoccupazione nel nostro Paese. Già, ma una volta deciso di partire, come si trova lavoro all’estero? E quando anche si avesse già in tasca una lettera d’assunzione, dove trovare alloggio? Come aprire un conto corrente o iscriversi al servizio sanitario? Come cavarsela con i diversi sistemi di tassazione e con la previdenza? A tutte queste domande, che segnalano un bisogno emergente, cerca di rispondere un progetto avviato dalle Acli internazionali attraverso la propria rete di patronato presente nei diversi Paesi europei con la G creazione di un «Punto di riferimento», territoriale e virtuale, che sia capace per ogni nazione di fornire indicazioni precise e "guidare" gli italiani che si rechino all’estero per lavoro. La scelta di impegno delle Acli, discussa nelle scorse settimane in un incontro a Parigi, nasce dall’analisi dei dati dell’Aire (anagrafe italiani residenti all’estero) che, per quanto parziali, segnalano come la metà circa dei quasi 4 milioni di connazionali "espatriati" sia di emigrazione recente, essendosi iscritto da meno di 10 anni, senza contare poi i noniscritti. Un’emigrazione, però, piuttosto differente da quella del passato, per la quale in effetti è più corretto utilizzare il termine di "mobilità" professionale. Più che l’impellente bisogno di trovare un’occupazione purchessia, infatti, sempre più spesso la scelta di andare all’estero risponde alla scelta di valorizzare le proprie competenze, trovare condizioni contrattuali più idonee, seguire obiettivi di carriera più elevata e, non ultimo, conoscere nuove realtà sociali e culturali. Non a caso, come accennavamo all’inizio, questa nuova mobilità interessa per oltre la metà connazionali con meno di 40 anni e nella maggior parte dei casi laureati. Per queste persone, dunque, l’esigenza quando si recano all’estero non è quella di un’assistenza di tipo tradizionale, ma di poter contare da un lato su una "guida" di immediata consultazione e poi di una consulenza assai specializzata, capace di rispondere in tempo reale a domande anche complesse come quelle sui diversi sistemi contrattuali, oppure ancora di poter contare sulla "fornitura" diretta di servizi ad alto contenuto come contatti con agenzie specializzate e convenzioni mirate. «Il valore aggiunto di questo progetto è l’esistenza di una rete non solo virtuale ma fisica, le nostre sedi nelle principali capitali europee – spiega Fabrizio Benvignati, vicepresidente del Patronato Acli – la possibilità per il Patronato di offrire, oltre alle informazioni, un riferimento preciso e un contatto reale già alla partenza dall’Italia, per partire, come dice il progetto, "con un indirizzo in tasca"». Da tempo le Acli stanno non solo monitorando questi bisogni, attraverso i propri sportelli all’estero, ma sperimentando già alcune azioni in realtàchiave come quelle di Londra e Bruxelles. Nella capitale britannica, meta da qualche anno sempre più gettonata, viene infatti già solo andata 2 ESPERIENZE Dalla Sicilia a Parigi passando per la Cina n comune hanno la provenienza dalla Sicilia – la prima è di Acireale (Catania), la seconda di Castelvetrano (Trapani) – e l’aver studiato lingue all’Orientale di Napoli. Poi Serena Sgroi e Marina Totta hanno preso strade diverse, accomunate però da una scelta precisa: restare a lavorare fuori dall’Italia, la prima a Parigi ad insegnare, la seconda a Shangai ad occuparsi di intermediazione linguistica in un’agenzia di consulenza d’affari. Una fuga dall’Italia? «Un po’ sì – risponde Serena Sgroi –. Anzitutto per poter fare esperienze diverse in altri Paesi e guardare poi all’Italia con occhi diversi. E poi soprattutto perché all’estero trovare lavoro sembra più semplice e direi trasparente». Dopo aver insegnato italiano agli stranieri ed essersi laureata in lingue (cinese, spagnolo e francese), Serena ha avuto l’opportunità di partecipare a un progetto dell’Enaip a Parigi e qui ha deciso di stabilirsi. «Ho cominciato a fare supplenze e ora sto studiando per superare l’esame di abilitazione all’insegnamento – spiega –. Una volta superato, hai la priorità per l’assegnazione di una cattedra e un posto è praticamente assicurato. Non come da noi che, se anche passi il concorso, ci sono poi le graduatorie, nulla è sicuro e occorrono anni e anni prima di diventare stabile nell’insegnamento in una scuola». Certo, i problemi non mancano neppure a Parigi, «in particolare per quel che riguarda il prezzo e la disponibilità degli alloggi. Ma sul piano lavorativo la differenza che ho notato rispetto all’Italia è che qui il tuo curriculum vitae e la lettera di presentazione vengono tenuti in considerazione, le esperienze che puoi vantare contano qualcosa», conclude Serena. Marina Totta, invece, in Cina ci è arrivata con una borsa di studio, grazie alla quale ha frequentato l’università a Shangai per un anno. «Il mio futuro? Non lo vedo certo in Italia – risponde sicura –. Vorrei stare in Cina almeno una decina di anni, poi forse cambiare Paese, ma credo senza ritornare "a casa". In Cina ci sono molte possibilità di lavoro se si conosce il cinese o se comunque si possiede una specializzazione. E poi oggi lo scenario cinese è estremamente stimolante: c’è una forte vivacità, l’età media di chi lavora ed è anche in posizioni di responsabilità è molto più bassa». Marina apprezza in particolare il maggior peso assegnato al merito nella società cinese – «dove il primo contatto avviene spesso per conoscenza, ma poi contano soprattutto le capacità – e il fatto che «qualsiasi lavoro, sia uno stage o una collaborazione, viene sempre regolarmente pagata, non come da noi. E con i mille euro che pagano qui si vive bene, non a stento come in Italia...». D’accordo, ma c’è il prezzo della libertà limitata da pagare... «È vero – conclude Marina –. Anche se in Cina per lo meno ci sono opportunità di lavoro che in Italia non sono garantite. E queste mancanze da noi, di fatto, finiscono per limitare la libertà di scelta per il proprio futuro». Francesco Riccardi I assicurato un aiuto concreto in ordine alla ricerca del lavoro e dell’alloggio, e offerti contatti con gli uffici del Social security, comunali e del consolato. Per il futuro, l’intenzione è quella di ampliare la funzione informativa e di orientamento, con un maggiore «coinvolgimento diretto» della struttura di patronato. In particolare, sul fronte del lavoro si pensa a strutturare una "bacheca" di incontro tra domanda e offerta allo sportello e sulla rete, stringere accordi con alcune agenzie per il lavoro selezionate e con studi di avvocati. Stessa linea per quanto riguarda il problema degli alloggi, attraverso accordi con privati per l’affitto di appartamenti agli studenti e con agenzie per il mercato più in generale. Ancora, sul piano sanitario, si pensa a convenzioni con alcuni studi medici, oltre alla facilitazione per l’iscrizione al servizio pubblico. Completa il quadro la consulenza di tipo fiscale, il selfassessment (l’autodichiarazione dei redditi) e l’iscrizione presso il Hmr&c (Her Majesty’ revenue and custom), in pratica l’Agenzia delle entrate britannica. Nell’attesa che il progetto diventi pienamente operativo, comunque, sia la struttura londinese che quella di Bruxelles hanno prodotto alcune guide orientative per la ricerca del lavoro e dell’alloggio in Gran Bretagna, per l’iscrizione e l’utilizzo del sistema sanitario pubblico e l’affitto di un’abitazione in Belgio.