Fisiologia del controllo glicidico
In condizioni fisiologiche il livello di glucosio ematico (glicemia) è finemente controllato, oscillando tra 80 e 90 mg/dl a digiuno, per aumentare fino (e non oltre) i 120 ­ 140 mg/dl nella prima ora dopo il pasto, e ritornare quindi ai valori basali entro due ore dal termine dell’assorbimento dei carboidrati.
Fisiologia del controllo glicidico
Lo scopo del mantenimento dell’omeostasi glucidica è quello di fornire al tessuto nervoso, in condizioni di mancato apporto alimentare, la quantità di glucosio sufficiente per la sua vitalità.
Il tessuto nervoso è infatti strettamente glucosio­dipendente
Fisiologia del controllo glicidico
Effetti dell’Insulina sul metabolismo
Insulina : ‘ormone
È
dell’abbondanza’
Facilita il trasporto del glucosio nelle
cellule dei tessuti
‘insulino-dipendenti (++muscolo
scheletrico a riposo e
tessuto adiposo) Uptake di glucosio
 Promuove la glicogenosintesi nel
fegato e nel muscolo
scheletrico
Fisiologia del controllo glicidico
Condizioni ‘stressanti
Condizioni ‘normali’
(digiuno prolungato, eserciz
fisico intenso….)
+
InsulinaGlucagone CortisoloAdrenalina
GH
Fisiologia del controllo glicidico
(Condizioni ‘basali’)
• Dopo una notte di digiuno il 50% del glucosio circolante è utilizzato
dal cervello, il resto dalle cellule ematiche,dal rene e dal muscolo • L’origine di tale glucosio è epatica, attraverso la glicogenolisi (75%) e la gluconeogenesi (25%).
• Le riserve di glicogeno epatico utilizzabili sono circa 70­100 grammi, insufficienti quindi ad assicurare la normoglicemia per un periodo superiore alle 24 ore , da cui la necessità di ripristinare le riserve di
glicogeno con l’introduzione di cibo.
Fisiologia del controllo glicidico
A digiuno
50%
Fisiologia del controllo glicidico
Dopo il pasto
25%
55­60%
15­20%
Diabete
Il Diabete è un disordine cronico del metabolismo caratterizzato da elevati livelli di glucosio plasmatici a digiuno (Iperglicemia) , da diuresi abnorme (poliuria) con presenza di glucosio nelle urine (glicosuria) E’ conseguente alla carenza o al mancato utilizzo dell’insulina
Diabete primario
• Diabete di tipo I o ‘ Insulino­dipendente ’(IDDM), o ‘ diabete giovanile ’
• Diabete di tipo II o ‘ non insulino­dipendente ’ (NIDDM), o ‘ diabete dell’età matura ’
 Obeso (90%)
 Non obeso (10%)
Diabete Tipo II • Esordio tardivo (generalmente dopo i 50aa)
• Esordio subdolo (frequente la diagnosi
casuale in paziente asintomatico) casuale in paziente asintomatico)
Regolazione del metabolismo glicidico durante esercizio Mentre in condizioni di riposo il muscolo utilizza soprattutto
acidi grassi liberi provenienti dal tessuto adiposo (NEFA),
nella condizione di esercizio moderato passa ad utilizzare sia NEFA che glucosio intramuscolare (depositi di glicogeno) ed
extramuscolare (di origine epatica). All’inizio il glucosio deriva soprattutto dai depositi di glicogeno dei muscoli attivi, che gradualmente si riducono (la concentrazione di glicogeno muscolare è di 120 mmol/Kg nell’adulto, 70mmol/Kg nel bambino).
Durante esercizio prolungato, il glucosio di origine epatica non è più sufficiente a soddisfare le richieste periferiche; intervengono allora i NEFA, derivanti dalla lipolisi, che vengono
a costituire il maggior substrato energetico.
Regolazione del metabolismo glicidico durante esercizio Durante esercizio è necessario il rilascio di una maggiore quantità di glucosio in circolo per soddisfare le aumentate richieste metaboliche.
Gli ormoni che interagiscono nell’aumentare il glucosio plasmatico sono
Glucagone
 Adrenalina
 Cortisolo
 GH
Regolazione del metabolismo glicidico durante esercizio Insulina 
(effetto inibitorio
delle catecolamine sulle beta cellule)
Cortisolo Glucagone 
GH  Adrenalina  Tess Adiposo
Glicogenolisi  Lipolisi
Glicogenolisi

Gluconeogenesi  Ossidazione
NEFA
(lattato,
NEFA, aa)
NEFA  rilascio di
Fegato
MUSCOLO
DUPLICAZIONE
La replicazione è semiconservativa
Le DNA polimerasi, utilizzando nucleotidi trifosfati (ATP, GTP, CTP, TTP),
catalizzano la formazione di un legame esterico
tra il gruppo 3’OH del dessosiriboso dell’ultimo nt.
al fosfato in 5’ del nt. da aggiungere. L’energia di legame è data dalla liberazione di 2 fosfati
dal nucletotide trifosfato utilizzato.
DNA Pol
n(NUC) + G­P˜P˜P n(NUC)­GMP + PP REPLICAZIONE
Le catene di DNA vengono sintetizzate copiando i filamenti di stampo con la legge della complementarietà.
­La sintesi richiede una FORCELLA di REPLICAZIONE
­Necessita dell’elicasi che continui ad aprire l’elica
­Necessita di un innesco di RNA costruito dalla primasi (RNA polimerasi)
5’
3’
­La sintesi del nuovo filamento ad opera della DNA polimerasi avviene solo in direzione 5’→3’ ­poiché i 2 filamenti sono antiparalleli la direzione di un filamento (guida) è continua e la direzione dell’altro filamento (tardivo) è discontinua (frammenti di OKAZAKI)
La Replicazione necessita di un apparato enzimatico complesso:
­DNA Polimerasi
­Proteine iniziatrici
­Primasi e Elicasi; ­Proteine che stabilizzano il DNASS e lo proteggono dalla degradazione;
­Proteine che stimolano le DNA polimerasi.
­Topoisomerasi levano i superavvolgimenti
­Ligasi
PROCARIOTI
­E.C.: oriC 245 pb
(dnaA) + ATP si lega al 9 mer e separa i filamenti a livello dei13 mer
elicasi:(dnaB)+ATP e dnaC
10­20 subunità
A/T
­Primasi + elicasi: primosoma ­terminazione nella zona ter:
incontro delle 2 forcelle di replicazione
­le 2 eliche si separano ad opera della topoisomerasi II
sul filamento con progressione discontinua 3’
5’
T G
G T
5’
3’
DNA polimerasi III: forma un legame esterico 3­4 cal./mole (2Pi)
STRUTTURA
­core: α : sintesi; θ : ?; ε : attività 3’→5’ esonucleasica e correzzione di bozze; τ : tiene insieme i 2 core.
­β : (dimero) pinza si lega al primer e al DNA stampo, fa da morsa legandosi al core scorrendo lungo il filamento rendendo al massimo la processività della polimerasi
­γ : (5 subunità: δ
, δ ’, γ , χ , ϕ ) caricatore della pinza utilizza ATP
­Replisoma: insieme delle 2 molecole di DNA polimerasi III che proseguono insieme
­SSB stabilizzano i singoli filamenti e li proteggono dalla degradazione ­Elicasi apre la doppia elica scorrendo lungo il DNA a singolo filamento e richiede la presenza di ATPi
­Primasi sintetizza i primer
­DNA polimerasi I: azione esonucleasica 5’→3’ sull’RNA, rimuove RNA e sintetizza il DNA tra un frammento e l’altro in direzione sempre 5’→3’. I frammenti di Okazaki contengono 1000­2000 nucleotidi
­Ligasi: saldatura in presenza di E e AMP, unisce l’estremità 3’ dell’ultimo nucleotide aggiunto da DNA polimerasi I con il 1° messo precedentemente dalla DNA polimerasi III. toposisomerasi II + ATP taglia i 2 filamenti topoisomerasi I taglia 1 filamento,
Correzione di bozze delle DNA polimerasi III
­DNA totale 4x106 pb; ­Replicazione 40 min. (500­1000 nt. al sec.)
­Fedeltà
1 errore ogni 105­106 nt durante la replicazione
Corr. Di Bozze: 1 errore ogni 107­108 nt.
9 Riparazione post­replicativa:1 errore ogni 10
nt.
EUCARIOTI
(ssb)
(β
)
Elicasi si muove sul filamento guida
RPA: proteine con la stessa funzione di SSB in procarioti
Primasi sintetiza i primers
RFC caricatore della pinza; PCNA conferisce un’alta processività alla Pol δ ; stessa funzione di β di DNA Pol III (pinza)
RNAsiH e Fen1 tolgono i primer
Polimerasi α , β , γ .δ , ε . (≅ 12)
­α (4 subunità), insieme a primasi e a RFC polimerizza il 1° tratto del filamento a sintesi discontinua; RFC spiazza α e quindi associa PCNA a δ ­δ (+ ε ?) (4­12 subunità) sintetizza il filamento giuda e allunga i frammenti di Okazaki; sintesi dei frammenti di DNA al posto dei primers; ha attività esonucleasica 3’→5 e quindi correzione di bozze.
­β e ε : attività di riparo
­γ : DNA mitocondriale
Telomerasi contiene uno stampo di RNA
che sintetizza molte copie di sequenze telomeriche:
è una trascriptasi inversa che scivola lungo la sequenza
aggiunta aggiungendone altre. Molto attive durante la vita embrionale, le ellule somatiche non hnno attività telomerasica e quindi perdono i telomeri ad ogni replicazione (50­100 nt) e hanno quindi un numero di divisioni limitato.
E’ stato postulata una relazione inversa tra telomeri e età
Telomeri: sequenze ripetute in tandem nei ciliati 5’­TTGGG­3’, nell’uomo: 5’­TTAGGG­3’ 10000 ripetizioni
Origini: in lievito sino a 400; Replicone 1 origine (50000­300000 pb);
repliconi vicini tendono ad aprirsi contemporaneamente.
Replicazione asincrona, ma programmabile e prevedibile; dipende dall’organizzazione della cromatina (etero e eu­cromatina)
CICLO CELLULARE
FASE S = REPLICAZIONE
200­300 pb libere di istoni
durante la replicazione
frammenti di Okazaki 100­200 nt
(DNA avvolto sul nucleosoma)
Velocità: 50 nt/s
(ingombro degli istoni)
DNA totale 5x109 pb
DNA Polimerazazzione Esonuclesi Esonucleasi
Polimerasi 5’
3’ 5’ 3’ 3’
PROCARIOTI
Attività
5’
I
+
+
+ rimuove primer/primer DNA
II
+
­
+
III
+ ­ + polimerizza f. guida e tardivo/corr. di bozze
riparo
EUCARIOTI α +
inizia la catena di DNA sul f. ritardo/riparo
+
β
γ
riparo
+
+
polimerizza DNA mitocondriale
δ
+
imerizza il DNA/primer DNA/corr.di bozze
+ pol
+
ε
associata a δ /riparo
+
FEN1
rimuove primer
Telomerasi (RNA) +
telomerico
sintesi di DNA Trascrizione
CAPACITA’ DI ESPRIMERSI
DNA RNA PROTEINE
(nt)
trascrizione
(nt)
traduzione
(aa)
Trascrizione
Traduzione
Procarioti
citoplasma
citoplasma
Eucarioti
nucleo
citoplasma
TRASCRIZIONE
*1) Gli RNA vengono sintetizzati copiando un solo filamento di DNA detto: stampo o codificante
5’TTAGCGAT­­­­­­­­­­­­­­­­­3’ f. di senso
3’AATCGCTA­­­­­­­­­­­­­­­­­5’f. codificante
↓
5’UUAGCGAU­­­­­­­­­­­­­­­­­3’ RNA
2) l’allungamento avviene in direzione è 5’→3’
3) vengono utilizzati nucleotidi trifosfati (UTP al posto di TTP)
*4) le RNA polimerasi sono capaci di iniziare; nell’RNA il 1° nucleotide è trifosfato
* differenze tra replicazione e trascrizione
­la trascrizione in eucarioti è seguita dalla maturazione del trascritto primario che porta al RNA
RNA: 1 solo filamento; riboso; adenina, guanina, citosina, uracile.
Tipi
Funzione %
Stabilità P
E
mRNA
informazione specifica: proteina 2.5 3­6m m­h
tRNA
trasferimento specifica: aminoacido 10­20
+
+
rRNA
officina (rRNA+proteine ribosomiali) 80­90
++ ++
snRNA
maturazione mRNA in eucarioti
GENI
Struttura
Pro
Eu
mRNA
1 (per ogni proteina)
secondaria
tRNA (aa: 20) 40­70 100­300 secondaria complessa (basi rare)
rRNA
5­15 (rRNA)
100­1000 (rRNA) secondaria complessa (rRNA+proteine ribosomiali)
ansa
PROCARIOTI 1 RNA polimerasi: mRNA, rRNA, tRNA
basi appaiate
EUCARIOTI RNA polimerasi I: rRNA (28S, 18S, 5.8S)
RNA polimerasi II: mRNA, snRNA
RNA polimerasi III: tRNA, rRNA (5S), snRNA (U6, 7S)
la trascrizione in eucarioti è seguita dalla maturazione del trascritto primario (es.pre­mRNA mRNA)
TRASCRIZIONE in PROCARIOTI
1 polimerasi composta da 4 subunità α α ­β β ’(core)+σ =oloenzima
INIZIO
il core: lega debolmente al DNA e può esplorare il DNA, ma non riconoscere l’inizio di un gene
σ : si lega efficientemente a regioni specifiche al promotore, induce il DNA ad aprirsi (bolla di trascrizione ≅ 17 pb);il core viene strettamente legato al promotore e cosi posizionato per iniziare la trascrizione dal 1° nucleotide del gene.
σ
σ
ALLUNGAMENTO
σ si allontana dopo la trascrizione di 8­9 bp: inizia la polimerizzazione in direzione 5’→3’ad opera della subunità β ; RNA pol scorre lungo il DNAss, aprendo a valle una bolla di trascrizione (β ’), dove si forma un ibrido RNA/DNA,quando la RNA pol avanza,l’RNA si stacca e il DNA si riavvolge ad α elica.
Molte RNA polimerasi trascrivono lo stesso gene in successione
(Ibrido DNA/RNA)
TERMINAZIONE
presenza di sequenze di terminazione (palindromiche), trascritte lentamente e formano strutture a stelo:
CCCAGCCCGGCAUAACAUCCGGGCUUUUUU. ­DNA Pol fa una pausa sulla sequenza UUUUU 3’e quindi si stacca. A A
U C
A A
C U
G­­­C
G­­­C
C­­­G
C­­­G
G­­­C
5’ CCC A­­­U UUUUU 3’
In presenza della proteina ρ le sequenze di terminazione sono meno complesse
TRASCRIZIONE in EUCARIOTI
120
3 Polimerasi (L e β :70­80%identità)
GC
Promotore basale per mRNA
100
GC
80
30
CAAT Box TATA Box
+1 site
Initiation of transcription
TATA: posiziona la RNAPII al punto di inizio
CAAT: regola l’andamento della trascrizione CAAT:
GC: aiuta RNAPII a legarsi al punto di inizio, lega SP1
GC:
Tyr­Ser­Pro­Tyr­Ser­Pro­Se (26­52)
Promotore nudo
no TATA box: ­1C/+1A
INIZIO
RNAPII trascrive mRNA e 4 snRNA
Necessita di fattori di trascrizione generali
Fosforila CTD
11 fattori
Lega DNA e TFIID
Provoca una distorsione di 80°C
Elicasi + ATP
TERMINAZIONE
ALLUNGAMENTO
Aggiunta del cappuccio
Poliadenilazione
MODIFICAZIONI POST­TRASCRIZIONALI
Il trascritto primario (Pre­mRNA) viene maturato in mRNA
­Capuccio
­Poliadenilazione
­Rimozione introni
Capuccio
Metil transferasi aggunge CH3 al 7’ di G; anche i primi 2 nt sono metilati
Funzioni: protezione al 5’; esportazione; traduzione
Aggiunta di guanina al 1° nt trascritto dopo la trascrizione di 20­30 nt.; legame 5’­5’ trifosfato
Struttura del cappuccio
Poliadenilazione
40­50 nt 50 nt
Pre­mRNA+RNA nucleari= hnRNA; hnRNA+proteine=hnRNP
Proteine (34 a 120 kD) con motivi di legame per RNA (RNP). Prevengono la formazione di strutture secondarie, interessate in tagli: Poli­A, Splicing e trasporto dell’mRNA
12 A
12A
Funzioni di Poli­A (200­250 A):
Protezione dalla degradazione
Efficienza della traduzione
­Poli­A non presente negli mRNA
per istoni
Rimozione degli introni
(splicing)
esoni: DNA, trascritti e tradotti (N: 10)
SPLICEOSOMA:
Introni: trascritti e rimossi (N­1: 9)
100 proteine
snRNP (snRNA:197­210 nt, 6/10 proteine:RNP)
hnRNP (hnRNA, proteine)
RNA elicasi
Proteine SR
A U
A C
Laccio viene degradato
I 2 esoni adiacenti vengono legati
Promotori geni rRNA e tRNA
Trascrizione di rRNA
+10 +60 +47 +96
hUBF TFIIIA TFIIIC SL1 (TBP) TFIIIB (TFIIB,TBP)
Trascrizione di 1 unità di rRNA nel nucleolo Modificazioni post­trascrizionali e assemblaggio ribosomi
RNAPI
Modificazioni post­trascrizionali tRNA
3’CCA trascritto
in E.C.
Trasporto dell’mRNA dal nucleo al citoplasma
Complesso di carico: Proteina cargo, Ran+GTP, Esportina1, Procarioti
trascrizione e traduzione avvengono
contemporaneamente nel citoplasma
NLS
Eucarioti
NES
Ran+GDP
Ran+GTP
TRADUZIONE
CODICE GENETICO
Dobbiamo effettuare un passaggio da un
codice a 4 lettere (nucleotidi) ad un
codice a 20 lettere (amminoacidi)
DNA
CAGT
4 lettere
RNA
CAGU
4 lettere
Proteine
ARNDC etc
20 lettere
Come si passa dai nucleotidi
agli amminoacidi?
• Qual
è
la
codificazione?
lunghezza
dell’unità
di
• Qual è la sequenza di basi delle parole di
codice relative a ciascuno degli aa
codificati?
• Quali sono le modalità di riconoscimento tra
le parole dei due linguaggi?
No. nucleotidi/a.a.
Possibilità
1
41=4
2
42=16
3
43=64
Minimo
codice
proponibile
I tre ruoli dell’RNA nella sintesi
proteica
• L’RNA messaggero (mRNA) porta
l’informazione copiata dal DNA sotto forma di
una serie di “parole” di tre basi dette CODON
• L’RNA transfer (tRNA) decifra il codice,
mediante uno specifico ANTICODON, al quale è
associato un particolare amminoacido
• L’RNA ribosomale (rRNA) si associa con una
serie di proteine per formare i ribosomi, le
fabbriche che sintetizzano le proteine
La struttura dei ribosomi nei
procarioti e negli eucarioti
La struttura tridimensionale
dell’RNA evidenzia la sua funzione
decodificante
Il ruolo dell’RNA nella sintesi
proteica
Poiché il codice genetico utilizza 61 codon diversi per
specificare gli amminoacidi, ci si dovrebbe aspettare
che nella sintesi proteica siano coinvolti 61 diversi tRNA,
alcuni con lo stesso amminoacido.
Molti tRNA riconoscono più di un codon.
Quindi il numero dei tRNA è molto inferiore a 61.
Ipotesi del Vacillamento:
flessibilità di appaiamento tra la terza base del codon e
la corrispondente base dell’anticodon
Appaiamento non standard
(tentennamento)
L’inizio della
sintesi proteica
nei batteri
avviene vicino
alla sequenza di
Shine-Delgarno
nell’mRNA
Negli eucarioti l’inizio della sintesi proteica generalmente avviene,
generalmente, all’estremità 5’ dell’mRNA
Visione d’insieme della traduzione
Fasi Della Traduzione: inizio
• Attacco delle subunità ribosomali e del primo
a.a. portato dal tRNA iniziatore all’mRNA
• Posizionamento sul primo codon da tradurre
PROCARIOTI
Subunità
40S/60S
Fattori d’inizio
tRNA iniziatore
Fonte di Energia
EUCARIOTI
30S/ 50S
Sì
formilmetionina
GTP
Sì
metionina
ATP/GTP
Il processo di inizio negli eucarioti
coinvolge un gruppo diverso di
fattori (chiamati eIF) e un
particolare tRNA iniziatore tRNAMet,
che porta una metionina non formilata
Fasi Della Traduzione:
allungamento
Allungamento della catena polipeptidica mediante
attacco di aminoacil-tRNA e sintesi del legame
peptidico.
PROCARIOTI
Subunità
Fattori di Allungamento
tRNA
Fonte di energia
30S/50S
EUCARIOTI
40S/60S
Sì
Sì
tutti
tutti
GTP
GTP
Fasi Della Traduzione:
terminazione
• Avviene quando il ribosoma arriva ad un
codone di stop (UAA, UAG, UGA) che si
colloca nel sito A
• Rilascio della catena polipeptidica e
rilascio delle due subunità ribosomali
PROCARIOTI
EUCARIOTI
Subunità
30S/50S
40S/60S
Fattori di
terminazione
3
1
GTP
GTP
Fonte di energia
La traduzione simultanea da parte di ribosomi
multipli e il loro rapido ricambio aumenta
l’efficienza della sintesi proteica Eventi post-traduzionali
Specifici segnali, contenuti nella sequenza amminoacidica delle
proteine, le dirigono alle loro destinazioni cellulari finali
sintesi proteica inizia sui ribosomi liberi nel citoplasma.
proteine destinate a nucleo e mitocondri sono completate
e hanno segnali che permettono il legame e l’entrata
gli organelli a cui sono destinate.
proteine destinate a: RE, Golgi, lisosomi e all’esterno
lla cellula completano la loro sintesi su ribosomi attaccat
a superficie del RE.
rano, quindi nel RE grazie all’interazione di una sequenza
gnale idrofobica con un canale della membrana.
Le modificazioni covalenti delle proteine dopo la traduzione
includono:
proteolisi, glicosilazione e fosforilazione.
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Lezione 25: Acidi nucleici TASA