Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dal Mille alla metà del Seicento © Zanichelli editore 2013
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Paolucci, Signorini
La storia in tasca
Dal Mille alla metà del Seicento
Volume 3
12. Riforma protestante e riforma cattolica
13. Il Seicento: un’età di contrasti
14. Due modelli di Stato: assoluto e costituzionale
15. La rivoluzione scientifica del Seicento
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Capitolo 12
Riforma protestante
e riforma cattolica
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La predicazione di Lutero divide l’Europa
cristiana
Da molto tempo il popolo cristiano
attendeva una riforma religiosa che
rinnovasse profondamente la Chiesa e il
clero. Nel 1517 papa Leone X proclamò
una indulgenza, allo scopo di raccogliere
offerte per la costruzione della cupola di
San Pietro in Roma. In Germania la
concessione delle indulgenze diventò un
vero affare commerciale. Questi metodi
scandalosi e perfino irriverenti verso la
religione indignarono un monaco tedesco
di nome Martin Lutero che, nel 1517, rese
pubblico uno scritto in cui sosteneva che le
indulgenze non hanno alcun valore. Era
l’inizio di un vasto movimento religioso, che
prese il nome di Riforma e che avrebbe
finito per staccare un gran numero di
cristiani dalla Chiesa di Roma.
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Il Protestantesimo si diffonde
Lutero godeva della protezione del principe
Federico di Sassonia che lo ospitò
segretamente in un suo castello. Nel 1524-1525
i contadini, ispirati dalle parole di Lutero,
insorsero in parecchie regioni della Germania
contro i loro signori. Ma Lutero non li appoggiò,
anzi si schierò con i principi. La repressione dei
ribelli fu durissima e le vittime furono più di
100.000. I principi invece, sostenuti da Lutero,
poterono impadronirsi delle ricche proprietà
della Chiesa cattolica e i loro interessi finirono
per coincidere con quelli della Riforma luterana.
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Nasce in Inghilterra la Chiesa anglicana il cui
capo è il re
Quando cominciò a diffondersi la dottrina
luterana, Enrico VIII Tudor (1491-1547),
re d’Inghilterra e dotto umanista, si affrettò
a scrivere un libretto di condanna contro
Lutero, guadagnandosi dal papa il titolo di
«difensore della fede». Eppure fu proprio
Enrico VIII a decidere la separazione della
Chiesa inglese da Roma, per allargare i
propri poteri sul clero locale e per risolvere
un problema dinastico, un problema cioè
riguardante la successione al trono.
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La Chiesa di Roma dà inizio alla Riforma
cattolica
Mentre in Europa si affermavano le
dottrine protestanti, la Chiesa di Roma
diede inizio ad una vasta
opera di rinnovamento interno e di lotta al
protestantesimo, che gli storici chiamarono
Riforma cattolica o Controriforma.
Sperando di superare i contrasti fra
protestanti e cattolici il papa convocò un
concilio, cioè un’assemblea generale dei
vescovi, che si aprì a Trento nel 1545 ma
solo nel 1999 la Chiesa cattolica e
l’insieme delle Chiese luterane posero fine,
con l’accordo di Augusta, a quasi cinque
secoli di incomprensioni e di accuse
reciproche.
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L’intolleranza religiosa produce stragi e guerre
In Francia, patria di Giovanni Calvino, le
dottrine calviniste guadagnarono presto
terreno accanto a quelle cattoliche. L’unità
religiosa venne meno e con essa il paese
fu sul punto di perdere anche l’unità
politica. Nessuna forma di tolleranza fu
ammessa in Spagna, dove regnava dal
1556 Filippo II, figlio di Carlo V, che nella
seconda metà del Cinquecento era il più
potente sovrano d’Europa.
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L’Olanda si rende indipendente dalla Spagna
Le persecuzioni contro gli eretici, volute
dal cattolico Filippo II, nei Paesi Bassi
suscitarono lo sdegno di gran parte della
popolazione, soprattutto dei ricchi di città
da poco convertiti al calvinismo. Altri motivi
di protesta furono l’imposizione di forti
tasse e la cattiva amministrazione
spagnola. Il malcontento generale si
trasformò presto in lotta aperta, che fu
nello stesso tempo guerra di religione fra
cattolici e calvinisti e lotta per
l’indipendenza politica del paese dalla
Spagna.
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Il regno di Elisabetta I: un’età di grandezza per
l’Inghilterra
A sostegno dei ribelli olandesi e contro
Filippo II era intervenuta nel 1585 anche
l’Inghilterra. Qui regnava dal 1558
Elisabetta I Tudor. Dopo aver vinto
l’opposizione interna dei cattolici e dei
calvinisti (i puritani), Elisabetta rafforzò la
Chiesa anglicana e si presentò al mondo
come protettrice dei paesi protestanti.
Contro la Spagna cattolica, sua
concorrente e nemica, non esitò a servirsi
dell’aiuto dei corsari che, con
l’autorizzazione della regina, assalivano e
depredavano nell’Atlantico le navi
spagnole cariche dell’argento americano.
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Capitolo 13
Il Seicento: un’età di
contrasti
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Il Seicento tra miseria e splendore
Nel Seicento, come nel Medioevo, si continuava a ritenere che la
società fosse divisa in tre ordini o stati, fissati secondo una scala
gerarchica e perciò immutabili. Essi erano il clero, la nobiltà e il
cosiddetto terzo stato, che comprendeva tutto il rimanente della
popolazione.
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Povertà e decadenza economica in Spagna e
Germania
Verso il 1550 la Spagna era il paese più ricco d’Europa. Ma già nella
seconda metà del secolo i re spagnoli si trovarono a corto di denaro,
dovettero chiedere soldi ai banchieri di mezza Europa e, a volte, non furono
nemmeno in grado di pagare i loro debiti. Anche l’Italia alla fine del XVI
secolo entrò in una fase di decadenza. Così pure la Germania che pagò a
caro prezzo il suo coinvolgimento nella guerra dei Trent’anni.
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La guerra dei Trent’anni
Questo terribile conflitto infuriò dal 1618 al
1648 e ad esso presero parte quasi tutte le
potenze europee. Da un lato si schierarono
i sovrani cattolici: gli Asburgo d’Austria, il
re di Spagna (anch’egli appartenente alla
famiglia degli Asburgo) e i principi cattolici
di Germania; dall’altro i principi protestanti
tedeschi, la Danimarca, la Svezia, l’Olanda
e infine anche la cattolica Francia,
minacciata di accerchiamento, come ai
tempi di Carlo V.
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Uno Stato in rapido sviluppo: la Repubblica
d’Olanda
Nel Seicento il centro dell’economia
europea si spostò dal Mediterraneo ai
paesi bagnati dall’oceano Atlantico, cioè
l’Olanda, ormai indipendente dal dominio
spagnolo, l’Inghilterra e la Francia.
L’Olanda, nella prima metà del Seicento,
divenne la principale potenza commerciale
del mondo e conquistò con rapidità
sorprendente il predominio sui mari.
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Le trasformazioni economiche dell’Inghilterra
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Capitolo 14
Due modelli di Stato:
assoluto e
costituzionale
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La Francia verso la monarchia assoluta
In Francia, nel 1610, sali al trono il giovane
Luigi XIII, figlio di Enrico IV, che si giovò
per quasi vent’anni della collaborazione di
un primo ministro abile ed energico, il
cardinale Richelieu, che di Luigi XIII
voleva fare un monarca assoluto,
sgretolando un poco alla volta il potere dei
nobili.
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Il re Sole
Simbolo del sovrano era il Sole,
immagine di grandezza e di splendore,
e col soprannome di «re Sole» Luigi
XIV passò alla storia.
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Luigi XIV e l’assolutismo: il potere illimitato del
re
Mentre i nobili, resi ormai inoffensivi,
trascorrevano il loro tempo fra l’ozio e gli
intrighi di corte, Luigi XIV riorganizzava
profondamente lo Stato. Alla morte di
Mazzarino, egli soppresse la carica di
primo ministro e riunì nella sua persona
tutta l’autorità sovrana. Rafforzò nelle
province il potere degli intendenti, i
funzionari creati da Richelieu che
dovevano al re carica e carriera e gli erano
perciò fedelissimi. Pose a capo
dell’esercito uomini di sua fiducia. Dopo
aver concentrato nelle sue mani tutti i
poteri, egli poteva ben affermare:
«Lo Stato sono io». Con ciò intendeva
dire che tutto in Francia dipendeva da lui:
le leggi e le tasse, l’esercito e la giustizia, i
sudditi stessi con tutti i loro beni.
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Il re perseguita gli Ugonotti in Francia e in
politica estera mira al predominio sull’Europa
Luigi XIV annulla l’Editto di Nantes che
proteggeva i protestanti di fede ugonotta.
Questi ultimi abbandonano la Francia e si
rifugiano in Olanda e Inghilterra.
Nel frattempo, per imporre la propria
egemonia su tutta l’Europa, Luigi XIV
scatena guerre contro l’Olanda e gli
Asburgo d’Austria di Spagna. Forte del
primo esercito di Stato (non più
mercenario) riportò numerose vittorie ma
non poté sconfiggere le potenze rivali nel
frattempo alleatesi fra loro.
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La guerra di successione spagnola
Cartina p. 287
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Nasce in Inghilterra la monarchia
costituzionale
Alla morte della regina Elisabetta I, in
assenza di eredi, gli Stuart cercarono
di istituire una monarchia assoluta. Il
trono inglese passò infatti al re di
Scozia, Giacomo I Stuart, e poi a Carlo
I, l’uno figlio, l’altro nipote di Maria
Stuarda.
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Si giunge alla guerra civile
Il contrasto fra re e parlamento si inasprì a tal punto
che si giunse infine ad un’aperta guerra civile
(1642-1648). L’alta aristocrazia e i vescovi
anglicani, che erano nominati dal re, appoggiarono
il sovrano, ma le ricche regioni dell’est e del sud,
dove borghesi e puritani erano più numerosi, si
schierarono col parlamento.
Il parlamento assegnò il comando delle truppe
antimonarchiche ad Oliver Cromwell, un puritano
fervente che riuscì ad organizzare un esercito
completamente nuovo e molto efficiente. Con i suoi
soldati Cromwell sconfisse più volte l’esercito del
re: Carlo I fu deposto, processato dal parlamento e
condannato a morte per decapitazione (1649). A
seguito venne proclamata la Repubblica guidata
dallo stesso Cromwell.
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Viene ristabilita la monarchia
Cromwell stabilì una dura dittatura
(1649-1658) che aveva creato
malcontento anche fra i suoi
sostenitori .
Così, poco dopo la sua morte, la
corona fu restituita al figlio del re
decapitato, Carlo II Stuart, e la
monarchia venne restaurata (1660).
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La «Gloriosa rivoluzione» e la dichiarazione dei
diritti
Questa volta la lotta contro gli Stuart si svolse senza alcuno spargimento di
sangue, perciò gli Inglesi chiamarono «gloriosa» questa seconda rivoluzione.
Per scongiurare qualsiasi pericolo di assolutismo, essi fecero giurare al nuovo
sovrano, prima dell’incoronazione, una Dichiarazione dei diritti (Bill of
Rights), ossia una vera Costituzione, con cui egli si impegnava a rispettare i
diritti del parlamento e dei cittadini (1689).
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L’espansione coloniale europea e il commercio
triangolare
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Capitolo 15
La rivoluzione
scientifica del
Seicento
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Nasce la scienza moderna e il metodo
scientifico o sperimentale
Accanto alla rivoluzione eliocentrica di
Copernico nasce la scienza moderna
che, staccandosi definitivamente dalla
filosofia, si dota di un suo proprio
metodo di ricerca. Esso si basa
sull’esperienza e sul ragionamento
matematico e viene detto metodo
scientifico o sperimentale.
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Con Galilei e Newton si afferma la scienza
moderna
La nascita del metodo scientifico si
deve in gran parte allo scienziato
italiano Galileo Galilei (1564-1642).
Sempre mediante l’osservazione
diretta, lo scienziato inglese Isaac
Newton (1643 – 1727), che come
Galilei fu al tempo stesso astronomo,
fisico, matematico e sperimentatore,
scoprì la gravitazione universale.
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Galilei e la nuova scienza fra progresso e
repressione
Più volte Galileo incontra avversari ostinati,
che respingono le prove fornite
dall’esperienza. Assai più grave è il
dissidio con la Chiesa. Fra le Scritture e la
teoria copernicana esiste una
contraddizione. Galileo lo sa, ma è
cattolico, e spera di convincere la Chiesa
che il contrasto non è inconciliabile.
Nonostante i suoi sforzi però la Chiesa
cattolica, nel 1616, definisce «stolta,
assurda e formalmente eretica» l’idea che
la Terra ruoti intorno al Sole.
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L’arte, la musica, il teatro nel Seicento
In quest’epoca si afferma un nuovo stile
artistico, detto «barocco» che oppone
all’armonia e alla regolarità di linee, care
all’arte del Rinascimento, il gusto per gli
effetti sorprendenti e teatrali. Il Barocco
predilige forme architettoniche
complesse, pareti ondulate, figure in
movimento, crea illusioni ottiche che
dilatano gli spazi: è uno stile ricco,
appariscente, spettacolare. Ma il Seicento
è anche il grande secolo del teatro e della
musica, specialmente del barocco italiano.
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