Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dal Mille alla metà del Seicento © Zanichelli editore 2013
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Paolucci, Signorini
La storia in tasca
Dal Mille alla metà del Seicento
Volume 3
8. L’età del Rinascimento
9. Il mondo si allarga: esplorazioni e scoperte
10. Dalla scoperta alla conquista
11. Economia e politica nell’Europa del Cinquecento
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Capitolo 8
L’età del
Rinascimento
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Rinascimento: un movimento culturale che
parte dall’Italia
Se la vita degli uomini nel Medioevo era
dominata dal pensiero religioso, fra il
Trecento e il Quattrocento comincia a
svilupparsi una cultura laica che si rivolge
più alla vita terrena che all’aldilà. Culla di
essa è l’Italia e nello specifico le città
capitali degli Stati signorili o principeschi e
da qui si diffonde in tutta l’Europa
raggiungendo nel Cinquecento il massimo
sviluppo.
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L’arte nell’età rinascimentale: la pittura e la
scultura
Nell’età rinascimentale sono la pittura e la
scultura a vivere un immenso rigoglio.
Attraverso l’anatomia il corpo umano viene
rappresentato nei suoi massimi dettagli
mentre l’invenzione della prospettiva
rivoluziona la pittura paesaggistica.
I principi si comportano da mecenati:
ospitano e proteggono letterati ed artisti,
fanno eseguire opere grandiose e raffinate
per abbellire i loro palazzi.
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Si sviluppano le scienze e le tecniche
Le prime scoperte scientifiche del
Quattrocento furono favorite dallo sviluppo
dell’arte. Oltre che utile ai fini dell’arte
pittorica, la dissezione dei cadaveri fu
fondamentale per lo sviluppo della scienza
medica. In campo astronomico cominciò a
prepararsi una vera rivoluzione. Il sistema
tolemaico o geocentrico venne superato
grazie alle teorie di Nicolò Copernico o
teorie eliocentriche.
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Vivere nelle corti rinascimentali
Nel Quattro-Cinquecento le città italiane cambiano aspetto. Le vie
divengono larghe e dritte, i vecchi edifici vengono abbattuti, tra i quali
le tipiche torri del Medioevo, e i nobili e i ricchi si fanno costruire
palazzi signorili dalle forme eleganti e armoniose, frutto dell’ingegno
dei più famosi architetti rinascimentali.
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Poco cambia nella vita quotidiana delle donne
Ancora poche sono le donne istruite
ma la ricchezza e la nobiltà del loro
rango talvolta permette loro l’accesso
all’istruzione. Nel Cinquecento ci sono
donne poetesse e studiose dei
classici.
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Capitolo 9
Il mondo si allarga:
esplorazioni e
scoperte
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Navigatori europei alla ricerca della via per le
Indie
Tra Quattro e Cinquecento forte è il
mercato di spezie e oro. Esse
cominciarono ad essere cercate nell’Africa
sub-sahariana e attraverso i commerci con
gli Arabi e in Cina. I rifornimenti però sono
molto difficili soprattutto quelli asiatici e i
trasporti marittimi sottoposti al controllo dei
Turchi e alle angherie dei pirati. Si cerca
allora di raggiungere le Indie
circumnavigando l’Africa.
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Civiltà e regni dell’Africa nera
Se nel Medioevo le conoscenze
dell’Africa, attraverso contatti
commerciali e culturali, si limitavano al
Maghreb, è durante il Rinascimento
che l’Europa viene a conoscenza delle
civiltà e dei regni dell’Africa nera.
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La scoperta dell’America
Con la scoperta dell’America viene
convenzionalmente identificato l’inizio
dell’età moderna (1492). Navigando verso
occidente Cristoforo Colombo, considerato
lo scopritore del Nuovo Mondo, secondo
l’idea che le civiltà umane fossero solo
quelle già conosciute, credeva di poter
giungere in India. Aderiva infatti all’idea
che la terra fosse sferica ma fino alla sua
morte non seppe mai di essere approdato
ad una terra di cui l’Europa non sapeva
nulla.
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Proseguono i viaggi di esplorazione nel nuovo
mondo
Le terre scoperte da Colombo derivano il
loro nome da un altro navigatore italiano,
Amerigo Vespucci, che fra la fine del XV e
l’inizio del XVI secolo, compì importanti
viaggi di esplorazione nell’America
meridionale.
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Scoperte geografiche: nuove abitudini e nuove
malattie
A contatto con gli usi e costumi delle
popolazioni americane, gli europei
iniziarono ad introdurre alimenti e altri
prodotti agricoli all’interno della propria
dieta e delle proprie abitudini.
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Il mondo che si allarga
Le Colonne d’Ercole diventano il simbolo di un’epoca nuova
caratterizzata a una percezione del mondo in espansione: non più
limitata alle popolazioni e ai territori con cui l’Europa era fino a quel
momento venuta in contatto ma che includeva infiniti e per loro
ancora inesplorati modi di vita.
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Capitolo 10
Dalla scoperta alla
conquista
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Le civiltà più antiche in Centro-America
L’America è sede di fiorenti civiltà di cui gli
europei, fino al 1492, ignoravano
l’esistenza. Tra le civiltà precolombiane
nell’area del Messico, la più antica finora
conosciuta è quella degli Olmechi (fra il
1000 e il 300 a.C.). Poco più a nord la città
di Teotihuacán, testimonia l’esistenza, fra il
III e il VII secolo d. C., di un grande centro
religioso e commerciale.
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Le civiltà amerindie: i Maya
Nella penisola dello Yucatán (Messico
meridionale) esisteva una civiltà le cui
origini risalivano a oltre duemila anni
prima di Cristo: si tratta dei Maya.
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Le civiltà amerindie: gli Aztechi
Intorno al 1500, quando in America
arrivarono gli spagnoli, la potenza
maya era oramai giunta al
tramonto. In piena fioritura era
invece la civiltà dei Mexica, detti
Aztechi.
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Le civiltà amerindie: gli Inca
Nell’America del sud, nella regione delle
Ande, dal XIII secolo cominciò ad
espandersi l’Impero degli Inca. Fortemente
accentrato nella figura del sovrano che
veniva creduto diretto discendente del dio
Sole, l’Impero era strutturato da sacerdoti,
funzionari, governatori e comandanti
militari, oltre che a una moltitudine di
persone al diretto servizio del sovrano.
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Gli europei conquistano l’America e
distruggono la civiltà azteca
Agli esploratori succedono i
conquistadores, uomini senza scrupoli e
avidi di facili ricchezze investiti dalla
Corona per espandere e rendere
produttive le precedenti conquiste. Tra essi
il primo e il più famoso è Hernàn Cortès,
salpato dalle Antille nel 1519. Nel giro di
due anni, nella guerra di conquista contro
gli Aztechi, si impadronì del loro regno
massacrando, distruggendo, torturando la
popolazione e assassinando il loro ultimo
re.
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La distruzione della civiltà inca
Nel 1532 fu la volta dell’Impero inca.
Francisco Pizarro, alla guida dei
conquistatori spagnoli, catturò il sovrano
Attahualpa chiedendo per la sua
liberazione un riscatto esorbitante. Pur
essendo quest’ultimo stato corrisposto, gli
spagnoli accusarono il re di tradimento e
dopo averlo battezzato, lo strangolarono.
Dopo aver incoronato un re fantoccio,
facendo leva sui conflitti fra i diversi
schieramenti a sostegno dell’uno o
dell’altro sovrano, Pizarro entrò a Cuzco
nel 1533 rendendo l’Impero una colonia
spagnola col nome di Perù.
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Il calo delle popolazioni d’America dopo la
conquista
La conquista fu accompagnata da un
calo demografico impressionante dei
nativi americani. Si calcola che il
Nuovo Mondo ospitasse all’inizio del
Cinquecento circa ottanta milioni di
abitanti. Verso la metà del secolo non
ne rimanevano che dieci milioni.
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Mercanti di schiavi: la tratta dei neri
Lo sterminio degli Indios non fu una
tragedia soltanto per l’America ma anche
per l’Africa. Gli europei infatti cominciarono
a deportare nelle colonie migliaia e migliaia
di schiavi neri, intesi a rimpiazzare le
morenti popolazioni amerindie e a lavorare
a costo zero.
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Capitolo 11
Economia e politica
nell’Europa del
Cinquecento
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La ripresa economica europea nel Cinquecento
Nel Cinquecento l’economia europea è in
forte ripresa. Prima di tutto ricomincia a
crescere la popolazione, dopo che la
grave crisi del XIV secolo, in parte
determinata dall’epidemia della Peste
Nera, aveva invertito il processo di
crescita. Contemporaneamente si
estendono le coltivazioni perché, a
causa dell’aumento demografico, la
domanda di prodotti alimentari è molto
forte. Il commercio si espande e assume
dimensioni veramente mondiali
toccando, dopo le scoperte geografiche,
tutti i continenti, ad eccezione dell’Oceania
che resta l’unica zona del pianeta non
ancora esplorata.
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Il centro dei commerci si sposta dal
Mediterraneo all’Atlantico
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Il rovescio della medaglia: la rivoluzione dei
prezzi
La ripresa economica ha però il suo
rovescio. Nel Cinquecento si verifica infatti
un generale aumento dei prezzi, che
colpisce in particolare i cereali, alimento
base per la maggior parte della
popolazione. Gli studiosi di economia
parlano di una congiuntura economica
sfavorevole.
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Nascono i primi Stati nazionali moderni
Nel Cinquecento i paesi europei posti
sull’Atlantico, cioè la Francia, l’Inghilterra,
la Spagna e, in misura minore, il
Portogallo, stavano completando la loro
trasformazione in Stati nazionali moderni.
Erano governati da forti monarchie,
avevano vasti territori unificati dal re,
potevano contare su un’efficiente
burocrazia (l’insieme dei funzionari che
amministrano lo Stato) e su un esercito
permanente, che non si scioglieva
neanche in tempo di pace. I sudditi
contribuivano al mantenimento dei
funzionari e degli eserciti pagando le tasse.
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L’Impero di Carlo V si estende dalla Germania
all’America
Nel 1519, comprando con l’oro
prestatogli dai banchieri Fugger i voti
dei sette principi tedeschi cui spettava
l’elezione dell’imperatore (detti «grandi
elettori»), il giovane principe Carlo
d’Asburgo, già re di Spagna, ottenne
la corona imperiale e assunse il nome
di Carlo V.
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La pace di Cateau-Cambrèsis pone l’Italia sotto
il dominio spagnolo
Nonostante i successi italiani, il potere di
Carlo V si era assai indebolito. I Turchi
ottomani, in pieno slancio di conquista,
avevano invaso l’Ungheria, spingendosi
nel 1529 fino alle porte di Vienna, in
Austria. In Germania si erano ribellati
contro di lui i principi tedeschi protestanti,
passati dal cattolicesimo a una nuova fede
cristiana che negava l’autorità del papa (ne
parleremo nel prossimo capitolo).
Francesco I appoggiava sia i Turchi sia i
principi tedeschi ribelli. La guerra si trasferì
fuori d’Italia dove si protrasse ancora molti
anni.
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Imperi euro-asiatici del Cinquecento
Cartine 213
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Nei primi decenni del Cinquecento i territori
dell’Impero turco si estesero fino a
comprendere la Siria e il Medio-Oriente. Il
grande sultano Solimano il Magnifico
(1520-1566) conquistò Belgrado,
Budapest in Ungheria, Baghdad in
Mesopotamia e Tripoli nell’Africa
settentrionale. Il granducato di Mosca
aveva cominciato ad affermarsi sugli altri
Stati russi fin dal Trecento, quando quelle
terre erano ancora soggette ai Mongoli
dell’Orda d’Oro, successori di Gengis
Khan. Nel corso del Quattrocento un
granduca di Mosca, Ivan III detto il
Grande, si rese autonomo dai dominatori
mongoli e ampliò i propri possedimenti,
dando inizio all’unificazione del regno. Per
questo egli è considerato il fondatore dello
Stato russo.
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Capitolo 9 Il mondo si allarga: esplorazioni e scoperte