PROVINCIA DI GENOVA
Strumenti e agende strategiche della pianificazione provinciale
per gli ambiti territoriali di area vasta
L’APPROCCIO PARTECIPATIVO NELLA
PIANIFICAZIONE D’AREA VASTA
Franca Balletti
Genova, lunedì 6 aprile 2009
La centralità della partecipazione
nelle politiche urbane
• necessità di risolvere conflitti per i quali
la popolazione reclama di intervenire nel
processo decisionale
• plus valore che permette alla città e al
territorio di competere come sistema
territoriale con altre città e di qualificare il
suo spazio di vita
Le ragioni della partecipazione
Profonda crisi delle forme consolidate di
rappresentanza politica e degli strumenti
tradizionali di governo del territorio,
difficoltà a cogliere le dinamiche sociali, ad
esprimere la frammentazione delle morfologie
sociali e degli interessi in gioco, a costruire
scenari futuri credibili, eticamente fondati

importanza del passaggio da democrazia
rappresentativa a democrazia partecipativa.
Le ragioni della partecipazione
Crescente interesse per la “dimensione
partecipativa”
da
parte
di
molte
Amministrazioni pubbliche (e del sapere
tecnico)
esperienze più formali che strutturate e
partecipi, per adeguarsi a modalità richieste da
quadri normativi o programmatici “imposti”
che sostenute nella consapevolezza della reale
portata di questi processi.
Il quadro di riferimento
Passaggio da government a governance nelle politiche
europee (per la sostenibilità “integrata” dello sviluppo)
Il Libro bianco della governance (2001)
La Convenzione di Aarhus (1998): governance
ambientale  partecipazione da “buona pratica
volontaria” a passaggio vincolante dei processi
decisionali;
la Convenzione Europea del Paesaggio (2000):
governance del paesaggio  partecipazione
allargata all’aspetto culturale, alla percezione del
proprio “ambiente di vita” come riconoscimento
condiviso delle identità locali.
Il quadro di riferimento
in urbanistica l’“approccio territorialista” (Magnaghi,
Dematteis, ecc.) tende alla promozione di politiche e di
pratiche bottom up di sviluppo locale,
che consentono di:
 fondare gli scenari futuri sul riconoscimento delle identità
locali;
 decidere secondo
relazionalità;
un’ottica
di
transcalarità
 ripensare alla forma del “progetto urbano”;
 introiettare nel progetto la dimensione qualitativa.
e
di
Quale partecipazione?
 è interazione allargata a tutte le associazioni
civiche e ai singoli cittadini, finalizzata alla
condivisione di conoscenze, scelte, azioni;
 è lo strumento per promuovere forme di
democrazia diretta, tese a rafforzare il ruolo degli
abitanti nella trasformazione del territorio e per le
quali si può parlare di “riassorbimento del ruolo del
governo da parte dei cittadini” (Paba 2003);
 non è solo strumento di informazione,
comunicazione, sensibilizzazione
e neppure co-pianificazione, concertazione
negoziazione.
Le scale della partecipazione

a scala locale – più diffusa per la possibilità di un
contatto più immediato con gli abitanti e per la ricaduta più
diretta delle scelte delle Amministrazioni locali;

a scala territoriale - esperienze più limitate ma
importanza della partecipazione in ’“area vasta”, proprio in
rapporto alla relativa “distanza” dagli interessi immediati;
 contesto privilegiato la formazione del PTC
provinciale (con modalità standard di matrice
anglosassone (planning for real, action planning,… o la
ricerca di soluzioni “contestuali” (Prato, Rieti, Ascoli
Piceno, Venezia);
 tematiche strategiche: da quelle, note, ambientali a
quelle infrastrutturali, che hanno impatti e ricadute
immediate sulle proprietà.
Gli strumenti della partecipazione
Ogni livello di applicazione, ogni contesto, ogni
ambito di progetto, richiede la ricerca di modalità
di interazione specifiche.
Per l’area vasta si è evidenziata la necessità,
accanto alla costruzione di visioni, scenari o linee di
piano, di esplorare per aree strategiche:
• la dimensione problematica,
• il quadro dei valori e delle risorse,
• la progettualità interna
con l’obiettivo di definire ipotesi previsionali più ricche ed
articolate.
Attivazione dei processi d’area vasta top down, a
scala locale più efficacia in quelli bottom up.
Genova e Provincia: alcune esperienze
di scala locale
la fascia di rispetto di Prà,
Il quartiere S. Eusebio-Mermi-Motesignano,
l’area Boero a Molassana,
il Mercato di Corso Sardegna, …
e altre legati a “condizioni istituzionali”
i Contratti di quartiere,
la gestione dei fondi Urban,
il Piano regolatore sociale di Genova,…
SANT’EUSEBIO-MERMI-MONTESIGNANO
Liguria: alcune esperienze d’area vasta
 il progetto Interreg Poseidon della Provincia di
Genova e la Città dello Scrivia;
 il progetto DE.CI.DI;
 le Agende XXI, quella della Valbisagno, ad
esempio (promossa da Provincia e Comune di
Genova);
 il progetto integrato Città delle Bormide,
promosso dalla Provincia di Savona nell’ambito
del PTC.
Una pluralità di temi
che si inseriscono
in una strategia
complessiva ben
delineata dal
Piano d’azione di
Agenda XXI
osservazioni sull’ “agire partecipato”
si può riflettere:
 sul ruolo che i diversi attori assumono
all’interno della costruzione del percorso
partecipativo (nuove relazioni tra sapere tecnico e
sapere comune)
 sull’efficacia del metodo rispetto alla
legittimazione dei processi e degli attori
coinvolti (trasparenza, ascolto, consenso,fiducia
reciproca, …)
Il galateo della partecipazione
Alcune regole generali. La partecipazione deve essere
effettuata:
 dall’ inizio del percorso di costruzione del piano;
 con materiali e risorse adeguate, ma anche con il
riconoscimento del valore delle conoscenze;
 con tempi e regole certe comunicate in anticipo a tutti i
referenti potenziali;
 con la possibilità di decidere poste in gioco effettive;
 con la ricerca attiva di coloro che possono essere
interessati a partecipare;
 con forme partecipative che facilitino la crescita di
consapevolezza reciproca, anziché il rispetto dei
tempi.
Il contributo della partecipazione
emergono alcuni punti fermi riguardanti il contributo che le forme
condivise di decisione rispetto agli assetti futuri possono dare:
 formazione di capitale sociale legato alle risorse e ai
valori del territorio;
 la possibilità di affrontare alcuni “problemi maligni”;
 l’importanza del disporre di un quadro progettuale di
riferimento condiviso;
 la possibilità di ripensare alle forme stesse della
pianificazione.
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L`approccio partecipativo nella pianificazione d`area vasta