Comitato economico e sociale europeo L'ATTUAZIONE DELLA STRATEGIA DI LISBONA _____________ CONTRIBUTI PRESENTATI IN SEGUITO AL MANDATO DEL CONSIGLIO EUROPEO DEL 22 E 23 MARZO 2005 • • • Relazione di sintesi elaborata in collaborazione con i CES nazionali dell'Unione europea Contributi di due paesi candidati Relazione del gruppo di collegamento CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb IT INDICE SOMMARIO ......................................................................................................................................... 1 INTRODUZIONE................................................................................................................................. 3 IL PUNTO DI VISTA DEL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO.................... 4 I. Osservazioni introduttive ......................................................................................................... 4 II. Le relazioni elaborate dalle organizzazioni aderenti alla rete interattiva del Comitato economico e sociale europeo e dai consigli economici e sociali nazionali ............ 5 III. Le dodici conclusioni principali tratte dalle relazioni nazionali ........................................... 5 IV. Le prospettive e il raggio d'azione della società civile ........................................................... 8 a) Responsabilità dell'intera società, buon governo e partecipazione ....................................... 8 b) L'importanza delle questioni sociali e il ruolo specifico delle parti sociali ......................... 10 c) L'istituzione di reti e la comunicazione................................................................................. 11 d) Il futuro della rete interattiva ............................................................................................... 11 Contributi dei consigli economici e sociali nazionali dell'UE (in ordine protocollare)................. 13 • Belgio............................................................................................................................................. 14 • Repubblica ceca ............................................................................................................................. 20 • Danimarca...................................................................................................................................... 25 • Germania........................................................................................................................................ 31 • Estonia ........................................................................................................................................... 33 • Grecia............................................................................................................................................. 37 • Spagna ........................................................................................................................................... 40 • Francia ........................................................................................................................................... 48 • Irlanda ............................................................................................................................................ 53 • Italia ............................................................................................................................................... 56 • Cipro .............................................................................................................................................. 59 • Lettonia .......................................................................................................................................... 63 • Lituania .......................................................................................................................................... 64 • Lussemburgo.................................................................................................................................. 66 • Ungheria ........................................................................................................................................ 70 • Malta .............................................................................................................................................. 75 • Paesi Bassi ..................................................................................................................................... 79 • Austria ........................................................................................................................................... 83 • Polonia ........................................................................................................................................... 86 • Portogallo....................................................................................................................................... 91 • Slovenia ......................................................................................................................................... 95 • Slovacchia...................................................................................................................................... 99 • Finlandia ...................................................................................................................................... 103 • Svezia........................................................................................................................................... 108 • Regno Unito................................................................................................................................. 112 CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… I contributi di due paesi candidati................................................................................................... 113 • Bulgaria.................................................................................................................................... 114 • Romania................................................................................................................................... 119 Contributo del gruppo di collegamento tra il CESE e le organizzazioni e le reti europee della società civile ............................................................................................................... 123 Ringraziamenti.................................................................................................................................. 129 CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… -1- SOMMARIO Conformemente al mandato che gli è stato impartito dal Consiglio europeo del marzo 2005, con la presente relazione il Comitato economico e sociale europeo (CESE) presenta i risultati della consultazione da esso condotta con i suoi partner in ciascuno Stato membro e a livello europeo in merito all'attuazione della strategia di Lisbona e al ruolo spettante alle parti sociali e ad altre componenti della società civile organizzata. Partendo dall'analisi delle relazioni presentate dai suoi partner, il CESE formula le seguenti osservazioni: 1. 2. La strategia di Lisbona è indispensabile e costituisce un progetto europeo di società. I tre pilastri della strategia (quello sociale, quello economico e quello ambientale) rivestono pari importanza e sono indissociabili. 3. L'elaborazione di programmi nazionali di riforma da parte degli Stati membri è un'operazione giusta e necessaria. 4. Occorre ripartire chiaramente le mansioni e le responsabilità tra i diversi livelli e soggetti. 5. Occorre che la politica offra nuove possibilità di azione ai soggetti economici e sociali. 6. L'attuazione della strategia manca di concretezza, di chiarezza metodologica e di scadenze verificabili. 7. Il metodo aperto di coordinamento richiede uno stretto coinvolgimento della società civile. 8. La partecipazione della società civile organizzata nel complesso è una condizione fondamentale ma non sufficiente. 9. Non sempre la strategia è stata fatta conoscere ai cittadini o spiegata a sufficienza. 10. Non esiste discorso pubblico che presenti la strategia come un progetto europeo comune. 11. Il successo della strategia di Lisbona dipende dalla capacità di spiegare che si tratta di una situazione vantaggiosa per tutti. 12. Le organizzazioni della società civile dispongono delle competenze necessarie per lo sviluppo di partenariati. Il CESE propone quindi le seguenti strategie di azione comune, da realizzare insieme alla rete interattiva di iniziative della società civile: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. Richiamare alle proprie responsabilità i poteri pubblici europei, nazionali, regionali e locali. Insistere sul ruolo coordinativo delle istituzioni europee, in linea con il principio di sussidiarietà. Richiedere un'ampia partecipazione dei cittadini ai principali progetti politici e strategici. Esigere il coinvolgimento della società civile organizzata ai programmi nazionali di riforma. Mettere l'accento sulla qualità degli interventi, nel rispetto dei valori e degli obiettivi europei. Dimostrare l'importanza dei consigli economici e sociali come interlocutori statali. Promuovere le strutture della società civile, in particolare nei nuovi Stati membri. Sostenere la posizione secondo cui "le persone sono la principale risorsa dell'Europa". Incoraggiare gli investimenti nelle risorse umane e nella società europea. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… -210. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. Spiegare che questi investimenti rappresentano un importante fattore di produttività. Far capire che la partnership sociale e il dialogo sociale rivestono grande importanza. Ricordare le funzioni specifiche delle parti sociali e gli strumenti a loro disposizione. Dimostrare che le organizzazioni imprenditoriali e sindacali si assumono le proprie responsabilità nei confronti della società. Mettere la preziosa rete del CESE al servizio della strategia di Lisbona come valore aggiunto. Usare la rete del CESE per diffondere messaggi presso ampie fasce della popolazione. Dimostrare che tale rete contribuisce a convincere il cittadino della validità della strategia di Lisbona. Proporre una "giornata europea della società civile" volta a sensibilizzare i cittadini. In futuro, e su richiesta del Consiglio europeo, il CESE è disposto a continuare a promuovere le attività della rete interattiva nei seguenti campi: − − − − raccogliere e registrare le buone prassi che rivestono un'importanza specifica per l'attuazione della strategia di Lisbona, centralizzare e diffondere relazioni strutturate della società civile organizzata tese a monitorare l'attuazione della strategia di Lisbona ai vari livelli, incoraggiare la società civile a formulare proposte per un'applicazione efficace della strategia di Lisbona, con miglioramenti e integrazioni costruttive ai piani di riforma dei governi, partecipare all'istituzione e al rafforzamento di strutture della società civile nei paesi in cui non esistono ancora o in cui hanno competenze ancora troppo limitate. Tutte queste proposte sono esposte in dettaglio nel capitolo "Il punto di vista del Comitato economico e sociale europeo". * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… -3- INTRODUZIONE Il Consiglio europeo del 22 e 23 marzo 2005 ha esortato il Comitato economico e sociale europeo (CESE) a creare, insieme ai consigli economici e sociali degli Stati membri e altre organizzazioni partner, una rete interattiva di iniziative della società civile volta a promuovere l'attuazione della strategia di Lisbona. Lo ha inoltre invitato a presentare i risultati ottenuti in occasione del Consiglio europeo di primavera del 2006 (punto 9 delle conclusioni della presidenza). Il Comitato ha voluto rispondere a questo invito e, con la presente relazione, intende apportare un contributo concreto all'effettiva attuazione della strategia di Lisbona. A questo fine, si è rivolto ai propri partner tradizionali nei diversi Stati membri, i consigli economici e sociali (CES) nazionali. Insieme hanno deciso di presentare, sotto forma di brevi relazioni, le grandi linee, le esigenze e le priorità dei singoli programmi nazionali di riforma ed eventualmente di commentare i settori considerati particolarmente importanti. La seconda parte di ciascuna relazione è stata destinata a illustrare il ruolo svolto dalle parti sociali e dagli altri soggetti della società civile organizzata nell'attuazione della strategia di Lisbona e, possibilmente, a segnalare alcune buone prassi e priorità future. Per gli Stati membri privi di un consiglio economico e sociale nazionale o di un'istituzione simile, la stesura della relazione è stata affidata a un membro del CESE con una comprovata esperienza in materia. Un contributo specifico alla stesura di questa relazione è stato dato dal gruppo di collegamento con le organizzazioni e le reti europee della società civile, istituito nel 2004 dal CESE per approfondire il dialogo avviato con le organizzazioni europee della società civile non direttamente rappresentate al suo interno. La presente relazione è suddivisa in tre parti: • • • la prima presenta il punto di vista del CESE e le principali conclusioni di questa iniziativa collettiva, la seconda presenta le relazioni dei partner del CESE nei 25 Stati membri dell'Unione europea, alle quali si aggiungono i contributi dei CES bulgaro e rumeno, la terza, dal titolo "Il futuro della strategia di Lisbona" presenta la posizione del gruppo di collegamento con le organizzazioni e le reti europee della società civile. * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… -4- IL PUNTO DI VISTA DEL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO I. Osservazioni introduttive Nella riunione del marzo del 2000 a Lisbona, il Consiglio europeo ha fissato un nuovo obiettivo strategico per l'Unione per il decennio 2000-2010, al fine di rispondere alle sfide della globalizzazione e della nuova economia basata sulla conoscenza. Poiché i cambiamenti previsti da questa strategia riguardano tutti gli aspetti della vita dei cittadini, il Consiglio ha ritenuto che l'Unione dovesse affrontarli con un approccio conforme ai suoi valori e alla sua concezione della società europea. Per beneficiare delle opportunità offerte dal nuovo contesto mondiale, l'Europa non poteva fare a meno di un programma ambizioso che permettesse di realizzare le strutture necessarie alla diffusione della conoscenza, di consolidare l'innovazione e la riforma dell'economia e di modernizzare i sistemi di protezione sociale e di istruzione (cfr. il capitolo "La nuova sfida" nelle conclusioni della presidenza del Consiglio europeo di Lisbona). Oltre a realizzare le riforme strutturali destinate ad accrescere la competitività e l'innovazione, per raggiungere il nuovo obiettivo strategico occorre anche modernizzare il modello sociale europeo, in particolare investendo nelle risorse umane. Il testo delle conclusioni della presidenza recita (paragrafo 24): "Le persone sono la principale risorsa dell'Europa e su di esse dovrebbero essere imperniate le politiche dell'Unione. Investire nelle persone e sviluppare uno stato sociale attivo e dinamico sarà essenziale per la posizione dell'Europa nell'economia della conoscenza nonché per garantire che l'affermarsi di questa nuova economia non aggravi i problemi sociali esistenti, rappresentati dalla disoccupazione, dall'esclusione sociale e dalla povertà", bensì abbia come prospettiva l'adeguamento e il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini. Il metodo aperto di coordinamento, introdotto allo scopo di applicare la strategia di Lisbona, è previsto al paragrafo 38 delle stesse conclusioni: "Un'impostazione totalmente decentrata sarà applicata coerentemente con il principio di sussidiarietà, a cui l'Unione, gli Stati membri, i livelli regionali e locali, nonché le parti sociali e la società civile parteciperanno attivamente mediante diverse forme di partenariato. Un metodo di analisi comparativa delle migliori pratiche in materia di gestione del cambiamento sarà messo a punto dalla Commissione europea, di concerto con vari fornitori e utenti, segnatamente le parti sociali, le imprese e le ONG". Il paragrafo 41 precisa: "Il settore privato e i partenariati pubblico-privato saranno lo strumento privilegiato per conseguire il nuovo obiettivo strategico che dipenderà dall'attivazione delle risorse disponibili sul mercato nonché dagli sforzi degli Stati membri. In questo processo l'Unione svolge un ruolo di catalizzatore (…)". Dal testo fondante della strategia di Lisbona emerge dunque con chiarezza che questa consiste anzitutto in un progetto di sviluppo dell'intera società europea incentrato sull'individuo, sui suoi valori e sulle sue relazioni sociali, economiche, culturali e con l'ambiente. È quindi un approccio conforme CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… -5al principio di uno sviluppo sostenibile in tutti i settori chiave della società europea. La concezione democratica della società europea ha quindi come logica conseguenza che l'azione politica, dalla sfera europea globale fino al livello locale vicino ai cittadini, deve considerare l'individuo al tempo stesso il soggetto e l'oggetto della strategia, della sua formulazione e della sua attuazione concreta, e fare in modo di coinvolgerlo. Non vi è quindi alcun dubbio sulla necessità di coinvolgere ampiamente la società civile in tutte le fasi della strategia. II. Le relazioni elaborate dalle organizzazioni aderenti alla rete interattiva del Comitato economico e sociale europeo e dai consigli economici e sociali nazionali Le relazioni prodotte dai consigli economici e sociali nazionali sono eterogenee e affrontano solo alcuni degli aspetti relativi ai programmi nazionali di riforma e al ruolo dell'organizzazione interessata. Ciò non deve sorprendere, date le grandi disparità tra le situazioni specifiche di ciascun paese, le tradizioni nazionali, le esperienze particolari e, naturalmente, le priorità politiche di ciascuno Stato, tanto più che la nozione di "consiglio economico e sociale" rinvia a organi diversi per struttura, compiti, composizione e funzionamento. Viceversa, è da deplorare che alcune di queste relazioni non siano state redatte da un consiglio economico e sociale nazionale indipendente e autonomo, ma da un organismo semipubblico o da un presidente designato dalle autorità pubbliche. È quindi possibile che alcune di esse siano poco obiettive nei confronti della politica e dell'amministrazione pubblica e mostrino una certa indulgenza nel valutare i programmi nazionali di riforma. Comunque sia, dal momento che si tratta di una procedura nuova, è lecito attendersi che col tempo la qualità del contenuto delle relazioni possa rapidamente e notevolmente migliorare. Dal canto suo, il contributo del gruppo di collegamento con le organizzazioni e le reti europee della società civile, dal titolo "Il futuro della strategia di Lisbona", costituisce una sintesi delle diverse posizioni accuratamente formulate dai suoi membri. Esso riporta i punti di vista, le idee e le istanze di una serie di reti europee della società civile che, in ciascuno Stato membro, raccolgono le posizioni delle organizzazioni affiliate e di chi vi aderisce. I loro settori di attività vanno dalle questioni sociali alla protezione dei consumatori, dai diritti dell'uomo alla cultura e all'economia sociale, per citarne solo alcuni. L'uso dell'espressione "società civile organizzata" si basa sulla definizione fornita dal CESE e sancita dal Parlamento europeo e dalla Commissione europea nel Libro bianco sulla governance e in altri documenti fondamentali. III. Le dodici conclusioni principali tratte dalle relazioni nazionali 1) In tutti i contributi la strategia di Lisbona è considerata indispensabile. Tutte le parti interessate vi colgono un vero e proprio progetto complessivo per la società europea, a patto che i valori e gli obiettivi dell'Unione siano pienamente rispettati. La strategia di Lisbona va pertanto considerata come parte integrante del progetto europeo di integrazione e CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… -6presentata come tale. Ampio rilievo è dato alla pertinenza degli obiettivi fissati inizialmente (ai quali è stata poi aggiunta la dimensione ambientale) e, in generale, all'adeguamento delle modalità di attuazione. 2) I diversi contributi ricordano al tempo stesso che i tre pilastri della strategia (quello sociale, quello economico e quello ambientale) rivestono pari importanza e sono indissociabili. Il progetto perderebbe la sua ragione d'essere se venisse a mancare l'equilibrio tra questi aspetti così importanti dell'azione sociale e della quotidianità dei cittadini. Ciò non significa in alcun modo che la competitività e la crescita non siano considerati requisiti altrettanto indispensabili per il progresso e la modernizzazione, ma solo che non sono elementi fini a se stessi. Peraltro, le questioni concernenti la qualità, la quantità e la ripartizione dei benefici della crescita sono ancora al centro di un acceso dibattito. 3) Le parti interessate reputano positiva l'elaborazione di programmi nazionali di riforma da parte degli Stati membri dell'Unione, giacché si tratta di una prassi tanto opportuna quanto necessaria. Ciò permette infatti di tenere conto dei diversi livelli di sviluppo, delle tradizioni e delle esperienze nazionali nonché delle priorità di ogni paese. Tali realtà nazionali possono così essere trasferite a livello europeo, rispettandone la specificità, e integrate nella strategia globale. Le relazioni e i contributi evidenziano tuttavia che al livello territoriale la percezione e la considerazione dell'importanza della strategia è ancora scarsa, se non addirittura nulla. 4) La ripartizione dei compiti e delle responsabilità tra i diversi livelli e soggetti interessati deve essere più chiara. L'accordo raggiunto dal Consiglio di Lisbona nel 2000, che pure aveva esplicitamente posto l'accento su questo punto, finora non si è tradotto in misure d'attuazione sufficienti. Per quanto concerne in particolare l'approccio decentrato, il ruolo del settore privato, l'importanza della società civile e la funzione catalizzatrice dell'Unione in tale processo, la ripartizione delle responsabilità e degli ambiti d'azione appare incompleta e poco chiara. 5) La politica e lo Stato devono fissare nuovi orientamenti ai diversi livelli e offrire nuovi margini di manovra e d'azione ai soggetti economici e sociali. Il principio "Pensare globalmente, agire localmente" (slogan di Rio) deve essere applicato anche al processo di Lisbona. Ciò presuppone uno stretto coordinamento di tutti i principali ambiti d'azione, a livello sia politico sia di amministrazione pubblica, per orientare le strategie d'azione nei diversi settori e ai diversi livelli verso gli obiettivi fondamentali ed evitare quindi contraddizioni tra i programmi e tra le azioni. Il principio di "azione concertata", destinato ad ovviare alla situazione controproducente in cui ciascuno pensa e agisce per conto proprio, deve assurgere a regola generale. Sarà così notevolmente facilitata la presentazione della strategia ai cittadini e anche alle organizzazioni e agli enti chiamati a partecipare alla sua attuazione. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… -76) L'attuazione della strategia di Lisbona è oggetto di aspre critiche. Concetti astratti quali i progetti teorici e gli indicatori occupano ancora un posto troppo ampio nel dibattito, mentre la volontà politica di attuare la strategia in maniera ambiziosa per mezzo di obiettivi concreti, singole misure vincolanti, metodi chiari e scadenze verificabili, appare ancora per molti versi estremamente limitata. Particolarmente importante appare l'uso di procedure specifiche di controllo e di valutazione. 7) L'applicazione del metodo aperto di coordinamento come strumento essenziale è giudicata molto positivamente. I contributi richiamano tuttavia l'attenzione su due condizioni da rispettare, ossia il pieno coinvolgimento della società civile e la partecipazione sistematica dei parlamenti. 8) La partecipazione dei consigli economici e sociali nazionali e dell'insieme della società civile organizzata non è sufficiente. Quando, come prevede esplicitamente la strategia, non sono in gioco solo strutture e procedure ma si incentra una determinata azione sull'individuo (come dovrebbe sempre avvenire), le organizzazioni create e dirette dai cittadini stessi diventano estremamente importanti. Esse costituiscono infatti un amplificatore privilegiato delle loro esigenze, problematiche, aspettative e proposte. Inoltre, esse possono trasmettere ai cittadini le informazioni di cui necessitano, favorire e alimentare il dibattito pubblico e svolgere un ruolo decisivo per determinare la loro approvazione o il loro rifiuto dei progetti e delle misure proposte al livello politico e amministrativo. 9) Per quanto il Consiglio europeo di Lisbona avesse affermato che i cambiamenti da attuare e le sfide da raccogliere "interessano ogni aspetto della vita delle persone", non si è ancora provveduto a far conoscere né tantomeno a spiegare la strategia di Lisbona ai cittadini, i quali di conseguenza non si sentono ancora direttamente coinvolti. La strategia di Lisbona è lungi dal far parte del loro progetto di vita ed essi non la considerano una realtà, né tanto meno una necessità per i propri figli e nipoti. 10) A tutt'oggi non vi è alcun discorso pubblico comprensibile e chiaro che presenti la strategia di Lisbona come parte integrante di un progetto comune europeo destinato a plasmare il futuro della collettività, coinvolgendo ogni componente della società. Non vi è stata finora alcuna sensibilizzazione dei cittadini su tale aspetto, e anche coloro che ne sono a conoscenza la percepiscono come un concetto elitario, tecnocratico e lontano dalle loro preoccupazioni. Ciò produce conseguenze negative, in quanto la modernizzazione non appare più come riforma positiva in grado di modellare il futuro, ma piuttosto come minaccia per le conquiste acquisite, se non addirittura come un tentativo di rimetterle in questione. 11) Il buon esito dell'attuazione della strategia di Lisbona dipende dalla capacità di spiegare che si tratta di una situazione vantaggiosa per tutte le parti in causa, di cui possono beneficiare sia i singoli sia la società nel complesso. Il ruolo della società civile organizzata completa quello dello Stato in materia di diffusione delle informazioni e di partecipazione alla gestione del cambiamento. Lo Stato non solo è tenuto a trarre il massimo profitto dalle CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… -8opportunità, dalle strutture e dai processi esistenti, ma ha anche il dovere di fare in modo che siano valorizzati il potenziale e la creatività di tutti i componenti della società. 12) Le organizzazioni europee della società civile dispongono delle competenze e delle capacità necessarie per potersi assumere pienamente i propri obblighi nel quadro di tale partenariato. Esse sono in grado di sensibilizzare l'opinione pubblica diffondendo informazioni sia presso i cittadini sia presso le autorità pubbliche, hanno l'esperienza necessaria e assicurano il coinvolgimento delle parti interessate, favorendo così l'accettazione delle azioni intraprese. Inoltre stimolano la motivazione e favoriscono la responsabilizzazione, costituiscono utili laboratori dell'innovazione sociale, promuovono il dialogo civile e la volontà di compromesso tra i gruppi e gli interessi divergenti in seno alla società. Interlocutrici indispensabili per i partenariati pubblico-privato, hanno una buona conoscenza della cooperazione europea e collegano tra loro le reti istituite al di fuori delle amministrazioni pubbliche. IV. Le prospettive e il raggio d'azione della società civile Non ci si può limitare a constatare che la sensibilizzazione dei cittadini è solo agli inizi. Per di più, il mero riconoscimento delle realtà, delle esperienze, delle esigenze e delle priorità di ogni Stato membro non basta di per sé a garantire la riuscita della strategia. Quest'ultima rappresenta infatti un progetto europeo di società, ossia la riforma e l'approfondimento del modello sociale europeo. La società civile organizzata ha allo stesso tempo la capacità e l'intenzione di apportare un contributo fondamentale alla formulazione e all'applicazione di un approccio comune. La rete interattiva delle iniziative della società civile può svolgere un ruolo decisivo di orientamento e di concretizzazione. Questa rete, istituita e coordinata dal Comitato economico e sociale europeo, riunisce i consigli economici e sociali degli Stati membri e altre organizzazioni partner allo scopo di promuovere l'attuazione della strategia di Lisbona. Le iniziative, le misure di mobilitazione e le azioni della società civile sono tutti elementi che accrescono il valore aggiunto di cui l'Europa potrà beneficiare in futuro. Da quanto precede, si propongono le strategie di azione comune illustrate di seguito. Tali strategie sono finalizzate a rendere più concreta la strategia di Lisbona nell'ambito della società europea e di accelerarne l'attuazione. a) Responsabilità dell'intera società, buon governo e partecipazione L'attuazione della strategia di Lisbona è un progetto europeo per il futuro che interessa tutte le componenti della società europea: autorità pubbliche, soggetti economici e organizzazioni della società civile. Lo stesso vale, in tema di responsabilità comune, per la necessaria complementarità tra i diversi livelli, in particolare tra l'Unione europea e gli Stati membri. Ciò, tuttavia, non elimina le differenze tra le loro competenze e i loro gradi di responsabilità: nessuna sfera di governo può quindi sostituirsi a un'altra. La strategia, inoltre, deve essere vista e attuata in funzione del principio di CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… -9sviluppo sostenibile, cosa che vale indifferentemente per i suoi tre pilastri: quello sociale, quello economico e quello ambientale. 1. La società civile organizzata deve preoccuparsi costantemente di richiamare le autorità europee, nazionali, regionali e locali alle loro responsabilità, in particolare per quanto concerne gli obiettivi, il coordinamento, l'incoraggiamento, la trasparenza, il dialogo e la creazione di un contesto favorevole, in modo tale che, nel quadro della strategia di Lisbona, i soggetti economici e sociali possano sfruttare appieno il proprio potenziale di intervento e la propria creatività. 2. La società civile sottolinea in particolare che il coordinamento compete innanzitutto alle istituzioni europee, specie in materia di politica economica e monetaria, e insiste sul ruolo preponderante svolto dai livelli regionale e locale nell'applicazione del principio di sussidiarietà e del motto "Pensare globalmente, agire localmente". 3. La società civile organizzata ricorda che una democrazia moderna è caratterizzata soprattutto da una grande accessibilità dell'informazione e dalla più ampia partecipazione possibile dei cittadini ai principali progetti politici e strategici. Ciò vale in modo particolare per la strategia di Lisbona. Le organizzazioni della società civile vanno coinvolte nella sua formulazione dettagliata, nella sua effettiva attuazione e nella scelta degli strumenti per conseguirla, nel controllo della sua applicazione e infine nella valutazione dei risultati nonché, se necessario, nel riorientamento delle sue priorità. 4. La società civile organizzata ambisce ed è pronta a essere coinvolta nella concezione, nella formulazione e nell'attuazione dei programmi nazionali di riforma. Grazie alla sua conoscenza approfondita dei grandi temi che interessano la vita dei cittadini, essa può mettere in luce ed eventualmente evitare le ripercussioni indesiderate di questi programmi. 5. Con riferimento alle questioni economiche, occupazionali, dell'istruzione e formazione professionale, della ricerca e sviluppo tecnologico, nonché a quelle ambientali e sociali, la società civile organizzata pone l'accento sulla qualità dei progressi e degli investimenti nel rispetto dei valori e degli obiettivi comuni nei quali si riconosce la società europea, e denuncerà qualsiasi evoluzione che se ne discosti e che possa danneggiare i singoli o la società. 6. I comitati economici e sociali autonomi e pienamente riconosciuti dallo Stato, autori di pareri indipendenti e costituiti da rappresentanti delle parti sociali e da altre organizzazioni di rilievo della società civile, costituiscono sul lungo periodo una forma associativa della società civile adeguata ed efficace. Appare pertanto opportuno istituire tali comitati o consigli in tutti gli Stati membri. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 10 7. Il Comitato economico e sociale europeo e i suoi partner della rete interattiva sono pronti a fornire consulenza e assistenza in questo campo, mettendo la propria competenza ed esperienza in materia al servizio di tale obiettivo. b) L'importanza delle questioni sociali e il ruolo specifico delle parti sociali 8. Il Comitato economico e sociale europeo e i suoi partner della rete interattiva sostengono senza riserve la posizione adottata nel 2000 a Lisbona dal Consiglio europeo: "Le persone sono la principale risorsa dell'Europa e su di esse dovrebbero essere imperniate le politiche dell'Unione. Investire nelle persone e sviluppare uno stato sociale attivo e dinamico sarà essenziale per la posizione dell'Europa nell'economia della conoscenza nonché per garantire che l'affermarsi di questa nuova economia non aggravi i problemi sociali esistenti, rappresentati dalla disoccupazione, dall'esclusione sociale e dalla povertà", bensì abbia come prospettiva l'adeguamento e il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini. Essi intendono pertanto vigilare affinché questo principio continui a determinare l'orientamento della società, non solo a livello europeo ma anche a livello nazionale, regionale e locale. 9. Il Comitato economico e sociale europeo e i suoi partner ritengono che una delle principali forme di investimento nelle risorse umane e nella società europea nel suo complesso consista nella promozione della scienza, della ricerca e dello sviluppo tecnologico. Il Comitato ha sviluppato questo punto in un parere esplorativo del dicembre 2005 intitolato "Verso la società europea della conoscenza - Il contributo della società civile organizzata alla strategia di Lisbona". 10. Il Comitato economico e sociale europeo e i suoi partner promuoveranno la strategia di Lisbona spiegando ai propri membri e all'opinione pubblica che gli investimenti previsti costituiscono tra l'altro un importante fattore di produttività, e di conseguenza un vantaggio innegabile in termini di competitività. 11. Tra gli elementi costitutivi del modello sociale europeo che rivestono maggiore importanza vi sono il partenariato sociale e il dialogo sociale autonomo. Il Comitato economico e sociale europeo e i suoi partner della rete interattiva ritengono che la promozione di questi elementi rientri tra i loro compiti principali. 12. Inoltre il Comitato economico e sociale europeo e i suoi partner considerano loro compito ricordare costantemente le funzioni specifiche che esercitano le parti sociali e gli appositi strumenti d'azione di cui dispongono. Nell'ambito dell'applicazione della strategia di Lisbona a livello nazionale e, in misura ancora maggiore, locale e aziendale, le parti sociali rivestono un ruolo di spicco di cui gli ambienti politici come l'opinione pubblica devono acquisire piena consapevolezza. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 11 13. Le organizzazioni imprenditoriali e sindacali, in quanto componenti essenziali della società civile organizzata, non si sottrarranno alla responsabilità che hanno nei confronti della società nel suo complesso. Viceversa, esse sosterranno le prospettive offerte dalla strategia e le metteranno a profitto per elaborare strategie innovative. Le parti sociali dovrebbero procedere a un inventario e a una valutazione delle buone prassi in materia, ad esempio i patti sociali, in modo da valorizzarle e diffonderle ampiamente. Lo stesso vale per le esperienze di cooperazione attuate con partner del settore pubblico, quali per esempio le azioni concertate, i modelli di "flessicurezza" o i patti per l'occupazione. c) L'istituzione di reti e la comunicazione 14. Il costante intensificarsi della cooperazione con i consigli economici e sociali degli Stati membri dell'Unione e l'istituzione del gruppo di collegamento con le organizzazioni e le reti della società civile hanno fatto sì che il Comitato economico e sociale europeo disponga ormai di una rete unica nel suo genere per le attività di comunicazione, di scambio di esperienze e di cooperazione finalizzate all'attuazione della strategia di Lisbona. 15. Tramite tale rete e i propri membri, i quali rappresentano un'ampia gamma di organizzazioni nazionali della società civile, il Comitato economico e sociale europeo può far arrivare i propri messaggi ad ampie fasce della popolazione europea. Esso è quindi in grado di accrescere la sensibilizzazione sul futuro dell'Europa, di rendere la strategia di Lisbona più accessibile e di raccogliere le reazioni dei cittadini per farsene portavoce. 16. Per sua natura e composizione, tale rete è particolarmente idonea a rivolgersi ai cittadini e a tenere conto delle loro preoccupazioni quotidiane e dei loro ambiti di interesse specifici quali il lavoro, le questioni sociali, la protezione dei consumatori ecc. In futuro le potenzialità di tale interazione vanno messe maggiormente al servizio dell'informazione, della comprensione e della partecipazione. Solo privilegiando le azioni concrete a scapito delle idee astratte sarà possibile interessare i cittadini e persuaderli della fondatezza della strategia di Lisbona. 17. Il Comitato economico e sociale europeo e i suoi partner propongono di istituire una "giornata europea della società civile" attraverso una concertazione su scala europea. Tale giornata non solo perseguirebbe l'obiettivo di promuovere l'importanza della società civile organizzata nell'ambito di una democrazia europea moderna e partecipativa, ma permetterebbe anche di sensibilizzare maggiormente la società e i mezzi di comunicazione sulle strategie per il futuro dell'Europa. d) Il futuro della rete interattiva In funzione di come reagirà il Consiglio europeo di primavera del 2006, il Comitato economico e sociale europeo sarà pronto a continuare a promuovere e diffondere le attività della rete interattiva. In particolare, intende impegnarsi insieme ai propri partner nei seguenti ambiti: CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 12 - − raccogliere e registrare le buone prassi particolarmente rilevanti per l'attuazione della strategia di Lisbona: per esempio, modalità efficaci di associazione e partecipazione, partenariati sociali innovativi ecc, − centralizzare e diffondere le relazioni strutturate della società civile organizzata nel quadro del controllo sull'attuazione della strategia di Lisbona ai diversi livelli, − favorire l'elaborazione da parte della società civile di proposte per un'attuazione efficace della strategia di Lisbona che rivestano particolare interesse e siano in grado di accompagnare, migliorare e completare in modo costruttivo i piani di riforma dei governi, − partecipare all'istituzione e al potenziamento delle strutture della società civile, in particolare dei consigli economici e sociali nei paesi che ne sono ancora sprovvisti o in cui le loro competenze siano ancora limitate. * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 13 - CONTRIBUTI DEI CONSIGLI ECONOMICI E SOCIALI NAZIONALI DELL'UE (in ordine protocollare) CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 14 - BELGIO 1. Lo stato di attuazione della strategia di Lisbona sul piano nazionale Il Belgio sottoscrive appieno la strategia di Lisbona. Infatti, esso persegue la creazione di posti di lavoro più numerosi e di migliore qualità, una coesione sociale più profonda e un ambiente più sano attraverso la creazione di condizioni favorevoli a una crescita economica sostenibile in un contesto macroeconomico stabile. Tale politica è seguita scrupolosamente sia a livello federale sia a livello delle regioni e delle comunità. Il Belgio è infatti uno Stato federale in cui l'economia e la politica in materia di mercato del lavoro sono competenze in parte federali e in parte regionali. Il Belgio è fiero del benessere e della protezione sociale che garantisce a tutti i suoi cittadini. Per consentire il finanziamento a lungo termine di tale modello, esso persegue in maniera sistematica sei obiettivi: • • • • • • la parità di bilancio, mediante una riduzione progressiva a lungo termine del debito, lo sviluppo dell'occupazione, rendendo la manodopera meno costosa ed eliminando le "trappole" che portano alla disoccupazione, la riforma del mercato del lavoro e gli investimenti nella formazione, gli investimenti destinati a stimolare l'economia, il rafforzamento della sicurezza sociale e la lotta su più fronti contro la povertà, il potenziamento delle sinergie tra protezione dell'ambiente e crescita economica. Le priorità centrali della politica belga in materia coincidono con tale strategia generale e rispondono alle raccomandazioni per paese ricevute dal Belgio, in particolare per quanto concerne la sostenibilità delle finanze pubbliche, l'incremento del tasso di attività, le azioni sul piano della disoccupazione strutturale a lungo termine e della mobilità interregionale dei lavoratori e l'aumento della concorrenza nel terziario. Tali priorità, il cui obiettivo consiste nel mantenere ed eventualmente migliorare il benessere e la protezione sociale, costituiscono il filo conduttore di tutte le azioni incluse nelle tre sezioni del piano nazionale di riforma, riguardanti rispettivamente la politica macroeconomica, la politica microeconomica e l'aumento dei posti di lavoro per i giovani e gli anziani. Durante la fase di stesura, gli enti incaricati di redigere il piano nazionale di riforma belga e gli uffici del primo ministro hanno tenuto contatti regolari con le parti sociali in seno agli organi consultivi CCE e CNT. In tale contesto, detti organi hanno inoltre pubblicato un parere sul piano nazionale di riforma il 31 agosto 2005. Nel loro parere, il CCE e il CNT sottolineano che la strategia non deve focalizzarsi unicamente sulla crescita e sull'occupazione a scapito degli altri obiettivi, specie in ambito sociale e ambientale. È inoltre opportuno che ne sia garantito il carattere trasversale. Oltre che ai settori affrontati negli orientamenti integrati, il piano nazionale di riforma belga deve essere aperto ad altri aspetti della strategia di Lisbona e cercare di mantenere un equilibrio tra i diversi elementi che la compongono: CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 15 crescita economica, occupazione, coesione sociale e sostenibilità ambientale. È indispensabile mantenere un equilibrio tra i diversi obiettivi della strategia e, nel contempo, dar prova di sufficiente realismo stabilendo le priorità per ciascun settore. Occorre di conseguenza che il coordinamento macroeconomico a livello europeo e la ripartizione delle politiche macroeconomiche (politica di bilancio, politica monetaria, politica dei redditi) si facciano carico in modo ottimale ed equilibrato delle spese derivanti dai cambiamenti indotti dalla strategia di Lisbona. Occorre portare avanti le riforme strutturali sforzandosi costantemente di seguire una strategia equilibrata che consenta di conseguire sinergie tra i diversi elementi costitutivi. 2. Il ruolo dei soggetti economici e sociali nell'attuazione della strategia di Lisbona 2.1 Le azioni intraprese nell'ambito del Consiglio centrale dell'economia (CCE) La legge belga relativa alla promozione dell'occupazione e alla salvaguardia della competitività consta di due sezioni che rispondono a un unico obiettivo: la crescita dell'occupazione. La prima sezione è destinata ad adeguare l'evoluzione delle retribuzioni a livello macroeconomico a quella prevalente presso i principali partner commerciali, mentre la seconda concerne gli aspetti strutturali della competitività e dell'occupazione. La legge prevede infatti una valutazione (relazione tecnica), eventualmente seguita da raccomandazioni, sul funzionamento del mercato del lavoro, i processi di innovazione, gli strumenti di finanziamento dell'economia, i fattori determinanti della produttività, le strutture di formazione e istruzione e i cambiamenti nell'organizzazione e nello sviluppo delle imprese. Gli interlocutori sociali hanno pertanto voluto che la struttura della relazione tecnica sui margini massimi disponibili per l'evoluzione dei costi salariali, su cui essi hanno facoltà di decisione, fosse conforme ai diversi assi della politica economica europea. Tale struttura permette inoltre di valutare il contributo del Belgio all'attuazione della strategia europea. La relazione tecnica costituisce uno dei principali punti di riferimento del processo di negoziazione interprofessionale. A tale proposito, il CCE e il CNT ricordano che la formazione delle retribuzioni a cui si fa riferimento negli orientamenti integrati rientra nelle competenze nazionali. Il Trattato riconosce inoltre l'autonomia delle parti sociali che in diversi paesi, tra cui il Belgio, sono responsabili delle trattative salariali. Sempre nell'ambito della relazione tecnica, il CCE conduce ricerche approfondite in materia di R&S e innovazione e, più in generale, di competitività strutturale in relazione al Belgio, con il supporto di un centro universitario (Vlerick Leuven Gent Management School) e di diversi enti (il Servizio pubblico federale per la programmazione della politica scientifica e l'Ufficio federale di pianificazione). L'obiettivo è elaborare una diagnosi comune e formulare raccomandazioni operative sul sistema nazionale di innovazione. Il CCE è stato inoltre consultato dal ministro federale per la Politica scientifica per un parere sull'obiettivo stabilito a Barcellona in materia di R&S (3% del PIL entro il 2010) nel quadro della strategia di Lisbona. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 16 Nel 2002, sempre nell'ambito di tale strategia, il CCE ha richiesto una perizia all'Ufficio federale di pianificazione in merito a tematiche socioeconomiche relative, in particolare, alle imprese di rete. Tale collaborazione ha condotto nel giugno 2005 all'organizzazione di un convegno internazionale sulla strategia di Lisbona quale motore della riforma del mercato nelle industrie di rete, che ha visto la partecipazione del Comitato economico e sociale europeo. L'obiettivo del convegno consisteva nel fare il punto della situazione sull'impatto economico e sociale di tali riforme sulle industrie di rete e in generale sull'economia europea e belga. Un altro elemento importante del monitoraggio della strategia di Lisbona è rappresentato dall'istituzione di un nucleo di monitoraggio dell'attualità europea in seno al CCE. In collaborazione con un centro universitario, tale cellula permette agli interlocutori sociali di selezionare le questioni potenzialmente utili alle loro riflessioni e di tenersi aggiornati sui principali sviluppi di tale strategia. Il nucleo sta sviluppando una rete di cooperazione con diversi rappresentanti belgi nell'ambito delle istituzioni europee, nell'ambito sia di organi politici decisionali sia di organismi consultivi. Il risultato è l'organizzazione di audizioni regolari, al livello di CCE, con la Rappresentanza del Belgio presso l'Unione europea e con i rappresentanti belgi presso il comitato di politica economica e il comitato economico e finanziario. Inoltre, attraverso una serie di pareri, gli interlocutori sociali (CCE e CNT) hanno avuto l'opportunità di portare all'attenzione dei decisori alcuni orientamenti fondamentali sul loro modo di concepire la relazione tra le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile. In materia di ambiente, i temi trattati riguardano le norme relative ai prodotti, l'uso agricolo dei biocidi in Belgio, il progetto preliminare del piano direttivo federale (2003-2005) concernente la politica dei prodotti e l'ambiente, le conseguenze economiche del protocollo di Kyoto per il Belgio e la problematica dei negoziati sul clima per il periodo successivo al 2012. Per quanto concerne la povertà e l'esclusione sociale, il CCE e il CNT si sono espressi in merito alla seconda relazione biennale "En dialogue" ("Dialogando"), redatta dall'Ufficio per la lotta contro la povertà, la precarietà e l'esclusione sociale. Nel settore della mobilità, si sono esaminate in particolare le modalità di raccolta delle informazioni destinate alla banca dati sugli spostamenti tra abitazione e luogo di lavoro e la partecipazione finanziaria dei datori di lavoro all'acquisto di abbonamenti ferroviari annuali. In tema di sviluppo sostenibile propriamente detto, il CCE e il CNT hanno espresso un parere sulla valutazione della politica di sviluppo sostenibile in Belgio, sulla revisione della strategia europea di sviluppo sostenibile, sulle sezioni del progetto preliminare del piano federale di sviluppo sostenibile 2004-2008 concernenti la mobilità, la povertà e l'invecchiamento e sul piano di attuazione del vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 17 In materia di efficienza energetica, il CCE si è espresso sulla proposta di direttiva europea relativa all'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici e sta attualmente lavorando sull'efficienza energetica nel settore abitativo in Belgio. Infine, in un parere del 4 luglio 2005, la commissione per la concorrenza del CCE si è espressa favorevolmente sui progetti di legge volti a modificare la legge per la tutela della concorrenza, che saranno adottati in seguito all'aggiornamento delle regole in materia a livello europeo. In particolare sono state formulate osservazioni sulle prerogative e sui rapporti tra autorità della concorrenza e autorità settoriali di regolazione. 2.2 Le azioni intraprese nell'ambito del Consiglio nazionale del lavoro (CNT) 2.2.1 Il monitoraggio delle questioni europee La strategia di Lisbona forma oggetto di un monitoraggio continua da parte del CNT. Due gruppi di lavoro, istituiti nell'ambito della commissione Europa, seguono infatti i lavori del comitato per l'occupazione, del comitato per la protezione sociale, del consiglio Occupazione e affari sociali e dei vertici europei. Tale monitoraggio è attuato tramite contatti regolari con i rappresentanti belgi nei suddetti comitati, con i rappresentanti degli uffici ministeriali e degli enti interessati e con i rappresentanti belgi presso il Coreper. Tali gruppi di lavoro costituiscono un quadro flessibile per scambi informali tra le organizzazioni e i rappresentanti dell'amministrazione e degli uffici ministeriali, in particolare quando lo richiede l'urgenza delle scadenze del calendario europeo. In tale contesto il CNT, in collaborazione con i ministri competenti, ha indetto nel 2005 due seminari sulla valutazione del metodo aperto di coordinamento (MAC), rispettivamente in materia di pensioni e di inclusione sociale. Tali seminari hanno permesso al Consiglio nazionale del lavoro di illustrare al governo sin dal 16 giugno 2005 la propria posizione sulla valutazione del MAC in ambito sociale. Il relativo parere è stato formulato su iniziativa del CNT grazie ai contatti avviati con l'amministrazione. Il CNT ha inoltre formulato, insieme al Consiglio centrale per l'economia, il parere n. 1.527 del 31 agosto 2005 sul programma nazionale di riforma, in via preliminare all'adozione di quest'ultimo. 2.2.2 L'attuazione delle politiche in Belgio Per quanto concerne i risultati concreti conseguiti dal CNT, occorre rilevare in particolare che: − Il CNT ha recentemente formulato due pareri sulle disposizioni legislative e regolamentari destinate ad attuare il nuovo contratto di solidarietà tra le generazioni. Tale contratto, di cui numerose disposizioni riguardano la strategia di Lisbona, è stato elaborato dal governo in stretta collaborazione con le parti sociali. Nel quadro del contratto di solidarietà, le parti sociali a diversi livelli verranno consultate in merito a progetti su tematiche importanti come l'occupazione CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 18 giovanile, l'invecchiamento attivo, la formazione continua nelle imprese, i costi salariali, la riduzione dei contributi sociali, le ristrutturazioni aziendali, la flessibilità (lavoro su turni) o ancora la riforma dei sistemi pensionistici e di prepensionamento. Il CNT e le parti sociali in generale svolgeranno in certi casi un ruolo centrale nell'attuazione di tali misure. − Le parti sociali sono al centro della nuova politica in materia di gestione delle ristrutturazioni. Ad esempio, i negoziati tra governo e parti sociali per l'elaborazione di un accordo interprofessionale 2005-2006 prevedevano l'estensione progressiva del campo d'azione del fondo per la chiusura delle imprese. L'estensione alle imprese con un numero di dipendenti compreso tra 10 e 19 ha comportato una modifica della legislazione e dovrà realizzarsi senza aumentare l'onere finanziario per le imprese. Tale estensione è entrata in vigore il 1° luglio 2005, le parti sociali sono state consultate sulla questione e la legge è stata pubblicata. Le parti sociali, nel quadro del contratto di solidarietà, sono invitate a presentare una proposta in merito alla nuova definizione di imprese in ristrutturazione entro fine marzo 2006. Esse sono inoltre strettamente coinvolte nel lavoro delle cellule di accompagnamento incaricate di reinquadrare i lavoratori licenziati in seguito a ristrutturazioni. − Procede la politica delle parti sociali per integrare i gruppi a rischio nel mercato del lavoro e accompagnare e seguire attivamente i disoccupati. Al suo finanziamento concorre il versamento dei contributi previdenziali assistenziali da parte del datore di lavoro. Le parti sociali si sono inoltre interessate per l'aumento degli stipendi netti più bassi. − Il CNT ha stipulato il contratto collettivo di lavoro n. 84 del 6 ottobre 2004 concernente la partecipazione dei lavoratori nell'ambito della società europea. − Per quanto riguarda l'organizzazione del lavoro, i negoziati tra le parti sociali sono serviti da base per rendere più flessibile il regime del lavoro straordinario. La riforma porta da 65 a 130 il totale di ore di straordinario consentite, in modo da garantire una maggiore flessibilità. − L'accordo quadro europeo sul telelavoro è stato recepito dal contratto collettivo di lavoro n. 85 del 9 novembre 2005 in materia di telelavoro. La facoltà di concludere contratti collettivi di lavoro permette infatti al CNT di recepire direttamente le direttive europee o gli accordi quadro europei conclusi autonomamente dalle parti sociali europee. − In materia di qualità del lavoro, il CNT ha pubblicato un opuscolo sulla prevenzione dello stress. − Per quanto concerne la necessità di conciliare vita professionale e vita familiare, il CNT ha eseguito una valutazione del sistema di credito del tempo. − In materia di formazione continua dei lavoratori, sono stati confermati gli impegni presi dalle parti sociali nel corso della conferenza nazionale per l'occupazione nell'ottobre del 2003. Tali impegni sono intesi a: CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 19 - • • • destinare l'1,9% della massa salariale delle imprese alla formazione (conferma degli impegni assunti negli ultimi accordi interprofessionali), includere ogni anno 60.000 lavoratori in più in attività di formazione per conseguire l'obiettivo europeo in base al quale, entro il 2010, un lavoratore su due dovrà aver seguito o ricevuto un corso di formazione per un anno, dedicare particolare attenzione ad alcune fasce specifiche: a tal fine, le parti sociali hanno chiesto ai settori e alle imprese che lo 0,10% riservato ai gruppi a rischio venga destinato in particolare ai lavoratori anziani, ai lavoratori poco qualificati, ai disabili o agli stranieri. Questo ulteriore impegno dovrebbe inoltre indirizzare i lavoratori verso professioni sensibili e mettere in atto una stretta collaborazione tra i settori e i servizi di collocamento. Nel 2004 si prevedeva di impartire una formazione adeguata a 10.000 persone. Il CNT e il CCE hanno di recente ultimato un nuovo strumento di misurazione che consentirà di valutare il conseguimento degli obiettivi in materia di formazione. − In materia di semplificazione delle procedure amministrative il CNT, e più in generale le parti sociali a livello di comitati di gestione degli enti di previdenza sociale, sono direttamente coinvolti nell'introduzione dei diversi tipi di dichiarazione elettronica (DMFA, DIMONA, DRS). Analogamente, il CNT ha di recente formulato un parere con proposte concrete volte a semplificare il bilancio sociale. − Infine, le parti sociali sono state consultate sui regimi di fine carriera e il CNT ha presentato la relazione (n. 66) sul finanziamento della sicurezza sociale. * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 20 - REPUBBLICA CECA In seguito alla valutazione intermedia dell'attuazione degli obiettivi di Lisbona, l'Unione europea ha proceduto alla revisione dell'intera strategia. Un nuovo orientamento in tal senso è stato dato dai capi di Stato e di governo in occasione del Consiglio europeo di primavera tenutosi a Bruxelles nel marzo 2005. Appare ora opportuno adoperarsi per promuovere la crescita economica e l'occupazione rispettando nel contempo i principi dello sviluppo sostenibile. Sono state poi apportate alcune modifiche alla gestione del processo di Lisbona per accrescere la partecipazione di ciascuno Stato membro. Questo nuovo approccio persegue l'obiettivo di indurre gli Stati membri a identificarsi maggiormente nelle priorità stabilite e di migliorarne l'attuazione. Gli Stati membri sono quindi stati invitati a elaborare i propri programmi nazionali di Lisbona, denominati programmi nazionali di riforma, e a presentarli alla Commissione europea e al Consiglio nell'autunno 2005, precisamente entro il 15 ottobre (il governo ceco ha adottato il programma nazionale di riforma il 14 settembre 2005 e lo ha trasmesso alla Commissione il 14 ottobre 2005 in vista di ulteriori negoziati). Il programma nazionale di Lisbona presentato dalla Repubblica ceca è un documento politico che illustra le misure di riforma previste per favorire la crescita e la creazione di posti di lavoro nel periodo 2005-2008 e si presta a essere aggiornato di anno in anno. Il programma nazionale di Lisbona deriva dalla strategia di sviluppo sostenibile e dalla strategia di crescita economica. Nell'ambito della definizione del programma, si è tenuto ugualmente conto del previsto aggiornamento del programma di convergenza della Repubblica ceca e delle misure destinate a istituire un quadro di riferimento strategico nazionale e un piano di sviluppo nazionale. Per conseguire un ampio consenso sulle priorità in materia di riforme, il programma è stato oggetto di un confronto con le parti economiche e sociali e lo si è discusso nell'ambito della commissione per gli affari europei della Camera dei deputati e delle commissioni competenti del Senato della Repubblica ceca. La Repubblica ceca ha recentemente adeguato i meccanismi destinati a garantire un coordinamento ottimale tra i poteri pubblici e le altre parti interessate allo scopo di garantire l'attuazione delle riforme previste. Il partenariato con i principali interlocutori è destinato a essere portato avanti, ma la Repubblica ceca ha anche l'intenzione di coinvolgere progressivamente nel dibattito l'opinione pubblica. Il programma nazionale di Lisbona, suddiviso in tre capitoli (macroeconomia, microeconomia e occupazione), prevede misure chiave destinate a promuovere la crescita e l'occupazione nella Repubblica ceca. Per ogni misura sono indicati i motivi della sua utilità, le fasi di realizzazione, l'impatto previsto e il calendario stabilito per l'attuazione. Per le misure aventi ripercussioni finanziarie sono inoltre precisate le fonti di finanziamento, compreso l'eventuale ricorso ai fondi strutturali e al Fondo di coesione. In ambito macroeconomico, la priorità assoluta della Repubblica ceca consiste nel portare avanti la riforma delle finanze pubbliche destinata a ridurre progressivamente il deficit pubblico a un livello inferiore al 3% del PIL entro il 2008, così come stabilito dai criteri di Maastricht, e a mantenere il debito CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 21 pubblico lordo al di sotto del 60% del PIL. La politica monetaria, basata sul controllo dell'inflazione, dovrebbe consentire di mantenere una crescita debole e stabile del livello dei prezzi. Al termine di tali riforme, la Repubblica ceca, che ambisce a entrare nella zona euro, dovrebbe essere in grado di rispettare tutti i criteri di Maastricht, e quindi introdurre la moneta unica entro il 2010. La riforma integrale del sistema delle spese di bilancio, in particolare quelle obbligatorie, costituisce un requisito indispensabile per il risanamento delle finanze pubbliche. Per garantire la sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche, viste in particolare le tendenze demografiche in atto, è opportuno avviare una riforma del sistema di assicurazione pensionistica e del finanziamento delle prestazioni sanitarie. Saranno inoltre adottate misure sul mercato del lavoro allo scopo di aumentare il tasso di occupazione. I programmi di spese pubbliche devono inoltre essere orientati verso i settori prioritari che contribuiscono a stimolare la crescita economica (infrastrutture, istruzione, ricerca, scienza e innovazione, sviluppo di un contesto istituzionale favorevole all'imprenditorialità). Per quanto concerne le entrate di bilancio, si proseguirà nella ristrutturazione delle aliquote fiscali, e continuerà il graduale trasferimento dell'onere fiscale da un sistema di imposizione diretta a un sistema di imposizione indiretta. A partire dal 2006 sarà ridotta l'imposizione dei nuclei familiari a basso reddito, in modo da indurre la popolazione a partecipare più attivamente al mercato del lavoro. In ambito microeconomico, le diverse riforme sono strettamente correlate tra loro e riguardano misure che determineranno, mediante un uso sostenibile delle risorse, il rafforzamento e la crescita della competitività dell'economica ceca. Le più importanti di tali misure saranno destinate a creare un contesto favorevole alla scienza, alla ricerca e all'innovazione e allo sfruttamento commerciale delle relative applicazioni sul mercato, nonché a creare condizioni propizie che promuovano la creazione di nuove imprese e impongano agli imprenditori un onere amministrativo complessivamente limitato. L'ammodernamento e lo sviluppo delle infrastrutture dei trasporti, l'uso efficace delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, la promozione di tecnologie rispettose dell'ambiente e un utilizzo razionale delle risorse costituiscono tutti importanti ambiti di intervento. Per promuovere lo sviluppo e la competitività del contesto in cui operano le imprese, le misure destinate a ridurre gli adempimenti amministrativi degli imprenditori sono essenziali non solo per l'operatività quotidiana delle imprese, ma anche per la loro stessa creazione. Sarà istituito a tale scopo un sistema centralizzato di sportelli per la registrazione delle imprese, destinato a concentrare tutte o almeno la maggior parte delle attività legate all'avvio di un'impresa e ai cambiamenti che sopraggiungono nel corso della sua esistenza. La ridefinizione integrale del diritto fallimentare rappresenta un passo importante in tale direzione, in quanto dovrebbe consentire un adeguamento normativo tale da favorire il mantenimento di un'impresa funzionante, piuttosto che la cessione degli elementi derivanti dal suo smantellamento, favorendo così una maggiore tutela e partecipazione dei creditori alla procedura fallimentare. Per rendere il contesto ceco più favorevole alle imprese, è inoltre essenziale istituire un'amministrazione fiscale moderna, altamente efficiente e produttiva, che preveda un'imposizione minima a carico dei contribuenti e ne faciliti il rispetto degli obblighi in materia fiscale. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 22 Oggi è estremamente importante che la Repubblica ceca sfrutti e sviluppi maggiormente il proprio potenziale tecnico-scientifico emergente e, in particolare, che consegua un livello elevato di capacità innovativa. Essa intende pertanto aumentare gradualmente, ogni anno fino al 2008, la spesa pubblica destinata alla ricerca e allo sviluppo, in modo che essa raggiunga l'1% del PIL entro il 2010. La struttura della spesa pubblica in tale settore sta subendo dei cambiamenti, in quanto si tende ormai a preferire finanziamenti mirati a singoli progetti anziché finanziamenti destinati genericamente alle istituzioni. Per aumentare l'impatto della ricerca e dello sviluppo e favorire l'innovazione, l'aumento delle spese pubbliche riguarderà innanzitutto la ricerca e lo sviluppo industriali e altri settori innovativi. L'efficacia e i nuovi orientamenti delle spese nel settore della ricerca e dello sviluppo saranno inoltre agevolati dalla modifica istituzionale prevista dall'attuale statuto, destinata a trasformare in centri di ricerca pubblici gli enti beneficiari di aiuti di Stato nell'ambito delle loro attività di R&S. L'innovazione è strettamente legata alle attività del settore privato e alla stretta cooperazione di quest'ultimo con gli istituti di ricerca. Oltre che dalle numerose ripercussioni delle attività di R&S in termini di innovazione, lo sviluppo di attività innovative è condizionato dall'esistenza di grandi infrastrutture a favore dell'innovazione (parchi scientifici, incubatori di imprese e centri di trasferimento tecnologico, sistemi produttivi locali), dall'accesso delle imprese innovative alle fonti di finanziamento e, non meno importante, da risorse umane innovative. Saranno adottate misure allo scopo di favorire l'accesso delle imprese innovative alle fonti di finanziamento ricorrendo al capitale di rischio e alla rete di investitori informali ("business angels"). Per aumentare la competitività dell'economia ma anche per ridurne le ripercussioni sull'ambiente, la Repubblica ceca intende incoraggiarla a diminuire i consumi di energia e di materie prime, mediante un uso efficiente delle risorse e l'introduzione di nuove tecnologie che sfruttano quantità minime di energia e di materie prime. Si porrà l'accento su un utilizzo più efficace dell'energia nei processi industriali, sul ricorso a fonti di energia rinnovabili, sull'uso di fonti di energia alternative nell'industria, sulla promozione dell'uso dei rifiuti urbani a fini energetici e sulla produzione di calore a partire dalla biomassa. La Repubblica ceca procederà parallelamente all'attuazione dei principi fondamentali della riforma per un sistema fiscale rispettoso dell'ambiente, riforma che prevede una revisione delle aliquote fiscali al fine di incoraggiare comportamenti meno nocivi per l'ambiente. Nel settore delle infrastrutture dei trasporti, la Repubblica ceca si propone di portare avanti la costruzione di una rete principale di autostrade, di strade a scorrimento veloce e di corridoi ferroviari più moderni, portando avanti nel contempo l'ammodernamento delle altre grandi linee ferroviarie. È inoltre fondamentale rafforzare i collegamenti infrastrutturali transfrontalieri. Il ruolo del settore ferroviario nel mercato dei trasporti aumenterà di importanza e il trasporto combinato sarà ulteriormente sviluppato. In vista di un maggiore sviluppo della società dell'informazione, la Repubblica ceca sosterrà la creazione di un'infrastruttura per i servizi Internet a banda larga, collegata alle reti estere. Per garantire un ampio utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione nel servizio pubblico, CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 23 nelle PMI e nelle famiglie è essenziale che i servizi offerti dalla società dell'informazione (eGovernment, e-Procurement, e-Health, e-Learning) siano attivamente sviluppati. Per quanto concerne il mercato del lavoro (cfr. capitolo dedicato all'occupazione) le riforme orientate alla flessibilità del mercato hanno l'obiettivo di instaurare condizioni giuridiche favorevoli a un regime flessibile in materia di rapporti di lavoro, a una riduzione degli oneri sociali e a una maggiore mobilità geografica della manodopera. La Repubblica ceca si sforzerà di rendere allentare le disposizioni del Codice del lavoro in materia di rapporti di lavoro, per permettere ai datori di lavoro e ai dipendenti di adattarne liberamente l'organizzazione e regolare gli orari di lavoro in funzione delle rispettive esigenze, così da resistere meglio alla pressione della concorrenza. Per sviluppare condizioni favorevoli all'assunzione di manodopera istruita e qualificata, si procederà a ridurre gli elevati oneri sociali che gravano sull'occupazione. Nell'ambito della prevista riforma dell'assicurazione sanitaria, si stabilirà un massimale per i contributi previdenziali assistenziali. Le disposizioni giuridiche previste fissano un limite massimo alla base di calcolo dei contributi previdenziali assistenziali (nonché di quelli dell'assicurazione sanitaria) per un anno civile. La Repubblica ceca intende inoltre incentivare il movimento pendolare tra il domicilio e il luogo di lavoro, e i trasferimenti per motivi professionali. Sono previsti sgravi fiscali per i datori di lavoro per incoraggiare i lavoratori dipendenti a praticare il pendolarismo tra il domicilio e il luogo di lavoro. La mobilità del mercato del lavoro sarà inoltre stimolata grazie alla liberalizzazione degli affitti, che nella Repubblica ceca sono attualmente regolamentati. Le disposizioni giuridiche previste sono tese a eliminare nel più breve tempo possibile le distorsioni del mercato e a deregolamentare del tutto gli affitti. Per quanto concerne l'integrazione nel mercato del lavoro, particolare attenzione è riservata ai lavoratori all'inizio e alla fine della carriera professionale. Le riforme nel settore dell'istruzione mirano ad accrescere la qualità della manodopera, ad ampliare le possibilità in materia di formazione e a consentire ai lavoratori di affrontare meglio le difficili condizioni di un mercato del lavoro in trasformazione. La Repubblica ceca si propone non solo di aumentare la quota di popolazione avente una formazione superiore e universitaria (istruzione terziaria), ma anche di promuovere ulteriormente la diversificazione e di aumentare le possibilità di passare da una specifica formazione superiore a un'altra. Si porrà inoltre l'accento su una migliore qualità dei programmi di studio e su una maggiore considerazione degli aspetti legati all'inserimento professionale dei laureati. È essenziale promuovere la cooperazione tra datori di lavoro, istituti scolastici e insegnamento professionale. In concreto, ciò comporterà il coinvolgimento dei datori di lavoro nella definizione dei programmi scolastici, educativi e di studio, nella partecipazione ai corsi di specialisti di vari settori, nell'organizzazione di tirocini e nella promozione della mobilità di studenti e insegnanti mediante stage pratici nelle imprese. Grazie a ulteriori finanziamenti, provenienti in particolare dal settore privato, sarà possibile istituire un collegamento tra le attività degli istituti di insegnamento superiore, di altri istituti scolastici e degli istituti di insegnamento professionale, da un lato, e quelle delle CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 24 regioni, dei potenziali datori di lavoro e dei beneficiari dei risultati della ricerca e dello sviluppo, dall'altro. Partendo da un approccio sistematico di promozione dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, si porrà l'accento sulla correlazione tra i sistemi di formazione di base e i sistemi di formazione continua mediante una migliore definizione del sistema nazionale delle qualifiche. La promozione della formazione continua nella scuola elementare e secondaria, nelle scuole specializzate e negli istituti di istruzione superiore costituirà parte integrante dello sviluppo del concetto di apprendimento lungo tutto l'arco della vita, in particolare per quanto concerne l'uso delle infrastrutture e delle capacità esistenti. * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 25 - DANIMARCA Il processo I lavori condotti in Danimarca in relazione alla strategia di Lisbona si basano sul coordinamento tra amministrazioni, enti locali e gruppi di interesse nell'ambito di un organo denominato "comitato di contatto di Lisbona" (in margine al presente capitolo figura l'elenco dei gruppi di interesse e degli organi istituzionali rappresentati in seno a tale comitato). Il comitato di contatto ha il compito di esaminare e preparare i contributi della Danimarca alle riunioni del Consiglio europeo di primavera al cui ordine del giorno figura la strategia di Lisbona, ed è stato quindi coinvolto anche nell'elaborazione del programma d'azione nazionale della Danimarca. Per dirigere l'elaborazione di tale programma è stato istituito un gruppo di redazione del quale hanno fatto parte il ministero delle Finanze, il ministero del Lavoro, il ministero dell'Economia e dell'industria e il ministero degli Affari esteri. La prima stesura dei capitoli del programma è stata redatta dalle amministrazioni interessate. Il gruppo di redazione ha poi raccolto tutti i contributi in un testo strutturato che è stato trasmesso al comitato di contatto di Lisbona per essere esaminato. Il comitato si è riunito per discutere il progetto e ha formulato le proprie osservazioni, scritte e orali, sul testo. Sulla base di questi lavori il gruppo di redazione ha elaborato il programma d'azione, che è quindi stato sottoposto alla commissione per gli affari europei del parlamento danese. La versione definitiva è stata trasmessa alla Commissione europea il 26 ottobre 2005. Essa richiama in particolare l'attenzione sulle problematiche legate all'invecchiamento della popolazione, alla qualità dell'insegnamento, all'aumento della produttività e al settore pubblico. In vista del prossimo vertice di primavera, in programma nel marzo 2006, il comitato di contatto di Lisbona sarà invitato a partecipare all'elaborazione del contributo della Danimarca alla valutazione, da parte del Consiglio europeo, dei programmi d'azione nazionali e del rilancio della strategia di Lisbona. I messaggi principali Il programma d'azione danese si articola intorno a sei tematiche ritenute di particolare interesse ai fini della strategia danese in materia di riforme. Per ciascuna di esse si analizza la situazione specifica della Danimarca nel settore considerato e le principali sfide presenti e future legate alle riforme che il paese intende attuare. 1. Il contesto economico. La Danimarca ha consolidato le proprie finanze pubbliche in un arco di tempo pluriennale e ha così potuto ridurre notevolmente il debito pubblico. Al tempo stesso il surplus della bilancia dei pagamenti ha comportato una forte riduzione del debito estero. Il tasso di disoccupazione è basso e il livello di occupazione elevato. La politica economica perseguita (in particolare quella finanziaria e strutturale, così come il tasso di cambio fisso) ha contribuito a tale sviluppo favorevole. Ciò ha consentito di partire da basi più solide per far fronte alle problematiche relative all'aumento del numero di anziani e alla diminuzione del numero di persone in età attiva. Le principali sfide dei prossimi anni saranno legate alla necessità di mantenere un orientamento sostenibile in termini di politica finanziaria. Ciò presuppone, tra CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 26 l'altro: 1) che fino al 2010 il numero degli occupati aumenti costantemente dalle 50.000 alle 60.000 unità circa all'anno, determinando così un incremento delle finanze pubbliche pari all'1% del PIL; 2) che l'aumento della spesa pubblica venga tenuto sotto controllo e in particolare che la sua crescita reale nel periodo 2005-2010 sia contenuta entro lo 0,5% annuo. L'obiettivo perseguito consiste nel mantenere le eccedenze strutturali in media tra lo 0,5 e l'1,5% del PIL fino al 2010, in modo da ridurre ulteriormente il debito pubblico. 2. La Danimarca in quanto società della conoscenza. Per concentrare gli sforzi sulla realizzazione della società della conoscenza, nel 2001 è stato istituito un ministero autonomo responsabile della scienza, delle tecnologie e dello sviluppo. Dal 2001 a oggi sono state attuate riforme di ampio respiro concernenti sia la struttura consultiva della ricerca sia le funzioni dirigenziali nelle università e negli altri istituti di ricerca. L'obiettivo perseguito consiste nel promuovere la qualità della ricerca, in particolare mediante una maggiore concorrenza nell'attribuzione dei finanziamenti. È stato inoltre istituito un consiglio per la globalizzazione i cui compiti riguardano in particolare il settore della conoscenza. Le principali sfide dei prossimi anni saranno le seguenti: 1) aumentare la quota degli investimenti privati nel settore della R&S e garantire una migliore interazione con la ricerca pubblica; 2) raddoppiare il numero delle persone in possesso di dottorato; 3) migliorare l'insegnamento di base e in particolare rafforzare la valutazione e il miglioramento qualitativo; 4) incoraggiare un maggior numero di giovani a intraprendere gli studi e a seguire cicli di formazione continua; 5) portare avanti l'impegno a migliorare le condizioni necessarie per lo sviluppo dell'innovazione e dell'imprenditorialità; 6) destinare 10 miliardi di corone fino al 2010 ad azioni rafforzate nel settore della ricerca, dell'innovazione, dell'impresa e dell'insegnamento. 3. Concorrenza efficace e mercato interno. Nel corso degli ultimi anni la Danimarca ha registrato un miglioramento sul piano della concorrenza. Dal 2001 infatti il numero dei settori che presentano problemi in questo senso è diminuito del 17% e la regolamentazione è stata ridotta. Ciò nonostante, i prezzi netti in Danimarca continuano a essere superiori a quelli degli altri paesi dell'UE di circa il 5%. Le norme sulla concorrenza vengono modificate costantemente allo scopo di favorire un ambiente quanto più possibile competitivo. Un gruppo di lavoro interministeriale ha svolto un'indagine per individuare i settori che presentano un eccesso di regolamentazione e nei quali è quindi possibile alleggerire gli oneri amministrativi. Le principali sfide dei prossimi anni saranno le seguenti: 1) continuare a rafforzare la concorrenza in modo da consentire la riduzione, entro il 2010, del numero di settori che registrano problemi in tale ambito e permettere un ulteriore avvicinamento dei prezzi netti a quelli degli altri paesi europei; 2) riuscire ad abbassare di anno in anno le spese amministrative delle imprese in modo da arrivare nel 2010 a una riduzione del 25% rispetto al 2001; 3) continuare a vigilare sull'applicazione delle direttive sul mercato interno; 4) avviare, in cooperazione con la Germania, la costruzione di una struttura fissa sullo stretto di Fehmarn. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 27 4. Sviluppo sostenibile, ambiente ed energia. La Danimarca ha raggiunto un livello molto elevato di protezione ambientale, con i vantaggi che ne derivano per la salute, la protezione dei consumatori e la natura. La tendenza in base alla quale la crescita economica andava di pari passo con l'aggravarsi dell'impatto ambientale sembra essersi interrotta in alcuni settori di grande rilievo (ad esempio l'energia, i rifiuti e l'acqua). Sussistono tuttavia numerosi problemi ambientali che richiedono azioni specifiche. Le principali sfide dei prossimi anni saranno le seguenti: 1) mantenere la crescita economica garantendo nel contempo un livello elevato di protezione ambientale; 2) continuare a incoraggiare la ricerca di soluzioni efficaci ai problemi ambientali, in particolare per quanto riguarda il clima, l'inquinamento atmosferico, i prodotti chimici e la difesa delle risorse ideologiche, e rafforzare la protezione della natura, nella consapevolezza che lo sviluppo di tecnologie efficaci dal punto di vista ecologico può apportare un contributo in tal senso; 3) ridurre le emissioni di CO2 del 21% entro il 2010 rispetto al livello del 1990 (cfr. il dispositivo comunitario di ripartizione delle quote per l'attuazione del protocollo di Kyoto). 5. Politica dell'occupazione. Il mercato del lavoro danese parte da una situazione favorevole: la Danimarca presenta infatti un tasso di occupazione leggermente superiore agli obiettivi comuni dell'UE, grazie in particolare al livello elevato di partecipazione delle donne al mercato del lavoro. In Danimarca inoltre la disoccupazione strutturale è relativamente bassa, il che va messo in relazione in particolare con il modello danese di "flessicurezza", fondato su regole flessibili in materia di assunzione e licenziamento, su un sistema di prestazioni sociali ben sviluppato e su una politica attiva del mercato del lavoro basata su regole severe in materia di disponibilità, sulla riconversione, ecc. Sono state attuate riforme di ampio respiro, in particolare per far fronte all'aumento della disoccupazione strutturale e aiutare le persone scarsamente qualificate a rimanere nel mercato del lavoro. Le principali sfide dei prossimi anni saranno le seguenti: 1) aumentare l'occupazione strutturale di altre 50–60.000 unità entro il 2010 per rispondere all'evoluzione demografica. Occorrerà in particolare continuare a incoraggiare la popolazione a entrare più precocemente nel mercato del lavoro e a restarvi più a lungo. Bisognerà altresì garantire l'attuazione dell'accordo di integrazione, in modo da incrementare il tasso di occupazione presso gli immigrati e i loro discendenti; 2) continuare a rafforzare le capacità di riconversione dei lavoratori e delle imprese, in particolare intervenendo maggiormente nel settore della formazione in età adulta e della formazione continua al fine di sfruttare i vantaggi della globalizzazione e dell'evoluzione tecnologica e raccogliere le relative sfide. 6. Continuare a migliorare il settore pubblico. Nel corso degli ultimi anni si è cercato in particolare di migliorare i servizi ai cittadini e alle imprese e di aumentarne l'efficienza, ad esempio favorendo la libertà di scelta. È stata adottata una riforma strutturale (riforma degli enti locali) che comporta cambiamenti di rilievo sul piano sia geografico che della ripartizione delle competenze. Le principali sfide dei prossimi anni saranno le seguenti: 1) attuare la riforma strutturale; 2) continuare ad ampliare la libertà di scelta dei cittadini tra diversi prestatori di servizi e migliorare l'applicazione concreta di tale libertà; 3) attuare il programma di modernizzazione del governo, in particolare applicando ai poteri pubblici il nuovo concetto di governance basato su obiettivi e risultati. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 28 Nell'ambito della strategia danese di riforma, sono inoltre stati istituiti due organi con il preciso compito di analizzare il modo in cui la Danimarca affronta le attuali sfide sociali ed economiche, e di elaborare iniziative concrete in questo settore: si tratta della commissione per la protezione sociale, costituita da esperti indipendenti, e del consiglio per la globalizzazione, organo presieduto dal primo ministro e comprendente numerosi rappresentanti delle organizzazioni sindacali e professionali ed esponenti del mondo dell'insegnamento e della ricerca. La commissione per la protezione sociale ha presentato la propria relazione il 7 dicembre 2005, mentre i risultati dei lavori del consiglio per la globalizzazione saranno resi noti all'inizio del 2006. Le loro analisi e proposte alimenteranno i lavori di riforma portati avanti in cooperazione dal governo e dal parlamento danese. * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 29 - COMPOSIZIONE DEL COMITATO DI CONTATTO DI LISBONA − − − − − − − − − − − − − − − − − − − − − − − − − − − − − Confederazione dei sindacati dell'insegnamento superiore (Akademikernes Centralorganisation) Consiglio economico e sociale (Arbejderbevægelsens Erhvervsråd) Associazione degli enti regionali (Amtsrådsforeningen) Associazione danese dei datori di lavoro (Dansk Arbejdsgiverforening) Organizzazione delle imprese danesi del commercio e dei servizi (Dansk Handel og Service) Organizzazione delle imprese industriali danesi (Dansk Industri) Associazione di settore raggruppante le imprese del ramo informatico, delle telecomunicazioni, dell'elettronica e delle comunicazioni (ITEK) Sindacato dei tecnici (Dansk Metal) Consiglio comunitario danese della gioventù (Dansk Ungdoms fællesråd) Confederazione delle organizzazioni dei disabili (De Samvirkende Invalideorganisationer) Consiglio ecologico (Det Økologiske Råd) Associazione danese per la protezione della natura (Danmarks Naturfredningsforening) Confederazione dei sindacati dei lavoratori del settore privato e del settore pubblico (Funktionærernes og Tjenestemændenes Fællesråd) Greenpeace Unione dei lavoratori del settore privato e del settore pubblico (Handels- og Kontorfunktionærernes Forbund) Professioni del commercio, dei trasporti e dei servizi (HTS – Handel, Transport og Serviceerhvervene) Consiglio dell'artigianato (Håndværksrådet) Associazione di settore delle tecnologie dell'informazione (IT-Brancheforeningen) Confederazione degli enti locali (Kommunernes Landsforening) Unione delle donne lavoratrici (Kvindeligt Arbejderforbund) Consiglio dell'agricoltura (Landbrugsraadet) Confederazione generale dei sindacati danesi (Landsorganisationen i Danmark) Associazione danese dei quadri dirigenti (Ledernes Hovedorganisation) Unione dei dipendenti dei settori dell'industria alimentare, delle bevande e del tabacco (Næringsog Nydelsesmiddelarbejder Forbundet) Associazione nordica (NORDEN) Novo Nordisk (società farmaceutica) Confederazione delle associazioni dei datori di lavoro del settore agricolo (Sammenslutningen af Landbrugets Arbejdsgiverforening) Unione danese dei lavoratori semiqualificati e non qualificati (Specialarbejderforbundet i Danmark) WWF Danimarca CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 30 - − − − − − − − − − − − − − − − − Ministero del Lavoro Ministero delle Finanze Ministero dell'Alimentazione Ministero dell'Interno e della sanità Ministero dell'Integrazione Ministero della Giustizia Ministero dell'Ambiente Ministero della Famiglia e dei consumi Ministero della Scienza, della tecnologia e dello sviluppo Ministero del Bilancio Ministero degli Affari sociali Primo ministro Ministero dei Trasporti e dell'energia Ministero degli Affari esteri Ministero dell'Istruzione Ministero dell'Economia e dell'industria * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 31 - GERMANIA In seguito alle elezioni legislative del 18 ottobre 2005, in Germania si è costituito un nuovo governo federale che ha riunito in una grande coalizione i gruppi parlamentari CDU/CSU e SPD. Nella dichiarazione governativa si annuncia che occorre portare avanti con maggiore impegno le importanti riforme avviate nei settori della politica economica e finanziaria, della politica sociale e del lavoro, dell'istruzione e della formazione, della ricerca e della scienza, dell'innovazione e della tecnologia. Il governo federale tedesco intende in tal modo rafforzare la competitività dell'economia sui mercati mondiali, consolidare i sistemi di previdenza sociale per i lavoratori e le persone non più attive e garantire che tutti i cittadini usufruiscano di pari opportunità. Il governo federale è fermamente intenzionato a ridurre l'elevato tasso di disoccupazione e l'importante deficit delle finanze pubbliche, a ristabilire il rispetto del Patto di stabilità e di crescita (Maastricht) e ad apportare il proprio sostegno agli obiettivi della strategia di Lisbona. In Germania non esiste un consiglio economico e sociale, a differenza di quanto avviene ad esempio in Francia, in cui un tale organismo esiste ormai da 50 anni. Esistono però, in alcuni casi da oltre un secolo, numerose organizzazioni, camere e associazioni dei datori di lavoro e dei sindacati, dell'industria, del commercio e dell'artigianato, dell'agricoltura e delle professioni liberali, delle banche e delle assicurazioni, delle imprese di trasporto e di quasi tutti i settori dell'economia e della società, dal settore privato e da quello pubblico fino a livello dello Stato federale, dei Länder, delle grandi città e dei comuni. Esistono inoltre organizzazioni non governative (ONG) in quasi tutti i settori della società civile. I membri di alcune di queste sono stati designati per rappresentarle in seno al CESE, il quale dispone tuttavia di una capacità limitata e pertanto non annovera, per esempio, esponenti di organizzazioni giovanili, sportive e culturali (arte, musica, teatro). In Germania non esiste un'organizzazione che riunisca le organizzazioni non governative. Negli ultimi cinque anni, la strategia di Lisbona è stata discussa a livello federale dal governo, nei Länder e nell'ambito delle commissioni del Senato (Bundesrat). Nel corso di riunioni e manifestazioni pubbliche, le organizzazioni del mondo economico e sociale (per esempio le parti sociali) hanno preso posizione in merito agli ambiziosi obiettivi di Lisbona e in parte li hanno aspramente criticati. In generale, non è facile individuare un atteggiamento fortemente positivo nei loro confronti. Nelle università e negli istituti di insegnamento superiore sono state assegnate numerose tesi di laurea e di dottorato sulla strategia di Lisbona. In Germania, gli istituti scientifici hanno trattato la strategia di Lisbona in modo approfondito e hanno pubblicato dei lavori in merito. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 32 Per le sfere politiche e parapolitiche, ad esempio le fondazioni, la strategia di Lisbona rappresenta un importante ambito di lavoro e di discussione che, dal momento del suo avvio cinque anni fa, è stata al centro di numerosi convegni ed eventi pubblici o privati. Conclusioni: in Germania, nonostante l'impegno di numerosi esponenti delle parti sociali e delle ONG, la strategia di Lisbona è rimasta nella ristretta cerchia dei governi e dei parlamenti e non ha quindi coinvolto tutta la popolazione. Il concetto è troppo ambiguo e difficile da trasmettere (uno scolaro ha chiesto ad esempio se riguardasse il mondo del calcio) e al momento non è in grado di giungere fino ai cittadini. È assolutamente necessario migliorare la comunicazione, in tutte le sue forme e attraverso tutti i media per far conoscere un'iniziativa che rimane importante. L'obiettivo stabilito dal Consiglio europeo di Lisbona il 23 e 24 marzo 2000 mantiene in effetti intatta tutta la sua rilevanza. * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 33 - ESTONIA 1. Il punto della situazione, le esigenze e le priorità future Il 13 ottobre 2005 il governo estone ha adottato il piano d'azione per la crescita e l'occupazione per il periodo 2005-2007 in vista dell'attuazione della strategia di Lisbona. Si tratta di un programma nazionale di riforma (PNR) triennale che indica le priorità del governo estone per il periodo 20052007. Il piano è suddiviso in tre capitoli dedicati rispettivamente alle politiche macroeconomiche, alle politiche microeconomiche e alla politica per l'occupazione. Le politiche macroeconomiche Il piano sottolinea l'importanza di mantenere un ambiente macroeconomico stabile e garantire la sostenibilità a lungo termine della politica di bilancio, in modo da favorire la crescita economica e creare nuovi posti di lavoro. I grandi principi su cui si basa la stabilità del contesto macroeconomico sono l'equilibrio del bilancio pubblico e il consolidamento della situazione finanziaria degli enti locali. Il mantenimento della stabilità presuppone inoltre la gestione dei rischi che minacciano l'equilibrio dello sviluppo economico, il che significa ridurre il deficit della bilancia dei pagamenti correnti e tenere sotto controllo l'aumento del ricorso al credito. L'obiettivo fissato consiste nel soddisfare i criteri di una piena partecipazione all'unione economica e monetaria e quelli di introduzione dell'euro. In tale prospettiva, verranno portate avanti le caute politiche economiche e monetarie attualmente in vigore. Un altro asse prioritario è rappresentato dalla sostenibilità fiscale a lungo termine dei regimi pensionistici e sanitari. L'obiettivo stabilito consiste nel garantire una pensione adeguata agli anziani e una sicurezza finanziaria in caso di rischi sanitari legati all'evoluzione delle condizioni demografiche. La formulazione di una politica di bilancio che contribuisca alla crescita economica e all'aumento dell'occupazione presuppone, da un lato, il trasferimento del carico fiscale dall'imposizione sui redditi verso la tassazione dell'uso delle risorse naturali e dell'inquinamento ambientale e, dall'altro, il rafforzamento e la semplificazione dell'assegnazione delle risorse di bilancio ad attività generatrici di crescita e occupazione quali l'istruzione (in particolare la formazione professionale), la ricerca e lo sviluppo, le misure attive per il mercato del lavoro e le infrastrutture adeguate. Le politiche microeconomiche L'obiettivo generale delle politiche microeconomiche consiste nel creare per le imprese un contesto sostenibile e basato sulla conoscenza. Le politiche in questione riguardano in particolare due settori: in primo luogo, la qualità della ricerca e dello sviluppo, l'innovazione e la competitività internazionale a lungo termine e, in secondo luogo, la creazione di un contesto favorevole all'imprenditorialità. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 34 - Il settore della ricerca e dello sviluppo svolge un ruolo di primo piano nel promuovere la competitività internazionale dell'Estonia e nel creare un contesto favorevole agli investimenti diretti esteri ad alta intensità di conoscenza. Un aumento degli investimenti nella ricerca e nello sviluppo, al momento relativamente modesti, contribuirebbe ad accrescere la qualità del settore in questione. Gli investimenti dovrebbero inoltre accompagnarsi a un aumento della capacità di assorbimento e istituire un legame solido tra le attività di ricerca e sviluppo e gli obiettivi socioeconomici dell'Estonia. Saranno adottate diverse misure concrete, quali la fornitura di informazioni di buona qualità su diversi aspetti dell'attività imprenditoriale, la condivisione delle buone prassi e la garanzia dell'accesso ai capitali e ai servizi di consulenza per le imprese in fase di avvio, al fine di promuovere un'attività attualmente poco sviluppata in ambito imprenditoriale. Così come chiaramente evidenziato dal PNR, l'elaborazione di un quadro legislativo favorevole è essenziale per promuovere l'imprenditorialità. Per questo si è previsto di istituire un sistema di analisi e valutazione delle conseguenze normative dei nuovi progetti legislativi legati all'imprenditorialità, sistema che servirà anche a misurare l'onere amministrativo derivante da tali disposizioni. Si prevede inoltre di passare in rassegna e semplificare la legislazione che incide sull'imprenditorialità. Il programma di riforma pone inoltre l'accento su altri elementi di importanza fondamentale per la creazione di un contesto sano per le imprese, ossia lo sviluppo delle infrastrutture (comprese quelle dei trasporti e per le connessioni Internet) e il rafforzamento della sinergia tra tutela ambientale e crescita economica. Le politiche per l'occupazione Con riferimento alla politica estone per l'occupazione, il piano d'azione fissa tre grandi priorità: il miglioramento della qualità della manodopera, l'aumento dell'offerta di manodopera e una maggiore flessibilità del mercato del lavoro, oltre alla modernizzazione delle relazioni industriali. Per migliorare la qualità della manodopera, il piano pone l'accento sulla qualità, la flessibilità e l'efficacia dell'istruzione e dedica nel contempo un'attenzione particolare alla formazione professionale. L'obiettivo generale consiste nel creare un legame solido tra il sistema scolastico e le esigenze del mercato del lavoro. Un altro grande asse prioritario consiste nel mantenimento e nell'aggiornamento delle competenze e delle qualifiche delle persone già attive sul mercato del lavoro. Tale obiettivo potrebbe essere raggiunto mettendo a punto sistemi complementari di formazione e di consulenza fondati sul principio dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita. Riguardo all'obiettivo di una maggiore offerta di manodopera, il PNR privilegia le misure attive del mercato del lavoro e le misure sociali complementari. La soluzione più sostenibile all'attuale problema della disoccupazione strutturale sembra consistere nel ricorso a misure attive destinate a consolidare e diversificare il mercato del lavoro, sostenute da un sistema adeguato di servizi e prestazioni sociali. La riforma del servizio pubblico dell'occupazione e la riforma della politica attiva CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 35 del mercato del lavoro (basata innanzitutto sull'elaborazione di un sistema di gestione dei fascicoli individuali e sull'adozione di un approccio orientato alla persona) costituiscono gli elementi principali dei cambiamenti che si perseguono in materia di politica del mercato del lavoro. Più in generale, allo scopo di attenuare l'impatto dell'annunciata riduzione dell'offerta di manodopera, si prevede di adottare diverse misure destinate a migliorare le condizioni di lavoro in modo da trattenere sul mercato del lavoro la manodopera esistente. L'offerta di cure sanitarie preventive, la promozione di uno stile di vita e di un ambiente sani e la prevenzione degli infortuni sul luogo di lavoro costituiscono alcuni esempi di misure essenziali per favorire l'invecchiamento attivo e consentire ai lavoratori di conservare le capacità necessarie per restare sul mercato del lavoro. Un'altra grande sfida da affrontare consiste nell'aumentare la flessibilità del mercato del lavoro e nel modernizzare le relazioni tra le parti sociali. A tale scopo, il PNR propone di adottare in materia di mercato del lavoro l'approccio della "flessicurezza". Nel corso degli ultimi anni, l'Estonia ha conseguito progressi importanti nel miglioramento della sicurezza dei lavoratori; inoltre l'attuazione efficace del sistema dei contributi di disoccupazione ha notevolmente migliorato, sul piano sociale, la condizione dei lavoratori in caso di perdita del posto di lavoro. Il tentativo di rendere più flessibile il mercato del lavoro non ha invece ottenuto un uguale successo. Il programma di riforma pone pertanto l'accento sulla necessità di esaminare il livello elevato delle spese di licenziamento a carico dei datori di lavoro, di regolamentare il lavoro temporaneo e di incentivare le forme di lavoro flessibili. 2. Il ruolo dei soggetti economici e sociali nell'attuazione della strategia di Lisbona Il principale organismo per il coordinamento del processo di Lisbona in Estonia è il Segretariato generale del governo, responsabile anche dell'elaborazione del programma nazionale di riforma. Il PNR è stato elaborato in stretta collaborazione con i ministeri competenti, le parti sociali, le organizzazioni e gli esperti della società civile, i quali sono stati coinvolti nel processo fin dall'inizio. Il gruppo di lavoro "PNR" Il Segretariato generale del governo ha istituito un gruppo di lavoro per coordinare il PNR, nell'ambito del quale erano rappresentati i ministeri interessati, le istituzioni statali, le parti sociali e altre organizzazioni della società civile. Tra le organizzazioni che hanno partecipato ai lavori del gruppo figuravano la Confederazione dei sindacati estoni, la Confederazione dei sindacati dei lavoratori dipendenti, la Confederazione dei datori di lavoro estoni, la Camera di commercio estone, l'Associazione delle città estoni, l'Associazione estone degli enti locali, il Consiglio estone delle ONG per la protezione dell'ambiente e la Federazione estone delle organizzazioni senza scopo di lucro e delle fondazioni. Ai lavori hanno preso parte anche esponenti delle università e degli istituti di ricerca. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 36 Ai fini di una maggiore flessibilità nello svolgimento dei lavori e di un esame più approfondito delle tematiche esaminate, il gruppo è stato suddiviso in tre sottogruppi di lavoro settoriali coordinati dal ministero delle Finanze, dal ministero degli Affari economici e delle comunicazioni e dal ministero degli Affari sociali, ai quali è stata affidata rispettivamente la redazione del capitolo sulla macroeconomia, di quello sulla microeconomia e di quello sull'occupazione. Nell'ambito di ciascun sottogruppo erano rappresentate anche le parti sociali interessate e la società civile organizzata. I membri del gruppo di lavoro hanno potuto contribuire al piano d'azione durante le riunioni del gruppo di lavoro o dei sottogruppi, o ancora presentando proposte in formato elettronico e/o cartaceo. A tal fine, le versioni del progetto del PNR erano regolarmente trasmesse ai membri del gruppo di lavoro. Il gruppo di lavoro si è riunito in due riunioni plenarie: una all'inizio e una al termine del processo di elaborazione. Si sono tenute altre riunioni dei sottogruppi per esaminare il contenuto e la struttura del programma di riforma, nonché tutte le osservazioni e i pareri comunicati al gruppo. Il governo ha inoltre avviato un dibattito pubblico mettendo a disposizione il piano d'azione su un portale Internet intitolato "Oggi decido io". Gli esiti dei dibattiti e le proposte presentate dai ministeri e dalle parti sociali sono quindi stati esaminati e se possibile presi in considerazione. Per quanto riguarda il mantenimento del programma di riforma, il governo ha incaricato il Segretario di Stato di coordinare il controllo, la valutazione e l'attuazione del piano d'azione. Il Segretario di Stato è inoltre tenuto a presentare regolarmente al governo una serie di relazioni di attuazione e di vigilare affinché il piano d'azione annuale del governo e i programmi di lavoro annuali dei ministeri siano compatibili con il programma di riforma. Il gruppo di lavoro interministeriale costituito per elaborare il piano d'azione prosegue i propri lavori per garantirne l'attuazione e l'aggiornamento e per presentare le relazioni e valutare i risultati conseguiti. I compiti precisi del gruppo di lavoro saranno oggetto di decisioni adottate in collaborazione con i ministeri e il Segretario di Stato. La partecipazione del Consiglio economico e sociale estone Il processo di elaborazione del piano d'azione ha fatto emergere tra l'altro la necessità di precisare lo status e le funzioni del Consiglio economico e sociale estone, tanto più che esso non era stato associato ai dibattiti sul PNR. Eppure, considerato il suo status, il Consiglio è il solo organo consultivo permanente presso il governo ed è stato istituito proprio per coadiuvare il dialogo tripartito. In pratica però il governo non gli delega spontaneamente il compito di trattare determinati problemi, ma preferisce lasciargli l'iniziativa delle discussioni. Le sue iniziative e proposte non sempre sono state conformi all'elenco delle priorità del governo e hanno avuto un impatto debole. Il ministero degli Affari sociali, pur riconoscendo pienamente l'importanza di organi consultivi di questo tipo, ha avviato quindi una serie di dibattiti sul meccanismo di funzionamento del Consiglio e in generale sulla semplificazione dei meccanismi di consultazione tripartita, onde accrescerne l'impatto e l'efficacia. * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 37 - GRECIA Secondo gli indicatori di analisi comparativa relativi agli obiettivi di Lisbona, la Grecia presenta un quadro meno favorevole rispetto agli altri paesi dell'Unione a 15. La crescita elevata che ha caratterizzato l'economia greca negli ultimi anni è stata determinata quasi esclusivamente da fattori passeggeri quali l'organizzazione e lo svolgimento dei Giochi olimpici, o il cui contributo allo sviluppo del paese va riducendosi: è il caso delle risorse provenienti dai fondi strutturali, che stando alle previsioni dovrebbero diminuire nel corso del quarto periodo di programmazione. La fase di decollo dell'attività produttiva non sembra ancora iniziata nel paese, e la Grecia perde competitività anche nella produzione di beni e servizi in cui può contare su vantaggi concorrenziali riconosciuti. Il mercato del lavoro continua a essere caratterizzato da un incremento lento dei posti di lavoro, dal persistere di un tasso di disoccupazione elevato e da un'ampia diffusione del lavoro nero. Nonostante siano state intraprese azioni di ogni tipo per sostenere l'occupazione, le cifre relative alla disoccupazione continuano a situarsi al di sopra della media comunitaria, il numero di disoccupati di lungo periodo tende ad aumentare, la partecipazione delle donne al mercato del lavoro resta scarsa e la disoccupazione giovanile è ormai elevata. La sfida che incombe sull'economia greca a livello sia nazionale sia regionale consiste pertanto nel creare le condizioni necessarie per poter usufruire pienamente delle infrastrutture, realizzare le potenzialità produttive e mobilitare le risorse inutilizzate della società. Il percorso più opportuno a tal fine consiste nel completare le infrastrutture pesanti sotto il profilo materiale e funzionale, ma anche e soprattutto le infrastrutture leggere attualmente esistenti e nel procedere a riforme strutturali fondate sulla conoscenza, l'innovazione e le nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione. La natura stessa degli obiettivi di Lisbona implica l'avvio di riforme mirate a favorire la dimensione sociale in quanto fattore di produttività e di crescita, il dialogo sociale e la cooperazione all'interno della società: questi aspetti sono infatti elementi importanti del processo. Il fatto che le parti sociali abbiano trovato un'intesa su una serie di misure e di politiche al servizio di tali obiettivi dimostra che le forze della società greca aspirano al progresso e trovano un terreno comune d'intesa per promuoverlo, anche se su molte altre questioni politiche mantengono approcci diversi, il che è peraltro del tutto naturale e prevedibile. Si noterà a titolo di esempio che le parti sociali sono concordi nel considerare che le riforme da attuare devono tendere a: • • • • incentivare l'imprenditorialità, elemento fondamentale per produrre ricchezza e benessere, garantire la coesione sociale, sia come obiettivo a sé stante sia come requisito indispensabile per l'avanzamento del processo di sviluppo, sviluppare, a tutti i livelli territoriali, un'amministrazione pubblica flessibile ed efficiente, che favorisca l'innovazione continuando a perseguire la coesione e l'equilibrio della società, rivalutare i settori dell'istruzione e della formazione, affinché forniscano servizi conformi alle esigenze della società e dell'economia della conoscenza, CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 38 • • • • garantire che i risultati della ricerca rispondano alle necessità dell'economia regionale e nazionale, promuovere una mentalità aperta alla ricerca e alla creatività, che valorizzi il nuovo e l'innovazione, regolamentare i rapporti tra ambiente e produzione, conciliare lo sviluppo economico di ciascuna regione del paese e la conservazione, la valorizzazione e l'utilizzo, entro limiti ragionevoli, delle relative risorse naturali e culturali. Per ottenere un'economia competitiva, sostenibile e dotata di un orientamento sociale è necessario creare una sinergia tra le diverse politiche in modo da moltiplicarne gli effetti, così come occorre seguire sistematicamente e costantemente gli sviluppi di tali politiche sul piano istituzionale e i loro effetti sulla competitività dell'economia, la qualità dell'ambiente, la valorizzazione del potenziale umano e la coesione sociale. Il consiglio economico e sociale greco ritiene particolarmente importante, nel quadro del proprio mandato, adoperarsi per seguire in modo sistematico l'evoluzione dell'economia greca nel corso della graduale progressione verso gli obiettivi di Lisbona. Per adempiere a tale compito esso ha istituito un osservatorio sullo stato di attuazione della strategia di Lisbona, che è parte integrante della sua attività complessiva. La cooperazione con istituti scientifici (INE/GSEE, IOBE, PASEGES) e con le strutture di ricerca delle parti sociali costituisce un requisito necessario per il buon esito dell'intero processo, in quanto fornisce le conoscenze, il sostegno e il tipo di dibattito costruttivo indispensabile per realizzare iniziative di questa portata. L'attività dell'osservatorio si incentra sui seguenti compiti: a) seguire e valutare le politiche nazionali destinate a migliorare la competitività, la qualità del potenziale umano e l'occupazione (aumento della qualità e del numero dei posti di lavoro), b) seguire e valutare l'approccio adottato per la realizzazione delle diverse azioni condotte nel quadro di suddette politiche, nonché i loro effetti in termini di competitività, risorse umane e occupazione, c) individuare i ritardi e le carenze, ed elaborare proposte concrete per porvi rimedio, d) elaborare relazioni regolari sugli sviluppi riscontrati in base agli indicatori relativi all'attuazione della strategia di Lisbona. Finora l'osservatorio ha pubblicato tre pareri d'iniziativa concernenti rispettivamente la competitività e l'occupazione, la relazione del gruppo di alto livello presieduto da Wim Kok e i settori prioritari in vista della valutazione intermedia della strategia di Lisbona del 2005. Ha inoltre formulato un parere sul programma nazionale di riforma 2005-2008 definito nel quadro della strategia di Lisbona. Durante la fase di elaborazione di tale programma le parti sociali hanno presentato al consiglio di esperti del governo una serie di misure d'azione concrete per favorire il conseguimento degli obiettivi di Lisbona. Al fine di mobilitare le parti sociali e coinvolgere attivamente la società civile nella strategia di CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 39 Lisbona, nell'ottobre del 2005 l'osservatorio ha organizzato una giornata di studi sul tema "La strategia di Lisbona: scelta o necessità?". Infine, esso è attualmente impegnato a valutare l'impatto delle misure governative sul conseguimento degli obiettivi di competitività, occupazione e coesione sociale. * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 40 - SPAGNA 1. L'applicazione della strategia di Lisbona in Spagna La valutazione della strategia di Lisbona in Spagna mostra progressi significativi in diverse aree: spiccano ad esempio i dati relativi all'occupazione, i quali mostrano un avvicinamento alla media comunitaria o una riduzione del divario rispetto ai paesi del gruppo di testa. Ciò detto, tali passi avanti non sono bastati a conseguire gli obiettivi intermedi fissati per il 2005. Inoltre, in altri settori l'evoluzione non è stata definita favorevole e alcuni indicatori sono addirittura peggiorati rispetto alla situazione di partenza del 1999. Di fronte a tali risultati è emersa la necessità di rendere più incisive le politiche di riforma capaci di colmare i principali ritardi della Spagna, per esempio quelli in materia di innovazione e sviluppo, istruzione e formazione, produttività, politiche di inclusione e sviluppo sostenibile, in un contesto che consolidi la sostenibilità della crescita registrata nell'ultimo decennio e la creazione di posti di lavoro. La tavola allegata illustra lo stato dell'applicazione della strategia di Lisbona in Spagna in termini di indicatori, obiettivi e misure principali del programma nazionale di riforma. 2. Il ruolo della società civile organizzata e le buone prassi Nell'esaminare l'attuazione della strategia di Lisbona in Spagna è necessario tener conto del processo di dialogo sociale sviluppato negli anni recenti. In tale contesto va sottolineata anzitutto l'importanza degli accordi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali e imprenditoriali più rappresentative per orientare i negoziati sui contratti collettivi verso obiettivi di competitività e occupazione. Tali accordi hanno aiutato a stimolare l'economia, determinandone una maggior resistenza al rallentamento, e hanno contribuito alla moderazione salariale e alla salvaguardia e alla creazione di posti di lavoro (Acuerdo Interconfederal para la Negociación Colectiva - Accordo interconfederale per la contrattazione collettiva, anni 2002, 2003, 2004 e 2005). Il più recente tra questi accordi definisce criteri destinati al controllo dell'inflazione, alla crescita dell'occupazione, all'aumento degli investimenti produttivi e al miglioramento del potere d'acquisto dei salari e delle prospettive delle imprese. Esso prevede anche criteri relativi alla stabilità dei posti di lavoro, alla formazione permanente e al miglioramento delle competenze e delle qualificazioni. Le organizzazioni che hanno sottoscritto tale accordo ne hanno proposto la proroga per il 2006. Nel 2004 è stata avviata una nuova fase del dialogo sociale con la firma, da parte del governo e delle più importanti organizzazioni sindacali e imprenditoriali, della "Declaración para el Diálogo Social 2004: Competitividad, empleo estable y cohesión social" ("Dichiarazione per il dialogo sociale 2004: Competitività, stabilità del posto di lavoro e coesione sociale"), un documento che definisce obiettivi e impegni per stimolare la crescita economica, la competitività delle imprese, la creazione di posti di lavoro, la qualità dell'occupazione e il miglioramento delle relazioni sindacali e della protezione sociale. Nell'ambito di tale processo sono state aperte piattaforme negoziali distinte per giungere ad accordi in materia di riforma del mercato del lavoro e del sistema di protezione sociale e di CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 41 formazione continua dei lavoratori occupati, per il miglioramento della prevenzione degli incidenti sul lavoro e per la creazione di un sistema di assistenza per le persone in situazione di dipendenza. Il rilancio della strategia di Lisbona coincide inoltre in Spagna con un processo aperto di dialogo sociale che può influenzare significativamente le riforme legate alla realizzazione di obiettivi comunitari. Parallelamente a tale processo, il programma nazionale di riforma è stato oggetto di consultazione con gli attori sociali. D'altronde, le organizzazioni sindacali e imprenditoriali più rappresentative e le organizzazioni che rappresentano i settori dell'agricoltura e della pesca, l'economia sociale, i consumatori e gli utenti hanno partecipato attivamente al monitoraggio e all'applicazione della strategia di Lisbona grazie alla loro presenza nel Consiglio economico e sociale, la cui attività consultiva negli ultimi anni è stata a sua volta imperniata in grande misura sugli obiettivi della strategia di Lisbona. Le analisi e le proposte formulate nei diversi pareri e relazioni del Consiglio, e in particolare nella relazione annuale sulla situazione socioeconomica e occupazionale della Spagna, hanno messo in risalto le sfide sul tappeto e i progressi realizzati riguardo agli obiettivi di Lisbona. Tra i più significativi documenti in materia si ricordano: • • • • • la relazione CES 1/2002 sul Documento di consultazione della strategia spagnola di sviluppo sostenibile, il parere CES 9/2003 sul Quinto piano nazionale di ricerca, sviluppo e innovazione, la relazione CES 1/2005 su Squilibri occupazionali e politiche attive del lavoro, la relazione CES 4/2005 sul Progetto di terzo piano nazionale d'azione per l'inclusione sociale nel regno di Spagna 2005–2006, la relazione CES 5/2005 sul tema Il processo di creazione delle imprese e il dinamismo imprenditoriale. Uno dei più significativi esempi del contributo delle organizzazioni sindacali e imprenditoriali più rappresentative al conseguimento degli obiettivi del processo di Lisbona si trova nell'ambito della formazione permanente dei lavoratori. Sulla base del dialogo sociale, le parti sociali hanno infatti avviato nel 1992 un sistema di sviluppo della formazione continua dei lavoratori occupati, fondato su un modello di gestione paritetica e con il sostegno dei poteri pubblici. Il sistema è divenuto uno strumento centrale delle politiche attive del lavoro per garantire la formazione permanente e facilitare l'adattamento dei lavoratori alle trasformazioni produttive, permettendo a circa un milione e mezzo di lavoratori, in centomila aziende diverse, di beneficiare annualmente di azioni formative. Il sistema è gestito dalla fondazione tripartita per la formazione e l'occupazione (www.fundaciontripartita.org). Anche altri attori hanno contribuito a stimolare iniziative legate agli obiettivi della strategia di Lisbona. Il lavoro, tradizionalmente molto importante, delle organizzazioni del settore dell'economia sociale in ambiti che riguardano le politiche per l'inclusione e la coesione sociale è, data la loro importanza nel tessuto socioeconomico spagnolo, un esempio notevole in tal senso. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 42 INDICATORI - OBIETTIVI E STRUMENTI DEL PNR AMBITI ANALISI CONTESTO ECONOMICO Fase d'espansione economica con una crescita del PIL superiore alla media comunitaria (1999-2004). Evoluzione dell'inflazione a medio termine (con una differenza di 1,3 punti rispetto alla media europea). Tendenze negative nel settore delle commercio con l'estero per la scarsa competitività delle esportazioni. OBIETTIVI PROGRAMMA NAZIONALE DI RIFORME MISURE PRINCIPALI Obiettivo principale: convergenza del PIL pro capite verso la media dell'Unione entro il 2010. Riforma delle leggi in materia di stabilità di bilancio, fissando il principio della stabilità lungo l'arco del ciclo economico e imponendo l'obbligo di conseguire un avanzo nei periodi di crescita elevata. Riduzione del debito pubblico al 34% del PIL. Riforme fiscali in materia di IRPEF e di imposta sulle società. Migliorare la posizione della Spagna negli indicatori di competitività, convergendo verso la media europea. Riforma del sistema di finanziamento delle comunità autonome per rafforzare l'autosufficienza, l'autonomia e l'equità. Misure per promuovere la sostenibilità del sistema pensionistico e la razionalizzazione delle spese sanitarie (Piano strategico di politica farmaceutica) Bassa produttività sul lavoro (ferma ai livelli del 1990). CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 43 - AMBITI ANALISI OCCUPAZIONE Progresso degli indici dell'occupazione nel corso del 2004: tasso di occupazione totale: 61,1%, tasso di occupazione femminile: 48,3%, tasso di occupazione dei lavoratori con più di 55 anni: 41,3%. OBIETTIVI PROGRAMMA NAZIONALE DI RIFORME MISURE PRINCIPALI Obiettivo principale: raggiungere un tasso di occupazione totale del 66% entro il 2010, avvicinandosi all'obiettivo europeo. Aumentare il tasso di occupazione femminile, L'evoluzione dell'occupazione non raggiungendo la media tiene il passo con gli obiettivi della dell'Unione a 15 (57%). strategia di Lisbona per il 2005 e Ridurre il tasso di risulta comunque inferiore alla disoccupazione giovanile, media europea: permangono tassi portandolo al livello della elevati di lavoro temporaneo media dell'Unione a 25 (32,4% nel 2004), di disoccupazione femminile (15%) e (18,6%). giovanile (22%). Ridurre gli infortuni sul lavoro del 15%. Aumentare del 25% circa il tasso di creazione delle imprese con più di un dipendente. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb Misure per aumentare l'occupazione giovanile, nel contesto del sistema di sussidi alle assunzioni stabili, e proposte di formazione, riqualificazione o occupazione per ciascun giovane disoccupato entro sei mesi. Misure per aumentare il tasso di occupazione femminile ed eliminare le discriminazioni, nel contesto del sistema di sussidi alle assunzioni stabili, riservando inoltre alle donne il 60% delle misure di azione positiva. Misure di sostegno al prolungamento della vita attiva. Riforma del modello di formazione professionale per favorire l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita: creazione di un nuovo sottosistema di formazione professionale per l'occupazione che integra la formazione professionale (per i disoccupati) e quella continua (per i lavoratori occupati). Modernizzazione delle agenzie pubbliche di collocamento. Piano di formazione alle imprese. …/… - 44 - AMBITI ANALISI AMBIENTE L'evoluzione dei principali indicatori è sfavorevole: nel 2003 sono stati registrati i valori massimi dell'Unione a 25 per le emissioni di gas ad effetto serra; continua la crescita dell'intensità energetica dell'economia. La Spagna è inoltre al quarto posto nell'Unione per volume di merci trasportate su strada. OBIETTIVI PROGRAMMA NAZIONALE DI RIFORME MISURE PRINCIPALI Integrare l'obiettivo trasversale per aumentare l'efficienza energetica e ridurre entro il 2010 le emissioni di CO2 dal 40% al 24%. Continuare a rafforzare la coesione sociale e territoriale, migliorare l'efficienza dei sistemi di trasporto, razionalizzare i consumi idrici e migliorare il profilo ambientale e la qualità delle risorse idriche. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb Piano strategico delle infrastrutture e dei trasporti: fare in modo che i sistemi di trasporto contribuiscano alla sostenibilità ambientale. In tale contesto sono previste misure per espandere la rete ferroviaria fino a 35 km per 1000 km² di superficie. Migliorare l'intermodalità dei trasporti di passeggeri e di merci. Programma AGUA: migliorare la gestione e l'utilizzazione delle risorse idriche per una maggior coesione territoriale. Misure destinate a ottimizzare l'infrastruttura idraulica e migliorare la riutilizzazione, la depurazione e la desalinizzazione dell'acqua. …/… - 45 AMBITI ANALISI R&S, ISTRUZIONE E SOCIETÀ DELLA INFORMAZIONE R&S: l'ammontare degli investimenti nel 2003 è stato all'incirca dell'1,1% del PIL, equivalente alla metà della media dell'Unione a 25, risultato lontano dall'obiettivo di Lisbona (3% del PIL entro il 2010). La crescita nel periodo 1998–2003 è stata insufficiente in seguito a una stagnazione degli investimenti in R&S da parte dei settori pubblico e privato. OBIETTIVI PROGRAMMA NAZIONALE DI RIFORME MISURE PRINCIPALI Raddoppiare gli investimenti in R&S (2% del PIL entro il 2010). Ridurre della metà la quota di dispersione scolastica (20% entro il 2008, 15% entro il 2010). Convergere verso i livelli dell'Unione per quanto riguarda la società dell'informazione. Istruzione: i risultati sono inferiori alla media dell'Unione a 25 in cinque ambiti di riferimento, specialmente per quanto riguarda il tasso di giovani con un diploma di istruzione secondaria superiore (61,8% nel 2004, cifra che rappresenta una diminuzione di 3,4 punti rispetto al 1999, e segna un andamento divergente rispetto alla media europea, che è aumentata nello stesso periodo di 1,9 punti). CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb Riorientare la spesa pubblica per promuovere investimenti produttivi in capitale fisico, tecnologico ed umano. R&S: Il Quinto piano nazionale R&S+i 2004–2007, asse strategico della politica di ricerca e sviluppo, intende aumentare la spesa per le attività di R&S e innovazione, soprattutto nel settore pubblico. Per far convergere i principali indicatori verso la media europea il programma Ingenio 2010 intende utilizzare diversi strumenti: il Programma CENIT: che definisce i meccanismi per promuovere la cooperazione tra il settore pubblico e quello privato mediante consorzi strategici nazionali di ricerca tecnologica; la creazione di un "fondo di fondi" per promuovere la creazione delle nuove imprese tecnologiche; il programma Torres Quevedo che incentiva l'assunzione di laureati e tecnologi; il programma Consolider, inteso ad aumentare l'eccellenza nella ricerca scientifica. Istruzione: Misure per migliorare l'istruzione a tutti i livelli, aumentare la qualità dell'istruzione e ridurre l'insuccesso scolastico. Misure per aumentare l'efficienza dell'impiego delle risorse educative, per esempio i programmi di consolidamento, orientamento e sostegno ai vari livelli dell'istruzione obbligatoria. Il progetto di legge organica sull'istruzione è attualmente all'esame del parlamento spagnolo. Sviluppi normativi per permettere la convergenza della Spagna verso lo spazio europeo dell'insegnamento superiore. …/… - 46 AMBITI ANALISI OBIETTIVI Si registrano inoltre un elevato tasso di dispersione scolastica (31,1%) e una scarsa partecipazione ai programmi di formazione permanente (5,1%). PROGRAMMA NAZIONALE DI RIFORME MISURE PRINCIPALI Creazione di una rete di centri integrati per la formazione professionale. Società dell'informazione: Il piano Avanz@: portare tutti gli indicatori della società dell'informazione ai livelli europei. Società dell'informazione: i livelli sono comparativamente bassi per taluni indicatori (spesa TIC dell'1,7% rispetto al PIL; collegamenti Internet da casa al 34%, rispetto al 43% dell'Unione a 25 nel 2004). CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 47 - AMBITI ANALISI COESIONE SOCIALE Andamento favorevole del tasso di disoccupazione di lunga durata (3,5% della popolazione attiva nel 2004 rispetto al 4% dell'Unione a 25), anche se ancora insufficiente per quanto riguarda le donne (5,3% nel 2004 rispetto alla media del 4,6% dell'Unione a 25). Permane un significativo squilibrio territoriale negli indici occupazionali, anche se il coefficiente di dispersione dell'occupazione per regione presenta una tendenza alla diminuzione dal 1999. OBIETTIVI PROGRAMMA NAZIONALE DI RIFORME MISURE PRINCIPALI Ridurre la disoccupazione di lunga durata. Favorire l'integrazione nella società e nel mondo del lavoro dei disabili e dei gruppi a rischio di esclusione sociale. Rafforzare i meccanismi di redistribuzione del reddito del sistema di sicurezza sociale. Misure di formazione specifiche per i disoccupati di lunga data. Misure destinate all'integrazione lavorativa dei disabili e di altre persone o gruppi sociali che si trovano in una situazione di esclusione sociale o sono a rischio di esclusione sociale. Programmi di lotta contro la povertà integrati nei piani nazionali di inclusione sociale. Progetto di legge sull'autonomia personale e sull'assistenza alle persone che si trovano in situazione di dipendenza. Si registra uno degli indici di popolazione a rischio di povertà più elevato (19% della popolazione nel 2004, fermo dal 1999). CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 48 - FRANCIA Il Consiglio economico e sociale della Repubblica francese (CES) plaude alla realizzazione della rete interattiva tra il Comitato economico e sociale europeo (CESE) e i CES nazionali. Per la stesura del 1 presente contributo esso ha adottato due pareri e una comunicazione sulla scia dei lavori precedenti e ha proceduto a una serie di audizioni, tra cui quella di Maria João Rodrigues, responsabile del monitoraggio della strategia di Lisbona presso la Commissione europea. 1. Dall'attuazione degli obiettivi di Lisbona al programma nazionale di riforma (PNR) Il CES prende atto del parziale fallimento della strategia di Lisbona ed esprime alcune riserve, anche 2 di carattere metodologico, in merito al ristretto elenco di indicatori previsti e al significato della loro classificazione. Complessivamente, nella maggior parte dei paesi dell'Unione a 15 i progressi compiuti dall'avvio del processo sono rimasti limitati. Ciò considerato, il CES rileva che, rispetto alla media dei 25 Stati membri, la Francia: – – – – mostrava una posizione relativamente favorevole rispetto agli indicatori della situazione economica e dell'innovazione fino al 2001, mentre successivamente la sua situazione si è deteriorata, ha compiuto progressi in materia ambientale, continua a presentare risultati contrastanti in tema di integrazione dei mercati e di riforma economica, settori che restano di competenza delle autorità pubbliche, per quanto attiene invece alla coesione o al tasso di occupazione, gli indicatori collocano la Francia al livello della media europea, la quale è al di sotto della norma generale. Le parole chiave della strategia di Lisbona sono "economia della conoscenza" in quanto fonte privilegiata di competitività, "crescita economica sostenibile", "miglioramento quantitativo e qualitativo dell'occupazione", "maggiore coesione sociale". In tale contesto, il CES francese desidera sottolineare la necessità di mantenere l'equilibrio iniziale tra gli aspetti economici, sociali e ambientali del processo di Lisbona e di non concentrare le priorità unicamente sul concetto di competitività economica. In altri termini, le politiche economiche devono agire su ciascun elemento costitutivo del PIL per garantire la coesione sociale all'interno dell'Unione. In particolare, l'auspicato aumento del tasso di occupazione delle diverse fasce di età deve tenere conto della qualità dei posti di lavoro in questione (posizione, durata del lavoro, retribuzione). Secondo il CES, l'acuirsi delle disparità di reddito e di ricchezza, l'aumento dei posti di lavoro meno 1 2 La société de la connaissance dans le cadre de la stratégie de Lisbonne ("La società della conoscenza nel quadro della strategia di Lisbona"), del 26 ottobre 2005, relatore Hubert Bouchet; Les politiques économiques au service de la stratégie de Lisbonne ("Le politiche economiche al servizio della strategia di Lisbona"), del 26 ottobre 2005, relatore Henri Feltz; Contribution du Conseil économique et social au Pacte européen pour la jeunesse ("Il contributo del Consiglio economico e sociale al patto europeo per la gioventù"), del 29 settembre 2005, coordinatrice Élisabeth Morin. Cfr. Situation de la France au regard des indicateurs de Lisbonne ("La situazione della Francia rispetto agli indicatori di Lisbona"), del 22 febbraio 2005, relatrice Évelyne Pichenot. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 49 rispettosi dei diritti sociali, l'elevato tasso di disoccupazione e la mancata previsione dei cambiamenti, nelle loro diverse forme, e delle relative conseguenze indeboliscono ampie fasce della popolazione e finiscono per avvolgere la crescita economica nell'incertezza. L'attuale assenza di coordinamento nell'elaborazione delle strategie di concorrenza fiscale e sociale non fa che aggravare tale situazione di stallo. Per conseguire gli obiettivi di Lisbona e andare incontro alle aspirazioni dei cittadini è necessaria una effettiva cooperazione in materia di politica economica nell'ambito dell'Unione. A tale proposito, tre questioni fondamentali legate alla questione della governance economica in Europa meriterebbero di essere considerate con la massima attenzione: – – – l'applicazione di un Patto di stabilità e di crescita riformato, la cui efficacia è ancora tutta da verificare, il bilancio dell'Unione, che richiede un atteggiamento responsabile se si vogliono realizzare le condizioni finanziarie necessarie alla riuscita del progetto europeo, la politica monetaria della zona euro, che deve tenere maggiormente conto della necessità di stimolare la crescita e sviluppare l'occupazione. Più in generale, il CES ritiene necessario potenziare gli sforzi di coordinamento, di cooperazione e di condivisione dei progetti, in particolare in materia di ricerca e sviluppo. Ne risultano nuove sfide per i singoli e le organizzazioni collettive, che sono i soggetti della società e dell'economia della conoscenza. Per quanto concerne i singoli, si tratta di offrire a ciascuno la possibilità di adottare una "disposizione permanente all'apprendimento", nell'ambito di una dinamica di acquisizione e di diffusione delle conoscenze lungo tutto l'arco della vita. Tale predisposizione si forma a cominciare dalla famiglia e dalla scuola (acquisizione delle nozioni di base, riduzione delle disparità e soprattutto sviluppo della sete di sapere e dello spirito di emulazione). Tale nozione di "predisposizione all'apprendimento" deve applicarsi anche alle organizzazioni, le quali sono tutte invitate a favorire, ciascuna secondo la propria natura, l'espressione e il collegamento in rete delle conoscenze e dei soggetti interessati. L'Europa deve dotarsi di una strategia di lungo periodo commisurata alla sfida della globalizzazione e dar vita a un contesto dinamico che unisca politiche pubbliche e infrastrutture favorevoli all'economia della conoscenza. A questo fine occorre: – – rilanciare lo sforzo di ricerca, elevandolo al rango di "imperativo categorico" sia a livello nazionale sia nell'ambito dello spazio europeo, sottraendo le relative risorse finanziarie, portate al 3% del PIL, alle norme di bilancio congiunturali e privilegiando nelle scelte strategiche i nostri ambiti di eccellenza, sviluppare una rete europea e internazionale di università, enti di ricerca, istituti di istruzione superiore e imprese, CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 50 – – – – elaborare una strategia industriale e attuare una politica europea che promuova l'innovazione e lo sviluppo della produzione di beni e servizi, in particolare sostenendo la rete delle PMI (sul modello dello Small Business Innovation Research – SBIR) e favorendo l'emergere di nuove imprese, generalizzare l'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) per lo sviluppo della società della conoscenza e promuovere l'iniziativa della Commissione i-2010 relativa alla società europea dell'informazione per la crescita sostenibile e l'occupazione, fare appello alla funzione educativa dei media per favorire la diffusione delle conoscenze e informare i cittadini sulle sfide, attuali e future, legate alla conoscenza, adoperarsi per mettere la formazione a disposizione di tutti e di tutte le fasce d'età al fine di garantire percorsi professionali adeguati e la possibilità di far fronte agli imprevisti mediante meccanismi come il congedo individuale di formazione, il diritto individuale alla formazione, il riconoscimento delle esperienze acquisite e il bilancio delle competenze. La Francia intende realizzare tali obiettivi sviluppando dei poli di competitività che consentano di rafforzare i legami tra imprese, università e responsabili politici locali. Per mobilitare tutti i soggetti a favore dello sviluppo della conoscenza, l'Europa e gli Stati membri devono definire obiettivi precisi, corredandoli di strumenti e tabelle di marcia, e comunicarli ai cittadini nel modo più chiaro possibile. Con il lancio del patto europeo per la gioventù, il vertice di primavera del 2005 ha voluto raccogliere la sfida che consiste nel dare ai giovani lo spazio che spetta loro in Europa mediante l'istruzione e la formazione, l'inserimento professionale, la formazione lungo tutto l'arco della vita, la mobilità, l'alloggio, la vita familiare, ecc. È un'occasione unica per mobilitarsi a livello nazionale e promuovere presso i giovani la consapevolezza dell'Europa quale spazio di rispetto tra uomini e nazioni, pilastri di un nuovo umanesimo. Il CES ha presentato una serie di proposte sui tre aspetti del patto: occupazione, integrazione e promozione sociale, istruzione, formazione e mobilità, necessità di conciliare la vita professionale con la vita personale e familiare dei giovani adulti. Attraverso il patto europeo per la gioventù ogni Stato deve rafforzare il ruolo di ogni singolo cittadino europeo. 2. La necessità di coinvolgere i soggetti economici e sociali L'obiettivo da raggiungere consiste nel radicare la strategia di Lisbona a livello nazionale. Per questo è necessaria innanzitutto la partecipazione dei parlamenti nazionali e del Parlamento europeo, che finora sono rimasti visibilmente assenti da questo processo, ma anche quella del CES e delle organizzazioni della società civile. A tale proposito, bisognerebbe attivare seriamente il dialogo macroeconomico istituito dal Consiglio europeo di Colonia (1999) facendone la sede di una vera e propria concertazione (scadenze, trasparenza). Sarebbe così possibile garantire un migliore collegamento tra i tre poli indissociabili della politica macroeconomica (bilancio, politica monetaria, retribuzioni e redditi) a favore della crescita economica e della qualità della vita dei cittadini. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 51 - 3 In linea con un proprio parere dell'ottobre del 2002 , il CES illustra le sue proposte presso gli enti incaricati di redigere la posizione della Francia in occasione dei vertici europei di primavera. Dal 4 2003, le principali problematiche affrontate dal CES confluiscono in una comunicazione annuale che ne agevola l'esame da parte dei servizi del primo ministro. Il metodo consigliato dal CESE per coinvolgere la società civile nell'elaborazione dei programmi nazionali di riforma (PNR) apre prospettive interessanti per l'espressione democratica, ma la brevità dei termini fissati ne ha limitato la portata nell'immediato. L'organo consultivo per le questioni europee e internazionali si è riunito e le sue osservazioni saranno allegate al PNR francese. È prevista inoltre la consultazione della nostra assemblea su tale programma. Il CES, che ha avuto la possibilità di esprimersi su aspetti essenziali della strategia di Lisbona, è pronto a impegnarsi nella prosecuzione del progetto e a fornire le proprie valutazioni. L'attuazione e i futuri adeguamenti del PNR dovranno dar luogo a una concertazione regolare e approfondita per coinvolgere per quanto necessario la società 5 civile . I membri del CES hanno espresso valutazioni eterogenee sulla strategia di Lisbona. I dubbi e i timori avanzati dai cittadini europei dimostrano che occorre tenere conto delle loro legittime aspirazioni e sviluppare un dibattito democratico sugli obiettivi. I CES degli Stati membri e il CESE svolgono un ruolo fondamentale nel coinvolgere quanto più possibile la società civile negli obiettivi di Lisbona e nella valutazione della strategia. Il miglioramento, peraltro indispensabile, della trasparenza e della credibilità di quest'ultima contribuirebbe a facilitarne la comprensione e l'attuazione da parte dei diversi soggetti interessati. I consigli economici e sociali regionali (CESR) della Francia metropolitana e dei Territori d'oltremare sono in una posizione privilegiata per portare il dibattito ai cittadini. È stata rafforzata perciò la cooperazione tra i CESR e il CES nazionale: per il secondo anno, essi hanno organizzato congiuntamente una convenzione nazionale dei consigli economici e sociali, alla presenza del primo ministro e della Presidente del CESE, su un tema vicino alle problematiche del CESE: quello del ruolo della società civile organizzata nel processo decisionale pubblico. 3 4 5 Quelles compétences sociales, quels acteurs dans une Union européenne élargie? ("Quali competenze sociali e quali soggetti in un’Unione europea allargata?"), relatrice Évelyne Pichenot,. Processus de Lisbonne: communication du Bureau à partir des avis du Conseil économique et social en préparation du Sommet de printemps 2005 ("Il processo di Lisbona: comunicazione dell’Ufficio di presidenza sulla base del parere del Consiglio economico e sociale in vista del vertice di primavera del 2005"), del 12 ottobre 2004, coordinatore: Alain Deleu, a nome della delegazione dell’Unione europea; Processus de Lisbonne: communication du Bureau à partir des avis du Conseil économique et social en préparation du Sommet de printemps 2004" ("Il processo di Lisbona: comunicazione dell’Ufficio di presidenza sulla base del parere del Consiglio economico e sociale in vista del vertice di primavera del 2004"), del 18 ottobre 2003, coordinatore Alain Deleu, a nome della delegazione dell’Unione europea. Dopo questo parere il governo ha trasmesso ufficialmente al Consiglio economico e sociale francese una richiesta di consultazione sull'attuazione e il monitoraggio del PNR per tutto il periodo d'applicazione, riconoscendo in questo modo il ruolo della società civile rispetto alla strategia di Lisbona. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 52 Aprendosi in misura sempre maggiore alla discussione sul futuro delle questioni sociali, ospitando conferenze e gruppi di lavoro su questioni d'attualità e sviluppando la propria reattività, il CES consolida il suo radicamento nella vita della società civile. Esso è in grado di mobilitare, stimolare e diffondere il dibattito pubblico e trarne conclusioni utili per il bene collettivo. Si tratta di uno dei principali obiettivi della nostra assemblea: urge infatti stimolare la partecipazione di tutti, e in particolare delle giovani generazioni, a un progetto collettivo, nazionale ed europeo. * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 53 - IRLANDA 1. L'attuazione della strategia di Lisbona a livello nazionale Introduzione Per quanto concerne i principali obiettivi della strategia di Lisbona, l'economia irlandese registra prestazioni soddisfacenti e una crescita dinamica dell'economia e dell'occupazione. Nel 2005, il tasso di occupazione ha superato leggermente l'obiettivo intermedio della strategia di Lisbona, fissato per quell'anno al 67%. Nel secondo trimestre del 2005, il tasso di occupazione femminile si attestava sul 58%, pari all'1% in meno rispetto all'obiettivo prefissato. La gestione delle finanze pubbliche in Irlanda è conforme ai requisiti del Patto di stabilità e di crescita, in base ai quali i bilanci nazionali devono essere vicini all'equilibrio o in surplus. Le finanze pubbliche sembrano rispettare in modo soddisfacente i criteri di stabilità a lungo termine. I fattori che favoriscono la stabilità a lungo termine sono la riduzione dell'onere del debito e la presenza di riserve tali da poter far fronte al costo futuro delle pensioni. Benché l'Irlanda registri risultati positivi sui criteri macroeconomici della strategia di Lisbona, occorre constatare che quest'ultima pone al paese diversi problemi importanti di natura strutturale. Qui di seguito si analizzano le principali sfide che incombono sul paese. I problemi strutturali Innovazione ed economia della conoscenza. Le imprese ad alta intensità di conoscenza svolgono un ruolo importante nell'economia irlandese, specie grazie agli investimenti diretti esteri. Con una spesa in ricerca e sviluppo pari all'1,6% del PIL nel 2005, l'Irlanda si situa ampiamente al di sotto dell'obiettivo di Lisbona del 3% entro il 2010. L'Irlanda ha però notevolmente aumentato la propria spesa pubblica in tale settore, ponendo l'accento in modo particolare sulla ricerca nel settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e nel settore delle biotecnologie. Secondo il Consiglio economico e sociale nazionale irlandese (NESC) l'Irlanda deve ora approfondire e ampliare il proprio approccio alla politica di innovazione attraverso un rafforzamento dei legami tra enti di ricerca e imprese, un aumento degli investimenti nella ricerca applicata e la messa a punto di un dispositivo istituzionale destinato a istituire un quarto ciclo di insegnamento. Creare mercati del lavoro che favoriscano l'inserimento delle persone in cerca di occupazione e delle fasce meno favorite. Il tasso di disoccupazione è notevolmente diminuito in Irlanda e si colloca ormai tra i più bassi dell'UE. Ciononostante non è diminuito in uguale proporzione il numero di cittadini in età attiva dipendenti dall'assistenza sociale. Le richieste di assegni per famiglie monoparentali e di assegni di invalidità o di malattia sono nettamente aumentate. Nonostante siano sorte numerose iniziative destinate a far crescere il tasso di occupazione della manodopera proveniente dai gruppi CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 54 meno favoriti, il NESC raccomanda di realizzare riforme più radicali e approfondite che permettano di accelerare il conseguimento di tale obiettivo. Apprendimento e formazione lungo tutto l'arco della vita. L'Irlanda ha compiuto importanti progressi in questo campo, per esempio istituendo un sistema nazionale di riqualificazione. Si tratta di un sistema innovativo di reti di formazione e di sostegno specifico che consente ai beneficiari di prestazioni sociali di riprendere gli studi. Tali iniziative vanno potenziate, in modo che l'Irlanda possa sviluppare un sistema d'istruzione e formazione degli adulti veramente efficace. Il NESC invita a fornire maggiore assistenza finanziaria alla popolazione attiva, in modo da permettere a quest'ultima di investire nella propria istruzione o formazione. Occorre dedicare particolare attenzione alle persone poco qualificate e a quelle a maggiore rischio di licenziamento. Sostenibilità ambientale. La qualità ambientale in Irlanda è nel complesso soddisfacente, anche se la crescita economica determina pressioni considerevoli sull'ambiente. Tra le questioni di natura ambientale che l'Irlanda deve affrontare figurano il controllo delle emissioni atmosferiche prodotte dai trasporti e dalla produzione energetica, la riduzione dell'inquinamento idrico, la realizzazione di un sistema integrato di gestione dei rifiuti, la costruzione di alloggi sostenibili di alta qualità nelle zone urbane e rurali, il miglioramento della protezione degli habitat naturali e dell'accesso alla natura. 2. Il ruolo delle parti sociali Lo studio del NESC sulla strategia di Lisbona Il NESC terminerà prossimamente la propria relazione sulla strategia di Lisbona. L'approccio adottato consiste nell'esaminare il metodo aperto di coordinamento (MAC) e la sua interazione con il sistema nazionale irlandese di cooperazione sociale. Tale studio è inoltre inteso a valutare gli effetti del metodo aperto di coordinamento su due ambiti dell'azione pubblica: la formazione e le strutture di accoglienza per bambini. L'Irlanda si trova dinanzi a sfide notevoli nei due ambiti in questione e sia il governo sia le parti sociali devono adottare a tale proposito un approccio volto alla risoluzione dei problemi. Lo studio mira a determinare in quale misura il MAC abbia contribuito all'adozione di tale approccio. I partenariati nazionali di riforma In seguito alle conclusioni del Consiglio europeo di primavera del 2004, gli Stati membri sono stati invitati a istituire partenariati di riforma tra le parti sociali, conformemente alle consuetudini e ai meccanismi nazionali. Nel corso della sessione plenaria dell'aprile 2004, si è stabilito che il processo di partenariato sociale in Irlanda avrebbe svolto la funzione di partenariato nazionale di riforma. Le parti sociali sono state consultate sull'esame della strategia di Lisbona e sui preparativi del programma nazionale di riforma. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 55 Le sfide immediate per le parti sociali La priorità per il governo irlandese e le parti sociali consiste nel negoziare un nuovo accordo nazionale che, alla luce della situazione attuale, regoli l'evoluzione delle retribuzioni, la politica macroeconomica e le priorità in materia di riforme strutturali. I negoziati ufficiali dovrebbero iniziare prossimamente e si baseranno sul bilancio strategico triennale del NESC irlandese, pubblicato all'inizio di dicembre. * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 56 - ITALIA Premessa Il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (CNEL) ritiene utile evidenziare in via preliminare lo stretto collegamento esistente tra le politiche, nazionali ed europee, per il rilancio della strategia di Lisbona, da un lato, e l'esito della trattativa in corso sul bilancio comunitario e le prospettive finanziarie, dall'altro. Occorre una linea chiara sul bilancio comunitario e sulle prospettive finanziarie che debbono essere approvate al più presto: mantenimento del massimale attuale delle risorse proprie e più equilibrata ripartizione tra le voci di spesa. Del resto, senza una dotazione di risorse adeguata e coerente con la scelta strategica di rilanciare l'agenda di Lisbona, la concreta attuazione della stessa resterebbe lettera morta. Presentazione del piano italiano Il governo italiano ha adottato il 14 ottobre scorso, rispettando la tempistica prevista a livello comunitario, il Piano per l'innovazione, la crescita e l'occupazione (PICO). Partendo dalle 24 linee guida individuate a livello comunitario per il rilancio della strategia di Lisbona, sono stati sintetizzati cinque obiettivi prioritari: • • • • • ampliare l'area di libera scelta dei cittadini e delle imprese, incentivare la ricerca scientifica e l'innovazione tecnologica, rafforzare l'istruzione e la formazione del capitale umano, nonché accrescere l'estensione dei relativi benefici alla popolazione con particolare riferimento ai giovani, adeguare le infrastrutture materiali e immateriali, tutelare l'ambiente Il Piano, al quale per ragioni di brevità si rimanda, si propone di attivare due categorie di interventi: 1. 2. provvedimenti con validità generale per il sistema economico, progetti specifici con ricadute sulla produttività e competitività dell'economia italiana. Alcune valutazioni Le principali organizzazioni delle forze sociali - dei lavoratori e imprenditoriali - concordano sulla necessità di mantenere integri gli obiettivi della strategia di Lisbona considerandola l'unica strategia possibile per ridare crescita e occupazione all'economia europea. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 57 Il passaggio, deciso in occasione della "revisione di metà percorso" della politica di Lisbona, da un livello europeo a un livello nazionale con la definizione di "piani nazionali di riforma" che devono tradurre nei singoli Stati membri gli impegni fissati a livello comunitario, consente di cogliere le specificità di ciascun paese. Prioritaria, nel caso italiano, è da considerare la necessità di accompagnare lo sviluppo industriale con interventi in favore dei settori in difficoltà principali, per ampiezza e importanza delle imprese coinvolte, nella prospettiva di elevare la qualità della produzione e del lavoro. Tra gli obiettivi generali della strategia di Lisbona le forze sociali sottolineano: 1. l'importanza di aumentare gli interventi pubblici in favore di ricerca e sviluppo, garantendo l'equilibrio tra ricerca fondamentale e applicata, attivando maggiori investimenti privati e sostenendo, in particolare, la R&S nelle aree con forte presenza di PMI che costituiscono l'ossatura fondamentale del nostro sistema produttivo. Il processo di rinnovamento tecnologico e di elevamento della conoscenza deve anche essere sostenuto da adeguati incentivi fiscali e da un quadro comunitario che promuova reti di cooperazione tra ricerca, imprese e amministrazioni pubbliche, 2. l'esigenza di sviluppare la concorrenza e le liberalizzazioni, facilitando la mobilità di merci, servizi e fattori produttivi. In particolare, vanno riformate in profondità le norme nazionali a carattere protezionistico e corporativo, 3. la piena validità ed attualità di alcuni accordi sottoscritti dalle parti sociali, tra i quali: a) l'accordo, siglato nel 2003, per lo sviluppo, l'occupazione e la competitività del sistema economico nazionale: priorità condivise in materia di politiche per la ricerca, la formazione, le infrastrutture e il Mezzogiorno, b) il documento comune Progetto Mezzogiorno. I protagonisti dell'economia e del lavoro per lo sviluppo del Mezzogiorno, sottoscritto nel 2004. Le risorse La definizione e la presentazione del PICO pongono oggi l'Italia di fronte all'esigenza della sua attuazione, sulla quale rischiano di pesare, oltre alle difficoltà di ordine politico, incertezze di tipo finanziario. Su queste ultime il CNEL rileva, così come fanno le organizzazioni delle principali forze sociali, che alcune delle risorse previste per l'attuazione dei progetti (13 miliardi di euro, di cui 3 miliardi nel 2006) dovrebbero provenire dalla cessione di attività reali e da dismissioni di immobili dello Stato. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 58 Inoltre, l'insieme delle risorse a disposizione del piano (circa 46 miliardi di euro) sono in parte già incorporate negli stanziamenti di cassa, previsti per il bilancio fino al 2005, e in quelli di competenza, previsti per il triennio 2006-2008. Si tratta, quindi, di stanziamenti comprensivi delle precedenti politiche di settore, spesso valutate insufficienti nelle occasioni di confronto con le parti sociali. Il coinvolgimento delle parti sociali La valutazione delle principali organizzazioni delle forze sociali italiane su questo aspetto presenta opinioni divergenti. Da un lato, infatti, le organizzazioni sindacali dei lavoratori sottolineano come le modalità e le occasioni di confronto, nella fase di predisposizione del piano, abbiano consentito soltanto l'esposizione di osservazioni generali, di principio, più che valutazioni di merito, caratterizzandosi dunque più come informazione e/o consultazione che come effettivo partenariato e concertazione. Dall'altro lato, la maggiore organizzazione imprenditoriale (Confindustria) evidenzia il proprio giudizio positivo sul metodo di preparazione del piano, ritenendo che esso abbia consentito un effettivo coinvolgimento delle parti sociali. Confindustria ritiene altresì che molte delle indicazioni fornite al governo siano state recepite e inserite nel PICO. Il CNEL, da parte sua, nel dare conto di questa diversità di esperienze e valutazioni, non può non segnalare il mancato coinvolgimento del Consiglio stesso nella fase di preparazione del piano italiano. Un'occasione di confronto con il ministro delle Politiche comunitarie, incaricato dal governo italiano di seguire l'attuazione della politica di Lisbona, è costituita dal convegno che si svolgerà al CNEL il 7 febbraio 2006. Il CNEL auspica pertanto che dal proseguimento del lavoro comune del CESE e dei CES nazionali dell'Unione europea sulla strategia di Lisbona possa uscire rafforzato il ruolo degli attori economici e sociali, e più in generale della società civile. Tale ruolo è da considerare assolutamente indispensabile per l'effettiva attuazione di una politica che ha l'ambizione di coniugare crescita economica e coesione sociale. * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 59 - CIPRO 1. L'attuazione della strategia di Lisbona Nell'ottobre del 2005 Cipro ha elaborato un programma nazionale allo scopo di conseguire gli obiettivi fissati dalla strategia di Lisbona. Il programma, definito in seguito alla decisione del Consiglio europeo del marzo del 2005, tiene pienamente conto dell'elenco di orientamenti integrati dell'Unione europea (indirizzi di massima per le politiche economiche e orientamenti per le politiche in materia di occupazione) e illustra chiaramente le priorità di Cipro. In particolare, esso analizza la situazione attuale di ciascun settore prioritario, evidenziandone le sfide e le priorità politiche, e presenta nelle grandi linee le iniziative e le misure adottate o previste. Il programma è indubbiamente tale da rispondere efficacemente alle grandi sfide a cui Cipro deve far fronte e, se attuato correttamente, contribuirà a consolidare l'economia del paese, a migliorarne la competitività e a creare ulteriori posti di lavoro. Esso permetterà nel contempo di sfruttare appieno il contributo di Cipro alla realizzazione degli obiettivi di Lisbona. Il programma nazionale di Lisbona si articola in tre parti: macroeconomia, microeconomia e occupazione. Un allegato illustra inoltre le modalità di uso dei fondi strutturali e di coesione a sostegno della realizzazione degli obiettivi di Lisbona. Le grandi sfide e priorità evidenziate nel programma nazionale cipriota sono le seguenti: garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche, diversificare l'economia orientandola verso le attività a maggiore valore aggiunto, promuovere ricerca e sviluppo e innovazione e incentivare la diffusione delle TIC, avviare riforme strutturali mirate ad accrescere la concorrenza e a migliorare il contesto generale delle imprese, sviluppare e modernizzare le infrastrutture di base, proteggere a lungo termine l'ambiente, mantenere un aumento costante dell'offerta di manodopera, rendere più flessibili le regole che disciplinano il mercato del lavoro, continuare a sviluppare le risorse umane e a promuovere la coesione sociale. Tra le priorità assolute di Cipro vi è naturalmente il risanamento delle finanze pubbliche sul lungo periodo. Dallo scorso aprile la sterlina cipriota è entrata nel meccanismo di cambio europeo (MCE II) e Cipro dovrebbe aderire alla zona euro il 1° gennaio 2008. Il rispetto dei criteri di Maastricht assume così un'importanza primordiale non solo in questa fase, ma anche a lungo termine. L'esigenza di un risanamento di bilancio appare giustificata da una lunga serie di altri motivi, in particolare il mantenimento della stabilità macroeconomica, la dinamizzazione della crescita, l'invecchiamento della popolazione, ecc. Nonostante i progressi conseguiti in tale ambito nel corso dell'ultimo biennio, molto resta ancora da fare per riequilibrare la situazione mantenendo nel contempo sane le finanze pubbliche. Le iniziative e le misure presentate nel programma nazionale di Lisbona devono essere attuate senza ricorrere, come precisa il documento, a un aumento del carico fiscale. La ricerca e sviluppo e l'innovazione costituiscono un altro ambito prioritario in cui servono notevoli progressi. Con una spesa corrispondente ad appena il 20% circa della media comunitaria, Cipro è nettamente in ritardo in tale settore e la sua situazione lascia effettivamente a desiderare quando si CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 60 considera l'obiettivo dell'UE di aumentare del 50% la spesa media in ricerca e sviluppo. Si accolgono quindi con espresso favore le iniziative e le misure illustrate nel programma, specie quelle destinate a coinvolgere maggiormente il settore privato nella ricerca e sviluppo. Altrettanto importanti sono le misure destinate a favorire tutte le forme di innovazione, in particolare quelle miranti ad accrescere la capacità innovativa delle imprese e a creare una cultura dell'innovazione. Anche per quanto riguarda le TIC, si accolgono con favore i diversi interventi prioritari e le misure previsti nel programma, specie nei settori dell'amministrazione in linea, del commercio elettronico, della sanità in rete e dell'accesso alle reti a banda larga. In tali settori non ci si può permettere di accumulare ulteriori ritardi. Poiché Cipro è in ritardo rispetto ad altri Stati membri dell'Unione europea, è necessario agire con urgenza. È inoltre essenziale continuare a migliorare il quadro della concorrenza e il contesto globale delle imprese: ciò può avvenire in particolare favorendo una maggiore efficienza del settore pubblico, riducendo gli oneri regolamentari e amministrativi (anche procedendo a valutazioni d'impatto sistematiche della legislazione esistente o in preparazione), ampliando e approfondendo il mercato interno, promuovendo l'imprenditorialità e facilitando l'accesso delle imprese ai finanziamenti. Altrettanto favorevolmente si considerano le misure per la necessaria diversificazione dell'economia verso la produzione di beni e servizi a maggiore valore aggiunto, diversificazione che consentirebbe, tra l'altro, di ridurre l'eccessiva dipendenza dell'economia cipriota dal settore del turismo. È inoltre necessario sviluppare e modernizzare le infrastrutture di base (in particolare i porti e gli aeroporti, anche in vista dell'adesione di Cipro allo spazio Schengen) e proteggere l'ambiente sul lungo periodo (specie assicurando una gestione sostenibile delle risorse e dei rifiuti, riducendo le emissioni di gas a effetto serra e promuovendo il risparmio energetico e le fonti di energia rinnovabili). Per quanto riguarda le sfide in materia di occupazione, il programma nazionale di Lisbona insiste a ragione sulla necessità di aumentare l'offerta di manodopera, rendere più flessibili le regole che disciplinano il mercato del lavoro, continuare a sviluppare il capitale umano e a promuovere la coesione sociale. La carenza di manodopera è una delle caratteristiche del mercato del lavoro cipriota, la quale si iscrive in un contesto di invecchiamento della popolazione che ormai non è più possibile ignorare. Si approvano quindi le priorità stabilite dal programma in questo senso, vale a dire la necessità di accrescere la partecipazione delle donne e delle persone più anziane al mercato del lavoro e di creare canali occupazionali per giovani e disoccupati. È inoltre necessario ridurre le disparità tra uomini e donne, in particolare gli scarti salariali. Per accrescere la competitività dell'economia cipriota è essenziale disporre di un mercato del lavoro flessibile. La modernizzazione dei servizi pubblici per l'occupazione, la promozione di modalità di lavoro flessibili e la valutazione costante delle esigenze dell'economia in materia di mercato del lavoro rappresentano altrettanti progressi previsti dal programma. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 61 Un altro fattore ugualmente importante per la crescita della competitività e dell'occupazione è lo sviluppo del capitale umano. La situazione in tale settore è relativamente soddisfacente, ma permangono alcune carenze a cui il programma cipriota intende giustamente rimediare, in particolare per quanto riguarda i meccanismi di apprendimento, il miglioramento della qualità dell'insegnamento (per quanto riguarda ad esempio l'introduzione delle tecnologie moderne nel sistema scolastico), il costante aggiornamento delle competenze per rispondere alle esigenze del mercato del lavoro e l'elaborazione di una strategia globale di istruzione e formazione lungo tutto l'arco della vita. Infine, la promozione della coesione sociale costituisce una priorità, ma anche una sfida che presenta allo stesso tempo una dimensione sociale ed economica. Si sostengono di conseguenza le misure previste nel programma e rivolte soprattutto ai gruppi meno favoriti e più vulnerabili (in particolare quanti beneficiano dell'assistenza sociale, i disabili, gli anziani, gli indigenti, ecc.), con l'obiettivo di promuoverne l'inserimento o eventualmente il reinserimento sul mercato del lavoro. 2. Il ruolo della società civile e le buone prassi Durante l'elaborazione del programma nazionale di Lisbona, il governo cipriota ha debitamente consultato le parti sociali, i soggetti economici e i partiti politici, i quali hanno potuto presentare punti di vista e posizioni sulla forma e il contenuto del programma. I vari contributi scritti sono stati poi pubblicati sul sito Internet del ministero delle Finanze, che aveva l'incarico di coordinare l'elaborazione del programma nazionale. Le principali parti sociali sono inoltre state invitate a una riunione tenutasi il 25 luglio 2005 alla presenza di un gruppo di responsabili della Commissione europea, giunti a Cipro per discutere con le autorità nazionali e le parti sociali sulla preparazione del programma nazionale di Lisbona. La riunione è stata l'occasione per uno scambio di idee e di opinioni utile e costruttivo. Il progetto di programma nazionale, ultimato a metà settembre del 2005, è stato esaminato dalle parti sociali e dagli altri soggetti interessati. La versione definitiva è stata presentata al Consiglio dei ministri che l'ha approvata nell'ottobre del 2005. Le varie consultazioni sono state utili e costruttive e hanno consentito di coinvolgere gli esponenti della società civile lungo tutto l'arco dei lavori e di raccogliere il loro contributo all'elaborazione del programma nazionale di Lisbona. Ci si compiace inoltre del fatto che il governo abbia tenuto conto di numerose posizioni e opinioni espresse dalle parti sociali, dai soggetti economici e da altri gruppi di interesse durante l'elaborazione del programma nazionale. Il governo si è impegnato a invitare, in occasione della pubblicazione del programma, tutte le parti interessate a presentare proposte per istituire un meccanismo efficace di controllo dell'attuazione del programma, ma non l'ha ancora fatto. La creazione di tale meccanismo sarà coordinata dal ministero delle Finanze e il governo intende elaborare relazioni semestrali di avanzamento, da esaminare in seno al Consiglio dei ministri. È necessario che le diverse parti interessate (in primo luogo le parti sociali) CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 62 partecipino all'elaborazione di tali relazioni e, più in generale, all'attuazione del programma, almeno nel proprio settore di competenza. Si considera inoltre che alle parti sociali spetti il compito di seguire lo stato di attuazione del programma, di intervenire e, in caso di attuazione inesistente, insoddisfacente o incompleta, di fare pressioni sul governo e presentare eventuali proposte operative. Il governo ha inoltre reso noto che sarà progressivamente definita una serie di indicatori per valutare i progressi conseguiti nell'attuazione del programma di Lisbona e che, in un primo tempo, si potrebbero utilizzare a tal fine i principali indicatori strutturali. Tali indicatori, una volta definiti, semplificherebbero notevolmente il controllo dell'attuazione del programma anche per le parti sociali. Infine, il governo e le altre parti coinvolte, in primo luogo le parti sociali, dovrebbero rendere pubblici sia il programma nazionale di Lisbona (e i rispettivi contributi a tale documento) sia la strategia di Lisbona nel suo complesso e presentarli in via prioritaria ai gruppi interessati ma anche a tutta l'opinione pubblica, attività che numerose parti sociali cipriote hanno già intrapreso. * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 63 - LETTONIA 1. L'attuazione della strategia di Lisbona In Lettonia, il programma nazionale di riforma inteso a conseguire gli obiettivi fissati dalla strategia di Lisbona è stato ratificato dal governo l'11 ottobre 2005. Esso è stato redatto in linea con il documento di elaborazione della strategia comunitaria del 2000 e con la decisione della Commissione del marzo 2005. Le priorità del programma saranno riprese nel documento strategico sull'uso dei fondi europei nel periodo 2007-2013. Il programma stabilisce priorità chiare per la Lettonia: condurre la crescita annua del PIL entro una fascia compresa tra il 6 e l'8%, ridurre il deficit di bilancio, portare entro il 2008 il tasso di occupazione al 65% (61% per le donne e 48% per i lavoratori anziani), portare all'82% la percentuale di giovani con diploma di scuola superiore, destinare l'1% del PIL alla ricerca e sviluppo, raggiungere per gli investimenti privati un livello compreso tra il 23 e il 25% del PIL. Le linee generali e specifiche del programma nazionale di riforma comprendono la stabilità macroeconomica, lo sviluppo della conoscenza e dell'innovazione, la creazione di un contesto favorevole agli investimenti e all'occupazione, la promozione del lavoro e il miglioramento dell'insegnamento e della formazione. 2. Il ruolo della società civile organizzata Il ministro dell'Economia, che presiede il consiglio per la strategia di Lisbona, intende incoraggiare le parti sociali a definire un programma di sensibilizzazione dell'opinione pubblica sugli obiettivi conseguiti. Durante l'elaborazione del programma, il ministero dell'Economia ha consultato le PMI, le ONG e i sindacati. La consultazione dei rappresentanti della società civile costituisce per questi ultimi una buona occasione per partecipare al processo nel suo insieme e contribuire alla redazione del programma nazionale di riforma. Ciò detto, il programma appare troppo voluminoso (44 pagine), si discosta leggermente dall'obiettivo di chiarificazione e non si concentra sulle questioni essenziali. * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 64 - LITUANIA Il programma nazionale della Lituania per il 2005-2008 ruota intorno a tre priorità chiaramente definite: il mantenimento di una crescita economica rapida e della stabilità macroeconomica, la promozione della competitività delle imprese e lo sviluppo dell'occupazione e degli investimenti in capitale umano. Ciascuna priorità è descritta in modo particolareggiato: vengono definiti, infatti, non solo obiettivi e strumenti concreti, ma anche le risorse finanziarie necessarie alla realizzazione degli obiettivi. Nonostante i numerosi aspetti positivi, il programma nazionale lituano appare più orientato al processo che ai risultati; inoltre contiene frasi astratte ed espone concetti fondamentali senza precisare gli obiettivi a essi legati. Le proposte della confederazione lituana degli industriali e di altre organizzazioni non governative avevano un carattere più radicale rispetto a quelle accolte nel programma, e andavano nel senso di un miglioramento degli incentivi fiscali a favore delle imprese in relazione agli investimenti in materia di innovazione, R&S e istruzione. Nonostante alcune carenze, il programma rappresenta un notevole progresso in termini di attenzione alle proposte delle organizzazioni non governative; di conseguenza la versione definitiva del documento è ritenuta soddisfacente. L'elaborazione del programma nazionale ha visto la partecipazione attiva di alcune organizzazioni non governative. Il ministero lituano dell'Economia, incaricato di redigere il programma, si è avvalso dei numerosi contributi della società civile. Anche se numerose proposte non sono state accolte, il ministero si è mostrato comunque attento ai suggerimenti delle organizzazioni coinvolte e ha avviato con queste una lunga serie di consultazioni sin dall'inizio dell'elaborazione del documento. La particolare attenzione mostrata dal ministero dell'Economia si giustifica con le iniziative intraprese dalle diverse organizzazioni e in particolare dalla confederazione lituana degli industriali (LPK), che nel marzo del 2005 aveva organizzato un convegno internazionale sul tema: "Il processo di Lisbona a metà percorso: obiettivi e prospettive dei governi e delle organizzazioni dell'industria e delle imprese dei nuovi Stati membri dell'UE". A tale convegno hanno partecipato il presidente della Repubblica lituana, il primo ministro e numerosi ministri del governo lituano, Wim Kok, il segretario generale dell'UNICE Philippe de Buck, gli esponenti delle confederazioni industriali dei nuovi Stati membri dell'UE e di alcuni paesi nordici e i rappresentanti di organizzazioni sindacali nazionali e straniere. Nel corso dell'elaborazione del programma nazionale, la confederazione lituana degli industriali si è imposta come principale organo consultivo del ministero dell'Economia e delle istituzioni incaricate di redigere le singole parti del documento. Presso la sede della confederazione si è tenuta una serie di riunioni consultive con i dirigenti sindacali. Essenziale è stato in particolare il contributo dell'LPK al convegno finale sul programma organizzato dal ministero dell'Economia. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 65 Le organizzazioni lituane della società civile sono del parere che, se il programma nazionale sarà attuato correttamente, nel corso dei prossimi anni si dovrebbero ottenere risultati concreti. Esse intendono seguire attivamente il processo di attuazione e cooperare appieno con il governo nazionale tentando nel contempo di mantenere, nei confronti di quest'ultimo, un forte spirito critico. * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 66 - LUSSEMBURGO 1. Lo stato dell'attuazione della strategia di Lisbona sul piano nazionale: esigenze e priorità − Giunti a metà percorso, è inevitabile constatare che gli obiettivi di Lisbona non sono ancora stati conseguiti. Il Consiglio economico e sociale lussemburghese (CES) ha dedicato i suoi ultimi pareri annuali sullo sviluppo economico, sociale e finanziario del paese, in particolare il parere dell'11 marzo 2005, alla trasposizione degli obiettivi di Lisbona nelle politiche nazionali. Nell'ambito dell'attuazione della strategia di Lisbona, il CES insiste sulla necessità che l'approccio integrato continui a fondarsi sulla triade formata da economia, coesione sociale e ambiente. Secondo il CES lo sviluppo sostenibile, fondamento della strategia di Lisbona, si compone di tre dimensioni - quella economica, quella sociale e quella ambientale - che sono equivalenti e hanno la stessa importanza. Il CES è inoltre del parere che la formazione del sapere e lo sviluppo delle competenze necessarie alla realizzazione della società della conoscenza costituiscano la base della strategia di Lisbona. Lo sviluppo della ricerca e della formazione professionale, sia quella di base che quella continua, e gli investimenti nell'innovazione rappresentano gli strumenti principali di tale strategia. Il CES ritiene che la politica economica abbia il compito di rafforzare la fiducia stimolando la domanda interna e aumentando il livello degli investimenti. Il CES ha presentato una serie di proposte per migliorare il contesto imprenditoriale, la ricerca e sviluppo e la formazione in generale, lo sviluppo delle infrastrutture e delle industrie di rete, e le modalità di produzione e di consumo ecologicamente sostenibili. Tali proposte sono state integrate da altre per un migliore funzionamento del mercato del lavoro - specie mediante incentivi positivi volti a prolungare la durata della vita attiva - e per l'aumento del tasso di occupazione femminile, come pure da riflessioni e proposte intese a migliorare la qualità del lavoro e la coesione sociale nonché a realizzare una politica di inclusione sociale attiva e integrata. A parere del CES la competitività non è mai fine a se stessa, ma costituisce solo uno degli strumenti capaci di promuovere il benessere di tutta la popolazione. Il CES ha richiamato l'attenzione sulla necessità di una crescita economica forte e a lungo termine, fondata su un incremento dell'occupazione e della produttività. Questa è la condizione indispensabile per mantenere il livello della protezione sociale e delle norme ambientali elevato sul lungo periodo. − Il programma nazionale di riforma (PNR), denominato "Piano nazionale per l'innovazione e la piena occupazione", è stato redatto dall'Osservatorio della competitività sotto l'egida del ministro CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 67 dell'Economia e del commercio estero, che ha l'incarico di coordinare la strategia di Lisbona sul piano nazionale. Il piano è stato presentato al comitato di coordinamento tripartito, che riunisce le parti sociali e il governo ed è presieduto dal primo ministro. Pur essendo discusso con le parti sociali, il piano è elaborato sotto la responsabilità del governo. Si tratta di un programma a medio e lungo termine basato su 20 orientamenti integrati che tiene conto degli sviluppi economici, sociali e ambientali. Gli orientamenti integrati dal 3 al 6 non sono stati ripresi alla lettera nel PNR, ma trattati in altre sezioni del piano nazionale di riforma. Il 16 novembre 2005, dopo un dibattito e l'introduzione di alcune modifiche, la Camera dei deputati ha approvato il piano nazionale per l'innovazione e la piena occupazione. Numerose delle misure ivi previste continueranno a essere discusse con le parti sociali in vista di una loro eventuale attuazione. 2. Il ruolo dei soggetti economici e sociali − La riforma della legge costitutiva del CES del 2004 stabilisce che quest'ultimo debba partecipare con i propri pareri alle diverse fasi dell'elaborazione dei grandi orientamenti delle politiche economiche. La ridefinizione dei grandi orientamenti delle politiche economiche (GOPE) in base all'obiettivo della strategia di Lisbona ha fatto sì che il CES contribuisse sul piano nazionale, attraverso i suoi pareri, agli orientamenti integrati per la crescita e l'occupazione (OI). Il primo parere sugli OI risale al 15 maggio 2005. A causa dei termini serrati imposti dal nuovo ciclo di governance, il CES non ha potuto eseguire un'analisi approfondita, né tanto meno raggiungere posizioni comuni sull'insieme degli orientamenti integrati presentati dalla Commissione europea prima del Consiglio europeo del giugno 2005. Lo stesso si è verificato per il comitato di coordinamento tripartito. Inoltre, i rappresentanti della società civile organizzata diversi dalle parti sociali non hanno preso parte ai dibattiti sugli OI e sull'elaborazione del PNR. Quest'ultimo prevede tuttavia che tutti i soggetti della società civile, in primo luogo le parti sociali, partecipino all'elaborazione del piano per l'innovazione e la piena occupazione. Le discussioni in materia continueranno in vista della progressiva concretizzazione del piano trasmesso all'Unione europea. − La strategia di Lisbona è un programma permanente e continuo di trasformazione dell'economia e della società, anche se si deve constatare che la sua attuazione non rispetta la tabella di marcia stabilita. − Negli ultimi anni si è adottata una serie di misure per accompagnare la trasformazione dell'economia in società della conoscenza e per sostenere la crescita e l'occupazione. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 68 Ad esempio, nel quadro del dialogo sociale bipartito, le organizzazioni imprenditoriali e sindacali maggiormente rappresentative hanno concluso un accordo collettivo sull'accesso individuale alla formazione professionale continua. Il confronto sul telelavoro si è concluso e porterà alla firma di un accordo. Viceversa, la riforma del contratto di lavoro a tempo parziale è ancora in fase di negoziazione, e sarà ultimata nel 2006. Al fine di trasporre la Carta comune per promuovere le pari opportunità e l'accesso dei disabili al mondo del lavoro, le parti sociali hanno varato tra l'altro una campagna di sensibilizzazione volta a incoraggiare l'occupazione dei portatori di handicap. Il 23 luglio 2004 il CES ha adottato un parere sui cosiddetti "conti ore" (comptes épargne temps), tracciando così gli orientamenti per la loro introduzione per via di legge e tramite concertazione tra le parti sociali. Il governo dovrà ora elaborare la relativa legge quadro sulla base delle proposte, per lo più consensuali, del CES. Al momento il CES sta discutendo le modalità e gli strumenti atti a recepire su scala nazionale l'accordo quadro europeo sullo stress sul luogo di lavoro. Negli ultimi anni, inoltre, l'accesso ai finanziamenti e in particolare l'accesso al capitale sono stati notevolmente migliorati al fine di favorire la creazione di imprese, ed è stata adottata una nuova legge quadro sulle "classi medie". La Société nationale de crédit et d'investissement (SNCI) ha intrapreso una serie di iniziative per adeguare ulteriormente la propria gamma di prodotti finanziari all'evoluzione delle esigenze delle imprese. Il credito a scadenza è stato modernizzato, è stato introdotto un meccanismo di ricerca "CRP" ed è stato firmato un accordo di cooperazione con il Fondo europeo per gli investimenti per facilitare l'accesso al capitale di rischio. Si stanno inoltre sviluppando prodotti per tradurre i risultati della ricerca nella creazione di imprese. − Il CES proseguirà le sue analisi sul seguito e sulla valutazione del programma nazionale di Lisbona conformemente ai propri compiti istituzionali, coinvolgendo i rappresentanti della società civile organizzata per trattare i problemi che li riguardano. Le infrastrutture di rete, dell'energia e delle comunicazioni svolgono un ruolo chiave nel migliorare la competitività e sono essenziali per garantire uno sviluppo armonioso e sostenibile. Nella società multiculturale lussemburghese un ruolo importante spetta inoltre alla politica in materia di immigrazione e di integrazione attiva. L'apporto migratorio costituisce infatti un fattore favorevole alla crescita economica e al consolidamento del PIL che si aggiunge alle potenzialità interne (persone in cerca di occupazione, lavoratori anziani, donne ecc.). La coesione sociale rappresenta uno dei tre aspetti della strategia di Lisbona e la sua importanza va preservata per garantire un ambiente favorevole all'occupazione e alla vita sociale. La società della conoscenza non potrà essere realizzata con percorsi professionali incerti e condizioni di vita precarie. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 69 - − Infine, per illustrare la strategia di Lisbona ai cittadini, il CES ha organizzato, nel quadro della presidenza lussemburghese del Consiglio dell'UE, sei riunioni in cooperazione con il CESE e i CES nazionali e con la partecipazione dei rappresentanti della società civile organizzata, al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica su una migliore comprensione della costruzione europea, sulle sfide della globalizzazione e su soluzioni che tengano conto delle esigenze dei cittadini e dell'economia. * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 70 - UNGHERIA Il presente documento riporta la posizione del CES ungherese ed è inteso a guidare gli enti di pianificazione nella definizione delle loro priorità. Il Comitato rivendica per sé un futuro ruolo nell'attività di pianificazione attraverso le proprie commissioni e i propri membri. 1. Il contesto mondiale e internazionale Si immagini un paese in cui la società sia organizzata in modo armonioso e sano, in cui bambini e adulti conducano un'esistenza serena, in cui i sistemi di istruzione e sanità rispettino le norme più elevate su scala mondiale, un paese dotato di un'economia competitiva in cui sia naturale avere uno stile di vita rispettoso dell'ambiente. Un paese i cui abitanti siano decisi, autonomi, aperti, ricettivi a nuove conoscenze, consapevoli e rispettosi delle proprie tradizioni, mentalmente flessibili, vivano sicuri, siano solidali tra loro, siano membri fondatori e attivi della comunità, conoscano e impieghino la non violenza quale strumento di risoluzione dei conflitti. In una simile società la qualità della vita non dipende solo dalla soddisfazione dei bisogni materiali, ma implica anche la necessità di soddisfare i bisogni non materiali. È da tutti questi elementi che derivano le conclusioni e gli obiettivi settoriali, orizzontali o relativi alle singole politiche. Le situazioni e le sfide attuali impongono un riesame dell'insieme dei legami e dei rapporti tra Stato e società, tra Stato ed economia, tra Stato e cittadini, oltre che una revisione del concetto di orientamenti strategici. Per conseguire gli obiettivi della politica di sviluppo, è importante precisare le funzioni dello Stato, i suoi doveri, gli strumenti di cui si serve, le modalità di finanziamento e la ripartizione dei compiti e delle competenze (tra potere centrale, regioni, enti locali), nonché le responsabilità assunte dallo Stato in relazione al "bene comune". Per realizzare gli obiettivi prefissati sarà necessario scendere a compromessi con un mondo caratterizzato da una concorrenza sempre più aspra e da un aumento dei rischi economici e sociali. Le previsioni indicano trasformazioni su scala mondiale caratterizzate dal sopraggiungere di crisi che potrebbero aggravare la dipendenza economica e la vulnerabilità dell'Ungheria. Tutto ciò rappresenta una sfida di ampia portata dal punto di vista dell'attuazione degli obiettivi illustrati nei piani nazionali di sviluppo e assetto territoriale, obiettivi che devono quindi essere corretti o subire modifiche strutturali. Sarebbe utile indicare in modo più particolareggiato le condizioni necessarie alla realizzazione degli obiettivi prefissati. 2. Competitività, sostenibilità, sviluppo sostenibile Occorre analizzare in modo approfondito la futura evoluzione dei flussi economici in un contesto internazionale sempre più globalizzato e i mutamenti nelle riforme necessarie per l'adesione all'Unione europea, nel bilancio, nelle istituzioni e negli strumenti, così come i loro possibili effetti. Occorre fare i conti con una concorrenza sempre più aspra e con tensioni sociali ed economiche proprie di un mondo in fermento. È necessario prepararsi ai cambiamenti e, trattandosi di fattori che CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 71 influiscono in modo determinante sulla vita della società e dell'economia ungheresi, è opportuno prevedere una serie di approcci possibili sin dalla fase di pianificazione. Occorre definire chiaramente la nozione di competitività e il contesto, gli indicatori e i punti di riferimento a essa correlati. Oltre che per la competitività, il miglioramento delle prospettive passa per la capacità e la volontà di cooperare. Anche a tale proposito è opportuno insistere sul fatto che il problema non è solo la competitività economica. È inoltre necessario definire e analizzare con esattezza le nozioni di sostenibilità e sviluppo sostenibile, ed elaborare una strategia nazionale di sviluppo sostenibile. 3. Ricerca, sviluppo e innovazione Gli istituti e gli enti accademici e universitari di ricerca e il settore privato partecipano in modo decisivo, ciascuno in funzione delle proprie caratteristiche e risorse, al rafforzamento di un'economia competitiva, all'innovazione, alla realizzazione degli obiettivi di sviluppo territoriale e regionale (centri regionali della conoscenza, occupazione, competitività su scala regionale) e al consolidamento degli aspetti relativi alle risorse umane. 4. Solidarietà e coesione sociale, pari opportunità Si potrebbe pensare di porre l'accento sulla solidarietà, la coesione sociale e le pari opportunità quali obiettivi essenziali e strategici dei documenti dei programmi nazionali di sviluppo e assetto territoriale. Si devono istituire programmi integrati a favore della coesione, il cui obiettivo immediato consista nel miglioramento delle opportunità e degli aiuti offerti alle fasce sociali svantaggiate, quali i disabili, i rom, gli indigenti, gli anziani, i bambini, le famiglie monoparentali e quelle numerose. La non violenza, il ricorso a soluzioni pacifiche e l'esistenza di una società che si oppone a ogni forma di discriminazione costituiscono una base fondamentale per la trasformazione sociale. Le questioni demografiche non possono essere unicamente affrontate da una prospettiva razionale, ma serve una chiara e adeguata assunzione di responsabilità da parte dello Stato e della collettività; inoltre, il sostegno alle famiglie non può limitarsi alla sola questione degli aiuti finanziari. 5. Istruzione, formazione e cultura In un contesto concorrenziale, l'istruzione e la formazione svolgono una serie di funzioni, come emerge dai documenti sullo sviluppo: ad esempio, favoriscono la competitività economica e sostengono l'avvento di un'economia e di una società fondate sulla conoscenza. Nell'ambito di tali funzioni, occorre rafforzare il sostegno dato dalla collettività alla cura dei neonati e dei bambini nel quadro delle strutture scolastiche, le quali favoriscono lo sviluppo della personalità e l'acquisizione di un'adeguata conoscenza di sé. È inoltre opportuno favorire i necessari cambiamenti nella formazione dei lavoratori specializzati, nell'insegnamento linguistico e nella formazione in età adulta. È altresì essenziale educare e incoraggiare a una mentalità e a uno stile di vita rispettosi dell'ambiente. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 72 La cultura svolge un ruolo decisivo nella conservazione delle tradizioni e dei valori nazionali e, come l'istruzione, rafforza nel contempo elementi quali la creatività, le riflessioni innovative, l'espressione di sé. Al tempo stesso la cultura assume i caratteri di un miglioramento della conoscenza dell'Europa multiculturale, dell'innalzamento del livello culturale, del cambiamento delle mentalità e accresce, in tal modo, la capacità di assorbimento della società. 6. Società civile Occorre dare alla società civile la possibilità di partecipare direttamente e di intervenire in tutti i settori, in particolare in materia di solidarietà, pari opportunità, istruzione e cultura, protezione dell'ambiente e della natura. 7. Questioni ambientali Le priorità di sviluppo in materia di ambiente sono presenti in modo trasversale nei documenti di pianificazione. Per garantire sviluppi positivi negli ambiti estremamente ampi legati alla protezione dell'ambiente è necessario ricorrere a un metodo e a una pianificazione integrata relativa allo sviluppo, che tengano conto dello sviluppo sostenibile e delle considerazioni in materia di politica economica e risorse umane di cui sopra. Nel quadro degli investimenti nelle infrastrutture, occorre applicare e attuare sin dalla fase di programmazione strategica i requisiti ambientali a lungo termine e i metodi utilizzati per conformarvisi. 8. Gli aiuti finanziari dell'UE e la modernizzazione economica e sociale Senza l'aiuto finanziario dell'UE non sarebbe possibile portare a termine la modernizzazione della società e dell'economia ungheresi. A tale proposito occorre considerare seriamente una riduzione degli obiettivi stabiliti nei documenti dei programmi nazionali di sviluppo e assetto territoriale. In linea con i principi fondamentali sull'utilizzo dei fondi strutturali, il numero di obiettivi di sviluppo strategico può essere fissato tra 4 e 6. Sarebbe quindi opportuno ridefinire i 9 (8+1) obiettivi strategici del piano di sviluppo territoriale stabilendo i cinque obiettivi seguenti: crescita sostenibile della competitività economica, livello soddisfacente nell'ambito della sanità, del sapere e della cultura, rafforzamento della solidarietà sociale, modernizzazione della struttura territoriale e dell'amministrazione, protezione delle risorse naturali e ambientali. Questa ripartizione sembra poter riflettere realisticamente l'attuale stato di cose, le esperienze maturate finora, la relazione dinamica tra economia e società, gli aspetti relativi alle risorse umane a disposizione dei livelli di sviluppo nazionale, locale, regionale e trasversale. Tale ripartizione potrebbe presentare in modo trasparente gli obiettivi trasversali, locali e settoriali, come già avviene nei documenti relativi allo sviluppo. Analogamente, gli obiettivi di assetto del territorio elencati nel piano di assetto territoriale (OTK) potrebbero essere oggetto di modifiche, sia pure minime: CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 73 - recupero del ritardo delle regioni, competitività territoriale, sviluppo sostenibile e integrazione geografica, decentramento e regionalismo. 9. Ruolo dello Stato, decentramento e regionalismo Il fatto che la pianificazione e le realizzazioni strategiche siano coordinate (da una squadra di esperti relativamente poco costosa, ristretta e ben preparata) e che non siano guidate da considerazioni settoriali deriva dalla volontà di realizzare economie. La riforma amministrativa non può essere rinviata. I documenti sullo sviluppo devono includere una descrizione dettagliata della soluzione in grado di permettere la realizzazione dell'obiettivo principale o degli obiettivi strategici sopra elencati, e indicare chiaramente l'entità dei costi in termini economici, politici e sociali. Il coordinamento degli aspetti di politica economica e sociale e degli aspetti locali, regionali e orizzontali definiti dall'UE è in grado di offrire risposte soddisfacenti nell'ambito della politica di sviluppo ungherese: per esempio, un miglioramento delle condizioni di vita delle persone che vivono in ambienti rurali, un rafforzamento delle capacità di conservazione (da determinare concretamente) degli spazi rurali, il recupero del ritardo delle regioni sfavorite sul piano economico o sociale, lo status giuridico delle aree di dimensioni ridotte nell'ambito della politica territoriale e dell'accesso ai fondi, ecc. Uno dei principali elementi della politica europea di sviluppo, cioè l'approccio integrato, andrebbe applicato all'intera struttura verticale dello sviluppo economico e sociale del paese. 10. Il metodo appropriato Per conseguire l'obiettivo principale, vale a dire una cooperazione tra economia e società e un equilibrio dinamico (nel quadro della pianificazione strategica), è necessario disporre di un metodo efficace e rispondente alle prassi consigliate dalla Commissione europea in tale ambito. Nei due documenti sullo sviluppo occorre partire da una serie di dati statistici e di metodologie seguite sia in Ungheria sia su scala internazionale. Le diverse forme di partenariato (innovative, istituzionali, strategiche, progettuali, ecc.) utilizzate nella pratica della pianificazione strategica dell'UE nell'ambito della politica di sviluppo (per esempio le esperienze realizzate in Irlanda o nei paesi nordici, per quanto riguarda gli Stati membri, o da istituti quali Nordregio o NUTEK, per quanto riguarda gli istituti di metodologia) possono fare in modo che lo Stato attinga più di quanto non faccia attualmente alle risorse degli istituti di ricerca accademici e universitari, a quelle del settore privato e a quelle delle organizzazioni della società civile. Un più ampio ricorso a tali forme di partenariato secondo un approccio sia orizzontale (aspetti relativi alla sostenibilità: protezione dell'ambiente, pari opportunità) sia verticale (legislazione in materia di politiche specifiche, iter decisionale e CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 74 applicazione delle decisioni relative alla ripartizione delle risorse finanziarie) può aiutare i decisori politici a pianificare la politica nazionale di sviluppo. Questo tipo di partenariato, quindi, non è meramente consultivo ma investe la società nel suo insieme. Nel quadro delle previsioni, occorre tenere conto dei criteri qualitativi relativi alla responsabilità e all'impatto almeno quanto degli aspetti finanziari concernenti l'efficienza di bilancio. * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 75 - MALTA 1. L'attuazione della strategia di Lisbona sul piano nazionale L'elaborazione di un programma nazionale di riforma (PNR) per Malta, mirato a individuare le azioni da attuare nel quadro dei 24 orientamenti stabiliti dalla strategia di Lisbona, è stata affidata all'ufficio per la competitività, presieduto dal ministro della Competitività e delle comunicazioni. Un'unità consultiva specifica collegata al governo ha coordinato lo sviluppo del programma in cooperazione con il ministero della Competitività e delle comunicazioni, con altri ministri competenti in tale ambito, con il settore pubblico e con tutti gli altri soggetti interessati. Tale programma di riforme è il risultato dei dibattiti con tutte le parti coinvolte, contiene un'analisi della documentazione esistente in materia ed è stato pubblicato nel novembre del 2005 dopo essere stato presentato in ottobre alla Commissione. Rispetto agli altri Stati membri dell'UE, Malta presenta attualmente un certo numero di vantaggi: una popolazione relativamente qualificata nel settore informatico, un tasso elevato di diffusione di Internet e della telefonia mobile, dei servizi finanziari efficaci e integrati, una reale integrazione sociale e un basso tasso di disoccupazione. Sono tuttavia necessari alcuni miglioramenti in un certo numero di settori: in particolare occorre promuovere la crescita economica, consolidare le finanze pubbliche, ridurre il deficit di bilancio, creare un contesto più favorevole alle imprese, accrescere il tasso di occupazione specie per quanto riguarda le donne, aumentare il numero dei laureati in materie scientifiche e tecnologiche e introdurre misure supplementari in materia di protezione dell'ambiente. Tenuto conto dei propri punti di forza e delle proprie carenze, Malta ha definito le grandi priorità del suo programma nazionale di riforma: sostenibilità delle finanze pubbliche, competitività, occupazione, istruzione e protezione dell'ambiente. Sostenibilità delle finanze pubbliche Grazie a un programma di risanamento del bilancio articolato in varie fasi, nel 2005 il deficit è stato riportato sotto la soglia del 3,87% del PIL. Secondo il bilancio del 2006, il deficit dovrebbe essere ulteriormente ridotto, fino al 2,66% del PIL nel 2006 e al 2,26% nel 2007. La realizzazione degli obiettivi in materia di riduzione del deficit è una delle priorità che il governo maltese si è posto, priorità che esso intende conseguire essenzialmente mediante misure di controllo e di riduzione della spesa pubblica. Alcune misure di riconversione e ridistribuzione delle risorse umane dovrebbero permettere di controllare il costo della massa salariale nel settore pubblico. La ristrutturazione di diversi organismi di servizio pubblico consentirà di sfruttare appieno le potenzialità di detto settore, attuando al tempo stesso nuove riduzioni delle sovvenzioni e dei costi di esercizio. Il programma di privatizzazioni sarà proseguito e continuerà a garantire la promozione dei partenariati pubblicoprivato appoggiandosi sui partenariati strategici. Anche la spesa sanitaria e quella per la protezione sociale rientrano fra le spese correnti dello Stato. Pertanto, attualmente il governo sta ultimando la riforma del sistema pensionistico e si accinge a realizzare le modifiche necessarie per garantirne la CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 76 sostenibilità, l'adeguamento e la modernizzazione. Sarà attuato un drastico programma di lotta contro le frodi in materia di prestazioni sociali. Saranno inoltre apportate modifiche strutturali al settore della sanità pubblica allo scopo di garantire un uso ottimale dei servizi sanitari e impedire in tal modo un aumento dei costi. Competitività Le attività di ricerca, sviluppo e innovazione (RSI), il contesto imprenditoriale e la liberalizzazione rappresentano alcune delle principali sfide da raccogliere. Malta pone tra i suoi principali obiettivi le misure di incentivazione e sostegno all'avvio di nuove imprese - specie nei centri di irradiazione della crescita mediante investimenti esteri diretti, la diffusione di start-up su scala locale, lo sviluppo delle imprese già avviate e l'aiuto alla costituzione di cluster di imprese. Tra le misure proposte figurano anche lo sviluppo dei porti e del richiamo turistico dell'isola. Occorre inoltre potenziare i servizi finanziari mediante l'attività dell'Autorità maltese per i mercati finanziari (Malta Financial Services Authority), promuovere all'estero la borsa maltese e sviluppare i parchi industriali, nonché garantire la sostenibilità dei cluster di imprese e l'internazionalizzazione delle PMI. Saranno adottate misure per attrarre gli investimenti esteri diretti, specie nel settore della R&S di alto livello o in quello dell'eccellenza tecnologica. La strategia di innovazione regionale attualmente in corso di elaborazione prevede che le PMI siano aiutate a sviluppare le risorse umane di cui hanno bisogno nel settore delle TIC e dell'innovazione. Le misure del programma nazionale di riforma prevedono la riduzione degli adempimenti amministrativi e regolamentari imposti alle imprese dalle autorità pubbliche, la creazione di un quadro normativo semplice ma efficace ed esaustivo, l'aumento dell'efficienza del settore pubblico, la revisione della legge sulla promozione delle imprese e l'offerta di un sostegno adeguato alla creazione di imprese. Occupazione Nel dicembre del 2004 il tasso globale di occupazione era del 54,1%, mentre l'obiettivo definito nel programma è di portarlo al 57% nel 2010. Per conseguire tale risultato, è possibile adottare diverse soluzioni. In primo luogo il PNR prevede di ridurre la disoccupazione giovanile e favorire l'integrazione dei disabili e dei gruppi svantaggiati mediante programmi e servizi mirati per l'occupazione, accompagnati da attività di formazione e tirocini professionali. Nel 2004 il tasso di occupazione femminile era del 32,8%. L'obiettivo perseguito è di raggiungere il 41% entro il 2010, da un lato offrendo strutture per l'accoglienza dei bambini e prevedendo misure che consentano di conciliare la vita professionale con la vita familiare e, dall'altro, rivedendo i sistemi fiscali e i regimi pensionistici al fine di promuovere l'occupazione femminile. Sono inoltre previste diverse campagne per migliorare la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 77 - Istruzione In questo settore il PNR prevede una serie di misure, tra cui l'introduzione di programmi scolastici di sostegno. Tali programmi mirano a ridurre il numero di coloro che interrompono anzitempo gli studi (attualmente il 45% dei giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni non ha superato il primo ciclo dell'istruzione secondaria) o abbandonano il sistema scolastico senza aver assimilato le basi dell'insegnamento, consentendogli di acquisire, mediante vari strumenti, le nozioni elementari di lettura, scrittura, calcolo e informatica e incoraggiando una maggiore partecipazione dei cittadini al sistema scolastico e alla formazione professionale mediante lo sviluppo di un sistema ufficiale di riconoscimento delle conoscenze acquisite. Occorre inoltre adeguare il sistema scolastico alle necessità attuali, ridefinendo la scelta dei corsi sì che essi rispecchino le nuove esigenze poste dal mercato del lavoro, rivedendo il sistema di assegnazione delle borse di studio così da aumentare il numero dei laureati nel settore scientifico e tecnologico (che attualmente costituiscono il 4% dei giovani di età compresa tra i 20 e i 29 anni), promuovendo la cooperazione con gli istituti scolastici a tutti i livelli per attrarre un maggior numero di studenti nei settori della tecnica e dell'ingegneria, e infine adeguando le infrastrutture scolastiche alle esigenze del mercato del lavoro. Protezione dell'ambiente Anche in questo settore il PNR prevede una serie di obiettivi: portare avanti i programmi di sviluppo sostenibile, efficienza energetica e protezione dell'ambiente, in particolare trattando tutte le acque reflue prima dello scarico (nei tre nuovi siti dislocati a Malta e sull'isola di Gozo), sviluppando parchi eolici in mare e producendo energia a partire dai rifiuti. 2. Il ruolo dei soggetti economici e sociali nell'attuazione della strategia di Lisbona La prima stesura del programma ha richiesto un lungo lavoro di elaborazione da parte della squadra di coordinamento del PNR. Quest'ultima ha dapprima esaminato in modo esaustivo l'insieme degli orientamenti dell'UE, i piani strategici dei ministeri competenti e la documentazione delle parti sociali, e in seguito svolto una serie di riunioni con i ministri competenti in materia e le organizzazioni del settore pubblico, coinvolgendoli da vicino nell'elaborazione delle proposte del programma. Essa ha inoltre avviato, insieme con il ministro della Competitività e delle comunicazioni, il processo di consultazione pubblica sul PNR, organizzando il 5 luglio 2005 un convegno su come far progredire la strategia di Lisbona. Inoltre, il 20 luglio 2005 la squadra di coordinamento del PNR ha organizzato una riunione di una giornata con una delegazione della Commissione europea per discutere le questioni di carattere generale o tecnico correlate al programma. Durante tale riunione, la delegazione della Commissione europea ha incontrato anche i rappresentanti del Consiglio per lo sviluppo economico e sociale di Malta e della relativa commissione per la società civile per chiedere il loro parere e informarsi sulle loro attese. Infine, la squadra di coordinamento ha analizzato e raccolto i risultati ottenuti ed elaborato il primo progetto di PNR, che è stato quindi sottoposto per discussione, approvazione e garanzia al comitato dell'ufficio per la competitività. La seconda fase delle consultazioni pubbliche, svoltasi dal 30 agosto al CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 78 23 settembre 2005, ha consentito alla squadra di coordinamento del programma di raccogliere il parere dei soggetti interessati sulle misure in discussione e di svolgere una serie di riunioni ristrette con le parti sociali e la società civile. I pareri raccolti al termine di questa fase delle consultazioni sono stati poi esaminati e tenuti in considerazione per l'elaborazione del progetto finale, presentato per approvazione all'ufficio per la competitività e alla Commissione europea. Il Consiglio per lo sviluppo economico e sociale di Malta, che rappresenta gli interessi del governo, dei sindacati e dei datori di lavoro, è, a Malta, il luogo in cui si svolge il dialogo civile e sociale. Il primo ministro nomina il presidente di tale consiglio dopo averne consultato i membri e sceglie il vicepresidente tra i funzionari. Il Consiglio comprende, oltre al presidente e al vicepresidente, altri 14 membri: 4 alti funzionari, il governatore della banca centrale, 4 membri provenienti dall'ambiente sindacale e 5 membri delle organizzazioni imprenditoriali. La composizione del Consiglio è fissata per legge. Il Consiglio comprende inoltre una commissione che rappresenta gli interessi della società civile ed è presieduta dal presidente. Gli esponenti della società civile non sono rappresentati a livello del Consiglio, ma solo a livello dei gruppi di lavoro. La migliore comprensione delle posizioni e degli interessi di ciascuno, acquisita dalle parti sociali grazie al Consiglio, ha contribuito alla pace sociale nel settore industriale. Il Consiglio ha inoltre dato prova di efficacia nel momento in cui alcuni gruppi di lavoro costituiti da suoi membri hanno redatto, in vista dei negoziati sul patto sociale, una serie di documenti riguardanti la competitività, il ruolo del settore pubblico e la riforma del sistema sanitario. Tali relazioni affrontano alcune istanze sollevate nel quadro della strategia di Lisbona. Il Consiglio ha dimostrato la sua efficacia anche in altre occasioni, contribuendo alla definizione di importanti quadri strategici tra cui quello sulla legge in materia di rapporti professionali e di relazioni industriali (2002). Il funzionamento del Consiglio è rigidamente basato sul principio dell'unanimità. Spesso tale regola gli impedisce di prendere decisioni e di presentare raccomandazioni formali al governo. Tuttavia, grazie alla presenza tra i membri del Consiglio di un numero elevato di alti funzionari, il governo è sempre pienamente informato sulle posizioni delle organizzazioni ivi rappresentate. * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 79 - PAESI BASSI 1. L'attuazione della strategia di Lisbona nei Paesi Bassi: il punto della situazione I Paesi Bassi conducono delle politiche in linea con la strategia di Lisbona dall'inizio degli anni°'90. Tali politiche riguardano anzitutto il risanamento di bilancio e la riforma del mercato del lavoro, della sicurezza sociale e del mercato dei prodotti. Tuttavia, due grandi ostacoli si sono rivelati difficili da superare: il numero elevato di persone non attive che beneficiano di assegni di invalidità e la struttura frammentaria del sistema di assicurazione malattia. Queste due questioni sono state esaminate dal governo in carica (il secondo governo Balkenende), che le ha incluse nel programma nazionale di riforma. Il programma nazionale di riforma olandese riflette ampiamente l'accordo di coalizione concluso nel 2003 dal governo tuttora in carica, accordo che si fonda anche su elementi essenziali della strategia di Lisbona. Il governo olandese, tuttavia, non ha adottato un approccio globale all'attuazione della strategia di Lisbona, cosa che si riflette nel programma nazionale di riforma. Non esiste una strategia esaustiva che permetta di risolvere le questioni che il paese dovrebbe affrontare se la nozione di Stato sociale fosse considerata seriamente in tutte le sue implicazioni. Tali questioni politiche potrebbero essere risolte solo se il programma nazionale di riforma fosse abbastanza ampio da consentire un compromesso tra i diversi aspetti del benessere: economico, sociale e ambientale. Quattro considerazioni Saranno esaminati in modo più approfondito quattro aspetti del programma nazionale di riforma olandese: la spesa per la ricerca e sviluppo, gli aspetti ecologici dello sviluppo sostenibile, la situazione delle madri lavoratrici e la coesione sociale. La spesa per la ricerca e sviluppo La percentuale della spesa destinata dai Paesi Bassi alla ricerca e sviluppo è relativamente bassa (1,8%), soprattutto rispetto all'obiettivo di Barcellona (3% del PIL nel 2010). Nel programma nazionale di riforma si afferma che il paese intende aumentare la spesa del settore privato in materia di ricerca e sviluppo fino a raggiungere la media europea entro il 2007. Negli anni successivi i Paesi Bassi hanno intenzione di collocarsi tra i primi cinque paesi dell'UE in tale ambito. Nonostante spetti al settore privato decidere delle proprie spese in materia di ricerca e sviluppo, il governo ha fissato tale obiettivo senza essersi prima assicurato il coinvolgimento delle parti sociali. Per quanto riguarda la spesa pubblica per la ricerca e sviluppo, il programma nazionale di riforma è molto meno ambizioso. Benché in tale ambito la spesa pubblica sia inferiore alla media comunitaria, il governo non ne trae la conclusione che sia necessario aumentarla. D'altro canto, il programma nazionale di riforma sottolinea che i Paesi Bassi dispongono di un sistema di conoscenze efficace, che produce ottimi risultati nonostante una spesa pubblica relativamente ridotta. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 80 - Forse ciò corrisponde a realtà, ma è estremamente improbabile che le ambizioni olandesi in materia di conoscenze e innovazione possano essere realizzate senza aumentare la spesa pubblica e privata nel settore della ricerca e sviluppo. Gli aspetti ecologici dello sviluppo sostenibile Sarebbe ingiusto lasciar credere che l'attuale programma nazionale di riforma non lasci spazio alle questioni ambientali, che in realtà vi hanno un loro posto, benché ciò non costituisca una novità. Il programma nazionale di riforma elenca diversi obiettivi tratti dai programmi governativi esistenti, per esempio nel settore dell'energia, dei cambiamenti climatici e degli appalti pubblici ecologici (o "verdi"). Il programma nazionale di riforma potrebbe evidenziare maggiormente l'esigenza di conciliare la crescita economica con l'elevata qualità dell'ambiente. A titolo di esempio si possono citare i continui problemi relativi alla qualità dell'aria. Il governo ha adottato alcune opportune misure per contenere il problema, come l'introduzione di determinati limiti di velocità (80 km/h in alcune aree edificate periurbane) e un aumento del numero di veicoli a motore diesel dotati di filtri antiparticolato. Tuttavia, il governo non sta facendo progressi verso l'approvazione di una misura di tutela ambientale ben più efficace, cioè l'istituzione di un sistema di tassazione del traffico stradale con un'aliquota variabile in base al chilometraggio, al tempo, al luogo e all'impatto ambientale. Il Consiglio economico e sociale olandese e una piattaforma nazionale istituita a tale scopo hanno raccomandato di adottare la proposta volta a introdurre il sistema di pagamento variabile. La situazione delle madri lavoratrici Alla luce della volontà dichiarata dal governo di aumentare il numero complessivo delle persone attive, sarebbe lecito attendersi che sia data maggiore priorità alla situazione delle madri lavoratrici o in grado di lavorare. Il tasso di attività femminile nei Paesi Bassi è elevato, anche se gran parte delle donne attive è occupata a tempo parziale (circa i due terzi di esse, infatti, lavorano meno di 32 ore alla settimana). Pertanto, per aumentare il tasso di occupazione femminile a tempo pieno occorrono misure che incoraggino queste donne ad aumentare il numero di ore lavorative settimanali. Tuttavia, da uno studio comparato dell'OCSE emerge che il costo elevato degli asili e gli orari poco pratici delle scuole olandesi dissuadono le madri dal cercare un lavoro a tempo pieno. Benché l'attuale programma nazionale di riforma citi alcune iniziative recenti (compresa una nuova legge sugli asili), tutto sommato esso cambia molto poco in materia di disponibilità (conciliare gli orari scolastici e di lavoro) e di costi. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 81 - La coesione sociale È inoltre importante notare che, nell'ambito del programma nazionale di riforma olandese, si è scelto di trattare la coesione sociale in un processo autonomo parallelo alla strategia di Lisbona. Non si tratta di una differenza superficiale. L'attuale programma nazionale di riforma prevede numerose misure impopolari e procicliche, destinate a ridurre il deficit di bilancio e ad aumentare il tasso di attività. La "politica del bastone" non è controbilanciata da misure positive che aiutino le persone a rischio di esclusione (ex invalidi che hanno perso l'assegno di invalidità, lavoratori anziani privati dell'assegno di disoccupazione, ecc.) a reinserirsi nella società. Anche se è possibile che il governo preveda misure di questo tipo in un processo parallelo, sarebbe molto più efficace condurre le politiche "del bastone e della carota" in modo integrato. 2. Il ruolo delle parti sociali olandesi Il mancato coinvolgimento delle parti sociali olandesi I Paesi Bassi vantano una lunga tradizione di consultazioni tra governo nazionale e parti sociali in materia di questioni sociali ed economiche. Dall'inizio degli anni '90 nei Paesi Bassi vi è un consenso nazionale crescente sugli orientamenti socioeconomici. In tale contesto, sarebbe stato logico includere l'attuazione della strategia di Lisbona a livello nazionale nelle consultazioni regolari tra il governo e le parti sociali olandesi. Il governo, invece, non si è impegnato seriamente per raggiungere un consenso con le parti sociali. Al momento della sua entrata in carica nel 2003, il nuovo governo ha avviato l'attuazione di politiche imperniate su aspetti concreti e deciso di non dar seguito ad alcune parti, dal contenuto particolarmente sensibile, delle relazioni consultive del Consiglio economico e sociale olandese. Ciò ha messo a rischio l'osservanza di numerose raccomandazioni politiche concernenti l'attuazione della strategia nei Paesi Bassi, che erano state formulate in un clima di consenso. L'attuale documento impegna quindi la sola responsabilità del governo olandese. Le parti sociali olandesi hanno redatto una nota separata, che definisce le grandi linee del loro contributo e intende essere un apporto attivo alla realizzazione degli obiettivi di Lisbona negli ambiti di loro competenza. La mediocre gestione della strategia di Lisbona nei Paesi Bassi Lo scarso coinvolgimento delle parti sociali dipende anche dalla mediocre gestione della strategia di Lisbona nei Paesi Bassi. Contrariamente alle raccomandazioni della relazione Kok e della Commissione europea, il governo olandese ha deciso di nominare un ministro incaricato dell'attuazione della strategia. In pratica, però, tale compito compete a un funzionario di alto livello, il segretario generale del ministero degli Affari economici, il quale, benché eserciti una funzione amministrativa essenziale, non ha l'autorità necessaria per indurre i responsabili di altri dicasteri a ripensare l'attuazione della strategia di Lisbona nei Paesi Bassi. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 82 - La mancanza di una riflessione di fondo si riflette nel modo in cui il programma di riforma olandese è stato elaborato. Durante l'estate del 2005, tre diversi ministeri si sono assunti la responsabilità delle sezioni "di rispettiva competenza" del programma nazionale di riforma. La "strategia globale" è stata aggiunta solo molto più tardi e, di conseguenza, non era disponibile per essere discussa con le parti sociali. I rappresentanti del governo hanno persino dichiarato che in ogni caso il programma di riforma olandese non potrebbe discostarsi dalle politiche attualmente condotte dal governo. Come preservare il coinvolgimento delle parti sociali? Fortunatamente, in seguito il dialogo tra governo e parti sociali è stato ristabilito. In una relazione consultiva sulla politica economica e sociale a medio termine, destinata al governo e attualmente in preparazione, il Consiglio economico e sociale affronta numerose questioni legate alla strategia di Lisbona. La relazione è imperniata sui seguenti tre punti principali: − − − l'economia fondata sulla conoscenza; l'innovazione sociale in seno alle organizzazioni professionali; le caratteristiche di uno Stato sociale sostenibile e, in particolare, gli effetti sulle rispettive responsabilità dello Stato, delle parti sociali e dei cittadini. Più in generale, i programmi di lavoro del CES olandese per il 2005 e il 2006 riprendono diversi progetti consultivi relativi alla strategia di Lisbona. Il programma per il 2005 (disponibile sul sito www.ser.nl) riprende in particolare la direttiva europea sui servizi, l'efficienza ecologica quale opportunità e la politica futura per gli anziani. Nel progetto di programma di lavoro per il 2006 figurano l'attuazione della strategia di Lisbona a livello locale e regionale e la garanzia dell'approvvigionamento energetico futuro. Inoltre, nell'ambito della Fondazione per il lavoro, le parti sociali e il governo hanno concluso un accordo sull'aumento delle infrastrutture e dell'occupazione per le persone con scarse prospettive lavorative, in particolare i disoccupati con invalidità parziale (cfr. il sito della Fondazione www.stvda.nl). Tale accordo trilaterale contribuisce a compensare la scarsa attenzione accordata alla coesione sociale dal programma nazionale di riforma olandese. * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 83 - AUSTRIA INTRODUZIONE • • Il programma austriaco per la crescita e l'occupazione è stato definito il 18 ottobre 2005 dal Consiglio dei ministri, senza dibattito parlamentare, e quindi trasmesso alla Commissione europea. Questo programma nazionale di riforma ha come obiettivo l'aumento della crescita, dell'occupazione e della competitività e comprende sette grandi settori strategici: 1) la sostenibilità delle finanze pubbliche: ridurre il tasso di indebitamento diminuendo le spese e utilizzandole al meglio per destinare maggiori risorse per il futuro; 2) il mercato del lavoro e le politiche per l'occupazione: misure volte, oltre che alla dinamizzazione della crescita, a migliorare i servizi per l'occupazione e i meccanismi concernenti le qualifiche, accrescere la flessibilità e la sicurezza ("flessicurezza") e favorire l'"invecchiamento attivo" e gli aiuti al reinserimento; 3) la ricerca e sviluppo e l'innovazione: promozione della ricerca in ambito sia universitario che extrauniversitario e all'interno delle imprese, sviluppo dei trasferimenti di tecnologie e di conoscenze, rafforzamento della cooperazione, incentivi alla costituzione di nuove imprese ecc.; 4) il miglioramento delle infrastrutture: sviluppo dei collegamenti stradali verso l'Europa centrale e orientale, tunnel del Brennero, potenziamento della copertura delle reti a banda larga; 5) la salvaguardia della capacità di richiamo dell'Austria quale luogo di stabilimento e la promozione delle PMI: pacchetti di misure per promuovere la creazione di imprese ("legiferare meglio", semplificazione delle procedure), favorire la concessione di finanziamenti alle imprese e incoraggiare lo stabilimento di sedi sociali; 6) l'istruzione e la formazione continua: elaborazione di nuove strategie in materia di apprendimento lungo tutto l'arco della vita, aggiornamento della formazione professionale e modernizzazione dell'insegnamento superiore; 7) l'ambiente: promozione delle energie rinnovabili e aumento dell'efficienza energetica, piano d'azione a favore delle ecotecnologie e di un uso più efficace delle risorse. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 84 - VALUTAZIONE Le parti sociali austriache ritengono che l'esplicito coinvolgimento delle parti sociali ai livelli europeo e nazionale rappresenti un aspetto molto positivo della strategia di Lisbona. In riferimento al programma austriaco in particolare, le loro opinioni divergono. (I) I rappresentanti dei datori di lavoro riconoscono che il programma, la cui strategia economica corrisponde ampiamente alla loro, rappresenta un passo avanti. Essi formulano tuttavia alcune richieste supplementari. In particolare, secondo loro: o o o o nella parte macroeconomica mancano una vasta riforma dello Stato, il finanziamento dei progetti di infrastrutture mediante un più ampio ricorso ai partenariati pubblico-privato (PPP) e gli incentivi temporanei agli investimenti in periodi di stasi economica, che rappresenterebbero altrettanti segnali positivi per una dinamizzazione della crescita e dell'occupazione; la parte microeconomica (che mira a un'allocazione più efficace delle risorse) potrebbe incoraggiare maggiormente gli investimenti, in particolare in materia di rinnovamento degli impianti termici degli edifici, e contribuire così alla realizzazione dell'obiettivo di Kyoto; essa, inoltre, non incoraggia in misura sufficiente a ridurre la dipendenza dalle energie fossili; nell'ambito del mercato del lavoro, il programma avrebbe dovuto prevedere delle misure di riduzione dei costi salariali, l'introduzione di un'assicurazione contro la disoccupazione per i lavoratori autonomi, la flessibilizzazione dell'orario di lavoro, ecc.; in particolare nella sezione loro dedicata, mancano misure specifiche di sostegno alle PMI. (II) I rappresentanti dei lavoratori, pur ritenendo effettivamente che il piano d'azione austriaco presenti aspetti positivi, si rammaricano del fatto che, in linea generale, esso non si iscriva in un'ottica più innovativa: il programma, infatti, riprende in sostanza misure già note, adottate o anche già messe in atto. In particolare, secondo loro: o o o o la principale lacuna del programma è che esso non si impegna a favore di una politica economica espansiva, orientata alla crescita a livello europeo e nazionale, che sarebbe necessaria per il rafforzamento della domanda interna e l'aumento coordinato degli investimenti pubblici; il programma non tiene sufficientemente conto del deterioramento del mercato del lavoro; le questioni concernenti la crescente precarietà dell'occupazione, il perseguimento di una politica attiva in materia di mercato del lavoro e la conciliazione di vita familiare e professionale non ricevono tutta l'attenzione che meriterebbero; sono insufficienti gli strumenti destinati ai programmi volontari di promozione della ricerca, delle infrastrutture e delle reti a banda larga; non vi sono proposte sul modo in cui il paese possa mantenere i propri impegni internazionali in merito alla realizzazione dell'obiettivo di Kyoto. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 85 - LA PARTECIPAZIONE DELLE ORGANIZZAZIONI RAPPRESENTATIVE o o o o Le quattro tradizionali organizzazioni austriache di rappresentanza delle parti sociali (Camera federale del lavoro, Camera dell'agricoltura, Confederazione austriaca dei sindacati, Camera di commercio austriaca), rappresentate in seno al Consiglio consultivo per gli affari economici e sociali, seguono attentamente da anni il processo di Lisbona e hanno partecipato attivamente all'elaborazione delle posizioni dell'Austria negli ambiti di intervento che rientrano nell'agenda di Lisbona. Tale partecipazione prende la forma sia di pareri sui diversi orientamenti, programmi d'azione, riunioni del consiglio ecc, sia di analisi della strategia nel suo complesso o di alcuni suoi aspetti. Oltre alle organizzazioni dei datori di lavoro, ai sindacati e alle organizzazioni di agricoltori rappresentate in seno al Consiglio consultivo, sono stati consultati anche gruppi di interesse regionali e locali. La partecipazione delle organizzazioni rappresentative è stata più o meno intensa a seconda dei diversi ambiti. La cooperazione formale (secondo la procedura di consultazione e nelle riunioni di lavoro) con la Cancelleria federale, il ministero dell'Economia e del lavoro e il ministero degli Affari sociali si è svolta in modo soddisfacente. Al contrario, l'elaborazione della parte macroeconomica, di competenza del ministero delle Finanze, ha dato luogo a un'attività di consultazione ridottissima. Le quattro organizzazioni rappresentate in seno al Consiglio consultivo per gli affari economici e sociali sostengono la strategia di Lisbona, i cui obiettivi coincidono in gran parte con quelli delle parti sociali. Queste ultime lamentano tuttavia il fatto che alcuni aspetti, talora essenziali, delle loro richieste e proposte non siano stati considerati nel programma nazionale. * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 86 - POLONIA 1. L'attuazione della strategia di Lisbona Dopo l'adesione all'Unione europea, avvenuta il 1° maggio 2004, la Polonia ha dovuto adeguare le proprie scelte in materia di politica di coesione ai principi di funzionamento degli strumenti strutturali dell'UE. L'approccio adottato per l'integrazione ha dato pieno sostegno agli orientamenti comunitari di sviluppo esposti nei documenti di programmazione e, in particolare, alla strategia di Lisbona e alla nozione di sviluppo sostenibile ad essa direttamente collegata. Tuttavia, per poter beneficiare appieno del suo status di membro dell'Unione europea e garantire una corretta ripartizione dei mezzi offerti da quest'ultima, la Polonia si è dovuta dotare di un piano nazionale di sviluppo. Il primo documento di carattere generale ad aver definito la strategia socioeconomica della Polonia per gli anni immediatamente successivi alla sua adesione all'Unione europea è il piano di sviluppo 2004-2006, che descriveva le principali azioni strutturali che la Polonia intendeva attuare in quel periodo (sostegno alle imprese, all'ampliamento delle infrastrutture e allo sviluppo delle risorse umane). Il documento perseguiva l'obiettivo strategico di sviluppare un'economia concorrenziale fondata sulla conoscenza e sull'imprenditorialità, favorevole a uno sviluppo sostenibile e armonioso e volta a garantire la crescita dell'occupazione e il miglioramento della coesione sociale, economica e territoriale con l'Unione europea ai livelli regionale e nazionale. Il documento successivo, elaborato in vista del nuovo periodo di programmazione finanziaria dell'UE, è il piano nazionale di sviluppo 2007-2013, di cui il Consiglio dei ministri ha adottato il progetto preliminare l'11 gennaio 2005. A differenza del documento per il periodo 2004-2006, in corso di esecuzione e volto innanzitutto a presentare all'Unione europea un documento che illustri le attività finanziate dalle risorse comunitarie (fondi strutturali e fondo di coesione), il piano nazionale di sviluppo per il periodo 2007-2013 rappresenta un programma globale di sviluppo socioeconomico che riassume tutte le iniziative e le attività intraprese nel paese, siano esse finanziate da fondi nazionali o cofinanziate da contributi europei. Il progetto di piano nazionale di sviluppo per il periodo 2007-2013 enuncia i seguenti obiettivi strategici: − − − mantenere l'economia sulla rotta di una crescita economica sostenuta; rafforzare la competitività delle regioni e delle imprese, nonché la crescita dell'occupazione; accrescere il livello di coesione sociale, economica e territoriale. Gli obiettivi nazionali formulati nel piano di sviluppo nazionale 2004-2006 e nel progetto di piano di sviluppo nazionale 2007-2013 sono poi stati presi in considerazione nel progetto di programma nazionale di riforma 2005-2008, in cui il governo polacco illustra le attività che intende intraprendere nel quadriennio in questione per conseguire gli obiettivi principali della strategia di Lisbona "rilanciata". Il programma nazionale di riforma costituisce inoltre una sintesi delle attività previste dal CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 87 governo in ambito economico e sociale fino al 2008, che figurano nei principali programmi e nel progetto di bilancio relativo a tale periodo. L'esecuzione di tali attività deve aiutare il paese a conseguire uno sviluppo sostenibile dal punto di vista finanziario, sociale ed ecologico e a recuperare quindi il ritardo che lo separa da altri paesi dell'UE in materia di sviluppo e di società. Per il periodo 2005-2008, il programma nazionale di riforma persegue l'obiettivo di mantenere un livello elevato di crescita economica in modo da favorire la creazione di ulteriori posti di lavoro. L'analisi della situazione economica e sociale indica che tra le condizioni necessarie per accelerare la crescita economica e lo sviluppo dell'occupazione vi sono il risanamento delle finanze pubbliche e l'istituzione di garanzie adeguate per un uso efficace dei fondi strutturali europei, l'incentivazione dell'imprenditorialità e della capacità d'innovazione delle imprese, la promozione dell'occupazione e il sostegno alle azioni di lotta contro la disoccupazione. L'elaborazione del programma nazionale di riforma è stata affidata al ministro dell'Economia e del lavoro, cui è stato inoltre assegnato il ruolo di coordinatore del processo di Lisbona in Polonia (da cui l'appellativo di "signor Lisbona"). Lo stesso ministro sarà inoltre incaricato di coordinare e monitorare l'attuazione del programma nazionale di riforma, nonché di presentare ogni anno una relazione al Consiglio dei ministri sulla sua esecuzione. Il processo di preparazione del programma nazionale di riforma ha visto la partecipazione delle parti sociali, nonché dei rappresentanti della Dieta e del Senato polacchi. Le consultazioni con le parti sociali sono iniziate il 22 giugno 2005 nel corso di una conferenza nazionale alla quale hanno partecipato numerosi esponenti degli ambienti scientifici e accademici, esperti, rappresentanti delle organizzazioni imprenditoriali e datoriali, sindacalisti e delegati delle organizzazioni non governative. Nell'agosto scorso il gruppo interministeriale incaricato della preparazione del piano nazionale di sviluppo per il periodo 2007-2013 ha avviato una serie di ampie consultazioni con le parti sociali sul programma nazionale di riforma. Il progetto preliminare di programma nazionale di riforma per il periodo 2005-2008 è stato trasmesso alla Commissione europea, che ne ha dato una valutazione positiva, all'inizio di novembre 2005. Il progetto definitivo di programma nazionale di riforma è stato trasmesso alla Commissione europea il 28 dicembre 2005, in seguito a consultazioni tra i ministeri e con le parti sociali. 2. Il ruolo delle parti sociali Le parti sociali polacche svolgono un ruolo molto attivo nell'attuazione della strategia di Lisbona, a livello sia europeo che nazionale, attraverso le attività della Commissione tripartita per gli affari sociali ed economici. Si tratta della principale istituzione del paese per il dialogo in quegli ambiti, e rappresenta un forum di concertazione sociale in cui si realizza una conciliazione tra gli interessi dei lavoratori, dei datori di lavoro e della società nel suo insieme. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 88 La Commissione tripartita per gli affari sociali ed economici presenta la classica struttura a tre rami, costituita da rappresentanti del governo, dei lavoratori e dei datori di lavoro. Inoltre partecipano ai lavori della commissione, con voto consultivo, i delegati delle organizzazioni non governative, della Banca nazionale polacca e dell'Istituto nazionale di statistica, per citarne solo alcuni. Le parti sociali polacche rappresentate in seno alla commissione tripartita sono presenti anche negli organismi incaricati del dialogo su scala europea, quali il Comitato economico e sociale europeo o i comitati di dialogo settoriale, nonché in organizzazioni quali la Confederazione europea dei sindacati (CES), l'Unione delle confederazioni europee dell'industria e dei datori di lavoro (UNICE), l'Unione europea artigianato e piccole e medie imprese (UEAPME), il Centro europeo delle imprese a partecipazione pubblica e delle imprese di interesse economico generale (CEEP) e la Confederazione europea dei sindacati indipendenti (CESI) o ancora nelle federazioni di settore. Ciò garantisce una trasmissione più rapida delle informazioni tra le organizzazioni nazionali del dialogo sociale, permette un migliore coordinamento dei lavori e dà a tali organizzazioni la possibilità di influire sul contenuto delle decisioni adottate nel quadro dell'Unione europea. Per garantire alle rispettive parti sociali un migliore accesso alla legislazione adottata a livello dell'Unione europea, la legge del 23 maggio 1991 sulle organizzazioni sindacali e quella, della stessa data, sulle organizzazioni imprenditoriali riconoscono loro il diritto di formulare un parere sulle bozze e sui progetti di leggi e regolamenti riguardanti ambiti di loro competenza. Ai sensi delle due leggi citate, gli organismi governativi polacchi sono tenuti a presentare alle parti sociali i progetti di atti legislativi nazionali affinché queste esprimano un parere in proposito. Inoltre, le organizzazioni imprenditoriali e sindacali qualificabili come "rappresentative" (secondo la definizione di cui alla legge del 6 luglio 2001 sulla Commissione tripartita per gli affari sociali ed economici) e le commissioni regionali per il dialogo sociale sono abilitate a esprimersi sui documenti consultivi della Commissione europea, in particolare i Libri bianchi, i Libri verdi e le comunicazioni, nonché sulle proposte di atti legislativi dell'Unione europea quando si tratti di un settore di attività rientrante nella loro competenza. Per perfezionare tale meccanismo di consultazione e coordinarne le attività, è stato istituito un gruppo consultivo sugli affari europei nel quadro della Commissione tripartita. Attivo presso la presidenza di quest'ultima, il gruppo è costituito da esperti delle diverse organizzazioni rappresentate nella commissione e ha in particolare il compito di condurre consultazioni e porre ai rappresentanti del governo dei quesiti sulle questioni europee. Inoltre, sempre in seno alla Commissione tripartita è stato istituito un gruppo specializzato sui fondi strutturali dell'Unione europea, il cui compito consiste in particolare nell'assistere la Polonia nel processo di preparazione all'uso dei fondi strutturali, nel valutare i progetti dei documenti di programmazione e destinazione di tali risorse, nel presentare pareri e posizioni sul funzionamento dei singoli programmi operativi alle istituzioni incaricate di gestire tali programmi o ancora nel confrontare le esperienze degli altri paesi sull'uso di tali fondi. Occorre infine rilevare che i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e imprenditoriali che fanno parte della Commissione tripartita partecipano attivamente ai lavori dei dieci comitati di monitoraggio CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 89 e dei dodici comitati di gestione costituiti nell'ambito dei programmi operativi dei fondi strutturali dell'UE. Attività svolte nel 2005 dalla Commissione tripartita per gli affari sociali ed economici in relazione all'attuazione della strategia di Lisbona Sedute plenarie della Commissione tripartita • • • 28 gennaio 2005: dibattito sul piano nazionale di sviluppo 2007-2013 (avvio del dibattito nazionale durante la seduta plenaria della commissione); 27 giugno 2005: seduta plenaria dedicata al primo anniversario dell'adesione all'Unione europea e dibattito sui seguenti temi: − la partecipazione delle parti sociali nell'ambito delle istituzione europee; − la legislazione a livello comunitario; − il confronto tra gli indicatori strutturali dei diversi Stati membri, conformemente agli orientamenti integrati della strategia di Lisbona (in via introduttiva al dibattito sul programma nazionale di riforma 2005-2008); dibattito in seno alla Commissione tripartita sulle misure in materia di politica per l'occupazione e reinserimento sociale, specie in relazione ai problemi posti: − dal programma di azione nazionale per l'occupazione 2005, che assegna dei compiti in materia nel quadro della strategia europea per l'occupazione, − dal programma di azione nazionale per l'integrazione sociale 2004-2006, che attua la strategia nazionale per l'integrazione sociale. Attività nel quadro dei gruppi specializzati della Commissione tripartita In linea con le sue funzioni, la commissione tripartita può anche istituire gruppi specializzati permanenti o temporanei con il compito di elaborare posizioni e pareri comuni alle parti interessate. Attualmente, nell'ambito della Commissione operano dieci gruppi, che si occupano rispettivamente di: previdenza sociale; diritto del lavoro e accordi collettivi; bilancio, retribuzioni e prestazioni sociali; politica economica e del mercato del lavoro; sviluppo del dialogo sociale; servizi pubblici, cooperazione con l'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL); fondi strutturali dell'UE; consultazioni sulla Carta sociale europea riveduta; affari europei. Nel 2005 le attività dei gruppi hanno riguardato i seguenti temi: • politiche per l'occupazione: − dibattito sul tema delle forme di lavoro flessibili come strumento per ridurre la disoccupazione (questione della modifica della legge sull'assunzione dei lavoratori a tempo determinato), − questioni legate alla realizzazione di una società fondata sulla conoscenza (miglioramento dell'insegnamento superiore, formazione dei lavoratori, apprendimento lungo tutto l'arco della vita); CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 90 • • questioni legate alla legislazione adottata a livello dell'Unione europea, ossia problemi riguardanti: − l'informazione e lo svolgimento delle consultazioni con i lavoratori dipendenti, − il progetto di direttiva sui servizi nel mercato interno dell'UE (informazione in seno al gruppo consultivo sugli affari europei), − il progetto di revisione della direttiva 2003/88/CE concernente taluni aspetti dell'organizzazione dell'orario di lavoro (informazione in seno al gruppo consultivo sulle questioni europee); previdenza sociale e fondi pensione: − consultazioni nel quadro della "Strategia nazionale per le pensioni – Un sistema pensionistico sicuro e affidabile", elaborata dal ministero della Politica sociale. * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 91 - PORTOGALLO 1. Premessa In seguito all'adozione della strategia di Lisbona da parte del Consiglio europeo nel 2000, i suoi principi fondamentali hanno ricevuto il sostegno dei diversi governi e soggetti economici e sociali portoghesi; tuttavia la strategia non è stata oggetto, se non molto recentemente, di politiche di attuazione. Una situazione simile si è verificata anche al livello dell'Unione europea, così come emerge da analisi quali il parere del CESE dell'ottobre 2004 e la relazione Wim Kok del novembre 2004. Il Consiglio europeo del 22 e 23 marzo 2005 ha così deciso di rilanciare la strategia di Lisbona, orientandola in via prioritaria verso la crescita e l'occupazione e integrandola con programmi nazionali di riforma gestiti da coordinatori nazionali designati da ciascuno Stato membro. Esso ha inoltre invitato il CESE a istituire una rete interattiva con i CES degli Stati membri per dare impulso alle iniziative della società civile. Il presente testo rientra nel contributo del Portogallo all'attività di tale rete. 2. Il programma nazionale di riforma portoghese Il persistente rallentamento dell'economia portoghese registrato dal 2001, una certa instabilità di governo e l'adozione di politiche restrittive finalizzate al risanamento di bilancio hanno reso difficile la piena realizzazione degli obiettivi della strategia di Lisbona da parte delle autorità portoghesi. L'attuale maggioranza di governo portoghese, che si è insediata nel marzo 2005, ha integrato nel suo programma, in modo più o meno esplicito, i principi di tale strategia. Nel luglio 2005 il governo ha nominato il coordinatore nazionale per la strategia di Lisbona, il quale ha presentato il programma nazionale di riforma a Bruxelles in ottobre (Programma nazionale d'azione per la crescita e l'occupazione 2005-2008 - PNACE). Tale documento vuole essere un quadro di riferimento per una governance strategica, con l'obiettivo di garantire la crescita economica e la creazione di posti di lavoro in un contesto di sostenibilità a lungo termine dei conti pubblici, coesione sociale, competitività e sviluppo sostenibile. Il PNACE rappresenta la risposta portoghese alle sfide poste dal Consiglio europeo del marzo 2005 e prevede 125 misure d'azione destinate a favorire i cambiamenti e le riforme, intorno alle quali si articolano alcuni dei principali programmi e piani d'azione governativi con un impatto diretto su crescita e occupazione, in particolare: − il Programma di stabilità e di crescita (PEC 2005-2009), presentato dal governo alla Commissione europea allo scopo di correggere i problemi strutturali dell'economia portoghese e in particolare delle finanze pubbliche. Si prefigge in particolare, entro il 2008, di ridurre il deficit pubblico al 2,8% del PIL e di conseguire un tasso di crescita annuo del PIL del 2,6% e un tasso di occupazione globale del 69%; CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 92 - − il Piano nazionale per l'occupazione (PNE 2005-2008), che mira a superare i vincoli congiunturali e strutturali del mercato del lavoro portoghese fornendo soluzioni per la creazione di posti di lavoro e per la prevenzione e il contrasto della disoccupazione, anticipando i processi di ristrutturazione delle imprese, rafforzando le qualifiche della forza lavoro e modernizzando il sistema di protezione sociale; − il Piano tecnologico (PT), destinato a migliorare le qualifiche dei cittadini portoghesi perché si possano adeguare alla società della conoscenza, a superare il ritardo scientifico e tecnologico e a imprimere nuovo slancio all'innovazione mediante politiche volte a stimolare la creazione, la diffusione, l'acquisizione e l'uso delle conoscenze come leve per la trasformazione del Portogallo in un'economia dinamica e in grado di affermarsi in un contesto economico globale. 3. I cambiamenti necessari Al termine di un lungo periodo di crescita e di convergenza verso la media europea, dal 2001 l'economia portoghese registra un rallentamento molto marcato, dovuto a cause interne e internazionali sia di natura congiunturale sia di ordine strutturale. Tra queste si possono annoverare gli effetti della globalizzazione degli scambi internazionali e la ristrutturazione del tessuto industriale, l'invecchiamento della popolazione, squilibri nel sistema scolastico e la necessità di nuove risposte alle sfide poste dalla competitività. Ne è derivata una stagnazione caratterizzata da una crescita economica debole, un deficit pubblico elevato, l'aumento della disoccupazione, il crollo degli investimenti, la perdita di competitività e l'aumento del debito pubblico. Il divario rispetto alla media dei risultati economici e sociali nell'Unione europea si è accentuato, le condizioni sociali si sono deteriorate e le disparità si sono acutizzate. I programmi approvati dal governo portoghese nel 2005 mirano a rispondere alle diverse sfide a cui il paese si è confrontato negli ultimi anni, in particolare il ritorno alla stabilità macroeconomica (PEC), la creazione di posti di lavoro e il miglioramento dei sistemi di formazione (PNE) e la valorizzazione dei fattori di competitività nazionale, in particolare la conoscenza e le competenze, la ricerca scientifica e l'innovazione (PT). Il governo ha annunciato che i programmi approvati si iscrivono nel medio e lungo periodo, il che significa che le situazioni di stallo dovute ai cicli elettorali dovrebbero essere ridotte al minimo e che sarà necessario sviluppare la concertazione tra i diversi soggetti economici e sociali. Il governo tuttavia non è ancora riuscito né a mobilitare né a ristabilire la fiducia dei soggetti economici, a giudicare dalle reazioni alle misure già annunciate o applicate - specie quelle relative alla sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche -, e ciò nonostante il fatto che l'opinione pubblica dia prova di maggiore comprensione sulla necessità di adeguarsi alle trasformazioni oggi in CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 93 atto in un mondo dominato in misura sempre maggiore dall'intelligenza, dalla conoscenza e dall'innovazione. 4. I soggetti economici e sociali Il fatto che i diversi programmi di riforma adottati dal governo portoghese nel quadro dell'agenda di Lisbona non siano il prodotto di un ampio dibattito con le parti sociali è certamente da mettere in relazione con il calendario governativo, poiché il governo, che ha iniziato il suo mandato nel marzo 2005, ha fissato come priorità principale la rinegoziazione con la Commissione europea del Programma di stabilità e di crescita per il periodo 2005-2009. Le parti sociali hanno partecipato all'elaborazione del Piano nazionale per l'occupazione, ma non a quella del Piano tecnologico. Il Programma nazionale d'azione per la crescita e l'occupazione 2005-2008 (PNACE), messo a punto dal coordinatore nazionale per la strategia di Lisbona e approvato dal governo portoghese, è stato presentato alle parti sociali solo a scopo informativo alcuni giorni prima della presentazione alla Commissione europea. Il CES portoghese, che comprende rappresentanti delle parti sociali e di altri gruppi di interesse della società civile organizzata, non è stato invitato a fornire il proprio contributo alla preparazione dei suddetti documenti, nonostante avesse formulato un parere d'iniziativa sulla strategia di Lisbona (24 maggio 2005). La scarsa partecipazione dei soggetti economici e sociali alla preparazione di tali documenti non rappresenta evidentemente un elemento di per sé positivo. Vi sono comunque segnali che possono far sperare in una maggiore partecipazione negli anni a venire. Sulla questione si sono espresse, nel luglio 2005, alcune parti sociali, tra cui: − − la Confederação da Indústria Portuguesa (Confederazione dell'industria portoghese - CIP), che ha pubblicato un documento di valutazione intermedia della strategia di Lisbona in cui definisce le priorità da prendere in considerazione durante l'elaborazione del programma nazionale di riforma 2005-2008, la Confederação do Comércio e Serviços de Portugal (Confederazione portoghese del commercio e dei servizi - CCP), che ha presentato un documento in cui illustra una serie di proposte relative al piano nazionale per l'occupazione. Dopo la presentazione del PNACE a Bruxelles, le parti sociali non hanno ancora reso note le proprie reazioni. L'unica eccezione è l'União Geral dos Trabalhadores (Unione generale dei lavoratori - UGT) che, pur senza disapprovare il piano, si rammarica del fatto che le parti sociali non abbiano partecipato alla sua preparazione e deplora l'assenza nelle misure proposte di target o obiettivi quantificati. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 94 - È in programma un incontro tra il coordinatore nazionale per la strategia di Lisbona e l'assemblea plenaria del CES portoghese, allo scopo di presentare il PNACE a un pubblico più vasto e valutare così in che modo le istituzioni e le associazioni rappresentate in seno al CES possano contribuire a una migliore attuazione del programma. Tale incontro contribuirà senz'altro a mobilitare le energie e a favorire l'emergere del consenso necessario per raccogliere le sfide in materia di crescita economica e di occupazione che incombono non solo sul Portogallo ma anche, sebbene in misura minore, sugli altri paesi dell'Unione europea. * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 95 - SLOVENIA Il quadro strategico di elaborazione del programma e la consultazione. Il Programma di riforma per l'attuazione della strategia di Lisbona si basa sulla Strategia di sviluppo per la Slovenia, adottata dal governo sloveno nel giugno del 2005 come documento strategico fondamentale in ambito nazionale6. La strategia riguarda innanzitutto il benessere generale di ciascun individuo, uomo o donna, e quindi non si concentra solo sulle questioni economiche ma comprende anche aspetti sociali, ambientali, politici, giuridici e culturali. Alla luce di tali obiettivi e del suo contenuto, la Strategia di sviluppo per la Slovenia costituisce anche una strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, che nel contempo colloca gli obiettivi della strategia di Lisbona nel contesto sloveno, tenendo conto degli specifici punti di forza e ritardi del paese in materia di sviluppo7. Dopo l'adozione della strategia, il governo ha istituito un gruppo di lavoro ad hoc composto da esperti, denominato "comitato per le riforme", e lo ha incaricato di elaborare i progetti di riforme economiche e sociali necessari per concretizzare la strategia di sviluppo. Nell'ottobre 2005 il comitato ha presentato al governo una prima proposta che è stata oggetto di numerosi dibattiti, specie in seno al Consiglio economico e sociale e con i rappresentanti dei sindacati e dei datori di lavoro. Sulla base di tali dibattiti, il comitato ha apportato un certo numero di aggiunte al testo iniziale, il quale è stato approvato dal governo con la denominazione "Quadro di riforme economiche e sociali per un maggiore benessere". Il governo ha inoltre stabilito che le misure oggetto del dialogo sociale sarebbero diventate le proposte del governo sloveno nei negoziati sulla conclusione di un nuovo accordo sociale. Dato che le riforme previste non sono ancora state ultimate, ma sono ancora nella fase del dialogo sociale e del coinvolgimento dei soggetti interessati dell'opinione pubblica nella preparazione di proposte legislative concrete, il governo ha essenzialmente basato il proprio "Programma di riforma per l'attuazione della strategia di Lisbona" sulla Strategia di sviluppo per la Slovenia già in vigore e sugli aspetti delle riforme proposte che si erano rivelati meno controversi nel corso dei dibattiti. Il governo ha deciso di procedere alle consultazioni ufficiali sul documento solo dopo l'instaurazione del quadro più generale delle riforme economiche e sociali. Per rispettare i termini, il governo è stato quindi costretto a trasmettere a Bruxelles il documento ufficiale del programma di riforma per l'attuazione della strategia di Lisbona prima ancora che il processo di consultazione si fosse concluso. Ad ogni modo, ha provveduto a spiegare che si trattava di un testo non definitivo e si è impegnato a presentare un'ulteriore relazione sulle consultazioni. Il dibattito pubblico sul progetto di Strategia di sviluppo per la Slovenia. Nel giugno del 2004 il governo sloveno ha adottato il progetto di Strategia di sviluppo per la Slovenia. Pur essendo stato elaborato con il concorso di un ampio ventaglio di esperti, il progetto non è tuttavia riuscito a 6 7 L’elaborazione di questi due documenti è stata affidata all’Istituto per l’analisi macroeconomica e lo sviluppo, incaricato anche della strategia di Lisbona in ambito governativo. Tutti i documenti relativi all’elaborazione della Strategia e al programma di riforme sono disponibili in sloveno e in inglese sul sito Internet http://www.gov.si/umar/. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 96 raccogliere il vasto consenso auspicato in seno alla società. Di conseguenza, si è deciso di organizzare un ampio dibattito pubblico. Gli obiettivi che hanno guidato lo svolgimento del confronto si basavano sull'idea che fosse necessario convalidare le analisi degli esperti e gli orientamenti di sviluppo proposti nel progetto di strategia mediante discussioni con la società civile. Il processo è stato avviato all'inizio del luglio 2004 da una consultazione condotta dagli uffici del primo ministro, alla quale hanno partecipato i rappresentanti degli ambienti economici, scientifici e culturali e di altri settori della società. Alla consultazione sono seguiti numerosi dibattiti spontanei nei media e nell'ambito dei diversi gruppi di interesse. Il progetto è stato inoltre dibattuto in seno al Consiglio economico e sociale. Gran parte dei dibattiti si è svolta sotto l'egida del segretariato del Consiglio per lo sviluppo sostenibile, incaricato dal governo di predisporre cinque dibattiti tematici con i diversi settori della società (datori di lavoro, lavoratori dipendenti, organizzazioni non governative, servizi sociali, rappresentanti degli interessi regionali e locali). Scopo di questi dibattiti era dare un contributo sostanziale all'elaborazione del documento quadro strategico. Nel corso dei dibattiti sul progetto di piano di sviluppo per la Slovenia, il Consiglio economico e sociale ha rilevato che il testo non poneva sufficientemente l'accento sul ruolo e sull'importanza del partenariato sociale. Inoltre dai dibattiti pubblici più ampi, ai quali hanno partecipato anche altre organizzazioni non governative, è emerso che nell'odierna Slovenia la nozione di dialogo sociale copre innanzitutto le attività condotte nel quadro del Consiglio economico e sociale. Tuttavia, anche le organizzazioni non governative avocano a sé un ruolo più ampio rispetto a quello di semplice "opinione pubblica attiva" e auspicano quindi che ciò trovi riscontro nella strategia. La relazione sul dibattito pubblico. Al termine del dibattito pubblico, nel gennaio 2005 l'Istituto di analisi macroeconomica e sviluppo ha redatto una relazione che riassume i principali contributi apportati dai dibattiti sul piano del contenuto e le raccomandazioni rivolte al governo sulla realizzazione dei diversi aspetti e orientamenti della strategia8. Dal confronto con l'opinione pubblica è emerso in sostanza che gli obiettivi della strategia sono ampiamente accettati, mentre dal governo ci si aspetta innanzitutto che esso concretizzi ulteriormente in un documento finale gli obiettivi e le misure previsti e che si impegni chiaramente a metterla in atto sul piano politico. Il confronto ha inoltre sottolineato la necessità di valorizzare e chiarire meglio il ruolo del dialogo sociale e del settore non-profit. Sulla base delle proposte di fondo formulate nel corso del dibattito pubblico, dei suggerimenti e delle osservazioni dei ministeri e degli organi strategici governativi, e in collaborazione con i responsabili dei gruppi di esperti, l'Istituto di analisi macroeconomica e sviluppo ha elaborato una proposta di versione definitiva della strategia. Il testo è stato discusso anche nel corso di un "dibattito sul futuro" organizzato per l'occasione dalla presidenza della Repubblica, al termine del quale è emerso che gli orientamenti e le misure principali della strategia godono del sostegno di numerosi esperti e partiti politici. Il 23 giugno 2005 il governo sloveno ha quindi adottato la strategia, che presenta una visione e obiettivi chiari per quanto riguarda lo sviluppo della Slovenia e indica cinque priorità in materia, accompagnate da piani d'azione per la loro attuazione nel 2005 e nel 2006. 8 La relazione, tutti i pareri formulati per iscritto e i resoconti dei dibattiti sono disponibili su Internet. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 97 - Il dibattito pubblico preliminare all'elaborazione della proposta di programma di riforma per l'attuazione della strategia di Lisbona. Nel 2005 sono stati organizzati diversi dibattiti pubblici sul tema della strategia di Lisbona, la cui versione riveduta è stata inoltre discussa durante le riunioni ordinarie degli organi di lavoro della Camera dei deputati e del Consiglio economico e sociale. La Camera del commercio e dell'industria slovena ha organizzato in aprile un dibattito pubblico nel quadro della terza settimana slovena delle imprese. Parallelamente, essa ha contribuito, mediante proposte e prese di posizione concrete, a dare forma alle diverse tematiche del programma di riforma. Il messaggio principale che essa intendeva trasmettere riguardava la necessità che il programma si concentrasse su misure prioritarie tali da accrescere rapidamente ed efficacemente la competitività del contesto imprenditoriale. Inoltre, nel corso della settimana europea svoltasi in maggio alla Camera dei deputati, la strategia di Lisbona è stata oggetto di un dibattito nel quale diversi rappresentanti del governo, degli ambienti scientifici, economici e della società civile hanno potuto presentare i rispettivi punti di vista. Prima ancora che si iniziasse l'elaborazione del documento, le parti sociali sono state invitate, nel corso di una seduta del Consiglio economico e sociale, a redigere proposte concrete sul programma di riforma per l'attuazione della strategia di Lisbona. Pur essendo stato elaborato sulla base della Strategia di sviluppo per la Slovenia e dei programmi e progetti dei diversi ministeri competenti, questo programma riprende anche alcune proposte e raccomandazioni di base formulate dai settori economici, dal mondo della ricerca e da altri gruppi interessati che hanno preso parte al dibattito con osservazioni concrete. Il dibattito sul programma di riforma per l'attuazione della strategia di Lisbona. Il dibattito sul programma di riforma per l'attuazione della strategia di Lisbona era in programma all'inizio di settembre, ma è stato rinviato perché si voleva integrare il testo in questione con le proposte del comitato per le riforme, all'epoca non ancora pubblicate. Il primo dibattito sulla proposta di lavoro del comitato per le riforme si è svolto in ottobre presso il Consiglio economico e sociale, e in tale occasione le parti sociali hanno altresì formulato una serie di proposte concrete. Tali proposte sono state inserite in parte nel programma di riforma per l'attuazione della strategia di Lisbona, mentre le misure che hanno incontrato la ferma opposizione dei sindacati ne sono state escluse. Inoltre, all'inizio di novembre, il testo è stato oggetto di un dibattito in seno alle commissioni competenti della Camera dei deputati slovena - la commissione per gli affari economici e la commissione per gli affari europei -, le quali ne hanno preso conoscenza e si sono ufficialmente espresse a favore dei suoi orientamenti. L'accento è stato posto sulla necessità che il governo si organizzasse in modo adeguato per consentire un'attuazione efficace e coordinata del programma di riforma adottato. Il coinvolgimento delle parti sociali nella preparazione del programma di riforma per la strategia di Lisbona. Le parti sociali hanno esaminato il programma durante la sessione di dicembre del Consiglio economico e sociale. In tale occasione hanno sottolineato che l'elaborazione di tale documento nel quadro di un dialogo sociale costruttivo deve effettuarsi con la collaborazione di tutti i soggetti interessati, senza la quale tale compito sarebbe difficilmente realizzabile. Di conseguenza il Consiglio economico e sociale, invece di elaborare un parere specifico sul programma di riforma, ha CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 98 invitato il governo sloveno a coinvolgere pienamente le parti sociali in tutte le future iniziative sin dalla prima stesura dei documenti di elaborazione delle strategie, delle politiche e dei piani d'azione. I datori di lavoro, pur sostenendo il documento, esprimono alcune riserve, in particolare sulle lacune delle misure intese a rendere l'apparato statale meno costoso e più efficace, e sottolineano l'assenza di iniziative per far recedere l'economia sommersa. Considerato che il suo ruolo consisterà innanzitutto nell'attuare le iniziative previste dal programma, la Camera del commercio e dell'industria slovena sta elaborando un proprio piano d'azione pratico che è conforme agli obiettivi della strategia riveduta di Lisbona e del programma di riforma e che, in una prima fase, è stato strutturato per trimestri del 2006. Grazie al sostegno della Camera del commercio e dell'industria slovena, in ottobre ha avuto luogo un Forum regionale europeo, organizzato dalla sede di Bruxelles dell'Unione economica slovena e mirato a favorire, attraverso lo scambio di esperienze positive e buone prassi, una trasposizione riuscita della strategia di Lisbona anche a livello regionale e locale. I sindacati hanno espresso il proprio disaccordo su alcune parti del programma. Le perplessità espresse riguardano l'occupazione e in particolare le misure destinate ad accrescere la flessibilità del mercato del lavoro, che a loro giudizio rappresenterebbero un regresso sul piano dei diritti sociali. Inoltre, essi si sono opposti alla proposta di considerare seriamente l'introduzione di un'aliquota unica d'imposta, hanno fatto notare che le modifiche in materia di politica salariale richiedono un accordo tra le parti sociali e, infine, hanno sottolineato la mancanza di programmi adeguati di riconversione professionale per i lavoratori licenziati. Di conseguenza, essi non possono sostenere il programma nella sua forma attuale né assumersi la responsabilità della sua attuazione. Le prossime tappe. In novembre il governo sloveno ha adottato un decreto che istituisce un ufficio governativo incaricato di coordinare e controllare l'esecuzione della Strategia di sviluppo per la Slovenia. Tale ufficio coordinerà l'applicazione di detta strategia, del Programma di riforma per l'attuazione della strategia di Lisbona e del Pacchetto di riforme economiche e sociali per un maggiore benessere del paese. Il governo ha inoltre definito la sua posizione di partenza per la negoziazione dell'accordo sociale e vi ha incluso tutti gli elementi fondamentali delle riforme previste, la cui forma definitiva sarà resa nota una volta che si saranno conclusi i negoziati, consultati i gruppi interessati e apportate le relative modifiche legislative. Anche le parti sociali (datori di lavoro e lavoratori dipendenti) adotteranno e applicheranno, se lo giudicheranno opportuno e laddove necessario, un proprio programma operativo per mettere in atto il programma di riforma per il raggiungimento degli obiettivi di Lisbona in Slovenia. * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 99 - SLOVACCHIA 1. L'attuazione della strategia di Lisbona a livello nazionale La Slovacchia è un paese in cui gli abitanti hanno un livello di istruzione e di creatività particolarmente elevato e la scienza e la tecnologia sono fiorenti e generano continuamente nuovi prodotti innovativi e servizi di ottima qualità. Nel corso degli ultimi quindici anni, l'economia slovacca ha conosciuto trasformazioni eccezionali. I tre cambiamenti principali sono stati il passaggio da un'economia centralizzata a un'economia di mercato, la piena integrazione nell'Unione europea e l'attuazione di profonde riforme strutturali. L'obiettivo principale della strategia slovacca per l'attuazione dell'agenda di Lisbona è evidente: fare in modo che la Slovacchia possa raggiungere nel più breve tempo possibile il livello di vita dei paesi più avanzati dell'Unione. La strategia perseguita dalla Slovacchia si fonda su due principi essenziali: portare a termine con successo le riforme strutturali e garantire la continuità dei risultati ottenuti, attuare in modo sistematico la parte della strategia di Lisbona concernente lo sviluppo. Anche gli enti locali dovrebbero svolgere un ruolo specifico nell'attuazione della strategia di Lisbona, impegnandosi al massimo per favorire la crescita nelle diverse regioni della Slovacchia, senza tuttavia minacciare il rapido miglioramento dei risultati dell'insieme del paese. Questo è uno dei motivi per cui le risorse provenienti dai fondi strutturali europei andrebbero investite in via prioritaria in attività volte a migliorare la competitività e la crescita dell'economia slovacca nel suo complesso. 1.1 Portare a termine le riforme strutturali e garantire la continuità dei risultati ottenuti Ai fini dell'attuazione della strategia di Lisbona è indispensabile procedere ad alcune riforme strutturali, di cui le principali riguardano la gestione delle finanze pubbliche, la fiscalità, il sistema sanitario, il sistema sociale, il mercato del lavoro, le pensioni, il finanziamento dell'istruzione e la pubblica amministrazione. Macroeconomia e fiscalità In ambito macroeconomico e fiscale, i maggiori obiettivi e principi sono: sviluppare l'economia di mercato limitando il più possibile gli interventi sul mercato, ridurre il deficit pubblico, evitare di aumentare il tasso di ridistribuzione in ambito economico, mantenere una politica fiscale trasparente ed equa. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 100 Settore sociale Nel settore sociale, i maggiori obiettivi e i principi sono: porre l'accento sulla corresponsabilità dell'individuo e della famiglia in relazione alla propria situazione personale, fare in modo che la politica sociale non scoraggi l'attività e la creatività degli individui, ridurre l'estrema indigenza, mantenere una rete di protezione sociale efficace, mantenere un mercato del lavoro flessibile. Sanità e pensioni I due principi fondamentali in questo ambito sono: rispettare un giusto equilibrio tra la tutela dei diritti fondamentali e della dignità umana e il principio del merito, preservare la sostenibilità economica a lungo termine del sistema sanitario e di quello pensionistico. 1.2 Priorità nel settore dello sviluppo La competitività a lungo termine della Slovacchia può essere garantita a un'unica condizione: creare un contesto favorevole allo sviluppo dell'economia della conoscenza. È di conseguenza indispensabile che la strategia di sviluppo della Slovacchia investa i quattro ambiti seguenti: la società dell'informazione (conoscenze informatiche, informatizzazione effettiva della pubblica amministrazione e ampio accesso a Internet), la scienza, la R&S e l'innovazione (formazione e sostegno per i ricercatori di vaglia, ricerca di livello internazionale con il coinvolgimento del settore privato, sostegno pubblico efficace alle attività imprenditoriali orientate alla R&S e all'innovazione), il contesto imprenditoriale (quadro giuridico solido, enti pubblici visti come partner e non come un peso, accesso reale ai mercati dei capitali per tutte le imprese, infrastrutture e servizi di qualità nei settori che operano in rete), l'istruzione e l'occupazione (politica moderna in materia di istruzione, conseguimento di un tasso di occupazione elevato, soluzioni al problema dell'invecchiamento della popolazione). 2. La strategia di Lisbona per la Slovacchia Nel 2005 il governo slovacco ha adottato la strategia di Lisbona per la Slovacchia per il 2010, il programma nazionale di riforma della Slovacchia per il 2006-2008 e il programma nazionale di convergenza per il 2010. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 101 La strategia di Lisbona rappresenta una sfida di grande portata anche per i soggetti economici e sociali slovacchi. Il programma nazionale di riforma della Slovacchia poggia su due principi fondamentali. Il primo principio sottolinea la necessità di portare a termine le riforme strutturali, di portare avanti l'odierna politica economica e di mantenere l'attuale livello di crescita relativamente elevato (tra il 2006 e il 2008 il PIL slovacco ha fatto registrare un aumento superiore al 5%). Il secondo principio consiste nello sviluppo di un'economia della conoscenza ed è volto a garantire una crescita elevata dell'economia slovacca mediante un aumento dell'occupazione, dell'istruzione, della produttività e, di conseguenza, delle retribuzioni e del tenore complessivo di vita. Un ruolo determinante a tale riguardo è svolto dalle modalità di finanziamento di tali priorità a partire da fondi pubblici, privati e comunitari. Sul piano della spesa pubblica, tali priorità di sviluppo si sono in parte tradotte in scelte di bilancio, anche se ciò è avvenuto in misura insufficiente. Altrettanto dicasi per i finanziamenti dei fondi strutturali UE, che in Slovacchia sono utilizzati in misura limitata. A tale proposito le parti economiche e sociali accolgono con favore il raggiungimento di un'intesa sulle prospettive finanziarie 2007-2013, le quali rappresentano il quadro di riferimento del bilancio comunitario. L'economia slovacca ha fatto registrare una buona partenza e la sua crescita reale, in termini di PIL, procede a ritmo sostenuto. Permane tuttavia una situazione problematica sul mercato del lavoro, e ciò malgrado un leggero calo della disoccupazione. I rischi insiti nell'andamento del tasso di occupazione (o in un mancato calo della disoccupazione) sono legati agli squilibri demografici delle regioni slovacche, in quanto l'aumento della popolazione resta relativamente debole e le strutture che dovrebbero favorirlo sono di cattiva qualità. Per di più, il sistema scolastico slovacco è demotivante e l'attuale politica sociale appare illogica. È necessario che la politica economica e sociale rispetti l'equilibrio tra mercato e Stato, nel senso che lo Stato deve sopperire alle carenze del mercato. I rapporti tra governo e imprenditori dovrebbero fondarsi sulle competenze e sulla professionalità; la comunicazione reciproca dovrebbe essere migliorata, così come la disponibilità di informazioni sull'impatto delle riforme per la popolazione e le sue condizioni di vita. Il mondo imprenditoriale valuta in modo alquanto critico il ritardo accumulato dal paese nell'attuazione delle riforme nei settori dell'istruzione, della giustizia e della sanità. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 102 Le parti economiche e sociali slovacche sono consapevoli della necessità di un approccio integrato per l'attuazione concreta della strategia di Lisbona e intendono svolgere un ruolo attivo nei rispettivi ambiti d'intervento. * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 103 - FINLANDIA 1. L'attuazione della strategia di Lisbona a livello nazionale Premesse e sfide Secondo alcuni dei principali indicatori macroeconomici, la Finlandia registra oggi risultati economici migliori rispetto alla media dei paesi dell'UE. Il PIL pro capite, la produttività del lavoro e il tasso di occupazione sono infatti superiori alla media dell'UE a 15 e negli ultimi anni anche i tassi di crescita della produttività e dell'occupazione, e quindi del PIL, hanno fatto segnare un aumento. Questa situazione è il risultato delle riforme di ampia portata attuate dai diversi governi succedutisi durante e dopo la grave crisi economica che ha caratterizzato i primi anni '90. La strategia economica adottata mirava in particolare a: (1) (2) (3) rendere i prezzi più competitivi grazie a una serie di politiche macroeconomiche, consolidare le finanze pubbliche attraverso tagli alla spesa, e aumentare in modo considerevole e duraturo la spesa pubblica nel settore della ricerca e sviluppo. Più di recente la tassazione globale sul lavoro è stata notevolmente ridotta, il che ha contribuito ad accelerare la crescita economica e ha determinato una trasformazione strutturale da un'economia basata sulle risorse naturali a un'economia in cui le tecnologie dell'informazione e della comunicazione svolgono un ruolo essenziale. Ciò detto, la disoccupazione strutturale permane elevata e il tasso di occupazione si mantiene a un livello notevolmente più basso rispetto a quello degli altri paesi nordici o a quello precedente alla crisi. Anche la produttività del settore dei servizi sembra presentare un ritardo rispetto agli altri paesi europei. Inoltre, l'invecchiamento della popolazione finlandese procede a un ritmo tra i più sostenuti negli Stati membri dell'Unione, il che ha pesanti conseguenze sul mercato del lavoro e sulle finanze pubbliche. In terzo luogo, l'economia finlandese potrebbe rivelarsi più vulnerabile alla concorrenza delle economie emergenti rispetto alle economie della maggior parte dei paesi europei, data la sua specializzazione nel settore manifatturiero e, in una certa misura, in alcuni prodotti di tale settore che sono soggetti a una concorrenza molto aspra. Perché il paese possa affrontare tali sfide, è necessario accelerare la crescita della produttività e aumentare il tasso di occupazione. Occorre altresì migliorare l'efficienza del terziario per garantire un'offerta di servizi pubblici adeguati a una popolazione che invecchia. Per un'economia di dimensioni ridotte, che non gode né dei vantaggi di un grande mercato interno né di una base di risorse, e per una società che favorisce esplicitamente le pari opportunità, il modo migliore per conseguire tali obiettivi consiste nel continuare a consolidare il capitale umano, il livello tecnologico e l'apertura dell'economia e nello sviluppare la capacità di adattarsi rapidamente alle nuove pressioni della concorrenza. Il programma di riforma finlandese si basa su tali considerazioni. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 104 - Le politiche macroeconomiche Nel settore della politica macroeconomica, l'obiettivo principale è mantenere le finanze pubbliche sane negli anni a venire, per poter far fronte alla spesa previdenziale necessaria in futuro senza dover aumentare le imposte. La fiducia nella sostenibilità delle finanze pubbliche ha altresì un effetto positivo diretto sulla fiducia dei consumatori e di conseguenza sui consumi nel breve periodo. La spesa pubblica sarà contenuta mediante una serie di misure, tra cui: (1) (2) (3) (4) la determinazione di un massimale per un'ampia percentuale delle spese dell'amministrazione centrale, un programma d'azione in materia di produttività, un programma di base nel settore dei servizi, una riforma delle strutture civiche e dei servizi. La riforma delle pensioni in atto dal 2005 è parte integrante dell'impegno a ridurre il futuro carico della spesa previdenziale e fornisce nel contempo un contributo fondamentale all'offerta di manodopera. Le politiche microeconomiche Le politiche microeconomiche hanno innanzitutto lo scopo di migliorare il livello delle conoscenze e dell'innovazione, promuovendo al tempo stesso l'imprenditorialità e la competitività sul mercato dei beni. Il programma fissa l'obiettivo di aumentare la spesa pubblica nel settore della ricerca e sviluppo del 7% annuo fino al termine del decennio. L'obiettivo è portare la quota sul PIL della spesa totale in ricerca e sviluppo dall'attuale 3,5% al 4%. Numerose misure sono state adottate per favorire la formazione di poli di eccellenza nel settore della ricerca e sviluppo. È previsto ad esempio l'avvio di un programma speciale per fornire agli enti di ricerca le possibilità finanziarie necessarie ad attrarre scienziati stranieri di alto livello. Si incoraggiano inoltre le università a specializzarsi e si prevede di sviluppare e concentrare la struttura del sistema pubblico di ricerca in modo da renderlo più efficiente. Un programma di intervento trasversale è dedicato alla promozione dell'imprenditorialità. La riforma della tassazione dei redditi del capitale e delle imprese si accompagna a misure specifiche destinate a sostenere la crescita delle imprese innovative. A tal fine è stato istituito un fondo pubblico di capitale di rischio. Le riforme riguarderanno inoltre le procedure di regolamentazione, i servizi di consulenza e la previdenza sociale degli imprenditori. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 105 Le politiche occupazionali Le politiche in materia di occupazione mirano da un lato a ridurre la disoccupazione strutturale e, dall'altro, a prolungare le carriere professionali. A tal fine, la politica intesa a ridurre la tassazione dei redditi da lavoro sarà portata avanti per tutto il mandato dell'attuale governo. Di conseguenza, le aliquote marginali diminuiranno in media di due punti percentuali. Alcune misure specifiche mirano ad aumentare la domanda di manodopera meno qualificata. A partire dal 2006 saranno ridotti, in base a un apposito regime, i costi non salariali del lavoro per gli imprenditori che impiegano persone di età superiore ai 53 anni con stipendio inferiore ai 2000 euro mensili. È inoltre previsto un aumento degli sgravi fiscali relativi ai servizi domestici. Le misure attive del mercato del lavoro destinate ai disoccupati di lungo periodo saranno aumentate, mentre l'erogazione del sussidio forfettario di disoccupazione sarà subordinata alla partecipazione a misure di attivazione. È inoltre prevista una riforma delle modalità di finanziamento volta a migliorare gli strumenti a disposizione dei comuni per incentivare la partecipazione dei beneficiari di tali sussidi. La promozione della mobilità regionale e professionale della manodopera sarà garantita mediante una serie di misure che vanno da una migliore pianificazione delle esigenze in termini di istruzione, alla creazione di un meccanismo che permetta di conseguire qualifiche professionali mediante un semplice sistema di formazione aziendale, a iniziative politiche volte a ridurre la penuria di alloggi nei principali poli di crescita. Le misure destinate a prolungare la durata della vita lavorativa sono incentrate sia sull'inizio della carriera lavorativa sia sul momento del pensionamento, con particolare attenzione a quest'ultimo aspetto. Grazie a un'azione intensiva di tutorato, tutti i giovani che lasciano la scuola saranno incoraggiati a riprendere al più presto gli studi. Le procedure d'iscrizione e di selezione saranno semplificate per accelerare l'ingresso all'università. Si farà ricorso a tutorati supplementari e a incentivi finanziari per ridurre la durata degli studi, relativamente lunga rispetto alla norma internazionale. La riforma delle pensioni, che prevede un consistente incentivo finanziario a favore dei lavoratori in servizio dopo i 62 anni, costituisce il principale incentivo a rinviare il momento del pensionamento. Essa si accompagna a una serie di programmi destinati a sviluppare la vita professionale e le competenze dei lavoratori affinché il prolungamento della vita attiva diventi possibile e interessante. 2. Il ruolo dei soggetti economici e sociali Il programma di riforma finlandese è stato elaborato sulla base, oltre che del programma del governo per il 2003, di due progetti avviati su iniziativa del primo ministro e attuati nel 2004: CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 106 (1) (2) il progetto La Finlandia nell'economia mondiale, che analizza le possibilità e le sfide che la globalizzazione presenta per l'economia finlandese e formula numerose raccomandazioni politiche, e la relazione del governo al Parlamento sulle prospettive future, in particolare sull'invecchiamento della popolazione e i modi per affrontarlo. L'elaborazione dei due progetti, soprattutto il primo, ha comportato una vasta consultazione delle parti sociali e della società civile in senso lato. Tra i sindacati e le organizzazioni imprenditoriali è stata avviata circa una ventina di dialoghi a livello settoriale, alcuni dei quali sono proseguiti anche dopo la conclusione del progetto. L'elaborazione del programma di riforma è ufficialmente iniziata all'inizio del mese di giugno, sotto l'egida politica del comitato governativo responsabile della politica economica. Il ministero delle Finanze e un gruppo di coordinamento erano incaricati rispettivamente di dirigere e di coordinare il progetto, mentre alla sua preparazione hanno preso parte numerosi ministeri. I soggetti interessati hanno contribuito all'elaborazione del programma in diversi modi. Il gruppo di coordinamento ha innanzitutto incontrato i rappresentanti delle parti sociali nel corso di una serie di riunioni organizzate in agosto. Le parti sociali sono state informate in merito agli elementi di base del programma e hanno formulato alcuni suggerimenti generali sul suo contenuto. Per discutere il programma finlandese, il 1° settembre è stato organizzato un seminario cui hanno partecipato 180 esponenti di diverse organizzazioni. Tra i partecipanti figuravano i rappresentanti delle parti sociali, delle organizzazioni che promuovono l'innovazione, degli enti locali e dei diversi organi del governo centrale. Il governo, guidato dal primo ministro, ha presentato le principali risoluzioni sull'attuazione degli obiettivi di Lisbona. Nel corso di alcune sessioni parallele sono stati trattati in dettaglio tre temi diversi, e i punti di vista espressi dai vari partecipanti sono stati riassunti in un dibattito finale. Il 21 settembre il progetto di programma è stato esaminato in seno al Consiglio economico, costituito da rappresentanti di alto livello degli operatori del mercato del lavoro, degli imprenditori, degli agricoltori, della Banca centrale, degli enti locali e dei principali ministri responsabili delle questioni di politica economica. In generale il progetto è stato accolto con favore e non sono state proposte modifiche di rilievo. Il 30 settembre si è tenuto un seminario per discutere la strategia di Lisbona in termini più generali, non solo rispetto al programma nazionale finlandese. Al seminario hanno partecipato non solo le parti sociali, ma anche la società civile in senso lato. Il programma di riforma è stato esaminato da diverse commissioni parlamentari sin dagli inizi di ottobre. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 107 Il processo di consultazione ha contribuito ad approfondire la comprensione comune delle principali sfide poste dalla globalizzazione e a rafforzare il consenso su una strategia consistente nell'investire in ricerca e sviluppo e in capitale umano, nell'apertura di spirito e nella capacità di adattamento. Tale ampio consenso è tanto più gradito in quanto il programma si estende al di là dell'attuale mandato elettorale. * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 108 - SVEZIA Consultazione della società civile organizzata sul programma nazionale di riforma Le consultazioni relative al PNR non possono rimanere isolate dal dialogo regolare tra il governo e le parti interessate dalle diverse politiche. In tale contesto occorre altresì rilevare la natura intersettoriale dei partenariati regionali legati ai programmi regionali di crescita (e ai fondi strutturali). La loro composizione riflette l'intero spettro delle organizzazioni rappresentative dei soggetti del settore pubblico, privato e non-profit. La partecipazione delle parti sociali Il mercato del lavoro svedese è caratterizzato da un dialogo sociale molto approfondito tra la Confederazione imprenditoriale svedese (SN) e le organizzazioni comunali e di contea, dal lato dei datori di lavoro, e i sindacati LO, TCO e Saco, dal lato dei lavoratori. Le parti sociali svolgono un ruolo essenziale sul mercato del lavoro, tra l'altro facilitando la ristrutturazione delle imprese e l'adattabilità da entrambi i lati. Il governo e le parti sociali prendono parte a consultazioni regolari sull'occupazione e le politiche sociali. Dette consultazioni vertono anche sulle questioni di interesse comunitario che si riflettono sulle politiche nazionali, quali per esempio la strategia europea in materia di occupazione e altre iniziative comunitarie di rilievo. Sin dall'avvio del processo di elaborazione del PNR svedese si è provveduto a consultare le parti sociali, invitandole a definire le loro priorità e a formulare suggerimenti. Le parti sociali hanno tentato, senza successo, di presentare una proposta comune per il PNR. Le due parti hanno quindi formulato le proprie proposte specifiche, dapprima nel corso di una riunione in presenza di alcuni rappresentanti della Commissione europea e poi durante un seminario, organizzato dal governo, sul PNR. I datori di lavoro hanno sottolineato che bisogna proseguire la semplificazione delle procedure amministrative superflue, favorire l'attività delle imprese oltre confine, applicare finalmente il brevetto europeo e promuovere maggiormente la ricerca e lo sviluppo. I sindacati, dal canto loro, hanno ribadito che è importante che siano mantenuti i tre pilastri della strategia di Lisbona: politica economica, politica sociale e politica ambientale. Hanno ravvisato un'altra priorità nel completamento della strategia di Lisbona mediante una domanda sufficiente. Infatti, le misure adottate sul lato dell'offerta non produrranno né crescita né occupazione se non saranno accompagnate da un rafforzamento della domanda aggregata. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 109 - I sindacati hanno inoltre posto l'accento sulle politiche miranti a conciliare la vita famigliare e quella professionale e hanno rilevato l'importanza di sviluppare le competenze e migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori anziani. Nel PNR, l'accordo per lo sviluppo industriale e la competitività ("industriavtalet") è evidenziato come esempio di buona prassi. Le organizzazioni imprenditoriali e i sindacati dell'industria convengono sul fatto che i negoziati salariali debbano svolgersi entro i limiti imposti dalla situazione dell'economia se si vuole rafforzare la competitività. A tal fine occorre dare priorità alla ricerca, all'innovazione e alla formazione. Le misure contemplate prevedono, a titolo di esempio, la promozione di programmi di ricerca settoriale, l'intensificazione degli scambi tra imprese, istituti di ricerca e istituti di insegnamento, una nuova struttura per la formazione degli ingegneri e per lo sviluppo della formazione professionale. Altre organizzazioni della società civile Nel corso della fase preliminare sono stati organizzati dibattiti specifici con alcune organizzazioni ambientali e giovanili. All'origine dei dibattiti con le organizzazioni ambientali vi è il fatto che lo sviluppo sostenibile costituisce un obiettivo prioritario per il PNR svedese, anche al di là delle politiche ambientali. I dibattiti con le organizzazioni giovanili si iscrivono nel quadro del seguito dato al Patto europeo per la gioventù. Sono state esaminate proposte specifiche relative all'attuazione del Patto e a come informare e consultare i giovani sul patto in futuro. L'occupazione resta una priorità e nella definizione della strategia europea per l'occupazione dev'essere rappresentato anche il punto di vista dei giovani. È essenziale favorire l'integrazione dei giovani di origine straniera e combattere la discriminazione. Tra gli altri punti rilevanti sollevati figurano il riconoscimento dell'istruzione extrascolastica e informale e lo spirito imprenditoriale. Nell'intento di ampliare il ventaglio di organizzazioni della società civile consultate, il governo ha organizzato un seminario specifico e ha chiesto a queste ultime di indicare le loro priorità. L'unica ripercussione tangibile di tale consultazione sul PNR è consistita in una maggiore considerazione del ruolo dell'impresa sociale quale mezzo per integrare i gruppi più vulnerabili nel mercato del lavoro. Le imprese sociali consentono di passare da un'assistenza passiva a una reale politica di reinserimento, formazione e lavoro; esse danno inoltre particolare importanza allo spirito imprenditoriale e all'emancipazione. Il PNR svedese – osservazioni generali Il PNR svedese si avvicina, ancora oggi, più a un rapporto di attività di un governo che non a un programma d'azione fondato sulla partecipazione delle parti interessate. È stato preparato parallelamente al bilancio per l'esercizio 2006 e riflette di conseguenza le priorità politiche e le proposte d'azione del governo. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 110 Passa spesso sotto silenzio il contributo, pur degno di nota, del settore privato e delle organizzazioni della società civile all'elaborazione e all'attuazione delle politiche. Si è già citato il fatto che sono sempre state organizzate consultazioni regolari con le parti sociali. È stato tuttavia l'emergere della strategia europea per l'occupazione e della strategia di Lisbona che ha realmente permesso di avviare un lento processo di coinvolgimento e dialogo con i soggetti interessati diversi dalle parti sociali. Il piano d'azione svedese per l'inserimento sociale rappresenta un esempio relativamente riuscito di buone prassi a tale riguardo. Sembrerebbe che il bilancio intermedio abbia accelerato la ricerca degli strumenti per coinvolgere non solo le parti sociali ma anche le altre organizzazioni della società civile. Tale processo è accentuato dal fatto che il PNR è basato su un ciclo di tre anni. Una delle conclusioni del seminario specifico cui si fa riferimento più sopra è che la procedura di consultazione deve essere perfezionata e maggiormente in linea con le priorità e gli orientamenti della strategia di Lisbona; essa deve inoltre coinvolgere i soggetti realmente interessati per ogni orientamento (o gruppo di orientamenti). Osservazioni specifiche Tra le organizzazioni della società civile si avverte un certo senso di frustrazione dovuto alla mancata considerazione del contributo della società civile nel PNR. Le parti sociali ritengono che la loro esperienza con i programmi d'azione nazionali relativi alla strategia europea per l'occupazione costituisca un ottimo esempio del modo in cui il processo di coordinamento potrebbe funzionare. In tale occasione le parti sociali sono state invitate a presentare i propri testi. Il tentativo di trovare un terreno comune d'intesa tra tutte le parti sociali deve costituire un obiettivo permanente del dialogo e della partecipazione. Certamente le priorità delle parti sociali svedesi possono differire da quelle delle parti sociali di altri paesi; in Svezia, infatti, le parti sociali svolgono un ruolo molto specifico e sono responsabili dell'attuazione della strategia di Lisbona. La proposta delle organizzazioni svedesi incaricate dell'istruzione extrascolastica ("folkbildningsförbunden"), volta a rafforzare l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, non è stata presa in considerazione. Inoltre, molto spesso le organizzazioni non sono nemmeno menzionate; è il caso per esempio del parere delle organizzazioni dei consumatori in materia di politica dei consumatori. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 111 Osservazioni conclusive Va considerato che si è ancora al primo anno di attuazione di un processo nuovo e che la relazione nazionale svedese è stata affidata a un ministero diverso rispetto alle precedenti relazioni sull'occupazione. Malgrado ciò, l'esperienza dimostra che per la continuazione del processo sarà indispensabile un'ulteriore e maggiore partecipazione delle parti sociali. Alcuni aspetti possono essere oggetto di critica, per esempio il mancato coinvolgimento del Parlamento svedese. Il dibattito parlamentare su questo tema ha infatti avuto luogo dopo la presentazione del PNR alla Commissione europea. * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 112 - REGNO UNITO Osservazioni della Confederazione dei sindacati (TUC) A differenza di numerosi altri Stati membri dell'UE, il Regno Unito non dispone di una struttura ufficiale per il dialogo sociale sulle problematiche legate all'occupazione. Benché vi siano organismi ad hoc quali la commissione sulle basse retribuzioni (Low Pay Commission) o il forum del settore industriale (Manufacturing forum), istituiti per compiti specifici e talvolta limitati nel tempo, il dialogo sociale non è una prassi corrente nel Regno Unito. Qualche mese fa alcuni funzionari del ministero del Lavoro e delle pensioni hanno redatto una dichiarazione che illustra la loro percezione del modo in cui il governo britannico ha attuato la strategia europea per l'occupazione. Tale dichiarazione è stata trasmessa alla Confederazione dell'industria britannica (CBI), alla Confederazione dei sindacati (TUC) e al Centro europeo delle imprese a partecipazione pubblica e delle imprese di interesse economico generale per il Regno Unito (CEEP-UK), affinché potessero apportarvi commenti ed emendamenti. Non è stata tuttavia organizzata alcuna riunione ufficiale. In genere in questo tipo di procedura proponiamo emendamenti sulle questioni che riteniamo di maggiore importanza e cogliamo l'occasione per porre l'accento sulla mancanza di dialogo sociale. Riteniamo che la versione finale del programma nazionale di riforma rifletta relativamente bene la politica del governo, che approviamo nelle sue grandi linee, in particolare per quanto riguarda i risultati positivi conseguiti dal Regno Unito in materia di inflazione, creazione di posti di lavoro e rispetto degli obiettivi essenziali della strategia di Lisbona. Per alcuni ambiti specifici, quali l'orario di lavoro, intendiamo formulare una serie di obiezioni alla politica governativa. Ci rammarichiamo del fatto che, nel quadro dell'attuazione del programma, non sia stata istituita una procedura adeguata di dialogo sociale. Questa prassi impedisce ai sindacati di apportare contributi sostanziali al processo". Osservazioni della Confederazione dell'industria britannica (CBI) "La CBI approva pienamente il modo in cui il programma nazionale di riforma è stato attuato nel Regno Unito. Ritiene che la valutazione della politica governativa contenuta nel PNR sia esatta e che i punti di vista dei suoi membri siano stati pienamente considerati. La CBI reputa che non sia necessario concludere accordi formali tra le parti sociali per sviluppare il PNR. Le modalità di elaborazione del PNR riflettono infatti l'impegno più ampio del governo a favore di una consultazione di tutte le parti interessate, che a nostro avviso ha permesso ai datori di lavoro e ai lavoratori di contribuire efficacemente al processo". * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 113 - I CONTRIBUTI DI DUE PAESI CANDIDATI CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 114 - BULGARIA 1. L'attuazione della strategia di Lisbona sul piano nazionale 1.1 Situazione politica e priorità Il governo e le parti interessate in Bulgaria sono pienamente favorevoli all'attuazione della strategia di Lisbona. Gli obiettivi e le priorità di Lisbona sono pertanto al centro di fondamentali documenti nazionali di programmazione, quali il Piano di sviluppo nazionale (2007-2013), i programmi operativi nazionali, i piani regionali, la Strategia nazionale per lo sviluppo delle piccole e medie imprese (20022006), la Strategia per l'innovazione, la Strategia di promozione degli investimenti (2005-2010), la Strategia nazionale di formazione professionale continua (2005-2010) e la Strategia per l'occupazione (2004-2010). La situazione politica ed economica in Bulgaria è favorevole alla realizzazione degli obiettivi e delle priorità di Lisbona. Il governo bulgaro ha dato prova della propria ferma volontà politica di promuovere le riforme economiche e sociali allo scopo di adempiere agli impegni assunti. 1.2 Lo sviluppo macroeconomico L'economia bulgara continua a svilupparsi rapidamente. È possibile constatare una crescita dinamica degli investimenti esteri e del PIL reale. Nel settore delle finanze pubbliche si registra una tendenza a un aumento delle eccedenze di bilancio. Da un punto di vista settoriale, i tassi di crescita più elevati sono stati rilevati nelle industrie di trasformazione, nel turismo e nelle telecomunicazioni. Le infrastrutture dei trasporti e delle imprese presentano invece uno sviluppo insufficiente. La crescita reale del PIL è stata pari al 5,6% nel 2004, raggiungendo il tasso più elevato dall'inizio della transizione. Nel 2004, il PIL pro capite (a parità di potere d'acquisto) rappresentava il 30% della media dell'UE a 25. Nello stesso anno il tasso di occupazione (54,2%) era inferiore a quello dell'UE a 25 (63,3%). Il tasso di disoccupazione è continuato a diminuire ed è passato dal 13,7 al 12% tra il 2003 e il 2004. La situazione occupazionale è progressivamente migliorata: l'occupazione è aumentata del 3,1% nel 2004 ma il tasso di occupazione è rimasto molto basso attestandosi al 54,2%. L'alto tasso di disoccupazione giovanile (25,5% nel 2004) rimane motivo di viva preoccupazione. La spesa di bilancio in ricerca e sviluppo ha rappresentato appena lo 0,5% del bilancio totale. Nel 2004 il tasso medio di inflazione è stato pari al 6,1%. La caratteristica distintiva del mercato del lavoro in Bulgaria è data dai divari regionali in termini di occupabilità, disoccupazione, produttività del lavoro, livello di istruzione e struttura demografica. Le riforme macroeconomiche in corso sono incentrate su misure volte a rafforzare e ad accrescere la competitività dell'economia. Nel 2005 la spesa pubblica per la ricerca, lo sviluppo e l'innovazione ha raggiunto lo 0,57%. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 115 1.3 La politica occupazionale Il Piano di azione per l'occupazione definisce le seguenti priorità: misure attive per il mercato del lavoro, riduzione della disoccupazione di lunga durata, promozione delle piccole e medie imprese e delle nuove imprese, sostegno alla mobilità del lavoro e rafforzamento del dialogo sociale. Il piano "Azione occupazione" si occupa anche della qualità della forza lavoro e dell'efficacia del sistema di istruzione. La formazione permanente e la formazione professionale sono oggetto di particolare attenzione. L'obiettivo generale è mettere in contatto tra loro l'istruzione e le esigenze del mercato del lavoro. Due compiti di primaria importanza sono: aumentare la flessibilità del mercato del lavoro e aggiornare i rapporti di lavoro. 1.4 Valutazione generale dei progressi conseguiti nell'attuazione della strategia di Lisbona Indicatori macroeconomici Crescita del PIL pro capite (PPP) Tasso di occupazione Tasso di disoccupazione Spesa in ricerca e sviluppo Produttività del lavoro Indicatori relativi al contesto dell'attività delle imprese Legislazione favorevole agli investimenti esteri Legislazione favorevole allo sviluppo delle tecnologie informatiche e dell'innovazione nelle PMI Investimenti nelle tecnologie dell'informazione e nelle comunicazioni Partenariati pubblico-privato Ostacoli amministrativi Oneri fiscali e sociali Disponibilità on-line di servizi amministrativi e di altro tipo Sviluppo del mercato del lavoro Connessione tra università e impresa Misure attive per il mercato del lavoro Flessibilità del mercato del lavoro Mobilità del lavoro Risultati buoni X Risultati medi Risultati modesti X X X X X X X X X X X X X CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb X …/… - 116 Indicatori macroeconomici Indicatori dello sviluppo delle risorse umane Tecnologie dell'informazione nell'istruzione superiore Accesso a Internet nelle scuole e nelle università Livello di istruzione dei giovani Formazione permanente Insegnamento e formazione professionale Sviluppo sostenibile Innovazione nelle PMI Infrastruttura dei trasporti Tecnologie rispettose dell'ambiente Inquinamento industriale, gestione dei rifiuti, qualità dell'acqua, sicurezza nucleare e protezione dalle radiazioni 2. Risultati buoni Risultati medi Risultati modesti X X X X X X X X X La partecipazione del Consiglio economico e sociale bulgaro e delle parti sociali Il Consiglio economico e sociale (CES) bulgaro è stato istituito nel 2003, con un apposito provvedimento legislativo, in quanto organo consultivo indipendente; il suo compito è dar voce alla volontà e agli interessi delle organizazioni della società civile. La cooperazione trilaterale preesistente permane tuttavia in attività. Nel contesto degli obiettivi della strategia di Lisbona, nel novembre del 2005 il Consiglio economico e sociale bulgaro ha adottato un parere d'iniziativa sui problemi dell'insegnamento e della formazione professionale nel paese. Il 17 e 18 ottobre 2005 si è svolta la 13a riunione del comitato consultivo misto UE-Bulgaria. La riunione verteva sull'insegnamento e sulla formazione professionale in Bulgaria in relazione alle buone prassi in Europa e agli obiettivi di Lisbona. Il 30 gennaio 2006 il CES bulgaro ha adottato in sessione plenaria un parere sulla strategia di Lisbona dell'UE e sulla politica attuata dalla Bulgaria per conseguire un'economia competitiva e prospera. Il parere verte sui seguenti punti prioritari: (1) rafforzare la competitività dell'economia grazie allo sviluppo delle tecnologie dell'informazione e all'innovazione, migliorare il contesto di attività delle imprese eliminando gli attuali ostacoli amministrativi e normativi, ridurre le formalità burocratiche; (2) nel contesto dello sviluppo delle risorse umane: migliorare la formazione professionale e creare sinergie tra università e imprese nel campo della formazione permanente; (3) infine, promuovere la flessibilità del mercato del lavoro grazie a ulteriori misure attive in questo campo, nonché attraverso meccanismi retributivi, la mobilità della forza lavoro, la creazione di lavoro e la crescita economica. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 117 - Il parere sulla strategia di Lisbona contiene delle raccomandazioni rivolte al governo e alla pubblica amministrazione, tra cui è particolarmente importante quella di avviare un programma nazionale di riforma per la crescita e l'occupazione (2006-2008) che riunisca le differenti componenti della strategia, vale a dire la crescita economica, l'occupazione, la coesione sociale, la sostenibilità ambientale e le strategie volte a promuovere i settori con vocazione all'export. Il parere adottato potrebbe fungere da punto di riferimento per un miglioramento della competitività frutto di un'ampia partecipazione dei sindacati, delle associazioni dei lavoratori dipendenti e di quelle della società civile. L'approccio giusto per accrescere la competitività nazionale consiste nel definire un piano d'azione nazionale particolareggiato dal titolo "Piano per la promozione della competitività". Le parti sociali hanno proposto al governo bulgaro di redigere un Piano operativo nazionale a parte per la società dell'informazione. Le parti sociali Le parti sociali sono rappresentate nei gruppi di lavoro incaricati di elaborare i piani operativi nazionali, i piani nazionali di sviluppo, i piani di azione nazionali per l'occupazione e altri ancora. Il governo promuove il dialogo trilaterale. Nella pratica tuttavia le decisioni dell'amministrazione centrale non sempre sono in linea con le proposte e le discussioni delle parti sociali, il cui impatto non è quindi sufficiente. Il Consiglio economico e sociale e le parti sociali bulgare reputano che l'efficacia della strategia di Lisbona dipenda da un processo costante di monitoraggio dell'impatto delle misure prese sul raggiungimento dei principali obiettivi, che sono la competitività, l'occupazione, l'innovazione, lo sviluppo della società dell'informazione e la coesione sociale. Le parti sociali hanno partecipato a differenti progetti i cui obiettivi e le cui finalità sono rilevanti ai fini della strategia di Lisbona. La Confederazione bulgara dei sindacati autonomi partecipa in qualità di partner al progetto del programma Leonardo da Vinci relativo all'insegnamento e alla formazione professionale dei cittadini degli Stati non membri dell'UE per il periodo 2004-2007. Nel quadro di tale progetto, nove partner provenienti da sei paesi europei (Svezia, Bulgaria, Francia, Grecia, Paesi Bassi e Spagna) hanno istituito una rete transnazionale per la raccolta e lo sviluppo di conoscenze e metodi innovativi nel settore della formazione professionale in Europa. L'obiettivo è di elaborare e di offrire nuovi strumenti e soluzioni nei diversi settori della formazione professionale. La Confederazione bulgara dei sindacati autonomi ha elaborato documenti di lavoro e altre pubblicazioni sui temi seguenti: il ruolo dei sindacati nel sostegno all'occupazione, la protezione sociale e l'organizzazione dei lavoratori nelle piccole e nelle microimprese, le imprese bulgare nell'era delle tecnologie dell'informazione, il mercato del lavoro nazionale – allerta rapida, strategia europea per l'occupazione: sfide e prospettive per le parti sociali nei paesi candidati. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 118 La Camera bulgara dell'industria e del commercio ha adottato diverse iniziative in relazione agli obiettivi della strategia di Lisbona: • • • formazione dei formatori e dei rappresentanti delle imprese all'imprenditorialità nel quadro di un progetto bulgaro-belga; la Camera partecipa a diversi progetti comunitari (nel quadro di PHARE, Leonardo da Vinci e Interreg) incentrati, per la maggior parte, sul trasferimento di esperienze e buone prassi imprenditoriali in diversi settori economici e su programmi di tirocinio; la Camera, insieme a TAIEX (Ufficio per l'assistenza tecnica e lo scambio di informazioni della DG Allargamento), organizzerà numerosi seminari su diversi temi, quali gli appalti pubblici, la competitività delle PMI basata sull'innovazione resa possibile dalle nuove tecnologie, il trasferimento di conoscenze sulle politiche dell'UE e le priorità della strategia di Lisbona. L'Associazione bulgara degli industriali partecipa attivamente al programma di introduzione dell'eGovernment in Bulgaria, in particolare applicando le nuove tecnologie e sviluppando la società dell'informazione. Sono stati istituiti due centri d'insegnamento e di formazione professionale e la maggior parte dei moduli di formazione mira a sviluppare l'economia della conoscenza e dell'informazione, a stimolare la competitività e l'occupazione e a favorire l'uso delle tecnologie informatiche e l'innovazione. I tirocinanti provengono soprattutto dal settore imprenditoriale o sono disoccupati iscritti all'Ufficio del lavoro. Il CES bulgaro e le organizzazioni della società civile continueranno a concentrare le loro attività sugli obiettivi di Lisbona per contribuire a una loro attuazione effettiva e adeguata in Bulgaria. * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 119 - ROMANIA La Romania e gli obiettivi della strategia di Lisbona L'obiettivo di costruire un'economia fondata sull'innovazione può essere ragionevolmente conseguito da tutti i paesi, compresa la Romania: questa è infatti la via maestra verso la competitività, la crescita e la prosperità economica. Il processo di verifica evidenzia netti progressi nell'adeguamento della Romania agli obiettivi strategici di Lisbona. Grazie agli effetti della liberalizzazione, i settori delle telecomunicazioni, dei trasporti e dei servizi finanziari hanno conosciuto uno sviluppo significativo. Le condizioni per la creazione di nuove imprese sono notevolmente migliorate, d'altra parte occorrono altri provvedimenti per ridurre gli aiuti di Stato e applicare le normative. Grazie all'attuale contesto economico favorevole, il tasso di disoccupazione è relativamente basso, il che stimola ulteriormente la creazione di occupazione e riduce il costo del lavoro. Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, le ristrutturazioni attuate dalla Romania nel settore industriale ne agevolano l'adeguamento alle disposizioni del protocollo di Kyoto. In materia di fonti di energia rinnovabili, la Romania figura peraltro fra i paesi europei più efficienti. Il governo romeno si è impegnato a promuovere le misure necessarie per migliorare la situazione in ciascuno dei suddetti settori. I progressi realizzati dalla Romania – indicatori strutturali della strategia di Lisbona ROMANIA UE MAX UE MIN 3,28 0,38 7,32 4,27 3,51 0,64 41,6 71,88 31,54 48,4 60,95 20,99 7 18,68 2,47 Ricerca e innovazione Spesa per le risorse umane (% del PIL) Spesa totale in R&S (% del PIL) Spesa delle imprese in R&S (% della ∗∗ spesa lorda in R&S, GERD ) Spesa pubblica in R&S (in % di GERD) Investimenti esteri in R&S (% di GERD) ∗ ∗ GERD (Gross expenditure on research and development: spesa lorda mondiale per ricerca e sviluppo) OEB : Organizzazione europea dei brevetti CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 120 - Livello di accesso a Internet (% dei nuclei familiari) Brevetti OEB (per milione di abitanti) ∗ Brevetti USPTO (per milione abitanti) Spesa in TI (% del PIL) Spesa nelle capacità di innovazione di ROMANIA 4,5 UE MAX 65,5 UE MIN 12,2 0,7 0,49 366,5 213,6 5,4 1,9 1,1 5,3 4,4 4,4 1,2 2,6 0,.27 0,56 0,23 0,04 0,082 0,052 2,29 6,80 5,26 27 123 18 11,7 69,6 1 6,3 1,58 0,66 57,6 75,9 55,5 1,3 34,2 3,6 4,6 6,5 3,1 Liberalizzazione Costo delle telecomunicazioni: chiamate locali (in euro per una chiamata di 10 min.) Costo dell'elettricità: consumatori industriali (in euro/kWh) Costo del gas: consumatori industriali (in euro/GJ) Imprese Tempo necessario per creare un'impresa (giorni) Costi legati alla creazione di un'impresa (% del reddito pro capite) Aiuti di Stato (% del PIL) Occupazione e coesione sociale Tasso di occupazione totale (% della popolazione totale) Formazione lungo tutto l'arco della vita (% della popolazione adulta che segue corsi o tirocini) Disuguaglianze nella ripartizione dei redditi (rapporto tra i redditi complessivi dei nuclei famigliari con un livello di reddito superiore e quelli dei nuclei con un livello di reddito inferiore) ∗ United States Patent and Trademark Office. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 121 - Abbandono scolastico (% dei giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni) Tasso di disoccupazione di lunga durata (% della popolazione attiva) ROMANIA 23,2 UE MAX 41,1 UE MIN 9,0 3,8 5,1 0,8 92 125,5 72 1164 263 125 28,4 67,3 1.6 Sviluppo sostenibile Emissioni di gas a effetto serra (% del livello del 1990; obiettivo: - 8% entro il 2010) Intensità del consumo di energia nel sistema economico (in kg equivalenti di petrolio per 1000 euro) Quota di energie rinnovabili (% del consumo nazionale lordo di energia) Fonti: Eurostat, Istituto nazionale di statistica rumeno, Banca mondiale Il ruolo del Consiglio economico e sociale rumeno L'8 e 9 dicembre 2005 si è svolta la 12a riunione del comitato consultivo misto UE-Romania. Il dibattito ha riguardato in particolare la crescente necessità di rafforzare il ruolo delle parti sociali e sviluppare la funzione del Consiglio economico e sociale secondo il modello europeo, ponendo in particolare l'accento sulla società civile. Il rafforzamento del dialogo con la società civile è essenziale per conseguire gli obiettivi di Lisbona, specie sotto il profilo della modernizzazione del modello sociale europeo, la quale richiede investimenti nelle risorse umane e la creazione di un regime efficace di protezione sociale. L'anno scorso il Consiglio economico e sociale ha formulato numerosi pareri e le commissioni specializzate hanno discusso diversi progetti di testi direttamente legati agli ambiti e ai temi che rientrano nella strategia di Lisbona. In tale contesto occorre sottolineare l'importanza delle seguenti iniziative: progetto di legge sulla formazione aziendale, progetto di legge che istituisce un comitato aziendale europeo, progetto di legge relativo alla modifica e al completamento della legge sulla promozione e lo sviluppo delle PMI, progetto di decisione sullo statuto dell'Agenzia nazionale per le pari opportunità, progetto di strategia a breve e medio termine (2005-2010) nel settore dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, progetto di legge relativo all'organizzazione e al funzionamento dell'Agenzia nazionale per l'occupazione, progetto di legge per il mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimento CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 122 di imprese o stabilimenti o di parti di imprese o stabilimenti e progetto di decisione relativo all'organizzazione e al funzionamento dell'Autorità nazionale nel settore della ricerca scientifica. Attualmente il Consiglio economico e sociale ha l'obiettivo prioritario di diventare un organismo basato sulla conoscenza e sull'apprendimento. Tale obiettivo generale potrà essere raggiunto solo quando saranno realizzate con successo le attività previste dal progetto Phare "Promuovere un dialogo sociale autonomo", il quale mira, da un lato, a istituire un'unità di formazione specialistica e un centro di risorse per il dialogo sociale e industriale e, dall'altro, a migliorare la capacità delle parti sociali di partecipare all'attuazione e allo sviluppo dell'acquis nel settore del dialogo sociale. * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 123 - CONTRIBUTO DEL GRUPPO DI COLLEGAMENTO TRA IL CESE E LE ORGANIZZAZIONI E LE RETI EUROPEE DELLA SOCIETÀ CIVILE CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 124 1. La strategia di Lisbona è stata varata nel 2000, sotto forma di semplice raccomandazione, per far fronte ai cambiamenti demografici e alle sfide dell'economia mondiale. Scopo della strategia era uno sviluppo sostenibile che consentisse di por mano alle riforme necessarie per aumentare la competitività e la crescita in Europa aiutando nel contempo i cittadini ad affrontare tali cambiamenti e garantendo loro un'adeguata protezione sociale, offrendo loro opportunità di studio e formazione e promuovendo l'inclusione sociale. 2. Tale modello europeo di società, che fa parte dell'identità collettiva dei cittadini europei, comprende, tra l'altro, importanti aspetti morali, culturali, sociali, politici e ambientali (la strategia di Göteborg per lo sviluppo sostenibile) che sono fortemente interdipendenti, si condizionano a vicenda e non possono essere considerati separatamente. 3. A partire dal 2000 i tre pilastri della strategia di Lisbona hanno mostrato un sempre maggiore squilibrio. Sono state trascurate in particolare la dimensione della strategia relativa all'inclusione sociale e, in certa misura, le questioni ambientali. Tuttavia, concentrarsi esclusivamente sulla competitività e la crescita significherebbe rinunciare alla prospettiva a lungo termine della strategia di Lisbona, e questo squilibrio rischia di compromettere la sostenibilità sociale, ambientale e finanziaria del modello. In effetti, una ridefinizione della strategia in una prospettiva a breve termine sarebbe in contraddizione con la strategia di sviluppo sostenibile che l'Unione europea si è impegnata a realizzare. 4. La sfida consiste nel conciliare la necessità di costruire una società prospera e competitiva con quella di garantire alla popolazione europea una protezione sociale adeguata in un mondo in rapida evoluzione. È fondamentale garantire che i cittadini si sentano sufficientemente sicuri e che essi siano pronti ad affrontare i cambiamenti complessi con cui si devono confrontare nella società odierna. 5. Il dibattito sul futuro e sulla modernizzazione del modello sociale europeo è indispensabile per l'attuazione della strategia di Lisbona, alla stessa stregua del miglioramento delle performance economiche, della creazione di una società fondata sulla conoscenza, della salvaguardia dell'ambiente naturale e dello sviluppo della democrazia partecipativa e del buon governo. 6. La protezione sociale è un fattore produttivo alla base della crescita economica e di una migliore competitività, le quali contribuiscono a loro volta al progresso sociale. Occorre riconoscere senza riserve che il fondamento materiale della qualità e della coesione della società europea è costituito da strategie economiche efficaci fondate sull'economia sociale di mercato. Tuttavia, il fatto di annettere troppa importanza a questioni inerenti alla performance e alla competitività a scapito degli altri elementi fondamentali del modello europeo di società si tradurrà in un fallimento. Il successo economico a lungo termine dipende in larga misura dal sistema di valori, dal contesto culturale, da un sistema di protezione sociale efficace e da investimenti adeguati nelle risorse umane. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 125 7. La competitività del modello europeo è determinata essenzialmente da fattori di qualità e sostenibilità, specie in materia di istruzione, formazione e ricerca, sanità e protezione sociale, opportunità e condizioni di vita, produzione di beni e servizi, nonché nei settori della giustizia, della sicurezza e dell'amministrazione pubblica. 8. L'obiettivo primario della strategia di Lisbona deve consistere nel raccogliere con successo le sfide interne alla società, quali, tra l'altro, le trasformazioni economiche di natura strutturale, l'invecchiamento demografico, la rapidità dei cambiamenti tecnologici, il desiderio di una maggiore autodeterminazione e partecipazione. Occorre però anche rendere il modello europeo di società il più possibile efficace e attraente, in modo che non si limiti a sopravvivere ma possa anzi prendere parte con successo alle sfide sociali, economiche e culturali a livello mondiale. 9. Occorre riconoscere chiaramente che il solo modo per riuscire a modernizzare il modello europeo di società consiste nel porre al centro della strategia le esigenze e le aspirazioni dei cittadini e nel permettere loro di partecipare al processo di elaborazione, attuazione e valutazione di quest'ultima, nonché nello stimolare e utilizzare le loro capacità ogniqualvolta sia possibile, dando loro un senso di appartenenza e appropriazione. Lasciar perdurare l'attuale squilibrio tra i tre pilastri della strategia di Lisbona significherebbe dar prova di ristrettezza di vedute e rischiare di accrescere la diffidenza dei cittadini per il progetto europeo. I cittadini europei potranno far propria la strategia di Lisbona solo se terrà conto delle loro aspirazioni e dei loro timori, e a tal fine è fondamentale adottare un approccio equilibrato. 10. Il compito di creare le condizioni favorevoli necessarie per modernizzare con successo la società europea compete agli Stati, ai soggetti del mercato e alla società civile. Tutti i livelli di governo devono impegnarsi sul piano politico, in funzione del rispettivo ruolo in seno alla società, e partecipare all'attuazione della strategia. Tutti i soggetti interessati devono altresì prendere parte attiva all'elaborazione, all'attuazione e alla valutazione delle riforme necessarie. 11. Per attuare la strategia di Lisbona e le riforme che essa comporta è necessaria una definizione più chiara ed efficace dei suoi motivi e dei suoi obiettivi di carattere generale. Occorre inoltre suddividere questa strategia in azioni gestibili, sottolineare i vantaggi per i singoli e la collettività di una sua attuazione riuscita, comunicare detti vantaggi a tutti i soggetti interessati e infine incoraggiare i singoli a impegnarsi attivamente e fornire loro l'occasione per farlo. 12. Oltre ad essere indispensabile per la competitività e il funzionamento del nostro tipo di società, l'istruzione offre anche una misura di prevenzione contro l'esclusione sociale. Per assicurare una competitività solida e sostenibile, è necessario offrire ai cittadini opportunità di formazione continua nel corso dell'intera carriera professionale. Per essere efficaci, le strategie di formazione lungo tutto l'arco della vita dovrebbero essere associate e interagire CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 126 con altre politiche, specie in materia di ricerca, innovazione tecnologica, occupazione, cultura e politiche sociali. 13. La garanzia di un lavoro dignitoso per tutti è uno degli obiettivi principali della strategia. Tale concetto comprende l'accesso al lavoro per tutti, la non discriminazione, la parità tra uomini e donne, i diritti e la sicurezza sul lavoro, la protezione sociale e un dialogo sociale equo. 14. L'economia europea è stata finora caratterizzata da una sottorappresentanza femminile sul mercato del lavoro e dalla segregazione sessuale di tale mercato, oltre che da una percentuale elevata di donne con impieghi a tempo parziale e da una scarsa presenza femminile nei posti direttivi. Una crescita economica sostenibile non è concepibile senza un aumento del tasso di occupazione sia maschile sia femminile. In tale contesto, occorre mettere a disposizione dei cittadini servizi di pianificazione familiare e di assistenza agli anziani, strutture accessibili, abbordabili e adeguate per la custodia dei bambini, sussidi e garanzie di occupazione in caso di maternità, nonché mettere a punto politiche miranti a eliminare le disparità retributive tra i sessi e a permettere al maggior numero possibile di donne di lavorare a tempo pieno. 15. È necessario eliminare ogni discriminazione sul mercato del lavoro. Lo sviluppo di una politica comune in materia d'immigrazione potrebbe contribuire positivamente all'impegno dell'UE per far fronte alle sfide derivanti dai cambiamenti demografici e dallo sviluppo tecnologico. 16. La relazione del 2004 della commissione mondiale sulla dimensione sociale della globalizzazione (OIL) riconosce il ruolo della strategia di Lisbona nel cammino verso una globalizzazione più equa. L'UE si è già impegnata a promuovere la dimensione sociale della globalizzazione a livello sia comunitario sia internazionale. Alcuni elementi della strategia di Lisbona sono stati trasposti nella politica estera dell'UE; per esempio si è posto l'accento sulla qualità del lavoro, istituendo l'obbligo di rispettare le norme fondamentali del lavoro per usufruire del nuovo sistema di preferenze generalizzate "SPG plus". La strategia di Lisbona dovrebbe influire in misura molto maggiore sulla politica estera dell'UE e offrire una cornice per l'azione comunitaria sulla dimensione sociale della globalizzazione. 17. I negoziati commerciali a livello sia bilaterale sia multilaterale rappresentano per l'UE uno strumento per promuovere tali elementi del modello europeo come alternativa a concezioni economiche puramente neoliberiste, garantendo al tempo stesso che la politica commerciale sostenga pienamente lo sviluppo sociale. I negoziati nel quadro dell'OIL rappresentano uno dei casi in cui l'UE dovrebbe far valere la specificità del modello europeo, basato sul rapporto che intercorre fra aspetti sociali, ambientali ed economici nonché sulla solidarietà e sull'accesso a un lavoro dignitoso per tutti. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 127 18. La realizzazione di un mercato interno dei servizi è considerata un elemento importante per migliorare la produttività europea. La legislazione in materia di concorrenza deve tuttavia garantire che siano rispettati in tutta Europa i diritti dei lavoratori e che non sia minacciata l'offerta di servizi di interesse generale di qualità e accessibili a tutti. 19. È assolutamente essenziale far sì che i cittadini comprendano pienamente i reali interessi in gioco e galvanizzare il loro interesse per la questione. In effetti, l'obiettivo della "strategia europea di modernizzazione/strategia di sviluppo sostenibile" (o qualsiasi altra espressione che meglio espliciti il contenuto della "strategia di Lisbona") è di preservare questa particolare società europea in cui essi si identificano e di migliorare le condizioni di vita e le opportunità per le generazioni attuali e future. Non si tratta solo di un progetto economico rivolto a un numero ristretto di beneficiari ma dell'interesse fondamentale di tutti i cittadini europei. 20. È altrettanto importante far sì che i cittadini europei, e i giovani in particolare, sentano che questo processo appartiene veramente a loro: perché ciò sia possibile devono essere consapevoli della propria importanza, del proprio ruolo, dei propri interessi e delle proprie responsabilità in materia. Occorre pertanto impegnarsi a fondo per "demistificare" la strategia e renderla più adeguata e vantaggiosa per i cittadini. 21. Nel contempo è necessario creare un clima psicologico che consenta di superare la "paura latente del cambiamento" e di promuovere la fiducia nel futuro. Ne costituiscono premesse indispensabili lo sviluppo del "capitale sociale" e una strategia di "flessicurezza" in diversi ambiti di vita, nei quali sarebbe opportuno promuovere attivamente lo scambio di esperienze positive a diversi livelli e l'"imitazione creativa". 22. Anche se la strategia del cambiamento sostenibile deve essere necessariamente concepita e adottata a livello comunitario, per renderla adeguata occorre avvicinarla alla realtà quotidiana dei cittadini ispirandosi allo slogan di Rio "pensare globalmente, agire localmente". Le città e gli enti locali, le scuole e le imprese, le associazioni e le famiglie rappresentano il vero banco di prova del successo o del fallimento delle azioni intraprese. 23. La società civile svolge un ruolo importante, se non decisivo, nel procedere all'attuazione della strategia e nel sopperire in modo efficace alla mancanza di informazioni. Vicine ai cittadini, le organizzazioni della società civile possono aiutare a individuare i problemi e a sviluppare soluzioni, fungendo da anello di collegamento tra la popolazione e le istituzioni, comunicando con entrambe, favorendo il dialogo e le critiche costruttive e sostenendo l'impegno dei singoli e dei gruppi. CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 128 24. Cionondimeno, le autorità pubbliche devono creare un contesto favorevole e hanno la responsabilità di mettere a disposizione le condizioni e gli strumenti necessari, siano essi di natura giuridica, strutturale, amministrativa, finanziaria, fiscale o altro, al termine di un dialogo approfondito con i soggetti economici e la società civile. In particolare, per quanto riguarda l'esecuzione e la valutazione dei programmi nazionali di riforma, occorre istituire strutture e processi adeguati che prevedano la partecipazione della società civile organizzata, delle parti sociali e degli enti locali. * * * CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 129 - RINGRAZIAMENTI Si ringraziano tutti i partecipanti o rappresentanti dei CES nazionali per il loro contributo: Belgio Repubblica ceca Danimarca Germania Estonia Grecia Spagna Francia Irlanda Italia Cipro Lettonia Lituania Lussemburgo Ungheria Malta Paesi Bassi Austria Polonia Portogallo Slovenia Slovacchia Finlandia Svezia Regno Unito Bulgaria Romania Conseil Central de l'Économie Conseil National du Travail Consiglio economico e sociale Søren Kargaard e Leif Nielsen, membri CESE e del sottocomitato "Strategia di Lisbona" Göke Frerichs, membro CESE e del sottocomitato "Strategia di Lisbona" Consiglio economico e sociale Consiglio economico e sociale Consejo Económico y Social Conseil économique et social National Economic and Social Council Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro Manthos Mavrommatis, membro CESE e del sottocomitato "Strategia di Lisbona" Henriks Danusēvičs, membro CESE e del sottocomitato "Strategia di Lisbona" Gintaras Morkis, membro CESE e del sottocomitato "Strategia di Lisbona" Conseil économique et social Consiglio economico e sociale Malta Council for Economic and Social Development Sociaal-Economische Raad Beirat für Wirtschafts- und Sozialfragen Commissione tripartita per le questioni economiche e sociali Conselho Económico e Social Consiglio economico e sociale Consiglio economico e sociale Consiglio economico Ernst Erik Ehnmark e Jan Olsson, membri CESE e del sottocomitato "Strategia di Lisbona" Peter Coldrick, membro CESE e del sottocomitato "Strategia di Lisbona" Consiglio economico e sociale Consiglio economico e sociale CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 130 Si ringraziano inoltre i rappresentanti dei diversi settori della società civile organizzata europea in seno al gruppo di collegamento: SETTORI DELLA SOCIETÀ CIVILE ORGANIZZATA ORGANIZZAZIONI/RETI PARTECIPANTI SVILUPPO DEVELOPMENT Confederazione europea delle ONG di emergenza e sviluppo European NGO Confederation for Relief and Development (CONCORD) GIOVENTÙ YOUTH Forum europeo della gioventù (FEG) European Youth Forum (EYF) UGUAGLIANZA DI GENERE GENDER EQUALITY Lobby europea delle donne (LED) European Women's Lobby (EWL) ISTRUZIONE E FORMAZIONE EDUCATION AND TRAINING Piattaforma "Istruzione e società civile" Education and Civil Society Platform VITA FAMILIARE FAMILY LIFE Confederazione delle organizzazioni familiari dell'UE Confederation of Family Organisations in the European Union (COFACE) ORGANIZZAZIONI E ASSOCIAZIONI DI PROMOZIONE DELL'IDEA EUROPEA ORGANISATIONS AND ASSOCIATIONS PROMOTING THE EUROPEAN IDEA Movimento europeo internazionale (MEI) European Movement International (EMI) CESE 1468/2005 riv. FR pivot/ES/IT-FAI/MAN/MAR/RES/SAB/VIA/COS/SAN/fb …/… - 131 - SETTORI DELLA SOCIETÀ CIVILE ORGANIZZATA ORGANIZZAZIONI/RETI PARTECIPANTI CONSUMATORI CONSUMERS' POLICY Ufficio europeo delle Unioni dei consumatori The European Consumers' Organisation (BEUC) PRESTATORI DI SERVIZI SOCIALI SERVICE PROVIDERS Comitato europeo delle associazioni d'interesse generale European Council for Voluntary Organisations (CEDAG) MOVIMENTO COOPERATIVO COOPERATIVE MOVEMENT Comitato di coordinamento delle associazioni cooperative europee Coordinating Committee of European Cooperative Associations (CCACE) ASSICURAZIONE MALATTIA E PROTEZIONE SOCIALE HEALTH INSURANCE AND SOCIAL PROTECTION Associazione internazionale della mutualità International Association of Mutualities (AIM) ARTI E CULTURA ARTS AND CULTURE Forum europeo per le arti e il patrimonio (FEAP) European Forum for Arts and Heritage (EFAH) CITTADINANZA EUROPEA EUROPEAN CITIZENSHIP Forum permanente della società civile Permanent Forum of Civil Society PROTEZIONE E INTEGRAZIONE DELLE PERSONE CON DISABILITÀ PROTECTION AND INTEGRATION OF HANDICAPPED PERSONS Forum europeo delle persone con disabilità European Disability Forum (EDF) SVILUPPO RURALE RURAL DEVELOPMENT Associazione internazionale ruralità-ambiente-sviluppo International association Rurality – environment – development (RED) _____________ CESE 1468/2005 riv. 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