14 LATINA VENERDÌ 16 GENNAIO 2015 BORGO GRAPPA IL GIORNALE DI LATINA La donna finita al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria Goretti con il bacino rotto Investita in bici, grave 52 enne Lo scontro è avvenuto con una Fiat Punto che procedeva nello stesso senso di marcia di ANDREA LUCIDI POLEMICHE IN VIALE LE CORBUSIER DOPO L’AUTO PIRATA E’ stata ricoverata all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina con il bacino fratturato ma non sarebbe in pericolo di vita, la 52 enne di Borgo Grappa investita ieri pomeriggio sulla Migliara 45. Erano da poco passate le 16 quando la donna, in sella alla sua bicicletta, stava percorrendo la Migliara in direzione Latina. Pare che la 52enne stesse pedalando a bordo strada, a pochi centimetri dal marciapiede quando, per cause ancora al vaglio degli agenti della polizia stradale intervenuti per i rilievi, una Fiat Punto con alla guida un 55enne del posto che procedeva nella stessa direzione della bicicletta, è entrata in contatto con quest’ultima. Non è chiaro se l’uomo alla guida dell’auto abbia cercato di superare la bicicletta ma poi sia stato costretto a rientrare sulla destra a causa di un’auto proveniente nel senso contrario di marcia, fatto sta è che il paraurti anteriori della Fiat Punto è entrato in contatto con la ruota SANITÀ “E’ una strada pericolosa” g La polizia stradale impegnata nei rilievi posteriore della bicicletta. Nonostante un impatto non particolarmente violento, la donna ha perso l’equilibrio cadendo violentemente a terra e sbattendo lungo il bordo del marciapiede. Il 55enne alla guida dell’auto si è immediatamente fermato fornendo i primi soccorsi alla malcapitata che è stata poi accompagnata, cosciente, al pronto soccorso . Viale Le Corbusier è una strada pericolosa. L’investimento con auto-pirata avvenuto mercoledì ha riacceso i riflettori sulla pericolosità del tratto di strada che dalle autolinee porta al sottopasso della Pontina. Il tratto maggiormente interessato è quello che costeggia il centro commerciale Latina Fiori. Proprio lì, nel primo pomeriggio di mercoledì, una donna è stata travolta da un’auto alla cui c’era una persona che, incurante delle condizioni di salute della donna ferita, ha preferito proseguire la sua marcia senza prestare i dovuti soccorsi. La donna, una straniera trentenne, stava attraversando viale Le Corbusier spostandosi dal lato del centro commerciale a quello che costeggia il campo della società sportiva San Pietro e Paolo. All’improvviso la donna, che stava spingendo il passeggino dove era seduto suo figlio di appena un anno, è stata travolta da La ricerca coordinata dal Uoc diabetologia del Goretti una Renault Clio color canna da zucchero. L’impatto è stato forte: la donna è stata sbalzata violentemente a terra, ma fortunatamente il passeggino non è stato colpito. La ragazza, visibilmente sotto choc e con ferite su varie parti del corpo, è stata soccorsa da alcuni passanti. Sono stati gli stessi soccorritori e alcuni residenti a commentare la pericolosità di quel tratto di strada: “Qui si corre troppo – afferma una donna – la larghezza della strada invita a pigiare il piede sull’acceleratore, ma non si considera che è un tratto urbano, con tante persone che attraversano la strada”. “Il problema – aggiunge un giovane – sono anche le macchine che troppo spesso vengono lasciate in sosta su entrambi i lati della strada”. A.S. LA RICHIESTA DEI SINDACATI Diabete più aggressivo se si è obesi Barelle in corsia C he l’obesità sia una te ‘intermedio’, noto anche covera e propria malat- me Lada (latent autoimmune tia è ormai un dato diabetesin adults)o Nirad(non assodato. Ma da insulin requiring autoimmune qualche settimana, grazie a una diabetes). Si tratta di un’entità ricerca de La Sapienza di Roma, nosologica particolare, indicon il supporto della Sid (società stinguibile dal diabete di tipo 2, italiana di diabetologia) ha di- quello dell’adulto, ma carattemostrato che l’obesità favorisce rizzata dalla presenza degli stessi la produzione di autoanticorpi autoanticorpi che provocano la particolari, responsabili della di- distruzione autoimmune del struzionedelle cellule produttri- pancreas nei giovani con diabeci di insulina. te di tipo 1. Un risultato importante, La ricerca ha dimostrato che che rappresenta anche un vanto l’obesità contribuisce ad ucciper la Asl di Latina visto che la ri- dere le cellule del pancreas, atcerca è stata coordinata dal di- traverso una reazione autoimrettore dell'unità operativa mune, cioè attraverso la producomplessa di Diabetologia del- zione di auto-anticorpi che dil'ospedale Santa Maria Goretti struggono lentamente le cellule di Latina, la professoressa Raf- beta, produttrici di insulina. Si tratta di un risultato scientifico faella Buzzetti. Sono due i tipidi diabete più di grande importanza, che aiuta g La prof. Raffaella Buzzetti, che ha coordinato la ricerca conosciuti: il primo è caratteriz- a comprendere meglio la relaci di insulina. zato da una produzione insuffi- zione tra obesità e diabete au- Nirad e la loro massa corporea. Sono stati studiati 1850 pal 6,5% del totale delle persociente di insulina (sostanza che toimmune. permette allecellule diassorbire Lo studio pubblicato su zienti affetti da diabete di tipo 2, ne studiate (120 soggetti) sono il glucosio e trasformarlo in Diabetes Care, havalutato l’esi- appartenenti alla coorte del risultate portatrici di almeno energia) da parte del Pancreas. Il stenza di una possibile correla- progetto Nirad, che sono stati un tipo di anticorpo diretto suddivisi, a contro le cellule beta pancreatisecondo, anseconda che. Ma gli unici autoanticorpi che detto dia- Il sovrappeso favorisce il proliferare dell’indice di che aumentano in maniera probete alimenmassa corpo- porzionale all’aumentare della tare, si verifi- di anticorpi che inibiscono rea, in tre massa corporea nei pazienti con ca quando la la produzione di insulina gruppi: nor- diabete di tipo 2, sono risultati quantità di insulina è sufficiente ma il nu- zionetra frequenzadicomparsa mopeso (<25), sovrappeso (da quelli tipo IA-2(256-760) che mero di porte (recettori cellula- e tipologia di alcuni autoanti- E25 a <30) eobesi (E30 kg/m2). In sono molto simili a quelli riri) che permettono l’ingresso corpi (gli stessi presenti nei sog- tutti è stata ricercata la presenza scontrati in pazienti affetti da getti con diabete di tipo 1) nel di anticorpi diretticontro le cel- diabete di tipo 1. del glucosio è troppo scarso. Meno conosciuto è il diabe- sangue dei pazienti con diabete lule beta del pancreas produttriA.L. intervenga il Nas Stare per ore sulle barelle, in attesa di ricevere cure e assistenza, non è purtroppo una prerogativa del pronto soccorso. Sempre più spesso, infatti, si ricorre alle barelle anche nei reparti di Urologia e Chirurgia, da tempo accorpati. Nonostante la diminuzione dei posti letto e quindi degli infermieri addetti, però, non sembrano diminuiti i pazienti tanto che ad alcuni di questi viene chiesto di firmare una liberatoria che autorizza l’ospedale a ricoverarli su una barella. Una situazione che il Nursid, il sindacato delle professioni infermieristiche, considera sempre più insostenibile tanto che ieri, quando erano presenti quattro barelle nel reparto di urologia e cinque in quello di chirurgia, il sindacato ha deciso di scrivere ai carabinieri del Nas. “La scrivente organizzazione - si legge nella lettera - chiede di verificare urgentemente in giornata e adottare ogni opportuno provvedimento che si riterrà necessario”. “Si tratta di una problematica da noi conosciuta e a cui abbiamo intenzione di porre fine - fanno sapere dalla dire- zione generale della Asl -. Il nostro obiettivo è quello di incrementare il reparto di venti posti letto ma per far questo abbiamo bisogno di reperire 12 unità infermieristiche”. Un risultato difficile da ottenere e che soprattutto non dipende dai dirigenti locali, che devono ancora sottostare alle regole, rigidissime, del commissariamento della sanità Regionale. Tanti i disagi con cui sono costretti a convivere i pazienti ricoverati in questo modo. Questi, infatti, non hanno accanto l’erogatore di ossigeno né il campanello d’allarme per chiamare in caso di necessità. La cosa ancor più grave, come denunciato anche dal sindacato delle professioni infermieristiche, è però che i ricoveri in barella non sono programmati e sono in soprannumero rispetto ai posti stabiliti. Questo implica che il turno di lavoro non venga potenziato per rispondere alle richieste assistenziali, il che porta a situazioni al limite dell’insostenibile con due infermieri costretti a badare a 17 pazienti. A.L.