Famiglia Sabato, 10 marzo 2012 11 Verso il Family 2012. Prosegue il cammino di preparazione per l’Incontro di Milano C ontinuiamo il percorso di preparazione al VII Incontro Mondiale delle famiglie (Milano, 30 maggio – 3 giugno 2012) con gli spunti di riflessione ripresi dal sussidio ufficiale del Pontificio Consiglio per la Famiglia: “La famiglia: il lavoro e la festa”. Le catechesi proposte dal sussidio, a partire dalla Parola di Dio e dall’ascolto del magistero della Chiesa, invitano famiglie e gruppi a confrontarsi con domande puntuali e a prendere impegni precisi. In questo numero presentiamo alcuni spunti dalle catechesi 5,6,7 che riguardano il rapporto tra famiglia e lavoro. Diversi temi ritornano e si intrecciano nelle tre catechesi: il valore del lavoro per l’uomo, il giusto equilibrio nei tempi del lavoro e delle relazioni, l’educazione dei figli, il rapporto con il creato, la solidarietà tra le famiglie e nelle comunità. Le parole chiave “Dono e responsabilità” sono quelle che guidano la famiglia in questo percorso.. Il lavoro e la festa nella famiglia Nel racconto della Genesi possiamo leggere l’opera creatrice di Dio come modello e fondamento del lavoro dell’uomo. Dio crea con amore mediante la sua parola e contempla con gioia la sua opera; così l’uomo che lavora non deve essere ridotto a schiavo, a cui è tolta la parola e la possibilità di gioire del suo lavoro. Le condizioni di lavoro devono promuovere la dignità dell’uomo: adeguate forme di previdenza e protezione sociale devono permettergli di formare una famiglia, di generare e crescere figli, di affrontare malattie e difficoltà. Dio chiama l’uomo a collaborare alla sua opera: nel lavoro l’uomo realizza se stesso e si santifica, compie un atto di giustizia cooperando al bene comune, trasforma la terra rendendo il mondo più abitabile e accogliente, nel rispetto del creato. Il settimo giorno della creazione ci mostra che il riposo è indispensabile per cogliere il senso del lavoro umano, riconoscendo con gratitudine la sua origine nell’opera di Dio creatore. Il riposo consente di coltivare relazioni gratuite, a partire da quelle familiari. Per questo è indispensabile vincere la sfida di ritrovare Il lavoro: sfida per la famiglia Il cristiano riconosce il valore del lavoro ma coglie anche le deformazioni che in esso sono introdotte dal peccato. Il lavoro è strumento per costruire la comunione, non è il fine della vita, altrimenti diventa un idolo: c’è il rischio di essere abbagliati dalla logica del profitto economico, di illudersi di appagare nel lavoro ogni desiderio e di sacrificare per questo le relazioni, trascurando il tempo dedicato alla famiglia e a Dio. Non bisogna smarrire l’orizzonte dell’amore di Dio che dà senso alle scelte anche faticose della famiglia. Possiamo chiederci: quali sono i frutti del nostro lavoro? Come li condividiamo all’interno e all’esterno della famiglia? ANTONELLO SIRACUSA Lavoro e famiglia Soprattutto in epoca di crisi è importante riflettere sull’equilibrio che deve esistere con occupazione e festa un giusto equilibrio tra tempi del lavoro e della famiglia. Emergono alcune domande: il lavoro entra in conflitto con i nostri legami coniugali e familiari? Nelle nostre comunità vi è attenzione ai problemi del lavoro e dell’economia? Si cercano strade per sostenere le famiglie nelle difficoltà che incontrano in quest’ambito? Il lavoro: risorsa per la famiglia Uomo e donna sono entrambi chiamati ad esprimere la propria responsabilità e mettere a frutto le proprie capacità nel lavoro. Per questo è fondamentale che i coniugi progettino insieme l’organizzazione della propria vita professionale e domestica; che la società favorisca la possibilità di una libera scelta lavorativa per l’uomo e per la donna; che i coniugi condividano i compiti educativi e collaborino nei lavori domestici. Nel lavoro la famiglia trasmette modelli di virtù: laboriosità, riconoscenza, speranza. Le fatiche e i sacrifici che i genitori affrontano nel lavoro trovano senso, perché permettono di provvedere alle necessità della famiglia, ma anche di soccorrere gli altri, vicini e lontani, nei loro bisogni, riconoscendo che tutto ciò che abbiamo ricevuto è grazia. Siamo invitati a riflettere: quale relazione intercorre tra il nostro essere lavoratori e la nostra vocazione di coniugi e genitori? Quale ruolo educativo possono svolgere la famiglia e la parrocchia nel formare i giovani al valore della laboriosità e della responsabilità sociale? ■ Approfondire Tanti strumenti per prepararsi all’evento Le catechesi preparatorie sui temi del lavoro possono essere integrate con gli spunti offerti dal secondo volume della collana “In famiglia – Strumenti interattivi per la catechesi del VII Incontro mondiale delle famiglie”. Per ogni catechesi i temi trattati vengono ampliati con riflessioni, riferimenti al catechismo dei giovani YouCat, testi biblici, suggerimenti per la lettura, proposte per la discussione, testimonianze, opere artistiche, canzoni, film, progetti per l’economia e la società, preghiere per la famiglia, giochi per i più piccoli, domande per la coppia e il gruppo. Contenuti interessanti si trovano anche su www. family2012.com: nella sezione “Materiali” ci sono, tra gli altri, i video “Stili di vita”, e “Filmfamily”, 11 schede film per la catechesi e la riflessione. La sezione “Per i più piccoli” comprende giochi e proposte per i bambini. Le altre sezioni propongono esperienze e iniziative da tutta l’Italia e novità sulla preparazione dell’evento. Testimonianza. Marco e Anna raccontano Impegno per conciliare tutto... M arco, impiegato nell’ufficio tecnico di una azienda di piccola-media industria, e la moglie Anna, educatrice in un Centro Diurno per disabili, sposati da 10 anni, con tre figli, ci parlano della loro esperienza. «Il lavoro – racconta Marco – è un aspetto importante nella vita ma, per quanto mi riguarda, non ho mai ricercato la realizzazione personale solo in questo ambito. Ho tanti interessi: impegni in parrocchia, sociali, sportivi. Dopo il diploma di perito elettrotecnico, non potendo proseguire gli studi come mi sarebbe piaciuto, ho svolto qualche lavoretto in attesa del servizio militare; in seguito ho iniziato a lavorare come operaio turnista in un’azienda artigianale locale, occupandomi di collaudi, produzione e assemblaggio di schede elettroniche per il mercato delle caldaie a gas. Nel 1999 l’azienda viene acquisita da una multinazionale che opera nel settore e nei dieci anni successivi mi specializzo nel lavoro passando da operaio a impiegato tecnico: mi occupo della documentazione, programmazione e manutenzione dei macchinari. Nel 2009 ecco la prima crisi che investe la nostra azienda: la multinazionale decide di chiudere e delocalizzare a Est; per fortuna, dopo pochi mesi, imprenditori italiani acquistano dalla multinazionale stabilimento e relativa produzione: la crisi si risolve con un passaggio di proprietà». «è stato un periodo difficile – interviene Anna – perché avevamo due bambini piccoli (3 e 4 anni) e in quel periodo avevano problemi di salute; ero da poco rientrata al lavoro a part-time (sono educatrice in un Centro Diurno per Disabili) e l’unica “certezza lavorativa” era la garanzia del mio lavoro a tempo indeterminato (sono stata fra le ultime fortunate ad essere assunta con questa modalità contrattuale) con la possibilità di tornare a tempo pieno. Dopo la nascita dei figli ci eravamo posti il problema della gestione dei bambini non volendo affidarla completamente ad altri: nonni o baby-sitter. Il part-time che mi ha permesso di conciliare famiglia e lavoro... per una mamma è un buon compromesso. Anche per me il lavoro è sempre stato importante e prima della nascita dei bimbi mi coinvolgeva molto: anche a casa mi confrontavo spesso con Marco sulle questioni del lavoro, che io ho sempre vissuto in modo diverso da lui. Questo perché non interagisco solo con i colleghi, ma soprattutto con i ragazzi. È richiesta una notevole empatia, che ti spinge a instaurare un rapporto quasi familiare. Non è quindi insolito che io racconti a loro dei miei bambini e di ciò che accade nella mia famiglia. Ora il mio atteggiamento è un po’ cambiato perché c’è più separazione tra lavoro e famiglia. La professione mantiene comunque un ruolo importante come realizzazione personale, ma quando torno a casa mi dedico tutta alla mia famiglia. Infatti, con il terzo figlio, stavamo pensando ad un’aspettativa…». «Però - aggiunge Marco – un’altra crisi si fa sentire nella mia azienda... problemi legati alla mancanza di liquidità che sta mettendo in difficoltà tutto il sistema produttivo italiano. Speriamo che la situazione si possa risolvere, ma ritengo che anche se rimanessi a casa senza lavoro, avremmo comunque uno stipendio sicuro in famiglia come minimo necessario per vivere dignitosamente. E l’attesa di un’altra occupazione non sarebbe motivo di frustrazione perché, come dicevo prima, ho da sempre coltivato varie esperienze nel volontariato, nello sport o negli hobby. Credo e spero che questa crisi economica possa essere l’occasione per riscoprire l’essenziale ed eliminare il superfluo, per restituire il giusto valore alle cose e darci una misura più reale di cosa sia la vera povertà, pensiamo al cosiddetto “terzo mondo”. Purtroppo non ci sembra di notare ravvedimenti da parte delle istituzioni socio-politiche e cambiamenti significativi del modello attuale. Anche nel mondo del lavoro c’è poca solidarietà tra gli stessi lavoratori, ognuno pensa a se stesso e a mantenere i propri “privilegi”. Come cristiani ci interroghiamo poi su come la Chiesa si pone rispetto a tutto questo: da un lato ci sono molte iniziative che vanno incontro alle situazioni di disagio o di nuova povertà, ma dall’altro ci piacerebbe vedere maggior trasparenza nella gestione del denaro da parte degli organi ecclesiastici». «A questo proposito – completa Anna – ci siamo posti il problema, da genitori, di come trasmettere ai nostri figli il valore del lavoro e del denaro. Non è facile in questa società consumistica ma cerchiamo di far capire loro l’importanza dell’uso corretto di ciò che hanno a disposizione, siano essi giochi o altro, contrastando la logica del voglio-ottengo o del tutto dovuto». MAGDA ed ENZO GUSMEROLI