CATECHESI E LITURGIA STORIA, PROBLEMI E POTENZIALITÀ 1. UNO SGUARDO ALLA STORIA 1.1. Catechesi patristica È spesso catechesi liturgica; trova nella liturgia la sorgente e il quadro di riferimento costanti; si muove dai segni liturgici nell’iniziazione ai sacramenti ma anche in altri momenti; questo vale in particolare per la mistagogia, pur nella varietà delle sue forme; l'anno liturgico si sviluppa in epoca patristica come «una programmazione ecclesiale di mistagogia» (Sartore – Pinnel). 1.2. Nel Medioevo: liturgia come occasione di catechesi La realtà: la «leggenda del Medioevo cristiano» (Delumeau); - in generale: mancanza di una catechesi sistematica; - «prodigiosa» ignoranza religiosa di tutti, con ovvie ricadute negative in campo morale. Per combattere questa ignoranza: . - discussioni teologiche sulle verità da sapersi per la salvezza; - sinodi e concili locali producono elenchi sempre più dettagliati delle verità da sapersi: * Simbolo (fede), - Pater/preghiera (speranza) – comandamenti – sacramenti… * e poi: elenchi di vizi, virtù, Angelus, altre preghiere, beatitudini, ecc… L’insegnamento di esse è affidato al ministro ordinato, soprattutto durante la Messa domenicale (dopo il Vangelo): - «si capax est» spiega il Vangelo e spiega i temi della fede, - o legge qualche testo, - o almeno, recita a memoria coi fedeli le verità, i comandamenti, le preghiere. La liturgia eucaristica è quindi occasione di catechesi in generale. Altra occasione: la celebrazione della Penitenza: Confessionalia, Summae confessorum, ecc. dicono almeno l’intenzione di una catechesi minuziosa intorno ad un sacramento specifico. 1.3. In epoca moderna: la liturgia come occasione di catechesi. I sacramenti (uno dei “pilastri” del catechismo): mezzi di salvezza e dovere del cristiano Si afferma il catechismo-libretto (catechismo è anche l’incontro e il contenuto trasmesso); esso raccoglie, a domande-risposte, le verità certe della fede; dette sempre più con linguaggio teologico (il catechismo si fa dottrina); raccolte attorno a 4 “pilastri”: credo (fede) – comandamenti (carità) – preghiera (speranza) – sacramenti; i 4 nuclei diventano “la” struttura ideale della catechesi (cf card. Ratzinger, 1983). I 4 temi sono sempre svolti secondo due logiche o schemi fondamentali: - il 1°: illustra i 4 “pilastri”, ma elencati in ordine vario (Lutero, Calvino, Canisio, Trento, Bellarmino…, Casati [1765] antenato del Pio X del 1905…., CCC); 1 - il 2°: elenca illustra i doveri del cristiano (credere e osservare) e i mezzi per avere la grazia di riuscirvi (preghiera e sacramenti): (catechismi giansenisti…, Napoleone [1806]…, catechismi neoscolastici dell’800, Pio X del 1912 [domanda/risposta n. 27]). Nel 2° schema i sacramenti sono detti chiaramente segni della grazia e mezzi di salvezza e dovere dell’uomo; ma in sostanza tale idea è anche nel 1° (cf lo storico M. Venard: la Controriforma, in polemica col protestantesimo, insiste sempre su ciò che l’uomo deve fare, sui mezzi che deve usare…). La presentazione dei sacramenti risente ovviamente: - delle situazioni del momento (es.: la controversia con la Riforma inizialmente enfatizza il sacramento; cf lo sviluppo della sacramentaria nel catechismo di Trento), - delle teologie dei vari periodi (es.: Giansenismo e sacramento della Penitenza). La presentazione, inoltre, sviluppa molto gli aspetti “giuridici: disposizioni per ricevere i sacramenti, liceità/validità, capacità/incapacità, età della ragione/della discrezione, età per il matrimonio, ecc. Non si parta di liturgia in genere; quando nominata è l’insieme delle “cerimonie” della Chiesa. La liturgia in genere è però sempre occasione e spunto di catechesi: - es: l’omelia domenicale e festiva è spesso catechesi e prevede di essere completata dalla recita delle preghiere più comuni, dell’elenco di sacramenti, comandamenti, ecc. (es.: Rituale sacramentorum di Francesco di Sales 1612); - i vespri domenicali e festivi: occasione di apposita catechesi per gli adulti (eccetto in estate; da metà Settecento circa, si ha un uso generalizzato del testo di Trento); - le messe domenicali e festive o i vespri sono anche il momento della specifica catechesi dei ragazzi, voluta da Trento; - l’anno liturgico (Quaresima) è momento di catechesi quotidiana per i ragazzi in vista dei sacramenti (per gli adulti sono previsti i Quaresimali); - idem per sacramentali e le svariate pratiche della pietà popolare. In genere, però, su una catechesi di tipo “liturgico” prevale una catechesi di tipo “morale”. - Varie le ragioni: la polemica antiprotestante che insiste sull’importanza delle opere; il Giansenismo; l’ideologia politica di antico regime; l’azione a favore della “regolata devozione” che insiste sulla morale piuttosto che su un culto a volte solo esteriore. Non mancano però strumenti e momenti di una catechesi più liturgica: - “tavole” o “indici” che raccordano i temi del catechismo di Trento ai Vangeli domenicali; - nelle “piccole scuole” (scuole popolari di prima alfabetizzazione, in Francia e Paesi Bassi) la catechesi alla vigilia dei giorni festivi spiega il mistero che sarà celebrato. - Catéchismes des fêtes: * catechismi per adulti, * spiegano il messaggio cristiano a partire dalle domeniche e feste liturgiche, * illustrano anche i sacramentali, i segni e simboli liturgici, le pratiche popolari, * il primo (?): Catéchisme de Paris (1659), * più famosi quelli di Bossuet (1627-1704) e La Salle (1651-1719), * hanno molte imitazioni e riproposizioni anche nei testi più “dottrinali”. - Il metodo catechistico di St. Sulpice: ha un “tono” liturgico: 2 * nasce ad opera del can. Olier (1608-1657) a Parigi (parrocchia di St. Sulpice), * il catechismo è atto religioso, da svolgere in una cappella della chiesa, * il catechista è il sacerdote o chierico in abiti liturgici, * oltre alla “dottrina” il metodo prevede: lettura del Vangelo, omelia, canti, ecc. * metodo rilanciato nell’800 specie dal Dupanloup (1802-1878). 1.4. Il progressivo ricupero della liturgia nel movimento catechistico (dagli anni ’70 dell’800) Il ricupero è anticipato episodicamente nei decenni precedenti dell’800: - es.: con la Scuola di Tubinga: Hirscher (1788-1865): Katechismus (1842), - es.: in Rosmini (1797-1855): * il metodo catechistico ideale: quello storico (Agostino), * pure valido quello “liturgico”: seguire l’anno liturgico, con Pasqua al centro, * Catechismo disposto secondo l’ordine delle idee (1838). Il movimento, a partire da Germania-Austria, rinnova anzitutto la catechesi nel metodo: - suggerisce un metodo induttivo (dal concreto all’astratto): la liturgia allora è utile; - tra le 2 guerre il mov. accetta l’Attivismo: si impara facendo, e nella liturgia “si fa”. A partire dagli anni ’30 il movimento rinnova la catechesi nei contenuti: progressiva, piena riscoperta della liturgia come contenuto della catechesi. Tra i fattori favorenti: il movimento liturgico, specie i “liturgisti” del Belgio - il benedettino Lefèbvre (1880-1996): messalini, riviste, sussidi, iniziative: Catéchisme paroissiale liturgique (1923-1927), Croisade liturgique à l’école (dal 1933), Pour comprendre la Messe…; sottolinea il legame liturgia-Bibbia-catechesi; - il beato E. Poppe (1890-1924): tutta la catechesi è orientata alla Messa quitidiana e alla Comunione; nel 1920 inizia la Croisade eucharistique. - Dopo il Belgio, un forte impulso ad una catechesi liturgica viene dalla Francia: Françoise Derkenne (1907-1997) - Scopo della catechesi non è solo istruire ma porre in contatto con la persona di Gesù; - la liturgia, è via privilegiata per questo: «Tutto il catechismo è nel Messale»; essa permette di accostare Cristo secondo i ritmi dell’anno liturgico; - perciò i testi catechistici della Derkenne vanno dalla festa di Cristo Re alla Trinità, - e valorizzano i metodi dell’Attivismo. Hélène Lubienska de Lenval (1895-1972), polacca, ma ha la Francia come terra d’elezione. - Allieva, amica e collaboratrice della Montessori, ne valorizza il metodo. - Quanto ai contenuti della catechesi: scopo della catechesi è portare dall’interesse su Dio all’interesse per Dio. - Lo scopo è raggiunto con una “pedagogia sacra” che valorizza liturgia e Bibbia. - Sul piano metodologico, cura del “lavoro” individuale e del silenzio, della gestualità, della “solennità”, della contemplazione e dell’ispirazione poetica. A metà degli anni ‘30 il contributo decisivo della teologia (e catechesi) kerygmatica: J.A. Jungmann (1889-1975) - Costatazione della scarsa efficacia della pastorale; - diagnosi: tra le cause, la cattiva predicazione che è divulgazione teologica; 3 - rimedio: conoscere dogma ma annunciare il keryma, con al centro Cristo, principio di concentrazione e gerarchizzazione di tutte le verità (quindi catechesi biblica); - Cristo, cuore di una storia di salvezza che viene attualizzata nella liturgia (quindi catechesi liturgica); Fino al Vaticano II progressiva diffusione della catechesi biblico-liturgica. Vari i fattori: - la prima applicazione pratica “ufficiale”: il catechismo dei vescovi tedeschi del 1955, tradotto e imitato ovunque (in Italia: La scoperta del Regno di Dio); - in Italia: la catechesi dell’ACI animata dal CENAC; - in Francia, contributo decisivo (condannato dall’alto, 1957) di Joseph Colomb (19021979) che fonde armoniosamente Bibbia, liturgia e dottrina (le tre fonti della catechesi); - anni ‘50/’60: la molteplice azione dei due centri: Lumen Vitae di Bruxelles e Institut Supérieur de Pastorale Catéchétique (ISPC) di Parigi (corsi, convegni, testi, riviste); - p. Hofinger, ex-allievo di Jungmann, diffonde ovunque la catechesi biblico-liturgica; - 1a Settimana catechistica internazionale ad Eichstätt, presso Monaco (1960), da cui il documento Il “credo” di Eichstätt: “lancio mondiale” della proposta. 1.5. Concilio SC 14: la liturgia è «la prima e per di più necessaria sorgente dalla quale i cristiani possono attingere un spirito veramente cristiano»: liturgia fons. SC 33: la liturgia «contiene una ricca istruzione per il popolo fedele». Necessità di una catechesi liturgica (SC 35/3) anche se il rito stesso è catechesi. 2. OGGI: GLI ORIENTAMENTI MAGISTERIALI E TEOLOGICO-PASTORALI Le affermazioni teoriche (del Magistero): liturgia come sorgente o fonte imprescindibile di catechesi: Documento base (1970) 113-117 - Direttorio catechistico generale (1971) 45 Evangelii nuntiandi (1975) 43, 47 (NB. La liturgia è fine ed occasione di catechesi) Messaggio del Sinodo sulla catechesi (1977) 9 - Catechesi tradendae 23 - Direttorio generale per la catechesi (1997) 95. Altri documenti magisteriali asseriscono la stessa ideale parlando di: - segni liturgici (es.: Fonds obligatoire francese del 1967), - linguaggio liturgico da utilizzare nella catechesi. Valorizzazione della liturgia in sussidi e documenti ufficiali particolarmente riusciti. - Nuovo catechismo olandese per adulti (1966; in it. 1969): * la liturgia è distribuita in tutto il testo, senza soluzione di continuità tra liturgia stessa e altre dimensioni della vita cristiana, * es: la narrazione della vita del Figlio dell’uomo rimanda sempre all’anno liturgico, * es.: la presentazione della via indicata da Cristo, che lega morale e sacramenti. - Pierres vivantes (1981) per i ragazzi francesi dei 9-11 anni: * non un catechismo, ma una raccolta dei testi “fonte della fede”, * dopo i testi biblici e di storia della Chiesa, abbiamo la raccolta dei testi liturgici che presentano unitariamente: sacramenti, anno liturgico, preghiere tradizionali, ecc., * l’impostazione di questa parte liturgica non muta sostanzialmente dopo la revisione 4 richiesta da Roma (in particolare dopo la conferenza del card. Ratzinger del 1983). - In Italia: 3 Note della CEI sull’IC; Guida per l’IC dei ragazzi, ispirata alla 2a Nota. - In Italia: CEI, Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia 49. Attenzione alla liturgia in sussidi ufficiali di linea più tradizionale - CCC (1992-1997) - Compendio (2005) - Youcat (2011) Rinnovata attenzione alla liturgia nell’attuale “clima” di ritorno ad una catechesi più “kerymatica” (o “discendente”) e meno “antropologica” (o “ascendete”). - È fatto evidente degli ultimi anni, a livello di magistero, ad. es., in Francia: * Lettera dei vescovi ai fedeli: Proposer la foi (1997), * Texte National pour l’orientation de la catéchèse en France (2006), - Analogamente il magistero dei vescovi del Belgio:Devenir adulte dans la foi (2006). - È un fatto evidente anche a livello di studiosi, specialmente all’ISPC di Parigi: * H. DERROITTE, Théologie, mission et catéchèse, Montréal, Novalis – Bruxelles, Lumen Vitae, 2002. * Colloquio internazionale ISPC 2003: «La catéchèse dans un monde en pleine mutation». Avanza le 4: “ipotesi” di una catechesi: 1/ di proposition, 2/ plus liturgique, 3/ initiatique, 4/ di présentation organique du mystère chrétien. * Colloquio internazionale ISPC 2011: «La catéchèse et le contenu de la foi»: insistenza sulla liturgia come fonte, luogo e contenuto della catechesi. 3. OGGI: ASPETTI PROBLEMATICI DEL RAPPORTO LITURGIA-CATECHESI Al di là delle indicazioni magisteriali e teologiche, nella pratica pastorale: - c’è, a volte, una difficile coesistenza tra liturgia e catechesi, - il binomio è instabile; c’è “dialogo difficile”, “dibattito insufficiente”, “incontro problematico” tra i due termini (mons. Semeraro). Insoddisfazioni da parte dei liturgisti (Alberich). La catechesi: - ha un legame debole e frammentario con la liturgia, - strumentalizza la liturgia in funzione di obiettivi che non ne rispettano la natura celebrativa e simbolica, - non rispetta il linguaggio della liturgia invadendola con un verbalismo eccessivo: la parola prevarica e soffoca il rito (Bonaccorso); è come voler spiegare un brano musicale mentre viene eseguito (Sirboni), - è troppo centrata sulla sua dimensione antropologica ed esperienziale. Insoddisfazioni da parte dei catechisti. La liturgia è stata/è a volte assolutizzata; considerata: - luogo non solo privilegiato, ma esclusivo della catechesi, - “lo” scopo e “la” fonte della catechesi, sua “norma strutturante essenziale”; - quando si è considerata catechesi solo quella del vescovo, in contesto liturgico. Altri problemi travagliano in ugual misura sia le catechesi che la liturgia: - es.: quelli legati all’attuali impostazione dell’iniziazione cristiana (unità dei sacramenti, loro successione, età della celebrazione, ecc.); - es.: il problema di trasformare l’ancora frequente domanda di “riti” in domanda di fede. 5 4. OGGI: POTENZIALITÀ CHE NASCONO DA UN RIPENSAMENTO DEL “BINOMIO” NB. Non una riflessione sistematica ma l’indicazione di alcuni punti (4) sui quali si potrebbe lavorare sulla base di ragioni di vario genere oggi particolarmente evidenziate: Una ragione teologica oggi sottolineata: la “priorità epistemologica” della liturgia (es: De Clerck all’Eurocat, maggio 2011). Una priorità esprimibile in vari modi: - è la lex orandi a determinare la lex credendi (cf anche CEI, Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia 49); - SC 48: la penetrazione piena del mistero eucaristico (ma anche cristiano in genere) avviene «per ritus et preces»; - la liturgia è comunicazione efficace del deposito della fede (SC 33), perché in essa le verità di fede si fanno evento (CCC 1071); - la liturgia offre all’uomo l’unico linguaggio capace di esprimere autenticamente il mistero di Dio: il rito (Bonaccorso). Una rinnovata attenzione a questa “priorità” può favorire una catechesi meno sbilanciata sul versante antropologico, più equilibrata: - l’uomo può riconosce più facilmente l’iniziativa assolutamente gratuita di Dio, - riconosce che un “già dato” lo definisce: “esisto per dono”, “sono un dono”, “donato a me stesso”, “mi ricevo in dono”…; - e la liturgia evoca questa realtà non tanto perché aiuta l’uomo a prenderne coscienza, ma perché, più radicalmente, lo situa in questo dono (Currò). Una ragione contingente (ma con riferimenti alla precedente): l’attuale emergenza educativa. - Un aspetto fondamentale di questa emergenza: la crisi di “trasmissione” da una generazione all’altra; una crisi di traditio (cf il sociologo Donegani). - La liturgia è luogo per eccellenza della “tradizione” (Piazzi).; può dare un apporto significativo al ricupero della dimensione “tradizionale” dell’atto educativo e catechistico, per cui l’uomo prende coscienza di non essere “assoluto” ma inserito in una storia di gratuità… (cf sopra). Una ragione di ordine psico-pedagogico-didattico e, più radicalmente, antropologico, richiama il tema del linguaggio, al quale oggi si è molto sensibili. - Pur senza confondere linguaggio liturgico e catechistico, occorre riconoscere che il linguaggio liturgico può aiutare la catechesi a uscire dalla sua perdurante impostazione scolastica volta alla semplice “conoscenza” del messaggio cristiano. - La liturgia può suggerire alla catechesi un linguaggio più “completo”, capace di valorizzare una pluralità di codici linguistici che “parlano” più compiutamente all’individuo, in quanto raggiungono le diverse componenti della sua personalità. - In particolare si può lavorare sulla “sintonia” tra linguaggio del rito e psicologia del bambino che è “naturalmente liturgico”: rito e bambino sono “ripetitivi”; il rito “mette in relazione” in modo simbolico; il bambino cresce “mettendo in relazione” le cose “entrandovi dentro” (Venturi). Una ragione teologico-pastorale: il primo annuncio. - La liturgia è indicata come momento, occasione privilegiata di primo annuncio. Giuseppe Biancardi 6