COLLEGAMENTO PASTORALE Poste Italiane s.p.a. – Spedizione in a.p. – D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 2, DCB Vicenza Vicenza, 17 febbraio 2009 – Anno XLI n. 4 Periodico mensile degli uffici pastorali diocesani – Autorizzazione trib. di Vicenza n.237 del 12/03/1969 – Senza pubblicità – Direttore respons. Gianfranco Cavallon – Ciclostilato in proprio – Via Vescovado, 1 – Vicenza – Tiratura inferiore alle 20.000 copie. www.vicenza.chiesacattolica.it IL NOSTRO UFFICIO FESTEGGIA 85 ANNI! SOMMARIO p. 3 CARI CATECHISTI p. 4 RIFLESSIONI SU S. PAOLO p. 5 SPIRITUALITA’… p. 6 UN PO’ DI STORIA… GLI 85 ANNI DELL’UFFICIO DIOCESANO PER L’EVANGELIZZAZIONE E LA CATECHESI STRUMENTARIO p. 8 p. 17 BIBLIOTECA DEL CATECHISTA p. 18 ,,, DI RITORNO DALLA TERRA SANTA p. 20 PER ACCOMPAGNARE NELLA FEDE I RAGAZZI – CORSO DIOCESANO PER CATECHISTI ED ANIMATORI DEI PREADOLESCENTI p. 21 2° INCONTRO DIOCESANO DEGLI ANIMATORI DEI GRUPPI DI CATECHISTE/I p. 22 INCONTRO SULLA CATECHESI FAMILIARE p. 23 CATECHISMO IN MUSEO p. 24 CRESIMANDINSIEME 2009 Il Direttore informa Cari Operatori della catechesi, desidero portare la vostra attenzione su tre iniziative promosse dal nostro Ufficio nei mesi di marzo e aprile e descritte ampiamente in altre parti del nostro “Speciale Catechesi”: 1. IL BREVE CORSO PER CATECHISTE/I E ANIMATORI DEI PREADOLESCENTI nei sabati di marzo e aprile 2009 2. IL SECONDO INCONTRO DIOCESANO DEGLI ANIMATORI DEI GRUPPI DI CATECHISTI Venerdì 17 aprile a Laghetto (VI) 3. L’INCONTRO DIOCESANO SULLA CATECHESI FAMILIARE Domenica pomeriggio 19 aprile 2009 a Laghetto per i rappresentanti delle parrocchie che hanno avviato o intendono iniziare l’esperienza della catechesi familiare. Vi chiedo di passar parola e di parlarne in parrocchia e nel gruppo-catechisti per assicurare la partecipazione di qualche delegato o persona interessata. A settembre sono state annunciate alcune possibili esperienze catechistiche da vivere con i ragazzi e i loro genitori: 1. LA VISITA ALLE RISORGIVE DI NOVOLEDO 2. LA VISITA E IL RITIRO IN SEMINARIO DEI RAGAZZI DELLA PRIMA EUCARISTIA 3. LA VISITA AL MUSEO DIOCESANO, CHE HA ORGANIZZATO UN APPOSITO ITINERARIO QUARESIMA-PASQUA “LA LUCE DEL RISORTO”. PER LA E’ il momento opportuno per programmarle e realizzarle. Tutte le informazioni sulle attività catechistiche si possono scaricare dal nostro sito www.vicenza.chiesacattolica.it – sezione evangelizzazione e catechesi. Inoltre spero che in ogni parrocchia o zona pastorale si individui un referente per la catechesi dotato di posta elettronica per comunicare velocemente e con spese ridotte. Da ultimo ho voluto ricordare una data molto importante per il nostro Ufficio, voluto dal Vescovo Rodolfi e istituito 85 anni fa (15 febbraio 1924). Quanta strada è stata percorsa! Insieme con gioia e fedeltà proseguiamo il cammino, condividendo l’impegno di annunciare il Vangelo. In copertina: Attribuito a Stocchiero G. sec. XX, Dipinto con ritratto del Vescovo Rodolfi – Museo Diocesano - Centro Documentazione e Catalogo Ufficio per l’Evangelizzazione e la Catechesi Curia Vescovile di Vicenza – Piazza Duomo, 2 Tel . 0444/226571 – telefax 0444/226555 – e-mail: [email protected] Speciale Catechesi 2 Cari catechisti … di d. Antonio B. IL CATECHISTA, COSTRUTTORE DI COMUNITÀ (2) Annotavo, nel numero 201 di “Speciale Catechesi”, che fin dai tempi apostolici la catechesi era uno dei pilastri fondanti la comunità cristiana (cf. At 2,42). Già il Documento base del 1970 (RdC) indicava tra le note del catechista quella di essere costruttore di comunità perché, con il suo servizio che compie in nome della chiesa, ne è voce e la edifica sull’esempio di S. Paolo. Cosa suggeriscono altri documenti ecclesiali su questo tema che caratterizza la figura e l’identità dell’operatore della catechesi? Prendo in esame due testi. Il primo documento è un sussidio pastorale del 1982 della Commissione episcopale per la dottrina della fede, la catechesi e la cultura: “La formazione dei catechisti nella comunità cristiana”. Si ribadisce, prima di tutto, che i catechisti non sono un “prodotto” da confezionare, ma un dono di Dio e “costruttori della comunità” (n. 3). Inoltre la chiesa, la quale è “comunione e servizio”, ha un progetto ecclesiale di catechesi che si può definire come “itinerario cristiano permanente” o “discepolato cristiano”. Allora, l’azione catechistica deve ispirarsi ad una pedagogia della “sequela” di Cristo (pedagogia di chi è sulla strada di Cristo) e della comunione, “perché trae origine dalla comunione trinitaria e tende a edificare la comunione della chiesa” (n. 9). Essere catechisti – come specifica attuazione della vocazione battesimale – rimane un dono dello Spirito alla comunità: qui sta il fondamento del carattere ecclesiale del servizio catechistico (n. 13). Se è nella comunità cristiana che il catechista viene chiamato alla sua missione, “fare catechesi è un atto ecclesiale, che associa i catechisti al servizio dei pastori” (n. 24). Questo carica ogni operatore della catechesi di una notevole responsabilità e richiede un costante impegno formativo per crescere nella dimensione ecclesiale: acquisire il senso di una gioiosa e responsabile appartenenza alla comunità cristiana; alimentare con una intensa vita liturgico-sacramentale la propria spiritualità; ricordare che il Vangelo trasmesso o da annunciare è il Vangelo che la Chiesa gli dona; lavorare in unione con la missione della Chiesa; sentirsi sostenuto/a dalla stima e dalla preghiera della comunità. Un ruolo decisivo nel cammino di formazione del catechista viene e può essere svolto dal gruppo: luogo di crescita spirituale ed ecclesiale, di ascolto e di preghiera, di studio e di scambio delle esperienze, di sostegno di fronte alle difficoltà, di preparazione degli incontri di catechesi e di momenti di amicizia. Nel gruppo stesso dei catechisti si fa esperienza di Chiesa, di comunione, di dialogo e ci si arricchisce reciprocamente (n. 25). Dal secondo documento, curato dall’Ufficio Catechistico Nazionale del 1991 “Orientamenti e itinerari di formazione dei catechisti” – dove tra i sette itinerari proposti il primo porta il seguente titolo “Itinerario per una educazione ministeriale della comunità” – raccolgo e illustro altre due pennellate sulla figura del catechista. Egli è un credente che ha come suo proprio respiro quello della Chiesa. Il suo compito è di iniziare all’esperienza comunitaria, alla vita ecclesiale. Da queste note non mancano spunti da valorizzare opportunamente per la riflessione e la verifica personale o in gruppo. A tutte/i il mio augurio per un fruttuoso cammino quaresimale in comunione con la nostra Chiesa particolare. Antonio Bollin Speciale Catechesi 3 Riflessioni su S.Paolo a cura di D. Viadarin È TEMPO DI SVEGLIARSI! «13,8Non abbiate debiti con nessuno, salvo quello dell’amore vicendevole; perché chi ama il prossimo, ha ubbidito a tutta la legge di Dio. 9La Legge dice: Ama il tuo prossimo come te stesso. In questo comandamento sono contenuti tutti gli altri, come : Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare. 10Chi ama il suo prossimo, non gli fa del male. Quindi, chi ama compie tutta la Legge. 11 Voi sapete bene che viviamo in un momento particolare. È tempo di svegliarsi, perché la nostra salvezza è ora più vicina di quando abbiamo cominciato a credere. 12aLa notte è avanzata, il giorno è vicino!» Lettera ai Romani1 13,8-12a Paolo, nella lettera ai cristiani di Roma, tratta in maniera approfondita la situazione dell’uomo di fronte a Dio. Per l’apostolo, i pagani sono immersi nell’incredulità e nel peccato, la loro esistenza è un fallimento. Ma anche gli Ebrei sono in una situazione di peccato, perché danno grande importanza alla Legge di Mosè, mostrando tuttavia ogni giorno di non saperla rispettare. La via dei pagani e la via degli Ebrei non conducono alla condizione di uomini giusti, cioè capaci di avere una relazione giusta con Dio. La giustizia (in ebraico sedaqàh), ovvero l’essere riabilitati e messi in una giusta relazione con il Signore, è per noi un dono: l’uomo infatti può soltanto accoglierla con un gesto di fede. Su questa via della fede Paolo ricorda che l’esempio più antico e solenne rimane quello di Abramo. Non abbiate debiti con nessuno, salvo quello dell’amore vicendevole…: per mettere gli uomini in una giusta relazione con sé, Dio ha mandato Gesù come Messia. Egli ha rinnovato la condizione umana, è stato per noi nuovo Adamo. Per chi ha fede in lui, l’esistenza assume un’altra dimensione: la legge di Mosè non ha più valore, regna invece la legge dello Spirito; al timore subentra l’esaltante certezza di essere avvolti dall’amore di Dio, più forte di ogni difficoltà e di ogni dolore. È questo il debito che siamo chiamati a risarcire a chi ci è prossimo: l’amore, che all’interno delle comunità si configura come koynonìa, ovvero il sentimento più profondo che permea ogni relazione e costituisce la comunione profonda pur fra le diversità dei carismi e delle personalità. È l’amore il perimetro entro al quale esercitare la nostra libertà; è l’amore, se autenticamente sperimentato, ad aprirci al mondo. Chi si è scoperto amato, di fronte alle dieci parole donate a Mosè sul Sinai, non vive il rapporto con Dio in termini di servo-padrone, bensì di figlio-Padre. Paolo lo sottolinea in maniera forte e chiara: farsi prossimi all’altro/a in maniera autentica ci fa comprendere il senso profondo della fedeltà (non commettere adulterio), della dignità della vita (non uccidere), della gratuità di quanto possediamo (non rubare), di un corretto rapporto con chi ci mostra il suo volto (non desiderare…). Se riflettiamo un attimo, ognuno di noi, appena uscito dal grembo della propria madre, ha trovato la forza di affrontare la vita e di non arrendersi perché fin dall’inizio ha incontrato due occhi che l’hanno amato per quello che era. Voi sapete bene che viviamo in un momento particolare. È tempo di svegliarsi…: viviamo in un tempo dove tutto sembra avere un costo, anche la dimensione affettiva. Per questo come cristiani, come comunità, dobbiamo essere vigili: la liturgia, ogni anno, ce lo ricorda al suo inizio. Vigili di fronte ai segni della storia; vigili su chi, al nostro fianco, a volte rischia di smarrirsi; vigili fra le pieghe della nostra quotidianità (famiglia, lavoro, parrocchia…) quando dimentichiamo che la lieta novella non consiste in un elenco di principi, a volte sterili, ma nell’incontro con un volto che ama. Forse abbiamo dimenticato che l’evangelo (la lieta notizia) non è l’ennesima dottrina di comportamento (“Volemose tuti ben…”), ma la scoperta di Gesù, Via, Verità e Vita. Non abbiamo paura! Non lasciamoci piegare dallo sconforto! È vero, la notte è avanzata, ma il giorno è vicino! 1 Traduzione Interconfessionale Speciale Catechesi 4 Spiritualità a cura d i A. Ambrosi Dio ha creato e governa il mondo, tutto è ben fatto da Lui: Chiara “Luce” Badano Iniziamo il 2009 presentando un’altra straordinaria figura di giovane che ha saputo fare della propria vita un dono totale a Dio, attraverso un’esistenza certamente provata, ma, soprattutto, incentrata sull’amore reciproco donante tra Creatore e creatura. La vicenda terrena di Chiara Badano si rivela, per alcuni versi, ovvero quelli della sofferenza, una storia attuale che ha saputo, però, connotarsi del carattere del martirio vissuto nella più totale fedeltà a Dio. La protagonista è una persona retta e adorabile (pur con i suoi limiti) che docile alla grazia divina trasfonde amore, pace e carità anche quando inesorabile una grave malattia la sottoporrà a dura prova. Di fronte a una tribolazione del genere la fede di molti avrebbe potuto rimanere scossa, ma non quella di Chiara. Questa giovane fanciulla vide i natali a Sassello il 29 ottobre 1971, dopo che i genitori l’avevano attesa per ben 11 anni. Era stato il padre, poi, a chiedere la grazia alla Madonna delle Rocche che, materna, aveva ascoltato quel naturale desiderio. Chiara si rivela da subito una bambina serena, tranquilla, sorridente e intelligente. La mamma la educa secondo i dettami del Vangelo e ben presto maturano in lei rispetto e timore per le cose di Dio, senso di ringraziamento, sensibilità verso il prossimo, in particolare verso gli anziani. A sette anni riceve la I Comunione, è raggiante per il dono di Gesù, che custodisce nel suo cuore come un Tabernacolo. A 9 anni entra a far parte del GEN, nel Movimento dei Focolari di Chiara Lubich. Da questo momento traspare in lei continuamente la presenza di Dio che mette al primo posto nella propria vita, esprimendo valori di alto contenuto morale. Con allegria, interesse, partecipazione attiva è coinvolta nelle diverse attività del Movimento, risultando sempre di esempio per virtù cristiane. A 17 anni, nel fiore della vita, le viene diagnosticato un osteosarcoma, inesorabile forma di cancro che non ha vie di uscita. Ci sarebbe stato da impazzire! E invece Chiara si sottomette umilmente alla volontà di Dio con tutti gli impegni e le conseguenze che essa avrebbe comportato. Di siffatta tempra è la fede della Badano, che senza mai perdere il suo luminoso sorriso, segno esteriore di una serenità interiore, trascina nell’Amore chiunque l’avvicini, per essere autentico esempio di seguace di Cristo. Pur tormentata da atroci dolori, lascia che sia il suo cuore e non il suo fisico ad avere la meglio: “Non ho più niente - affermava - ma ho ancora il cuore e con quello posso sempre amare”. Ridotta a letto, per una paralisi a seguito di un intervento chirurgico per rimuovere la massa tumorale, intorno a lei aleggia un’aria di pace celestiale, e molti sono coloro che si accostano a Dio dopo aver sperimentato la sua virtù. Chiara riesce a trovare la forza fisica, morale e spirituale nell’Amore di Dio che, pur mettendola alla prova, ne premia la fedeltà ricolmandola della sua dolce presenza e: “l’anima canta”- confida alla mamma. Riceve quotidianamente l’Eucarestia, prega e offre le strazianti sofferenze per la redenzione del mondo. In modo sapiente, dal male stesso sa trarre grandi beni, senza mai perdersi d’animo. Entrata in confidenza con Gesù, supera ogni ostacolo e dolore ripetendo: “E’ per te, Gesù”, mentre Lo invoca di essere valido strumento di salvezza per gli uomini. Se Dio aveva voluto saggiare la sua virtù e l’aveva voluta fino allora sulla terra, ora la Sua volontà espressa è che si rechi in cielo. Dopo aver ricevuto per l’ultima volta Gesù Eucaristia e aver recitato la preghiera allo Spirito Santo, il 7 ottobre 1990, giorno dedicato alla Vergine del Rosario, Chiara rende l’anima al Signore serena e sorridente come sempre. Alla mamma dice in saluto “Sii felice, perché io lo sono”. Fu soprannominata Luce da Chiara Lubich per la sua straordinaria luminosità d’animo espressa anche in quel radioso sorriso che la caratterizzava e segno di grazia e di preclare virtù. Consumata nel fisico, la giovane serva di Dio ha saputo rispondere al dolore con la devozione e la speranza in una salvezza che è vittoria sulla morte: “L’importante è fare la sua volontà… stare al suo gioco…Un altro mondo mi attende… Mi sento avvolta in uno splendido disegno che, a poco a poco mi si svela… Mi piaceva tanto andare in bicicletta e Dio mi ha tolto una gamba… ma mi ha dato le ali”. Questa era Chiara Luce, una giovane semplicemente innamorata di Dio, che sentiva come sua Salvezza e suo Bene. Speciale Catechesi 5 UN PO’ DI STORIA… 85 anni dell’Ufficio diocesano per l’Evangelizzazione e la catechesi di Vicenza Gli L’ORIGINE DEL NOSTRO UFFICIO Il 15 febbraio 1924, l’allora Vescovo di Vicenza mons. Ferdinando Rodolfi (1866-1943) firmava il decreto per l’istituzione in seno alla Curia dell’Ufficio Catechistico con questa precisa finalità: “(…) coordinare e coadiuvare l’istruzione religiosa nelle parrocchie, nelle scuole, negli istituti, nei circoli”. Affidava a don Dante Fantin, docente di Lettere in Seminario e di Catechetica agli studenti di teologia fin dal 1912, la direzione di tale Ufficio. Si tratta di uno dei primi Uffici Catechistici in Italia: il primo fu istituito dal card. A. Ferrari nell’arcidiocesi di Milano nel 1919, poi a Treviso nel 1923; soltanto nel 1929 l’Ufficio Catechistico divenne obbligatorio in tutte le diocesi italiane in base al Decreto della Sacra Congregazione del Concilio del 12.12.1929 e per volontà di Papa Pio XI. L’Ufficio Catechistico, secondo il Regolamento pubblicato da mons. Rodolfi sul “Bollettino della diocesi di Vicenza”, diventa il centro di collegamento della catechesi parrocchiale, scolastica e associativa. Inoltre, nelle Disposizioni attuative, esso si articola in una Direzione (un direttore e due vice, tra cui il giovane don Girolamo Tagliaferro, parroco di Araceli), un Consiglio diocesano e una Segreteria con archivio e biblioteca. L’Ufficio Catechistico nel corso degli anni è stato riorganizzato varie volte, anche dallo stesso Rodolfi; da esso si sono staccati l’Ufficio diocesano per la Pastorale della scuola (nel 1977) e l’Ufficio per l’Insegnamento della religione cattolica (nei primi anni ’90). A fine anni ’80 assunse una nuova denominazione, per caratterizzarlo maggiormente e rispondere alle esigenze dei tempi: Ufficio per l’evangelizzazione e la catechesi. I DIRETTORI DELL’UFFICIO In questi diciassette lustri con cinque Vescovi (F. Rodolfi, C. Zinato, A. Onisto, P. Nonis, C. Nosiglia), ben otto Direttori si sono succeduti alla guida dell’Ufficio, portando la ricchezza della loro personalità, la loro competenza ed esperienza, fedeli all’immagine evangelica dello scriba “…che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche” (cf. Mt 13,52): 1. Mons. Dante Fantin (1883-1937) Direttore dal 1924 al 1937 – morto improvvisamente a Como il 1° agosto 2. Mons. Candido Giacomello (1888-1962) Direttore dal 1937 al 1941 – Canonico della Cattedrale e Rettore di S. Corona 3. Mons. Bruno Barbieri (1899-1952) Direttore dal novembre 1941 al 1952 – Delegato Vescovile per l’Azione Cattolica, Direttore dell’Ufficio per le Missioni e il Seminario, Direttore del settimanale diocesano. 4. Mons. Ofelio Bison (1910-2002) Direttore dal 1952 al 1975 – già Segretario particolare del Vescovo Rodolfi e Direttore dell’ODA 5. Mons. Gianfranco Cavallon Direttore dal 1975 al 1994 – Direttore pure dell’Ufficio per il coordinamento della Pastorale 6. Don Dario Vivian Direttore dal 1994 al 2005 – anche Docente di Teologia in Seminario 7. Mons. Adriano Tessarollo Direttore dal 2005 al 2007 – Docente pure di Sacra Scrittura in Seminario 8. Mons. Antonio Bollin Direttore dal 2007 … - anche Docente di Catechetica e Didattica in Seminario Speciale Catechesi 6 LA STRUTTURA E I COMPITI DELL’UFFICIO PER L’EVANGELIZZAZIONE E LA CATECHESI L’Ufficio sta prendendo progressivamente una nuova articolazione: una Direzione, costituita da un Direttore, un Vice, un Consiglio di Presidenza e una Segreteria; due Commissioni, una per l’iniziazione cristiana dei fanciulli e degli adulti e una seconda per la rievangelizzazione degli adulti; due équipes (per la formazione dei catechisti e per il cresimandinsieme); due servizi diocesani: l’apostolato biblico, la catechesi e le persone disabili. Vi sono altri ambiti da ripensare e valorizzare come il primo annuncio e la catechesi con e per i genitori dei bambini da 0-6 anni. Come dice bene la nuova denominazione, l’Ufficio è chiamato a promuovere e sostenere, nelle varie forme e tra i diversi soggetti, l’annuncio del Vangelo e la catechesi nella vita ecclesiale diocesana. Svolge un triplice compito: 1. la promozione, il sostegno e il coordinamento dell’annuncio del Vangelo e della formazione cristiana permanente nelle comunità parrocchiali; 2. la formazione specifica e continua degli operatori della catechesi; 3. la preparazione di una adeguata sussidiazione. Naturalmente questo domanda la collaborazione con gli altri Uffici pastorali, con il Servizio per il catecumenato e con l’ISSR. C’è poi il collegamento con gli Uffici Catechistici del Triveneto. Infine, non può mancare all’interno dell’Ufficio un’attenzione allo studio e alla ricerca scientifica sulla catechetica e la catechesi per camminare coi tempi e avere uno sguardo sul futuro. Da anni poi, in continuità con la “Crociata Catechistica” degli anni ’50, viene curata una pubblicazione finalizzata ad informare e tenere il collegamento tra i catechisti vicentini: “Speciale Catechesi” (giunta al n° 204). IL PERCHE’ DI UN ANNIVERSARIO L’uomo d’oggi sembra uno smemorato, perché si concentra troppo o solo sul presente, ma dimentica le radici che non si possono cancellare. Il cristiano è per sua natura l’uomo della memoria. E’ importante allora sapere e volere ricordare per far tesoro della storia e del passato, per vivere meglio il presente e guardare con serena fiducia l’avvenire. Questo è il significato profondo del ricordo degli 85 anni del nostro Ufficio diocesano per l’Evangelizzazione e la Catechesi: ringraziare il Signore delle migliaia di cristiani (laici/che, religiose/i, preti) che in questi anni si sono prodigati per trasmettere la fede alle nuove generazioni in comunione con la Chiesa particolare, trovare nuovo slancio per annunciare la bellezza e la grandezza della proposta evangelica in una società secolarizzata e multireligiosa. ANTONIO BOLLIN Il Bollettino del febbraio 1924 Il Decreto di istituzione dell’Ufficio catechistico 1924 Speciale Catechesi 7 Strumentario a cura di sr. I.Vescovi PERCORSO PER GENITORI E MATERIALE OPERATIVO PER I BAMBINI DIO FA BENE AI BAMBINI (Dal libro di Zattoni-Gillini – Editr. Queriniana – Brescia – 2008) (libero adattamento) LA TRASMISSIONE DELLA FEDE ALLE NUOVE GENERAZIONI In questo libro ci sono degli spunti interessanti per dei percorsi con i genitori di bambini da tre a sette-otto anni. Gli autori, una coppia di psico-pedagogisti di Brescia, dopo aver focalizzato l’obiettivo come esperienza di VICINANZA A UN Dio, su misura del bambino, si pongono alcune domande. - E’ legittimo e fruttuoso parlare di Dio ai bambini? Quando iniziare a farlo? In quale contesto? E soprattutto come parlarne? Dopo una lunga e seria riflessione su come Gesù ci parla dei bambini, si è invitati a rivisitare l’esperienza del nostro essere stati “bambini” e a riflettere sul nostro modo di leggere il bambino nella società attuale. Siamo guidati ad una profonda riflessione, partendo dai brani evangelici, in cui Gesù fa riferimento ai bambini. Assai indovinato, a mio avviso, l’intermezzo di qualche “lettera impossibile”. Nella prima c’è Adele che rivela alla mamma il suo disagio nel non sentirsi capita e valorizzata nei suoi sforzi di crescere. Nel secondo capitolo del testo, gli autori provocano il lettore (educatore e genitore) a rivedere l’immagine di Dio che egli si porta dentro, per capire come possa influire sul nostro modo di parlare di Dio ai bambini. A volte i genitori ben intenzionati si pongono la domanda: come spiegare Dio ai bambini? La risposta degli autori è chiara. Dio non si spiega né si dimostra Dio pervade la nostra vita, il nostro modo di guardare il mondo; la nostra idea di Dio si comunica per contagio. Certamente le domande dei bambini, anche quando sembrano strane e assurde, risvegliano la nostra idea di Dio e ci aiutano a purificarla. E’ interessante l’episodio-test della nonna che accompagna la nipotina alla scuola materna seguendo un rituale ben preciso: - dire le preghierine - camminare adagio - narrare la favola - sperare che il passaggio a livello si chiuda, così la favola sarà più lunga e più piacevole - l’arrivo a scuola. La preghiera ha un suo modello fisso: si dice grazie al Signore che ci guarda, ci benedice e ci aiuta… Una mattina la bimba improvvisamente esclama decisa: “Non voglio che mi guardi!” Che cosa risponderà la nonna? Speciale Catechesi 8 Il testo per guidare il lettore ad analizzare la propria immagine di Dio, pone l’ipotesi di quattro atteggiamenti della nonna. a) La nonna finge di non aver sentito, pensa ad un capriccio della bambina e prosegue nella sua preghiera. b) La nonna esprime meraviglia, disapprovazione: “Ma come? Dio ti guarda sempre, vede tutto quello che fai, a Lui non sfugge niente”. c) La nonna guarda sorpresa la nipotina e la rassicura con tutta se stessa “Ma Dio ti guarda perché ti vuole bene. Non aver paura. Il Suo è uno sguardo d’amore”. VOI COME AVRESTE RISPOSTO? d) Un po’ divertita, la nostra nonna si trovò quel mattino a rispondere alla nipotina così: “Oh guarda guarda, forse Dio si sta nascondendo per un attimo dietro le nuvole per non vederti”. La nipotina sorride e risponde fulminea: “Dopo mi guarda ancora però!”. Contatto ristabilito. PERCHE? ………… Scambio di opinioni Ogni parte del testo si conclude con delle proposte narrative, da utilizzare con i bambini. Nella prima parte troviamo quattro storie in progressione, tutte orientate ad esplorare l’idea di Dio. 1° STORIA: IL PESCIOLINO CHE AVEVA PAURA In questa storia è Dio che avvolge l’essere umano, carico di domande: Perché sono qui? Mi basta avere tutto per vivere? Il racconto aiuta a scoprire il Suo sguardo avvolgente e molto buono E’ UNO SGUARDO DA INNAMORATO 2° STORIA: LA PATATA PIANTATA Questa storia può rispondere agli interrogativi: Dio è lontano? Dio è davvero interessato a quello che io vivo? In che modo Dio ha a che fare con la mia vita? 3° STORIA: DOGA CHE VOLEVA IMPARARE LA LINGUA DEL SUO PADRONE Nella terza storia è Dio che risponde ai nostri desideri segreti e lo fa, non con la pretesa di ciò che dovremo essere, ma nel volerci così come siamo, perché è Lui che ci viene gratuitamente incontro. 4° STORIA: LA LEGGENDA DEL PETTIROSSO In questa storia è Dio, che nel meraviglioso mistero della sua onnipotenza, vuole aver bisogno di noi. E’ Dio che ci consegna ai nostri gesti gratuiti d’amore, perché possiamo stupirci della nostra bellezza e… provoca la domanda: “Io sono nel mondo come uno che riceve soltanto, o sono chiamato a dare qualcosa in cambio? PERCHE’ QUESTO MODO DI PARLARE DI DIO? Perché i bambini amano e chiedono storie, sono in grado di capire argomenti complessi, se presentati in forma di storia. Ho trovato interessante, e per questo, abbiamo deciso di utilizzare, con le dovute elaborazioni e adattamenti questo sussidio, perché, oltre all’idea di Dio gli autori passarono in rassegna altri aspetti relativi all’educazione, come la formazione dell’autostima, della fiducia e la capacità di attingere alle lezioni di tenerezza del bambino stesso. Assai valida è anche la parte che tratta lo sviluppo morale del bambino e la formazione della coscienza. Speciale Catechesi 9 Infine, quasi a dire come sia importante che la fede entri nelle pieghe della vita, troviamo richiami ai problemi delle bugie dei bambini e delle gelosie tra fratelli. Sostare sul problema in forma narrativa è un metodo decisamente piacevole ed efficace, è una strategia educativa, a mio parere, assai preziosa, perché sorridente e delicata. Accanto alle proposte di carattere pedagogico, troviamo delle riflessioni rivolte all’educatore. Esse aiutano ad entrare con maestria nella forma narrativa e capire le dinamiche che interagiscono nella crescita del bambino. Il testo, nelle sue ultime pagine regala un esempio concreto di narrazione biblica con la storia di Giona. Essa si presenta divisa in due parti: la prima narra, a misura del bambino, con concretezza e verità la vicenda del profeta, chiamato a conoscere la misericordia e l’eleganza di Dio. La seconda parte offre una attualizzazione della storia, sempre molto vicina alla sensibilità e comprensione del bambino stesso. Lo psichiatra scrittore Oliver Sacks, per giustificare il potere delle storie nella comprensione di concetti complessi, continua: “E’ questo potere narrativo – simbolico, che dà un SENSO AL MONDO, una realtà concreta racchiusa nella forma immaginativa del simbolo e della storia. IL BAMBINO PUO’ CAPIRE LA BIBBIA, NON PERCHE’ E’ SEMPLICE, MA PERCHE’ E’ STRUTTURATA PER SIMBOLI E NARRAZIONI. COME UTILIZZARE LE STORIE 1. 2. 3. 4. Raccontare la storia Parlarne insieme ai bambini Invitare i bambini a disegnare la storia anche per capire quello che ha colpito di più il bambino Farsi spiegare dal bambino il disegno, come opportunità per ritornare con lui su qualche aspetto del messaggio 5. Trasferire il messaggio nell’area della fede 6. Cantare o pregare spontaneamente la “Parola ascoltata” 7. Esporre la sequenza di questi disegni “speciali” nella stanza del bambino, o farne un album. NB.: * Si può riprendere la narrazione seguendo la sequenza dei disegni * Il bambino potrà far “parlare i disegni con dei fumetti o delle brevissime didascalie * Anche il colore scelto per il disegno è un modo di comunicare emotivo * In grande potrà scrivere il breve messaggio del racconto. PICCOLA STORIA 1 : IL PESCIOLINO ROSSO CHE AVEVA PAURA «Chi ce l’avesse gettato, il Pesciolino Rosso proprio non lo sapeva: fatto è che si trovò un bel giorno dentro un acquario fresco, fresco e dai paesaggi colorati. Dentro ci abitava già un pesce bianco e giallo, un po’ grassone e lucentissimo, il quale gli disse, tutto tranquillo: - Buongiorno, Pesciolino Rosso. A dire il vero, questa non parve una buona accoglienza al Pesciolino Rosso che se ne stette zitto, zitto e si mise ad esplorare l’acquario. Due volte al giorno pioveva dall’alto una serie di scagliette multicolorate e deliziose: e i due pesci si affrettavano a mangiarle in un baleno. Il Pesciolino Rosso cresceva bene, ma aveva nel cuore una paura inconfessata: ogni tanto apparivano da fuori due grandi occhi e lui si sentiva scrutato e scrutato, senza pietà. Allora andava a nascondersi fin dentro la sabbietta fine del fondo dell’acquario. - Che fai? – gli chiese finalmente un giorno il pesce bianco e giallo. - Mi nascondo – ammise il Pesciolino Rosso. - E come mai? – si sorprese il pesce un po’ grassone. Speciale Catechesi 10 - Non li vedi anche tu quei due occhi spalancati che ogni tanto ci guardano? - Sciocchino – sorrise il pesce bianco e giallo, intenerito – sono gli occhi del nostro amico Luca, proprio quello che ci nutre. - Allora ci guarda perché ci vuole bene? – chiese pensieroso il Pesciolino Rosso. - Sì, il suo è uno sguardo buono e… innamorato! – uscì a dire il pesce coinquilino e intanto il suo bel giallo guizzò tutto di luce. - Innamorato?! – il Pesciolino non finiva di stupirsi – e allora io gli piaccio? Proprio io? – E non stava quasi ad aspettare la risposta, tanto era felice. In quel momento apparvero i due grandi occhi di Luca e il Pesciolino Rosso, emozionato, diventò perfino rosso, d’un rosso acceso e brillante. Ma nessuno se ne accorse, perché era già un Pesciolino Rosso». PER COMPRENDERE La condizione del Pesciolino Rosso, potrebbe rappresentare la condizione semplicemente umana? Che cosa scopre il Pesciolino Rosso? Poteva scoprirlo da solo? Qual è la sua reazione? Quale caratteristica di Dio emerge dal racconto? APPROFONDIMENTO DELLA STORIA Il pesciolino è una creatura viva che si trova nella condizione di essere “gettata” nel mondo; l’acquario è il luogo dove si trova a vivere senza averlo scelto. Questo luogo è già abitato: il pesce bianco e giallo è il simbolo delle presenze che già abitano il mondo; può darsi che non ci accolgano, che appaiono indifferenti, perché hanno “altro da fare”. Il bambino, infatti può percepire un senso di estraneità nei confronti di chi incontra. Deve imparare ad accontentarsi, a non aspettarsi tutto e subito. Anche lui deve fare le sue belle fatiche, nessuno gli promette un mondo … comodo e facile. Il pesciolino rosso infatti - il nostro bambino – si dà da fare per esplorare il mondo, accetta il cibo che gli viene dato, lo condivide con l’altra presenza. E cresce bene. Esso però ha una paura inconfessata, perché non sa ancora perché è lì e non capisce la connessione tra il ricevere il cibo e i due occhi che lo guardano dal di fuori dell’acquario. Egli percepisce una presenza, ma non sa darle significato. I due occhi che lo guardano (LO SGUARDO DI DIO), che lo scrutano, che forse lo rimproverano, saranno occhi di un amico o di un nemico? SONO LE DOMANDE LEGITTIME DELLA VITA Diventa normale nascondersi finchè non si sa, finchè non si capisce come andrà a finire. Il pesciolino rosso si fermerebbe qui, se nel suo mondo non ci fossero altre presenze che gli parlano di QUEI DUE OCCHI. AL SENSO DELLA VITA NON SI ARRIVA MAI DA SOLI. TUTTI ABBIAMO BISOGNO DI QUALCUNO PER INCONTRARE LO SGUARDO BUONO DI DIO. Speciale Catechesi 11 Finalmente il pesce giallo svela al nostro Pesciolino il legame più importante della vita, quello che ci permette di vivere. C’è una relazione tra la vita che abbiamo ricevuto e riceviamo e lo sguardo buono che qualcuno ci ha aiutato a scoprire. Anzi, quello sguardo è quello di un INNAMORATO. Questa scoperta fa felice il Pesciolino Rosso gli cambia perfino l’esistenza, si sente guardato in modo nuovo, e sente se stesso un pesciolino che diventa rosso: quello sguardo gli dà consistenza, intimità, lo rende se stesso e capisce che è bellissimo abitare proprio lì dove è stato posto. Fuori della metafora, Dio si rivela come PRESENZA INNAMORATA. E’ accogliente, amabile, dona senso e gioia, capace di trasformare la nostra vita. Il Pesciolino Rosso si fida di ciò che gli dice il pesce bianco e giallo, anche perché il timbro della sua voce si è intenerito e, mentre gli parla di quello sguardo, “IL SUO BEL GIALLO GUIZZO’ TUTTO DI LUCE”. Egli vive ciò che annuncia e allora tutto è davvero incredibile e magnifico! PICCOLA STORIA 2 : LA PATATA PIANTATA «Papà Amos custodiva in un sacchetto le ultime monete. Avrebbe voluto spenderle per sé, per uno dei suoi tanti desideri; ma aveva davanti a sé il visetto dei suoi bimbi affamati e quello ansioso della moglie che non aveva niente da mettere in pentola.. E così andò al mercato e comprò un bel sacco di patate. Quando tornò, i bambini gli fecero festa, ma il più piccolo affondò la manina nel sacco, ne trasse una patata e disse lieto: questo la possiamo piantare nell’orto! Papà Amos guardò la moglie e insieme dissero: - Ma sì, piantiamola nella terra, chissà che ne spunti qualcosa! Fu così che, mentre la famiglia si nutriva con il resto delle patate, la Patata Piantata lavorava freneticamente sotto terra: voleva moltiplicarsi per la gioia della famiglia. Mise fuori un primo germoglio che bucò la terra e uscì a prendere il caldo sole; intanto la Patata si svuotava di sé e cioè metteva radici per assorbire il nutrimento dalla terra e sempre più germogli alla luce del sole. - I germogli diventavano piantine in cerca di ossigeno mentre sotto, nel segreto della terra, le radicchette si gonfiavano e un po’ alla volta si trasformavano in patate sempre più grosse e nutrienti. - Andiamo a vedere se nostra Patata si è moltiplicata – propose papà Amos quando vide spuntare di nuovo la fame sul visetto dei suoi bambini. - E se dorme? Non dobbiamo disturbarla! – si preoccupò il piccolo. - E’ ben sveglia – osservò papà – non vedi il verde delle sue foglie al sole? - E intanto scavò sotto il terreno. Oh, meraviglia: la Patata era diventata tante patate, grosse, morbide, rigogliose. Mamma trovò tanti modi per cucinarle: arroste, fritte, lessate, al vapore; erano sempre buonissime, straordinarie, saporitissime. Avevano un gusto speciale, inconfondibile e molto molto nutriente. - Ma nel bel mezzo della festa, il piccolo chiese: - Ma dov’è la Patata che avevamo piantato? - Si è totalmente donata – disse commosso papà Amos – per questo si è moltiplicata!» Speciale Catechesi 12 PER COMPRENDERE Ha ragione papà Amos? Che cosa rappresenta la Patata? Quali caratteristiche ha? Queste caratteristiche sono solo due? Quale caratteristica di Dio emerge dal racconto? APPROFONDIMENTO DELLA STORIA Siamo in un interno familiare di grande povertà, ma anche di tanto amore. Il primo d’atto d’amore viene da papà Amos che si trova a dover decidere se spendere le ultime monete per sé, o rinunciare ai suoi tanti desideri in favore dei suoi bambini. Il testo ci pone di fronte al cuore di un genitore. Diventare dono e pagarne i costi in prima persona. Chi mette al mondo un figlio, se ne assume tutta la responsabilità: è giusto che il bambino lo sappia, lo riconosca, lo celebri: “I BAMBINI GLI FECERO FESTA”. Il bambino che non vuol consumare una patata rappresenta il futuro: non tutto deve essere consumato subito, occorre mettere da parte qualcosa che renda possibile il domani. I genitori che si guardano e si consultano accettano la logica del futuro e della speranza “CHISSA’ CHE NE SPUNTI QUALCOSA!” La fecondità del frutto è qualcosa di misterioso, che avviene nel mistero della terra. Il narratore ci dice che la Patata voleva moltiplicarsi per la gioia della famiglia, ma ciò ha un costo altissimo “si svuotava di sé” (“… chi perde la propria vita la troverà”). Quando la fame busserà ancora alla porta della sua casa e lui la vedrà sul volto dei suoi bambini, papà Amos saprà dove cercare, perché ha visto i segni del “lavoro frenetico” nelle foglie verdi che brillano al sole. Il piccolino, però, ha per lei una tenerezza speciale “E se dorme?... Non dobbiamo disturbarla!”. Poi si chiede “Ma dov’è la patata che abbiamo piantato?” E’ come se volesse mettersi sulle tracce del mistero: l’abbondanza è nata dal dono: (“Nessuno ha un amore più grande di colui che dà la vita per i propri amici” Gv 15,13). Il mistero è proprio qui, vertiginoso nel suo momento oblativo. Dio non si accontenta di darci qualcosa, ci dà Se Stesso, ci nutre di Sé. Questo è anche il Mistero dell’Eucarestia. Per la gioia di una tavola, di una famiglia Egli è una Presenza che dona. PICCOLA STORIA 3 : DOGA CHE VOLEVA IMPARARELA LINGUA DEL SUO PADRONE «La cagnetta Doga s’era fatta il proposito di imparare la lingua italiana. Tutte le mattine, appena sveglia, faceva gli esercizi. “B…b…bau…rum…rum bau!” Carletto, il suo padrone, appena svegliato dalla mamma, si preoccupava: “Ma che cos’ha la mia Doga? Perché piange così?!”. Doga allora gli correva tra le gambe, e muoveva velocissimamente la coda per dirgli: “non preoccuparti! Sto solo imparando la tua lingua!” E se proprio Carletto non si tranquillizzava, gli dava anche una leccatina sul naso. “Non ha proprio niente questo bel cane” disse il veterinario dopo aver osservato ben bene Doga. “Non ho mai visto un bastardo così ben fatto e così in forma. Forse sarà innamorata”. Intanto Doga tutte le mattine, ma proprio tutte le mattine, faceva i suoi esercizi. Speciale Catechesi 13 Voleva imparare la lingua italiana per dire a Carletto: “Tu sei il bambino più bello del mondo. Tu mi piaci tanto. Sono fortunata ad avere un padrone come te. Tu sei gentile, affettuoso, intelligente e sapiente. Io sto proprio bene con te”! Ma più Doga faceva gli esercizi, più tutti erano allarmati, anche infastiditi. I vicini di casa reclamavano perché Doga faceva i suoi esercizi anche di notte. Una sera fredda e buia, Carletto era arrivato a casa in ritardo e la mamma lo aveva sgridato. Lui piangeva nella sua cameretta. Allora Doga spinse la porta con la zampa ed entrò piano piano. Leggera leggera gli saltò sul letto e asciugò con la linguetta ruvida le sue lacrime. Poi si accucciò tutta silenziosa vicino a lui. “Tu sì che mi vuoi bene!” disse teneramente Carletto passando la mano sul suo pelo morbido. “Almeno per te sono importante, Doga!” Il cuore di Doga era pazzo di gioia. Fu allora che decise di non voler più imparare la lingua italiana perché Carletto capiva già benissimo la sua lingua. Le bastava essere Doga!» PER COMPRENDERE Qual è l’intenzione di Doga? Che cosa scopre poi? E come fa a scoprirlo? Quale caratteristica di Dio emerge dal racconto? APPROFONDIMENTO DELLA STORIA C’è un sogno nascosto nel cuore di ogni uomo: poter parlare la lingua di Dio. Ma per quanti sforzi uno faccia, il linguaggio di Dio resta sconosciuto, inavvicinabile. A meno che Dio non decida un rapporto più ravvicinato con una sua creatura che lo desidera e le mostri che Lui conosce la sua lingua. L’iniziativa di Dio è comunque sempre libera. A volte nel rapporto con Dio si può passare attraverso l’incomprensione, la paura, gli sforzi vani e il dolore. E’ l’avventura di Doga che vuol imparare la lingua italiana, quella del suo padrone, per potergli dire tutto il suo amore e la sua incondizionata fedeltà. Si era messa in mente che così lui l’avrebbe finalmente capita. Insomma voleva arrivare con tutte le sue forze e cominciò a combinare pasticci, a fare dei versi strani, tanto che i suoi amici cani non la capivano più, il padrone era preoccupato e decise di portarla dal veterinario. Doga voleva quasi dimenticare di essere un cane. Finchè un giorno vide il suo padrone Carletto triste e piangente, si dimenticò di tutti i suoi sforzi e, nella sua lingua, lo consolò. Carletto dimostrò a Doga di aver capito benissimo la sua lingua e il cuore di Doga fu pazzo di felicità. Si sentì capita, pur avendo usato i suoi strumenti canini con tutta la sua passione: asciugò le lacrime di Carletto con la sua linguetta ruvida e gli stette vicino vicino. Per comunicare con il suo padrone e vivere la felicità di essere amata da lui “LE BASTAVA ESSERE DOGA”. DIO E’ UNO CHE ASCOLTA TUTTI, CIASCUNO NELLA SUA LINGUA. DIO E’ UNA PRESENZA CHE ACCOGLIE CONOSCE TUTTI I NOSTRI DESIDERI Speciale Catechesi 14 STORIA 4: LA LEGGENDA DEL PETTIROSSO «C’era una volta un uccellino tutto grigio; non aveva proprio niente che attirasse l’attenzione, era davvero piccolo e bruttino. Nessuno voleva giocare con lui: - Chi ti credi di essere? - Vai via, sei proprio brutto, non voglio giocare con te! - Mi vergogno di averti vicino, sta’ lontano! Questo gli dicevano amici e conoscenti. L’uccellino allora volava e volava tutto solo, con il cuore pesante di solitudine e di tristezza. Nei suoi lunghi voli, un giorno arrivò appena fuori le mura di una grande città. Lui non sapeva che si trattava di Gerusalemme. Su una collinetta vide tre uomini crocifissi, e uno aveva per giunta una corona di spine conficcata nella testa. Il suo piccolo cuoce si indignò: non basta forare mani e piedi con i chiodi? Non basta lasciarlo lì a morire di dolore e di sete, come gli altri due? Era proprio molto arrabbiato e pieno di compassione per quel Crocifisso. Lui non sapeva che era Gesù. Ad un tratto si illuminò: “Eppure posso fare qualcosa per lui!”. Spiegò le alette, prese la rincorsa, con un volo deciso si avvicinò e con tutta la forza del suo beccuccio strappò una spina e poi un’altra e un’altra ancora con il cuore che gli batteva fortissimo. All’ultima spina però una goccia di sangue nel Crocifisso schizzò sul suo petto grigio, mentre Lui gli sorrideva, come per ringraziarlo. L’uccellino corse davanti alla fontana, ma più si lavava, più la macchia di sangue sul suo petto diventava luminosa. - Oh come sei bello! – gli disse un’uccellina che passava di lì – nessuno ha una chiazza di un colore così bello sul petto! - Vieni a giocare con noi! Ti chiameremo Pettirosso – gli dissero gli altri uccelli. Pettirosso non se lo fece dire due volte, li perdonò e giocò, volando, cantando, in una frenesia di felicità. Un pensiero nero però gli attraversò il cuore: e i miei bambini saranno tutti grigi o avranno un bellissimo petto rosso come il mio? L’uccellina che per prima lo aveva visto si era intanto innamorato di lui e insieme costruirono il nido. Quando l’uccellina vi depose tra fragili uova, lui stette lì tutto il tempo a guardarle, per cogliere il momento in cui si schiudevano. Sì, i nuovi nati avevano il petto rosso proprio come lui. E allora fu completamente felice. Non sapeva che quando il Crocifisso fa i suoi doni, non li fa mai a metà». PER COMPRENDERE Che cosa sta facendo il Pettirosso? Perché il suo petto rimane rosso? Che cosa gli dice il Crocifisso? Quale caratteristica di Dio emerge dal racconto? APPRFONDIMENTO DELLA STORIA In questa narrazione troviamo due grandi dolori: il dolore del rifiuto da parte del pettirosso ed il dolore anche fisico del Morente. Ciascuno dei due dolori ha una radice comune: la presenza del male. Il pettirosso non ha amici che vogliono giocare con lui, non perché è cattivo, ma perché è tutto grigio, cioè per una caratteristica del suo corpo, di cui non ha colpa. Il suo cuore è davvero pesante di solitudine e di tristezza. Il Crocefisso inoltre ha una caratteristica che gli altri due condannati non hanno: la corona di spine. E’ quasi una beffa, ma i due cuori che soffrono si parlano. Speciale Catechesi 15 Ciascuno pensa di poter fare qualcosa per l’altro. Non c’è situazione di disagio in cui tu non puoi dare un aiuto all’altro. Il pettirosso ce la mette tutta, impiega tutte le sue qualità vitali: la libertà delle sue alette, lo sforzo della rincorsa per darsi coraggio, la decisione con cui si impegna a strappare ad una ad una le spine del Crocefisso. E’ UN GESTO DI GRANDE IMPEGNO E DI GRANDE GRATUITA’. La storia ci dice che il pettirosso porta con sé per sempre il segno di questo suo gesto di bontà, lo porta per l’eternità. La felicità, in cui scopriremo di essere intrecciati sarà intessuta di questi segni per “la vita eterna”. “E’ per questo che il pettirosso si butta nella vita, tanto più felice quanto più la sua bellezza è divenuta visibile. Ma non basta: il “Segno” si tramanderà di generazione in generazione: in questo il pettirosso diventa “PADRE”: le sue opere di bontà sono molto meglio di un conto in banca per i suoi figli. IN TURCHIA SUI PASSI DI S. PAOLO PELLEGRINAGGIO DIOCESANO promosso dall’Ufficio per l’evangelizzazione e la catechesi, dall’AIMC e dall’UCIIM di VICENZA (Tarso: la Porta romana) DATE: 1-8 OTTOBRE 2009 ACCOMPAGNATORI: POSTI DISPONIBILI: 42 ISCRIZIONI: entro il 30 aprile 2009 presso l’Ufficio Pellegrinaggi - Via S. Francesco Vecchio, 6 - 36100 VICENZA INFORMAZIONI E PROGRAMMA DEL PELLEGRINAGGIO: Segreteria dell’Ufficio Pellegrinaggi nelle mattinate dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle ore 12.30 (tf. 0444/327146 e-mail: [email protected]). Sinibaldi don Raimondo e guida locale Speciale Catechesi 16 Biblioteca del catechista a cura di F. Cucchini La Bibbia il libro della catechesi e della vita cristiana. di Bruno Barberis e Andrea Fontana, Elledici “La Bibbia il libro della catechesi e della vita cristiana” è uno strumento prezioso, facile e agevole che Bruno Barberis e Andrea Fontana offrono alle parrocchie per introdurre i catechisti alla lettura della Sacra Scrittura. La Bibbia però non è un libro facile. Tanti vi si accostano per aprire squarci sul senso della vita e trovare luce che illumini la realtà nelle sue laceranti contraddizioni, ma spesso restano delusi. Perché, ci si chiede, tante pagine sono intrise di sangue e da dove viene il male che si addensa sulle vicende? Perché Dio tace, quando tanti valori semplicemente umani sono calpestati? Sono queste alcune delle domande che molti si pongono mentre si avvicinano alla Parola per scoprire l’azione divina nella trama tormentata e faticosa del progredire della storia. Gli autori, con questo agile strumento, cercano di accompagnare per mano chi si accosta per la prima volta alla “verità” della Bibbia. Costituito da sei schede che affrontano i temi di base, l’opuscolo tenta di rispondere agli interrogativi più urgenti di chi inizia la lettura del testo sacro. Nella prima scheda si affronta il tema della prospettiva storica per capire che “ciò che è scritto non è invenzione, ma si mescola con le storie simili di qualsiasi popolo e può per questo rappresentare anche la loro storia.”(pag. 9) Si passa poi agli autori dei libri della Bibbia che non sono “strumenti inerti e passivi nelle mani di Dio, né semplici raccoglitori di materiale preesistente, ma, a tutti gli effetti, veri autori.”(pag. 17) Dopo la prospettiva letteraria il testo affronta il significato di ispirazione e nella quarta scheda passa ad analizzare il messaggio veicolato dalla Scrittura, dove l’uomo “può trovare ciò che Dio ha detto e ciò che Dio dice ancora oggi a chi lo cerca con cuore sincero.”(pag. 35) Nelle ultime due schede si specifica il ruolo della Bibbia nel cammino di iniziazione cristiana e nella comunità parrocchiale. Le pagine finali riportano invece alcuni esercizi per la lettura del testo sacro. Ogni incontro utilizza come modello il laboratorio per cui il processo formativo, prendendosi cura delle tre dimensioni della persona ( l’essere, il sapere e il saper fare ) mira a rendere consapevoli i partecipanti della loro trasformazione mettendo in discussione i loro atteggiamenti. Le singole schede riportano quindi la fase iniziale, con le domande per entrare in argomento, l’intervento teorico, per sviluppare la riflessione, e il lavoro di gruppo, per guardare con occhi nuovi la propria esperienza personale. Alla fine di ogni scheda, dopo la preghiera conclusiva, viene riportata una bibliografia per approfondire gli argomenti trattati. Don Andrea Fontana, sacerdote della diocesi di Torino dal 1967, è direttore degli Uffici catechistici diocesano e regionale, responsabile del Servizio diocesano per il catecumenato e collaboratore dell'Ufficio catechistico nazionale per i settori Apostolato biblico e Catecumenato. Collabora con le riviste "Catechesi" e "Dossier Catechista". Ha pubblicato sussidi e volumi di catechesi e, in particolare, l'itinerario catecumenale per i ragazzi e le famiglie Progetto Emmaus (Leumann - TO, 5 voll., dal 2006). PER IL PERIODO QUARESIMALE E’ disponibile il sussidio di catechesi biblica in 7 schede “Amati per essere liberi. Riflessioni bibliche dalla lettera ai Galati di Paolo Apostolo”. Da marzo si potrà scaricare dal nostro sito il testo della veglia quaresimale per catechiste/i “Saldi nella fede”! Speciale Catechesi 17 … DI RITORNO DALLA TERRA SANTA a cura di Sr. I. Vescovi TESTIMONIANZE Dal 18 al 25 ottobre 2008 un gruppo di catechisti e simpatizzanti si sono recati in Terra Santa per il pellegrinaggio proposto dall’Ufficio diocesano per l’Evangelizzazione e la Catechesi. L’esperienza è stata forte e incisiva. Di seguito riportiamo alcune testimonianze dei “pellegrini”. Vado in Terra Santa! - In Terra Santa? Ma sei fuori?! - Sì ho deciso, domani vado all'ufficio catechistico e prenoto anche per Alberto! - Alberto ....! Ma figurati, lui in Terra Santa! Arrivati alle porte di Gerusalemme gli ultimi controlli e poi.... - Ecco alla vostra destra la Porta di Damasco e ....... Eravamo a Gerusalemme i colori i profumi i suoni tutto così intenso e vibrante ero pronta a preparare il mio incontro con Gesù che è nato 2000 anni fa e che oggi rinasce dentro di me. Venerdì sera, durante la via crucis, ecco sei accanto a me! Ti riconosco! Ti amo! (Luisa) UNA FOLLA, LO STESSO CUORE, LINGUAGGI DIVERSI, PAROLE TUTTE CHE DIVENTANO PREGHIERE, PER LO STESSO, UNICO DIO, MA QUALI PREGHIERE SE ALLONTANANO DAL FRATELLO SE DIVIDONO I CUORI, UNA CITTA' CHE DI PREGHIERE ESPLODE, LA' DOVE DI PREGHIERE SI ESPLODE (M. Pia) Terra di luoghi santi che ci hanno aiutato ad entrare maggiormente in comunione con GESU', LUI il SANTO fatto Uomo per riportare l'Uomo alla sua dignità. La visita agli edifici mi ha colpito, ma ancor di più incontrare quell'uomo steso per terra, quella donna con il bimbo seduta a terra, quel beduino che copriva con il suo vestito il proprio piccolo per ripararlo dal vento. Quanta ingiustizia di fronte alla quale mi sono sentita tanto impotente! GESU' continua a soffrire nei crocifissi di oggi! A Gesù Risorto chiedo la luce per non fuggire, ma per dedicare la mia Vita a Lui presente nel povero. Risuoni in me il suo invito: "Pregate per non cadere in tentazione" perchè ritrovi nella preghiera la forza di proseguire il cammino verso la Gerusalemme celeste. (Suor Deone) Andare in Terra Santa è sempre stato per me un forte desiderio, un richiamo per conoscerti meglio in modo più intenso, più autentico, a capire e percorrere le strade in cui Tu stesso passasti ed i luoghi in cui vivesti. Sono passati duemila anni ma Tu sei vivo e sei vicino a me. Molti sentimenti mi hanno invaso, le emozioni sono state molto forti ed a volte mi sembravano contrastanti; la gioia di essere al Santo Sepolcro e la certezza del Tuo Dono contrapposti al dolore del Tuo patire ed alla consapevolezza della Tua Vita data per me. Inginocchiarsi per una breve preghiera, il nodo alla gola per la tua morte in Croce e per tutto quello che ci hai donato con il tuo ultimo respiro e che attraverso il tuo Santo Spirito ci doni ancora, ed il tutto con gran fretta nella grande confusione di rumori, persone, odori, suoni e diverse religioni. Un altro luogo che mi ha colpito è stato il deserto dove fosti tentato; che posto meraviglioso e suggestivo per noi pellegrini arrivati col bus, accolti da pseudo beduini con kefie, collane, etc… il celebrare la Santa Messa attorniati da quel panorama e da quei fratelli, il riuscire a portare il deserto dentro di noi per accogliere Te Eucaristia. Ma molti luoghi vorrei ancora ricordare specialmente il momento di preghiera all’Orto degli Ulivi, dove stanca mi sono sentita come Pietro e i due apostoli che non sono riusciti a vegliare con Te. E’ stata una settimana veramente concentrata e mi vorrà un po’ di tempo per mettere in ordine tutto ciò che ho vissuto. Grazie Signore per esserci, per le Tue chiamate, per volermi così bene, fa che riesca ad essere testimone credibile del Tuo Amore. Grazie a don Adriano, a Sr. Idelma ed ai compagni di viaggio. (Tania) Speciale Catechesi 18 Desideravo partecipare a un pellegrinaggio in Terra Santa già da alcuni anni e, tornata dal viaggio da qualche settimana, intendo ringraziare il Signore per il dono ricevuto da questa esperienza che ha profondamente toccato la mia fede. Assieme al gruppo ho potuto rileggere le Scritture proprio nella terra dove i fatti di cui si narra si sono svolti, ho incontrato la Parola di Gesù nei luoghi dove quella stessa Parola era uscita dalle sue labbra, ho poggiato i piedi là dove il passo del Figlio di Dio aveva sostato, ho pregato dove Lui aveva ceduto alla Volontà del Padre, celebrato l'Eucarestia dove la sua passione morte e resurrezione si è compiuta. E' stato un pellegrinaggio che ha arricchito il cuore, l'anima e gli occhi. La nostra guida don Adriano Tessarollo, diligente e instancabile, ha spiegato la Scrittura relativa al luogo sacro che stavamo visitando facendo riferimento alla storia e alle scoperte archeologiche più recenti che hanno confermato i racconti dell'Antico e Nuovo Testamento. Ricordo con grande intensità l'arrivo a Nazareth: quella tappa del pellegrinaggio mi ha donato tanta pace e ordine interiore. La grotta dell'Annunciazione, il luogo dove Maria ha risposto con amore e con fede al miracolo che le stava crescendo nel grembo acconsentendo di diventare la Madre del Figlio di Dio, ha consolato profondamente il mio cuore di mamma e di catechista confermando il grande valore quotidiano di questa mia vocazione. Non posso dimenticare che questo viaggio è stato all'insegna di una sincera e autentica condivisione con amici pellegrini nella terra della divisione. Tutto laggiù è diviso, tutto è spaccato da confini: la terra, la gente, la religione e gli stessi luoghi santi. Ma Dio, l'Eterno Amore, pur di riscattare la nostra natura umana soggiogata dalla divisione del peccato, ha assunto su di sé tutto l'uomo e tutta la sua realtà di lontananza e separazione dal Bene. Quindi non poteva scegliere lembo di terra più umana! Dobbiamo credere che anche questi luoghi sono già stati salvati e sperare che il Consolatore non tarderà a portarvi pace e condivisione. Auguro a ogni credente, a tutti i catechisti e coloro che hanno a cuore la fede dei più piccoli di visitare la Terra Santa luogo ricco di storia, cultura e fede per arricchire la propria vita e vocazione. Grazie di cuore. (Ivone) E’ veramente difficile trovare parole adeguate ad esprimere l’esperienza vissuta. Come ogni esperienza, più ci si ripensa e più la si capisce e la si apprezza. Don Adriano è stato impareggiabile. Precisi e chiari i riferimenti biblici e storico-geografici e le spiegazioni sugli aspetti culturali passati e presenti, ma i momenti più arricchenti sono stati quelli delle celebrazioni, preparate, partecipate, inserite nel contesto dei vari luoghi biblici, con approfondimenti e suggestioni che hanno toccato il cuore. Le notizie storico- culturali si possono leggere sui libri, il contributo di fede… quello no! Grazie don Adriano per la tua cultura, ma soprattutto per la tua fede, la tua umanità, la tua pronta disponibilità. Sei stato un dono grande per tutti noi! Avevamo programmato un pellegrinaggio; abbiamo condiviso un’esperienza di fede! (Gabriella e Nerino) Pellegrinaggio in Terra Santa: sogno accarezzato da tanto tempo e affidato al Signore come desiderio impossibile perché diventi offerta, ed ecco la proposta: sorprendente inaspettata, magnifica. Richiesta trepidante, attesa carica di preghiera e poi ...il timbro di Gesù : SI'. Il nostro è davvero un Dio che ti sorprende e ti commuove. Nei giorni che precedono la partenza, anticipo con vivo desiderio quel 18 ottobre ed una certa euforia deve aver oltrepassato il limite della "gravità religiosa" se il mio parroco esce con l'espressione "già drogata di Terra Santa! "Nazaret, il Tabor, Cana, il Cenacolo, Cafarnao, Betlemme, l'Orto degli Ulivi, il Santo Sepolcro...: lacrime di commozione che ti inteneriscono preghiera intensa, sguardi carichi di fede, posati su quei luoghi più a lungo possibile, quasi avvolti dall'abbraccio di Gesù che ti fa entrare con passo leggero nella Sua Terra, nella sua Casa, nel Suo Cuore. I miei amici pellegrini hanno raccontato delle cose bellissime su questo viaggio; io vorrei semplicemente far scorrere alla moviola i loro volti per fondere viva simpatia e profonda gratitudine. Don Adriano, una guida eccezionale: sa armonizzare cultura, storia e spiritualità, sa dare un tocco profondo alle Celebrazioni Eucaristiche ed arricchire lo spirito con perle di Parola di Dio. Non mancano le ardite concorrenze con i campioni di footing per non perdere di vista il nostro "don" e dover rimanere con lo sguardo rivolto verso l'alto nel dubbio che ... "Sia stato portato in cielo". Con noi ci sono undici coppie: sono bellissime in quell'amore che a tratti ridiventa romantico, in quel loro cercarsi lieto, in quella mano che stringe spesso la mano dell'altro, o nella mano posata sulla spalla per garantire sicurezza e tenerezza. C'è pure lo sguardo ansioso e trepido che si volge attorno con timore, se qualche vetrina più accattivante abbia rapito "la sposa "e poi.. Annalisa, Pia , Maria Luisa... ghe sito? Si', sta tranquillo, arrivo! seguita dall' ironia sorridente: Gnanca stavolta te go persa!!! A Cana di Galilea le nostre coppie rinnovano commosse le promesse del matrimonio, per consacrare la continuità di qualcosa di lento, di faticoso anche, di grande e di sacro, che passa sotto la voce AMORE. I giovani sono splendidi, attenti premurosi, a volte te li trovi sostare più a lungo in preghiera, li guardi ed avverti che lì c'è il mistero di un Dio che parla e... fermi la parola, passi accanto in punta di piedi per non sciupare quell'idillio profumato di paradiso. Ci sono poi le sorelle: vivaci, attive, intensamente vicine nella preghiera, preziose consigliere nei piccoli acquisti. Le amiche catturano le vibrazioni di un Gesù Amico, perché attraversi la loro già calorosa amicizia. E ancora catechisti e catechiste della stessa parrocchia, o di parrocchie vicine, che programmano in anticipo dei magnifici incontri per bambini e ragazzi con la voglia di contagiare del fascino della Persona di Gesù. La terra su cui abbiamo posato i piedi ha dei confini, ma non sono geografici, perché noi ce li portiamo dentro. Ascoltare ora una pagina della Scrittura è come entrare nell’ “Agenzia viaggi del Vangelo” che ti trasporta con il passaporto della fede e l'aereo speciale del cuore là dove Gesù, come ha fatto al suo tempo, ti sta parlando. Terra Santa: dai mille volti, dai mille colori, dai mille profumi... ricchissima miniera di fede, Tu ci hai preso il cuore!GRAZIE AL SIGNORE, a don Antonio, a Paola dell'Ufficio Catechistico, a don Adriano e agli amici per questa straordinaria esperienza. (Sr. Idelma) Speciale Catechesi 19 PER ACCOMPAGNARE NELLA FEDE I RAGAZZI Corso diocesano per catechisti ed animatori dei preadolescenti PER CHI? Per tutti coloro che, come catechisti ed animatori, sono impegnati con i preadolescenti, ragazzi della Scuola Secondaria di primo grado (scuola media) DOVE? Presso la parrocchia di S. Giovanni Battista (Laghetto), Via Lago di Viverone 19, - Vicenza QUANDO? I sabati 7, 14, 21, 28 marzo e 4 aprile 2009, dalle ore 15.15 alle ore 17.15 QUALI ARGOMENTI? 1) Sabato 7 marzo: i ragazzi d’oggi (Coccolasta Elisabetta) 2) Sabato 14 marzo: la serata con i genitori (Mendo Milena) 3) Sabato 21 marzo: l’incontro di catechesi con i ragazzi (Cucchini Francesca) 4) Sabato 28 marzo: l’incontro individuale (Battistella Igino) 5) Sabato 4 aprile: lo week-end di spiritualità (Battistella Igino) COME ISCRIVERSI? - Presso l’Ufficio diocesano per l’Evangelizzazione e la Catechesi e-mail: telefono: 0444/226571 [email protected] - i catechisti partecipanti concorderanno con le parrocchie un contributo di 5 euro per coprire le spese dell’Ufficio - entro il 15 febbraio 2009 NOTE ORGANIZZATIVE 1) Il corso verrà attivato se si raggiungeranno almeno 40 iscritti 2) In ogni incontro sono previsti sia una relazione, sia lavori di gruppo INFORMAZIONI - Ufficio diocesano per l’Evangelizzazione e la Catechesi (0444/226571) - Battistella Igino (telefono 0445/524001) PS. Questi cinque incontri formativi – finalizzati a rispondere ad alcune domande concrete dei catechisti e guidati da esperti in campo psico-pedagogico – sono la prima parte di un corso più completo che continuerà nel prossimo anno pastorale. Speciale Catechesi 20 DIOCESI DI VICENZA UFFICIO PER L’EVANGELIZZAZIONE E LA CATECHESI – VICENZA 2° INCONTRO DIOCESANO DEGLI ANIMATORI DEI GRUPPI DI CATECHISTE/I DATA: venerdì 17 aprile 2009 ORARIO: 20.30 - 22.30 SEDE: Opere parrocchiali di Laghetto in Vicenza TEMA: COME GUIDARE UN GRUPPO DI ADULTI (OPERATORI AL SERVIZIO DELLA CATECHESI) PROGRAMMA DELL’INCONTRO Ore 20.30: accoglienza, preghiera e saluto del Direttore Ore 21.00: breve relazione della dott.ssa A. Zigiotto Ore 21.15-22.15: lavoro a gruppi Ore 22.15-22.30: conclusioni in assemblea RELATRICE: dott.ssa Annalinda Zigiotto, IdR e psicologa COORDINATORI: prof. Igino Battistella, suor Idelma Vescovi, prof.ssa Francesca Cucchini INVITATI: gli animatori dei gruppi di catechisti già attivi chi intende svolgere il servizio di animatore dei gruppi catechistici almeno un animatore per zona/unità pastorale quanti sono interessati al tema (presbiteri e religiose) Si consiglia vivamente di segnalare la propria partecipazione – per motivi organizzativi – alla Segreteria dell’Ufficio per l’evangelizzazione e la catechesi (tf. 0444/226571 – e-mail: [email protected]) entro mercoledì 15 aprile p.v. IL PERCHE’ DELLA PROPOSTA Da un anno è stata lanciata in Diocesi la proposta di individuare e formare per ogni parrocchia e zona pastorale un sufficiente numero di animatori dei gruppi di catechisti entro un quinquennio. Se ne avverte da più parti il bisogno per: assicurare un costante accompagnamento didattico dei catechisti parrocchiali; per coordinare meglio l’attività catechistica in parrocchia o zona pastorale; per vivere e testimoniare – lavorando in rete anche con la Diocesi – la comunione ecclesiale. Nell’aprile del 2008 è stato promosso un primo incontro che ha visto la partecipazione di una cinquantina di animatori. Si è deciso concordemente di rinnovare ogni anno l’appuntamento, sviluppando un tema specifico. E’ previsto un secondo momento formativo a fine agosto. Speciale Catechesi 21 DIOCESI DI VICENZA UFFICIO PER L’EVANGELIZZAZIONE E LA CATECHESI INCONTRO DIOCESANO SULLA CATECHESI FAMILIARE PRESENTAZIONE Da qualche anno alcune comunità parrocchiali o zone pastorali hanno avviato, per accompagnare i fanciulli e i ragazzi nell’itinerario di fede e sacramentale, l’esperienza della catechesi familiare, modello di catechesi che vanta una tradizione pluridecennale, incoraggiato anche dal nostro Vescovo. E’ giunto il tempo nella nostra diocesi di - ritrovare catechisti rappresentanti delle Parrocchie che seguono tale modello; - fare una prima valutazione dell’esperienza; - mettersi in rete con le comunità che condividono tale modello di catechesi per darsi una mano, collaborare e coordinarsi. Questo è l’obiettivo del primo appuntamento diocesano. DOMENICA 19 APRILE 2009 ore 15.30-18.00 ◊ SEDE: ◊ PROGRAMMA Ore 15.30: Preghiera iniziale e saluto del Direttore Ore 15.45: Introduzione del prof. Igino Battistella La catechesi familiare in Italia e nel Vicentino… (perché, cos’è, com’è) Ore 16.15: Lavoro a piccoli gruppi per uno scambio di esperienze (aspetti positivi e problematici… prospettive) Ore 17.15: Comunicazione/i in assemblea Ore 17.45: Conclusioni ◊ INVITATI - I Catechisti/e rappresentanti delle parrocchie, che hanno già avviato il modello della catechesi familiare - I Delegati delle parrocchie intenzionati ad iniziare tale modello - Quanti sono interessati al tema. ◊ PER PARTECIPARE E’ indispensabile, per motivi organizzativi, dare la propria adesione telefonando all’Ufficio per l’Evangelizzazione e la Catechesi (0444/226571) o inviare una mail: [email protected] entro il 16 aprile 2009. Opere parrocchiali di Laghetto in Vicenza * Si prega vivamente di portare il materiale utilizzato nella propria parrocchia. Speciale Catechesi 22 Speciale Catechesi 23 DIOCESI DI VICENZA UFFICIO PER L’EVANGELIZZAZIONE E LA CATECHESI CRESIMANDINSIEME 2009 sabato 23 maggio PALAZZETTO DELLO SPORT BASSANO DEL GRAPPA PAOLO & COMPANY: TANTI FRUTTI, UN SOLO SPIRITO LA PREPARAZIONE 1. IL SUSSIDIO DI CRESIMANDINSIEME Dalla lettera di S. Paolo Apostolo ai cresimandi/ti vicentini. «Mi è giunta notizia» scrive simbolicamente Paolo, «che a Vicenza il Vescovo, un certo Cesare, il nome di un “grande” del mio tempo, vi ha proposto una MEGA FESTA, invitandovi a cercare dei “FRUTTI” veramente speciali. Spero che i vostri catechisti o educatori, guidandovi a raccogliere i FRUTTI DELLO SPIRITO, vi raccontino qualcosa anche di me» […]. Intanto… catechiste/i preparatevi a percorrere con i vostri gruppi questo straordinario VIAGGIO e gustate assieme ai vostri ragazzi i frutti dell’AMORE, della GIOIA e della PACE. Scoprirete che i “frutti dello Spirito” sono qualcosa di gradito, di affascinante, di bello, gradevole, gioioso e che maturano nell’ALBERO DELLO SPIRITO. 2. IL CAMMINO DI PREPARAZIONE Nei mesi di marzo-aprile si può lavorare con i/le ragazzi/e, utilizzando la proposta del libretto per prepararsi degnamente all’incontro con il Vescovo. E’ possibile organizzarsi e ritrovarsi anche con/tra cresimandi di altre comunità parrocchiali. 3. L’ISCRIZIONE Si accettano le iscrizioni in ordine di tempo fino all’esaurimento dei posti (circa 3000) e comunque entro il 30 aprile 2009. Vi chiediamo di affrettarvi nell’iscrizione dei ragazzi in quanto il Palazzetto dello Sport di Bassano del Grappa, ha una capienza di soli 3000 posti. Esse potranno essere effettuate presso la Segreteria dell’Ufficio diocesano per l’evangelizzazione e la catechesi (P.zza Duomo, 2 – Vicenza – tf. 0444/226571, fax 0444/226555, e-mail:[email protected]). 4. IL RITIRO DEL MATERIALE Da fine marzo 2009 sarà possibile ritirare il materiale (portabadge) presso la Segreteria dell’Ufficio diocesano per l’evangelizzazione e la catechesi. L’Ufficio ha i seguenti orari: dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle ore 12.30; dalle ore 14.00 alle ore 16.00)*. Si chiede una partecipazione alle spese di € 3,00 ( € 2,00 dal ragazzo e € 1,00 dalla parrocchia). 5. L’INCONTRO PER LE CATECHISTE – GLI ANIMATORI In 5 sedi diverse si ritroveranno le catechiste e gli animatori delle zone pastorali della diocesi che accompagneranno a Bassano i ragazzi al Cresimandinsieme. Per chi fosse impossibilitato a partecipare all’incontro della sua zona può sceglierne un’altra tra le cinque: Le date e i luoghi sono questi: ZONA 1: Centro parrocchiale ANCONETTA (VI), il 28 aprile 2009 alle ore 20.30 ZONA 2: Parrocchia S. Croce di BASSANO il 21 aprile 2009 alle ore 20.30 ZONA 3: Centro S. Gaetano della Parrocchia di MALO il 20 aprile 2009 alle ore 20.30 ZONA 4: Centro Giovanile della Parrocchia di LONIGO il 22 aprile 2009 alle ore 20.45 ZONA 5: Salone del Matterello della Parrocchia di Ognissanti di ARZIGNANO il 22 aprile ore 20.30 * Coloro che intendono passare a ritirare il materiale nel pomeriggio (dalle ore 14.00 alle ore 16.00) sono pregati di telefonare prima al numero dell’Ufficio (0444/226571) in quanto la portineria del palazzo è ancora chiusa. Speciale Catechesi 24 Speciale Catechesi 25