ANALISI TESTUALE DELLA POESIA “La mia sera” di Giovanni Pascoli (esempio) Parafrasi Il giorno è stato caratterizzato da un forte temporale, con tuoni e lampi, ma alla fine sono apparse nel cielo le stelle, senza fare alcun rumore. Nei campi le raganelle gracidano brevemente. Una brezza leggera attraversa le foglie tremolanti dei pioppi. Durante il giorno è scoppiato un temporale con lampi e tuoni ma alla sera è tornata la pace. Le stelle, quasi impazienti, appaiono nel cielo ancora pieno di vita. Presso le raganelle allegre, un ruscello ingrossato dalla pioggia produce un suono sempre uguale, simile ad un singhiozzo. Di tutto quel fragore cupo, di tutta quella forte tempesta rimane solo il gorgogliare del ruscello, simile ad un pianto nell’ultima sera. Di quella tempesta che sembrava non finire mai è rimasto un ruscello gorgogliante. Nuvole leggere dai colori rosso ed oro hanno preso il posto dei fulmini. Finalmente il grande dolore della giornata è sparito. La nube che quel giorno era sembrata la più minacciosa, ora, nella serata è la più rosa. Le rondini volano nel cielo, emettendo il loro garrito. La fame sofferta dai piccoli durante il giorno, rende più lunga e vivace la cena, ravvivata dalle grida festose nei nidi. Gli uccellini, durante il giorno, non hanno avuto per intero la porzione di cibo che spettava loro e che comunque era misera. Nemmeno il poeta, durante il giorno, cioè nella sua vita, ha avuto quella parte di felicità che gli spettava. Nella sera limpida si sente il suono ritmato delle campane, che sembra provenire dall’oscurità, prima cantando, poi sussurrando, poi bisbigliando con un suono sempre più debole che invita il poeta a riposare. È un invito ad un riposo eterno; al poeta sembrano ninne-nanne che lo fanno ritornare bambino, quando sentiva il canto della madre e poi più nulla perché si era addormentato. Analisi metrica La poesia è formata da cinque strofe di otto versi ciascuna (ottava). I versi sono novenari (nove sillabe) tranne l’ultimo che è un senario (sei sillabe). Lo schema delle rime è ABABCDCD, quindi rime alternate. Ci sono numerosi enjambements e tutte le strofe si concludono con la parola “sera”. Figure di suono Sono presenti alcune onomatopee: Gre gre di renelle, scoppi, cupo tumulto, garrula cena, don don, sussurrano,bisbigliano Sono numerose le allitterazioni: prima strofa R e L, seconda strofa L, terza strofa R, quarta strofa R, quinta strofa D, R e L. Figure di significato Metafore: Cirri di porpora e oro Singhiozza monotono un rivo (personificazione) Le campane…dicono, cantano, sussurrano, bisbigliano Metonimia: i nidi (contenente per il contenuto) Campo semantico. Sofferenza e tormento del giorno; pace e serenità della sera Parole chiave: Giorno: lampi, cupo tumulto, aspra bufera, infinita tempesta, fulmini fragili, nube minacciosa Sera: tacite stelle, pace, cielo tenero e vivo, voli di rondini, cirri di porpora e oro, nuvole rosa Commento: Questa poesia è un’allegoria, cioè una metafora continuata. La vita del poeta è stata infatti burrascosa perché sperimentò più volte il dolore (gli morì il padre, la sorella, il fratello, la madre) e quindi nella sua giovinezza non provò la felicità che tutti i bambini dovrebbero avere. Per questo il poeta paragona la sua vita ad una giornata tempestosa, con fulmini e tuoni che tuttavia si rasserena sul far della sera (che rappresenta la sua vecchiaia in cui finalmente trova un po’ di tranquillità e pace come compensazione delle sofferenze giovanili). Nell’ultima strofa c’è un flash-back: il poeta, sentendo le campane, ricorda la voce della madre che gli cantava la ninna nanna e con questa immagine di pace e serenità si conclude la riflessione del poeta sul suo passato.