Carissime/i Colleghe/i, al termine di questo anno 2010 pubblichiamo questo nostro Socio-News in versione unica e diversa dalle altre pubblicazioni degli anni precedenti, ma con la stessa finalità di comunicazione con gli iscritti. Innanzi tutto questo anno è il primo di operatività del nuovo consiglio dell’Ordine Regionale eletto a fine 2009. Molte sono state le questioni che sono state affrontate e che hanno richiesto l’impegno e la costanza nell’approfondire, nello studiare ed elaborare da parte delle Commissioni Consiliari; primo fra tutti l’applicazione del regolamento per la formazione permanente obbligatoria entrato in vigore con il 1° gennaio c.a., in secondo ordine il rapporto/confronto con le Istituzioni nel raccordo delle politiche sanitarie, sociali e di formazione, in terz’ordine il rapporto con gli iscritti in relazione alle istanze e interrogativi posti. L’applicazione del regolamento per la formazione continua è decisamente il tema principale che ha richiesto il maggior impegno e uno sforzo organizzativo da parte di tutti i Consiglieri e della Segreteria stessa. Il Consiglio ha fortemente voluto un momento formativo da proporre a tutti gli iscritti come segnale iniziale di un processo che ormai fa parte del nostro essere professione e comunità professionale. Le giornate formative promosse nei giorni del 1 e 9 dicembre rispettivamente a Pesaro, Ancona e Fermo hanno rilevato una grande partecipazione (oltre 400 assistenti sociali e studenti) evidenziando un grande interesse e coscienza professionale. La formazione richiede un grande impegno e un investimento di risorse umane ed economiche adeguate: per il 2011 questo Consiglio ha deliberato di non modificare in aumento la quota annuale dovuta all’Ordine, pur consapevole che ciò comporterà una carenza di fondi da destinare alla formazione, ma si attiverà affinché l’offerta formativa sia garantita a tutti ed in particolare affinché la formazione specifica, deontologica e ordinamentale, sia gratuita nella nostra regione : ciò attraverso l’organizzazione di altri eventi specifici da proporre nei territori. Sarà ugualmente a cura di questo Consiglio attivarsi a livello di Consiglio Nazionale (CNOAS) per reperire maggiori risorse ed opportunità formative gratuite per gli iscritti. A pagina 7 troverete le modalità per il riconoscimento dei crediti formativi relativi all’anno 2010. La strada intrapresa è nella giusta direzione e ci pone al passo con i tempi in cui stiamo vivendo, tempi di crisi, di confusione e di grandi necessità: mai come oggi l’ Assistente Sociale è chiamato ad essere “Agente di cambiamento”! Sono tempi che richiedono grandi mutamenti e azioni coraggiose capaci di mettere in campo conoscenze adeguate, competenze, abilità;nei prossimi anni la professione sarà chiamata a riflettere e confrontarsi sui propri percorsi formativi, operativi che rispondano ai tempi nuovi e alle richieste emergenti, non solo a livello locale e nazionale, ma anche internazionale. In particolare la comunità professionale sarà chiamata a riflettere in merito alla definizione degli albi professionali oggi declinati in Sez. B e Sez. A; al relativo percorso di studi e alle strategie da intraprendere .Tutto ciò ci vede direttamente tutti coinvolti e interlocutori di questo confronto: ed è questo l’invito che rivolgo a tutti voi colleghe/i, la partecipazione. Colgo l’occasione per augurare a tutti un sereno Anno Nuovo da parte del Consiglio dell’Ordine. Il Presidente Orazio Coppe Pagina 2 - Riflessioni di una professionista del sociale….. di Giuliana Rossi Pagina 5 - Intervento a L’Aquila....di Emanuela Ercoli Pagina 6 -7 - 8 Notizie dalle Commissioni Consiliari Pagina 7- Informazione sulle modalità di riconoscimento Crediti Formativi 2010 Pagina 8 - Dov’è la mia PEC? 1 RIFLESSIONI SULL’INTERVENTO DI UN PROFESSIONISTA DEL SOCIALE IN UN CONTESTO SANITARIO Assistente Sociale Zona Territoriale 3 Fano area disabilità età evolutiva Rossi Giuliana La politica sociale di uno Stato influenza la tutela della salute? La salute si collega ai diritti umani? Per tutelare la salute dei cittadini, si cercano cambiamenti sociali? L’accoglienza in istituti è stata considerata indispensabile e naturale per tanto tempo sia per programmi di interventi di cura e/o di riabilitazione ma anche e soprattutto nel passato, per l’igiene e per il decoro pubblico. Il mondo cattolico e la solidarietà di alcuni hanno risposto per anni, naturalmente con regole proprie, a chi chiedeva aiuto. Ancora oggi con l’intervento dello Stato, non trovano facili risposte situazioni di bisogno dove vanno coniugati interventi di protezione sociale con quelli di tutela della salute. La attuale politica, sociale e sanitaria, ha formalizzato spazi per dare voce al cittadino con Uffici di relazioni con il pubblico, Tribunale del malato, Tavoli di concertazione; ha dato visibilità all’associazionismo, alle aggregazioni spontanee, alla autodeterminazione dell’utente; si prodiga nella coordinazione delle azioni pubblicizzando Carte dei servizi, avviando Punti unici di accesso per il cittadino. E’ un dato di fatto che tutto ciò risponde al bisogno delle persone di “sentirsi curati”, rispettati, riconosciute attive nelle scelte che determinano la vera salute, lo star bene. E’ ricorrente la frase “dalla cura al prendersi cura” delle persone. L’intervento sociale e quello sanitario sono regolamentati da norme differenti che si trovano in parallelo, non si incontrano causando criticità. La professione di Assistente Sociale, specialmente se svolta in ambito sanitario, è fortemente influenzata, dalle norme che viaggiano su binari che non si incontrano. L’ Intervento Sanitario è • un obbligo: la salute è stata riconosciuta come un diritto soggettivo che impegna le amministrazioni al dovere di erogare le prestazioni e, in caso contrario, il cittadino può ricorrere all’Autorità Giudiziaria. • garantito da personale appartenente al ruolo sanitario che afferisce solo alle strutture sanitarie • organizzato in servizi ospedalieri, territoriali, dipartimentali con specificate aree di dirigenza L’ Intervento Sociale è • discrezionale, risente della copertura economica – La prestazione sociale è un diritto condizionato, non un interesse legittimo ma subordinato al potere discrezionale delle amministrazioni e alle risorse disponibili codificate da leggi e da atti formali specifici. Il cittadino, nel caso in cui la prestazione resa non corrisponda alle leggi che la regolamentano o ritrova vizi formali, può ricorrere alla Giustizia Amministrativa. Il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali è istituito solo con la Finanziaria del '97 implementato nella legge quadro 328/2000, viene annualmente a ridursi. Prima della istituzione del Fondo, gli interventi sociali trovavano finanziamenti tra le pieghe del bilancio sanitario e tra le spese a carattere previdenziale o tra le risorse degli Enti Locali. • esercitato da personale del ruolo tecnico, a volte amministrativo • collocato all’interno di servizi, non organizzato • influenzato dalla palese confusione tra “socio-sanitario e socio-assistenziale” Il DPCM del 14/02/01 “Atto di integrazione e di coordinamento in materia di prestazioni socio-sanitarie” definisce (facendo seguito al primo provvedimento adottato l’8 agosto dell’85), quali sono le aree di intervento con forti componenti sociali e sanitarie e, a seconda della rilevanza dell’una sull’altra delinea le prestazioni sociali a rilevanza sanitaria e le prestazioni sanitarie a rilevanza sociale e quelle a forte integrazione socio sanitaria dove nessuna delle due aree prevale, ma sono complementari. Le modalità della erogazione delle prestazioni riprendono la filosofia di fondo della 328/2000: - valutazione multidisciplinare del bisogno - definizione di un piano di lavoro integrato e personalizzato - valutazione periodica dei risultati La Legge Costituzionale n. 3 del 18/10/2001, modifica il Titolo V della Costituzione e sopprime la dizione “Beneficenza ed Assistenza Ospedaliera” trasformandola in quella più ampia e più condivisa di “Diritti Sociali e Civili” e “Tutela della Salute”; Spetta alle Regioni la definizione - degli interventi socio-sanitari - degli obiettivi da raggiungere - delle funzioni e prestazioni socio-sanitarie - dei criteri di erogazione - dei criteri di finanziamento Nel 2001 l’ OMS pubblica l’I.C.F. (Classificazione internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della salute) La classificazione riporta un profilo sul funzionamento delle persone e organizza le informazioni in due parti, la parte 1° si occupa del funzionamento e della disabilità ( Funzioni e Strutture 2 Corporee-Attività e Partecipazione) mentre la parte 2° si occupa dei fattori contestuali (Fattori Ambientali e Fattori Personali) secondo un modello bio-psico-sociale Questa codifica appare più che mai indispensabile in tema di politica socio-sanitaria, considerando che oggi, in Italia, è permessa la realizzazione di interventi diversificati a seconda delle impostazioni socio-politiche regionali e comunali. Nella Codifica ICF il termine Benessere è acquisito come termine che racchiude tutto l’universo della vita umana include aspetti fisici mentali e sociali Attualmente i settori più coinvolti nell’utilizzo dell’ICF sono quello del Lavoro e delle Politiche Sociali, della disabilità adulta e dei minori, della Medicina Legale. La codifica ICF attualmente è ritenuta importante per - la richiesta dell’insegnante di sostegno con la stesura della Diagnosi Funzionale ; - il collocamento delle persone disabili, - il riconoscimento della situazione di particolare gravità. La normativa nazionale – legge n. 251/2000- legge n. 138/2004- legge n. 27/2006 - attribuisce alla Sanità competenze sociali con personale dedicato, assistenti sociali, in ampi settori di rilevanza sanitaria (Consultori familiari, Servizi per le dipendenze, Salute Mentale, Unità di Valutazione Multidisciplinari, UMEE.UMEA, Commissioni ai sensi della legge 104/92..) Gli interventi degli AA.SS. della Sanità si differenziano da quelli dell’Ente Locale in quanto nella sanità gli assistenti sociali sono inseriti nei servizi e in gruppi di lavoro etero professionali che, se da un lato favoriscono la globalità dell’intervento, dall’altra comportano una continua negoziazione non sempre facile e possibile tra operatori di diversa formazione e qualifica. Le prestazioni sociali all’interno della Sanità completano ed integrano le prestazioni sanitarie e gli Assistenti Sociali sperimentano continuamente una metodologia di lavoro per progetti da condividere necessariamente con altri. Nel lavoro degli AA.SS. della Sanità, si possono quantificare le attività riferite a prestazioni ma è difficile riuscire a quantificare e a dare visibilità ad un lavoro complementare che ne rappresenta le fondamenta: lavoro di accoglienza-ascolto della domanda, analisi e valutazione della domanda e del bisogno, definizione del percorso di accompagnamento, filtro della domanda, presa in carico, negoziazione, coordinamento, mediazione. Solitamente ci si sofferma sul numero di utenti presi in carico e/o conosciuti o sul numero delle attività erogate, indicatori numerici che non sono significativi del lavoro effettivamente svolto.Nella Sanità ogni AA.SS. risponde al responsabile della propria U.O. ma, in maniera più o meno costante e programmata, risponde anche responsabili ed operatori di altre UU.OO trasversali al lavoro prevalente: Medicina legale, UMEA, UMEE, Dipartimento di Medicina Riabilitativa, Dipartimento Materno-Infantile, Distretto Sanitario, Consultorio Familiare, Dipartimento di Salute Mentale. Potremmo identificare questa trasversalità di lavoro con una “committenza interna” che si distingue e si aggiunge da quella esterna che in maniera più o meno costante ogni singolo Assistente Sociale ha. Per “committenza esterna” intendo: Dirigenti ed Operatori delle Istituzioni scolastiche, Presidente Tribunale per i Minorenni – Procura della Repubblica – Prefettura – Questura, Ufficio del Lavoro, Enti Locali, Cooperative, Associazioni, Istituti di accoglienza. L’intervento richiesto è complesso e diventa complicato se non c’è chiarezza all’interno del proprio ambito lavorativo o all’esterno tra gli enti preposti a pianificare le procedure delle azioni con necessari protocolli, accordi, convenzioni. Gli interventi socio-assistenziali di competenza degli EE.LL. spesso traducono in pratica il progetto sulla persona che il Sistema Sanitario è tenuto a proporre, progetto sulla persona che vede come interlocutore per la sanità, l’assistente sociale che partecipa al progetto sulla persona con la sua valutazione e si attiva affinché il progetto possa attuarsi, chiedendo l’intervento all’Ente Locale. L’Assistente Sociale della Sanità si interfaccia con l’Assistente Sociale dell’Ente Locale per: Prestazioni economiche (contributi e sussidi), prestazioni integrative (trasporti, supporti educativi, centri diurni, soggiorni estivi), prestazioni sostitutive (affido familiare, residenzialità, comunità educative) inserimenti lavorativi (interventi di tipo riabilitativo educativo e di integrazione sociale) Il mandato professionale dell’ Assistente Sociale dell’Ente Locale e della Sanità è identico ed è rappresentato dal complesso delle funzioni e dei compiti definiti dalla comunità professionale, sulla base di principi, di valori, metodologia e modelli di riferimento. Il mandato istituzionale dell’ Assistente Sociale dell’Ente Locale e della Sanità si differenzia in quanto rappresenta il complesso delle funzioni e dei compiti che il professionista è tenuto a svolgere sulla base della normativa generale e specifica che informa l’organizzazione alla quale appartiene ed alla quale deve rispondere. L’assistente Sociale dell’Ente Locale quindi eroga Prestazioni Sociali a rilevanza sanitaria come riportato dal richiamato DPCM del 14/02/2001; sono prestazioni correlate a particolari stati di bisogno dovuti a problemi sociali che condizionano lo stato di salute. La competenza dell’erogazione delle prestazioni è dell’Ente Locale con compartecipazione alla spesa da parte del cittadino secondo l’I.S.E.E. (Indicatore Situazione Economica Equivalente). I relativi interventi sono volti al: a) Sostegno e promozione a favore dell’infanzia, dell’adolescenza e delle responsabilità familiari b) Contrasto alla povertà nei riguardi dei cittadini impossibilitati a produrre reddito per limitazioni personali o sociali c) Sostegno di aiuto domestico familiari finalizzati a favorire l’autonomia e la permanenza nel proprio domicilio di persone non autosufficienti d) Ospitalità alberghiera presso strutture residenziali e semiresidenziali di adulti e anziani con limitazioni 3 dell’autonomia, non assistibili a domicilio e) All’inserimento sociale di soggetti affetti da disabilità o patologia psico-fisica e da dipendenza f) Raggiungimento dei L.E.A. Livelli Essenziali di Assistenza DPCM 29/11/01 con contributi economici, con risorse umane. L’Assistente Sociale della Sanità eroga prestazioni che, per fattori eziologici ed anamnestici, hanno necessità di un intervento composito e non permettono il prevalere di una componente sociale o sanitaria e viceversa. Le prestazioni ad elevata integrazione riguardano aree ben definite e, per la complessità che presentano sono dette Aree Problema e ad ognuna corrisponde uno specifico servizio: a) Area materno infantile - Consultorio Familiare b) Area anziani e persone non autosufficienti con patologie cronico-degenerative- ADI…. c) Area disabilità – UMEE - UMEA d) Area delle patologie psichiatriche – Dipartimento Salute Mentale e) Area delle dipendenze da droga, alcool, farmaci, gioco- Dipartimento Dipendenze Patologiche f) Area delle patologie per infezioni da HIV e patologie terminali Le aree problema comportano: • valutazione multidisciplinare del bisogno, • definizione di un piano di lavoro integrato e personalizzato, • la valutazione periodica dei risultati; Le norme specifiche per ogni area definiscono l’appropriatezza dell’ intervento sociale nella sanità e lo legittimano. In elenco la declaratoria delle attività che il professionista assistente sociale può svolgere nei servizi sanitari ad alta integrazione sociale. - segretariato sociale, accoglienza e orientamento ai servizi - azioni burocratiche amministrative legate al processo d’aiuto - attivazione del processo d’aiuto con presa in carico dell’utente singolo e/o del nucleo familiare - colloqui di consulenza e sostegno sociale - visite domiciliari - segnalazioni alle Autorità Competenti per la Tutela nei casi di maltrattamenti, trascuratezza e/o abbandono - valutazione sociale del singolo e/o della famiglia - lavoro di rete per l’utente (Enti – Istituzioni – Associazioni di categoria – Onlus ) - lavoro di integrazione scolastica per minori disabili - progetti di inclusione sociale e inserimento lavorativo per adulti disabili e svantaggiati - procedura di dimissione protetta dall’ospedale azioni di vigilanza e sostegno previsti dai provvedimenti delle Autorità Competenti - relazioni sociali agli Organi Giudiziari, agli Enti Locali, Commissioni Medico-Legali………… - affidamento al servizio sociale per azioni di controllo e sostegno su Provvedimento del Tribunale per i Minorenni e Ordinario, e della Procura - progetti di inserimento in comunità, case famiglie, strutture residenziali e terapeutico-riabilitative - attività di mediazione familiare - attività di sostegno sociale alla genitorialità - partecipazione alle équipes integrate previste da Protocolli di intesa - partecipazione alla elaborazione di regolamenti, protocolli e accordi in rete con altri Enti, il Privato Sociale - Componenti Commissioni Sanitarie - l.n.104/92 – Particolare gravità – L. n. 68/99 - Componenti Commissioni Enti Locali gestione banca dati utenti con relativo allestimento ed aggiornamento - Curatele e tutele adulti interdetti o inabilitati - Colloqui sociali per IVG – applicazione legge 194/78 - Valutazione sociale per idoneità adozione su richiesta Tribunale minorenni - Attività formativa rivolta ai tirocinanti assistenti sociali L’intervento professionale in sanità è caratterizzato da tanti elementi e una unica situazione in carico può coinvolgere il professionista con prestazioni quotidiane, atti ripetuti, interventi delicati dove anche la comunicazione telefonica o superficialmente informale, può concorrere al suo buon andamento. Elementi caratterizzanti l’intervento • fluidità del processo d’aiuto, • complessità dell’intervento, • rilevanza che assume la percezione dell’intervento da parte dell’utenza, • connessioni con servizi trasversali a quello di appartenenza, • non possibilità di generalizzazione degli interventi, • forte dispendio di energie emotive, • alta percentuale di situazioni in carico rispetto al numero di situazioni che necessitano di erogazione di prestazione. 4 INTERVENTO A L’AQUILA - Assistente Sociale Emanuela Ercoli Settembre 2009 …mi hanno chiesto di fare un breve articolo rispetto alla mia esperienza di assistente sociale volontaria vissuta a L’Aquila nel mese di settembre 2009, a seguito del tragico terremoto del 6 aprile 2009.Bè, tornare a vivere quei momenti ad un anno esatto di distanza mi sembrava davvero difficile, ma poi rileggendo quanto già scritto e fermato al mio rientro, ho ritrovato le piene emozioni che in quei giorni mi hanno riempito, i ricordi, i momenti, le difficoltà, i sorrisi e le arrabbiature… tutto, presente, chiaro e ancora vivo in me! Cercherò quindi di tradurre in queste poche righe quello è stato per me operare in una situazione di emergenza, sperando di riuscire a renderVi partecipi dell’importante vissuto avuto. Il primo impatto, duro con cui mi sono scontrata è stata l’immediata necessità di adattamento ad un setting d’emergenza, appunto, dove gli spazi, i tempi, i ruoli ed i confini operativi non sono i “soliti”: difficili da definire, spesso assenti e quindi necessitanti di totale adattabilità e, a volte, molta fantasia. Ci si ritrova a muoversi all’interno di un debole e precario equilibrio, che poggia su una instabilità psichica ed emotiva di singole persone e di un intero sistema, traumatizzato, ferito e scioccato in cerca di una motivazione e di una speranza di rinascita. Il progetto “Missione in Abruzzo” è stato avviato alla fine del mese di giugno 2009 dall'Associazione Assistenti Sociali Senza Frontiere, in collaborazione con il Consiglio dell'Ordine Nazionale Assistenti Sociali e Caritas Abruzzo, con l’obiettivo, su carta, di avviare, in una tendopoli delle zone colpite, un servizio di “assistenza sociale nella dimensione di segretariato sociale, sostegno psico – sociale immediato a famiglie, minori ed anziani, rapporto con le Asl, con i servizi territoriali e con gli uffici di servizio sociale degli enti locali.” Nella realtà, poi, la necessità si è rivelata molto più ampia ed il supporto professionale del servizio sociale è stato richiesto da più tendopoli a cui, con non poche difficoltà, si è comunque cercato di rispondere. Il mio periodo di collaborazione è durato tredici giorni, dal 31 agosto 2009 al 12 settembre 2009, durante i quali ho lavorato e vissuto fianco a fianco con altre colleghe di provenienza ed esperienza diversa, condividendo e mescolandoci nella quotidianità di vita delle vittime del Sisma; alloggiando quindi in tenda e adattandoci all’utilizzo di spazi comuni, privi di privacy e intimità propria. Adattabilità relativamente semplice da trovare ed affrontare in due settimane, sicuramente molto più dura e difficile da accettare e comprendere di fronte alla consapevolezza di non avere alternative!Le attività svolte sono state molteplici ed hanno richiesto una rimodulazione operativa totale. All’inizio, si è avuta la necessità di ricostruire quanto già fatto dalle colleghe e dai colleghi che ci hanno preceduto, tessere i nostri rapporti con le altre realtà associative lì operanti e quindi anche lì, essere riconosciute ed offrire la nostra presenza e professionalità, laddove possibile. Nello specifico le attività che ci hanno coinvolto sono state le seguenti: sportello di segretariato sociale a Piazza d'Armi, a Centi Colella e Paganica, con accessi molto rari; visite domiciliari presso tende;rare visite fuori campo; verifica dei casi segnalati;mediazione e sostegno alle persone durante le operazioni di smantellamento campi; stesura e riorganizzazione del diario quotidiano, delle schede di segnalazione e delle cartelle sociali; creazione di una banca dati dei casi sino a quel momento segnalati con successiva stesura di un report finale degli stessi; riunioni e briefing con le associazioni di volontariato presenti nei campi, rari a causa della imminente chiusura dei campi; giro pasti/volantinaggio assieme ai volontari della Caritas presso il Campo di Piazza d'Armi. Le difficoltà sono state molte e la stanchezza puntuale si presentava ad ogni fine giornata; purtroppo, come già accennavo sopra, il setting in cui ci trovavamo era debole e anch’esso ferito e spesso gli strumenti a nostra disposizione erano minimi e inadeguati, tanto da dover ricorrere all’utilizzo di mezzi (auto, telefono, computer) personali pur di andare avanti. Inoltre anche i rapporti con gli Enti ed i Servizi locali non erano così definiti e scontati. In riflessione, forse le condizioni di chiusura e difficoltà di comunicazione lì incontrate non sono novità nel nostro settore; ma in un contesto di tragedia tutto ciò è ulteriormente amplificato e, in mancanza di una strategia operativa, chiara e continua, si rischia di annullare l’intervento in atto, creando notevoli squilibri ed inutili dispendi di energie nei volontari che si succedevano e che, ad ogni turn over, si trovavano a dover “ricominciare da capo”, facendo leva sulle attrezzature del momento. Ad oggi, col senno di poi, mi sento di poter affermare che, trovandosi all’interno di un primo progetto di intervento professionale di questo genere, tante inadeguatezze e criticità incontrate erano inevitabili; ma nonostante ciò la possibilità che ho avuto di mettermi in gioco in un contesto simile, così distante dal mio quotidiano, mi ha fortificato e mi ha dato testimonianza di quanto, anche nelle situazioni di forte emergenza, la figura dell'assistente sociale sia importante e necessaria. Dal mio punto di vista, la nostra professionalità diventa un elemento fondamentale soprattutto quando, superata la prima fase di grave criticità, è necessaria la presenza di un attore concreto nel suo agire, capace di ricoprire il ruolo di “case manager”, offrendo un supporto importante e complementare agli altri operatori appartenenti ad associazioni di volontariato e/o ad altre professionalità specifiche in piena, totale e costante collaborazione con i servizi territoriali. Ovviamente per fare tutto ciò è indispensabile una formazione specifica e quindi un progetto adeguato e chiaro, organizzato stabilmente nell’intervento d’emergenza e nel tempo. E’ un nuovo modo di pensare il servizio sociale, una nuova alternativa da poter approfondire e sviluppare e, personalmente, spero di farlo. 5 COMMISSIONE POLITICHE SOCIALI La commissione politiche sociali composta da Marinella Moroni, referente della stessa, da Tania Fiori, Monica Gironi, Anna Maria Manca e Daniela Torquati ha individuato i seguenti obiettivi: - garantire la presenza dell’ordine nei tavoli istituzionali e decisionali che riguardano l’area del servizio sociale sia all’interno della sanità che nell’ente locale e nell’ambito territoriale sociale; - partecipare attivamente nei consessi pubblici di dibattito su temi sociali; - istituire dei gruppi di lavoro relativi all’area dei minori, degli anziani e della disabilità; - valorizzare il punto di vista del servizio sociale nella formulazione delle politiche Sociali. La Commissione si è riunita quattro volte (il 26/04, il 9/06, il 14/7 e l’11/10). La Commissione ha partecipato attivamente alla protesta nei confronti della Regione Marche, espressa con un documento inviato agli organi istituzionali e alla stampa per l'esclusione del servizio sociale dall'organizzazione dei dipartimenti delle professioni, intrapresa dalla Regione in occasione della tornata elettorale di primavera. Ancora una volta la comunità professionale recrimina sulla scelta politica che ci ha escluso dalla dirigenza in sanità pur possedendo tutti i titoli per accedervi e non esistendo ostacoli normativi ad impedirlo. Successivamente in occasione dell'audizione presso la V Commissione del Consiglio regionale, lo scorso ottobre, ha presentato una specifica proposta per la modifica della legge 13, inserendo l'Area di Servizio Sociale nei dipartimenti delle professioni. Attualmente la commissione consiliare sta preparando una proposta riguardo il piano socio-sanitario 2010-2012, da presentare sempre alla V Commissione del Consiglio regionale. Tra gli impegni assunti ed espletati dalla Commissione politiche sociali nel corso del 2010 annoveriamo: - partecipazione al convegno terza età-expo tenutosi ad ottobre, in cui è stato presentato un intervento specifico”il servizio sociale professionale nella tutela dell’anziano”. - è stata parte attiva nella stesura del progetto “Integrazione del Servizio Sociale Professionale presso gli studi Associati dei Medici di Medicina Generale” promosso dal CRISS dell’università di Ancona - ha collaborato con l’ordine nazionale nel progetto “Unicef" contro la povertà, per i diritti dei bambini e degli adolescenti: contributo ad una strategia italiana per contrastare la povertà minorile. Inoltre ha sul tavolo diversi argomenti da affrontare, quali: 1) le linee guida per l'allontanamento dei minori presentate a Roma il 24 giugno 2) invalidità civile e legge 104/924) SINA (sistema informativo sulla non autosufficienza) 3) piano di indirizzo sulla riabilitazione. Nel prossimo anno saranno aperte le iscrizioni per le collaborazioni esterne, che insieme a coloro che hanno già dato la disponibilità, parteciperanno ai lavori della commissione. Ai partecipanti saranno riconosciuti, crediti formativi, come previsto dalle linee guida sul regolamento per la formazione continua. Le sollecitudini, da parte della comunità professionale sono state molte ed interessanti, utili spunti al fine di affrontare i diversi argomenti, importante la collaborazione fattiva dei colleghi che con il loro apporto potranno vivacizzare i lavori e contribuire al raggiungimento di risultati in relazione agli obiettivi che la commissione si è posta. COMMISSIONE FORMAZIONE CONTINUA La commissione per la formazione continua è formata dagli assistenti sociali: Daniela Torquati, referente della stessa, da Orazio Coppe, Patrizia Giunto,Stefania Menghini, Marinella Moroni. Tale commissione è stata istituita in aggiunta alle commissioni consiliari ordinarie, con il compito di attuare la sperimentazione delle linee-guida operative sulla formazione degli assistenti sociali, nel triennio 2010-2012. I lavori del consiglio sulla Formazione continua sono iniziati ancora prima della formazione dell'istituzione formale delle commissioni, attraverso lo studio del Regolamento e delle Linee Guida formulate dal CNOAS nazionale. Lo studio iniziale si è concretizzato con le informazioni agli iscritti pubblicate nei primi mesi del 2010 sul sito del CROAS Marche. La fase successiva ha visto i consiglieri impegnati nella divulgazione del progetto Formazione Continua con diversi incontri diretti, in ambito provinciale, con gli iscritti, per chiarire gli obblighi e le opportunità formative, cogliere le esigenze di approfondimento anche attraverso la distribuzione ed elaborazione di specifici questionari. Al fine di garantire una comunicazione diretta e più fluida con la collettività professionale è stato creato un apposito indirizzo e-mail: i colleghi sono stati invitati a partecipare attivamente ai lavori, previa comunicazione della propria disponibilità. La partecipazione ai lavori delle Commissioni Consiliari dà diritto, come previsto dal regolamento, all’attribuzione di crediti formativi. La risposta partecipativa è stata positiva, le adesioni iniziali sono state numerose e alcuni colleghi hanno collaborato fattivamente. Anche se nella prima fase della sperimentazione non è prevista alcuna sanzione la Commissione per la formazione continua auspica che la comunità professionale colga a pieno l’attualità e il valore della formazione e condivida con l’Ordine che lo strumento “formazione” costituisce elemento di prestigio e strumento necessario a garantire la salvaguardia delle professionalità in relazione ai tempi e ai mutamenti degli scenari sociali, economici e politici. Per favorire la più ampia partecipazione degli assistenti sociali agli eventi formativi in orario di lavoro è stata inviata una lettera a tutti gli amministratori, dirigenti Asur, dirigenti Enti Pubblici e responsabili del Privato 6 Sociale informando del regolamento adottato dalla comunità professionale, finalizzato alla responsabilizzazione di professionisti ed amministratori nel riconoscere la formazione come strumento di tutela e diritto del cittadino ad una professionalità competente ed aggiornata. Il compito che l’ordine delle Marche si è assunto come garante della professione di assistente sociale si concretizza per il 2010 nell'organizzazione, da parte della Commissione F.C., di momenti di approfondimento degli aspetti deontologici che normano la condotta professionale. Il primo evento formativo ha il titolo: L’assistente sociale come promotore di diritti: obblighi deontologici, e ha visto la partecipazione della collega Isabella Mastropasqua, a Pesaro il 1 dicembre, ad Ancona e Fermo il 9 dicembre. Informazione relative al riconoscimento dei Crediti Formativi 2010 scadenza 28/02/11 Per avere il riconoscimento dei crediti formativi, maturati nel corso di questo primo anno di sperimentazione, l’iscritto dovrà presentare apposita autocertificazione utilizzando il modulo reperibile sul sito dell’Ordine www.ordias.marche.it. Cliccando alla pagina “ Formazione Continua” è possibile stampare il modello di “ richiesta riconoscimento dei crediti formativi “ acquisiti nell’anno 2010 relativi alla partecipazione ad eventi e allo svolgimento di attività formative, accreditate ai sensi del regolamento nazionale e delle linee guida applicative ( reperibili sempre nella stessa pagina del sito). La certificazione degli eventi e delle attività formative realizzate e liberamente certificate, deve potersi ricondurre a quelle previste dalla tabella di conversione dei crediti così come modificata dal CNOAS con deliberazione n. 123 del 28/11/2010, pubblicata sempre nel sito dell’Ordine . L’iscritto deve conservare tutta la documentazione inerente l’ attività formativa svolta per cinque anni dalla scadenza del triennio di valutazione ( linee guida, art 9) e ciò anche per eventuali controlli o verifiche a campione da parte del Consiglio Regionale dell’Ordine. E’ facoltativo l’invio di allegati e/o documentazione relativa agli eventi/attività formative dichiarate, come programmi, locandine, attestati, ecc… L’invio del materiale facoltativo deve essere fatto solo esclusivamente mezzo e-mal,l no cartaceo. Il Modello di” richiesta riconoscimento dei crediti formativi “ relativo agli eventi/attività formative svolte nell’anno 2010, dovrà essere inviato alla Commissione Formazione Continua dell’Ordine esclusivamente mezzo e-mail . Il termine di scadenza, già previsto dal regolamento alla fine di Gennaio 2010, è stato prorogato fino al 28 febbraio c.a. COMMISSIONE CODICE DEONTOLOGICO La commissione codice deontologico è composta da Monica Gironi, referente della stessa, da Anna Maria Manca, Stefania Menghini, Serena Sbarbati. La Commissione ha individuato i seguenti obiettivi: 1) garantire la continuità nei confronti del lavoro svolto da parte della precedente commissione; 2) promuovere gli incontri di confronto territoriali, in qualità di regione referente per la macro area territoriale del centro (composta dalle regioni Lazio, Toscana, Abruzzo, Molise); 3) costruire un rapporto di dialogo interno al CROAS Marche, con la nascente commissione formazione continua; 4) mantenere gli impegni già assunti con il Consiglio Nazionale Ordine Assistenti Sociali in relazione all'avvio di un lavoro di puntualizzazione sui temi etico-deontologici con i docenti universitari della materia di principi e fondamenti dei servizi sociali; 5) promuovere la partecipazione della comunità professionale ad una riflessione sul codice deontologico, attraverso la partecipazione alla commissione codice deontologico. La commissione codice deontologico, intende proseguire nell'attività di promozione del Codice Deontologico, anche in relazione alla recente modifica del 2009. La Commissione C.D.In qualità di referente per la macro area territoriale Centro ha già realizzato in data 27/11/2010, il primo incontro con sede a Roma con i rappresentati delle Regioni comprese nell'area. Gli incontri hanno lo scopo di unificare le prassi e la cultura attorno al tema del codice deontologico. Il prossimo incontro verrà realizzato nel gennaio 2010 ed avrà sede presso il CROAS Marche. La Commissione C. D. ha collaborato con la Commissione Formazione Continua ai fini della progettazione e realizzazione delle giornate formative realizzate nel dicembre 2010. Considerando inoltre che la formazione continua, dovrà “salvare” 15 crediti per l'ordinamento professionale e la deontologia nel triennio, si proseguirà il lavoro già avviato di confronto con gli iscritti e segnalazione dei bisogni formativi degli stessi. Nel rapporto con il CNOAS, la Commissione C.D., ha inoltrato elenco di docenti delle materie di principi e fondamenti di servizio sociale e relativi programmi, al fine di favorire l'attività di puntualizzazione sui temi etico deontologici prevista a livello centrale. A partire dal prossimo anno saranno aperte le iscrizioni per la partecipazione alla commissione da parte degli iscritti interessati. Ai partecipanti saranno riconosciuti, crediti formativi, come previsto dalle linee guida sul regolamento per la formazione continua. Durante i recenti incontri legati alla formazione continua riguardanti il codice deontologico, sono emersi temi interessanti sui quali costruire un dialogo con gli iscritti per poter utilizzare il codice come strumento di riflessione 7 COMMISSIONE FORMAZIONE La Commissione Formazione del Consiglio dell’Ordine delle Marche è composta da: Barbara Giacconi (referente), Silvia Eugeni (segretaria), Orazio Coppe e Patrizia Giunto. La commissione, nel corso delle riunioni effettuate nel 2010, ha avviato alcune iniziative sull’importante tema della formazione (contatti istituzionali con i referenti delle Università, organizzazione degli incontri di preparazione per gli esami di stato, ecc.) e si è data obiettivi di medio e lungo periodo. Uno dei primi obiettivi si concretizza nella firma della convenzione per i tirocini per la Laurea Triennale, il documento è stato già deliberato dal CAMSS (Coordinamento Atenei Marchigiani di Servizio Sociale) e dal precedente Consiglio Regionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali, deve ora essere formalizzato con le Università di Macerata, Politecnica delle Marche e Urbino. Andrà poi verificata la sua attuazione con un monitoraggio continuo. Un altro obiettivo è la definizione di una convenzione per i tirocini della Laurea Magistrale, di cui vanno approfondite e valorizzate le finalità specifiche e le modalità operative. Si intende inoltre organizzare un incontro con i docenti che insegnano le materie professionali nelle tre Università marchigiane, per un confronto sui programmi, sugli obiettivi formativi, e per verificarne l’andamento e l’orientamento degli insegnamenti. La Commissione intende lavorare anche per la definizione di Linee Guida per la commissione degli esami di Stato. Tali linee guida mirano a definire modalità e criteri di valutazione dei candidati. A tale scopo si rende necessario formare un gruppo di lavoro con i colleghi che, negli anni, hanno fatto parte delle commissioni, per avere un loro contributo e per discutere delle varie criticità. In continuità con gli anni precedenti, si intende inoltre continuare ad organizzare gli incontri formativi per la preparazione agli esami di stato, grazie alla collaborazione dei tanti colleghi che mettono a disposizione il loro sapere e la loro esperienza per sostenere i candidati nella loro preparazione. La Commissione formazione infine collabora con la Commissione Formazione Permanente per organizzare gli eventi formativi previsti dal Regolamento sulla formazione continua. Chi è interessato a collaborare con noi sui temi della formazione, non esiti a contattarci al numero 071 204215 o all’indirizzo mail [email protected]. COMMISSIONE INFORMAZIONE La Commissione Informazione è composta da Serena Sbarbati (referente), Tania Fiori (verbalizzante), Silvia Eugeni e Barbara Giacconi, si occupa della redazione del periodico Socio News, della pubblicizzazione dei temi principali che riguardano la nostra professione (ad esempio attraverso i comunicati stampa), dell’aggiornamento del sito Internet e, in genere, di tutto quello che riguarda la comunicazione verso gli iscritti e verso la cittadinanza. Per quanto riguarda Socio News, come avrete notato, quest’anno è uscito un solo numero ed in una diversa veste editoriale (con una riduzione delle pagine ed una grafica profondamente ridimensionata) perché circa un anno fa il governo ha emanato un decreto che, a decorrere dallo scorso 31 marzo, ha abolito le agevolazioni alle istituzioni per le spedizioni postali. Nello specifico questo ha determinato un aumento del costo della spedizione rispetto ai precedenti anni. Questo aumento, intervenuto a bilancio già fatto, ci ha di fatto reso impossibile provvedere alla redazione e relativa spedizione del semestrale Socio News per l’anno 2010, con le stesse modalità degli anni precedenti. Riteniamo tuttavia che sia di fondamentale importanza mantenere il giornalino come privilegiato momento informativo tra l’Ordine e gli iscritti, a questo scopo abbiamo “ripensato” la veste grafica ed editoriale in modo da contenere i costi. Obiettivo della Commissione, oltre alla implementazione del sito Internet, è la redazione di periodiche newsletter da inviare via mail agli iscritti. Rispetto al giornalino cartaceo, la newsletter permette infatti di raggiungere i professionisti più velocemente, senza problemi di spazio per gli articoli, ed in modo praticamente gratuito. DOV’ E’ LA MIA PEC ? Purtroppo per quanto riguarda l’attivazione degli indirizzi PEC, che questo Ordine aveva offerto gratuitamente per l’anno 2010, è stata una opportunità che si è realizzata solo per circa 200 iscritti, che ne avevano fatto richiesta nei primi mesi dello scorso anno. Per tutti gli altri iscritti, che ne hanno fatto richiesta dal mese di maggio 2010 in poi, non è stato più possibile attivare la PEC, in quanto la convenzione stipulata tra il Consiglio Nazionale dell’Ordine e Poste Italiane, è stata interrotta per difficoltà tecniche e burocratiche. Alla fine di gennaio i vari Consigli Regionali e l’Ordine Nazionale si incontreranno per vagliare le possibili soluzioni tecniche ed economiche che permettano di fornire il servizio promesso. Se ciò non fosse possibile dovremmo richiedere agli iscritti di dotarsi autonomamente dell’indirizzo PEC e comunicarlo a questo Ordine, così come previsto dalla Legge n°2 del 28/01/09. Scusandoci per il disservizio creato, indipendente dalla ns. volontà, speriamo di fornire al più presto “buone notizie “. 8