SOMMARIO 3 EDITORIALE 8 L’IMPRESA MULTINAZIONALE DI GRUPPO Carlo Garbarino Editore: Mediagraf S.p.A. Direttore Responsabile: Lucia Starola Summa n. 229-230, settembre-ottobre 2006 anno XXIII (n. 9-10/06) 22 DONAZIONE, AZIONE DI RIDUZIONE E RESTITUZIONE Giuseppe Rebecca 26 ESERCIZIO D’IMPRESA E DELEGA DI FUNZIONI Andrea Pellegrino 30 ADEMPIMENTI ANTIRICLAGGIO Teresa Aragno 34 LE CAMERE DI COMMERCIO CAMBIANO I CONTI Carlo Manacorda 38 ECCO IL VADEMECUM DEL VERIFICATORE Fabio Cramarossa 42 FAR CRESCERE LA FIDUCIA DEI DONATORI Massimo Ceriotti 58 QUALE MARKETING PER I PROFESSIONISTI? Enzo Mario Napolitano 62 L’INTEREST RATE SWAP Luca Triban e Cesare Mattiello 65 CONSIDERAZIONI SUL PROCESSO ESECUTIVO Salvatore Mauceri 70 SOSPENSIONE E DECADENZA NEL SISTEMA SANZIONATORIO Fulvio Gianaria e Pierluigi Ciaramella 74 LA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DEGLI ENTI Stefano Comellini 82 COME TI CONTROLLO L’AZIENDA Antonio Cavaliere 87 PMI & TECNOLOGIE INFORMATICHE Andrea Dal Ponte 91 TRA RISERVATEZZA E TRASPARENZA Antonio Righini 96 I REQUISITI NECESSARI PER ONLUS “DOC” Rita Allegra Società e cultura 46 DALLA TORRE DI BABELE ALLA LINGUA UNIVERSALE Gianni Tibaldi 51 RACCONTI DI PIETRA. LA CATTEDRALE DI PARMA Marta Santacatterina In copertina: “Many tongues - one eye”. Il proverbio Navaho dice che le lingue sono tante, ma gli occhi vedono tutti la stessa cosa. E allora, il pittogramma, esprime la lingua universale di tutti gli umani e ci rende uniti anche nella diversità delle razze, dei colori, dei linguaggi. Perché un fiore è un fiore, comunque lo si chiami. Rubriche 7 LETTERE 21 ABOLITO IL CONTO “CASSA” Luca Pacioli 54 INCOMPATIBILITÀ TRA PROFESSIONISTI E IMPRENDITORI: UN CHIARIMENTO 56 SINCRONIA E CAMBIAMENTO: CLASSE DIRIGENTE, SDC E RETE Giusy Converti, Mario Valle 57 ARRIVA ANCHE IN ITALIA L’XBRL (EXTENSIBLE BUSINESS REPORTING LANGUAGE) Mauro Parracino 61 UN COLLEGIO “TUTTO ROSA” 100 NOVITÀ IN LIBRERIA ECONOMIA AZIENDALE Contratti derivati L’Interest Rate Swap Si tratta di uno strumento per la gestione del rischio dei tassi di interesse, ovvero della possibilità che la loro variazione possa produrre effetti negativi non attesi dalle imprese di Luca Triban* e Cesare Mattiello** Il rischio di tasso di interesse può essere definito come la possibilità che variazioni dei tassi di mercato (“traslazione” della curva dei tassi d’interesse e/o variazione del suo “grado di inclinazione”) producano variazioni inattese del costo della struttura del passivo o della remunerazione della parte dell’attivo dell’impresa. Tale rischio è identificabile in quelle aziende che operano con finanziamenti a tasso variabile (investimenti a tasso fisso) quando i tassi salgono o con posizioni di debito a tasso fisso (investimenti a tasso variabile) quando i tassi scendono (figura 1). Figura 1 – L’esposizione al rischio tasso di interesse di un’impresa L’impresa che si ponesse l’obiettivo della stabilizzazione del suo valore economico si troverà quindi nella situazione di dover “gestire” tale rischio, facendo ricorso a strumenti che consentano di neutralizzare le variazioni di valore prodotte da modifiche inattese dei tassi di interesse. L’Interest Rate Swap (IRS) I contratti derivati rappresentano gli strumenti più efficaci ed efficienti per la ‘gestione’ del rischio di tasso d’interesse da parte dell’impresa; tra di essi, il contratto di swap su tassi di interesse o interest rate swap (IRS) ha assunto il ruolo di strumento di base. L’IRS consiste in un contratto in base al quale due parti concordano di scambiarsi reciprocamente, a scadenze prefissate, gli importi determinati applicando a un capitale di riferimento (detto “nozionale” perché non scambiato tra le parti) il differenziale tra i tassi di interesse diversi previsti nel contratto. Nella sua forma più comune (cosiddetto “IRS plain vanilla o standard”), una delle due controparti effettua i pagamenti sulla base di un “tasso fisso” prestabilito nel contratto, mentre l’altra controparte effettua i pagamenti sulla base di un “tasso variabile”. Mentre il tasso fisso rimane immutato per tutta la durata del contratto, il tasso variabile è agganciato ad un parametro di mercato (ad es. Euribor 6m, UsdLibor 12m, ecc.) * Responsabile Direzione Ragioneria Generale della Banca Popolare di Vicenza Scpa ** Cultore della materia in Economia del Mercato Mobiliare presso l’Università Cà Foscari di Venezia e presso l’Università di Padova 62 rilevato in date prestabilite (date di fixing) all’inizio di ogni periodo intermedio (rilevazione set in advance) o alla fine dello stesso (rilevazione set in arrears) (Figura 2). Figura 2 – IRS plain vanilla: rappresentazione delle date rilevanti L’IRS plain vanilla si distingue, dal punto di vista dell’impresa, in due tipi di contratti distinti (Figura 3): - IRS Fixed Payer, l’impresa paga tasso fisso e riceve dalla banca il tasso variabile il cui valore è legato a parametri di mercato principali (come il tasso Euribor o, in misura minore, il tasso Libor Dollaro) - IRS Fixed Receiver, l’impresa riceve tasso fisso e paga il tasso variabile alla banca. Figura 3 – Forme tecniche standard dell’IRS plain vanilla In termini pratici, l’IRS plain vanilla prevede due “gambe” (legs): la “gamba a tasso fisso” effettua i pagamenti calcolati in base al tasso fisso stabilito nel contratto, mentre la “gamba a tasso variabile” effettua pagamenti in base al tasso variabile rilevato alle date di fixing. Ciascun flusso di pagamento dell’IRS è il risultato del prodotto del tasso di interesse della specifica “gamba”, del capitale nozionale e del numero di giorni effettivi intercorrenti tra ogni periodo di tempo considerato. Il calcolo di ciascun pagamento periodico avviene con le formule seguenti: Riceve tasso variabile - “Gamba Tasso Fisso” IR Tasso Fisso Fisso%%x xCapitale Capitale nozionale x gg. effett Tasso nozionale x gg. effettivi I m p o r t o p a g a m e n t= o = a tasso fisso 360 Le modalità di utilizzo dell’interest rate swap - “Gamba Tasso Variabile” IRS Tasso Variabile % x Capitale nozionale x gg. effettivi I m p o r t o p a g a m e n t o= a tasso variabile 360 L’IRS prevede che, se le date di regolamento dei flussi di interesse coincidono, la liquidazione avvenga per “differenza” (netting). In tal caso, le parti si scambiano un unico importo pari alla differenza tra la gamba a tasso fisso e la gamba a tasso variabile, come sopra calcolate: D i f f e r e n z i a l e= Importo fisso – -Importo variabile Importo aa tasso tasso fisso Importo a tasso tasso variabile L’obiettivo essenziale di un IRS è quello di immunizzare l’impresa dal rischio di tasso di interesse, trasformandolo in un elemento certo e controllabile al fine di proteggere il valore delle passività (o attività) di bilancio dagli effetti delle oscillazioni del livello dei tassi. Tipica è la situazione, ad esempio, in cui l’impresa ha in essere un debito a tasso variabile indicizzato al tasso Euribor 6 mesi. Il costo del finanziamento è legato, quindi, al livello dei tassi attuali e a quelli che verranno a manifestarsi nel futuro. L‘esposizione al rischio di tasso viene intesa, perciò, come la variabilità (inattesa) degli oneri finanziari associati all’indebitamento nel corso del tempo. La figura 4 riporta graficamente l’andamento degli oneri finanziari al variare del parametro di indicizzazione degli interessi (ai fini esemplificativi non viene considerata quella parte di oneri derivanti 63 SUMMA 229-230 / SETTEMBRE-OTTOBRE 2006 ECONOMIA AZIENDALE dallo spread aggiunto al tasso variabile, espressione del merito di credito dell’azienda). Figura 4 – Cash Flow indebitamento a tasso variabile (importo nozionale 1 milione di euro) Il ricorso alla stipula di uno swap sui tassi di interesse, da affiancare al finanziamento in essere, consente all’impresa di ‘trasformare’ la posizione debitoria a tasso variabile in un indebitamento a tasso fisso “sintetico”, senza per questo modificare il finanziamento originario. Nell’esempio specifico, l’impresa assumerà una posizione in un IRS Fixed Payer con caratteristiche analoghe al debito sottostante (in termini di ammontare nozionale, parametro variabile di riferimento, scadenze dei pagamenti, durata) che la vede impegnata a pagare, con periodicità semestrale, un flusso di cassa prefissato (ad esempio, tasso fisso pari al 2,70%) ed incassare un flusso di cassa variabile equivalente agli oneri finanziari pagati a fronte del finanziamento in essere (tasso Euribor 6 mesi). In questo modo i flussi di cassa della posizione originaria e derivata si elidono a vicenda con un effetto di “compensazione”, rendendo la posta in bilancio insensibile alle variazioni di tasso di interesse (figura 5). Il ruolo del commercialista Si è già visto da queste poche righe come il corretto utilizzo del contratto di IRS, e più in generale degli strumenti derivati, consenta una gestione efficace ed efficiente dei rischi finanziari (rischio di tasso, di cambio, di prezzo, ecc.) cui l’impresa è esposta. Il corretto utilizzo degli strumenti derivati richiede quindi una valutazione preliminare dei rischi cui l’impresa è esposta e una valida pianificazione e programmazione di tali rischi. Tali attività sono demandate al commercialista, che in quanto conoscitore dell’azienda può e deve avere un ruolo attivo e propositivo nella gestione dei rischi dell’impresa. A lui è demandata l’analisi quali-quantitativa ex-ante dei rischi finanziari dell’azienda, la selezione degli obiettivi e delle strategie di copertura, la scelta degli strumenti finanziari più idonei allo scopo, il monitoraggio delle posizioni nel tempo. La scelta se e come gestire l’esposizione ai rischi finanziari dell’impresa, con quali strumenti/prodotti derivati, sapendo anche quanto costa, sono tutte domande alle quali il commercialista deve saper dare una risposta, assistendo l’azienda nelle relative decisioni, affinché queste siano frutto di scelte consapevoli e coerenti sia con le strategie di gestione dei rischi volute dall’impresa che con il suo profilo di rischio. Giuseppe Ambrosecchia, “Come prima” Figura 5 – Risultato economico strategia di copertura IRS Fixed Payer > Dopo lo scoppiettio della quercia arsa nel camino, come sempre torna il calore della cenere: dal comignolo si disperse il fumo, nell’aria ora anche l’ultimo tepore del silenzio. < 64