ARETHUSE Association des Rencontres Economiques Thématiques des Universités du Sud del’Europe Francia, Italia, Spagna 18 y 19 de Septiembre de 2015 Facultad de Ciencias Económicas y Empresariales Málaga (España) TRACCIABILITÀ E SISTEMI DI EYE TRACKING: ANALISI DEL COMPORTAMENTO D’ACQUISTO DI TONNO IN SCATOLA Antonella REITANO (Università della Calabria) Marco FAZIO (Università della Calabria) Abstract La tracciabilità dei prodotti agroalimentari arricchisce il paniere di attributi e influenza le leve del marketing. Questa ricerca si prefigge di osservare, con un sistema di eye-tracking, il comportamento del consumatore nelle decisioni d’acquisto di tonno in scatola, con particolare attenzione alle differenti informazioni contenute sull’etichetta, tra cui quelle relative alla tracciabilità. JEL classification: Keywords: Tracciabilità, comportamento d’acquisto, sistemi eye-tracking. TRACEABILITY AND EYE TRACKING SYSTEMS: ANALYSIS OF CUSTOMER BEHAVIOUR OF CANNED TUNA Abstract The traceability of food products enriches the bundle of product characteristics with multiple features and it is a marketing leverage. This research aims at observing, with a eye-tracking system, the behaviour of the consumer in the purchasing decisions of the canned tuna, focusing on the different informations on the label. Keywords: Traceability, customer behaviour, eye-tracking system. 1.- Introduzione. Con la globalizzazione dei mercati sono incrementate le minacce alla sicurezza alimentare e si è ridotto il rapporto di fiducia tra produttori e consumatori; strumenti come la tracciabilità dei prodotti alimentari si rivelano, oggi, una risposta possibile alla complessità di tali problematiche (Reitano and Fazio, 2014; Peri, 2002; Foraboschi and Bray, 2002). Vi sono due differenti definizioni di tracciabilità, destinate ad andare incontro a esigenze complementari. Il primo approccio a tale concetto, ormai solidamente consolidato nella legislazione europea, prescrive l’obbligo di identificare in etichetta il lotto di provenienza del prodotto. Questo permette, in caso di rischio per la salute del consumatore, di individuare e ritirare tempestivamente i prodotti di tale lotto. Il secondo approccio, invece, offre un’integrazione della tracciabilità in un sistema più ampio di informazione e di comunicazione con il consumatore, cui vengono offerti non solo degli strumenti per individuare l’origine e i vari passaggi fisici delle materie prime e delle merci, ma anche informazioni circa la qualità e la movimentazione delle materie prime e delle merci, informazioni circa la qualità e i controlli delle stesse. La tracciabilità assume, dunque, la valenza di strumento di controllo e identificazione del prodotto, nel suo percorso che va dal campo alla tavola (Reitano and Sposato, 2012). Tale definizione si completa con il concetto di filiera, intesa come sistema dove tutti gli operatori di diversi comparti si trovano a collaborare in un processo di ottimizzazione dei risultati e relativo miglioramento della singola offerta produttiva (Reitano and Fazio, 2015). Nell’ambito del circuito di tracciabilità ogni agente della filiera, nel percorso che va dalla produzione al consumo, deve essere in grado di lasciare traccia della propria attività effettuata sul prodotto, mentre nel circuito della rintracciabilità ogni agente di filiera, nel percorso valle – monte, si trova nelle condizioni di riconoscere il proprio fornitore e le operazioni che vengono svolte lungo tutta la filiera (Pannella, 2002). La rintracciabilità, dunque, può definirsi come la capacità di ricostruire la storia e seguire l’utilizzo di un prodotto mediante identificazioni documentate, relativamente ai flussi materiali e agli operatori. I termini “tracciabilità” e “rintracciabilità” in realtà identificano due processi speculari, anche se sono spesso utilizzati come sinonimi; non a caso gli Anglosassoni utilizzano il termine tracking per la tracciabilità e tracing per la rintracciabilità. Nel primo caso, il compito principale è stabilire quali agenti e quali informazioni debbano “lasciare traccia”; nel secondo, si tratta principalmente di evidenziare lo strumento tecnico più idoneo a individuare tali “tracce”: i due processi sono fortemente interconnessi (Reitano, 2012). 2 La tracciabilità diviene un’importante leva di marketing: arricchisce il paniere di attributi; consente l’aumento dei prezzi di vendita; definisce i canali di distribuzione; afferma una determinata corporate/brand identity aziendale lungo due dimensioni: la notorietà, ossia la misura in cui un marca è memorizzata, ricordata, conosciuta e riconosciuta, in relazione al suo nome o alle peculiarità secondo cui è rappresentata; l’immagine, derivante da un insieme di fattori, riconducibili alle caratteristiche del prodotto e generanti convincimenti positivi o negativi (Reitano, 2012). I sistemi di tracciabilità e rintracciabilità sono delineati da due ambiti normativi, più precisamente di tipo cogente e volontario. Nel primo caso la norma di riferimento è il regolamento CE n. 178/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio del 28 gennaio 2002, che stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare. Nel secondo caso, invece, bisogna far riferimento alla norma volontaria UNI 10939:2001 – “Sistemi di rintracciabilità di filiera”, che definisce i principi e specifica i requisiti per l’attuazione di un sistema di rintracciabilità di filiera dei prodotti agroalimentari. A differenza di quanto avviene per la rintracciabilità, nel caso della tracciabilità, sussistono esclusivamente norme volontarie a cui le imprese decidono liberamente di attenersi. La tracciabilità è quindi utilizzata per poter garantire e, quindi, comunicare al consumatore informazioni volontarie e non cogenti. Uno degli aspetti attualmente più controversi, all’interno del sistema agroalimentare italiano, è la tracciabilità dell’origine della materia prima, al fine della sua apposizione in etichetta. Questa è attualmente regolata da leggi comunitarie, solo nel caso delle produzioni di qualità certificata che utilizzano denominazioni geografiche e per quanto riguarda prodotti ortofrutticoli freschi, prodotti ittici e uova. La normativa italiana ha aggiunto il latte fresco, che può essere commercializzato, previa indicazione, in etichetta, della zona di mungitura. Vi è tuttavia un’ampia fascia di produttori agricoli che auspicherebbe l’obbligo dell’indicazione obbligatoria dell’origine della materia prima agricola, sull’etichetta di tutti i prodotti finiti, ritenendo che un marchio «made in Italy» possa essere uno strumento di diversificazione e valorizzazione delle produzioni del territorio (Reitano, 2012). Il sistema di tracciabilità oggi influenza anche le scelte d’acquisto dei consumatori e la percezione della qualità del prodotto, solitamente connessa a una serie di fattori, tra cui i più rilevanti sono la marca (Olson and Jacoby, 1972; Cox, 1962), il prezzo, la pubblicità, il marchio del distributore, il paese d’origine (Teas and Agarwal, 2000; Zeithaml, 1988). Negli ultimi anni, ai suddetti fattori, si sono aggiunte le certificazioni di tracciabilità e i marchi di tutela. 3 Sulla base di tali assunti, è obiettivo del presente lavoro analizzare l’impatto visivo degli elementi e delle informazioni presenti sulle etichette di tonno in scatola e, conseguentemente, se esistono delle reazioni inconsce o delle reazioni analitiche degli stessi. Gran parte degli acquisti non sono il frutto di un’analisi approfondita delle informazioni disponibili e di relative deduzioni logiche, ma spesso sono legati a comportamenti irrazionali (Fitzsimons et al., 2002). Anche la scelta del cibo è un fenomeno complesso che dipende da diversi fattori correlati (Koster, 2009). I consumatori hanno una limitata capacità di elaborare tutte le informazioni che si trovano ad affrontare durante il processo decisionale, per questo, nella scelta dei prodotti, tra cui anche i cibi, spesso si affidano a all’intuito (Ares et al., 2014; Fiske and Taylor, 2013; Milosavljevic and Cerf, 2008), soprattutto quando si tratta di scelte complesse (Kahneman, 2003). Molti studi hanno confermato che le scelte dei consumatori si focalizzano su una serie di elementi e attributi tali da portare gli stessi a massimizzare la loro utilità e ridurre al minimo le perdite (Elrod et al., 2004). Nei mercati attuali, caratterizzati da eccesso di offerta, molto spesso sono il packaging, la disposizione sugli scaffali, certificazioni quali il marchio di tutela o la tracciabilità a incrementare la visibilità del prodotto, facendone percepire, all’acquirente, una qualità maggiore o, semplicemente, tendono a innescare meccanismi inconsci che spingono all’acquisto. Ne consegue che le osservazioni di natura fisiologica sul consumatore possono essere utilizzate per comprendere il comportamento o dedurre sensazioni, stati d’animo ed emozioni, non percepibili solamente con la somministrazione di semplici questionari (Reitano and Calomino, 2008). Il corpo non può mentire (Rizzolatti, Riggio and Sheliga, 1994) e, di conseguenza, le misure biometriche, eye traking o oculometria possono arricchire gli strumenti tradizionalmente utilizzati per conoscere il consumatore. Gli stessi movimenti oculari sono ottimi indicatori comportamentali di attenzione visiva e acquisizione di informazioni, essendo strettamente correlati a processi cognitivi di ordine superiore (Russo, 1978). Le tecniche di eye-tracking permettono di analizzare, in maniera oggettiva, il processo decisionale e il trattamento delle informazioni da parte dei consumatori durante il processo d’acquisto (Antúnez et al, 2013;. Ares et al, 2013.; Graham, Orquin, e Visschers, 2012; Piqueras-Fiszman et al. 2013), nonchè la percezione delle informazioni sulle etichette dei prodotti alimentari (Antúnez et al., 2013; Ares et al, 2013.; Bialkova & van Trijp, 2011; van Herpen & van Trijp, 2011). 2.- Il comportamento d’acquisto di beni alimentari tracciati. In merito all’analisi degli elementi apposti sulle etichette dei prodotti alimentari, diversi studi ne hanno analizzato l’impatto sui consumatori. Ad esempio, le informazioni nutrizionali sono apposte sulle etichette con l’obiettivo di informare il consumatore sulla qualità del cibo e spingerlo ad acquistare cibi più sani (Cowburn and Stockley, 2005). Tuttavia, la maggior parte delle persone, in fase di acquisto, ignorano tali informazioni, talvolta 4 perché le stesse risultano di non facile comprensione (Grunet and Wills, 2007; Grunet et al., 2010; Roberto et al., 2012). Per questo motivo, sono state introdotte etichette nutrizionali, focalizzate sul modello a semaforo (traffic light system), a completamento delle tradizionali etichette nutrizionali e raffiguranti le quantità giornaliere in termini di elementi nutrizionali; il tutto incentrato su un modello semplice, facilmente comprensibile e, soprattutto, in grado di attirare visivamente l’attenzione del consumatore (Grunert et al., 2010.; Jones and Richardson, 2007; Van Herpen et al., 2012). Diversi studi in materia hanno dimostrato che il sistema a semaforo facilita la cattura dell’attenzione e la comprensione delle informazioni nutrizionali (Antúnez et al., 2013; Ares et al., 2012). In relazione a quanto affermato da queste ricerche, attraverso il presente studio, si mira ad analizzare l’impatto visivo, che hanno sulle etichette di tonno in scatola, le informazioni sulla tracciabilità, sui consumatori e valutare se l’attenzione degli stessi sia più o meno attratta da tali informazioni e se il modo in cui le stesse vengano presentate sia motivo di maggiore attrazione. 3.- L’indagine L’esperimento è stato caratterizzato da una raccolta di dati congiunta tramite un sistema di eye-tracking e la somministrazione di un questionario. Ai partecipanti sono state mostrate sullo schermo di un computer diverse etichette di tonno in scatola, con l’obiettivo di simulare lo scaffale di un supermercato. I loro movimenti oculari sono stati registrati durante l’attività utilizzando un eyetracker e, contemporanemente, gli stessi sono stati invitati a rispondere alle domande di un questionario, attraverso cui è stato possibile ottenere importanti informazioni sulla conoscenza del significato di tracciabilità da parte dei consumatori. Tutti i dati raccolti sono stati, successivamente, analizzati ed elaborati utilizzando il software di analisi statistica SPSS. Partecipanti L’esperimento è stato condotto su un campione di 65 individui, il 46% uomini, di età compresa tra i 18 e i 70 anni (media 30,97, deviazione standard 11,96), suddivisi in tre differenti fasce di età: 18-26 anni, 27-35 anni e 36-70 anni. La maggior parte degli intervistati sono studenti (66%) e dipendenti (impiegati amministrativi, ricercatori, docenti) dell’Università della Calabria. Per il reclutamento degli stessi non vi è stato alcun requisito particolare se non quello di non avere particolari problemi di vista. Sul totale, solo il 5% degli intervistati dichiara di non essere né acquirente e né consumatore di tonno, mentre i consumatori sono poco più della metà. La maggior parte di essi (l’89%) utilizza il prodotto tonno in scatola come prodotto finito. Stimoli Come stimoli per lo studio sono state utilizzate quattro differenti etichette relative a tonno in scatola, ciascuna caratterizzata da alcune peculiarità. La 5 scelta delle etichette non è stata casuale, ma strettamente correlata agli obiettivi della ricerca; di queste due risultavano caratterizzate dalla presenza di descrizione sulla tracciabilità, posta in maniera molto differente: nel primo caso tramite un campo descrittivo e nell’altro utilizzando una forma tabellare più chiara e di più semplice lettura. Attraverso la seguenti figure (figura 1, 2, 3 e 4), è possibile prendere visione di suddetti stimoli grafici: Figura 1. Stimolo grafico n.1 Figura 2. Stimolo grafico n.2 Figura 3. Stimolo grafico n.3 Figura 4. Stimolo grafico n.4 6 Per l’elaborazione dei dati, ciascuno stimolo grafico, è stato preventivamente suddiviso in diverse aree di interesse (AOI), alcune comuni tra le diverse etichette e altre esclusive di alcune di esse. Le figure seguenti mostrano le AOI per ciascuno stimolo grafico: Figura 5. AOI stimolo grafico n.1 Figura 6. AOI stimolo grafico n.2 Figura 7. AOI stimolo grafico n.3 Figura 8. AOI stimolo grafico n.4 7 Strumentazione e apparecchiature Lo studio è stato condotto utilizzando un binocular remote eye-tracking system a 500Hz. Attraverso tale sistema è stato possibile verificare sia il “tempo” sia la “frequenza” delle soste dello sguardo degli intervistati sui diversi punti delle immagini presentate agli occhi dei consumatori. Le mappe dello sguardo ottenute, per ciascun soggetto intervistato, sono state le risultanze delle diverse fissazioni effettuate sulle immagini proiettate; la durata di proiezione è stata pari a 15 secondi per ogni stimolo grafico. L’analisi statistica, invece, è stata svolta utilizzando il software SPSS. Analisi dei dati L’analisi del questionario mette in evidenza diversi risultati, tra cui i più significativi sono: l’89% degli intervistati utilizza il prodotto tonno in scatola come “prodotto finito”, il 22% acquista lo stesso maggiormente in estate, contro un 14% che lo acquista di più in inverno e il restante 65% che lo acquista con la stessa frequenza durante l’anno. Per quanto concerne la frequenza d’acquisto, il 38% degli intervistati acquista tonno in scatola una volta a settimana, solo il 6% lo acquista una volta ogni sei mesi. Il 46% degli intervistati afferma di conoscere il significato di tracciabilità dei prodotti e sempre il 46% riconosce la giusta definizione relativamente al concetto di tracciabilità. I grafici seguenti sintetizzano i risultati ottenuti tramite la somministrazione del questionario: Gruppo di utenza Né acquirente né consumatore 5% 35% Acquirente e consumatore 6% Acquirente 54% Consumatore Grafico 1. Percentuale degli intervistati per gruppo di utenza (fonte: nostra elaborazione) 8 Utilizzo tonno in scatola Semilavorato 11% Prodotto finito 89% Grafico 2. Percentuale degli intervistati per tipologia di utilizzo del prodotto (fonte: nostra elaborazione) Periodo di maggiore acquisto Inverno 14% Estate 22% Stessa frequenza 65% Grafico 3. Percentuale degli intervistati per periodo di maggiore acquisto del prodotto (fonte: nostra elaborazione) Frequenza di acquisto 1 volta ogni 6 mesi 6% Più di una volta al mese 17% 1 volta al mese 31% 1 volta a trimestre 8% 1 volta a settimana 38% Grafico 4. Percentuale degli intervistati per frequenza di acquisto del prodotto (fonte: nostra elaborazione) 9 Conoscenza tracciabilità Non so 46% Prodotto biologico 5% Prodotto sostenibile 3% Ricostruzione percorso di un alimento 46% Grafico 5. Percentuale degli intervistati per conoscenza tracciabilità (fonte: nostra elaborazione) Risultati significativi sono stati ottenuti nelle misure di eye.tracking calcolate sul numero di fissazioni medie, per AOI rispetto a ciascuno stimolo grafico. Area di interesse Media AOI - Brand AOI - Tracciabilità AOI - Ingredienti AOI- Valori nutrizionali AOI - Scadenza AOI - Dati azienda AOI - Peso/qtà conf. AOI - Sist. Qualità aziendale AOI - Pesca sostenibile 2,938 15,646 5,262 3,400 4,246 4,462 2,508 1,385 3,585 Deviazione standard 2,423 8,337 4,346 3,126 3,566 3,317 2,144 1,141 2,850 Mediana 3,00 15,00 4,00 3,00 4,00 3,00 2,00 1,00 2,00 Tabella 1. Dati statistici: media, deviazione standard e mediana del numero di fissazioni per AOI sullo stimolo grafico n.1 – etichetta As do Mar (fonte: nostra elaborazione) Area di interesse Media AOI - Brand AOI - Tracciabilità AOI - Ingredienti AOI - Valori nutrizionali AOI - Scadenza AOI - Dati azienda AOI - Peso/qtà conf. AOI - Pesca sostenibile AOI - Servizio consumatori 2,615 15,231 3,308 5,554 3,292 2,062 1,862 0,815 1,092 Deviazione standard 1,683 5,844 2,449 4,161 2,590 1,903 1,590 1,059 1,071 Mediana 2,00 15,00 3,00 4,00 3,00 1,00 2,00 0,00 1,00 Tabella 2. Dati statistici: media, deviazione standard e mediana del numero di fissazioni per AOI sullo stimolo grafico n.2 – etichetta Mareblu (fonte: nostra elaborazione) 10 Area di interesse Media AOI - Ingredienti AOI - Valori nutrizionali AOI - Scadenza AOI - Dati azienda AOI - Peso/qtà conf. AOI - Servizio consumatori 2,369 10,200 5,138 1,292 3,015 3,662 Deviazione standard 2,004 5,342 2,994 1,389 1,824 2,545 Mediana 2,00 9,00 5,00 1,00 3,00 3,00 Tabella 3. Dati statistici: media, deviazione standard e mediana del numero di fissazioni per AOI sullo stimolo grafico n.3 – etichetta Mare Aperto (fonte: nostra elaborazione) Area di interesse Media AOI - Ingredienti AOI - Valori nutrizionali AOI - Scadenza AOI - Dati azienda AOI - Peso/qtà conf. AOI - Sist. Qualità azienda AOI - Pesca sostenibile 4,569 6,385 3,938 5,338 5,123 2,708 7,277 Deviazione standard 2,995 4,141 2,726 3,805 2,950 2,199 5,535 Mediana 4,00 5,00 4,00 5,00 5,00 3,00 6,00 Tabella 4. Dati statistici: media, deviazione standard e mediana del numero di fissazioni per AOI sullo stimolo grafico n.4 – etichetta Callipo (fonte: nostra elaborazione) Come mostrato nelle tabelle precedenti, i consumatori, a prescindere dalla classe di appartenenza, sono particolarmente attratti dalle informazioni relative ai valori nutrizionali e alla tracciabilità. I risultati ottenuti evidenziano che, nelle etichette in cui sono presenti informazioni sulla tracciabilità, è proprio tale AOI ad essere maggiormente osservata. Come si evince dai dati contenuti nelle tabelle 1 e 2, il numero medio di fissazioni, nell’AOI Tracciabilità, risulta il maggiore (15,646 fissazioni medie per lo stimolo grafico n.1, 15,231 per lo stimolo grafico n.2). Le etichette relative agli stimoli grafici 3 e 4, invece, non presentano informazioni sulla tracciabilità. In tali etichette, l’attenzione degli intervistati risulta equamente distribuita su tutti gli elementi della stessa. Per lo stimolo grafico n.3, l’attenzione dei consumatori, è maggiormente rivolta verso l’area contenente le informazioni sui valori nutrizionali, presentate al centro dell’etichetta e sotto una forma chiara e di facile lettura (10,2 fissazioni medie). Di seguito sono riportate le heatmap relative ai quattro stimoli grafici; le immagini sintetizzano quanto appena descritto: 11 Figura 9. Fissazioni intervistati per AOI stimolo grafico n.1 Figura 10. Fissazioni intervistati per AOI stimolo grafico n.2 Figura 11. Fissazioni iintervistati per AOI stimolo grafico n.3 12 Figura 12. Fissazioni intervistati per AOI stimolo grafico n.4 4.- Conclusioni. I sistemi di eye tracking rilevano interessanti elementi alla propensione d’acquisto degli individui. Più in particolare, l’indagine svolta, evidenzia come il consumatore, sottoposto all’immagine delle etichette, fissi la propria su elementi quali la tracciabilità. La visualizzazione delle informazioni sulla tracciabilità, a prescindere se presentate in una forma più chiara e di più facile lettura, come nello stimolo n.2, rispetto allo stimolo n.1, risultano essere nettamente superiori rispetto agli altri elementi dell’etichetta. La ricerca conferma che la maggior parte egli acquirenti e/o consumatori conosce il significato di tracciabilità (infatti il 46% degli intervistati dichiara di sapere cosa sia la tracciabilità dei prodotti agroalimentari e, nella controprova, si conferma la stessa percentuale di intervistati). La ricerca conferma che gli acquirenti e/o i consumatori associano ai prodotti tracciati un maggior livello qualitativo, ravvisano un paniere di attributi più ricco che contribuisce alla differenziazione dei prodotti e, pertanto, alla creazione di fattori di competitività (Reitano e Fazio, 2015). In assenza di informazioni sulla tracciabilità, invece, la maggiore attenzione è rivolta verso le tabelle nutrizionali. Anche in questo caso, la ricerca conferma che, la maggior parte delle persone, in fase di acquisto, ignorano tali informazioni soprattutto se di non facile comprensione (Grunet and Wills, 2007; Grunet et al., 2010; Roberto et al., 2012). Nel momento in cui, tali informazioni, sono presentate sulle etichette in posizione centrale, su sfondo chiaro e con contenuti di facile lettura, catturano l’attenzione dei consumatori, confermando quanto analizzato in precedenti studi in materia, che hanno dimostrato che il sistema a semaforo facilita la cattura dell’attenzione e la comprensione delle informazioni nutrizionali (Antúnez et al., 2013; Ares et al., 2012) apposte sulle etichette dei prodotti alimentari. 13 5.- Referimenti bibliografici. Antúnez, L., Vidal, L., Sapolinski, A., Giménez, A., Maiche, A., Ares, G. (2013), “How do design features influence consumer attention when looking for nutritional information on food labels? 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