Aprile-Giugno 2014 • Vol. 44 • N. 174 • Pp. 81-87 Ematologia Pediatrica Piastrinopenie costituzionali: un mondo sommerso Carlo Zaninetti, Elisa Civaschi, Carlo L. Balduini Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pavia-Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia Riassunto Un tempo ritenute eccezionalmente rare, le piastrinopenie ereditarie costituiscono oggi un frequentato campo di ricerca ed hanno visto grandemente arricchirsi le conoscenze sui loro aspetti fisiopatologici e clinici. Diagnosticare queste forme non è sempre facile: solo in alcuni casi, infatti, ci si trova di fronte a casi con chiara familiarità o segni aggiuntivi alla piastrinopenia che ne facilitano il riconoscimento (forme sindromiche). Identificare precocemente le piastrinopenie ereditarie è però importante per evitare diagnosi errate che spesso portano a trattamenti non solo inefficaci, ma anche potenzialmente dannosi, quali la somministrazione di farmaci immunosoppressori e/o la splenectomia nel caso venga erroneamente diagnostica una piastrinopenia immune. Il corretto inquadramento diagnostico consente inoltre di ottimizzare la strategia terapeutica, essendo oggi disponibili trattamenti in grado di aumentare il conteggio piastrinico o addirittura di guarire la malattia. Infine, l’identificazione delle mutazioni causative consente, per alcune forme, di definire con precisione la prognosi e, quando necessario, di effettuare una consultazione genetica che tenga conto anche della possibilità di effettuare la diagnosi prenatale. Summary Once considered extremely uncommon, the number of well-defined inherited thrombocytopenias greatly increased in the last few years, and knowledge about pathophysiological and clinical aspects of these disorders significantly improved. However, recognizing these disorders may be difficult: in fact, not always the presence of other affected family members suggests a familial disorder or patients have other signs that facilitate the diagnosis (syndromic forms). Early identification of patients affected by inherited thrombocytopenias is important to avoid misdiagnoses that often lead to futile or even harmful treatments, such as immunosuppressant agents or splenectomy when an immune thrombocytopenia is mistakenly diagnosed. Moreover, the correct diagnostic classification allows to optimize the therapeutic strategy, as there are now treatments that can increase platelet count and even cure the disease. Finally, the identification of causative mutations defines prognosis in some forms, makes prenatal diagnosis possible and improve the effectiveness of genetic consultation. Parole chiave: piastrinopenie ereditarie, diagnosi differenziale, possibilità terapeutiche Key words: inherited thrombocytopenias, differential diagnosis, therapeutic possibilities Obiettivi del lavoro e metodologia della ricerca bibliografica effettuata La rassegna ha lo scopo di fornire un sintetico e quanto più possibile completo scenario dell’entità nosologica delle piastrinopenie ereditarie, con particolare attenzione all’aspetto clinico e diagnostico. Vuole inoltre fornire una panoramica delle principali possibilità terapeutiche. La ricerca bibliografica è stata condotta su Medline, utilizzando come motore di ricerca PubMed e inserendo come parole chiave: “inherited thrombocytopenias, inherited bleeding disorders, macrothrombocytopenias, platelets inherited disorders”. Alcuni degli articoli citati sono derivati dall’analisi delle referenze bibliografiche dei lavori selezionati. Sono stati applicati i seguenti limiti: lingua inglese e ultimi 20 anni di pubblicazione. con condizioni non patologiche caratterizzate da conta piastrinica compresa tra 100 e 150 x 10^9/L (Bader-Meunier et al., 2003; Biino et al., 2011; Biino et al., 2012). Il corretto inquadramento diagnostico è però importante perché offre al paziente l’opportunità di ricevere terapie appropriate: se fino a pochi anni fa la sola strategia curativa era il supporto trasfusionale con concentrati piastrinici, oggi l’armamentario terapeutico si è notevolmente ampliato, consentendo scelte personalizzate basate sulla prognosi della malattia nel singolo paziente. Di seguito presentiamo una tabella riassuntiva delle entità nosologiche ad oggi identificate (Tab. I). Strategie d’azione I. Fase preliminare (in che errore non cadere?) Introduzione Negli ultimi anni le conoscenze nel campo delle piastrinopenie ereditarie si sono notevolmente arricchite, tanto da portare a 20 il numero dei disordini codificati. Molto però rimane ancora da fare: si stima infatti che circa la metà dei pazienti abbia una forma non ancora descritta e rimanga quindi senza una diagnosi precisa (Noris et al., 2004). Uno dei punti critici nel riconoscimento di queste malattie è senz’altro la diagnosi differenziale con la piastrinopenia immune (ITP) e È ormai noto come il numero di piastrine sia influenzato da sesso, età e background genetico. Recenti studi sulla popolazione italiana hanno infatti dimostrato come il range di normalità oggi impiegato nei paesi occidentali, ovvero 150 - 400 o 450 x10^9/L, sia da considerarsi superato poiché non tiene conto del peso delle variabili sopracitate (Biino et al., 2011; Biino et al., 2012; Biino et al., 2013). La figura 1 illustra il nuovo range modulato per età e genere, che meglio descrive la normalità del conteggio piastrinico nel nostro paese. 81 C. Zaninetti et al. Tabella I. Prospetto delle forme di piastrinopenia ereditaria codificate. Malattia (abbreviazione, OMIM)/ [Riferimento bibliografico] FORME SINDROMICHE Sindrome di Wiskott-Aldrich (WAS, 301000)/ [Notarangelo, 2008] Trombocitopenia X-linked (XLT, 313900)/ [Notarangelo, 2008] Malattia MYH9-correlata (MYH9-RD, 603622, 153650, 153640, 600208, 155100, 605249)/ [Balduini, 2011] Trombocitopenia di Paris-Trousseau (TCPT, 188025), Sindrome di Jacobsen (JBS, 147791)/[Mattina, 2009] Trombocitopenia con assenza del radio (TAR, 274000)/[Alber, 2012] Frequenza*/ Sanguinamento spontaneo Tipo di ereditarietà Gene (localizzazione cromosomica) Altre caratteristiche Grave immunodeficienza. Piastrine di dimensioni ridotte. Blanda immunodeficienza. Piastrine di dimensioni ridotte. ++++ / sì XL WAS (Xp11) ++++ / no AD MYH9 (22q12-13) Cataratta, nefropatia e/o sordità. Piastrine giganti. Può anche non essere sindromica. ++++ / sì AD Ampia delezione (11q23-ter) Difetti cardiaci e facciali. Ritardo mentale. Piastrine di dimensioni aumentate. La conta piastrinica tende ad aumentare nell’età adulta. Ridotto numero di RBM8A (1q21.1) megacariociti midollari. Piastrine di dimensioni normali. Aplasia radiale bialaterale, possibili altre alterazioni. Evoluzione costante in aplasia midollare MPL (1p34) nell’infanzia. Piastrine di dimensioni normali. Anemia emolitica, possibile sintesi sbilanciata di catene globiniche, possibile GATA1 (Xp11) porifiria eritropietica congenita. Piastrine di dimensioni aumentate. Sinostosi radio-ulnare. Possibile evoluzione HOXA11 (7p15-14) in anemia aplastica. Piastrine di dimensioni normali. Anemia, xantomi tendinei, aterosclerosi. ABCG5, ABCG8 Piastrine di dimensioni aumentate. Può (2p21) anche non essere sindromica. Eterotopia nodulare periventricolare. Piastrine FLNA (Xq28) di dimensioni aumentate. Può anche non essere sindromica. +++ / sì AR +++ / sì AR ++ / sì XL + / sì AD Trombocitopenia con sitosterolemia (STSL, 210250)/[Rees, 2005] + / no AR Trombocitopenia FLNA-correlata (FLNA-RT, 300049)/[Nurden, 2011] + / sì XL Biallelica ++++ / sì AR Monoallelica +++ / no AD GP1BA (17p13), GPIBB (22q11), GP9 (3q21) +++ / no AD CBFA2 (21q22) +++ / sì AR NBEAL2 (3p21.1) +++ / no AD ANKRD26 (10p2) + / no AD ITGA2B (17q21.31), ITGB3 (17q21.32) Piastrine di dimensioni aumentate. ++/ sì AD GPIBA (17p13.2) Piastrine di dimensioni aumentate. +/no AD ACTN1 (14q24.1) Piastrine di dimensioni aumentate. +/sì AD GFI1B (9q34.13) Piastrine di dimensioni aumentate e con ridotta funzionalità per riduzione nel contenuto dai granuli alfa. + / no AD + / no AD Trombocitopenia amegacariocitica congenita (CAMT, 604498)/[Geddis, 2011] Malattia GATA1-correlata (GATA1-RD) (Anemia diseritropoietica con trombocitopenia, 300367 –Trombocitopenia X-linked con talassemia XLTT, 314050)/[Ciovecco, 2008] Trombocitopenia congenita con sinostosi radio-ulnare (CTRUS, 605432)/[Castillo-Caro, 2010] FORME NON SINDROMICHE Sindrome di Bernard-Soulier (BSS, 231200)/[Noris, 2012] Disordine piastrinico familiare e predisposizione alla leucemia mieloide acuta (FPD/AML, 601399)/[Liew, 2011 ] Sindrome delle piastrine grigie (GPS, 139090)/ [Di Paola, 2011] Trombocitopenia ANKRD26-correlata (THC2, 188000)/[Noris, 2011] Trombocitopenia ITGA2B/ITGB3-correlata (ITGA2B/ITGB3-RT, 187800)/[Gresele, 2009] Malattia di von Willebrand tipo piastrinico (VWDP,177820)/[Hamilton A, 2011] Trombocitopenia ACTN1-correlata (ACTN1-RT, 615193)/[Kunishima et al, 2013] Trombocitopenia GFI1B-correlata (GFI1B-RT, nd)/ [Stevenson et al, 2013] Trombocitopenia TUBB1-correlata (TUBB1-RT, 613112)/[Kunishima, 2009] Trombocitopenia CYCS-correlata (THC4, 612004)/[Morison, 2008] Piastrine giganti. Piastrine di dimensioni aumentate. Alto rischio di sviluppare leucemia o sindrome mielodisplastica. Piastrine di dimensioni normali. Alto rischio di sviluppare mielofibrosi evolutiva. Piastrine giganti. Aumentato rischio di leucemia. Piastrine di dimensioni normali. TUBB1 (20q13.32) Piastrine giganti. CYCS (7p15.3) Piastrine di dimensioni normali. * ++++: più di 100 famiglie note, +++: più di 50 famiglie note; ++: 10 o più famiglie note; + meno di 10 famiglie note Legenda: AR: autosomico recessivo; AD: autosomico dominante; XL: X-linked; OMIM: Online MendelianInheritance in Man; nd: non disponibile. 82 ni ni i> ch Se si tiene conto che circa metà delle forme di piastrinopenia ereditaria sono sindromiche, è evidente come l’esame obiettivo giochi un ruolo diagnostico fondamentale (Balduini et al., 2012). In alcune forme si associano malformazioni scheletriche più o meno evidenti (Trombocitopenia con assenza del radio - TAR, Trombocitopenia amegacariocitica con sinostosi radio-ulnare - ATRUS) (Castillo-Caro et al., 2010); nella Malattia MYH9-correlata (MYH9-RD) possono comparire nel corso della vita sordità neurosensoriale, nefropatia proteinurica con evoluzione in insufficienza renale terminale, cataratta presenile e/o indicatori bioumorali di danno epatico (Balduini et al., 2011; Pecci et al., 2012; Pecci et al., 2013); nella Trombocitopenia con sitosterolemia (STSL) si ritrovano xantomi tendinei (Rees et al., 2005); nella sindrome di Jacobsen (JBS) è presente ritardo mentale (Balduini et al., 2012). Lo spettro delle alterazioni che possono associarsi alla piastrinopenia sono descritte nella tabella I ed illustrate nella figura 2. Ma s >6 ine m Fe m 64 4 an an ni an 4 -6 Ma sc hi 15 15 ine Fe m m Tu t ti< -6 15 4 an an ni ni Conta piastrinica (x109/L) Piastrinopenie costituzionali: un mondo sommerso Figura 1. Nuovi intervalli di normalità della conta piastrinica modulati per sesso ed età (Biino et al., 2013). I numeri all’interno dei rettangoli definiscono il range di normalità nell’intera popolazione. I numeri sopra e sotto i rettangoli individuano i limiti massimi e minimi delle variazioni legate al background genetico nella popolazione italiana. II. Fase del sospetto (quando sospettare forme ereditarie?) Una volta appurato che il conteggio piastrinico è inferiore a quanto atteso in funzione dell’età e del sesso del paziente, è necessario escludere che la piastrinopenia sia artefattuale e derivi dalla presenza di anticorpi naturali che agglutinano le piastrine in presenza dell’EDTA utilizzato come anticoagulante per l’esame emocromocitometrico (pseudotrombocitopenia da EDTA). Il sospetto deve porsi soprattutto quando la piastrinopenia non è accompagnata da diatesi emorragica (Lippi et al., 2012). Confermata la reale presenza di piastrinopenia, il procedimento di diagnostica differenziale prevede inizialmente: anamnesi, esame obiettivo e semplici esami laboratoristici. Per quanto riguarda l’anamnesi, la presenza di altri familiari piastrinopenici suggerisce immediatamente la possibilità di una forma ereditaria. La loro assenza non esclude però una piastrinopenia genetica, sia perché alcune forme sono trasmesse con modalità recessiva, sia perché le mutazioni possono essere “de novo”: nella Malattia MYH9-correlata, ad esempio, quest’ultimo evento si verifica in più del 30% dei casi (Savoia et al., 2008). L’ipotesi di un disordine ereditario va perciò sempre considerata ogni qual volta i dati clinico-anamnestici non depongano chiaramente per una forma acquisita, in particolare quando il deficit piastrinico è moderato e viene riscontrato incidentalmente in un paziente senza attuale o pregressa diatesi emorragica. Al contrario, il rilievo di piastrinopenia severa in un paziente che manifesta acutamente diatesi emorragica riduce la probabilità di un disordine ereditario, perché in queste forme il numero di piastrine rimane solitamente stabile nel corso della vita e la diatesi emorragica ha i caratteri della cronicità (Geddis et al., 2007). Si tenga comunque presente che l’insorgenza improvvisa di diatesi emorragica può verificarsi in forme lievi di piastrinopenia ereditaria, in precedenza asintomatiche per l’assunzione di farmaci inibenti la funzionalità piastrinica (in particolare acido acetilsalicilico) o il verificarsi di cimenti emostatici, quali interventi chirurgici e traumi. Figura 2 Caratteristiche fisiche rilevabili nelle forme sindromiche di piastrinopenia ereditaria. Per quanto riguarda gli esami di laboratorio, imprescindibile è la valutazione morfologica dello striscio di sangue periferico. Nella maggior parte delle forme di piastrinopenia ereditaria (12 delle 20 attualmente codificate) si riscontrano infatti anomalie morfologiche a carico delle piastrine e/o degli eritrociti e/o dei granulociti, talune patognomoniche di specifiche malattie (inclusioni Döhle-like nei polimorfonucleati per la Malattia MYH9-correlata) (Savoia et al., 2010), altre comuni a più disordini: è il caso della macrocitosi piastrinica, presente in oltre il 50% delle forme conosciute (Noris et al., 2009). Quest’ultima caratteristica morfologica comporta frequentemente errori di valutazione laboratoristica, in particolare per quanto riguarda il conteggio piastrinico. I contaglobuli automatici oggi più comunemente impiegati non sono infatti in grado di riconoscere e contare le piastrine molto grandi, identificandole erroneamente come eritrociti. Si tenga anche presente che, in caso di macrocitosi piastrinica, il mancato riconoscimento da parte dei contaglobuli delle piastrine più grandi porta, non solo a sovrastimare la gravità della piastrinopenia, ma anche a sottostimare il volume piastrinico medio (MPV) (Noris et al., 2009). La strategia operativa più semplice al fine di ridurre al minimo le possibilità di errore è l’effettuazione di un’analisi morfologica dello striscio di sangue periferico per accertare la presenza di piastrine 83 C. Zaninetti et al. con diametro molto aumentato (superiore a 4 µm, ovvero la metà del diametro di un globulo rosso). In questo caso la determinazione automatica del volume piastrinico (MPV) non andrà considerata attendibile e si opterà per una stima empirica del medesimo mediante l’osservazione microscopica; inoltre, alla conta piastrinica ottenuta con tecnica automatica sarà preferita la conta manuale in camera di Bürker (Noris et al., 2009) o quella citofluorimetrica con specifici anticorpi monoclonali anti-piastrine (Noris et al., 2009). L’approccio sopradescritto è in grado di evitare l’errore diagnostico del quale più frequentemente sono vittima i pazienti con piastrinopenia ereditaria: l’errata classificazione come piastrinopenia immune (ITP). Si tenga presente che la diagnosi di questa malattia è tuttora di esclusione e che i diversi test commerciali per la ricerca di autoanticorpi anti-piastrine non sono da considerarsi utili per la diagnosi di ITP per la loro insufficiente sensibilità e specificità (Davoren A et al., 2005). La positività del test non conferma perciò la diagnosi, così come la sua negatività non la esclude. III. Fase della diagnosi (come arrivare alla diagnosi?) Il sospetto diagnostico di piastrinopenia ereditaria deve essere seguito dal tentativo di identificare la specifica entità nosologica in questione. L’attuale conoscenza dei geni causativi di tutte le piastrinopenie ereditarie note rende l’indagine genetica lo strumento più efficace a questo scopo. Rimangono però ancora validi i criteri orientativi contenuti nell’algoritmo diagnostico per le piastrinopenie ereditarie messo a punto nel 2003 dal Gruppo di Studio delle Piastrine, successivamente validato e ripetutamente aggiornato per comprendere anche le forme di più recente identificazione (Balduini et al., 2003; Noris et al., 2004; Glembotsky et al., 2012; Balduini et al., 2013.). Ne proponiamo in questa sede una ulteriore versione che tiene conto del progresso delle conoscenze sino alla fine dell’anno 2013 (Fig. 3). A guidare l’inizio del percorso diagnostico sono l’anamnesi e l’esame obiettivo, eventualmente coadiuvati da pochi esami di laboratorio e strumentali, volti ad identificare la presenza di un quadro sindromico. In questo caso, le anomalie associate alla piastrinopenia suggeriscono la diagnosi nella maggior parte dei casi. Nel caso di forme non sindromiche, l’algoritmo considera dapprima le dimensioni piastriniche e quindi, in funzione di queste, una serie di caratterizzazioni morfologico-funzionali che include la valutazione dello striscio di sangue periferico e del midollo osseo, i test di aggregazione piastrinica e le indagini citofluorimetriche per lo studio delle glicoproteine piastriniche di superficie. Come per le forme sindromiche, sarà lo studio genetico a fornire la conferma diagnostica definitiva. L’identificazione del gene causativo e delle sue mutazioni consente non solo una più documentata consultazione genetica, ma anche l’eventuale effettuazione di diagnosi prenatale. Nelle forme per le quali sono state identificate correlazioni genotipo-fenotipo, quali MYH9-RD, CAMT e BSS, l’esatta definizione del difetto genetico consente poi di definire la prognosi. Ciò è particolarmente rilevante per la MYH9-RD, in quanto i pazienti con alcune mutazioni sono a grande rischio di sviluppare in giovane età, oltre a sordità neurosensoriale, una grave nefropatia che evolve in insufficienza renale terminale, mentre quelli con altre mutazioni hanno invece un rischio in tal senso modesto o addirittura assente (Pecci et al., 2013). Malgrado l’applicazione sistematica dell’algoritmo e delle indagini genetiche, è esperienza comune a tutti i centri che si occupano di patologie piastriniche ereditarie che circa il 50% dei pazienti rimanga senza una diagnosi definita, perché la malattia che li affligge non è ancora stata descritta (Noris et al., 2011). Ricordiamo che i dati sin qui pubblicati in letteratura mostrano come, almeno in Italia, le forme più comuni siano la Malattia MYH9 correlata e la Sindrome di Bernard-Soulier monoallelica, in particolare la variante “Bolzano” (Noris et al., 2012). Entrambe le forme sono caratterizzate da diatesi emorragica, che è di lieve entità in oltre la metà dei casi. Figura 3. Algoritmo diagnostico per le piastrinopenie ereditarie. MPV: volume piastrinico medio; PLT: piastrine; WBC: globuli bianchi; RBC: blobuli rossi; RIPA: agglutinazione piastrinica da ristocetina; GP: glicoproteine. 84 Piastrinopenie costituzionali: un mondo sommerso IV. Fase della gestione clinica (come identificare necessità/tipo di trattamento?) La terapia dei pazienti con piastrinopenie costituzionali comprende sia misure generali, valide per tutte le forme, che provvedimenti per specifiche malattie o gruppi di malattie. Misure generali La scrupolosa osservanza di misure generali è importante in tutti i casi. Il paziente va innanzitutto reso edotto che alcuni farmaci ritenuti “banali” ostacolano la funzione piastrinica e possono provocare l’insorgenza di emorragie anche gravi: tra questi va certamente ricordata l’aspirina con gli altri antiaggreganti classici, ma anche gli antiinfiammatori non steroidei ed un lungo elenco di molecole con più sfumata azione inibente che comprende, tra gli altri, antibiotici e psicofarmaci. L’opportunità di somministrare queste sostanze, così come gli anticoagulanti, deve prevedere l’attenta analisi preliminare del rapporto rischio/beneficio. Si tenga presente che una blanda azione antiaggregante è svolta anche da alcuni alimenti, tra i quali aglio e cipolla. La prevenzione primaria della diatesi emorragica deve comprendere la sensibilizzazione sui benefici di una regolare igiene oro-dentale, sia per la prevenzione dei sanguinamenti spontanei che per la riduzione della necessità di ricorrere a cure odontoiatriche, spesso a rischio di sanguinamento. Nel sesso femminile è importante valutare attentamente il rapporto rischio/beneficio dei contraccettivi orali: se da un lato contrastano efficacemente le menorragie, dall’altro rappresentano un fattore di rischio trombotico anche nei soggetti piastrinopenici (George et al., 1991). Trasfusioni piastriniche La terapia trasfusionale con concentrati piastrinici è un’arma potente per ridurre rapidamente la gravità della piastrinopenia, ma non è priva di effetti collaterali: rischio infettivo, reazioni trasfusionali di varia gravità e, soprattutto, insorgenza di alloimmunizzazione con conseguente refrattarietà alle successive infusioni. Le trasfusioni piastriniche vanno pertanto limitate nel loro utilizzo alle manifestazioni emorragiche severe che pongono a rischio la vita del paziente o non risultano controllabili con le sole misure emostatiche locali. Per ridurre il rischio di alloimmunizzazione è consigliabile l’utilizzo di piastrine di donatori HLA-compatibili ogniqualvolta ciò sia fattibile. Il ricorso a donatori compatibili può tuttavia non essere possibile nei pazienti con Malattia di Bernard-Soulier biallelica, che possono non avere sulla superficie delle proprie piastrine il complesso glicoproteico Ib-IX-V e che possono perciò sviluppare isoimmunizzazione verso le piastrine di tutti i donatori che di necessità espongono questi antigeni. In questi casi, le uniche misure terapeutiche con qualche probabilità di ripristinare l’efficacia trasfusionale sono l’immunosoppressione o, in caso di urgenze, la plasmaferesi (Peaceman et al., 1989). Trombopoietino-mimetici Molecole non peptidiche che mimano l’azione della trombopoietina (TPO) sul recettore per questo ormone presente sulle cellule staminali emopoietiche oltre che su megacariociti e piastrine si sono rivelate efficaci in forme non genetiche di piastrinopenia, quali l’ITP e la piastrinopenia dei soggetti con epatite da virus C (Kuter et al, 2007; McHutchison et al., 2007). Una nuova speranza terapeutica per i pazienti con piastrinopenia ereditaria è derivata dalla recente osservazione che il TPO-mimetico eltrombopag è efficace nell’aumentare il conteggio piastrinico e ridurre la diatesi emorragica nei pazienti con MYH9-RD (Pecci et al., 2010). Il farmaco è stato utilizzato con successo al posto delle trasfusioni piastriniche per consentire ad un paziente con una forma grave di questa malattia di essere sottoposto ad intervento di chirurgia maggiore (Pecci et al., 2012). Anche se l’indicazione ufficiale all’uso di eltrombopag nella MYH9-RD ancora non è stata posta, il suo utilizzo off label per la preparazione ad interventi chirurgici programmabili sembra razionale. Nelle piastrinopenie acquisite la somministrazione di TPO-mimetici ha però aumentato, anche se di poco, l’incidenza di eventi trombotici (Kawano et al., 2013) ed indotto la comparsa di gradi lievi di fibrosi midollare (Kuter et al., 2009; Léon et al., 2012). Il rapporto rischio-beneficio della somministazione cronica di questi farmaci a soggetti con MYH9-RD rimane ancora da valutare ed il loro utilizzo in questo senso non può che avvenire nell’ambito di studi clinici. Gli effetti dei TPO-mimetici in altre forme di piastrinopenia ereditaria non sono attualmente conosciuti. La descrizione di un aumento della conta piastrinica in pazienti affetti da ANKRD26-RT in risposta al naturale aumento dei livelli sierici di TPO in corso di flogosi sistemica (Noris et al., 2011) suggerisce tuttavia la possibilità che i TPO-mimetici possano risultare utili in questa ed altre forme di piastrinopenia ereditaria con livelli sierici di TPO non costitutivamente elevati. Trapianto di staminali emopoietiche Il trapianto di cellule staminali emopoietiche è in grado di guarire le piastrinopenie ereditarie e, pur essendo gravato da rischio di morte trapianto-correlata, rappresenta oggi il trattamento elettivo per quelle forme che portano inesorabilmente al decesso del paziente prima dell’età adulta o per lo sviluppo di aplasia midollare grave (CAMT) o per emorragie ed infezioni (WAS). Il trapianto è stato impiegato con successo in decine di pazienti con CAMT e centinaia con WAS (Ballmaier et al., 2011; Moratto et al., 2011). La ricerca di un donatore compatibile per questi malati è quindi imprescindibile. Sono inoltre stati sottoposti a trapianto da donatore familiare HLA identico anche tre pazienti affetti da BSS biallelica con manifestazioni emorragiche molto severe, che avevano richiesto trasfusioni di globuli rossi e piastrine con conseguente sviluppo di alloimmunizzazione e refrattarietà trasfusionale in due casi su tre (Locatelli et al., 2003). Terapia genica Molto recentemente, il difetto genico di cellule staminali e progenitori emopoietici di tre pazienti con Sindrome di Wiskott-Aldrich è stato corretto in vitro e la reinfusione di queste cellule ha indotto un importante miglioramento sia della piastrinopenia che dell’immunodeficienza (Aiuti et al., 2013). L’importante successo lascia sperare che la terapia genica possa rappresentare un’alternativa al trapianto di midollo anche in altre forme gravi di piastrinopenia ereditaria, soprattutto nei pazienti per i quali non sia stato possibile identificare un donatore compatibile. Splenectomia La splenectomia, praticata in molti pazienti con piastrinopenia ereditaria in seguito ad errata diagnosi di ITP, non ha mai portato ad incrementi stabili e significativi del conteggio piastrinico. Fanno eccezione la WAS e la XLT, nelle quali l’asportazione della milza è in grado di aumentare il conteggio piastrinico in misura importante vista la patogenesi, almeno in parte, da distruzione periferica delle piastrine. Soprattutto nella WAS, la splenectomia aggrava il rischio di infezioni già alto in questa malattia per l’associata immunodeficienza. In assenza di un donatore di midollo compatibile (si veda sopra), la splenectomia è però da prendere in considerazione, perché aumenta significativamente la sopravvivenza dei pazienti (Mullen et al., 1993; Albert et al., 2010; Conley et al., 2003, Syrigos et al., 2011). 85 C. Zaninetti et al. Altri trattamenti La desmopressina (DDAVP), gli antifibrinolitici ed il fattore VII attivato ricombinante non sono oggi approvati per la prevenzione o la terapia delle emorragie dei pazienti con piastriniopenie ereditarie, anche se sporadiche segnalazioni in letteratura sembrano indicarne la possibile efficacia (Balduini et al., 1999, Noris et al., 1998, Tosetto et al., 2009). Particolare interesse sembra rivestire il fattore VII attivato che è risultato capace di arrestare emorragie refrattarie in malati con Sindrome di Bernard-Soulier biallelica (Tosetto et al., 2009). Il farmaco è però gravato da effetti collaterali di tipo trombotico ed il suo eventuale utilizzo “off label” deve avvenire solo dopo attenta valutazione del rapporto rischi/ benefici. Box di orientamento Che cosa si sapeva prima Le piastrinopenie ereditarie erano considerate, sino alla fine del secolo scorso, straordinariamente rare e l’eziopatogenesi delle poche forme note era mal definita o del tutto sconosciuta. Il misconoscimento di queste patologie con la piastrinopenia immune era frequente e causava la somministrazione di terapie inefficaci, quando non dannose. Gli unici provvedimenti terapeutici disponibili avevano solamente efficacia palliativa. Che cosa sappiamo adesso Pur essendo sempre classificate tra le malattie “rare”, le piastrinopenie ereditarie sono divenute di riscontro sempre più frequente grazie alle nuove possibilità diagnostiche e alla maggiore attenzione del clinico nella diagnosi differenziale. La scrupolosa raccolta dell’anamnesi personale e familiare, l’esecuzione di un esame obiettivo completo e finalizzato alla ricerca di segni suggestivi di forme sindromiche e l’analisi morfologica dello striscio di sangue periferico sono i tre semplici strumenti, ubiquitariamente disponibili, da utilizzare per far sorgere il sospetto di forme ereditarie. Un algoritmo diagnostico validato guiderà poi il clinico verso una delle oltre 20 malattie oggi note, mentre l’indagine genetica confermerà definitivamente il sospetto diagnostico. Quali ricadute sulla pratica clinica Il riconoscimento certo di una specifica forma di piastrinopenia ereditaria consente di definire la prognosi nel singolo malato e di identificare precocemente le molte alterazioni che spesso si associano alla piastrinopenia nelle forme sindromiche. L’armamentario terapeutico per queste malattie si è oggi arricchito non solo di strumenti potenzialmente in grado di aumentare il conteggio piastrinico in misura rilevante, ma anche di trattamenti capaci di guarire definitivamente le forme più gravi. Nonostante i grandi progressi, circa la metà dei pazienti rimane tuttavia senza una diagnosi definita perché la loro malattia non è ancora stata descritta. Alle nuove tecniche di sequenziamento genico massivo è affidata la speranza di superare in tempi brevi questa limitazione e di fare piena luce su queste complesse patologie. Bibliografia Aiuti A, Biasco L, Scaramuzza S, et al. Lentiviral hematopoietic stem cell gene therapy in patients with Wiskott-Aldrich syndrome. Science 2013;341(6148):1233151. Albers CA, Paul DS, Schulze H, et al. Compound inheritance of a low-frequency regulatory SNP and a rare null mutation in exon-junction complex subunit RBM8A causes TAR syndrome. Nat Genet 2012;44:435-9. 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Diagnosis and management of inherited thrombocytopenias. Semin Thromb Hemost 2013;39:161-71. * Recente rassegna sull’insieme delle piastrinopenie ereditarie e sul loro impatto nella pratica clinica. Balduini CL, Pecci A, Savoia A. Recent advances in the understanding and management of MYH9-related inherited thrombocytopenias. Br J Haematol 2011;154:16174. Balduini CL, Savoia A. Genetics of familial forms of thrombocytopenia. Hum Genet 2012;131:1821-32. * Recente review sulle basi genetiche delle piastrinopenie ereditarie ad oggi identificate. Ballmaier M, Germeshausen M. Congenital amegakaryocytic thrombocytopenia: clinical presentation, diagnosis, and treatment. Semin Thromb Hemost 2011;37:673-81. Biino G, Balduini CL, Casula L, et al. Analysis of 12,517 inhabitants of a Sardinian geographic isolate reveals that predispositions to thrombocytopenia and thrombocytosis are inherited traits. Haematologica 2011;96:96-101. ** Il lavoro, attraverso la presentazione dei risultati di uno studio di popolazione condotto nell’isolato geografico dell’Ogliastra (Sardegna), descrive la variabilità della conta piastrinica in soggetti sani (anche al di sopra, o al di sotto, dei limiti di normalità) in base a sesso, età e background genetico, ponendo quindi la questione della bontà degli intervalli di normalità della conta piastrinica ad oggi in uso nella maggior parte dei laboratori. Biino G, Gasparini P, D’Adamo P, et al. Influence of age, sex and ethnicity on platelet count in five Italian geographic isolates: mild thrombocytopenia may be physiological. Br J Haematol 2012;157:384-7. Biino G, Santimone I, Minelli C, et al. Age- and sex-related variations in platelet count in Italy: a proposal of reference ranges based on 40987 subjects’ data. PLoS One. 2013;8:e54289. ** Lavoro di recentissima pubblicazione che, mediante l’analisi dei dati relativi a oltre 40000 pazienti italiani, ha proposto per la prima volta una modifica degli intervalli di normalità della conta piastrinica in base all’evidenza della variabilità interindividuale del numero di piastrine legata a sesso, età e provenienza dei soggetti. Castillo-Caro P, Dhanraj S, Haut P, et al. Proximal radio-ulnar synostosis with bone marrow failure syndrome in an infant without a HOXA11 mutation. J Pediatr Hematol Oncol 2010;32:479-85. Ciovacco WA, Raskind WH, Kacena MA. Human phenotypes associated with GATA1 mutations. Gene 2008;427:1-6. Conley ME, Saragoussi D, Notarangelo L, et al. PAGID; ESID. An International study examining therapeutic options used in treatment of Wiskott-Aldrich syndrome. Clin Immunol 2003;109:272-7. Davoren A, Bussel J, Curtis BR, et al. 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Am J HumGenet 2013;92:431-8. ** Recente lavoro che ha portato all’identificazione di una nuova forma di piastrinopenia ereditaria. Kuter DJ, Mufti GJ, Bain BJ, et al. Evaluation of bone marrow reticulin formation in chronic immune thrombocytopenia patients treated with romiplostim. Blood 2009;114:3748-56. Kuter DJ. New thrombopoietic growth factors. Blood 2007;109:4607-16. Léon C, Evert K, Dombrowski F, et al. Romiplostin administration shows reduced megakaryocyte response-capacity and increased myelofibrosis in a mouse model of MYH9-RD. Blood 2012:119:3333-41. Liew E, Owen C. Familial myelodysplastic syndromes: a review of the literature. Haematologica 2011;96:1536-42. Lippi G, Plebani M. EDTA-dependent pseudothrombocytopenia: further insights and recommendations for prevention of a clinically threatening artifact. Clin Chem Lab Med 2012;50:1281-5. Locatelli F, Rossi G, Balduini CL. Hematopoietic stem-cell transplantation for the Bernard-Souliersyndrome. AnnInternMed 2003;138:79. 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Haematologica 2012;97:828. ** Lo studio è la più ampia casistica di pazienti affetti da questa specifica mutazione presente in letteratura, ha permesso per la prima volta una definizione del fenotipo clinico e laboratoristico di questa che è la forma di piastrinopenia più frequente in Italia. Noris P, Perrotta S, Seri M, et al. Mutations in ANKRD26 are responsible for a frequent form of inherited thrombocytopenia: analysis of 78 patients from 21 families. Blood 2011;117:6673-80. ** Primo lavoro di caratterizzazione clinica della piastrinopenia ANKRD26-correlata (THC2). Notarangelo LD, Miao CH, Ochs HD. Wiskott-Aldrich syndrome. Curr Opin Hematol 2008;15:30-6. Nurden AT, Pillois X, Fiore M, et al. Glanzmann thrombasthenia-like syndromes associated with Macrothrombocytopenias and mutations in the genes encoding the αIIbβ3 integrin. Semin Thromb Hemost 2011;37:698-706. Nurden P, Debili N, Coupry I, et al. 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One 2012;7:359-86. * Il lavoro dimostra per la prima volta che l’alterazione degli indici bioumorali di danno epatico è una caratteristica extraematologica della Malattia MYH9-correlata. Pecci A, Gresele P, Klersy C, et al. Eltrombopag for the treatment of the inherited thrombocytopenia deriving from MYH9 mutations. Blood 2010;116:5832-37. ** Lo studio ha esaminato 12 pazienti trattati con eltrombopag per un periodo variabile da 3 a 8 settimane, con il riscontro di una risposta maggiore al farmaco in 8 pazienti. Pecci A, Klersy C, Gresele P, et al. MYH9-related disease: a novel prognostic model to predict the clinical evolution of the disease based on genotype-phenotype correlations. Hum Mutat 2014;35:236-47. ** Lavoro di recentissima pubblicazione dedicato alla presentazione di un nuovo modello prognostico per predire l’evoluzione e la gravità clinica della Malattia MYH9, tracciata sulla base di correlazioni genotipo-fenotipo. Rees DC, Iolascon A, Carella M, et al. Stomatocytic haemolysis and macrothrombocytopenia (Mediterranean stomatocytosis/macrothrombocytopenia) is the haematological presentation of phytosterolaemia. Br J Haematol 2005;130:297-309. Savoia A e Balduini CL. MYH9-Related Disordes. Gene Reviews™ [Internet]. Initial Posting: November 20, 2008; Last Update: April 5, 2011. Savoia A, De Rocco D, Panza E, et al. Heavy chain myosin 9-related disease (MYH9RD): neutrophil inclusions of myosin-9 as a pathognomonic sign of the disorder. Thromb Haemost 2010;1030:826-32. * Lo studio segnala l’alto valore predittivo positivo e negativo della ricerca degli aggregati leucocitari di NMMHC-IIA mutata per l’identificazione di soggetti affetti da Malattia MYH9-correlata. Seri M, Pecci A, Di Bari F, et al. MYH9-related disease: May-Hegglin anomaly, Sebastian syndrome, Fechtner syndrome, and Epstein syndrome are not distinct entities but represent a variable expression of a single illness. Medicine (Baltimore) 2003;820:203-15. Stevenson WS, Morel-Kopp MC, Chen Q, et al. GFI1B mutation causes a bleeding disorder with abnormal platelet function. J Thromb Haemost 2013;11:2039-47. * Recentissimo lavoro che ha portato all’identificazione di una nuova forma di piastrinopenia ereditaria. Syrigos KN, Makrilia N, Neidhart J, et al. Prolonged survival after splenectomy in Wiskott-Aldrich syndrome: a case report. Ital J Pediatr 2011;37:42. Tosetto A. Balduini CL, Cattaneo M, et al. Italian Society for Haemostasis and Thrombosis. Management of bleeding and of invasive procedures in patients with platelet disorders and/or thrombocytopenia: Guidelines of the Italian Society for Haemostasis and Thrombosis (SISET). Thromb Res 2009;124:13-8. Corrispondenza Carlo L. Balduini, Medicina interna 3, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Università di Pavia, Pavia. Tel.: +39 0382 502183. E-mail: [email protected] 87