LEZIONE 10 DELLA SCUOLA DEL SABATO IL SIGNIFICATO DELLA SUA MORTE PER IL SABATO 7 GIUGNO 2008 CRISTO nostro SOSTITUTO “Cristo ha dato sé stesso per noi in offerta (prosphorà) e sacrificio (thysìa) a Dio quale profumo di odore soave.” (Efesini 5:2) “è stato manifestato per annullare il peccato con il suo sacrificio (thysias).” (Ebrei 9:26) “Infatti con un’unica offerta (prosphorà) egli ha reso perfetti per sempre quelli che sono santificati.” (Ebrei 10:14) CRISTO nostro SOSTITUTO In tutti questi brani si fa strada l’idea della morte vicaria, al posto nostro, in qualità di sostituto. La sofferenza vicaria è quella sopportata da una persona al posto di un’altra. In Corinzi 15:3, Paolo dice che “Cristo morì per i nostri peccati”. E in Romani 5:8 che “mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi”. Ci RISCATTÓ dalla schiavitù del peccato La parola ‘riscatto’ deriva dal termine greco lytron; trasmette il concetto di un pagamento per liberare qualcosa o qualcuno. Si utilizza la parola “redentore” per descrivere l’atto di comperare di nuovo la proprietà che è stata venduta da un parente (Levitico 25:25), o per sposare la vedova di un parente (Rut 3:13, "redimire"). Dio è il redentore di Israele (Salmo 107:2) e il suo nuovo sposo (Isaia 54:4-6). Ci RISCATTÓ dalla schiavitù del peccato Il Nuovo Testamento insegna chiaramente che si pagò un riscatto per la nostra redenzione. Gesù dichiarò che il Figlio dell’uomo è venuto “per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti” (Marco 10:45). Paolo parla di Cristo come Colui “il quale ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti…” (1 Timoteo 2:6). “Infatti siete stati comprati a caro prezzo…” (1 Corintios 6:20). “Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo diventato maledizione per noi”. (Gálatas 3:13). Egli ha dato la sua vita per noi. L’idea di fondo è che noi eravamo schiavi del peccato, condannati a morte e incapaci di salvarci con le nostre forze; ma Gesù è venuto come colui che è nostro riscatto, nostro lytron. La PROPIZIAZIONE per i nostri peccati Questo termine si riferisce alla missione di Cristo in Ebrei 2:17. “Egli doveva diventare simile ai suoi fratelli in ogni cosa, per essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per compiere l’espiazione dei peccati del popolo”. Il propiziatorio era il coperchio dell’arca dell’alleanza che contenevano le leggi scritte da Dio. La legge testificava contro il popolo, il propiziatorio era il cammino per sodisfare quanto richiesto dalla legge e il peccatore poteva essere salvato dalla morte attraverso il sangue che veniva portato dal sommo sacerdote. Nel propiziatorio si manifestava la misericordia di Dio. Ci RICONCILIÒ con Dio RICONCILIAZIONE (katallagé) Il peccato è la separazione da Dio e dalla sua volontà e ci pone in una condizione di estraneità rispetto al Padre, una condizione il cui risultato finale è la morte. La riconciliazione costituisce il ripristino dell’armonia con Dio, il recupero dell’integrità. Per colpa del peccato, il mondo intero risultava condannato di fronte a un Dio giusto; ma grazie alla morte di Cristo in croce, la nostra posizione è cambiata e tutti quelli che vanno a lui per fede hanno la certezza della vita eterna. Ci RICONCILIÒ con Dio La croce del Calvario è il ponte teso sull'abisso che è stato aperto dal peccato. [Gesù] è stato mandato da suo Padre in questo mondo. E' venuto a tendere un ponte sull'abisso che il peccato ha aperto tra Dio e l'uomo. Ci voleva una riconciliazione, l'unione della natura umana con quella divina. (EGW - Lettera 6, del 16 giugno 1881, scritta a Edson e Emma White) “Gli angeli attribuiscono a Cristo onore e gloria, perché persino loro non hanno certezze se non quella di guardare le sofferenze del Figlio di Dio. E’ grazie all’efficacia della croce che gli angeli del cielo sono protetti dall’apostasia. Senza la croce non avrebbero avuto alcuna garanzia in più contro il male rispetto a quelle possedute dalle creature celesti prima della caduta di Satana. . . . Chiunque desideri la sicurezza in terra come in cielo deve guardare all’Agnello di Dio. Il piano della salvezza, manifestatosi nella giustizia e nell’amore di Dio, offre una protezione eterna contro la defezione dei mondi non corrotti, come anche tra gli individui che saranno redenti dal sangue dell’Agnello” 5 BC, p. 1132. Commento di Elena White su Giovanni 3:14-17 Il piano della redenzione con il quale il misericordioso Redentore divino-umano riscattò l'uomo dalla schiavitù del peccato, sfugge alla comprensione di uomini ed angeli. E' certamente un mistero così eccellente, così grande, così sublime, che non riusciremo mai a comprenderlo pienamente. Il sacrificio di Cristo per l'uomo caduto non ha paragone. E' il tema più eccelso e sacro su cui possiamo meditare. Ogni cuore illuminato dalla grazia di Dio è spronato a chinarsi con gratitudine e adorazione davanti al Redentore per il suo sacrificio infinito. (EGW - Manoscritto 132, 1902).