Antropologia - Lezione 23^
Capitolo VIII
Solidarietà in Cristo e
complicità in Adamo:
il Peccato Originale
Cristo è colui che molto ebbe a sopportare nella
persona di molti. Egli è colui che fu ucciso nella
persona di Abele, legato in Isacco, esiliato in
Giacobbe, venduto in Giuseppe, esposto in Mosè,
immolato nell’agnello, perseguitato in Davide,
vilipeso nei profeti. Questi è Colui che ha fatto il
cielo e la terra, che all’inizio plasmò l’uomo, che
nella Legge e nei profeti fu annunciato, nella Vergine
incar-nato, sopra un legno fu appeso, nella terra
seppellito, e dai morti risuscitato, ascese nell’alto
dei cieli, siede alla destra del Padre e ha il potere di
giudicare e salvare tutte le cose…
Si mostrava bambino, ma non abbandonò
l’eternità; apparve povero, ma non si spogliò
delle sue ricchezze; bisognoso di cibo, non
smise di nutrire il mondo; rivestì la forma di
servo, ma non mutò la forma del Padre. Egli
era tutto. Stava innanzi a Pilato, mentre era
assiso con il Padre; era fissato al legno
e sosteneva l’universo
(Melitone di Sardi - II sec.)
Il PO NELLA
SCRITTURA
Gen 3
Rm 5
Romani 5,12-21
Leggi anche 1Cor 15,20-22
Romani 5
12 Quindi, come a causa di un solo uomo il peccato è
entrato nel mondo e con il peccato la morte, così
anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché
tutti hanno peccato.
13…14 la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche
su quelli che non avevano peccato con una
trasgressione simile a quella di Adamo, il quale è
figura di colui che doveva venire.
15 Ma il dono di grazia non è come la caduta: se
infatti per la caduta di uno solo morirono tutti,
molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in
grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati
in abbondanza su tutti gli uomini.
16 E non è accaduto per il dono di grazia come per il
peccato di uno solo…17 Infatti se per la caduta di
uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo
uomo, molto di più quelli che ricevono
l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia
regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù
Cristo.
18 Come dunque per la colpa di uno solo si è
riversata su tutti gli uomini la condanna, così
anche per l’opera di giustizia di uno solo si riversa
su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita.
19 Similmente, come per la disobbedienza di
uno solo tutti sono stati costituiti peccatori,
così anche per l’obbedienza di uno solo tutti
saranno costituiti giusti.
20 La legge poi sopraggiunse a dare piena
coscienza della caduta, ma laddove è
abbondato il peccato, ha sovrabbondato la
grazia,
21 perché come il peccato aveva regnato con la
morte, così regni anche la grazia con la
giustizia per la vita eterna, per mezzo di Gesù
Cristo nostro Signore.
Il contenuto della pericope è cristologico
giocato sul parallelismo Adamo-Cristo: due
capostipiti di due discendenze
ma l’accento è sul ruolo di Cristo, “Genitore” di
una nuova umanità, non sul primo Adamo
S. Lyonnet: Paolo usa un argomento ad
hominem (scende a livello dell’interlocutore per
convincerlo coi suoi stessi argomenti). Parla a
Ebrei o Giudeo-cristiani che pare gli obiettino
che è eccessivo far dipendere tutta la salvezza
dell’umanità da uno solo.
• Per le concezioni messianiche di quel tempo, l’idea
del Messia poteva essere uno strumento adatto per
Paolo: Dio ha promesso a Israele l’invio del Messia
che compirà la salvezza
• Ma per alcune scuole rabbiniche il Messia era colui
che porta non tanto la salvezza piena, quanto la
piena osservanza della Legge. Quest’idea non
collimava con l’intento di Paolo,che scegli un altro
argomento
• L’argomento familiare a tutti i suoi interlocutori era
l’importanza che nel giudaismo si attribuiva ad
Adamo: lui è il responsabile dell’inizio del male che
si estende a tutta l’umanità
• L’esempio calzava: le proporzioni del male
compiuto da uno che è ricaduto su tutti (Adamo)
• Consentono di capire la portata universale
dell’opera di salvezza di uno solo (Cristo)
• Costruisce così il parallelismo in senso speculare:
- Gesù è il tipo positivo
- Adamo è l’antitipo negativo
entrambi compiono un’azione:
• Adamo disobbedisce al comando
• Cristo è obbediente
Derivano due diverse caratteristiche nella
discendenza che è generata dai due capostipiti,
racchiuse in due serie di tre parole:
• Da Adamo vengono il peccato, la morte e il
giudizio
• Da Cristo: la grazia, la vita e la giustizia
A livello testuale, l’argomentazione si costruisce con:
 la tecnica letteraria dello Satzparallelismus:
 Paolo mette in evidenza la superiorità
assoluta dall’azione di Cristo
 mentre Adamo entra semplicemente come
antitipo, come figura per rinforzare
l’affermazione precedente, fornendo un elemento
di contrasto
 e l’argomentazione a fortiori (molto più)
l’accento cade sul «tanto più (pollo mallon)»
 pone in evidenza il tipo di rapporto = la relatività
del primo al secondo
Va inoltre evidenziato che il carattere universale dei
due modelli umani è reso dalla espressione
ricorrente: uno solo tutti
La tesi dell’intero capitolo 5 riguarda la grazia e non il
peccato: si afferma che la grazia supera in maniera
sovrabbondante gli effetti del peccato nel mondo
• Paolo intende parlare di Cristo e della potenza della
salvezza operata da Lui che ha una portata universale,
non tanto rivelare qualcosa su Adamo
• l’impostazione cristocentrica: Cristo è il punto di
partenza e chiave ermeneutica della storia dell’uomo
• la disobbedienza di Adamo è l’antitipo, compare in
maniera funzionale e totalmente relativa per
accentuare la sovrabbondanza di grazia.
Esegesi ancora discussa del
• v. 19: per la disobbedienza di uno solo tutti sono
stati costituiti peccatori
Può essere importante per il discorso su PO. Ma
cosa vuol dire?
Letteralmente: “tutti sono stati fatti peccatori”.
• Ma per il semplice fatto di essere discendenza di
Adamo che ha trasgredito
• Oppure sono peccatori perché personalmente
peccano?
Anche da Rm 5 (come Gn 3) non si può ricavare:
• né la trasmissione del peccato dal primo Adamo
ai discendenti
• né l’affermazione della sua responsabilità
individuale per cui Adamo è la causa del
peccato dei discendenti:
Adamo è più un peccatore inaugurale che
causale
Nella controluce di Cristo universalmente
salvatore, Adamo è la figura della universalità
dei peccatori.
 C’è però una certa proporzionalità tra la doppia
genealogia di Adamo e Gesù.
La figura di Adamo:
rappresenta l’umanità nella sua sorgente e nella
sua libertà: figura inaugurale della storia,
rappresentante simbolico dell’umanità conforme
alle intenzioni di Dio
Consente di parlare dell’unità peccatrice
dell’uomo rispetto all’unità di salvezza e di grazia
che ci è data in Cristo
L’ampiezza che Adamo assume: è il corrispondente negativo dell’ampiezza incomparabile
di Cristo
Del peccato si afferma:
la sua tragica esistenza e l’effettiva univer-salità
(“tutti sono peccatori”: già da Rom 1)
 Paolo dimostra di conoscere l’affermazione del
“PdA”, ma la preoccupazione del suo discorso è
maggiormente centrata sul “Regno del Peccato”
l’hamartía che domina la storia e spinge l’uomo a
peccare e che regna a partire da Adamo (v. 21)
c’è insinuata l’idea di una presenza comples-sa
del peccato: i peccati personali; il Peccato del
Mondo; il Peccato delle Origini.
Bisogna evitare due estremi, insostenibili dal punto di
vista biblico:
da un lato l’affermazione che in Adamo abbiamo
tutti peccato
 e che esistano solo i peccati personali
Occorre tenere insieme:
il NT evidenzia l’universalità della colpa (tutti sono
peccatori Rom1-3)
 riafferma la dimensione personale del peccato
 il cosiddetto PdM, ossia un regno del peccato
ma anche il PdA, il fatto che le origini abbiano un
ruolo, o comunque il passato pesi sul presente.
Conclusione circa la Scrittura
non si trova il dogma del PO così come lo
conosciamo e la tradizione lo ha formalizzato
 l’argomento è costruito: non da Adamo a noi, ma
da Cristo (salvatore universale) all’origine di questa
condizione di lontananza della salvez-za in cui si
trova la umanità
 ma possiamo riconoscere gli elementi essen-ziali
di quella dottrina: l’universalità del peccato,
l’origine del peccato
 Ciò che manca è l’articolazione di questi elementi.
Ma ciò fu proprio il lavoro della teologia successiva.
Il PO NELLA
TRADIZIONE
 Prima di Agostino
Senza chiamarlo PO, troviamo degli elementi che poi
confluiscono nella dottrina del PO
 Melitone di Sardi (II sec.) fa una lettura tipolo-gica
dell’Esodo e parla dell’Egitto spirituale cioè una
condizione di schiavitù che ci precede e da cui
Cristo ci libera
 Cipriano = “colpa estranea” nei bambini superata
col battesimo
 “Il male antico” (nei testi della lex orandi)
 Origene: “Macchie della nascita”
 La inclinazione affettiva spontanea al male che è la
concupiscienza: da dove viene?
Ambrogio = a partire dal principio giuridico
romano
 il comportamento del capostipite determina in
modo permanente la condizione giuridica di tutta
la famiglia
i discendenti hanno solidalmente partecipato in
anticipo alla “commissione” del peccato di Adamo:
 Lapsus sum in Adam, mortus sum in Adam
 Grande influsso: l’errata traduzione di Rm 5,12
(Vulgata – fine sec. IV)
Quindi, come a causa di un solo uomo il peccato è
entrato nel mondo e con il peccato la morte, così
anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché
tutti hanno peccato.
greco: Eph’hô pántes hémarton = perché tutti
peccarono
 tr. attuale: Eph’hô = mediante il fatto o per il fatto
che = la morte ha raggiunto tutti gli uomini, per il
fatto che tutti hanno peccato
latino: In quo omnes peccaverunt = nel quale
(Adamo) tutti peccarono
Agostino
Esegeti = errore di tr. dell’in quo omnes peccaverunt
Agostino lo interpreta come un relativo
che, erroneamente, riferiva ad Adamo
La lettura risultava perfettamente funzionale alla sua
prospettiva che considerava tutti peccatori perché
“tutti avevamo peccato in Adamo”
tendenze al traducianesimo o generazioni-smo:
l’anima del bambino deriva dal processo generativo
dei genitori
dal seme corporale (tradux = tralcio di vite)
secondo Tertulliano
 o da una particella dell’anima dei genitori entrata
nel seme (t. spirituale) come sostiene Agostino
Facilita la sua spiegazione della trasmissione del PO
Magistero lo rifiuta, a favore del creazionismo (DS
361)
Agostino non è l’«inventore» del dogma del PO
(storia dei dogmi, di stampo protestante e
modernista a cavallo tra il 19° e 20° sec.)
• è inventore della «terminologia» peccato
originale non della «dottrina»
• è colui che ha dato la prima “formulazione
compiuta” ad una coscienza comune di fede
(vedi Cipriano, Origene…)
Polemica antipelagiana
Posizione di Pelagio:
 accentua le capacità della libertà umana
 il peccato di Adamo (un cattivo esempio) influisce
solo estrinsecamente, ossia si trasmette solo per
“imitazione”
 la sua posizione è “contra traducem peccati”:
riconosce solo un “cattivo esempio” da parte del
peccato di Adamo
 Il battesimo dei neonati è per una santificazio-ne,
non in remissione dei peccati (? )
 Agostino risponde affermando la convinzione di una
eredità di peccato del primo uomo che si trasmette
a tutti quanti
i neonati non sono innocenti, la loro peccaminosità ereditaria si manifesta nella loro
concupiscenza
macchiati dalla “colpa paterna” fanno parte della
“massa dannata” = l’unica salvezza sta nel
battesimo
 se fosse vera la tesi della esemplarità di Adamo,
occorrerebbe dire anche che è il solo esempio di
Cristo a salvarci, svuotando però dall’interno la
consistenza della Redenzione.
Elementi sintetici della tesi agostiniana:
• Con il proprio peccato Adamo (PdA) ha determinato la caduta da quella condizione “meravigliosa” in cui Dio lo aveva creato (SO)
• Il Peccato di Adamo ha reso tutti peccatori, poiché
«a cominciare da Adamo tutti gli uomini ereditano
il PO, trasmesso per generazione»
• Non c’è solo una imitazione del PdA (noi pecchiamo come Adamo), bensì una vera e propria
eredità (abbiamo peccato in Adamo).
 «Questa situazione che abbiamo ricevuto da Adamo
ha nella concupiscenza la sua espres-sione visibile»
 è “figlia del peccato e madre dei peccati”
• Questa eredità si trasmette «per generazione
attraverso la concupiscenza, che è presente in ogni
atto generativo, anche nei genitori cristiani»
• La concupiscenza diviene così la ragione della
trasmissione del PO, poiché è intesa immediatamente in connessione con la sfera sessuale e
con la generazione
 attraverso il piacere collegato all’atto della
procreazione = così tutti gli uomini diventano
colpevoli e peccatori degni di dannazione
La conseguenza ultima è
• che tutti gli uomini nascono già peccatori (POo)
• per cui ciascuno viene al mondo in una
condizione peccaminosa
• facciamo parte di quella massa damnata
• da cui solo la grazia può “tirarci fuori”.
Gli elementi su cui Agostino poggia la sua
argomentazione sono:
1) la prassi tradizionale del pedobattesimo = sin
dall’epoca apostolica
2) il testo di Rom 5,12 = in omnes homines mors
pertransiit in quo omnes peccaverunt
il pertransiit e l’in quo:
 in tutti gli uomini passa non solo la morte ma il
peccato
 poiché tutti hanno peccato in Adamo
3) la testimonianza della tradizione (Ambrogio,
Cipriano) circa il male antico
Critica moderna a Agostino
• A. Vanneste ha dimostrato che il 1° riferimento
per Agostino non è Rom 5 (uso tardivo rispetto alla
formulazione del PO) ma la necessità di Cristo
 la tesi da difendere contro il pelagianesimo è
la necessità, universale ed assoluta, che tutti gli
uomini hanno di Cristo per essere salvati: senza di
Lui non c’è salvezza, ma perdizione
 la salvezza portata dal Redentore non è altro che
la vittoria sul peccato: da cosa ci salva se
non dal peccato?
dire di un uomo che non è peccatore signi-fica
concludere che per lui Cristo non è necessario:
ma così “sarebbe evacuata la croce di Cristo”
(Agostino)
Di qui la conclusione al caso dei bambini (nella
polemica coi pelagiani):
«Chi infatti oserebbe dire che il Cristo non è il
Salvatore né il Redentore dei bambini? Ma da che
cosa li salva, se non esiste in loro nessuna traccia
della malattia del peccato originale? Da che cosa li
redime, se non sono stati venduti come schiavi del
peccato del primo uomo a causa dell’origine (Rm
7,14)?»
La sintesi di Agostino ha un merito su tutti:
 difesa della necessità della grazia di Cristo
 la questione centrale è cristologica!
Il limite è di aver insistito sul nesso Cristo-uomo
centrandolo sulla condizione di peccato (= modello
amartiocentrico)
 l’affermazione della complicità in Adamo appare
“prima” e in qualche modo priorita-ria rispetto alla
solidarietà in Cristo
 questa la direzione da perseguire: superare la
prospettiva ristretta amartiocentrica per
approfondire l’argomentazione agostiniana
Il problema aperto =
tre corollari legati al pensiero di Agostino:
 la condanna dei bambini morti senza
battesimo ()
 le idee sulla concupiscenza
 la trasmissione del peccato:
 ambiguità nel modo di interpretarla: da un lato una
tendenza a pensare che tutti gli uomini siano “uno”
in Adamo in senso fisico, quindi abbiano peccato in
lui, prestando così il fianco alle critiche circa il
traducianesimo
 dall’altro si accentua la trasmissione biolo-gica
della colpa, legata ad una visione nega-tiva della
sessualità e della concupiscenza, per cui la
generazione carnale è vista come il tramite del PO.
 Precisamente qui vanno operati i correttivi per la
presentazione moderna della dottrina
Valutazione della dottrina agostiniana
Agostino ha cercato di esplicitare una verità di fede,
che trovava un supporto nella tradizione, con la
concettualità teologica che aveva a sua disposizione
 ciò non pregiudica la verità che intuisce e cerca di
trasmettere
 occorrerà tenere per buona la dottrina propo-sta
(il contenuto teologico ed antropologico del PO)
superando la spiegazione che ne ha dato (la
trasmissione per generazione).
Il
PO
NEL MAGISTERO
Due sinodi locali:
 Cartagine
 Orange
 magistero ordinario della chiesa, come
espressione della fede comune
Un concilio ecumenico:
 Trento
 magistero solenne, straordinario
 Il concilio di Cartagine (418)
condannò i pelagiani
 sinodo locale con approvazione di papa Zosimo (cf la
lettera Tractoria)
 il canone 2 (è ripreso senza modificazioni da Trento e costituisce
fino ad oggi la base della dottrina cattolica del PO)
 necessità del battesimo per la salvezza
 verità della formula in remissionem peccatorum
anche per i bambini
 poiché non si può dire che essi “non ricevano
nulla del PO da Adamo” (la discrezione con cui si parla
del PO: nihil ex Adam peccati originalis)
• La questione è centrata sul battesimo = in
riferimento ad esso si parla del PO
• due le affermazioni definite:
1) la verità e non falsità del rito battesimale
2) il suo presupposto: «nihil ex Adam trahere
originalis peccati».
 il livello didattico principale è quello sacramentale: la verità del battesimo in remissio-ne
dei peccati anche per i bambini
la difesa è anzitutto sulla Grazia di Cristo
veicolata nel battesimo, non tanto sulla
definizione del PO
il PO entra in seconda battuta, perché impli-cato
nella situazione umana che richiede la grazia
redentrice di Cristo
 Da Cristo all’uomo: questa è la direzione.
 Il Concilio di Orange (529)
un sinodo locale approvato da papa Bonifacio II
 nei confronti dei cosiddetti semipelagiani
 si affermano gli effetti del PO:
 per la prevaricazione di Adamo, l’uomo è stato
mutato in peggio completamente, sia nel corpo che
nell’anima (canone 1)
 in secondo luogo, se ne afferma la trasmissione
universale:
 il PdA ha nociuto non solo a sé, ma anche alla sua
discendenza (canone 2)
 Il Concilio di Trento (1546)
•
sessione V, del maggio-giugno 1546
(leggere DS 1515-1516)
•






Lettura del testo:
can 1 il PdA
can 2 il PO nei discendenti
can 3 il POo: proprietà del PO
can 4 necessità del battesimo, anche per i bambini
can 5 efficacia del battesimo.
can 6 Maria non è coinvolta nel PO
 Concilio di Trento, Sessione 5. Decreto sul Peccato
Originale (17 giugno 1546)
 PROEMIO
non una presentazione “positiva” della dottri-na
cattolica, ma polemica e correttiva delle
interpretazioni erronee
 non una presentazione organica della dottrina
cattolica del PO, né l’unico modo di farlo: vuole
contraddire e negare alcune tesi che le sono
contrarie.
pertanto occorre conoscere l’errore:
Tre “gruppi di errori” che il concilio ha presenti:
1) l’interpretazione protestante del PO
di Lutero due affermazioni problematiche:
 il PO è definito (identificato) con la concupi-scenza
che corrompe totalmente la natura umana; priva
l’uomo della sua libera volontà e non può che
disperare delle sue forze
 il fatto che questa permanga [peccatum remanens]
anche dopo il battesimo e debba esser detta
ancora “peccato”: semplicemente Cristo non la
“imputa” più al credente.
2) l’interpretazione pelagiana
Bisognava difendere la Chiesa cattolica dalla accusa di
pelagianesimo che la riforma le rivolgeva
Si ribadisce l’insegnamento della Chiesa antica
contenuto nei concili di Cartagine e di Orange
3) Un insieme di errori secondari (Zwingli, Pighi,
Erasmo).
Riposte di TN
Canone 5 = due correzioni prioritarie:
 la reale efficacia del battesimo che rimette il PO e
-
-
tutto ciò che ha ragione di vero e proprio peccato,
al punto tale che nei rinati
non rimane più alcunché che possa essere
chiamato vero peccato, il peccatore è liberato da
ciò che lo rende estraneo a Dio e nemico
bisogna affermare che il PO è tolto e non solo
“non imputato”
nei rinati a vita nuova Dio “non trova nulla di
odioso”, non vi è più condanna per loro, hanno
accesso alla vita eterna
 rimane nei rinati “l’impulso al peccato”
- è la definizione della concupiscenza o passione
che rimane nel battezzato non come peccato
- essa è lasciata ad agonem (= lotta spirituale)
- non nuoce a coloro che non acconsentono e che la
combattono coraggiosamente con la grazia di Gesù
Cristo
Quando una tentazione diventa peccato:
«I pensieri entrano nel nostro cuore come il grano
quando viene seminato; in questo non vi è
condanna. Ma nel consentire ad essi e nel disporne
male, in questo vi è condanna. Il segno di
riconoscimento del consenso è che la cosa piaccia
all’uomo, e che egli ne gioisca in cuor suo, e vi pensi
con piacere. Se uno invece resiste al pensiero e lotta
per non accoglierlo, questo non è consenso, ma
lotta, e questo rende l’uomo provato e lo fa
progredire»
(Pseudo-Macario)
«Senza la tentazione non si avverte la
sollecitudine di Dio per noi. Prima delle
tentazioni l’uomo prega Dio come un
estraneo, ma dopo che ha superato la
tentazione per amore di Dio, senza lasciarsi
cambiare da essa, considera Dio come
qualcuno che gli ha fatto un prestito e ha
diritto a riscuotere gli interessi e come un
amico che per amore suo ha combattuto
contro la potenza del nemico» (Isacco il Siro)
Concupiscenza:
• deriva dal peccato (ex) e inclina al peccato
• non è in se stessa peccato in senso proprio
• in forza del Battesimo, essa viene indebolita, senza
tuttavia essere eliminata
• la volontà libera non è perduta e estinta, è solo
indebolita
• il battezzato rimane esposto alla tentazione e,
anche dopo la rigenerazione battesimale, può fare
la drammatica esperienza della propria fragilità, fino
a ricadere nel peccato
Una dottrina analoga a quella cattolica della
concupiscenza è insegnata anche dalla teologia
ortodossa:
«Il peccato originale è stato una catastrofe
ontologica nell’uomo, in seguito alla quale ha
avuto origine nella sua vita il predominio non
dovuto del fatto sull’atto, la dipendenza eccessiva
dalla natura e la quasi totale impotenza dello
spirito, insieme ad una generale debolezza di tutta
quanta la natura umana»
(S. Bulgakov, La Sposa dell’Agnello, 281).
Il cristiano non è impeccabile e non smette di lottare
coi logismói (pensieri passionali).
Essi si presentano ancora alla mente con le loro
innumerevoli proposte, ma non commuovono più
l’anima di chi ha raggiunto l’apátheia.
«Cos’è l’apatia umana?
Essa non consiste nel non sentire le passioni,
ma nel non accogliere le passioni»
(Isacco il Siro).
Se il battezzato avverte ancora in sé il fascino del
peccato, questo non significa che sia pec-catore,
perché in forza del battesimo ha in sé lo Spirito che
è più forte di questo desiderio involontariamente
subìto (Rm 6,1-11).
Il fatto che, nei suoi sensi, nelle sue abitudini di
comportamento, nell’adesione spontanea che egli
dà alle opinioni e al comportamento del-l’ambiente
sociale in cui vive, ci siano ancora delle resistenze
alla disposizione battesima-le di fondo, non
diminuisce il valore delle sue virtù, ma offre loro
un’occasione di esercitarsi con più forza.
Nel modo di guardare alla concupiscenza,
bisognerebbe:
• superare la tendenza stoica
- che ritiene che una condotta morale e religio-sa sia
tanto più perfetta quanto più è sotto il controllo
completo della volontà
- e quanto meno sono presenti nell’uomo elementi
discordanti.
• superare una concezione troppo individuali-sta
della vita cristiana
- il battezzato è solidale con una storia, storia di
peccato e insieme storia di salvezza
- attraverso la concupiscenza (che avverte senza
consentirvi) entra in contatto con un mondo
peccatore, non per sperimentarvi una torbida
connivenza, ma per trovarvi una fonte di
compassione per coloro che hanno bisogno di
essere salvati (cf Eb 2,17-18)
- sa di rimanere nel mondo, e che Gesù ha pregato
non perché i suoi discepoli se ne allontanino, ma
perché fossero preservati dal male (Gv 17,15).
Sintesi del Canone 5
livello principale della affermazione è
cristologico-ecclesiale:
 ribadire la centralità e la necessità di Cristo per
ricevere la salvezza
 di qui la necessità ed efficacia della grazia di Cristo
attraverso il sacramento del battesimo.
Ai canoni 3 e 4 si difende la pratica del batte-simo
dei bambini che alcuni dei riformatori contestavano
(anabattisti), in favore della sola pratica del
battesimo degli adulti.
Argomenti addotti:
Cristo è necessario per la salvezza di tutti (cita At
4,12; Gv 1,29, Gal 3,27, Gv 3,5)
Non è sufficiente essere figli di genitori battezzati
per non contrarre il PO
 è falso pensare che siano battezzati ma non per la
remissione dei peccati, ma per una altra
santificazione
Cita Rm 5,12: purificati con la rigenerazione da ciò
che contrassero con la generazione.
Canone 3 afferma le proprietà del POoriginato:
(punti di riferimento imprescindibili per parlarne)
Il peccato di Adamo è uno solo per l’origine
(esistenza)
trasmesso per generazione e non imitazione
(universalità: propagatione: procreazione)
inerisce a ciascuno come proprio
(intrinsecità: inabita in tutti – è proprio di ognuno)
ed è tolto solo per grazia
(non con le forze della natura umana o con altri
rimedi estranei alla salvezza di Cristo)
Rispetto al canone 5, il canone 3 si muove sul
livello secondario antropologico = si dice qualcosa
circa la verità sull’uomo (nella sua qualità di
peccatore) in considerazione del PO
 ma senza definire la natura del PO (cosa è?)
Canone 2
Centro dell’argomentazione sta anzitutto sul POo
 meno impegnata è l’analisi sul POOriginante, ossia
sulla ricerca della causa.
PO originato non viene descritto nella sua
natura; solo si dice:
negativamente = non è la concupiscenza che
resta dopo il battesimo
 positivamente, è detto mors animae da intendere come perdita della santità e giustizia
ricevute da Dio (una formula descrittiva, non
definitoria!).
• Circa la causa/origine di questo stato di morte,cioè
circa il PdA (Ooriginante), il canone 2 è molto sobrio
e riprende le affermazioni di Orange; afferma
solamente che:
- La prevaricazione di Adamo non è nuociuta solo a
lui ma anche alla sua discendenza
- Egli ha perso non solo per sé ma anche per noi la
giustizia originale
- Corrotto dalla disobbedienza, Adamo trasmise a
tutto il genere umano non solo la morte, le pene del
corpo, ma anche il peccato che è la morte
dell’anima
Conclusioni sul Concilio di Trento
il dato di fede “definito” (cioè il dogma):
nel giustificato non c’è più un peccato vero e
proprio
la giustificazione ha l’indole del perdono: dunque, è
preceduta da uno stato di “morte dell’anima”
ma andrà precisato in che senso sia peccato
infine, la condizione peccaminosa della libertà
creata dipende non dal piano di Dio, ma dalla
libertà dell’uomo (la prevaricazione di Adamo)
La dottrina conciliare del PO:
 difende anzitutto la centralità della Salvezza di
Cristo (il nucleo della tesi anche di Agostino)
 la sua necessità ed efficacia nella mediazione
ecclesiale-sacramentale
 l’interesse cade sulla necessità del battesimo
 alla luce di questa riconosce la condizione umana
come segnata sin dalla nascita da una certa
condizione di “non-salvezza” (che l’uomo non
supera da solo)
 di cui però non si impegna a definirne la natura,
né tantomeno ad indagarne l’origine. Questo è il
compito che rimane alla teologia.
Il PO nella Teologia
contemporanea
dall’‘800 una pluralità di fermenti innovatori
Tre fattori:
 scienza (evoluzionismo nella spiegazione
dell’origine della umanità)
+ più difficile pensare a una prima coppia
responsabile del PO
+ se l’umanità è frutto di una evoluzione (vita
cosmica poi vita umana) a che punto della
catena evolutiva collocare il PO (una coppia
– più coppie primordiali)
 esegesi biblica (generi letterari) e ermeneutica del
dogma: non bisogna confondere la realtà del PO
con la sua dottrina:
distinguere il nucleo veritativo essenziale dai
presupposti necessari a salvaguardarlo
Es.: Paolo (adulti): l’universalità dell’essere pec-catore
(l’hamartia come potenza personificata del male)
Agostino (bambini): modello antropologico –biologico
di un nesso universale dovuto alla generazione.
 recupero del cristocentrismo in teologia
UR 22: principio della gerarchia delle verità
OT 16: connessione dei misteri tra loro
Il PO come asserto di fede non è una verità a se
stante, ma totalmente relativa all’affermazione
della salvezza in Cristo (cf il cristocentrismo di Rm 5)
 Dogma della
Immacolata
concezione
= esenzione
dal PO
 Dogma del PO
 Cristo
redentore
universale
Perciò:
 L’occasione stimolante = le scoperte scientifiche
mutano la rappresentazione tradizionale delle
origini umane
una visione evoluzionista del mondo
 pareva imporre il poligenismo
 e contraddire il monogenismo
 La causa determinante del cambiamento col
riconoscimento dei “generi letterari” (lettura non
storicizzante dei racconti genesiaci)
 Il motivo principale: il Concilio Vaticano II col
recupero del cristocentrismo
Sintesi teologica:
dalla solidarietà in Cristo
alla complicità in Adamo
Sviluppo:
 Inversione metodologica
 Stato Originario: da Adamo a Cristo
 Come dire lo stato di peccato ereditario
nell’uomo? (POoriginato)
 Come dire la causa del peccato ereditario
nell’uomo? (POoriginante)
 Inversione metodologica
la teologia attuale inverte la trattazione = dall’ordine
cronologico a quello logico:
È Cristo che rivela pienamente chi sia l’uomo (GS 22)
 è il criterio ermeneutico per interpretare anche
l’attuale condizione umana
 non interessa più la questione di un primo uomo o
meno: siamo anzitutto solidali in Cristo
 in questa comunione il peccato di uno interessa
tutti gli altri uomini.
Non più:
PeccatodiAdamo
Trasmissione
POo
bensì:
Gesù Cristo
POo POn, ossia la causa
partire da Cristo
per comprendere la situazione peccaminosa
dell’uomo (POo)
e poi risalire alla ricerca della sua origine (POn)
Passaggio di lavoro teologico:
schema classico
SO
POn = PdA
proposta attuale

Predestinazione in Cristo
 uomo (storico) = POo
Trasmissione
POo
 causa: POn = PdA+PdM
 Stato Originario: da Adamo a Cristo
 la solidarietà di tutti gli uomini in Cristo è
originaria e antecedente rispetto alla complicità
in Adamo
 È il metodo scritturistico: in Rom 5 emerge il
primato cristologico (e derivatamente la ricaduta
antropologica):
 5,1-11, l’annuncio della giustificazione precede e
fonda
 il versante del peccato (5,12-21).
 La dottrina del PO è la formulazione negativa di un
enunciato positivo:
«Come si può esplicitare positivamente la confessione
cristiana, così la si può esplicitare negativamente.
L’enunciato teologico che Dio in Gesù Cristo è la
salvezza di tutto il mondo, implica cioè l’enunciato
negativo che fuori di Cristo non vi è salvezza, e che il
mondo senza Cristo si trova nella perdizione. La
dottrina del peccato originale, dunque, se la si spoglia
di modi di comprendere storicamente condizionati, non
è che il lato negativo e la formulazione negativa in un
enunciato positivo. In questo senso è comprensibile
anche oggi; in questo senso anzi si tratta di una dottrina
che non si può assolutamente mettere in forse senza
mettere in forse la stessa verità cristologica» (W. Kasper)
Vantaggi della partenza: Cristo è lo SO
supera le ristrettezze dell’impostazione
amartiocentrica tradizionale
 permette di svincolarsi dall’eccessiva enfasi data
nel quadro teologico alla dottrina del PO
 il punto di partenza cristocentrico permette di
fondare la necessità di Cristo in positivo, non più in
negativo: Cristo “riguarda” ogni uomo non a motivo
del peccato (da cui lo libera) ma anzitutto per il
fatto di essere creati in Lui!
negativamente, rispondere di tutta la realtà di
male/peccato presente nella storia
La previa solidarietà dell’uomo in Cristo dice quale
sia il senso dell’uomo, la sua libertà: non anzitutto
liberarsi dal male, ma assumere i contorni filiali, la
filiazione in Gesù. Questo è la salvezza dell’uomo!
La “complicità in Adamo” è il rifiuto di questa
destinazione della libertà, è la pretesa di salvarsi al
di fuori del dono di Dio = semplice-mente è la
pretesa di “autosoteria”
«Il peccato è propriamente e ultimamente
contrapposizione alla filiazione in Cristo, è la
vicenda della libertà che non assume la forma della
fides Jesu» (FG. Brambilla)
Partendo da Cristo:
qual è il senso del PO?
L’impostazione cristocentrica ricalibra il senso e la
funzione della dottrina del PO:
 essa intende fornire un’ermeneutica della libertà
peccatrice
Dunque:
• non giustifica la necessità della redenzione = tutti
hanno bisogno di Cristo non anzitutto in quanto
peccatori, ma – prima ancora – perché creati in Lui
• non ha solo la funzione di giustificare l’universalità
della redenzione: tutti peccatori redenti in Cristo
• consente di introdurre la libertà peccatrice in una
storia di peccato (inteso come autoredenzione) di
cui è complice l’intero genere umano
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21 Antropologia per ISSR