Due o tre cose sulla serie armonica Giulio C. Barozzi Università di Bologna Una delle prime serie che si incontrano nello studio dell’Analisi Matematica è la cosiddetta serie armonica, cioè quella costruita a partire dalla successione 1 1 1 1, , , . . . , , . . . 2 3 n dei reciproci dei numeri interi positivi. La somma parziale n-esima di tale serie è il numero armonico di ordine n 1 1 1 H(n) = 1 + + + . . . + . 2 3 n Nonostante ciascuna di tali somme si ottenga dalla precedente addizionando un termine via via più piccolo e convergente a 0, la successione delle somme stesse, cioè la serie armonica, diverge positivamente. Poiché la successione H(n) è monotona crescente, è equivalente dimostrare che essa è positivamente divergente, oppure dimostrare che essa è superiormente illimitata. Ancora: per dimostrare che essa è divergente, basta mostrare che essa ammette una sottosuccessione positivamente divergente. La dimostrazione più antica della divergenza in questione è dovuta a Nicola Oresme (ca. 1323–1382); essa parte dall’idea che, raggruppando opportunamente più termini consecutivi della serie armonica, si può costruire una sottosuccessione della successsione H(n) che manifestamente diverge. A partire dal secondo termine, raggruppiamo i termini della serie armonica in blocchi costituiti da 1, 2, 4, 8, . . . addendi, in modo che l’ultimo termine di ciascun blocco sia del tipo 1/2k : 1 1+ + 2 1 1 + + + 3 4 1 1 1 1 + + + + + 5 6 7 8 + ...... In ciascuno dei blocchi entro parentesi l’ultimo addendo è il più piccolo, dunque le quantità entro parentesi sono tutte ≥ 1/2. In generale, per ogni naturale positivo k, il k-esimo blocco contiene 2k−1 addendi tutti maggiori o uguali a 1/2k . Per ogni naturale k abbiamo allora H(2k ) ≥ 1 + 1 k , 2 e poiché la successione a secondo membro diverge, tale sarà anche quella a primo membro. k 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 H(2k ) 1 + k/2 1.5 2.083333 2.717857 3.380728 4.058495 4.743890 5.433147 6.124344 6.816516 7.509175 1.5 2. 2.5 3. 3.5 4. 4.5 5. 5.5 6. Come vedremo in seguito, la serie armonica è strettamente legata alla funzione logaritmo. Una dimostrazione della divergenza della serie armonica può essere ottenuta a valle della definizione del numero di Eulero e = 2.7182818284 . . . , dopo aver dimostrato che la successione n → (1 + 1/n)n che definisce il numero stesso è monotona crescente, dunque e è anche l’estremo superiore della successione in esame: n 1 < e. ∀n > 0, 1 + n Prendendo i logaritmi di entrambi i membri abbiamo n[log(n + 1) − log n] < 1 ⇐⇒ log(n + 1) − log n < dunque 1 , n n n 1 [log(k + 1) − log k] = log(n + 1) H(n) = > k k=1 k=1 e l’ultima quantità diverge per n → ∞. Un’ulteriore dimostrazione della divergenza della serie armonica si deve a Pietro Mengoli (1626–1682), successore di Bonaventura Cavalieri nell’insegnamento della matematica nell’Università di Bologna. Essa parte dall’idea che, se si rappresentano in un diagramma cartesiano i punti di coordinate (n, 1/n), essi appartengono al ramo di iperbole x → 1/x, x > 0, che rivolge la propria concavità verso l’alto. Dunque se si congiungono due punti di tale iperbole con un segmento, esso giace tutto al disopra dell’arco di iperbole che ha gli stessi estremi. Ad esempio, se si congiungono i punti n − 1, 1/(n − 1) e n + 1, 1/(n + 1) , il punto medio del segmento ottenuto ha ascissa n e ordinata 1 1 1 + 2 n−1 n+1 che è maggiore dell’ordinata 1/n del corrispondente punto appartenente all’iperbole. 2 1 1 In altri termini 2 3 4 5 1 1 1 1 + > ; 2 n−1 n+1 n si tratta di una diseguaglianza immediata in quanto può essere riscritta nella forma n2 1 n > −1 n ⇐⇒ n2 > n2 − 1. Se scriviamo la nostra diseguaglianza nella forma 1 1 2 + > , n−1 n+1 n e aggiungiamo 1/n ad entrambi i membri, otteniamo: 1 1 3 1 + + > . n−1 n n+1 n A parole: la somma di tre termini consecutivi della serie armonica è maggiore del triplo del termine “centrale” della terna in esame. Raggruppiamo allora i termini della serie armonica in blocchi di tre termini, a partire del secondo termine, in modo che il termine centrale di ciascuna terna abbia come denominatore un multiplo di 3: 1 1 1 + + + 1+ 2 3 4 1 1 1 + + + + 5 6 7 1 1 1 + + + + 8 9 10 +...... La prima somma entro parentesi è maggiore di 3 · 1/3 = 1, la seconda è maggiore di 3 · 1/6 = 1/2, la terza è maggiore di 3 · 1/9 = 1/3, . . . . In generale se consideriamo 3 la somma H(3n + 1), essa si può scrivere come 1 seguito n terne che, complessivamente, danno un contributo superiore a 1 + 1/2 + 1/3 + . . . + 1/n, dunque H(3n + 1) > 1 + H(n). Supponiamo ora, per assurdo, che la successione H(n) converga ad un limite s ∈ R. Passando al limite nella diseguaglianza appena ottenuta, avremmo s ≥ 1 + s, il che è impossibile. Resta dunque l’altra alternativa: H(n) diverge positivamente. n H(3n + 1) 1 + H(n) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 2.083 333 2.592 857 2.928 968 3.180 133 3.380 728 3.547 739 3.690 813 3.815 958 3.927 171 4.027 245 2. 2.5 2.833 333 3.083 333 3.283 333 3.45 3.592 857 3.717 857 3.928 968 3.928 968 Nello stesso spirito della dimostrazione di Mengoli, appena vista, possiamo dare una dimostrazione “visiva” della divergenza della serie armonica. Costruiamo un istogramma costituito da rettangoli di base unitaria e altezze 1, 1/2, 1/3, . . . ; per ragioni di leggibilità del grafico, scegliamo l’unità di misura sull’asse delle ordinate maggiore di quella sull’asse delle ascisse, come abbiamo fatto anche nella figura precedente. 1 0.8 0.6 0.4 0.2 1 2 3 4 5 6 L’area complessiva dell’istogramma fornisce la somma della serie armonica. Ora, possiamo considerare il nostro istogramma non solo come unione di rettangoli “verticali” che hanno due vertici opposti nei punti (n−1, 0) e (n, 1/n), ma anche come unione di rettangoli “orizzontali” che hanno due vertici opposti nei punti (0, 1/(n + 1)) e (n, 1/n). 4 1 0.8 0.6 0.4 0.2 1 2 3 4 5 6 L’area dell’n-esimo rettangolo vale n 1 1 − n n+1 = 1 . n+1 Dunque l’area complessiva dell’istogramma vale 1 + 1/2 + 1/3 + . . . se viene calcolata come somma delle aree dei rettangoli “verticali”, e vale 1/2 + 1/3 + 1/4 + . . . se viene calcolata come somma delle aree dei rettangoli “orizzontali”. Ma l’uguaglianza 1+ 1 1 1 1 1 1 + + ... + + ... = + + ... + + ... 2 3 n 2 3 n è impossibile se le serie ai due membri sono convergenti. Concludiamo con due ulteriori osservazioni. La successione n → H(n) cresce molto lentamente: essa si comporta come la successione n → log n, nel senso che il rapporto tra le due tende a 1 per n → ∞. Lo stesso vale, ovviamente, anche se si scrive log(n+1) al posto di log n. Un esame non difficile, ma minuzioso, mostra che log(n + 1) < H(n) per ogni n (cosa che già sappiamo) e più precisamente la differenza H(n) − log(n + 1) converge ad una costante γ, la cosiddetta costante di Eulero-Mascheroni, che vale approssimativamente 0.577. Il lettore interessato può consultare il testo citato in bibliografia [1], p. 383 e ss. n 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 H(n) log(n + 1) H(n) − log(n + 1) 2.283 333 2.928 968 3.318 228 3.597 739 3.815 958 3.994 987 4.146 781 4.278 543 4.394 948 4.499 205 1.791 759 2.397 895 2.772 588 3.044 522 3.258 096 3.433 987 3.583 518 3.713 572 3.828 641 3.931 825 0.491 573 0.531 072 0.545 640 0.553 217 0.557 861 0.560 999 0.563 262 0.564 970 0.566 306 0.567 379 5 Finalmente: eccettuato il valore H(1) = 1, tutti i restanti valori di H(n) sono numeri (ovviamente) razionali, ma non interi: in effetti ciascuno di tali numeri è dato da una frazione irriducibile con numeratore dispari e denominatore pari. Per una dimostrazione elementare di questo fatto rimandiamo al numero 4 dell’anno 1995 della rivista Archimede (pag. 218). Bibliografia [1] G.C. Barozzi, Primo Corso di Analisi Matematica, Zanichelli (Bologna), 1998; [2] R. Courant, H. Robbins, Che cos’è la matematica, Bollati Boringhieri (Milano), 2000; [3] W. Dunham, Viaggio attraverso il genio, Zanichelli (Bologna), 1992. 6