Le Discrasie Plasmacellulari D.ssa Sara Pezzatti U.O. Clinica Ematologica San Gerardo Definizione Le Discrasie Plasmacellulari sono il risultato della proliferazione clonale di una plasmacellula aberrante secernente. Caso clinico (1) Pz di 48 anni, sesso M. APR: silente. Non assume farmaci. All’osservazione a maggio 2012 c/o ambulatorio prime visite ematologiche per «anemia macrocitica». Emocromo: Hb 9 g/dl, MCV 99 fL, GB 6000/mmc, PLT 146000/mmc. Bilancio marziale: sideremia 71 mcg/dL (50-175 mcg/dL) Ferritina 1644 ng/mL (30-490 ng/mL), transferrina 185 mg/dL (200-360 mg/dL) Folati: 4,3 ng/mL (3-15 ng/ml) Vitamina B12: < 150 pg/ml (193-982 pg/ml) supporto con Cianocobalamina In ultimo riferisce la comparsa di un lieve dolore costale dx mentre sollevava un peso, con l’emitorace dx appoggiato ad un parapetto Caso clinico (1) Sospetto? FRATTURA PATOLOGICA, ANEMIA Elettroforesi: Componente Monoclonale IgAk 7,96 g/dl Dosaggio Ig: IgG 348 mg/dl, IgA 6120 mg/dl, IgM 16 mg/dl Beta2microglobulina 5,1 mg/L, albumina 3,8 g/dL Creatinina 1,5 mg/dl, Calcemia 10,3 mg/dl Proteinuria 0,13 g/24h Bence-Jones positiva kappa Catene libere kappa 1800 mg/L (3,3-19,4 mg/L) Catene libere lambda 15 mg/L (5,71-26,3 mg/L) RATIO 120 Caso clinico (1) INDAGINI DIAGNOSTICHE DI II LIVELLO Aspirato midollare: infiltrato plasmacellulare pari all’80%. TC scheletro (a bassa dose di radiazioni): multiple alterazioni osteostrutturali di tipo osteolitico distribuite ubiquitariamente a carico dei segmenti ossei esaminati. Le lesioni di dimensioni maggiori risultano localizzate alla teca cranica in sede occipitale (19 mm), al soma di C2 (17 mm), D11 (21 mm), L1 (23 x 20 mm) determinante interruzione della corticale ossea, a carico dell’emisacro dx (29 mm). MIELOMA MULTIPLO IgAk, stadio ISS 2, Salmon IIA International Staging System (ISS) Greipp et al. JCO 2005;2:23:3412-20 Stage Serum Albumin Beta-2-microglobulin Frequency (%) Median Survival (months) 1 Serum albumin >35g/L serum B2M < 3.5ug/ml 28 62 2 Neither stage 1 nor 3 44 44 3 B2M > 5.5ug/ml 28 29 Durie-Salmon Staging System Stage I All of the following: Hb >10 g/dl Normal serum calcium <12 mg/dl Skeletal survey normal bone structure Low M component production rates: IgG <5 g/dL, IgA <3 g/dL, Urine light chain M component on electrophoresis < 4 g/24h Stage II Overall data not as minimally abnormal as shown for stage I and no single value abnormal as defined for stage II Stage III One or more of the following: Hb < 8.5 g/dL Serum calcium value > 12 Advanced lytic bone lesions, three or more High M component rates: IgG > 7g/dL, IgA > 5g/dL, Urine light chain M component on electrophoresis > 12 g/24h Subclassification A = relatively normal renal function (serum creatinine value < 2 mg/dL) B = abnormal renal function (serum creatinine > 2 mg/dL) Differenziazione Linfociti B • Le plasmacellule rappresentano lo stadio finale della differenziazione delle cellule B • Il primo step di tale processo avviene nel midollo osseo • A livello molecolare si traduce con il processo del riarrangiamento del gene delle catene pesanti delle immunoglobuline • Le catene pesanti e le catene leggere delle immunoglobuline sono codificate da due segmenti genici distinti, ad un certo stadio dello sviluppo dei linfociti, riarrangiano e formano un unico gene che viene poi trascritto e tradotto • La prima fase di questo processo è rappresentata da delezioni di DNA che combinano 1 segmento DH a 1 dei 6 segmenti JH. Queste delezioni sono indipendenti dalla pressione antigenica (stocastiche) La cellula pro-B continua la sua differenziazione combinando DH-JH con un segmento VH • • Se tali riarrangiamenti risultano “produttivi” la cellula pre-B riarrangia i geni delle catene leggere IGLk and IGLl Organizzazione dei cluster genici delle catene leggere e delle catene pesanti delle Immunoglobuline nell’uomo Differenziazione dei Linfociti B • Inizialmente è sintetizzata una catena mu, poiché il gene costante IGHM (CE) è localizzato vicino al riarrangiamento V-D-J - Riarrangiamento «produttivo» la cellula B matura è in grado di produrre IgMk espresse sulla sua superficie - Riarrangiamento non produttivo, step 2, si passa a riarrangiare il gene IGLI con conseguente produzione di IgMlambda (IgM di superf funzionanti) Qui si verifica l’instaurazione della tolleranza, cioè la selezione del linfocita in modo che non riconosca antigeni self • cellule B mature abbandoneranno il midollo osseo e colonizzeranno gli organi linfoidi secondari dove continueranno la loro maturazione. Fase antigene dipendente (1) • La seconda parte della maturazione diverrà antigene-dipendente, interagendo con le cellule dendritiche e le T cells • Nei centri germinali degli organi linfoidi secondari si manifesta un secondo tipo di riarrangiamento molecolare, il processo di ipermutazione somatica (SMH) • Queste mutazioni stocastiche si produrrano all’interno del segment VDJ ad opera di specifici enzimi • Solo le cellule B con mutazioni che migliorano la specificità dell’anticorpo per l’antigene sopravvivono, le altre vanno in apoptosi Fase antigene dipendente (2) • L’ultima fase del riarrangiamento avviene negli organi linfoidi secondari, noto come “switch isotipico” (CSR). • Durante il suo differenziamento, il linfocita B può esprimere altri isotipi o sub-isotipi delle Ig. Questo implica la sostituzione di un gene IGHC da parte di un altro, come risultato della ricombinazione del DNA (switch isotipico), con l'eliminazione di una intera parte intermedia a loop. • La cellula B matura esprimerà Ig differenti, sia di membrane che secrete (IgA, IgG o IgE) • Si differenzierà: - plasmacellula, che produce attivamente anticorpi progressivamente più affini per l’antigene; - cellula B di memoria che permane per lungo tempo in circolo e si attiva ogni volta che incontra lo stesso antigene (risposta secondaria) B-cell differentiation. Jill Corre et al. Blood 2015;125:1870-1876 ©2015 by American Society of Hematology Biological events related to progression to multiple myeloma Korde N et al. Blood 2011;117:5573-5581 Evoluzione a cellula neoplastica Una volta che un evento oncogenico si manifesta, quasi sempre persiste Le aberrazioni citogenetiche nel mieloma multiplo possono essere divise in 2 entità generali con caratteristiche parzialmente sovrapposte: - iperdiploidia (circa il 50%) comprende trisomie ricorrenti con 48-74 cromosomi - non iperdiploidia (circa 40%) (< 48 o > 74 cromosomi) includono traslocazioni che coinvolgono IgH: t(4; 14), t(14; 16), t(6; 14), t(11; 14) e t(14; 20) Entrambi possono coesistere con del-13, anche se tale anomalia più comunemente (dal 80% al 90% dei pazienti) si associa a t (4; 14), t (14; 16), e t (14; 20) - Attivazione costitutiva NFKB patway mediata da mutazioni che insorgono durante la progressione - Inattivazione del gene Rb o la delezione di p53 o p18, si osservano principalmente nelle fasi avanzate di mieloma extramidollare, hanno sviluppato caratteristiche che li rendono indipendenti dal microambiente midollare. Interazioni col microambiente • Nel midollo osseo le cellule mielomatose sono fortemente dipendenti dal microambiente midollare • L'interazione reciproca induce cambiamenti nel microambiente osseo, responsabili per esempio della formazione delle lesioni litiche • Viene inoltre promossa la formazione di nuovi vasi, ciò favorisce la sopravvivenza delle plasmacellule MM pathogenesis: genetics and microenvironment Bone formation inhibition Osteoblast Osteoclast Bone resorption “soil” Stromal cells Clonal Pc Cytokine production “seed” Lymphocyte Angiogenesis Immunosuppression Endothelial cell Clonal evolution in a permissive microenvironment. Irene M. Ghobrial, and Ola Landgren Blood 2014;124:33803388 ©2014 by American Society of Hematology Different types of MM 15% 3% MGUS La gammopatia monoclonale di significato indeterminato (MGUS) è una discrasia plasmacellulare asintomatica. Il rischio di progressione in Mieloma Multiplo, Macroglobulinemia di Waldenstrom, amiloidosi AL o un altro disordine linfoproliferativo è pari all’ 1% anno. Kyle RA et al. Leukemia 2010 24, 1121-1127 Spectrum of plasma cell dyscrasia Prevalenza • > 3% della popolazione bianca di età superiore ai 50 anni (età media 66 anni) • 1,7% 50-59 anni; 5% < 70 anni • 2-3 volte più elevata negli afroamericani e nei neri provenienti dall’Africa rispetto ai Caucasici; sembra essere minore nell'estremo oriente • RR di MGUS è di 2 volte in parenti I grado di pz con MM 3.3 volte in parenti di I grado di soggetti con MGUS CM. Vachon et al. Blood 2009 114: 785-790 Fattori di rischio Fattori di rischio: • • • • • Razza Età avanzata Sesso maschile Esposizione a pesticidi Familiarità Kyle RA et al. Leukemia 2010 24, 1121-1127 Premalignancy low risk of progression (1-2% year) Premalignancy high risk of progression (10% year) Malignancy Classificazione Disordine “premalignancy” con basso rischio di progressione (1-2%/anno) Tipologia di proteina monoclonale: • IgG, IgA (non-IgM) MGUS * • IgM MGUS • Light-chain MGUS * Sono decritte anche forme IgD, IgE MGUS Neha K. et al. Blood 2011 117: 5573-5581 Criteri diagnostici MGUS Rajkumar IMWG Lancet Oncol 2014; 15: e538–48 Criteri diagnostici MGUS Rajkumar IMWG Lancet Oncol 2014; 15: e538–48 Non-IgM MGUS Proliferazione clonale di una plasmacellula aberrante; lgG (69%), IgA (11%), biclonale (3%), IgD ed IgE (<1%) • Proteina monoclonale sierica < 3 g/dl • Quota di plasmacellule midollari clonali < 10 % • Assenza di danno d’organo: anemia, localizzazione ossea, insufficienza renale ed ipercalcemia attribuibili al disordine plasmacellulare clonale. Neha K. et al. Blood 2011 117: 5573-5581 IgM MGUS Proliferazione di cellule linfocitarie o linfoplasmocitoidi aberranti. Evoluzione a macroglobulinemia di Waldenstrom o altri linfomi. Immunofenotipo: IgM+, CD5 +/-, CD10-, CD 19+, CD20+, CD23+ • Paraproteina sierica < 3 g/dL • Infiltrato midollare linfoplasmocitario < 10% • Assenza di danno d’organo: anemia, sintomi costituzionali, iperviscosità, linfadenopatia, epatosplenomegalia, polineuropatia, crioglobulinemia, attribuibili ad un disordine linfoproliferativo sottostante. Neha K. et al. Blood 2011 117: 5573-5581 Light-chain MGUS Proliferazione di un clone plasmacellulare aberrante; Assenza della catena pesante ma presenza di alterato FLC ratio secondario all’incremento della catena leggera coinvolta. • Alterato rapporto FLC ratio (< 0.26 o > 1.65) • Incremento assoluto del valore di catena leggera coinvolta κ o λ • Assenza di catena pesante all’immunofissazione • Quota di plasmacellule midollari clonali < 10 % • Assenza di danno d’organo: anemia, localizzazione ossea, insufficienza renale ed ipercalcemia attribuibili al disordine plasmacellulare clonale Neha K. et al. Blood 2011 117: 5573-5581 Plasmocitoma solitario La proliferazione plasmocitaria coinvolge un unico segmento osseo; Midollo osseo normale; esame dello scheletro normale; assenza della componente monoclonale nel siero e/o nelle urine (una piccola CM può essere presente); assenza di coinvolgimento di organi o tessuti. Plasmocitoma extramidollare la proliferazione plasmocitaria coinvolge un organo extramidollare (apparato respiratorio, rene, intestino, organi linfatici); midollo osseo normale; esame dello scheletro normale; assenza della componente monoclonale nel siero e/o nelle urine (una piccola CM può essere presente). Leucemia plasmacellulare PC > 20% nel sangue periferico; De novo o trasformazione leucemica secondaria a MM; Epatosplenomegalia; Rara e prognosi infausta: sopravvivenza mediana 7-11 mesi, se nel contesto di un MM refrattario o recidivante 2-7 mesi. M-protein concentrations year-by-year over time prior to multiple myeloma Landgren, O. Hematology 2010;2010:295-302 Landgren, O. Clin Cancer Res. 2011;17:1243-52 Stratificazione del rischio Mayo Clinic model: Predittori di rischio di progressione (3 maggiori): Entità della paraproteina > o < 1,5 g/dl Tipo di immunoglobulina coinvolta (IgG, non IgG) FLC ratio sierico (0,26-1,65). Spanish study group: Citofluorimetria identifica la popolazione di plasmacellule aberranti. aPC/nBMPC ratio > 95% aneuploidia Kyle RA et al. Leukemia 2010 24, 1121-1127 PHENOTYPE Normal PC CD19 +/− CD138 + CD56 − CD27 bright CD38 bright CD45 + dim Cy κ/λ < 3.0 or > 0.5 CD117 − Malignant PC CD19 − CD138 + CD56 + CD27 dim CD38 dim CD45 − Cy κ/λ > 3.0 or < 0.5 CD117+/ − Clinical risk-stratification models for MM precursor disease Prognostic value ? Immunophenotype –normal PC: CD138+ CD19 + CD56 -- polyclonal –Pathol.PC : CD138+ CD19 -- CD56+ monoclonal –Ratio important? GEP ? Korde N et al. Blood 2011;117:5573-5581 Patient management Basso rischio (proteina sierica < 1,5 g/dl, IgG, normale rapporto FLC): Follow-up semestrale degli ematochimici, se stabilità, annuale (no BOM o AM o Rx scheletro se clinica e bioumorali suggestivi per MGUS). Intermedio e Alto rischio (proteina sierica > 1,5 g/dl, IgA o IgM, alterato rapporto FLC): BOM e AM al baseline (???), sempre richiesto se evidenza di danno d’organo o se sospetto un’ amiloidosi AL. In presenza di proteina M IgM -> ecografia addome o TC Follow-up semestrale degli ematochimici, se stabilità, annuale. Kyle RA et al. Leukemia 2010 24, 1121-1127 Criteri diagnostici MM Rajkumar IMWG Lancet Oncol 2014; 15: e538–48 Criteri diagnostici • Due studi distinti intrapresi dalla Mayo Clinic hanno dimostrato che rispettivamente il 95% e il 83% dei pazienti aventi un infiltrato plasmacellulare ≥ 60% andavano incontro a progressione entro 2 anni, con una PFS di 7,7 mesi. • Circa 1/3 dei pazienti con MGUS, il 70% dei pazienti con MM asintoamtico e più del 90% dei pazienti con MM hanno un alterato rapporto FLC che indica un eccesso di produzione di FLC clonali da parte della popolazione proliferante delle plasmacellule • Il rischio di progressione in MM o Amiloidosi AL in pz con FLC ratio ≥ 100 e il valore di FLC coinvolta di almeno 1000, era 82% a 2 anni e 93% a 3 anni. • I ricercatori hanno quindi concluso che un FLC ratio ≥ 100 rappresenta un predittore di progressione e che tali pazienti possono essere candidabili ad un trattamento sistemico. Smouldering MM Non IgM MGUS Smouldering MM M-protein (IgG o IgA) > 3 g/dl e/o PC midollari > 10% Assenza di danno d’organo: anemia, localizzazione ossea, insufficienza renale ed ipercalcemia attribuibili al disordine plasmacellulare clonale. The clinical dilemma of smoldering myeloma Landgren, O. Hematology 2010;2010:295-302 Landgren, O. Clin Cancer Res. 2011;17:1243-52 MGUS to Myeloma progression IgG < 3.5 g, IgA < 2 g PC = 10% MGUS IgG = 3.5 g, IgA = 2 g PC = 10-30% lytic lesions = 0-3 Smouldering Myeloma Indolent Myeloma THERAPY??? IgG < 3.5 g, IgA < 2 g PC = 10% MGUS IgG > 3.5 g, IgA > 2 g PC > 30% lytic lesions > 3 Simptomatic Myeloma THERAPY CRAB Indolent Myeloma Simptomatic Myeloma THERAPY Theoretically possible scenarios resulting from early treatment of smoldering myeloma Landgren, O. Hematology 2010;2010:295-302 Landgren, O. Clin Cancer Res. 2011;17:1243-52 Theoretically possible scenarios resulting from early treatment of smoldering myeloma Landgren, O. Hematology 2010;2010:295-302 Landgren, O. Clin Cancer Res. 2011;17:1243-52 Theoretically possible scenarios resulting from early treatment of smoldering myeloma Landgren, O. Hematology 2010;2010:295-302 Landgren, O. Clin Cancer Res. 2011;17:1243-52 Theoretically possible scenarios resulting from early treatment of smoldering myeloma Landgren, O. Hematology 2010;2010:295-302 Landgren, O. Clin Cancer Res. 2011;17:1243-52 CRAB IperCalcemia: > 11 mg/dL Insufficienza Renale: creatininemia 2 mg/dL creatinina clearance < 40 mL/min Anemia: Hb < 10 g/dL o < 2 g/dL rispetto al valore normale per il paziente Lesioni ossee: osteolisi, severa osteopenia o fratture patologiche Condition other than CRAB which need the start of treatment (~20% of patients) neuropathy (because of spinal cord compression, nerve root compression, or peripheral neuropathy) extramedullary involvement hyperviscosity syndrome concomitant amyloidosis (eg, nephrotic syndrome or cardiopathy) hemorrhage/coagulopathy systemic symptoms (eg, fever or weight loss) primary plasma cell leukemia infections Cryoglobulinemia Talamo G. Clin Lymphoma Myeloma Leuk. 2010 Diagnostica Emocromo Elettroforesi sieroproteica + immunofissazione Dosaggio immunoglobuline FLC Calcemia Creatinina β2-microglobulina, LDH, PCR Bence-Jones Proteinuria 24h Elettroforesi delle proteine urinarie pro-BNP Authors’ conclusions Early treatment of early stage multiple myeloma inhibits disease progression, and may reduce vertebral compression. However: early treatment may increase the risk of acute leukemia. The data on vertebral compression and leukemic transformation may not be interpretable due to very small numbers. Based on the current evidence, mortality and response rate are not significantly affected by introducing early treatment in the progression of myeloma. However, it is quite possible that the lack of beneficial effects of early intervention in myeloma is a false negative result due to the paucity of the existing evidence. In addition, data on quality of life and toxicity were sparsely reported adding to additional difficulties about management decisions in early stage myeloma. Conclusioni • MGUS e SMM sono disordini plasmacellulari asintomatici con la tendenza alla trasformazione in una patologia sintomatica (Mieloma Multiplo). • Attualmente non disponiamo di marcatori biologici affidabili che ci permettano di predire quali pazienti progrediranno e quali no. • Ad oggi non vi è ancora alcuna evidenza che il trattamento precoce migliori la sopravvivenza nei pazienti asintomatici e biochimicamente stabili. • Al di fuori di studi clinici la strategia è “watch and wait”. • Nell'era dei nuovi farmaci vi è la necessità di identificare quei pazienti che possono trarre beneficio da un trattamento precoce e consentire lo sviluppo di strategie di intervento basate su un razionale scientifico. Caso clinico (2) Pz di 57 anni, sesso F In APR: gastrite cronica. Nota MGUS IgG lambda dal 2005. Dicembre 2013 comparsa di dolori lombosacrali irradiati agli arti inferiori con ipoestesia bilaterale. RMN rachide lombo-sacrale con documentazione di tessuto patologico epidurale anteriore in corrispondenza dei somi di L2 ed L5 con addensamento delle radici della cauda. Emocromo: Hb 13 g/dl, GB 12650/mmc, PLT 209000/mmc Elettroforesi non evidenza di CM, lieve deficit della zona gamma Dosaggio Ig: IgG 425 mg/dl, IgA 11 mg/dl, IgM 9 mg/dl Beta2microglobulina 1,8 mg/L, albumina 3,36 g7dl Creatinina 0,6 mg/dl, calcemia 9,5 mg/dl Caso clinico (2) Proteinuria 24h assente Bence-Jones negativa Catene leggere libere kappa 0,42 mg/L Catene leggere libere lambda 0,68 mg/L RATIO non eseguibile Biopsia osteomidollare: infiltrato plasmacellulare pari al 90% TC scheletro (a bassa dose di radiazioni): noto tessuto patologico epidurale anteriore in corrispondenza dei somi di L2 ed L5. Non evidenti altre alterazioni focali di aspetto litico riferibili a localizzazioni di malattia. MIELOMA MULTIPLO NON SECERNENTE, stadio ISS1, Salmon IIA Patogenesi del danno osseo (1) Le MM cells secernono fattori attivanti gli osteoclasti : linfotossina, TNF-α, IL-1, IL-3 and IL-6. L’attività degli osteoblasti e degli osteoclasti è fisiologicamente strettamente correlata. Sulla membrana degli osteoclasti è presente il receptor activator of nuclear factor kB (RANK) . Il ligando del RANK (RANKL) è espresso sulla superficie dei progenitori degli osteoblasti e dei fibroblasti stromali ed è secreto dalle cellule T attivate. -> il legame RANK-RANKL provoca la differenziazione e l’attivazione osteoclastica. Meccanismo di regolazione mediante un falso recettore solubile, l’osteoprotegerina (OPG), in grado di legarsi a RANKL. Riducendo la disponibilità del ligando viene inibita così la differenziazione osteoclastica. Patogenesi del danno osseo (2) Le MM-cells inducono un aumento dell’espressione di RANKL e una diminuzione dell’espressione di OPG favorendo il riassorbimento osseo. Il legame RANKL-RANK sulla superficie dei precursori degli osteoclasti induce - attivazione di NFkB - differenziazione degli osteoclasti Inibitore di NFkB resta legato a NFkB e ne previene l’attivazione. Normalmente degradato dal proteasoma. Il proteasoma risulta essere un target terapeutico mediante l’impiego di potenti inibitori. Patogenesi del danno osseo (3) • - MIP-1α è una proteina potente induttore della formazione osteoclastica aumenta gli effetti di RANKL e IL-6 sulla formazione osteoclastica. aumenta le interazioni adesive, grazie ad integrine e VCAM-1, tra le plasmacellule neoplastiche e le cellule stromali midollari. Si traducono con ↑ RANKL, IL-6, VEGF e TNF-α da parte delle cellule stromali Il 70% dei pazienti con mieloma multiplo ha aumentati livelli di MIP-1α , ma anche aumentati livelli di mRNA di questa proteina • DKK-1 inibisce l’osteoblastogenesi a partenza dalle cellule mesenchimali ↓ i livelli di osteoprotegerina (OPG) e ↑ i livelli di RANKL -> l’aumentato rapporto RANKL-OPG promuove l’attività osteoclastica e il riassorbimento osseo Anemia da cancro Cellule tumorali AIS Attivazione immunitaria Macrofagi RBCs Eritrofagocitosi Diseritropoiesi TNF IL-1 α, β TNF Riduzione della sopravvivenza ANEMIA Ridotta produzione di EPO AIS = sostanza inducente anemia; CFU-e = erythroid colony-forming unit; IL-1 = interleuchina-1; RBCs = eritrociti; IFN-γ IL-1 TNF α1-antitripsina IFN- γ IL-1 TNF Soppressione delle Alterata utilizzazione BFU-e CFU-e del ferro BFU-e = erythroid burst-forming unit; EPO = eritropoietina; IFN = interferone; TNF = tumor necrosis factor. Nowrousian M, et al. Med Oncol 1998; 15(1): 519-528 Caso clinico (3) Pz di 46 anni, sesso F APR: nel 2011 gastrite H.pylori positiva trattata con terapia eradicante. Allergia al nichel. Non assume farmaci. Settembre 2014 giungeva in PS del nostro ospedale per malessere generale e profonda astenia, presenti da circa 2-3 mesi e progressivamente ingravescenti. Ematochimici: • anemia severa normocitica: Hb 6,2 g/dl, MCV 81 fL, GB 5780, PLT 240000; alla formula leucocitaria «osservati elementi linfoplasmocitoidi» • IRA: creatinina 9,5 mg/dl • Calcemia 14,2 mg/dL A seguito di valutazione Nefrologica ed Ematologica si concorda per un approfondimento diagnostico Caso clinico (3) Elettroforesi: componente monoclonale IgA lambda (beta2 6,03 g/dl). Dosaggio Ig: IgG 282 mg/dl, IgA 5858 mg/dl, IgM 5 mg/dL Catene leggere k libere 12,6 mg/L Catene leggere Lambda libere 15176 mg/L RATIO 0 Proteinuria 0,27 g/24h Bence Jones positiva lambda Beta2microglobulina 24,1 mg/L, albumina 3,5 g/dL Biopsia osteomidollare: infiltrato plasmacellulare 95%, clonali per catene leggere λ TC scheletro (bassa dose di radiazioni): miliariformi alterazioni focali rifeirbili a ubiquitarie localizzazioni ossee di patologia sistemica, in particolare alla teca cranica, scheletro assile e bacino; costo-sterno-claveari; ossa lunghe degli arti. MIELOMA MULTIPLO IgA lambda, stadio ISS3, Salmon IIIB. Produzione di Ig e FLC Kappa FLC 25 kDa Lambda FLC 50 kDa Metabolismo renale delle FLC Le CL filtrano attraverso i glomeruli per il basso pm e per la carica +, >90% sono riassorbite dal tubulo prossimale attraverso un legame con le proteine dell’orletto a spazzola seguito da endocitosi, e degradate dai lisosomi Metabolismo renale delle FLC • In condizioni normali la quantità di CL filtrate è modesta e viene quasi totalmente riassorbita • In condizioni patologiche le CL possono interagire con diverse strutture del nefrone secondo 2 principali modalità: • a) deposizione in sede mesangiale glomerulare e sulle Membrana Basale Tubulare; • b) precipitazione nel lume tubulare Le differenti lesioni renali sono legate principalmente alle caratteristiche fisico-chimiche delle CL Patogenesi del Danno Renale nel MM Produzione di catene leggere tubulopatiche Rene da mieloma S. di Fanconi acquisita glomerulopatiche Amiloidosi AL Light Chain Deposition Disease Cause dell’insufficienza renale (1) Nefropatia tubulare (rene da Mieloma) • Escrezione/filtrazione a livello glomerulare delle catene leggere • Danno dei tubuli distali e dei dotti collettori da parte dei corpi eosinofili (casts) costituiti da catene leggere circondati da cellule giganti multinucleate • Correlazione tra il grado di formazioni dei “cast” e severità della insufficienza renale • La nefropatia dipende più dalle caratteristiche che non dal quantitativo delle catene leggere Patogenesi della cast nephropathy E’ legata alla precipitazione di CL complessate con la TammHorsfall glycoprotein (THP) nel tubulo distale. Ne deriva ostruzione tubulare, passaggio di pre-urina nell’interstizio seguito da una reazione infiammatoria. Deficit riassorbimento di proteine a basso peso molecolare Deficit acidificazione e concentrazione urinaria Cause dell’insufficienza renale (2) Deposito di Immunoglobuline a livello glomerulare AMILOIDE: Deposito di fibrille di catene leggere a livello della membrana del mesangio e/o glomerulo. • Maggiormente catene λ • Rosso Congo + • Sindrome nefrosica • Creatinina sierica nella norma Malattia da deposito delle catene leggere o delle Immunoglobuline Monoclonali • Maggiormente catene k • Rosso Congo – (no-fibrille) • Sindrome nefrosica dovuta al coinvolgimento glomerulare • Creatinina sierica spesso aumentata • Glomerulosclerosi nodulare, cuore, fegato e altri organi coinvolti Cause dell’insufficienza renale (3) Sindrome di Fanconi acquisita Inclusioni cristalline nel tubulo prossimale, costituite da incomplete catene leggere k Mancata capacità di riassorbimento del tubulo prossimale Glicosuria, aminoaciduria, ipouricemia, ipofosfatemia Osteoporosi, dolori ossei, modica insufficienza renale, raramente progressione del mieloma o insufficienza renale terminale Razionale del trattamento • Il Mieloma Multiplo è una patologia tumorale, nella sua fase di malattia sintomatica, se non trattato, determina la morte del paziente • Il complesso meccanismo patogenetico di interazione tra le MM cells e il microambiente midollare, così come l’ampia varietà delle presentazioni cliniche, non hanno consentito l’identificazione di un unico e specifico target terapeutico • Pertanto le strategie terapeutiche sono volte ad impiegare schemi terapeutici di combinazione con farmaci dotati di differente meccanismo d’azione Razionale per lo sviluppo di nuovi farmaci • Migliorare la risposta globale (OS) • Il MM è una patologia cronica e in quanto tale tende a recidivare • Non tutti i pazienti sono uguali • Non tutti i Mielomi sono uguali Caratteristiche dei nuovi farmaci • Maggiore efficacia nei confronti delle cellule tumorali con la finalità di risparmiare il più possibile le cellule sane. • • Minor effetti collaterali Aggredire la malattia mediante meccanismi differenti • Semplicità di somministrazione • In che modo ottenere un nuovo farmaco? - Migliorare la struttura di un farmaco già esistente - Modificare la via di somministrazione di un farmaco noto - Creare un farmaco con un meccanismo di azione diverso Inibitori del proteasoma Immunomodulanti Anticorpi monoclonali Nuove molecole