Consiglio Nazionale delle Ricerca Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica – Sede di Torino La ricerca è stata condotta dall’IRPI-CNR di Torino per conto della U.O. della Protezione Civile della Regione Lombardia. Lo studio consiste nell’identificazione di soglie pluviometriche innescanti colate fangoso-detritiche torrentizie. Tale identificazione è finalizzata alla definizione delle procedure di allertamento della Protezione Civile. Nell’ambito della presente ricerca sono stati considerati alla stessa stregua sia le colate detritiche torrentizie (debris flow) propriamente dette, sia quelle fangose (mud flow), non distinguendo cioè la frazione solida, in quanto nella maggior parte dei casi, se non in presenza di specifiche descrizioni o di fotografie, risulta particolarmente difficile distinguere con certezza le une dalle altre. In tutto l’arco alpino, è stato osservato, soprattutto mediante l’ausilio di sopralluoghi di campagna, che questo tipo di processo naturale s’innesca spesso come effetto di temporanei sbarramenti in alveo, prodotti da accumuli di frane superficiali (soil slip o shallow landslide) che restringono o sbarrano l’alveo torrentizio, in breve tempo asportati ad opera della corrente. Per tale motivazione la presente ricerca ha preso in considerazione anche la possibile correlazione esistente fra precipitazioni e soil slip. Sebbene avvengano da migliaia di anni, solamente negli ultimi decenni la comunità scientifica, le pubbliche amministrazioni e le popolazioni hanno mostrato un certo interesse verso le colate detritichetorrentizie. Ciò è dovuto soprattutto alla necessità di definire la pericolosità sul conoide che se è abitato si tramuta in rischio. Tali processi avvengono lungo i corsi d’acqua dei bacini montani, dove gli effetti morfologici prodotti da nubifragi (soprattutto estivi), anche se localizzati, sono molto marcati e le conseguenze per le zone urbanizzate sui conoidi sono sovente molto gravi: per tale motivo le colate detritiche torrentizie risultano essere fra i più pericolosi processi geomorfologici naturali dell’arco alpino. La capacità distruttiva dei MDF è sovente sottovalutata in quanto essi si originano lungo torrenti alpini di modeste dimensioni, con aree di qualche chilometro quadrato, caratterizzati da portate ordinarie in più delle volte pari a qualche decina di litri al secondo per la maggior parte dell’anno. Le condizioni-chiave che si debbono presentare contemporaneamente affinché si manifesti il fenomeno sono essenzialmente: a) presenza di materiale detritico all’interno dell’alveo; b) adeguata pendenza del fondo; c) apporto di frazione liquida sufficiente per la mobilizzazione del materiale solido. Secondo approfonditi calcoli effettuati in Giappone, la miscela solido-liquida che si muove lungo l’impluvio ha una densità variabile da 1,4 ton/m³ sino a 2,5 ton/m³. Essa trascina spesso verso valle tronchi d'albero sradicati che ne aumentano il volume complessivo (es. Fusine luglio 1987), raggiungendo in alveo altezze considerevoli, soprattutto nel settore frontale. Ma sono soprattutto i grandi massi a generare i danni più gravi. La Lombardia è una regione per buona parte montuosa: di conseguenza molti risultano essere i bacini e i sottobacini anche di piccole dimensioni. Una rapida analisi geomorfologica, condotta con l’ausilio delle fotografie aeree o più semplicemente mediante la consultazione delle cartografie disponibili, può consentire facilmente d’identificare con buona approssimazione i torrenti maggiormente soggetti a processi torrentizi in base alla dimensione e forma del bacino, alla pendenza dell’asta torrentizia e alle dimensioni del proprio conoide alluvionale. Un altro tipo di approccio è quello storico. Nel data-base del CNR-IRPI di Torino oltre 600 bacini lombardi risultano soggetti a processi naturali che spaziano dalla piena torrentizia sino alla colata fangoso-detritica. Per alcuni di essi si dispone di una sola notizia storica relativa ad un processo che ha provocato danni (forse anche per l’assenza di un centro abitato sul conoide); per altri, invece, si hanno numerose notizie e in base alla ricorrenza del fenomeno si può dedurre la pericolosità del torrente. torrente Una ricerca condotta presso l’IRPI di Torino nel 1997, riguardante i bacini soggetti a processi torrentizi nella sola provincia di Sondrio, ha messo in luce che in almeno 299 bacini si è manifestato almeno un fenomeno (piena torrentizia e MDF). E’ un dato sottostimato in quanto è stato ottenuto solamente tramite un’approfondita ricerca storica. Per questi bacini sono state schedati complessivamente ben 2.025 eventi. Fra tutti i torrenti analizzati della provincia di Sondrio vale la pena citare il: - T. Tartano (Talamona), per il quale sono state ritrovate notizie storiche di almeno una settantina di eventi torrentizi (piene con ingente trasporto solido e MDF) a partire dal 1400: ciò significa un evento circa ogni 8 anni e mezzo. - T. Schiesone (Prata Camportaccio), una quarantina di eventi torrentizi (piene con ingente trasporto solido e MDF) dal 1755 ad oggi, vale a dire mediamente un evento circa ogni 6 anni. -T. Codera (Novate Mezzola), una cinquantina di eventi torrentizi (piene con ingente trasporto solido e MDF) dal 1811 ad oggi, vale a dire mediamente un evento circa ogni 4 anni. Ricerca delle notizie pregresse La raccolta dei dati relativi agli eventi pregressi di MDF avvenuti sul territorio lombardo è stata condotta seguendo la classica metodologia dell’IRPI di Torino, già testata in passato durante altre ricerche, che consiste innanzitutto in una approfondita rassegna bibliografica. Sono state considerate tutte le pubblicazioni aventi almeno un accenno ad un MDF o ad un SS avvenuto in Lombardia. Il presente lavoro è stato facilitato dalla presenza del volume di GOVI & TURITTO (1994) i quali avevano condotto un’approfondita indagine sui processi naturali avvenuti in Valtellina e Valchiavenna. Purtroppo molti degli eventi da loro citati non hanno una copertura pluviometrica temporale, essendo avvenuti antecedentemente al 1917, anno nel quale sono iniziate le misurazioni delle piogge con una certa uniformità sul territorio lombardo. Il primo archivio preso in considerazione è stato l’Archivio storico dell’IRPI di Torino, ove sono contenuti oltre 250.000 documenti inediti, riguardanti eventi franosi, di piena e torrentizi avvenuti nell’Italia Settentrionale dal 1800 ad oggi. Questi documenti sono in larga parte costituiti da relazioni descrittive a seguito di sopralluoghi, dichiarazioni di pubblica calamità, delibere comunali, segnalazioni di dissesti e di danni, rapporti d'evento, richieste di sussidio, atti pubblici e privati. IRPI-CNR di Torino La ricerca di documenti relativi ed eventi pregressi è proseguita presso gli archivi dell’ARPA della Regione Lombardia. Le relazioni tecniche sono numerose ma purtroppo non esiste un elenco aggiornato di tutti gli archivi regionali e del loro specifico contenuto: il personale non è in grado d’indicare con certezza l’ubicazione di diversa documentazione archiviata. Presso il terzo piano dello stabile di Via Sassetti sono stati consultati tutti i faldoni delle province di Sondrio, Bergamo, Brescia, Como, Lecco e Varese. Sono stati ritrovati alcune decine di relazioni descriventi MDF e SS, soprattutto coinvolgenti centri abitati, ma purtroppo pochi riferimenti agli orari d’innesco. Sempre nello stesso stabile sono stati consultati i faldoni relativi alla Legge 267/98 (studi per perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico molto elevato e progetti per la messa in sicurezza di tali aree). Anche in questo caso, i documenti utili per la presente ricerca non sono stati molti. Di Dirilevante rilevanteimportanza importanzaaiaifini finidello dellostudio studioèèstata statalalavisita visitaeffettuata effettuatainin10 10 archivi archivicomunali comunalidi dialtrettanti altrettanticentri centriabitati abitatiscelti sceltifra fraquelli quellimaggiormente maggiormente interessati interessatiininpassato passatoda daMDF. MDF.Sono Sonostati statiquindi quindivisionati visionatigli gliarchivi archividei deicomuni comuni di: di:Bormio, Bormio,Sondalo, Sondalo,Chiesa ChiesaValmalenco, Valmalenco,Lanzada, Lanzada,Torre TorreSanta SantaMaria, Maria,Novate Novate Mezzola, Mezzola,Prata PrataCamportaccio, Camportaccio,Ponte Pontedi diLegno, Legno,Vezza Vezzad’Oglio d’OglioeeSonico. Sonico. Tutti Tuttisono sonorisultati risultatiben benordinati ordinatieedidifacile facile accesso. In tutti i Comuni vi è stata grande accesso. In tutti i Comuni vi è stata grande disponibilità disponibilitàda daparte partedel delpersonale personaletecnico tecnico che ha fornito indicazioni utili e talvolta che ha fornito indicazioni utili e talvoltaha ha accompagnato il gruppo di lavoro in accompagnato il gruppo di lavoro in sopralluoghi sopralluoghilungo lungol’asta l’astadei deitorrenti, torrenti, mostrando mostrandolelesituazioni situazioniidrauliche idraulichepiù più critiche. critiche.IlIlmateriale materialeritrovato ritrovatoèèstato stato numeroso numerosoeedidiottima ottimaqualità qualitàaapartire partiredal dal 1820 1820circa circasino sinoaiaigiorni giorninostri. nostri. Le Lerelazioni relazioniinedite ineditedescrivono descrivonogli glieventi eventiinin maniera manieraaccurata accurataeetalvolta talvoltasono sono accompagnate accompagnateda daindicazioni indicazionisulle sullearee aree colpite, cartografie, valori quali volumetrie colpite, cartografie, valori quali volumetrieee spessori spessorieepersino persinofotografie. fotografie.Purtroppo Purtroppo solamente una ventina di documenti solamente una ventina di documenti descriventi descriventiMDF MDFeeSS SSsono sonostati staticorrelati correlati alle precipitazioni orarie, essendo alle precipitazioni orarie, essendoavvenuti avvenuti posteriormente all’inizio delle registrazioni. posteriormente all’inizio delle registrazioni. Un ulteriore incremento di dati si è ottenuto con la consultazione degli Archivi del Corpo Forestale dello Stato. Sono stati visitati l’Archivio del Coordinamento provinciale di Sondrio e l’Archivio del Coordinamento Regionale a Milano. Il Corpo Forestale, a partire dagli anni ’70 del secolo scorso, ogni qual volta avveniva un dissesto che interessava zone di sua competenza, effettuava un sopralluogo, compilando una scheda di sintesi. Tale scheda, contenente informazioni sull’ubicazione (cartografia IGM), la data ed eventualmente l’ora di accadimento, le caratteristiche geometriche, le caratteristiche geologiche, le cause probabili, i danni, ecc. è risultata di grande utilità. Sono stati raccolti circa 80 documenti prodotti dalla fine degli anni ’60 del secolo scorso, sino al novembre 2002. Distribuzione nelle province lombarde dei fenomeni d’instabilità catalogati nei due anni di ricerca, per i quali è noto l’orario preciso d’innesco o si dispone di un’indicazione temporale più generica e sono disponibili dati pluviometrici orari o giornalieri. In totale, nei due anni di ricerca, sono stati censiti e catalogati 660 fenomeni di muddy-debris flow e soil slip avvenuti nelle province di Sondrio e di Brescia, considerati utili al fine dello studio. In tale numero sono compresi tutti quei dissesti per i quali si dispone di dati pluviometrici (giornalieri o orari) relativi agli eventi che li hanno generati e per i quali si conosce con maggiore o minore precisione il momento di accadimento. Provincia di Brescia; 266; 40% Provincia di Sondrio; 395; 60% Tipo di indicazione temporale (generica od ora precisa) relativa all’innesco BS: fenomeni con orario preciso; 63; 10% SO: fenomeni con orario preciso; 133; 20% BS: fenomeni con indicazione temporale; 203; 31% SO: fenomeni con indicazione temporale; 262; 39% Tipo di dati pluviometrici disponibili BS: fenomeni con dati pluviometrici orari o semiorari; 134; 20% SO: fenomeni con dati pluviometrici orari o semiorari; 209; 32% SO: fenomeni con dati pluviometrici giornalieri; 186; 28% BS: fenomeni con dati pluviometrici giornalieri; 132; 20% Fenomeni con disponibilità di dati pluviometrici orari o semiorari, relativi all’evento meteorico che li ha innescati: suddivisione a seconda della precisione dell'orario di accadimento SO: fenomeni con orario preciso; 85; 41% SO: fenomeni con indicazione temporale; 124; 59% BS: fenomeni con orario preciso; 34; 33% BS: fenomeni con indicazione temporale; 68; 67% Sono stati considerati soltanto i 116 fenomeni (MDF e SS), per i quali è nota l’ora esatta d’innesco ed è stato possibile reperire dati pluviometrici orari relativi all’evento meteorico che li ha innescati. Tra tali dissesti è stata eseguita un’ulteriore scrematura, eliminando i fenomeni per i quali i dati pluviometrici non sono stati considerati rappresentativi dell’evento (per problemi legati alla distanza o alla differenza di quota tra stazione di misura e punto d’innesco del fenomeno, o l’orario d’innesco non è risultato attendibile dal confronto con i pluviogrammi d’evento). Grafico illustrante la distribuzione in percentuale dei fenomeni estivi in base all’intervallo di tempo (∆t) trascorso tra il raggiungimento del picco d’intensità dell’evento meteorico e l’innesco del movimento. L’elaborazione dei dati relativi agli eventi primaverili-autunnali ha messo in luce una maggiore variabilità e durata dell’intervallo che trascorre tra il raggiungimento del picco d’intensità dell’evento meteorico e l’innesco del movimento. In buona parte dei fenomeni censiti (42,5 %) l’innesco avviene entro 5 ore dal raggiungimento dello scroscio di pioggia più intenso, tuttavia sono altrettanto numerosi i dissesti avvenuti dopo intervalli compresi fra 5 e 15 ore da esso (25%). Grafico illustrante la distribuzione in percentuale dei fenomeni primaverili-autunnali in base all’intervallo di tempo (∆t) trascorso tra il raggiungimento del picco d’intensità dell’evento meteorico e l’innesco del movimento. Esempio della variabilità della piovosità media annua nell’intorno di una stazione pluviografica: si noti come fenomeni d’instabilità, per la cui caratterizzazione sono stati utilizzati i dati relativi ad una stessa stazione, si siano innescati in fasce caratterizzate da una pma notevolmente differente. Stazione tipo strumento evento pluviometrico Evento Codera Mese Cancano Arnoga Semogo Campo Moro Lanzada Campo Moro Lanzada Bormio Prese Adda Prese Frodolfo Bormio Prese Adda Prese Frodolfo Bormio Prese Adda Prese Frodolfo Bormio Prese Adda Prese Frodolfo Mese Codera M M M M A M M M M M A A M A A M A A M A A M M 21 agosto 1953 21 agosto 1953 9-11 agosto 1999 9-11 agosto 1999 9-11 agosto 1999 16-19 luglio 1987 16-19 luglio 1987 15-19 luglio 1987 16-19 luglio 1987 22/07/1992 22/07/1992 22/07/1992 22/07/1992 22/07/1992 22/07/1992 07/07/1989 07/07/1989 07/07/1989 05/08/1999 05/08/1999 05/08/1999 15/09/1950 15/09/1950 i017 i017 i054 i054 i054 i093 i093 i095 i095 i171 i171 i171 i172 i172 i172 i173 i173 i173 i174 i174 i174 i178 i178 ora evento D(h) 21/8/53 21.00 21/8/53 21.00 09/08/1999 23.00 09/08/1999 23.00 09/08/1999 23.00 18/7/87 19.00 18/7/87 19.00 19/7/87 3.00 19/7/87 3.00 22/7/92 17.00 22/7/92 17.00 22/7/92 17.00 22/7/92 18.00 22/7/92 18.00 22/7/92 18.00 07/07/1989 21.00 07/07/1989 21.00 07/07/1989 21.00 05/08/1999 23.00 05/08/1999 23.00 05/08/1999 23.00 15/09/1950 20.00 15/09/1950 20.00 10 i017 i054 i093 i095 i173 i174 i178 i171 i172 Ceriani 2004 In% 1 0,1 y = 2,01x-0,55 0,01 0,1 1 10 D 100 1000 P (mm) 13 13 1 1 1 69 60 77 68 4 1 1 5 2 2 1 2 3 1 6 1 21 4 I (mm/h) 41,7 72,4 13,3 8,8 16,2 154,4 86,3 172,7 146,1 79,7 2,4 5,4 80,1 8,8 13,2 6,3 5,8 11 12,7 20,7 25,2 78,4 16 3,2 5,6 13,3 8,8 16,2 2,2 1,4 2,2 2,1 19,93 2,40 5,40 16,02 4,40 6,60 6,3 2,9 3,7 12,7 3,5 25,2 3,7 4,0 PMA (mm) 100/PMA 1200 1300 800 850 850 950 1000 950 1000 700 700 700 700 700 700 700 750 700 700 750 700 1300 1300 In (mm/h*100/PMA) 0,08 0,08 0,13 0,12 0,12 0,11 0,10 0,11 0,10 0,14 0,14 0,14 0,14 0,14 0,14 0,14 0,13 0,14 0,14 0,13 0,14 0,08 0,08 Precipitazioni critiche per l’innesco dello stesso fenomeno, registrate in stazioni differenti nell’arco di 5 km di distanza: notevoli differenze di durata e di intensità… 0,27 0,43 1,66 1,04 1,91 0,24 0,14 0,24 0,21 2,85 0,34 0,77 2,29 0,63 0,94 0,90 0,39 0,52 1,81 0,46 3,60 0,29 0,31 Proiezione dei punti corrispondenti agli eventi ricavati nel corso della ricerca (per le province di Brescia e Sondrio) sul grafico intensità normalizzata rispetto alla PMA (In) – durata (D) e confronto con le curve proposte da vari autori e dall’IRPI-CNR Torino Eventi luglio 2008 100,00 Eventi estivi Eventi primaverili-autunnali Eventi luglio 1987 IRPI TO - D>10h IRPI TO - D<=10h CERIANI (1994) 10,00 ALEOTTI A (2002) In (m m /h*100)/PM A ALEOTTI B (2002) 1,00 0,10 0,01 0,1 1 10 D (h) 100 Proiezione dei punti corrispondenti agli eventi ricavati per le province di Brescia e Sondrio sul grafico intensità normalizzata rispetto alla pma (In) – durata (D) e curve ottenute dall’IRPI-CNR di Torino Eventi Luglio 1987 Eventi estivi Eventi primaverili-autunnali Eventi luglio 2008 IRPI TO - D<=10 h IRPI TO - D>10 h IRPI TO - SO D<=10 h IRPI TO - SO D>10 h IRPI TO - BS D<=10 h IRPI TO - BS D>10 h 100,00 In (mm/h*100)/PMA 10,00 1,00 0,10 0,01 0 1 10 D (h) 100 [email protected] Gruppo di lavoro: Fabio Luino, Chiara Giorgia Cirio, Marcella Biddoccu, Mara Di Palma, Guido Nigrelli