ABRUZZO A cura del Centro Studi e Ricerche Idos L’immigrazione in regione: cenni storici e principali caratteristiche A partire dagli anni ’70 l’Abruzzo ha fatto registrare un saldo migratorio positivo. In questi anni i rimpatri e i nuovi ingressi sono risultati superiori agli espatri, ormai in esaurimento. Verso la fine degli anni ’80 diventa la regione più industrializzata del Mezzogiorno e inizia anche a configurarsi come meta di approdo dei flussi migratori. Alla fine del 2010 i residenti stranieri in Abruzzo risultano circa 81mila, con un’incidenza del 6,0% sulla popolazione residente, un valore percentuale doppio rispetto alla media del Mezzogiorno (3,0%). Sotto il profilo territoriale, la provincia di Teramo accoglie il maggior numero di immigrati (poco meno di 24mila) seguita dall’aquilano (circa 22mila), dal teatino (circa 19.500) e dal pescarese (quasi 16mila). L’incidenza sulla popolazione totale si rivela più forte nelle province di Teramo e L’Aquila (rispettivamente 7,6% e 7,1%), mentre risulta più ridotta in quelle di Chieti e Pescara (entrambe 4,9%). Le presenze complessive mostrano una provenienza nazionale consolidata, con origini prevalentemente centro-orientali europee e balcaniche. La collettività straniera più rappresentativa resta quella romena (22.385 residenti), seguita da quella albanese (13.735). Con numeri decisamente inferiori vi sono la collettività marocchina (la più numerosa tra quelle africane, con 5.786 residenti), la macedone (5.227), la cinese (4.457, che la rendono la prima tra le asiatiche), la ucraina (3.847) la polacca (3.292), quindi tutte le altre, ognuna con meno di 2.000 residenti. I romeni costituiscono la principale comunità residente nelle province di Chieti, L’Aquila e Pescara, mentre gli albanesi prevalgono in quella di Teramo. Un aspetto che merita di essere messo in luce riguarda la presenza femminile, che in regione supera il 53%, con un picco di quasi il 56% nella provincia di Pescara. Nel 2010 il numero medio di figli partorito delle donne straniere (2,01) è stato pressoché doppio rispetto a quello delle italiane (1,22), l’incidenza dei nati da genitori entrambi stranieri sul totale delle nascite è stato pari al 10,4%, mentre i nati da madre straniera e padre italiano hanno rappresentato il 5,0%: un contributo importante, dunque, all’aumento delle nascite nel territorio abruzzese, che nel 2010 sono cresciute complessivamente dell’1,5% (unica regione della penisola, insieme al Molise, a far registrare una crescita). Questi valori testimoniano il carattere strutturale dell’immigrazione in Abruzzo e la sua tendenza al radicamento, nonostante le battute d’arresto causate dalla crisi economica e dal terremoto del 2009. In generale, nel mercato occupazionale abruzzese mostrano qualche segno di vitalità il settore primario e quello industriale nell’Aquilano, da un lato, e il settore dei servizi in provincia di Pescara dall’altro, ambiti lavorativi ancora capaci di assorbire addetti stranieri (almeno ancora nel 2010); in tutti gli altri casi, invece, i saldi mostrano segno negativo (o valori stagnanti), evocando una possibile contrazione nel mercato occupazionale delle altre province nei differenti settori in cui abitualmente trovano collocazione i migranti. ABRUZZO. Evoluzione presenza cittadini stranieri residenti (2002-2010) Residenti % su pop. totale % donne Provincia var % 2002 2010 2002 2010 2002 2010 2002-2010 Chieti 5.675 19.518 +243,9 1,5 4,9 54,2 54,2 L’Aquila 7.676 21.861 +184,8 2,6 7,1 46,8 52,1 Pescara 4.003 15.779 +294,2 1,3 4,9 55,0 55,8 Teramo 6.994 23.829 +240,7 2,4 7,6 55,1 53,2 % minori 2002 22,2 21,1 18,3 23,9 2010 18,9 19,3 16,8 21,3 Abruzzo 24.348 80.987 +232,6 1,9 6,0 52,2 53,6 21,7 19,3 FONTE: Caritas/Migrantes, Immigrazione Dossier Statistico, Roma: edizioni annuali dal 1991 (I Rapporto) al 2011 (XXI Rapporto) in www.dossierimmigrazione.it