III CIBI D I V I N I C’è una mucca pazza all’Osteria numero sette Paolo Marchi nostro inviato a Bologna 쎲Bologna e non Pianoro, a cui Rastignano appartiene, perché l’Osteria numero sette è una delle prime case oltre i confini comunali del capoluogo che ci si lascia alle spalle per puntare sul Passo della Raticosa e poi quello della Futa. Quella che a lungo è stato il Minestraio, un locale di soli primi piatti, da poco più di un anno ha fatto un passo indietro e pure uno in avanti, nel senso che come osteria ora celebra pure gli antipasti e poi i secondi, quindi i dolci come si conviene a una vetrina che è anche caffetteria e pasticceria durante tutto il giorno. In cucina Arnaldo Laghi, romagnolo area Brisighella, in sala Piero Pompili, marchigiano di San Benedetto del Tronto, che in rete si è ritagliato un irriverente e intelligente spazio grazie al blog del Gastronomo Riluttante, nel quale brilla con il nomignolo di Mucca Pazza, alter- OSTERIA NUMERO SETTE via A.Costa, 7 località Rastignano PIANORO (Bologna) Telefono: 051.742017 Chiusura: domenica sera, lunedì e martedì a pranzo Prezzi medi: antipasti 9,5 j; primi 10; secondi 14; dolci 6 Coeff. difficoltà: sufficiente nando polemiche, a volte feroci, a recensioni di colleghi presentati sotto la miglior luce possibile. Ma visto che il tema-guida della rubrica è il cibo, a tavola! Quella del duo Laghi-Pompili è un inno alla qualità, meno alla quantità, della tradizione bolognese che è all’opposto delle modernità spagnole, pietanze molto ricche, a volte ridondanti, che tendono all’ammucchiata di più ingredienti e sapori, mai qualcosa che un dietologo approverebbe senza fiatare. E qui sta la sua grandezza, il senso di appagamento che assicura. Sta all’esecutore, al cuoco, far sì che non sia anche pesante. A Rastignano è un inno alla mortadella, a passatelli e cappelletti, a lasagne e tagliatelle (con ragù di cinta senese), di guancia brasata e battuta di manzo, di polpette e trippa fino alla zuppa inglese. Slurp. E-mail: [email protected] AFFARI DI GOLA Dopo il Piemonte, un’altra regione ha scelto di propagandare i tesori agroalimentari attraverso i re dei fornelli PAGINA A CURA DI PAOLO MARCHI Il settebello di «Qualità Abruzzo» I nomi, le storie e le facce di un gruppo di cuochi che hanno fatto squadra in nome dell’alta cucina CIOCCOLATI DA NON PERDERE Le magie di Rovira e Balaguer Roberta Corradin Paolo Marchi nostro inviato a Pescara 쎲 Dopo Sicilia, Friuli e Campania e prima della Sardegna, la regione ospite di Identità Golose, il gennaio prossimo a Milano, sarà l’Abruzzo. Lo sarà per i suoi prodotti, a iniziare da olio, vino e zafferano, e per i suoi cuochi che stupiranno sempre più ora che stanno uscendo dal cono d’ombra di una fetta d’Italia a lungo condizionata da povertà e difficoltà di comunicazione. E, secondo caso in assoluto dopo il Piemonte (ma vorrei tanto essere smentito), c’è pure un’amministrazione regionale, in particolare nelle persone di Enrico Paolini e Rocco Persico, che ha preso a cuore il tema con un taglio nuovo per il grosso del Buon Paese: propagandare i tesori agroalimentari attraverso i re dei fornelli, con i loro nomi e cognomi, le loro storie e le loro facce. A Torino li hanno battezzati «Le stelle del Piemonte» pensando alla guida che muove più interessi, la Michelin, mentre tra Pescara e L’Aquila si è voluto evidenziare, nella terra degli arrosticini e della pasta alla chitarra, l’altro valore, dopo la quantità, che caratterizza una ricetta (o, almeno, così dovrebbe essere): la qualità. Ecco spiegato perché i migliori chef, tra mar Adriatico e vette appenniniche, formano da un paio di mesi «Qualità Abruzzo», www.qualitaabruzzo. it. E la crescita della regione è tale che un editore di L’Aquila, Textus, ha pensato a un volume che racconti il meglio attraverso una decina di grandi cuochi, nonché le immagini di Ken Griffiths, www.kengriffiths. com, sua una foto cult di Ronaldo a mo’ di messia, e le riflessioni sulle stesse dello scrittore Norman Thomas di Giovanni, nomi scelti pen- Da sinistra: Lanfranco Centofanti, Andrea Beccaceci, Peppino Tinari, Antonello Moscardi, Antonio Strammiello, Carlo De Sanctis e Marcello Spadone sando anche all’edizione in inglese perché è ormai tempo che l’Abruzzo, che dall’Ottocento in poi ha disseminato il mondo anglosassone di immigrati in cerca di fortuna, si faccia conoscere anche per le sue ricchezze golose. E mentre una redazione può procedere secondo libero arbitrio, una struttura pubblica deve invece cercare un denominatore omogeneo per selezionare il meglio. E così per «Qualità Abruzzo» c’è un comitato tecnico composto in avvio da tre realtà guidaiole (Alessandro Bocchetti del Gambero Rosso, Luigi Cremona responsabile della pubblicazione del Touring e Roberto De Viti dell’Espresso) e c’è una sorta di tutor in Heinz Beck, il tedesco che ha portato in paradiso la Pergola del Cavalieri Hilton a Roma e che scollina volentieri lungo la via del Gran Sasso. Criterio brutale ma giusto: chi ha un buon voto entra, a suo gradimento perché nessuno viene obbligato e ci può essere sempre quello che preferisce corre- IN SALENTO re da solo o maturare un convincimento più profondo. Questo spiega perché il gruppo è un settebello e non un ottosognante. Unico stellato in terra d’Abruzzo, sempre avara di riconoscimenti da parte della guida rossa, Niko Romito, del Reale a Rivisondoli, è il purosangue a parte, almeno per ora. Il sodalizio infatti, per essere ancora più forte, non solo dovrà convincere Romito della bontà del gioco di squadra, ma creare anche una sorta di elenco giovani per segnalare il nuovo e non limitarsi a una funzione notarile, penso ad esempio ai fratelli Di Tillio, Christian e Mirko, del Ritrovo a Civitella Casanova che per freschezza di idee hanno pochi eguali anche delle regioni confinanti o a Nicola Rapino dell’Angolino sul Mare a Francavilla. Voti alla mano, nel sito e nell’opuscolo che può essere richiesto con una semplice e-mail ad [email protected], hanno trovato spazio tre insegne di costa (è la metà cu- GLI INDIRIZZI Qui il meglio Angolino a San Vito Chietino (Ch), 0872.61632 Angolod’AbruzzoaCarsoli (Aq), 0863.997429 L’Angolino sulMare a Francavilla (Ch),085.810486 Beccaceci a Giulianova (Te), 085.8003550 Camplone a Pescara, 085.691633 CantinadiEpicureoaRoseto degli Abruzzi (Te), 085.8944232 Elodia a Camarda (Aq), 0862.606024 LaBandieraaCivitella Casanova (Pe), 085.845219 Les Paillotes a Pescara, 085.61809 Reale a Rivisondoli (Aq), 0864.69382 Ritrovod’AbruzzoaCivitella Casanova (Pe), 085.8460019 Villa Maiella a Guardiagrele (Ch), 0871.809319 Zenobi a Colonnella (Te), 0861.70581 Zunica a Civitella del Tronto (Te), 0861.91319 L’ E T IC HE T T A Che Chardonnay nei vigneti Reale 쎲La crescita della Puglia vinicola è rappresentata anche dall'intelligenza di alcuni produttori che hanno saputo valorizzare il patrimonio vitivinicolo nelle loro mani e, così, passare da una produzione improntata alla quantità a un'altra che punta alla qualità. Come la Vigneti Reale, azienda salentina, 0832.248433, www.vignetireale.it, nei cui 250 ettari dimorano varietà quali primitivo, negroamaro e chardonnay, oltre alle piante di olivo da cui si ricava un ottimo olio extra vergine. La calda estate porta a scoprire il vino bianco dell'azienda, il Blasi, ed è una gran bella sorpresa. È uno chardonnay in purezza che esprime tutta la freschezza e la tipicità del vitigno, troppo spesso carente di acidità o eccessivamente grasso quando coltivato a latitudini molto calde. Corpo, frutto ed equilibrio in un'etichetta che sorprende anche nel prezzo: 7 euro. Alberto Lupetti cinante che langue) e quattro di montagna (la metà vincente): Andrea Beccaceci del Beccaceci a Giulianova, Lanfranco Centofanti dell’Angolo d’Abruzzo a Carsoli, Carlo De Sanctis dell’Angolino a San Vito Chietino, Antonello Moscardi di Elodia a Camarda sopra L’Aquila, Marcello Spadone della Bandiera a Civitella Casanova, Giuseppe Tinari di Villa Maiella a Guardiagrele e Antonino Strammiello delle Paillotes a Pescara che è anche un avamposto giapponese sulla sabbia adriatica per via di sushi e sashimi serali. Oltre a Romito e Di Tillio, nel volume della Textus, ancora aperto, pronto non prima di inizio dicembre, trova spazio anche la tradizionalissima Patrizia Zenobi a Colonnella, in pratica il primo comune superato il fiume Tronto e lasciate pertanto alle spalle le Marche, e non stonerebbe affatto Fabrizio Camplone, maestro pasticciere in Pescara, perché ormai alta cucina e alta pasticceria viaggiano a braccetto. LA NOVITÀ Hapimag alloggi golosi IL CHIANTI DI YOKO ONO Tra Firenze e Siena (e a 8 km da Castellina), la Fattoria Nittardi, già di Michelangelo Buonarroti, 0577.740269, ha fatto disegnare l’etichetta del suo Chianti Casanuova 2005, alla vedova più famosa al mondo: Yoko Ono. Lo slogan? Imagine you. Quasi ovvio 쎲 È bene che i buongustai itineranti si appuntino un nome, Hapimag, www.hapimag.com, che sta rivoluzionando il modo di far vacanza. In sostanza, la società svizzera ha inventato la formula della vacanza a punti, un sistema per cui è possibile fiondarsi in 55 resort di tutto il mondo semplicemente acquistando un «prodotto» Hapimag dal costo variabile, mossa che consente di diventare azionisti, accumulare punti e di poter scegliere ogni volta una meta e periodo diversi senza dover pagare un affitto. Vuoi provare la sogliola fritta di Dani Garcia al Calima di Marbella? Ecco vicino il resort vistamare Hapimag. Vuoi provare la bistecca di renna? Ecco, immerso nel verde, lo splendido Hok-Yxenhaga, nello Smalånd svedese. Per non dire poi dei resort di casa nostra, come il misconosciuto insediamento di Pentolina, immaginifica casa padronale nelle ghiottissime colline del Senese. [GZ] 쎲 Bisogna andare a trovarli. Staccarsi dalla Rambla e inseguire la loro perifericità. Perché si trovano anche nei negozi di delicatessen - Rovira al Club Gourmet del Corte Ingles, Balaguer allo shop della Fondaciò Miro - ma i prìncipi catalani del cioccolato vanno conosciuti nel loro contesto: piccole boutiques in un quartiere residenziale tra il centro e l'aeroporto. Ci passi davanti e non le noti. Enric Rovira è quasi un sosia di Daniele Luttazzi. Con Luttazzi condivide l'alone di poesia. Si è innamorato del cacao che Claudio Corallo coltiva a Sao Tomé e Principe e ne ha fatto una collezione, Essential, dove il cioccolato viene proposto nelle sue forme più pure, dalla fava cruda a quella tostata, alla pasta di cacao, al cioccolato 80% «sin refinar», come a Modica (ma si sa, sono i modicani a fare come gli spagnoli: la storia non è mica solo un'opinione). La poesia di Enric affiora nella sua ultima collezione, Oceani: cinque declinazioni saline del cioccolato, che ad ogni oceano abbinano elementi dei continenti che lambisce. L'Atlantico contiene arachidi, mandorla e spezie; l'Artico dolce racchiude un grano di sale Maldon, l'Indiano gioca in equilibrio tra pistacchi e tè, l'Antartico evoca le correnti con un effetto effervescente in bocca mentre il Pacifico unisce il mais con l'alga nori. Oriol Balaguer gioca sulla forma: le sue collezioni di uova di Pasqua sono da museo del design. Le sue praline alle spezie sono in grado di consolare da qualunque volo cancellato. Il suo riso soffiato Bola-Bola è il riscatto di tutti i chicchi di riso maltrattati da cioccolati mediocri nel mondo. Intorno, Barcellona pullula di negozi fichetti di cioccolato in franchising: sono come una versione di Dante per i bambini dell'elementare. È sempre la commedia, ma senza le parole giuste non è più divina. Enric Rovira, Avenida de Josep Tarradellas 113, tel. +34 93 419 25 47, www.enricrovira.com. Oriol Balaguer, Placa Sant Gregori Taumaturg 2, tel. +34 93 20 11 846, www.oriolbalaguer.com Scuola di cucina naturale Corsi per cuochi e terapisti alimentari con diploma finale Nuova sede: Via Farini, 70 - Milano Tel. 02 .66.87.188 - www.lasanagola.com