A partire dal maggio 1996, Osama bin Laden e altri
membri di al-Qāida si sono stabiliti in Afghanistan e
hanno stretto rapporti di dialogo e collaborazione con il
regime talebano del paese, all'interno del quale sono
stati creati diversi campi di addestramento terroristici.
In seguito agli attentati alle ambasciate statunitensi in
Africa del 1998, gli USA lanciarono da
alcuni sottomarini un attacco missilistico diretto a
questi campi di addestramento. Gli effetti di tale
rappresaglia furono limitati.
MOTIVI INIZIALI
Nel 1999 e nel 2000 il Consiglio di Sicurezza delle
Nazioni Unite approvò due risoluzioni che stabilivano
sanzioni economiche e di armamenti all'Afghanistan
per incoraggiare i Talebani a chiudere i campi di
addestramento e a consegnare bin Laden alle autorità
internazionali per rispondere degli attentati del 1998.
L'attacco terroristico al World Trade Center dell'11
settembre 2001 sancì un inasprimento dei rapporti
fra Stati Uniti e governo talebano.
TRATTATIVE
Il 22 settembre gli Emirati Arabi Uniti e l'Arabia
Saudita decisero di non riconoscere il governo Talebano in
Afghanistan. Solo il Pakistan continuava a mantenere
contatti diplomatici col paese.
Fallite le trattative tra governo statunitense e talebani,
domenica 7 ottobre 2001 alle ore 20.45 circa
dell'Afghanistan,le forze
armate statunitensi e britanniche iniziarono un
bombardamento aereo sull'Afghanistan, con l'obiettivo di
colpire le forze talebane e di al-Qāida. Attacchi vennero
registrati nella capitale, Kabul, dove i rifornimenti di
elettricità furono interrotti, a Qandahar, dove risiedeva il
leader talebano, il Mullah Omar, e nei campi
d'addestramento della città di Jalalabad. Molte diverse
tecnologie furono utilizzate nell'attacco.
LA GUERRA INIZIA
Poco prima dell'attacco il canale satellitare
d'informazione in lingua araba Al Jazeera ricevette un
messaggio video pre-registrato di Osama bin Laden. In
questo, il leader di al-Qāida condannava qualsiasi
attacco contro l'Afghanistan, affermando che gli
Stati Uniti avrebbero fallito in Afghanistan e poi
sarebbero crollati, proprio come l'Union Sovietica. Bin
Laden lanciò dunque un jihad contro gli Stati Uniti.
I Talebani erano sguarniti dal punto di vista della
contraerea, essendo solo in possesso di alcuni materiali
della precedente guerra abbandonati dalle truppe
sovietiche.
PRIMI ATTACCHI
Successivamente, gli attacchi furono concentrati su
obiettivi di comando, controllo e comunicazione per
indebolire le possibilità di comunicazione dei Talebani.
Nonostante ciò, a due settimane dall'inizio della
guerra i Talebani resistevano ancora sul fronte in cui
combatteva l'Alleanza del nord. L'Alleanza dunque
chiese rinforzi aerei sul loro fronte. Nel frattempo
migliaia di miliziani Pashtun arrivarono dal Pakistan
come rinforzo ai Talebani. La terza fase dei
bombardamenti venne condotta con degli F/A-18
Hornet ed ebbe come obiettivo i trasporti talebani in
attacchi specifici mentre altri aerei statunitensi
lanciarono bombe cluster sulla difesa talebana.
PRIME CADUTE
I talebani rimasero duramente colpiti dai continui
attacchi statunitensi, mentre l'Alleanza del nord
iniziò ad ottenere importanti risultati dopo anni di
conflitto. Aerei statunitensi arrivarono persino a
bombardare una zona nel cuore
di Qandahar controllata dal Mullah Omar. Ma,
nonostante tutto, fino agli inizi di novembre la
guerra proseguiva a rilento.
2002
Dal concilio di maggiori fazioni afghane, capi
tribali, ed ex-esiliati, fu formato a Kabul un
governo afghano ad interim sotto la guida
di Hamid Karzai. Le forze statunitensi stabilirono
la loro base principale nella base aerea di Bagram,
poco a nord di Kabul. Anche l'aeroporto di Kabul
divenne un'importante area per basi statunitensi.
Le forze statunitensi e i loro alleati afghani
consolidarono la loro posizione nel paese.
PRIMI CEDIMENTI
Il primo segno che le forze talebane si stavano
riorganizzando venne fuori il 27 gennaio 2003 durante
l'Operazione Mongoose, quando un gruppo di
combattenti alleati coi Talebani e con l'Hezbi
Islami furono scoperti e attaccati dalle forze
statunitensi al complesso di grotte di Adi Ghar, 24 km
a nord di Spin Boldak. Fu registrata la morte di 18
ribelli e nessun statunitense. Mentre l'estate
continuava, gli attacchi crescevano gradualmente di
frequenza nel cuore del "territorio talebano". Dozzine
di soldati governativi afghani, organizzazioni non
governative e lavoratori umanitari, e diversi soldati
statunitensi morirono in raid, imboscate e attacchi
missilistici.
PRIME RISPOSTE
Come risultato, le forze della coalizione iniziarono a
preparare offensive per sradicare le forze ribelli. Nel
tardo agosto 2005, le forze governative afghane
aiutate dalle truppe statunitensi e da pesanti
bombardamenti aerei americani avanzarono sulle
posizioni talebane dentro la roccaforte di montagna.
Dopo una battaglia durata una settimana, le forze
talebane erano sbaragliate con più di 124 combattenti
morti (stando a stime del governo afghano). Portavoce
talebani, comunque, negarono l'alto numero di perdite
e le stime statunitensi erano un po' più basse.
2006: la NATO
nell'Afghanistan meridionale
Dal gennaio 2006, una forza internazionale di assistenza per la
sicurezze (ISAF) della NATO iniziò a rimpiazzare truppe
statunitensi nell'Afghanistan meridionale come parte
dell'Operazione Enduring Freedom. La 16ª Brigata aerea
britannica di assalto (in seguito rinforzata daRoyal Marines)
formava il cuore della forza nell'Afghanistan meridionale, insieme
a truppe ed elicotteri da Australia, Canada e Olanda.
Nel gennaio 2006, l'obiettivo della NATO nell'Afghanistan
meridionale era di formare squadre di ricostruzione provinciale
guidate dai Britannici. Figure talebane locali si opposero alla
forza in arrivo e promisero di resistere.
L'Afghanistan meridionale ha affrontato nel 2006 la più grande
ondata di violenza nel paese dalla caduta del regime talebano
causata dalle forze a guida statunitense nel 2001, in quanto le
truppe NATO appena dispiegate hanno affrontato militanti
ribelli. Le operazioni NATO sono state guidate da comandanti
britannici, canadesi e olandesi.
2007: offensiva della
Coalizione
Il 13 gennaio 2007 una forza britannica, guidata dai Royal
Marines, lanciò un'operazione per attaccare un' importante
rocca talebana nella provincia meridionale
dell'Helmand. Dopo diverse ore di intensi combattimenti i
Marines si raggrupparono e si scoprì che il caporale
Matthew Ford del 45° Commando dei Royal Marines era
scomparso. Fu lanciata una missione di recupero per
ritrovare il caporale Ford usando quattro marines volontari
legati alle ali di due elicotteri Apache.
Nel dicembre del 2007 i Talebani lasciano la città di Musa
Qala nelle mani dell'esercito regolare dopo alcuni giorni di
assedio che causa anche vittime civili: fino ad allora era la
città più importante controllata dai Talebani.
2009: operazione colpo di
Spada
Nel luglio 2009 le forze della coalizione hanno lanciato una
vasta offensiva, denominata "Colpo di Spada" (Khanjar),
nella valle di Helmand, roccaforte dei Talebani nel sud del
paese. Definita la più imponente operazione
aerotrasportata dai tempi del Vietnam, l'offensiva ha visto
sul campo 4000 fra marines e altri militari americani e 650
tra soldati e poliziotti afghani.
L'offensiva ha visto una recrudescenza degli scontri tra le
forze ISAF e i talebani, che sono costati nel solo mese di
Luglio 79 morti tra i soldati occidentali, in special modo
britannici e americani. Fra i talebani si calcolano più di 400
morti. Alla operazione "Colpo di Spada" si sono susseguite
altre offensive militari che hanno preso il via alcune
settimane dopo, tra queste quella denominata "Easter
Resolve II" il cui obiettivo era sottrarre alla guerriglia
talebana il distretto di Nawzad, per tagliare i rifornimenti
agli studenti coranici.
L'attacco al 186° Folgore a
Kabul
Il 17 settembre 2009 due convogli militari italiani
sono stati attaccati a Kabul. Secondo una prima
ricostruzione un'auto carica di esplosivo (150 kg) è
riuscita ad infilarsi tra due mezzi Lince del 186º
Reggimento della Brigata Folgore e detonare. Gli
occupanti del primo mezzo sono morti sul colpo,
mentre è deceduto anche un occupante del secondo
mezzo. Erano quattro caporal maggiore, un sergente
maggiore e il tenente che comandava i due Lince. Sono
inoltre morti 4 poliziotti e 20 civili afghani.
Non è, non è stato e non sarà l’unico attacco
terroristico
Reazioni internazionali
Supporto internazionale
La prima ondata di attacchi fu condotta solo da
forze americane e britanniche. Fin dal primo
periodo d'invasione, queste forze furono
incrementate da truppe e aerei
da Australia, Canada, Danimarca, Francia, Germani
a, Italia, Olanda, Nuova Zelanda e Norvegia fra le
altre. Nel 2006 erano presenti circa 33.000
soldati.
Sforzi umanitari Costo
Si ritiene che in
Afghanistan ci siano 1
milione e mezzo di persone
che soffrano per la fame
impellente, mentre 7
milioni e mezzo soffrano
come risultato della grave
situazione del Paese - la
combinazione di guerra
civile, carestia legata alla
siccità, e, in estensione,
per l'oppressivo regime
talebano e l'invasione a
guida statunitense.
della guerra
Il costo della guerra in
Afganistan previsto nel
2011, per il contribuente
italiano è di 650 milioni di
euro. Questa cifra copre le
spese (stipendio ed
equipaggiamento) per 4.200
soldati italiani presenti in
Afganistan, 750 mezzi
terrestri tra carri armati,
blindati, camion e ruspe, 30
velivoli di cui 4 cacciabombardieri, 8 elicotteri da
attacco, 4 da sostegno al
combattimento, 10 da
trasporto truppe e altri.
Considerazioni
Ricordiamo purtroppo ogni anno ancora oggi i caduti
di queste guerre che portano tristezza e rancore nel
mondo,molti soldati muoiono in imboscate e attacchi
improvvisi.
Dall’inizio della guerra sono morti circa 37-40 soldati
italiani.
LORENZO PELLEGRINI
MATTIA ROSSI
LORENZO SANTINI
FEDERICO FRATTARI
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