IN DIFESA CON GLI OBBLIGAZIONARI 18 - GIOCARE N. FONDI&SICAV - MARZO 2010 - FONDI&SICAV CONOSCERE PER INVESTIRE AL MEGLIO Giocare in difesa Gli obbligazionari per non correre rischi Etf I prodotti per sbarcare a Wall street Consensus Usa È quasi ottimismo sulla ripresa Anno 3 - Numero 18 - Marzo 2010 EDITORIALE Non solo borse uando si parla di investimenti, chissà perché, sembra che esistano solo le borse. Le borse mondiali bruciano X miliardi in una sola giornata, New York chiude a +Y%, l'indice della borsa di Milano cede lo Z%: questi i titoli più ricorrenti su tutti i media. E le obbligazioni? Sicuramente parlare di obbligazioni è meno "appealing", che potremmo tradurre con "più noioso"... Per un titolo a tutta pagina è molto più interessante la crescita o la caduta a doppia cifra delle economie emergenti che una variazione di qualche decimo nei tassi di interesse, anche se a livello globale la seconda ipotesi creerebbe volumi decisamente più importanti. Recentemente però qualcosa è cambiato. Il punto di svolta penso sia stato il rendimento zero (in qualche asta perfino negativo, se consideriamo anche le commissioni) dei Bot, che per il nostro Paese rappresentano il benchmark obbligazionario per eccellenza. Credo sia importante continuare a discutere e a comprendere le implicazioni dell'investimento obbligazionario anche per una considerazione Q puramente quantitativa: circa l'80% degli investimenti degli italiani finisce in questa tipologia di prodotti. Fondi&Sicav ha da sempre dedicato molta attenzione alle obbligazioni e in questo numero abbiamo voluto GIUSEPPE RICCARDI parlarne nel pezzo di copertina per dare loro ancora più risalto. Circa 30 pagine per analizzare nel dettaglio le diverse tipologie di bond (tasso fisso o variabile, governativi, corporate, high yeld, emergenti, in valuta), per orientarsi in un mondo a molti oscuro. Sempre più in futuro la componente obbligazionaria di un portafoglio di investimento rappresenterà la parte su cui non si potrà sbagliare per non pregiudicare il rendimento totale dei propri risparmi e quindi sempre più sarà necessario sapersi muovere (ed essere ben consigliati) anche nel variegato mondo obbligazionario. Bot people, che farai? ra proprio un bel mondo quello che l’intero pianeta la e sarà così ancora per un bel po’. Ci si trova di fronte, di aveva a disposizione fino a un paio di anni fa. C’era la fatto, a un cambiamento strutturale epocale, che richiederà sensazione che il rischio non esistesse: non solamen- molta capacità sia da parte degli investitori privati, sia da te si andava sui mercati azionari e si riportava quasi sempre parte degli operatori. Non è un caso che a febbraio i fondi a casa un guadagno (qualche crisi c’era, è vero, ma si chia- di liquidità abbiano perso capitali per 2,4 miliardi nella somavano opportunità di acquisto...), ma chi voleva proprio la Italia: la gente fugge da un investimento che ormai non stare tranquillo si comprava il suo portafoglio di obbliga- rende più. zioni e si trovava un guadagno minimo di almeno l’1-2% Ma se è facile capire da dove fuggire, meno facile è comreale, vale a dire depurato del costo dell’inflazione. Persino prendere dove rifugiarsi. E qui sta la vera sfida epocale dei i Bot, titoli di liquidità per eccellenza, anche se da qualche professionisti della finanza. Per certi versi è un compito imanno non offrivano certo grandi rendimenti, in una situazio- mane ed entusiasmante: trovare porti sicuri e redditizi a rine di inflazione bassa, davano le loro piccole soddisfazioni. sparmiatori che hanno una scarsa propensione al rischio, ma Oggi è tutto cambiato e, in certi casi, tenere i soldi sotto il una propensione ancora minore a vedere i rendimenti a zero o addirittura sotto zero. Occorrerà sapere classico materasso è letteralmente più conridisegnare portafogli, dare spazio alla fanveniente che investirli in liquidità. Quel tasia, creare e trovare prodotti sicuri e demondo di tranquilli guadagni senza preoccorrelati con i mercati, sapere aggiungere un cupazioni sembra svanito nel nulla. pizzico di rischio (ma solo un pizzico) per A questo punto che fare? La risposta è bafornire qualche rendimento extra. Insomma, nale e in parte un po’ brutale: prendere dei una grandissima occasione per il mondo del rischi, oppure accettare che il denaro non risparmio, ma anche il pericolo di mettere in renda di fatto nulla. E’ vero che l’inflazione gioco la propria credibilità. Saranno tutti alè scesa quasi a zero, ma dagli investimenti in liquidità non si può di fatto ricavare nulALESSANDRO SECCIANI l’altezza? E FONDI&SICAV/Marzo 2010 3 MARZO N°18 SOMMARIO S O M M 6 16 Sta tornando in maniera massiccia il fly-to-quality da parte degli investitori, anche se le borse mondiali a febbraio hanno messo a segno una piccola crescita. Le emissioni greche e spagnole sono oggi in ipervenduto e potrebbero costituire una buona opportunità speculativa, anche se è presente il timore di contagio nei confronti delle economie più deboli dell’area euro I portafogli di Mc Gestioni Giocare in difesa con gli obbligazionari TROPPE INCOGNITE & PROMOTORI CONSULENTI FONDI&SICAV Sui fondi che puntano sui bond governativi pesano i molti dubbi legati a un potenziale ritorno delle banche centrali a una politica monetaria restrittiva, a un’accelerazione della crescita economica e al profilarsi dello spettro dell’inflazione. Ma sul settore grava soprattutto l’incognita di un forte aumento dello stock del debito pubblico nei paesi sovrani. I gestori preferiscono ancora i corporate, anche se le performance non saranno paragonabili a quelle del 2009, e formulano previsioni positive per il comparto dei titoli high yield Marzo 2010 Mario Comana,di Ubi Bpi: «Cresciamo più del mercato» Donne Pf Raccolta in netta crescita per la controllata private banking del gruppo bancario bresciano, anche grazie alla normativa che ha consentito il rientro dei capitali in Italia. «Siamo orgogliosi di avere intercettato una parte molto superiore alla nostra quota di mercato». A differenza di quanto accade in molte altre reti, c’è grande interesse anche per la parte previdenziale, con oltre il 15% del gestito nel settore assicurativo vita. Ed è in corso di lancio una piattaforma che permette un’analisi completa sull’intero portafoglio del cliente Intervista 46 PARLA MARIO COMANA, PRESIDENTE DI UBI BPI Ancora una minoranza Donne nella 50 Donne Pf/2 Quelle che hanno fatto strada professione/1 ANCORA TROPPO POCHE Parlano alcune manager del settore e raccontano come sono riuscite ad affermarsi in un campo difficile e impegnativo come il collocamento di prodotti finanziari. «Oggi molte di noi hanno la preparazione e le competenze per entrare a pieno titolo nella famosa stanza dei bottoni». E c’è chi fa notare che proprio la mancanza di orari fissi e la capacità di pianificare il proprio tempo siano tutti elementi largamente favorevoli alla crescita del genere femminile in questo lavoro Ricerca Fineco Il futuro è nella consulenza 4 Il genere femminile è scarsamente rappresentato nella maggior parte delle reti. Fra i semplici operatori è già molto quando raggiunge il 10% dei pf impegnati in una società, mentre fra i quadri dirigenti le percentuali sono ancora più modeste. L’interesse primario per la famiglia da parte di molte, ma anche l’incapacità dei selezionatori di individuare fra le candidate personalità adatte ad affermarsi sono le cause di questo trend. Eppure le potenzialità ci sono / FONDI&SICAV Marzo 2010 Donne nella 54 professione/2 NOI CE L’ABBIAMO FATTA MARZO N°18 SOMMARIO A R I O La money manager è una delle poche donne presenti ai vertici delle classifiche di Citywire e ha ottenuto ottimi risultati nell’azionario americano grazie a un’attenta selezione dei titoli e a un metodo che permette di monitorare i mercati e soprattutto i diversi risultati aziendali con estrema attenzione. I ritorni sono stati eccellenti, soprattutto nel terribile 2008, quando il fondo ha battuto il benchmark di oltre 16 punti percentuali L’intervista al gestore A CACCIA DI SOCIETÀ SANE Una rassegna di fondi indice che investono nelle società degli Stati Uniti, che restano, nonostante la crisi e la crescita dell’Asia, l’economia numero uno al mondo e soprattutto la più innovativa. L’offerta è variegata e comprende prodotti con una larghissima diversificazione, ma anche altri specializzati nella tecnologia, nelle small cap o nelle azioni con i migliori dividendi. C’è anche chi sceglie indici di riferimento ecologici o punta sui ribassi dei mercati Diffuso ottimismo da parte dei money manager sulla situazione economica degli Stati Uniti. Il settore manifatturiero e i servizi appaiono in netto recupero e molti fanno notare che la ripresa oltre oceano è sicuramente più robusta che in Europa. Anche la disoccupazione, pur in crescita, sembra diminuire la sua forza e il recente piccolo incremento dei tassi da parte della Federal reserve è stato alla fine recepito come un elemento positivo. Certo però non mancano i problemi: gli immobili sono ancora in crisi, il deficit dello stato sta salendo alle stelle ed è sempre più fondamentale per sostenere il Pil, le finanze degli enti locali sembrano sull’orlo del tracollo Sta crescendo in misura esponenziale il numero dei professionisti che offrono la loro consulenza ai lavoratori e ormai sono oltre 24 mila in tutta Italia. A provvedere alla loro vecchiaia è l’Empacl, cui è obbligatorio iscriversi e che chiede una contribuzione fissa di 2.750 euro all’anno. La tutela fornita a chi di contributi si occupa di mestiere è decisamente insoddisfacente ed è necessario integrarla con altre soluzioni finanziarie, se si vuole mantenere un livello di reddito accettabile anche dopo che è avvenuto il ritiro definitivo dall’attività 3 Editoriale 6 Radar finanziario 14 Notizie in breve 62 Etf Usa PER SBARCARE A WALL STREET 66 Consensus sugli Usa E LA NAVE VA 72 Previdenza BRAVI A CONSIGLIARE, MA NON PER SE STESSI 80 84 My Life, My style / FONDI&SICAV Marzo 2010 Rubriche 5 Fortis vende la partecipazione in Artemis ad Amg e tutto il team di controllo di Artemis. La banca belga-olandese, una controllata di Bnp Paribas, è stata sotto pressione per la cessione di asset no core da quando le autorità europee hanno dato il via ai cambiamenti per sostenere i bilanci bancari. Una volta completata la transizione, Amg controllerà la maggiore partecipazione in Artemis. RADAR Il dollaro si apprezza dopo il rialzo della Fed. Mentre l’ammontare del rialzo è stato ben chiaro dall’inizio, la sua tempistica ha sorpreso i mercati: gli investitori hanno dovuto riaffrontare il problema di come l’economia e le imprese reagiranno non appena le banche centrali cominceranno a togliere l’appoggio al credito e a sviluppare politiche monetarie restrittive, a partire dai tassi più alti. Il Brasile mostra segni di affaticamento. I dati dei flussi di Bny Mellon mostrano net outflow per quattro giorni consecutivi nella parte equity del mercato brasiliano alquanto insoliti negli ultimi dodici mesi. In aggiunta gli inflow nel paese sono scesi drasticamente. 6 FONDI&SICAV/Marzo 2010 Gli investitori controllano l’equity, mentre cresce la crisi del debito europea. Bank of America Merrill Lynch ritiene che la crisi greca inizi a somigliare a una ripetizione della crisi asiatica degli anni ‘80 e consiglia agli investitori di stare alla larga dall’equity: i mercati azionari, secondo l’istituto Usa, rimarranno sotto pressione finché i costi per assicurare il debito europeo continueranno ad aumentare. FINANZIARIO Gli ultimi dati di Lipper mostrano che il Regno Unito e la Germania sono stati i due paesi con la maggior crescita di asset nel 2009. Nel 2009, l’industria europea dei fondi ha visto un aumento delle masse che ammonta a 190 miliardi di euro, risultato che acquisisce maggior valore se lo si confronta con i 298 miliardi di euro pagati in rimborsi nel 2008. Nel Regno Unito la crescita nel 2009 è ammontata al 45,2% rispetto al 2008. La Germania è cresciuta del 14,7% nello stesso periodo, seguita da Francia e Italia con rispettivamente il 15,5% e il 10,9%. I fondi cinesi governativi possiedono centinaia di miliardi di dollari in asset molto liquidi. Con un volume così alto di masse, possono influenzare il mercato. Questo può essere l’anno in cui i fondi cinesi iniziano seriamente a fare importanti acquisizioni all’estero. Dubai islamic bank cerca un accordo sull’industria dei fondi con gli Emirati Arabi. È stato siglato un trattato con il ministro delle finanze degli Emirati Arabi che permetterà ai gestori di capitali di offrire prodotti shariacompliant. A CURA DI: FONDI&SICAV/Marzo 2010 7 I PORTAFOGLI DI MC GESTIONI Fuga dal rischio l fly to quality degli investitori sta condizionando i mercati finanziari ormai da qualche settimana, anche se i listini azionari mondiali hanno chiuso il mese di febbraio con una performance positiva pari all’1,77% (Msci world Lc) con sostanziali differenze intra-area, mentre il mercato obbligazionario di riferimento governativo euro (Jpm Emu) ha ottenuto un rendimento positivo dell’1,19%. I Sta tornando in maniera massiccia il fly-toquality da parte degli investitori, anche se le borse mondiali a febbraio hanno messo a segno una piccola crescita. Le Un anno di DJ Eurostoxx emissioni greche e spagnole sono oggi in ipervenduto e potrebbero costituire una buona opportunità speculativa, anche se è presente il timore di contagio nei confronti delle economie Un anno di S&P500 più deboli dell’area euro Il motivo della ricerca di titoli a basso rischio o del rifugio su aziende a grande capitalizzazione dai fondamentali solidi, con elevati flussi di liquidità e potenzialità di crescita, è ormai sotto gli occhi di tutti. Si teme infatti che la crisi che ha colpito la Grecia possa presto estendersi ad altre aree periferiche dell’area euro quali 8 FONDI&SICAV/Marzo 2010 Portogallo, Irlanda, Spagna e Italia. I risvolti di questa situazione si avvertono specialmente sulle curve dei tassi, sia europea sia americana. In area euro le emissioni tedesche e francesi su scadenze medie hanno registrato buone performance, mentre gli spread sulle emissioni periferiche hanno subito un marcato allargamento con il raggiungimento, nel caso greco, di livelli da economia emergente; in Usa, i tassi si sono ridotti specialmente sulle scadenze più lunghe, a testimonianza di come gli investitori si fidino maggiormente, nel breve periodo, di un’economia ancora debole e caratterizzata da un altissimo livello di disoccupazione piuttosto che della solidità dell’area euro stessa. Riteniamo questi timori abbastanza infondati: il mercato ha vissuto a febbraio una parziale stabilizzazione con un sensibile decremento della volatilità. Gli asset andati in ipervenduto, come i titoli spagnoli o le emissioni greche, potrebbero essere invece una buona opportunità speculativa. In termini di macroaree rimaniamo neutrali sull’area americana e incrementiamo gradualmente quella europea. Rimane il sottopeso sui listini asiatici, il che si spiega con la debolezza del mercato giapponese che non ha mantenuto le buone premesse di inizio anno. Continuano le rotazioni intra-area sui mercati emergenti: il peso complessivo della macrocategoria nel portafoglio non viene tuttavia modificato. I Dodici prodotti per attaccare Tipo Macroarea Area Stile Peso Mc Fdf America Acc Eur Investment Azionario America Nord America Blend 14 Parvest Us Mid Cap P Usd Usd Azionario America Nord America Blend 9 Etf Ishares S&P Global Timber & Forestry Eur Azionario Settoriale Materials Globale 4 Etf Lyxor Dj Stoxx 600 Chemicals Eur Azionario Settoriale Industrials Europa 6 Caam Emerging Internal Demand Acc Ist Usd Azionario Emergenti Globale Generico 6 Hsbc Gif Euroland Equity A Eur Acc Eur Azionario Europa Euro Blend 12 Threadneedle European Quantitative Equities Ae Eur Azionario Europa Globale Blend 10 M&G International Growth Fund Eur C Ist Eur Mc Fdf Flex High Volatility Eur Azionario Mondiale Globale Growth 8 Flessibile Mondiale Generico Generico 6 Morgan Stanley Sicav Euro Bond Fund A E Acc Eur Obbligazionario Diversificati Europa Generico 10 Mc Fdf High Yield Eur Obbligazionario Emergenti Globale Generico 5 Threadneedle European Bonds Ist Acc Eur Obbligazionario Diversificati Europa Generico 10 La visione dinamica Rifugio in Germania l portafoglio si rivolge a un investitore dal profilo di rischio medio-alto: l’obiettivo è la crescita del capitale in un orizzonte temporale di medio periodo. L’esposizione è pari al 75% sul comparto azionario e flessibile aggressivo e al 25% tra titoli obbligazionari e monetari. A gennaio avevamo pensato di ridurre la componente rischiosa all’interno del portafoglio, ma questa strategia non si è rivelata particolarmente premiante. I timori sulla sostenibilità del debito dei paesi sviluppati, l’accesso al credito ancora bloccato da parte delle banche ed elevati tassi disoccupazione non sono tuttavia problemi che hanno trovato una soluzione. La prudenza e la diversificazione devono rimanere alte, in quanto gli effetti della crisi si faranno sentire ancora per diversi mesi. Gli investitori hanno invece reagito puntando su grandi capitalizzazioni, bilanci sani ed elevati flussi di cassa. Il mercato americano rimane l’area preferita, anche in un’ottica strategica dell’investimento, mentre il comparto europeo, dopo avere subito una forte ondata di vendite, ha trovato maggiore respiro a seguito della notizia del possibile accordo tra Germania e Grecia per la riduzione del deficit di Atene. I In America preferiamo le grandi capitalizzazioni, in particolare quelle growth, ma sono le medie capitalizzazioni a erogare valore, sia in termini assoluti sia relativi; tatticamente riduciamo il peso delle small cap. In Europa i titoli tedeschi rappresentano il bene rifugio degli investitori: molte aziende tedesche realizzano una quota importante di fatturato nelle aree emergenti, ovvero quelle aree caratterizzate da una forte domanda interna in termini di consumi e prodotti elettronici, che rimangono tra l’altro i comparti preferiti da Mc gestioni sulla componente settoriale. Bene anche i titoli Uk: la composizione del listino e il leggero deprezzamento della valuta continuano a dare una maggiore forza relativa. L’Ibex spagnolo può essere inserito in asset con finalità opportunistica. Sottopesiamo i mercati asiatici alleggerendo la posizione sul listino giapponese e valutiamo con attenzione in un’ottica di inserimento i paesi emergenti asiatici che intra-area erogano valore, ma non si confermano su scala globale; migliora la componente australiana, che può essere considerata una buona idea di breve periodo. Sulla parte emergente manteniamo anche in questo caso alta la diversificazione, con leggera preferenza per il Brasile. I Come suddividere i pesi Threadneedle European Bonds Ist Acc Eur 10% Mc Fdf High Yield Eur Mc Fdf America Acc Eur 14% 5% Morgan Stanley Sicav Euro Bond Fund A E Acc Eur 9% Parvest Us Mid Cap P Usd Usd 10% 4% Mc Fdf Flex High Volatility Eur 6% M&g International Growth Fund Eur C Ist Eur Etf Db X-trackers Msci Japan Total Return Index Eur 6% 8% 6% 10% Threadneedle European Quantitative Equities Ae Eur 12% Etf Lyxor Dj Stoxx 600 Chemicals Eur Caam Emerging Internal Demand Acc Ist Usd Hsbc Gif Euroland Equity A Eur Acc Eur FONDI&SICAV/Marzo 2010 9 I PORTAFOGLI DI MC GESTIONI La visione moderata Più Europa l portafoglio si rivolge a un investitore dal profilo di rischio medio-alto: l’obiettivo è la crescita del capitale in un orizzonte temporale di medio periodo. L’esposizione è pari al 45% sul comparto azionario, al 47% sul comparto obbligazionario e all’8% sul comparto flessibile. La diversificazione rimane elevata sull’intero portafoglio: a livello azionario settoriale vengono alternati comparti aciclici, come beni di consumo e farmaceutici, e ciclici, come i chimici. I A livello geografico si è deciso di incrementare gradualmente l’area europea, con particolare preferenza per i titoli tedeschi e Uk. Buona la visione anche sulle aree emergenti Bric, su cui si mantiene alta la diversificazione considerando l’elevato turnover tra questi paesi. La visione sul comparto azionario rimane prudente: il trend più probabile, in questa fase di accumulazione caratterizzata da un basso livello di volatilità, è laterale-rialzista, anche se i già citati timori sulla sostenibilità del Come suddividere i pesi Etf Db Iboxx Global Inflation-linked Total Return Index Hedged Etf Eur Parvest Us Mid Cap P Usd Usd 5% Jpm Eu Government Bond Fund Acc Ist Eur Schroder Emerging Markets Debt Usd C Ist Acc. Usd Mc Fdf High Yield Eur Parvest Euro Medium Term Bond P Eur Eur 8% Nordea-1 North American Growth Fund Bp Eur Acc Eur 12% 8% 5% 6% 4% 5% 8% 8% Etf Lyxor Dj Stoxx 600 Chemicals Eur Caam Emerging Internal Demand Acc Ist Usd Hsbc Gif Euroland Equity A Eur Acc Eur 6% 12% Morgan Stanley Sicav Euro Bond Fund A E Acc Eur 8% 5% Mc Fdf Flex High Volatility Eur Threadneedle European Quantitative Equities Ae Eur Lemanik Sicav - World Portfolio Equities Cap Ist Eur Acc Eur debito ellenico impattano fortemente sulle scelte degli investitori. L’annuncio di possibili ulteriori misure per ridurre il deficit da parte della Grecia sta rianimando le borse. Da segnalare inoltre alla fine del mese la diminuzione del valore del Cds ellenico (Credit default swap). La componente obbligazionaria predilige le scadenze medie governative area euro sul tratto 3-5. Anche in questo caso gli strumenti più rischiosi hanno beneficiato del parziale miglioramento del clima di fiducia della seconda parte del mese. Si rimane favorevoli nel brevissimo periodo su titoli emerging per motivi valutari e high yield, mentre il raggiungimento dei minimi di spread tra governativi e corporate con la generazione di possibili tensioni ci spinge a uscire strategicamente dalle emissioni societarie. Manteniamo all’interno della struttura il comparto flessibile: l’incertezza continua a rimanere elevata e, in una fase di sostanziale mancanza di una vera e propria direzionalità, è preferibile delegare la scelta tra azionario e obbligazionario a un gestore terzo. I Quattordici prodotti per ogni scenario Investment Parvest Us Mid Cap P Usd Usd Nordea-1 North American Growth Fund Bp Eur Acc Eur Etf Lyxor Dj Stoxx 600 Chemicals Eur Caam Emerging Internal Demand Acc Ist Usd Hsbc Gif Euroland Equity A Eur Acc Eur Threadneedle European Quantitative Equities Ae Eur Lemanik Sicav - World Portfolio Equities Cap Ist Eur Acc Eur Mc Fdf Flex High Volatility Eur Morgan Stanley Sicav Euro Bond Fund A E Acc Eur Parvest Euro Medium Term Bond P Eur Eur Mc Fdf High Yield Eur Schroder Emerging Markets Debt Usd C Ist Acc. Usd Jpm Eu Government Bond Fund Acc Ist Eur Etf Db Iboxx Global Inflation-Linked Total Return Index Hedged Etf Eur 10 FONDI&SICAV/Marzo 2010 Tipo Azionario Azionario Azionario Azionario Azionario Azionario Azionario Flessibile Obbligazionario Obbligazionario Obbligazionario Obbligazionario Obbligazionario Obbligazionario Macroarea Area America Nord America America Nord America Settoriale Industrials Emergenti Globale Europa Euro Europa Globale Mondiale Globale Mondiale Generico Diversificati Europa Diversificati Europa Emergenti Globale Emergenti Globale Governativo Europa Inflation linked Generico Stile Blend Growth Europa Generico Blend Blend Blend Generico Generico Generico Generico Generico M/L euro Generico Peso 8 8 6 4 8 6 5 8 12 8 5 5 12 5 I PORTAFOGLI DI MC GESTIONI Dodici prodotti per difendersi Investment Schroder Us Small Mid-Cap Equity Usd C Ist Acc. Usd Blackrock European Focus Fund Acc Ist Eur Franklin Mutual Global Discovery Fund I Eur Eur Mc Fdf Flex Low Volatility Eur Etf Lyxor Euro Cash Eonia Eur Parvest Euro Medium Term Bond P Eur Eur Gdp Sungear Euro Bond Acc Ist Eur Jpm Eu Government Bond Fund Acc Ist Eur Mc Fdf Global Bond Eur Hsbc Gif Euro High Yield Bond Acc Ist Eur Templeton Global Bond Fund Euro Hedged Ist Acc Eur Parvest Euro Inflation Link Bond P Eur Eur Tipo Azionario Azionario Azionario Flessibile Monetario Obbligazionario Obbligazionario Obbligazionario Obbligazionario Obbligazionario Obbligazionario Obbligazionario Macroarea America Europa Mondiale Mondiale Euro Diversificati Governativo Governativo Governativo Hy Diversificati Inflation linked Area Nord America Globale Globale Generico Generico Europa Europa Europa Globale Europa Globale Generico Stile Small cap Blend Blend Generico Generico Generico M/l euro M/l euro Generico Generico Generico Generico Peso 9 6 10 8 7 10 10 12 10 5 5 8 La visione prudente Attenti alla volatilità l portafoglio si rivolge a un investitore dal profilo di rischio mediobasso, l’obiettivo è la crescita del capitale in un orizzonte temporale almeno superiore all’anno. L’esposizione è pari al 67% sul comparto obbligazionario e all’8% su fondi flessibili a basso rischio con il rimanente 25% sul comparto azionario. Il differenziale sul decennale tra Btp e Bund soffre della tensioni intra area: il mercato dei bond sta diventando sempre più il barometro dell’appetito per il rischio da parte degli investi- I tori. Le distinzioni in area euro sono notevoli e vi sono in questa fase alcune buone occasioni per differenti tipi di investitore. In termini complessivi il comparto governativo guadagna da inizio anno quasi l’1%, mentre le asset class più rischiose oltre l’1,5%. Non apportiamo particolari modifiche, rispetto alla strategia indicata a gennaio e rimaniamo a benchmark sulla componente governativa area euro: il rialzo del Jpm Emu è stato infatti dettato esclusivamente dai titoli tedeschi e francesi, mentre si registrano risultati Come suddividere i pesi Parvest Euro Inflation Link Bond P Eur Eur Templeton Global Bond Fund Euro Hedged Ist Acc Eur Hsbc Gif Euro High Yield Bond Acc Ist Eur Mc Fdf Global Bond Eur Jpm Eu Government Bond Fund Acc Ist Eur 8% 9% 5% 6% Blackrock European Focus Fund Acc Ist Eur 5% 10% Franklin Mutual Global Discovery Fund I Eur Eur 8% Mc Fdf Flex Low Volatility Eur 10% 12% 7% 10% Gdp Sungear Euro Bond Acc Ist Eur 12 Schroder Us Small Mid-cap Equity Usd C Ist Acc. Usd FONDI&SICAV/Marzo 2010 10% Etf Lyxor Euro Cash Eonia Eur Parvest Euro Medium Term Bond P Eur Eur leggermente negativi e altamente volatili sulle restanti emissioni intra-area. Sulla curva americana si inizia a intravedere il cambiamento di rotta da parte della Fed che a febbraio ha alzato di un quarto di punto il tasso di sconto, ancora stabile invece la volontà di mantenere i Fed funds nella forchetta tra 0 e 0,25%. Alleggeriamo il peso dei titoli inflation linked euro, in quanto rimane buona la visione sull’intero comparto, specialmente con il perdurare del mantenimento dei tassi d’interesse su livelli minimi mai raggiunti in precedenza, ma probabilmente è ancora prematuro provare ad anticipare il mercato; il tasso d’inflazione è in diminuzione, così come le attese di inflazione scontate dal mercato. Gli asset rischiosi meritano un discorso a parte. Dimentichiamo la bassa volatilità del 2009 e prepariamoci a movimenti più repentini. La view passa a ribassista sulle emissioni corporate, su cui suggeriamo di controllare la liquidabilità, mentre rimane neutrale su high yield ed emerging. Le valute emergenti possono trarre beneficio dall’instabilità economica di Usa ed euro. I NOTIZIE IN BREVE Economia Usa Quasi primavera a recente pubblicazione del libro beige dipinge un quadro di consolidamento dell’economia Usa, che resta ancora la più importante del mondo. Migliorano consumi, manifatturiero e immobiliare residenziale. Ma ecco i principali punti del rapporto. Consumi: i dati confermano l’andamento positivo, con le vendite retail e le registrazioni di automobili che si sono rafforzate in gran parte del paese. I concessionari di automobili hanno a poco a poco ricostruito le loro scorte dalla fine del programma di incentivi alla rottamazione delle auto. I dati sul turismo rimangono incerti. Manifatturiero: l’attività industriale è migliorata leggermente, guidata dai settori a elevato valore aggiunto, come il bio-farmaceutico (Boston) o high-tech (Dallas), anche se alcuni distretti hanno riportato flessioni costan- L ti (Atlanta e St Louis). I produttori sono generalmente ottimisti sulle prospettive nel breve termine e si aspettano che le condizioni economiche migliorino nel corso dei prossimi mesi, anche se le attività legate alle costruzioni mostrano preoccupazione per le aspettative di un prolungato indebolimento nel settore immobiliare commerciale. Immobiliare residenziale: la domanda per il residenziale è migliorata nelle ultime settimane, in primis per il segmento a basso costo del mercato. Questo è stato supportato dal credito fiscale per i nuovi acquirenti di case, che recentemente è stato esteso anche ai proprietari esistenti. I prezzi sono rimasti piatti oppure sono scesi leggermente, specialmente nei distretti orientali. Le costruzioni residenziali sono ancora su livelli molto bassi. Immobiliare commerciale: le condizioni stanno peggiorando ancora in questo settore. La domanda continua a indebolirsi, in parte per l’incapacità di ottenere credito. Bancario: la domanda di prestiti si sta stabilizzando, anche se a livelli molto bassi. Occupazione: le condizioni sono ancora deboli con ulteriori licenziamenti e livelli elevati di disoccupazione, ma sono stati notati alcuni segnali incoraggianti. Il ritmo dei tagli nel settore lavoro sta rallentando e alcune società stanno iniziando ad assumere. Le pressioni su salari e prezzi sono generalmente contenute nel paese. Raccolta fondi Freddo febbraio rutto febbraio per i fondi comuni: i riscatti sono stati superiori alle sottoscrizioni e il sistema fondi ha chiuso il mese con una raccolta netta negativa pari a 456 milioni di euro. Nonostante il risultato negativo, il patrimonio B I numeri di febbraio RACCOLTA NETTA AZIONARI BILANCIATI OBBLIGAZIONARI FONDI DI LIQUIDITÀ FLESSIBILI FONDI HEDGE FONDI APERTI FONDI RISERVATI FONDI HEDGE FONDI DI DIRITTO ITALIANO Gruppi italiani Gruppi esteri FONDI DI DIRITTO ESTERO Gruppi italiani Gruppi esteri GRUPPI ITALIANI GRUPPI ESTERI TOTALE Fonte: Assogestioni 14 FONDI&SICAV/Marzo 2010 Feb-10 mln. euro Gen-10 mln. euro Da inizio anno mln. euro -232 535 1.097 -2.396 541 -1 -411 -44 -1 -1.958 -1.725 -233 1.501 1.115 386 -610 154 -456 148 414 842 -1.658 932 -425 720 -41 -425 -984 -775 -208 1.237 1.445 -208 670 -417 253 -84 949 1.939 -4.054 1.473 -427 309 -85 -427 -2.941 -2.500 -441 2.738 2.560 178 60 -263 -203 è cresciuto a quota 434 miliardi. Nel corso del mese di febbraio è tornato l’interesse per i fondi obbligazionari, che hanno raccolto 1,1 miliardi di euro. Gli asset, ancora in crescita, hanno superano 169 miliardi di euro e rappresentano oltre un terzo del patrimonio del settore. Bene anche i fondi flessibili con un contributo di 541 milioni di euro. Questi prodotti gestiscono asset sempre crescenti che alla fine del mese arrivavano a 58,5 miliardi di euro, il 13,5% del patrimonio complessivo. Positivi anche i bilanciati con 535 milioni di euro a febbraio. Per i fondi hedge il mese si è chiuso con deflussi pari a un milione di euro, mentre il computo degli asset indica un valore superiore a 14 miliardi, il 3,3% del patrimonio complessivo. Male invece i fondi azionari con deflussi netti per 232 milioni di euro. Il patrimonio affidato a questa tipologia di prodotti, però, è salito favorito dalla gestione e si è portato a quota 91,3 miliardi di euro, il 21% degli asset. Non accenna a diminuire il peso dei deflussi registrati dai fondi di liquidità, categoria che registra perdite per quasi 2,4 miliardi di euro e detiene oggi un patrimonio di 83 miliardi di euro, il 19% degli asset complessivi. GIOCARE IN DIFESA CON GLI OBBLIGAZIONARI I TITOLI DI STATO Troppe incognite Testi di Rocki Gialanella e Gloria Valdonio Analisi e tabelle di Luca Brambilla irare sui bond? La ripresa economica incerta, i mercati azionari confusi, la prospettiva di un’exit strategy da parte delle banche centrali con tempi e modalità ancora da definire sono le premesse per porre ai gestori un interrogativo: «È giunto il momento di puntare sui mercati obbligazionari?» In altre parole: l’attuale situazione economica può suggerire una V strategia di investimento difensiva, sbilanciata su titoli di stato e corporate bond, piuttosto che su prodotti legati a indici e performance azionarie? La domanda sembrerebbe retorica e automatica la risposta: se per sua natura, spiegano i gestori, l’investimento obbligazionario è poco rischioso, tuttavia l’attuale basso livello dei tassi lo rende un prodotto il cui rischio è decisamente poco remunerato. Investimento perfetto quindi per chi ha come mission un portafoglio conservativo. Ma attenzione: come spiegano alcuni gestori a Fondi&Sicav, il rischio esiste anche nelle acque apparentemente calme dei bond. Il rischio certo, ma a una data e con un’ampiezza non ancora definite, si riferisce a un aumento dei tassi ufficiali adottati dalle Sui fondi che puntano sui bond governativi pesano i molti dubbi legati a un potenziale ritorno delle banche centrali a una politica monetaria restrittiva, a un’accelerazione della crescita economica e al profilarsi dello spettro dell’inflazione. Ma sul settore grava soprattutto l’incognita di un forte aumento dello stock del debito pubblico nei paesi sovrani. I gestori preferiscono ancora i corporate, anche se le performance non saranno paragonabili a quelle del 2009, e formulano previsioni positive per il comparto dei titoli high yield 16 FONDI&SICAV/Marzo 2010 INVESTIRE IN CINA banche centrali accompagnato da una stretta sulla liquidità messa a disposizione degli istituti di credito. In caso di movimento brusco (o male interpretato) delle autorità monetarie, gli investimenti in obbligazioni potrebbero vedere il loro valore diminuire sensibilmente. «Il livello assoluto dei tassi di interesse, soprattutto nell’area euro, è particolarmente compresso», conferma Paolo De Rogatis, responsabile del Centro investimenti private di Banca Euromobiliare. «Questo fattore è coerente con un profilo di crescita economica contenuto nei prossimi semestri e con una sostanziale assenza di pressioni inflative lungo un orizzonte di breve-medio periodo». Secondo De Rogatis, sulla base di questo scenario, la vulnerabilità del comparto obbligazionario a sorprese positive sul lato della crescita e dell’inflazione rende l’esposizione al puro rischio di tasso di interesse non attraente su un orizzonte di 12-18 mesi. «Le tendenze osservate sui mercati obbligazionari nel dicembre 2009 potrebbero essere un assaggio di ciò che accadrà quest’anno», aggiunge Fabrizio Quirighetti, research & analysis team di Banque Syz. «L’inversione del ciclo economico e le anticipazioni di un rialzo dei tassi di interesse continueranno a pesare sulle performance dei titoli a reddito fisso. Ritengo che una nuova fase sia già iniziata, caratterizzata da molto nervosismo circa la strategia delle banche centrali obbligate a un continuo arbitraggio tra i rischi di un precoce rialzo dei tassi e i rischi di un’inflazione fuori controllo. La loro credibilità dipende proprio dalla loro abilità nel compensare le due tendenze». Delle due variabili temute, manovra espansiva e inflazione, quest’ultima sembra la meno preoccupante. «Non penso», è l’opinione di Richard &G optimal Woolnough, gestore di M& income fund, «che l’inflazione rappresenti un problema nel prossimo futuro a causa dell’eccesso di produzione disponibile nell’economia globale. Mi aspetto infatti che i tassi resteranno bassi ancora per un certo tempo e questo dovrebbe supportare l’asset class obbligazionaria. In altre parole, la crescita economica dovrebbe rimanere inferiore al trend e la Bce non rischierà di rivedere i tassi prima che la ripresa possa autosostenersi». Ma siamo sicuri che le autorità centrali si manterranno fedeli alla politica del non intervento ancora per molto tempo? La recente manovra della Federal reserve, che ha innalzato il tasso di sconto da 0,25% a 0,75%, ha colto di sorpresa e seminato i primi dubbi tra gli investitori. Federico Mosca, del fondo Arca bond paesi emergenti, e Giovanni Radicella, di Arca bond corporate, ritengono che la deci- sione non sia nata dall’intenzione di rendere la politica monetaria più restrittiva. Semplicemente la Fed sarebbe ora in grado di gestire più attivamente l’eccesso di liquidità che si è creato nel sistema bancario in seguito alle misure di emergenza del passato e che stanno via via scadendo. «Una delle opzioni che la Fed si riserva», spiegano Mosca e Radicella, «è offrire depositi a termine per assorbire la liquidità in eccesso nel sistema bancario. Per fare ciò l’istituto centrale nordamericano offrirà su questi depositi un tasso superiore al tasso overnight per impedire alle banche di finanziarsi a un tasso di sconto inferiore a quello che in futuro verrà offerto su questi depositi a termine». In altre parole, la decisione della Fed fa parte di un graduale processo di ritorno alla normalità sui mercati monetari e non ha nessuna implicazione di breve periodo di un cambio di politica monetaria. Sono molti i gestori che credono che la politica del non intervento verrà mantenuta più a lungo del previsto. TEMPI LUNGHI PER LA RIPRESA Per Mauro Vittorangeli, responsabile obbligazionario di Allianz global investors Italia, la ripresa economica richiederà tempi lunghi e sarà caratterizzata da alti livelli di disoccupazione e bassa inflazione. Per questa ragione, le banche centrali lasceranno ancora invariato il costo del denaro per diversi mesi. In questo contesto i rendimenti obbligazionari dovrebbero manteContinua a pag. 20 FONDI&SICAV/Marzo 2010 17 I primi 50 fondi obbligazionari global bond in euro Descrizione ISIN Patrimonio Perf. 3m Volat. 3m Sharpe 3m Info. ratio 3m Perf. 6m Volat. ann Sharpe Info. ratio 6m 6m 6m 0,748 16,968 7,395 0,563 6,187 2,776 0,506 3,045 0,639 0,524 0,229 Frankli. Templeton Global Total Return N Acc. LU0260870745 56.095.886 14,187 8,161 0,796 Pharus . Bond Opportunities A LU0159790970 8.865.175 1,730 2,805 0,305 M&G Int. M&G Optimal Income Ah GB00B1VMCY93 1.919.263.020 2,514 3,321 0,451 0,382 6,868 -0,109 5,458 4,114 0,327 6,614 2,559 0,707 Anima Fondimpiego Acc. IT0000382207 274.257.000 0,150 2,643 -0,040 Pimco G. Global Bond E Acc. Hedged IE00B11XZ103 54.045.102 2,929 2,179 0,655 0,491 Blackro. BGF Fixed Income Global Opportunities E2 Cap. LU0278456818 3.204.456 1,693 2,098 0,426 0,384 5,683 1,872 0,728 0,576 Pictet . Eur Corporate Bonds R LU0128473435 1.455.532.363 2,249 2,742 0,392 0,385 5,765 2,379 0,617 0,391 Frankli. Templeton Global Bond A Acc. LU0152980495 679.050.759 13,213 7,559 0,779 0,771 13,137 7,010 0,464 0,414 Frankli. Franklin Strategic Income A Acc. LU0300742896 2.011.037 14,305 6,993 0,892 0,872 13,084 7,632 0,402 0,352 Fortis . Bond Currencies High Yield Classic/Cap. LU0011928255 56.637.098 7,718 5,079 0,705 0,634 8,694 4,956 0,464 0,341 Jpmorga. JPM Income Opportunity A Acc. LU0289470113 494.907.877 1,426 1,808 0,386 0,295 4,768 1,865 0,606 0,407 Dexia B. Total Return C Cap. LU0252128276 84.163.435 1,258 2,384 0,263 0,214 4,286 2,118 0,526 0,406 Pimco G. Global Real Return E Acc. Hedged IE00B11XZ541 93.799.555 -0,077 2,847 0,094 4,077 3,792 0,374 Goldman. Global Fixed Income Plus Portfolio Dist. LU0234589777 475.655 1,747 1,653 0,523 4,645 1,489 0,786 Frankli. Templeton Global Bond (Euro) A Acc. LU0170474422 107.713.799 2,834 1,794 0,821 6,010 2,528 0,616 0,615 0,40 Mfs Sic. Strategic Income A1 LU0219420063 157.478 11,846 9,520 0,532 14,037 9,171 0,359 Goldman. Global LIBOR + 2 Portfolio Acc. EURO-Hedged LU0254093452 10.461.140 2,644 2,655 0,308 4,528 3,293 0,275 Pimco G. Total Return Bond E Acc. Hedged IE00B11XZB05 1.416.693.329 1,161 1,790 0,367 4,414 2,218 0,547 Ersel G. Globersel Corporate Bond LU0012092481 408.083.065 1,878 1,980 0,454 0,382 3,907 1,744 0,567 0,265 Schrode. Global Credit Duration Hedged A Acc. LU0227788626 17.498.483 2,876 4,120 0,261 0,226 3,962 4,048 0,118 0,019 Swiss &. Absolute Return Bond Fund Plus B LU0256048223 191.088.980 1,911 3,108 0,240 2,110 2,582 0,237 Blackro. BGF World Income A2 Cap. LU0230590886 7,191 5,589 0,714 0,631 9,153 6,465 0,381 0,302 Ing (L). International X Cap. LU0121215809 4.353.456 3,759 2,148 0,811 0,637 5,495 3,267 0,421 0,283 Caam Fu. Arbitrage Var2 Eur Classic S/Cap. LU0210817440 117.768.779 1,714 0,891 0,857 0,801 4,005 0,902 1,10 0,668 Dws Inv. Dws Gold Plus LU0055649056 464.063.501 3,802 16,761 0,250 0,229 22,636 15,419 0,314 0,271 Goldman. Global LIBOR + 1 Portfolio Acc. EURO-Hedged LU0245175434 6.166.767 1,116 1,014 0,407 2,621 1,297 0,404 Swiss &. Total Return Bond B LU0012197827 12.534.353 3,411 1,933 0,872 5,193 2,175 0,551 Ing (L). World X Cap. LU0121215551 2.748.317 6,913 3,836 0,846 0,738 7,937 5,263 0,359 0,261 Axa Wor. Global Inflation Bonds A Cap. LU0266009793 586.261.097 -1,081 2,832 -0,125 -0,452 1,726 3,880 0,183 -0,067 Sarasin. Bondsar World A LU0045164786 508.245.306 4,465 2,320 0,897 5,563 3,501 0,443 Az Fund. Long Term Bond A-Az Fund LU0194809330 183.085.549 -2,308 4,928 -0,191 -0,487 -0,741 5,282 0,005 -0,205 Legg Ma. Legg Mason Global Bond A Cap. LU0123294661 13.684.504 -4,529 11,870 -0,401 -0,478 -7,956 14,869 -0,157 -0,217 Pioneer Obbligazionario Piu' A Distribuzione A IT0000380961 845.689.000 2,399 1,933 0,642 0,567 3,133 2,356 0,356 0,153 Dws Inv. Dws Invest Sovereigns Plus Fc LU0145659065 5.918.012 1,248 2,169 0,183 -0,356 3,153 1,941 0,466 -0,024 Ubi Pramerica Portafoglio Prudente IT0003242325 608.792.000 1,107 1,166 0,432 0,470 2,048 1,654 0,364 0,159 Dws Inv. Dws Invest Total Return Bonds Fc LU0179218275 46.709.917 0,663 2,005 0,007 -0,105 2,060 1,867 0,186 -0,029 5,694 4,084 0,360 2,347 1,297 0,428 Raiffei. Obbligazionario Globale V AT0000785340 Axa Wor. Responsible Development Bonds A Cap. LU0140866178 4,926 3,738 0,627 13.644.334 0,826 1,197 0,302 Bper In. Global Medium Term Bond P Nextam Partners Obbligazionario Misto LU0214548348 64.502.997 0,856 1,190 0,161 IT0003245393 28.876.000 0,843 1,025 0,304 Blackro. BGF Global Government Bond (Euro Hedged) E2 Cap. LU0297944059 Intesa Casse Del Centro Protezione Dinamica IT0003606131 14.351.615 0,707 2,040 25.809.000 0,621 1,659 Bny Mel. Bny Mellon Global Bond A IE0003921727 6,358 4,956 Pioneer. Pioneer Funds - Global Aggregate Bond E Cap. LU0313646985 115.353.500 5,879 Pharus . Absolute Return LU0291569647 13.193.747 2,270 -0,122 -0,042 0,779 1,061 0,073 0,162 1,926 0,953 0,523 0,014 0,307 -0,419 1,995 2,672 0,239 -0,150 0,137 -0,130 1,087 1,650 0,163 -0,161 0,721 0,680 7,878 6,082 0,342 0,340 4,518 0,741 0,655 6,141 5,930 0,295 0,203 2,282 0,446 5,318 2,246 0,478 Mediolanum Intermoney IT0000386166 39.270.825 5,481 3,852 0,650 0,607 6,085 4,90 0,295 0,316 Axa Wor. Global Aggregate Bonds A Cap. LU0184633773 972.649.596 7,305 4,436 0,759 0,662 7,162 5,743 0,301 0,204 Threadn. Tlux - Global Bonds (Euro) AE LU0061474291 13.918.868 5,312 5,118 0,615 0,594 5,559 6,773 0,243 0,216 Invesco. Absolute Return Bond A LU0102737144 43.793.814 0,444 1,141 0,179 0,004 1,897 1,313 0,241 -0,058 Alpha I. Global Bond LU0282813079 18.439.102 0,299 0,940 -0,013 0,801 0,764 0,134 18 FONDI&SICAV/Marzo 2010 INVESTIRE (tabelle tratte dalle classificazioni di Analysis) IN CINA Perf. 1 anno Volat. ann 1 anno Sharpe 1 anno Info. ratio 1 anno Perf. 3 anni Volat. ann 3 anni Sharpe 3 anni Info. ratio 3 anni 35,487 32,339 Perf. 5 anni Volat. ann 5 anni Sharpe 5 anni 10,795 0,313 0,251 38,126 13,960 0,085 0,086 7,620 0,430 9,647 7,020 0,004 31,451 4,704 0,746 0,660 25,880 6,235 0,404 0,375 21,340 5,278 0,407 20,898 3,835 0,578 0,506 20,395 4,482 0,487 20,142 9,658 17,313 10,078 17,176 5,715 16,860 16,408 Info. ratio 5 anni 20,501 5,568 0,023 0,006 12,863 5,866 -0,008 0,020 4,815 7,347 -0,024 15,744 6,442 0,041 0,327 12,151 4,729 0,024 0,107 14,208 3,930 -0,012 0,064 0,199 0,142 39,274 11,786 0,101 0,113 53,037 9,503 0,088 0,107 0,189 0,136 0,327 0,191 16,432 7,261 0,043 0,037 28,751 6,466 0,048 0,056 3,679 0,491 0,398 3,782 0,459 0,404 9,464 3,797 0,0 0,035 15,733 5,993 0,240 15,018 7,701 0,035 15,416 3,429 0,475 15,534 4,430 0,061 14,932 4,425 0,313 14,311 6,166 0,033 0,024 20,151 5,013 0,024 0,031 1,950 3,932 -0,093 -0,067 17,568 4,943 0,006 0,019 0,080 0,137 14,661 10,308 0,178 5,966 12,946 -0,007 14,185 3,933 0,377 11,485 5,144 0,013 13,971 4,638 0,281 13,334 2,939 0,493 0,351 12,530 4,382 0,299 0,180 12,454 2,530 0,567 10,417 8,332 0,134 9,862 4,610 9,859 1,929 9,609 9,527 26,606 5,761 0,115 -7,679 4,476 -0,175 -0,155 -0,042 1,648 5,801 -0,057 18,343 3,551 0,103 0,040 16,341 9,087 0,034 0,033 0,209 0,043 14,726 5,885 0,036 0,038 0,568 0,287 10,286 5,858 0,006 0,024 15,530 0,108 0,057 30,824 21,494 0,054 0,051 84,808 19,885 0,078 2,715 0,338 3,405 3,106 -0,088 9,508 2,950 0,365 8,017 3,385 -0,020 8,723 3,605 -0,053 9,379 6,991 0,115 -0,001 16,787 8,234 0,037 0,036 19,689 6,922 0,011 8,606 4,874 0,163 0,143 14,076 6,867 0,032 0,019 14,10 6,315 0,031 14,127 5,337 -0,010 0,120 4,806 6,446 -0,026 -0,037 8,361 4,842 0,170 8,194 5,768 0,126 0,020 7,970 17,276 0,028 0,029 -3,190 11,256 -0,046 -0,031 -3,0 9,706 -0,048 -0,036 7,882 3,180 0,181 -0,025 3,806 3,301 -0,079 -0,022 9,025 2,810 -0,061 -0,015 7,067 2,668 0,269 0,178 19,710 6,832 0,063 0,087 18,438 5,917 0,009 0,056 7,031 2,222 0,279 -0,022 7,528 2,503 -0,038 0,094 13,80 2,131 -0,025 0,086 7,011 2,166 0,288 0,019 8,105 2,183 -0,034 0,014 13,549 1,937 -0,030 0,051 17,022 7,128 0,045 3,440 2,934 -0,091 -23,205 4,049 -0,403 3,282 2,177 6,751 5,249 0,126 6,489 1,678 0,407 6,332 2,333 0,228 6,218 1,320 0,497 5,895 3,285 0,165 0,184 5,779 1,959 0,280 -0,069 6,956 5,734 6,943 0,048 0,109 15,467 5,286 7,203 0,054 -0,065 5,132 3,653 0,138 4,971 5,983 0,049 0,188 13,911 4,739 7,043 0,044 -0,078 12,940 -0,077 0,011 22,694 5,911 0,024 -0,096 7,824 2,344 -0,080 -0,056 -0,128 -0,033 9,245 1,972 -0,080 -0,008 1,771 -0,075 0,045 13,344 1,602 -0,040 0,052 7,969 0,035 0,051 17,932 6,755 0,006 0,053 7,335 0,024 0,046 12,763 6,040 -0,015 0,027 8,852 0,017 0,013 4,580 7,410 0,011 0,037 13,174 8,920 0,021 0,032 13,033 7,263 -0,009 0,027 4,487 1,524 0,307 -0,078 2,328 2,014 -0,160 -0,104 6,608 1,704 -0,123 -0,034 4,244 1,154 0,313 0,70 1,525 -0,261 FONDI&SICAV/Marzo 2010 19 Fondi obbligazionari european bond in euro Descrizione ISIN Patrimonio Perf. 3m Volat. 3m Sharpe 3m Info. ratio 3m Perf. 6m Volat. ann Sharpe 6m 6m Info. ratio 6m Eurizon. Easyfund Bond High Yield R LU0114074718 100.971.053 4,50 5,432 0,405 0,354 13,752 5,578 0,594 0,509 Pioneer. Pioneer Funds - Euro Convergence Bond F Cap. LU0279964349 2.258.550 11,226 6,603 0,682 0,656 12,431 5,349 0,571 0,463 Allianc. European Income A2 LU0095024591 95.182.662 2,650 3,629 0,361 9,476 4,021 0,601 6,534 2,796 0,579 4,193 7,473 0,208 Carige Corporate Euro A IT0001482766 62.510.000 1,513 2,976 0,259 Lcf Rot. European Convertible Bonds A Cap. LU0112675722 43.980.902 -0,251 6,734 0,066 0,144 0,386 Sungear. Tactical Bond R LU0270655037 30.991 1,885 2,440 0,416 3,631 2,191 0,390 Frankli. Templeton European Total Return A (Mdis) LU0170473531 17.067.915 2,866 2,982 0,421 0,344 4,747 2,635 0,474 Mediolanum Risparmio Reddito IT0000380201 26.291.749 3,598 1,624 1,086 1,030 5,987 2,203 0,719 0,632 Anima S. Anima European Currencies Bond B LU0226921350 503.145 0,664 1,774 0,115 0,046 0,999 1,342 0,139 -0,119 Hsbc Gl. Euro Core Bond Ac LU0165129312 5.927.726 2,076 2,076 0,545 0,595 4,476 2,086 0,621 0,623 Caam Fu. European Bond Classic S/Cap. LU0201577631 11.098.133 1,252 3,029 0,331 0,339 4,107 3,527 0,30 0,235 Jpmorga. JPMF Europe Aggregate Plus Bond A Acc. LU0210529904 4.789.069 3,671 2,549 0,599 0,490 8,333 3,527 0,555 0,455 Dws Inv. Dws Eurorenta LU0003549028 1.182.706.553 2,199 2,222 0,483 0,471 3,943 2,410 0,477 0,414 Raiffei. Europlus-Rent V AT0000689971 2,357 2,583 0,445 3,673 2,697 0,432 0,299 Jpmorga. JPMF Europe Bond A Acc. LU0070216402 60.246.893 3,598 2,519 0,464 0,459 6,834 3,390 0,485 0,474 Ubs (Lu. Euro Bonds Aa LU0093640489 311.549.420 1,567 1,860 0,357 0,375 3,402 2,274 0,404 0,417 Threadn. Tif - European Bond Rg Acc GB0002773769 109.293.646 0,964 2,089 0,365 2,211 3,452 0,268 Aviva I. European Aggregate Bond A LU0273497494 38.925.900 1,385 1,928 0,363 0,278 3,985 2,136 0,498 Robeco . All Strategy Euro Bonds D LU0085135894 31.915.115 1,203 2,326 0,209 3,512 2,60 0,388 Dexia B. Europe C Cap. LU0157930230 97.527.286 1,319 2,437 0,287 2,797 2,584 0,288 Swiss &. Europe Bond B LU0012197660 180.509.921 3,253 2,299 0,689 4,748 3,068 0,438 Dexia B. Europe N LU0156671686 97.527.286 1,240 2,437 0,270 0,306 2,642 2,586 0,272 0,179 Bnp Par. Absolute Return European Bond Classic/Cap. LU0265292713 93.315.622 0,074 0,797 -0,130 -0,403 1,384 1,195 0,233 -0,225 Fortis . Bond Euro Classic/Cap. LU0087045380 562.287.474 1,694 1,789 0,448 0,292 3,672 2,054 0,484 0,290 Pioneer. Global Portfolio Europeanbond Cap. LU0012133426 6.732.375 1,593 2,345 0,550 4,231 3,196 0,397 Invesco. European Bond A Acc. LU0066341099 44.667.465 1,603 2,338 0,454 0,468 3,332 2,458 0,357 Pioneer. Global Portfolio Europeanbond D LU0012133699 3.775.412 1,674 2,304 0,565 4,516 3,148 0,402 Aviva I. Long Term European Bond A LU0274933604 79.420.437 1,435 3,734 0,194 0,194 2,018 6,112 0,135 Mfs Sic. European Bond A1 LU0094560157 16.412.965 1,604 1,906 0,414 2,911 2,587 0,343 Frankli. Templeton Euroland Bond A (Ydis) LU0093669546 10.462.930 0,410 2,911 0,015 -0,137 1,135 3,048 0,169 -0,053 Threadn. Tlux - European Bonds AE LU0096353940 1.628.068 1,290 2,654 0,377 0,431 2,903 2,956 0,314 0,276 Lombard. Euro Aggregate Bond P Acc. LU0049415606 42.210.289 1,159 1,776 0,320 2,627 2,245 0,369 Bnp Par. European Bond Classic/Cap. LU0031525370 134.413.437 2,057 2,639 0,389 0,440 2,577 3,422 0,236 0,170 Fortis . Bond Europe Plus Classic/Cap. LU0010000809 651.300.159 1,415 2,692 0,287 0,170 2,107 2,982 0,217 0,005 Arca Obbligazioni Europa IT0001248324 374.209.000 -0,024 2,591 0,048 0,002 0,463 2,440 0,142 -0,087 Mediolanum Euromoney IT0000386141 35.223.466 0,764 1,528 0,214 0,187 1,382 2,084 0,196 -0,014 nersi stabili, soprattutto in Europa dove la ripresa appare più difficoltosa. Più cauto Alfredo Granata, responsabile gestioni di Banca Finnat: «Se dal versante fondamentale sembrano esserci tutti i presupposti per un prosieguo della fase positiva dei mercati obbligazionari (l’inflazione rimane infatti sotto controllo), maggiori incognite presenta la gestione della liquidità da parte delle banche centrali che è stata di sicuro un elemento importante per la crescita delle quotazioni nel corso 20 FONDI&SICAV/Marzo 2010 0,329 del 2009. Allo stato attuale non dovrebbero esserci importanti novità in materia di tassi ufficiali nei prossimi mesi. Prima o poi, però, i banchieri centrali invertiranno la rotta (ci sono già i primi segnali in Australia e Norvegia) e dunque si dovrà verificare l’effetto di una progressiva restrizione della liquidità sulla propensione degli investitori ad acquistare titoli governativi che, soprattutto sulla parte breve della curva, offrono una remunerazione molto contenuta». 0,268 0,205 0,240 0,085 L’elemento più preoccupante e che scompiglia ogni analisi è rappresentato però dall’aumento del debito pubblico, che tende ad amplificare la percezione dei rischi legati agli emittenti sovrani, inclusi quelli che fino a poco tempo fa erano considerati investimenti sicuri. A questo proposito la cronaca recente (vedi i casi di Grecia e Portogallo) ha fornito ottimi esempi di ciò che i prossimi mesi potrebbero avere in serbo per gli investitori, cioè un ampliamento di interesse differen- INVESTIRE (tabelle tratte dalle classificazioni di Analysis) IN CINA Perf. 1 anno Volat. ann 1 anno Sharpe 1 anno Info. ratio 1 anno Perf. 3 anni Volat. ann 3 anni Sharpe 3 anni Info. ratio 3 anni Perf. 5 anni Volat. ann 5 anni Sharpe 5 anni Info. ratio 5 anni 26,211 9,795 0,072 0,070 37,831 7,768 0,067 0,075 7,598 8,260 -0,005 13,339 6,549 -0,005 5,332 5,459 -0,030 0,950 8,730 -0,033 15,426 5,399 0,046 -4,827 6,082 -0,101 55,519 7,621 0,743 0,708 48,659 8,988 0,527 0,450 45,525 9,131 0,495 25,414 5,550 0,468 24,357 7,161 0,367 0,396 23,146 5,372 0,493 21,362 5,227 0,432 0,372 16,511 3,457 0,567 0,496 3,311 5,406 16,110 4,823 0,374 0,274 3,472 5,241 0,001 7,423 4,393 -0,046 20,637 7,451 0,018 -0,006 -0,128 -1,043 4,971 -0,084 -0,046 -0,068 11,835 4,463 -0,022 -0,016 -0,046 -0,078 6,478 4,158 -0,053 -0,052 0,089 -0,089 16,041 3,069 0,610 0,641 18,248 4,034 0,090 0,115 21,753 3,519 0,036 13,762 4,993 0,342 0,301 12,678 7,123 0,024 0,007 19,239 5,704 0,019 0,029 13,278 4,798 0,261 0,121 -20,870 5,990 -0,250 -0,315 -17,688 4,957 -0,197 -0,231 12,720 3,545 0,376 0,326 -0,042 17,184 3,497 0,005 0,016 11,561 3,036 0,429 15,914 4,101 -0,002 8,752 3,927 -0,005 10,470 4,663 0,012 11,552 4,097 0,277 0,171 -7,765 5,489 -0,146 -0,230 -5,255 4,656 -0,128 -0,174 10,744 3,170 0,355 0,333 18,214 4,137 0,084 0,133 23,129 3,595 0,045 0,137 15,202 6,198 0,046 18,873 5,186 0,015 10,410 3,994 0,010 10,062 4,788 0,007 8,940 4,063 -0,005 -0,143 5,378 -0,076 7,889 4,065 -0,016 -0,098 10,416 4,926 0,234 10,348 3,138 0,384 10,142 4,436 0,219 9,887 3,179 0,357 9,639 5,460 0,198 9,552 3,181 0,344 0,279 9,523 5,385 0,079 -0,073 9,482 2,606 0,419 0,207 5,711 3,729 -0,042 8,617 3,796 0,274 7,327 4,665 -0,012 8,541 3,890 0,266 0,152 10,287 4,456 0,009 8,070 3,673 0,283 7,817 4,670 -0,012 7,812 7,283 0,121 11,473 9,323 0,018 7,725 3,211 0,279 15,239 4,229 0,056 17,465 3,651 0,009 7,641 3,758 0,227 0,018 8,778 3,831 -0,006 -0,037 11,093 3,390 -0,032 -0,034 7,482 3,097 0,261 0,122 14,063 3,770 0,056 0,064 16,296 3,408 0,003 0,032 7,210 3,261 0,257 11,913 4,325 0,025 16,915 3,90 0,004 0,207 0,303 0,048 0,077 11,925 4,001 -0,025 13,043 3,611 -0,019 3,758 4,624 -0,067 -0,106 9,903 3,241 -0,049 11,637 4,182 -0,026 -0,029 14,189 3,850 -0,014 11,861 4,199 -0,026 -0,075 -0,024 -0,064 -0,009 0,006 7,075 3,761 0,213 0,087 12,336 4,770 0,025 -0,002 15,891 4,166 -0,002 0,011 6,791 3,640 0,232 0,015 5,178 5,087 -0,033 -0,065 8,078 4,372 -0,047 -0,054 6,609 3,064 0,227 0,033 4,607 3,379 -0,059 0,009 10,333 2,987 -0,044 0,010 6,269 2,430 0,281 0,070 7,165 3,564 -0,027 -0,131 9,278 3,022 -0,055 -0,10 ziale dei tassi tra i paesi che stanno controllando le loro finanze e quelli in cui la sostenibilità delle finanze pubbliche sembra più incerta. «In linea generale», conferma il team di gestione di Axa, «il settore del reddito fisso subirà nei prossimi mesi un inasprimento delle condizioni monetarie e un rilancio del debito pubblico. Una fase di ripresa economica, con una rinormalizzazione dell’inflazione, non è un buon ambiente per le obbligazioni. Tuttavia, dato che crediamo che le poli- tiche monetarie saranno colmate solo molto gradualmente (senza aumenti dei tassi quest’anno nelle principali economie, ad eccezione del Regno Unito) e che l’inflazione rimarrà relativamente domata grazie all’elevato divario di output che prevale nelle economie sviluppate, non prevediamo turbolenze nel mercato obbligazionario nel corso del 2010, ma in certi casi, al contrario, un ragionevole rialzo dei rendimenti». Di tutt’altro avviso Richard Woolnough che, sui titoli governativi, for- mula un giudizio negativo, che dipende però da fattori tecnici, e non da previsioni legate a debito pubblico o inflazione. «È probabile», spiega Woolnough, «che l’enorme offerta di titoli di stato crei pressione sui rendimenti, nonostante questa sia stata in parte prezzata dal mercato, e che la ripida curva dei rendimenti indichi che la duration inizia a essere pagata di più». Luca Felli, responsabile obbligazionario e valute di Prima sgr, conferma che il 2010 sarà nel complesso poco inte- FONDI&SICAV/Marzo 2010 21 Fondi obbligazionari Us bond in dollari Descrizione ISIN Patrimonio Perf. 3m Volat. 3m Sharpe 3m Info. ratio 3m Perf. 6m Volat. ann Sharpe Info. ratio 6m 6m 6m 0,8 13,61 8,25 0,41 13,7 8,48 0,36 Legg Ma. Legg Mason Us$ Core Bond A Cap. LU0012052345 19.642.798 14,07 7,87 0,86 Allianc. American Income Portfolio A2 LU0095030564 318.011.302 12,19 8,7 0,7 Jpmorga. JPMF US Bond A Acc. LU0070215933 29.305.569 13,95 8,6 0,73 0,55 13,76 8,52 0,38 0,43 Frankli. Franklin U.S. Total Return A Acc. LU0170468960 11.957.868 12,97 7,59 0,77 0,7 13,22 8,14 0,36 0,28 Threadn. Tif - Dollar Bond Rg Acc GB0002771946 11.004.195 11,31 7,91 0,68 9,48 8,79 0,25 Goldman. Us Fixed Income Portfolio LU0089313992 44.721.960 12,51 7,9 0,73 11,87 8,34 0,34 Mfs Sic. Research Bond A1 LU0219442976 75.301.509 Fidelit. Us Dollar Bond A Dist. LU0048622798 Ubs (Lu. Usd P Acc. LU0035346773 Sgam Fu. Bonds Us Opportunistic Core Plus Ac LU0011828380 13,31 8,6 0,69 11,17 8,99 0,27 12,52 8,41 0,72 11,52 9,06 0,31 320.946.361 12,6 7,47 0,78 11,46 8,8 0,29 13.817.231 10,42 7,51 0,68 9,45 8,54 0,27 11,47 9,03 0,27 9,93 8,71 0,28 10,04 8,21 0,26 9,07 9,43 0,22 Janus C. Us Flexible Income A Acc. IE0004445783 13,29 8,21 0,71 Blackro. BGF US Dollar Core Bond A2 Cap. LU0096258362 12,88 7,86 0,76 Hsbc Gl. Us Dollar Core Plus Bond Ac LU0165076018 1.439.167 12, 7,5 0,73 Swiss &. Dollar Bond B LU0012197074 70.394.024 11,82 8,52 0,63 Jpmorga. JPMF US Aggregate Bond A Acc. LU0210532957 212.595.636 12,71 7,74 0,71 Swiss &. Dollar Medium Term Bond B LU0100842375 81.216.941 12,24 8,31 0,66 0,77 0,68 0,42 0,48 9,8 8,38 0,29 9,49 9,03 0,23 0,33 0,3 0,22 0,19 0,31 Ing (L). Dollar X Cap. LU0121214315 11.647.923 11,85 8,59 0,63 0,57 9,15 9,15 0,21 0,14 Schrode. Us Dollar Bond A Acc. LU0106260564 97.309.520 11,89 8,45 0,68 0,61 8,86 8,9 0,25 0,17 Fortis . Bond Usd Classic/Cap. LU0061749734 78.406.461 10,28 7,01 0,74 0,66 9,6 7,96 0,29 0,21 Oyster . Us Dollar Bonds LU0069165115 15.303.114 11,53 8,2 0,64 9,25 8,88 0,23 Ubs (Lu. Usd Select P Acc. LU0184126752 114.843.747 12, 8,05 0,68 0,62 9,29 9,25 0,22 Dexia B. Usd C Cap. LU0064135527 75.579.553 10,56 8,45 0,65 0,47 8,9 9,6 0,22 0,2 Ubs (Lu. Fixed Income Usd B LU0039703532 151.029.847 11,46 8,06 0,63 0,56 8,5 8,98 0,21 0,13 Mfs Sic. Us Government Bond A1 LU0219442547 255.991.128 11,89 8,42 0,64 8,7 9,13 0,21 Frankli. Franklin U.S. Government A (Mdis) LU0029872446 639.015.892 11,6 7,87 0,66 0,45 8,71 8,58 0,22 Ubs (Lu. Usd Select Defensive P Acc. LU0203936884 41.117.751 12,31 8,7 0,59 0,53 7,79 8,95 0,17 0,1 Credit . Us$ B Cap. LU0052913646 175.374.555 11,51 8,55 0,62 0,45 8,57 9,74 0,2 0,16 Popso (. Usa Bond LU0095504881 32.775.107 11,04 8,31 0,62 6,66 8,79 0,18 Ubs (Lu. Us Government P Acc. LU0045870143 87.199.466 11,89 8,5 0,62 0,39 7,98 9,11 0,18 0,07 Vontobe. Us Dollar Bond B LU0035745552 22.895.117 11,09 8,62 0,59 0,41 7,94 9,9 0,19 0,14 Planeta. Dollar Bonds LU0078276010 17.062.478 11,02 7,99 0,65 7,41 8,63 0,21 Ubam Si. Yield Curve Us Dollar Bond A Cap. LU0068133569 103.549.326 9,92 8,44 0,59 7,6 9,55 0,19 Willerf. Willerbond Capital $US P LU0006062516 7.615.380 10,11 7,91 0,58 6,05 8,58 0,13 Lombard. Optimum Trend (Usd) P Acc. LU0161991178 11.121.489 11,58 8,55 0,58 5,86 8,9 0,12 Lombard. Government Bond (Usd) P Acc. LU0077027877 11.949.295 10,92 8,76 0,57 7,14 9,87 0,16 Pictet . Usd Government Bonds R LU0128489860 170.645.302 10,31 8,04 0,63 0,38 6,51 9,02 0,19 Dexia B. Usd Government C Cap. LU0157931121 104.148.411 9,65 8,77 0,58 0,4 7,19 9,88 0,18 0,1 Bnp Par. Us Dollar Bond Classic/Cap. LU0012182399 88.807.949 8,74 7,34 0,63 0,73 6,1 8,94 0,18 0,18 ressante per le obbligazioni, specie per quelle riferite al debito pubblico. «Sarà difficile ottenere rendimenti consistenti», aggiunge Felli, «ma nel contempo non ci attendiamo neppure penalizzazioni significative. Mi sento di dire, quindi, che non è ancora giunto il momento di togliere i titoli di stato dal 22 FONDI&SICAV/Marzo 2010 portafoglio, quanto piuttosto di integrarli diversificando l’emittente, per esempio mediante titoli corporate, evitando i bond governativi a breve termine e dedicando una parte dell’investimento a valute diverse dall’euro. Attendiamoci comunque un anno molto volatile, espressione dell’incertezza 0,15 0,13 0,07 degli investitori sui molteplici rischi con cui le economie si stanno confrontando dopo una crisi cosi potente come quella del 2008». Ma qual è allora l’orizzonte temporale da preferire per un investimento in bond? Per Lorenzo Carlino, di &Partners, l’investimento obbliFree& INVESTIRE (tabelle tratte dalle classificazioni di Analysis) IN CINA Perf. 1 anno Volat. ann 1 anno Sharpe 1 anno Info. ratio 1 anno 20,78 11,46 0,18 0,12 20,34 10,36 0,22 17,86 10,96 0,18 16,33 10,28 0,16 14,62 12,01 14,07 10,6 12,24 11,63 Perf. 3 anni Volat. ann 3 anni Sharpe 3 anni Info. ratio 3 anni Perf. 5 anni 0, 16,45 27,14 Volat. ann 5 anni Sharpe 5 anni Info. ratio 5 anni 11,12 0,01 0,01 10,55 0,03 9,67 12,86 0,01 12,43 11,9 0,02 0,45 -8,78 13,05 -0,06 -0,12 -2,76 11,28 -0,04 -0,07 0,09 6,49 12,45 -0,01 -0,01 13,78 10,85 0, 0, 0,14 4,91 12,78 -0,01 10,84 11,13 -0,01 0,14 6,51 12,89 0, 12,91 11,17 0, 11,19 0,12 10,33 12,42 0,01 11,11 0,12 7,86 12,56 0, 15,83 10,98 0, 20,97 10,66 0,01 25,83 11,11 0,02 9,31 10,95 0,09 8,19 10,39 0,1 0,35 7,24 11,15 0,06 6,58 11,09 0,07 5,6 11,26 0,05 5,2 11,69 0,04 5, 10,76 0,06 4,91 11,4 0,05 4,55 11,6 0,04 -0,04 4,3 11,06 0,05 -0,02 4,09 10,14 0,05 -0,03 0,01 0,17 0,25 13,94 12,1 0,02 20,72 12,82 0,04 0,02 19,62 12,38 0,04 5,39 12,76 -0,01 5,95 11,73 -0,01 7,36 12,25 0, 18,12 12,68 0,03 14,63 12,51 0,02 16,33 12,81 0,03 16,61 12,63 0,03 14,6 12,51 0,02 0,02 0,05 0,03 25, 10,89 0,02 11,03 11,1 -0,01 13,37 10,44 -0,01 13,18 10,79 0, 21,02 10,91 0,01 0,02 22,67 11,19 0,02 0,02 0,03 23,83 11,02 0,02 0,03 20,68 10,79 0,01 0,02 -0,03 0,04 -0,01 0,06 2,31 10,58 0,02 15,28 12,19 0,02 22,18 10,62 0,02 1,17 11,25 0,01 -0,07 14,78 12,42 0,02 0,02 20,46 10,9 0,01 0,02 0,99 12,01 0,01 0,16 16,15 12,79 0,03 0,05 23,58 11,27 0,02 0,05 0,85 10,53 0, 0,01 12,86 11,98 0,02 0,01 17,53 10,35 0,01 0,03 -0,13 11,56 -0,01 16,46 12,76 0,03 -0,44 11,13 0, 0,11 14,34 12,68 0,02 0,02 20,95 11,07 0,02 0,04 -0,72 10,24 -0,01 -0,09 5,57 11,35 -0,01 -0,02 11,97 10,11 -0,01 0, -1,04 12,48 -0,02 0,05 17,57 13,09 0,03 0,06 23,06 11,5 0,02 0,05 11,67 12,58 0,01 16,05 10,93 0,01 13,11 12,21 0,02 0,01 19,79 10,71 0,01 0,03 0,04 0,04 -1,56 11,18 -0,02 -2, 10,99 -0,03 0,05 -2,34 12,51 -0,04 0,02 14,9 13,04 0,02 20,68 11,39 0,01 -2,91 10,03 -0,03 11,92 11,49 0,01 17,9 10,24 0,01 -3,41 12,18 -0,03 15,58 12,96 0,03 23,45 11,4 0,02 -3,97 10,66 -0,06 10,11 12, 0, 17,28 10,38 0, -4,96 10,65 -0,07 -6,86 12,35 -0,06 -2,75 10,84 -0,04 -5,23 12,4 -0,07 10,18 13,02 0,01 16,44 11,42 0, -5,26 11,43 -0,06 -0,04 11,18 12,77 0,01 0, 15,58 11,18 0, 0,01 -5,27 12,55 -0,05 -0,03 16,97 13,22 0,03 0,06 24,22 11,58 0,02 0,06 -5,75 11,59 -0,06 -0,04 14,75 13,01 0,02 0,07 20,22 11,36 0,01 0,05 gazionario ha senso oggi con una duration lunga, di almeno dieci anni. «Il momento attuale è uno dei più difficili per il mercato obbligazionario», spiega Carlino, «le incertezze sui bilanci statali e societari, i tassi estremamente bassi e le timide prospettive di crescita rendono la scelta complessa. Nel 2010, più che in altri anni, sarà importante effettuare una selezione molto attenta e prudente. E riteniamo senz’altro che si debba aumentare la duration da cinque a dieci anni». Bond decennali anche per Emma du Haney dell’european fixed income team di Insight (fondi Clerical medical): «Ci aspettiamo che nei prossimi sei mesi i rendimenti dei bond a dieci anni si sposteranno tra il 3% e il 3,5%». Ma attenzione: i mercati obbligazionari, soprattutto in questo periodo, non costituiscono un universo omogeneo: «Per i titoli governativi», spiega Mario Baronci, responsabile delle gestioni FONDI&SICAV/Marzo 2010 23 GIOCARE IN DIFESA CON GLI OBBLIGAZIONARI I TITOLI DI STATO obbligazionarie di Sella gestioni, «un Bund tedesco è più core di uno francese, mentre al momento un titolo italiano risulta meno periferico di uno greco. Ancora più complessa la situazione sui mercati dei corporate bond, dove le usuali considerazioni rispetto al rating si intersecano con la situazione del paese di appartenenza: un titolo obbligazionario finanziario portoghese, a parità di rating, rende molto più di un omologo titolo francese. Ciò premesso, noi paventiamo un aumento dei tassi dalla seconda metà dell’anno e conseguentemente siamo molto cauti nel correre il puro rischio di tasso riguardo ai titoli governativi dei paesi core che ci sembrano estremamente cari. Al di fuori di queste aree geografiche, sia che si tratti di titoli governativi, sia di titoli corpora- te, il rapporto rischio/rendimento ci sembra molto più allettante». Molte le incognite che gravano sul mercato obbligazionario. Ma nel complesso i gestori convergono su una direttrice: i mercati obbligazionari dei paesi emergenti appaiono molto interessanti al momento, se paragonati a quelli dell’area G7, grazie a migliori condizioni fiscali, trend demografici più favorevoli, bilanci statali più sani e la possibilità di incassare cedole più elevate. Quanto ai Liquidità Meglio fuggire Restare liquidi? Giammai, dicono i gestori che, nel rispetto del loro mandato, ritengono inevitabile investire anche in questa fase dominata da incertezza e rendimenti prossimi allo zero. «La remunerazione della liquidità è talmente bassa», spiega Alfredo Granata, responsabile gestioni di Banca Finnat, «che anche l’investitore più avverso al rischio deve riconoscere che restare liquidi rappresenta oggi quasi un costo, come dimostra l’ancora forte richiesta di Bot e T-bill nonostante i rendimenti stracciati». E aggiunge Lorenzo Carlino di Free&Partners: «Pensiamo che non sia una scelta molto remunerativa. I livelli di rendimento della liquidità sono ridicoli, al punto che bisogna ritenersi fortunati se a fine anno non si porta a casa un risultato netto negativo». Infine conferma Raffaele Bertoni di Pioneer investments: «Mantenere elevati livelli di liquidità all’interno del portafoglio è generalmente penalizzante nel medio periodo. Lo è ancora di più in questa fase caratterizzata da tassi a breve vicini a zero». Per chi volesse comunque rimanere molto difensivo nel corso dell’anno il consiglio dei gestori è sempre lo stesso: titoli corporate con scadenze molto brevi (massimo 24 mesi) che, se anche offrono rendimenti ridotti al lumicino, consentiranno ritorni superiori anche di due punti rispetto a quelli offerti dalla liquidità. Restare liquidi può essere un’opzione tattica solo per alcuni gestori, come Gianluca Ferretti, responsabile investimenti obbligazionari di Anima, che spiega: «Visto il rally degli ultimi mesi, mantenere una quota di liquidità potrebbe rivelarsi un’idea utile per sfruttare le eventuali opportunità generate dalla volatilità dei mercati». Questa scelta rappresenta una specie di paracadute contro la volatilità anche per Marco Sticchi di Nemesis. «Ci aspettiamo molto nervosismo sui mercati nei prossimi mesi», conferma Sticchi, «e per sfruttare agilmente tutte le opportunità manteniamo una percentuale significativa di liquidità nei nostri portafogli. Tuttavia, restare liquidi quando i tassi sono prossimi allo zero è un costo notevole. L’alternativa, a mio avviso, è costituita dalle cosiddette event-driven strategy, cioè bond e azioni non correlati al resto del mercato, in quanto il loro andamento a breve è legato a situazioni specifiche». Il più favorevole a una politica cash è Andrea Rotti, responsabile delle gestioni patrimoniali di Ersel sim, che predilige, nel comparto del reddito fisso, il cosiddetto posizionamento barbell, basato sul connubio di molta liquidità e pochi titoli a lunga scadenza. 24 FONDI&SICAV/Marzo 2010 prodotti investment grade, restano interessanti, nonostante il rally impressionante degli ultimi trimestri. «La probabilità implicita di default del credito investment grade», spiega Luca Ramponi, responsabile investimenti di Aureo gestioni, «rimane a livelli mai visti nella storia, il che rende questa classe di attività fondamentalmente ancora attraente». E conferma Carlino: «Per gli investment grade vi sono ancora spazi per crescere: le fasi bull del mercato del credito, infatti, durano storicamente anni ed è solo all’inizio del ciclo restrittivo dei tassi che inizia la fase negativa». CRESCENTE DIFFERENZIAZIONE La sintesi? La formula Marco Sticchi, credit fund manager di Nemesis. «Ritengo che tutti i cosiddetti risky asset continueranno a essere correlati positivamente: azioni, corporate bond e sempre di più il debito sovrano di paesi meno virtuosi. Ciò perché preferisco un’interpretazione strutturale piuttosto che puramente ciclica delle dinamiche attuali, cioè ritengo che sia in corso una correzione degli aggregati di debito che durerà diversi anni e durante la quale la disponibilità o il bisogno di liquidità saranno le determinanti principali dei valori di mercato. In tale contesto di mercato mi aspetto una crescente differenziazione tra aziende, crediti e paesi più o meno virtuosi. Il modo più efficace per generare una performance superiore, sarà quindi una gestione attiva volta a sfruttare le opportunità di valore all’interno di ciascuna categoria di mercato». I GIOCARE IN DIFESA CON GLI OBBLIGAZIONARI STRATEGIE Made in Italy ed emergenti Il peggioramento dei conti pubblici in alcuni paesi e l’aumento dell’offerta rendono poco attraente l’investimento in titoli a tasso fisso dell’area G7 nel medio-lungo periodo. Meglio puntare sui prodotti a rendimento variabile e soprattutto su quelli indicizzati all’inflazione che, secondo i gestori, dovrebbero garantire migliori performance in seguito alle probabili misure restrittive adottate dalle banche centrali. Emerging bond sempre in spolvero, soprattutto in valuta locale. Mentre, per quanto riguarda le economie mature, le preferenze cadono sui Btp italiani 26 FONDI&SICAV/Marzo 2010 ond sovrani sì, ma solo a tasso variabile. Meglio se indicizzati all’inflazione e con scadenze a medio-lungo termine. Quanto agli emerging bond, i più remunerativi sono quelli brasiliani e, in seconda battuta, quelli emessi da alcuni paesi periferici dell’area euro. Ma chi sceglie il Far east deve puntare su titoli denominati in divise locali. È questa in sintesi l’opinione dei gestori specializzati nei mercati obbligazionari impegnati a fare scelte di investimento in un contesto caratterizzato da attese di interventi restrittivi sui tassi da parte delle banche centrali e di progressivo au- B INVESTIRE IN CINA mento delle aspettative di inflazione. «La possibilità che si verifichino tensioni sui tassi di interesse induce i gestori ad assumere una posizione prudente riguardo all’esposizione al rischio di tasso», spiega per tutti Alfredo Granata, responsabile gestioni di Banca Finnat. «In tale prospettiva suggeriamo di aumentare la componente a tasso variabile, nonostante la bassa redditività immediata. La forte inclinazione della curva suggerisce poi di abbinare ai titoli a tasso variabile una componente a lunga scadenza magari in emissioni dei paesi periferici dell’area euro, una volta venuto meno il ti- more di uscita dall’area di paesi come Grecia e Spagna. Mentre tra i paesi emergenti continuiamo a preferire il Brasile in America latina, dato il forte miglioramento delle riserve valutarie, e la Polonia in Europa, grazie ai forti legami commerciali con la Germania». Per Gianluca Ferretti, responsabile investimenti obbligazionari del Sistema gestioni attive di Anima, dal punto di vista valutario probabilmente tutti i principali stati continueranno a sviluppare politiche economiche volte a evitare un rafforzamento della propria valuta, per evitare di frenare la ripresa. Con rendimenti pressoché nulli in quasi tutte le aree. «Il differenziale dei tassi», spiega Ferretti, «è diventato una variabile di minore importanza. Tuttavia, le prime misure di politica monetaria restrittiva potrebbero cambiare questo scenario e aiutare l’area dollaro, poiché la congiuntura americana sembra in una fase più avanzata rispetto alle altre aree». In ogni caso tra i gestori prevale la convinzione che i tassi resteranno stabili almeno fino al prossimo autunno nei paesi del G7, a fronte della necessaria cautela cui sono chiamate le banche centrali nel rimuovere lo stimolo di politica monetaria in un ambiente di crescita moderata e di rischi derivanti dal rientro delle politiche fiscali espansive e dal deterioramento dei conti pubblici. Oltre tale orizzonte, l’inevitabile processo di restrizione delle politiche monetarie genera previsioni di total return decisamente non esaltanti per i bond governativi. Perché allora i mercati obbligazionari sono così nervosi? «La volatilità che stiamo osservando in queste ultime settimane è legata soprattutto a una componente», spiega Luca Felli, responsabile obbligazionario e valute di Prima sgr. «I mercati obbligazionari si stanno concentrando sul merito di credito degli emittenti sovrani, un fat- to abbastanza nuovo, ma logico se pensiamo alle enormi emissioni che sono necessarie per finanziare la spesa pubblica post-recessione». Per Sergio Cola, responsabile della struttura di gestione patrimoniale di Lemanik, le obbligazioni governative G7 saranno sottoposte a due differenti pressioni: da una parte, i timori legati al peggioramento delle finanze statali (che già stanno sperimentando le aree periferiche) e la conseguente crescita delle emissioni nette; dall’altra, la pressione esercitata dalla risalita dei tassi a breve, dovuta a scelte di politica monetaria, e il rischio di rialzi nei tassi a lungo legata a timori inflazionistici. In altre parole, il contemporaneo peggioramento nella percezione della qualità, l’aumento dell’offerta e le prospettive di rialzo dei tassi non rendono l’investimento governativo nell’area G7 attraente solo in un’ottica di medio-lungo periodo. BILANCI SANI FRA GLI EMERGING Gli emerging bond al contrario costituirebbero da subito un’alternativa interessante. La selezione è sempre importante, ma per gli operatori sono parecchie le economie emergenti che mostrano situazioni di bilancio sane. Continua a pag. 32 FONDI&SICAV/Marzo 2010 27 Fondi obbligazionari mercati emergenti in euro Descrizione ISIN Patrimonio Perf. 3m Volat. 3m Sharpe 3m Info. ratio 3m Perf. 6m Volat. ann Sharpe 6m 6m Info. ratio 6m Pioneer. Pioneer Funds - Emerging Markets Bond B Cap. LU0140710913 144.790 16,589 7,913 0,978 0,937 24,298 8,893 0,701 0,511 Credit . Emerging Markets R LU0284532644 24.374.078 0,898 4,354 0,163 -0,116 9,657 8,099 0,327 0,186 Pioneer Obbligazionario Paesi Emergenti A Distribuzione A IT0001318739 126.558.000 9,0 3,442 1,177 1,038 15,606 4,032 0,995 0,649 Ing (L). Emerging Markets Debt Hard Currency P Cap. LU0041345751 263.659.929 1,373 3,766 0,250 -0,027 10,654 5,728 0,508 0,419 Frankli. Templeton Emerging Markets Bond A (Qdis) LU0152984307 93.704.907 12,815 6,709 0,899 0,978 16,986 6,767 0,627 0,612 Fidelit. Emerging Markets Debt A Acc. LU0238205289 11,786 9,069 0,646 0,574 15,509 8,369 0,470 0,277 Threadn. Tlux - Emerging Market Debt AEH LU0198725649 24.723.472 0,858 4,391 0,061 -0,251 7,705 6,491 0,296 0,063 Swiss &. Local Emerging Bond B LU0256064774 230.740.653 -0,407 8,012 0,039 6,363 9,507 0,217 Compam . Emerging Market Short Term A Acc. LU0164978511 25.611.630 5,229 3,020 0,844 12,736 3,245 0,953 Goldman. Global Emerging Markets Debt Portfolio Acc. EURO-Hedged LU0262418394 23.974.872 0,389 Allianc. Emerging Markets Debt A2 LU0246603467 Jpmorga. JPMF FF Emerging Markets Debt A Acc. LU0210532528 38.422.443 1,133 4,209 0,248 9,063 6,052 12,472 6,892 0,804 15,420 8,020 0,471 0,733 4,657 0,110 8,333 7,436 0,322 Erste S. Espa Bond Emerging Markets A AT0000842521 1,086 3,409 0,245 Dws Inv. Dws Invest Euro Emerging Markets Bonds Lc LU0179220685 1.079.103 3,034 2,963 0,555 Swiss &. Emerging Bond (Euro) B LU0081394404 153.477.122 0,171 3,702 0,094 -0,128 0,257 8,328 5,115 0,414 6,868 2,657 0,667 7,113 6,654 0,303 0,588 0,150 0,033 Natixis. Loomis Sayles Multisector Income Rc IE00B23XD337 1.807.646 13,765 6,262 1,014 16,719 6,716 Morgan . Emerging Markets Debt Ah LU0266119204 57.061.545 0,379 4,339 0,092 -0,20 7,545 6,713 0,311 0,094 Invesco. Emerging Local Currency Debt E LU0275060464 9.638.368 10,413 5,560 0,836 0,826 11,517 5,814 0,510 0,232 Goldman. Global Emerging Markets Debt Portfolio E LU0133266147 32.559.470 11,864 5,879 0,938 13,695 6,599 0,517 Bny Mel. Bny Mellon Emerging Markets Debt Local Currency A IE00B11YFH93 10,485 6,004 0,777 0,755 12,108 6,012 0,514 Pictet . Latin American Local Currency Debt R LU0325328705 89.099.005 9,556 8,661 0,514 0,458 10,563 7,858 0,323 0,256 0,103 Jpmorga. JPM Emerging Markets Local Currency Debt A Acc. LU0332400232 12.081.233 9,817 6,906 0,668 0,595 11,644 7,006 0,413 0,183 Pictet . Emerging Local Currency Debt R LU0280437830 2.055.242.303 8,551 8,056 0,619 0,616 11,284 7,637 0,425 0,224 Pimco G. Emerging Markets Bond E Acc. Hedged IE00B11XYW43 98.689.479 0,594 3,219 0,230 7,895 5,236 0,389 Fideura. Bond Global Emerging Markets LU0096650139 45.746.811 0,105 2,914 0,084 -0,418 6,324 5,219 0,304 Union I. Unirenta Emergingmarkets LU0149266669 76.971.825 Bny Mel. Bny Mellon Emerging Markets Debt A IE00B06YC548 Axa Wor. Global Emerging Markets Bonds F Cap. LU0227125944 Mfs Sic. Emerging Markets Debt A1 LU0219422606 Goldman. Global Emerging Markets Debt Local E Acc. Bnl Obbligazioni Emergenti Gestielle Emerging Markets Bond A -0,048 0,319 3,723 0,080 6,906 6,132 0,319 11,547 7,258 0,757 0,676 12,664 7,036 0,439 0,203 42.528.057 0,651 1,932 0,10 -0,678 6,004 4,832 0,331 -0,054 3.608.696 12,352 10,024 0,581 14,114 8,535 0,434 LU0302284640 134.845 10,211 5,903 0,815 11,383 6,104 0,484 IT0000388840 95.019.000 7,625 4,330 0,810 0,667 10,116 4,618 0,519 0,171 IT0001083283 95.400.000 0,723 2,340 0,239 -0,526 5,508 4,30 0,338 -0,230 0,554 0,195 Nordfondo Obbligazioni Paesi Emergenti IT0001316303 27.016.000 6,363 3,717 0,772 10,194 4,190 0,573 Nord Es. Obbligazionario Paesi Emergenti R Cap. LU0102240552 25.205.682 3,016 3,321 0,373 7,214 4,831 0,310 Threadn. Tsif - Emerging Market Local Rn Inc GB00B2B3NZ73 1.297.349 9,556 5,108 0,813 10,377 5,316 0,490 Euromobiliare Emerging Markets Bond IT0001366183 56.825.000 5,437 2,677 0,936 0,814 8,986 3,574 0,590 Blackro. BGF Emerging Markets Bond A2 Cap. LU0200683885 33.771.934 9,454 9,313 0,563 0,492 11,231 8,579 0,319 0,128 Emerging Markets Bond Acc. IT0003825517 24.505.000 1,196 2,179 0,321 -0,307 5,318 3,848 0,349 -0,408 Aviva I. Emerging Markets Local Currency Bond A LU0273494806 544.418.613 9,816 5,110 0,908 10,625 5,469 0,484 Eurizon. Easyfund Bond Emerging Markets R LU0090979021 14.946.788 11,746 6,840 0,751 0,641 12,285 7,065 0,389 0,152 Prima Fix Emergenti A IT0001254249 115.273.000 0,176 2,880 0,177 -0,616 4,716 4,553 0,248 -0,394 Eurizon. Starsfund Emerging Bond Total Return R LU0365358141 1.458.847 2,661 1,113 1,176 0,758 4,563 1,163 0,969 0,525 Westlb . Global Emerging Markets Bond C LU0214895061 11,339 6,530 0,753 13,022 6,936 0,415 Optima Obbligazionario E. M. IT0003193007 14.694.000 7,633 4,678 0,716 0,550 9,339 4,844 0,445 0,102 Vegagest Obbligazionario Paesi Emergenti A IT0003353791 12.016.000 4,129 3,385 0,60 0,363 6,491 3,372 0,455 -0,057 Blackro. BGF Local Emerging Markets Short Duration Bond A2 Cap. LU0278457204 8,691 5,422 0,648 0,528 5,750 5,425 0,224 -0,088 Dws Inv. Dws Invest Emerging Yield Plus Lc LU0216973544 10.002.150 2,586 4,143 0,122 -0,148 2,216 3,807 0,105 -0,317 Threadn. Tlux - Global Emerging Market Short-Term Bonds AEH LU0198725300 1.587.400 3,047 4,173 0,356 0,192 7,880 4,745 0,437 0,145 Threadn. Tlux - Emerging Market Low Duration AEH LU0143865482 2.528.846 1,866 1,841 0,408 -0,143 4,539 2,478 0,564 -0,094 Pioneer. Pioneer Funds - Emerging Markets Bond Local Currencies E Acc. LU0441099214 32.686.483 9,918 5,153 0,732 0,599 Pimco G. Emerging Local Bond E Acc. Unhedged IE00B5ZW6Z28 5.410.546 9,592 5,842 0,790 11,390 6,228 0,475 Pimco G. Developing Local Markets E Acc. Unhedged IE00B600QL41 57.989.752 8,242 5,160 0,725 7,283 4,777 0,384 28 FONDI&SICAV/Marzo 2010 0,177 INVESTIRE (tabelle tratte dalle classificazioni di Analysis) IN CINA Perf. 1 anno Volat. ann 1 anno Sharpe 1 anno Info. ratio 1 anno Perf. 3 anni Volat. ann 3 anni Sharpe 3 anni Info. ratio 3 anni Perf. 5 anni Volat. ann 5 anni Sharpe 5 anni Info. ratio 5 anni 79,048 12,274 77,069 23,193 0,624 0,416 -0,133 16,716 -0,014 -0,016 16,229 13,714 0,008 -0,003 0,326 0,247 50,057 49,423 5,706 0,893 0,549 19,756 9,366 0,047 0,076 41,511 7,779 0,075 0,088 7,841 0,637 0,582 7,297 13,451 0,002 0,005 30,674 11,012 0,038 43,323 0,052 9,359 0,489 0,458 27,402 13,172 0,062 0,083 59,840 11,170 0,086 40,526 0,106 10,678 0,427 0,181 19,724 13,368 0,040 0,054 40,182 8,404 0,526 0,378 39,305 11,730 0,332 23,665 13,592 0,051 39,233 5,444 0,748 3,581 13,525 -0,010 14,354 10,566 0,005 38,372 7,866 0,508 37,466 9,170 0,441 35,493 8,605 0,412 0,169 -6,238 13,628 -0,044 -0,095 22,548 11,878 0,016 0,006 33,682 6,519 0,541 33,272 7,039 0,416 0,042 -12,110 11,080 -0,082 -0,136 -0,111 32,127 8,240 0,413 11,188 12,462 0,013 31,925 9,956 0,342 31,235 7,535 0,445 0,161 10,50 12,059 0,011 0,029 30,487 8,132 0,383 0,068 20,715 10,499 0,051 0,057 29,412 8,821 0,366 9,091 15,225 0,009 29,220 8,055 0,366 0,043 29,071 12,581 0,252 0,042 28,781 8,711 0,345 0,045 28,654 10,671 0,289 0,046 28,644 6,985 0,428 27,315 6,154 0,473 27,246 6,604 0,456 25,809 9,391 0,313 0,030 25,543 5,628 0,495 0,048 25,329 10,093 0,304 25,090 7,429 0,356 24,572 6,014 0,456 23,193 5,223 0,493 21,625 5,242 0,447 -0,077 21,007 6,212 0,363 20,655 7,330 0,288 20,491 4,609 0,486 -0,128 20,351 10,247 0,250 -0,013 20,004 4,880 0,479 -0,205 12,652 -3,113 8,920 -0,050 27,459 10,001 0,033 37,214 13,069 0,040 24,888 8,957 0,027 36,130 8,507 0,054 31,110 11,018 0,083 13,229 12,680 0,020 7,772 10,963 -0,001 13,324 10,067 0,022 14,184 13,415 0,023 0,029 17,815 11,243 0,035 0,085 18,714 14,355 0,035 0,011 10,173 10,122 0,006 0,011 24,355 8,415 0,025 0,010 -0,084 11,456 8,934 0,014 0,054 26,181 7,334 0,036 0,053 15,391 8,142 0,031 0,042 27,832 6,910 0,039 0,024 12,154 10,389 0,012 23,150 8,455 0,023 7,055 6,975 -0,014 -0,013 15,220 5,682 -0,001 -0,028 12,295 15,142 0,017 0,023 36,772 12,944 0,042 0,040 7,70 0,020 0,071 0,040 0,077 0,094 -0,001 0,022 19,801 7,018 0,286 16,052 8,144 19,749 8,718 0,269 -0,042 9,093 13,302 0,004 0,006 27,889 11,501 0,026 0,017 19,317 5,255 0,403 -0,356 5,981 8,471 -0,013 -0,045 16,136 6,902 0,003 -0,059 19,021 2,972 0,755 0,587 18,835 8,638 0,252 7,529 11,479 -0,004 26,185 10,202 0,023 16,680 6,633 0,292 -0,129 8,055 9,625 -0,004 -0,004 23,998 8,357 0,025 0,009 14,192 3,894 0,430 -0,262 10,497 6,327 0,006 0,010 21,626 5,184 0,030 0,001 -25,027 8,897 -0,191 -0,203 10,940 6,30 0,187 -0,248 3,333 11,160 -0,037 -0,276 FONDI&SICAV/Marzo 2010 29 Fondi obbligazionari mercati emergenti in dollari Descrizione ISIN Patrimonio Perf. 3m Volat. 3m Sharpe 3m Goldman. Global Emerging Markets Concentrated LU0292716403 3.332.363 6,264 22,024 0,120 Credit . Emerging Markets B Cap. LU0059869072 92.870.335 12,676 9,245 0,620 Frankli. Templeton Emerging Markets Bond A (Qdis) LU0029876355 839.058.863 12,892 8,160 0,758 Fortis . Bond Best Selection World Emerging Classic/Cap. LU0377066807 192.383.757 16,224 10,238 0,711 Fidelit. Emerging Markets Debt A Acc. LU0238205958 Ubs (Lu. Global Bonds P LU0084219863 Caam Fu. Emerging Markets Debt Classic S/Cap. Info. ratio 3m Perf. 6m Volat. ann Sharpe 6m 6m Info. ratio 6m 13,603 20,696 0,178 0,558 16,474 8,466 0,453 0,288 0,796 17,544 7,304 0,569 0,533 17,488 10,111 0,403 10,977 9,666 0,630 0,545 14,152 8,943 0,442 0,258 685.529.092 11,171 9,649 0,557 0,507 13,457 8,277 0,407 0,218 LU0119098332 5.991.944 11,725 8,303 0,609 0,563 14,979 8,993 0,398 0,239 Swiss &. Local Emerging Bond B LU0107852195 853.300.124 11,463 7,307 0,738 13,231 7,252 0,451 Bnp Par. Emerging Markets Bond Classic/Cap. LU0089276934 45.187.161 11,685 6,750 0,771 0,685 15,296 7,318 0,495 0,317 Threadn. Tlux - Emerging Market Debt AU LU0061474614 18.106.716 10,758 6,914 0,724 0,648 12,697 6,965 0,453 0,235 Ubam Si. Emerging Market Bond (Usd) A Cap. LU0244149497 41.127.935 12,847 8,506 0,678 14,197 7,932 0,426 Invesco. Emerging Local Currency Debt A Acc. LU0275062247 12.074.068 10,643 6,838 0,688 0,627 11,557 6,777 0,459 0,233 Hsbc Gl. Global Emerging Markets Local Debt Ac LU0234585437 31.001.172 9,383 6,076 0,738 0,756 11,246 6,397 0,440 0,205 Natixis. Loomis Sayles Emerging Debt And Currencies IC LU0255249772 1.850.966 11,628 6,890 0,796 14,337 6,828 0,499 Pictet . Latin American Local Currency Debt R LU0325328374 88.790.549 9,315 10,999 0,435 0,372 9,784 9,249 0,288 0,101 Fortis . Bond World Emerging Classic/Cap. LU0081707894 43.086.702 11,842 7,917 0,674 0,598 14,50 7,896 0,441 0,249 Aberdee. Emerging Markets Bond A1 Inc. LU0132413252 24.539.406 11,338 7,162 0,775 14,070 6,988 0,487 Goldman. Global Emerging Markets Debt Portfolio LU0110449138 24.905.264 11,478 7,259 0,803 15,316 6,886 0,512 Legg Ma. Legg Mason Wa Emerging Markets Bond A IE0034203483 10,476 8,595 0,556 11,576 8,186 0,329 Pictet . Emerging Local Currency Debt R LU0255798364 2.048.127.173 8,292 9,748 0,545 0,506 10,446 9,218 0,365 0,190 Morgan . Emerging Markets Domestic Debt A LU0283960077 47.254.350 11,212 6,760 0,687 0,639 12,779 6,839 0,467 0,268 Dexia B. Emerging Markets C Cap. LU0083568666 128.211.849 Bny Mel. Bny Mellon Emerging Markets Debt C IE00B06YCB08 Hsbc Gl. Global Emerging Markets Bond Ac LU0164943648 Mfs Sic. Emerging Markets Debt A1 LU0125948108 11,613 9,213 0,584 0,50 14,060 8,085 0,421 0,216 12,477 7,442 0,756 0,677 13,589 7,204 0,444 0,218 139.877.763 12,286 7,099 0,797 0,754 14,244 6,780 0,478 0,237 263.895.139 12,634 8,699 0,654 15,047 7,991 0,431 Goldman. Global Emerging Markets Debt Local A LU0302282511 1.286.278 11,096 6,338 0,789 12,295 6,128 0,482 Swiss &. Emerging Bond (Usd) B LU0081406000 46.120.817 11,649 8,520 0,625 14,181 7,885 0,416 Aig Fun. Aig Emerging Markets Bond Y IE0000376446 12,115 8,974 0,608 14,283 8,214 0,412 Aviva I. Emerging Markets Bond A LU0274939478 403.872.088 2,990 5,946 0,435 -0,117 4,921 9,353 0,106 -0,258 Jpmorga. JPMF Emerging Markets Bond A Acc. LU0087089248 50.975.291 4,182 6,183 0,517 -0,011 6,413 9,946 0,170 -0,161 Morgan . Emerging Markets Debt A LU0073230004 42.361.122 11,015 6,695 0,80 0,724 12,717 6,892 0,478 0,249 Fortis . Bond World Emerging Local Classic/Cap. LU0251280011 57.127.864 7,454 9,375 0,339 0,259 7,725 8,297 0,249 0,050 Prameri. Emerging Markets Fixed Income A LU0084664241 13.041.418 12,739 9,587 0,580 16,067 8,521 0,412 Pimco G. Emerging Markets Bond Admin Acc. IE0030759314 9.922.672 12,509 7,861 0,742 14,825 7,456 0,440 Lombard. Emerging Market Bond P Acc. LU0137081690 6.515.082 11,949 8,191 0,653 13,134 7,707 0,382 Threadn. Tif - Emerging Market Bond Rg Acc GB0002773652 35.186.885 11,138 6,992 0,784 11,582 6,933 0,412 Blackro. BGF Emerging Markets Bond A2 Cap. LU0200680600 33.748.507 10,076 9,765 0,547 11,762 8,522 0,318 Westlb . Global Emerging Markets Bond A LU0093979069 1.063 11,992 8,085 0,669 Axa Wor. Global Emerging Markets Bonds F Cap. LU0227127486 31.527.954 11,434 8,394 0,616 Schrode. Emerging Markets Debt Absolute Return A Acc. LU0106253197 244.682.131 9,020 6,566 Ing (L). Emerging Markets Debt (Local Currency) X Cap. LU0118288173 14.389.787 9,392 6,125 Blackro. BGF Local Emerging Markets Short Duration Bond A2 Cap. LU0278470058 393.543.210 9,177 6,035 0,483 0,124 13,579 7,832 0,385 0,522 12,401 7,798 0,354 0,133 0,646 0,521 9,729 5,648 0,460 0,150 0,670 0,577 7,553 5,840 0,30 0,008 0,597 0,495 6,284 6,077 0,198 -0,079 Ubs (Lu. Emerging Markets Bonds Aa LU0200134517 2.302.181 10,373 14,759 0,261 15,289 17,283 0,143 Swiss &. Absolute Return Emerging Bond B LU0334612594 31.258.666 12,217 8,499 0,623 8,234 8,424 0,202 World E. Local Currency Emerging Market Income Auh LU0211874614 467.496 -21,175 27,549 -0,377 -0,473 -23,794 21,916 -0,385 -0,564 World E. Global Emerging Market Absolute Return Au LU0235200952 8.938.496 -6,066 11,982 -0,221 -0,348 -4,313 12,80 -0,245 -0,357 Threadn. Tlux - Emerging Market Low Duration DU LU0198721143 20.092 11,973 7,110 0,766 0,610 9,296 7,642 0,342 0,098 Threadn. Tlux - Global Emerging Market Short-Term Bonds AU LU0198726373 788.617 13,049 7,581 0,822 0,763 12,766 7,408 0,446 0,207 30 FONDI&SICAV/Marzo 2010 INVESTIRE (tabelle tratte dalle classificazioni di IN Analysis CINA Perf. 1 anno Volat. ann 1 anno Sharpe 1 anno Info. ratio 1 anno Perf. 3 anni Volat. ann 3 anni Sharpe 3 anni Info. ratio 3 anni Perf. 5 anni Volat. ann 5 anni Sharpe 5 anni Info. ratio 5 anni 71,911 23,921 0,273 68,195 23,535 0,296 0,206 -1,297 26,417 0,0 0,0 22,618 21,150 0,020 0,017 0,416 27,676 12,615 0,062 0,085 59,528 10,848 0,088 0,109 44,970 10,192 0,453 43,053 11,996 0,390 39,217 10,982 0,405 0,171 18,201 14,753 0,038 0,051 38,202 10,592 0,366 0,122 11,835 13,477 0,014 0,019 39,241 11,839 0,049 0,045 33,387 11,515 0,342 0,119 0,012 34,578 13,282 0,035 0,029 32,985 8,221 0,406 41,835 8,932 0,068 32,795 9,435 0,384 0,125 37,687 11,575 0,043 0,043 32,462 9,655 0,355 0,084 31,381 9,447 0,361 31,372 8,453 0,373 0,073 31,004 9,072 0,336 0,059 30,943 8,128 0,409 29,982 14,346 0,221 0,037 29,962 9,863 0,344 0,084 31,363 11,779 0,032 0,027 29,907 9,430 0,363 29,881 9,213 0,367 29,369 9,569 0,308 29,076 12,193 0,248 0,033 28,161 8,399 0,349 0,040 27,890 9,667 0,336 27,418 9,141 0,330 27,247 9,956 0,298 0,033 26,729 9,642 0,312 26,369 7,536 0,367 25,540 10,205 25,342 10,533 16,004 0,009 27,063 9,817 0,073 17,416 13,255 0,029 11,937 12,376 0,013 22,283 10,502 0,055 14,462 10,518 0,025 4,485 13,719 -0,009 -8,465 14,914 -0,045 3,824 12,593 -0,016 0,605 16,694 -0,011 29,144 14,076 0,026 3,427 11,017 -0,026 39,735 10,768 0,052 0,047 0,051 0,043 0,061 -0,013 -1,875 12,427 -0,034 30,588 11,675 0,084 0,062 13,573 12,093 0,021 0,027 0,041 16,816 13,458 0,028 0,037 0,041 0,098 18,219 13,069 0,034 44,407 11,413 0,056 18,650 12,214 0,035 48,803 10,887 0,065 0,285 15,835 12,275 0,025 38,361 10,853 0,049 9,762 0,299 5,991 13,929 -0,006 31,929 12,257 0,034 24,622 16,180 0,143 -0,002 24,115 18,605 0,063 -0,078 -12,646 13,880 -0,070 -0,080 14,161 12,385 0,004 -0,009 23,690 9,015 0,308 0,011 12,293 14,354 0,017 0,020 37,198 12,316 0,043 0,037 23,169 8,446 0,276 -0,054 20,076 9,819 0,047 0,050 22,756 10,535 0,243 -12,236 12,946 -0,073 0,899 11,548 -0,029 22,717 9,379 0,264 14,119 13,828 0,020 22,668 9,067 0,286 12,789 11,915 0,016 32,189 10,610 0,038 21,425 8,259 0,305 20,796 10,270 0,251 15,385 13,585 0,026 -0,012 12,370 14,134 0,017 20,720 9,195 0,256 19,053 9,480 15,350 14,427 11,260 47,543 11,874 0,061 36,999 12,229 0,044 9,146 11,236 0,002 0,232 -0,051 29,487 11,288 0,071 29,408 10,120 0,032 7,211 0,245 -0,122 18,043 9,015 0,043 7,122 0,209 -0,165 10,809 7,105 0,008 0,031 31,822 8,068 0,051 0,024 0,008 23,978 6,817 0,034 0,011 7,037 0,168 -0,219 2,223 18,776 -0,002 1,999 9,887 0,032 -36,102 27,783 -0,232 -0,199 -39,815 17,688 -0,142 -0,116 -38,541 27,865 -0,256 -0,286 -43,278 17,658 -0,160 -0,161 0,023 0,042 0,088 FONDI&SICAV/Marzo 2010 31 GIOCARE IN DIFESA CON GLI OBBLIGAZIONARI STRATEGIE «In un’ottica di lungo periodo, oltre l’attuale fase di forza del dollaro, le obbligazioni emergenti in divisa locale potrebbero essere il migliore strumento per partecipare all’eventuale apprezzamento valutario e al trend di sviluppo dei mercati locali», spiega Cola. E conferma Paolo De Rogatis, responsabile centro investimenti private di Banca Euromobiliare: «Gli emerging bond, in un panorama di crescita globale trainata dalle economie emergenti, rappresentano una valida alternativa di allocazione. In particolare, l’investimento in strumenti di debito emergente espresso in valuta locale rappresenta una scelta di investimento che, effettuata attraverso un mix di sicav specializzate e secondo opportune percentuali, ha senso in un’ottica di diversificazione di portafoglio». Anche per i gestori di Arca i bond dei paesi emergenti rappresentano la migliore alternativa in questa fase perché, al contrario dei paesi sviluppati, i fondamentali e il merito di credito sono in netto miglioramento: di conseguenza, il differenziale di rendimento tra le due aree continuerà a restringersi ancora. «Gli emerging bond», dicono i gestori di Arca, «sono la classe d’investimento con cui spostarsi lungo una frontiera efficiente, purché si abbia un orizzonte temporale adeguato, o una propensione al rischio maggiore, ora che i tassi di interesse sono molto bassi». In altre parole, per gli esperti, si tratterebbe di una delle poche asset class che permettono oggi di migliorare il rendimento del portafoglio, dal momento che le attuali quotazioni dei bond emergenti esprimono un rapporto rischio/rendimento ancora appetibile. Soprattutto nel caso di prodotti in valuta locale. «Anche nel 2010», conferma Raffaele Bertoni, head of fixed income Europe & Asia di Pioneer investments, «i bilanci statali dei paesi emergenti, così come quelli aziendali, 32 FONDI&SICAV/Marzo 2010 continueranno a migliorare con conseguente riduzione degli spread offerti. In particolare, ci aspettiamo una buona performance delle valute di questi paesi e continuiamo a raccomandare l’investimento in titoli denominati in valuta locale, soprattutto quelle asiatiche, che sono abbastanza sottovalutate». EMERGING PIÙ PREPARATI ALLA CRISI L’evoluzione positiva dei mercati emergenti, aggiunge un operatore, ha portato gli emittenti a utilizzare i mercati domestici rispetto ai mercati internazionali, eliminando di fatto le emissioni in valute forti, come dollaro ed euro. Proprio per questa ragione le prospettive dei mercati sarebbero in gran parte determinate dall’andamento delle divise locali. Per Bernhard Urech, head fixed income interest rates di Swiss & global asset management, la solida posizione fiscale, il saldo con l’estero largamente positivo e l’accumulo di ingenti riserve negli anni precedenti hanno consentito ai mercati emergenti di affrontare bene la crisi e di essere più preparati della maggior parte dei paesi sviluppati a cogliere le opportunità offerte dalla ripresa ciclica. Questo è vero in particolare per America latina e Asia, mentre la maggior parte dei paesi dell’est Europa patisce ora le conseguenze negative derivanti dall’accumulo eccessivo di leva finanziaria degli ultimi anni. Dopo il rialzo consistente e generalizzato registrato nel 2009, questa categoria di investimento offre ancora l’opportunità di generare rendimenti positivi: la chiave sarà sicuramente la selettività, dato che alcuni segmenti, in particolare il gruppo di emittenti con livello di affidabilità creditizia BB, sembrano presentare valutazioni eque, mentre alcuni paesi con rating BBB e B offrono un potenziale interessante. «L’incertezza è stata elevata per questa categoria a causa dei declassamenti di rating in alcuni paesi», conclude Rainer Klimesch, multi asset strategies di Raiffeisen capital management, «ma ora i premi per il rischio sono a livelli interessanti in un contesto economico più chiaro. Nel 2010 la percentuale di investimento in obbligazioni di questa categoria dovrebbe salire a circa il 60%». INVESTIRE IN CINA Più incline a puntare sulle economie mature Luca Felli, responsabile obbligazionario e valute di Prima sgr che, nell’ambito dei paesi del G7, preferisce i bond dei paesi dell’area euro, anche se ultimamente gli emittenti periferici (cioè Grecia, Portogallo, Irlanda) sono sotto pressione. In questo caso, tra i paesi che hanno un debito elevato, e che quindi offrono un rendimento maggiore, meglio scegliere i titoli di quelli che hanno un programma di riduzione del deficit come l’Italia, opportunamente miscelati con titoli di paesi più virtuosi, come la Germania, per dare stabilità al portafoglio. «Stabilità», ammonisce Felli, «che comunque potrebbe essere messa in discussione nei prossimi mesi: ricordiamoci, infatti, che i mercati assisteranno a una riduzione progressiva della liquidità immessa dalle banche centrali, liquidità parzialmente investita appunto in titoli di stato». Anche Mauro Vittorangeli, responsabile obbligazionario di Allianz global investors Italia, preferisce il mercato europeo a quello americano, dove i segnali di ripresa economica sono più consistenti. «Pensiamo», spiega a Fondi&Sicav, «che i tassi decennali tedeschi non realizzeranno ampie variazioni nel corso dell’anno, mentre la Bce dovrebbe mantenere invariato il costo del denaro per tutto il 2010. All’interno dell’area euro, riteniamo che i differenziali tra paesi core e periferici rimarranno volatili sulle scadenze lunghe per tutto il periodo, mentre suggeriamo di sovrappesare le scadenze brevi in Spagna, Italia e Portogallo». Dello stesso parere Bertoni di Pioneer Investments. «È sempre più evidente che la ripresa economica, seppure modesta rispetto a quella potenziale, sia già in atto negli Stati Uniti, dove la Federal reserve sta già preparando il mercato al cambiamento di politica economica e monetaria con tassi più alti e drenaggio della liquidità im- messa durante la fase più acuta della crisi. In Europa, al contrario, il quadro macro risulta completamente diverso con una ripresa che sembra più debole di quella attesa solo pochi mesi fa». A fare da freno alla crescita economica contribuisce lo stato dei bilanci pubblici di diversi paesi dell’area euro che, dopo anni di sforamento dei parametri di Maastricht, sono ora costretti a politiche di bilancio molto più restrittive, che incideranno pesantemente sui potenziali di crescita nazionali. INTERESSE PER IL CANADA Con un rischio inflazione ancora limitato, la Bce si troverà a dovere rimandare qualunque decisione di rialzo dei tassi. «Ci potremo trovare quindi con tassi di interesse in rialzo negli Stati Uniti e sostanzialmente stabili nell’area euro per tutto il 2010», spiega Bertoni. «Per questi motivi preferiamo titoli governativi tedeschi e francesi, cioè euro core country, rispetto ai cosiddetti peripheral (Spagna, Grecia, Portogallo) e ai titoli governativi degli altri paesi del G7, con l’unica eccezione del Canada che, grazie ai suoi fondamentali, riteniamo interessante anche da un punto di vista di attesa di ritorno del dollaro canadese rispetto a euro e dollaro americano». Discorso a parte deve essere fatto per i titoli del debito pubblico italiano, Btp e Cct, che offrono al momento rendimenti interessanti rispetto agli analoghi titoli tedeschi, ma per i quali gli investitori dovranno essere pronti a sopportare volatilità elevate a causa dell’effetto contagio nel caso di un peggioramento delle aspettative di riforme strutturali e di crescita economica in Grecia e Spagna. «In altri termini, per i bond italiani la nostra raccomandazione rimane quella di acquistare nei momenti di debolezza, cioè di attuare una strategia buy on dips», dice Tommaso Federici, gestore di Ban- ca Ifigest. Che aggiunge: «Puntiamo in ogni caso su Btp con scadenza a cinque anni e a 10 anni e sui Bot per la liquidità, mentre ci teniamo alla larga dai Cct. Consigliamo inoltre molta prudenza sui periferici, cioè i Pigs, dove la I sta per Irlanda». Infine, Mario Baronci di Sella gestioni espone la sua strategia di investimento: «Prevedo una curva dei rendimenti molto meno ripida. Di conseguenza consiglio di sovrappesare la parte lunga tramite titoli dei paesi core e, soprattutto, sovrannazionali per tre motivi: approfittare dei rendimenti offerti dall’inclinazione della curva, essere meno vulnerabili per quanto riguarda un aumento del rischio di credito e, infine, essere meno esposti ai rischi di un appiattimento della curva. Consiglio invece di sottopesare in maniera decisa il segmento medio (4-6 anni). Ritengo utile ancora sovrappesare la parte breve della curva tramite titoli governativi periferici, soprattutto italiani, che coniugano un limitato rischio di tasso con un allettante premio per il rischio di credito. Abbiamo inoltre un’allocazione cospicua in titoli a tasso variabile, sia italiani, sia sovrannazionali. Questa strategia ci permette di replicare, sia in termini di rischio, sia in termini di rendimento, i benchmark di riferimento, con un’allocazione di portafoglio però molto dissimile. Adotteremo tale strategia finché la curva dei rendimenti mostrerà una pendenza tanto marcata». I FONDI&SICAV/Marzo 2010 33 GIOCARE IN DIFESA CON GLI OBBLIGAZIONARI CORPORATE Ancora in auge eno scoppiettante del 2009, anno definito «eccezionale» dagli addetti ai lavori, ma anche meno volatile il 2010 M per il comparto dei corporate bond. Sui quali, spiegano i gestori, conviene ancora puntare. E tutto ciò per una ragione fondamentale: la forte domanda di rendimento in assenza di valide alternative nell’ambito dei titoli governativi dovrebbe continuare a favorire l’interesse degli investitori Crescita moderata e tassi stabili per i prossimi mesi rendono tuttora interessanti gli spread dei rendimenti in confronto ai titoli di stato. Anche se meno allettante dello scorso anno, la remunerazione di questa tipologia di debito piace ai gestori che consigliano di sovrappesarla rispetto ai bond governativi. Quanto alla scelta, puntare su aziende con bilanci solidi e poco sensibili all’andamento del ciclo economico. Ma nel 2010 sarà l’asset allocation geografica il principale elemento di valutazione. I favoriti? I bond collocati dalle società che operano nei comparti delle telecomunicazioni, le utility e soprattutto i bancari, meglio se di emittenti italiani 34 FONDI&SICAV/Marzo 2010 INVESTIRE IN CINA questi strumenti dovrà essere realizzato con la prospettiva di ottenere un rendimento cedolare maggiore, senza aspettarsi risultati eccezionali. L’elemento di selezione anche per i corporate sarà soprattutto il paese, poiché l’asset allocation geografica quest’anno sarà la variabile determinante. E in quest’ottica, gli emittenti italiani sono quelli che offriranno i rendimenti più interessanti». RENDIMENTO PIÙ ALTO DELL’1,5% verso i titoli corporate, oltre a quelli dei paesi emergenti e degli high yield, nonostante si sia già registrata una significativa riduzione dei differenziali di rendimento. «Nel 2010», spiega Mario Baronci, responsabile delle gestioni obbligazionarie di Sella gestioni, «lo scenario di ripresa economica e la discesa dei tassi di default offrono un sostegno al mercato corporate. In ogni caso, dopo il significativo restringimento degli spread nel 2009 e in seguito alla concorrenza dei titoli governativi, sia per i volumi che verranno emessi sia per i maggiori rendimenti offerti da alcuni paesi, sarà difficile che si ripeteranno le performance più che positive dei mesi passati. In altre parole l’investimento in Come spiega Bernhard Urech, head fixed income interest rates di Swiss & global asset management, il rendimento a scadenza di un portafoglio ampiamente diversificato in titoli di debito investment grade è più alto dell’1,5% circa rispetto a quello di un portafoglio comparabile di titoli di stato. «Sulla base delle migliori previsioni per il 2010 e della maggiore propensione al rischio degli investitori», spiega Urech, «è possibile che i premi per il rischio scendano verso la media di lungo termine fino a 90-100 punti base. La compressione degli spread dovrebbe determinare in questo caso un rendimento supplementare di 250-300 punti base rispetto ai titoli di stato». Per Mauro Vittorangeli, responsabile obbligazionario di Allianz global investors Italia, un contesto di crescita moderata dell’economia risulta favorevole al mercato del credito, in quanto limita il ricorso all’indebitamento delle società e favorisce politiche di bilancio conservative. «Continuo a credere che il credito corporate sia un’asset class interessante per gli investitori», racconta a Fondi&Sicav Richard Woolnough, gestore di M&G optimal income fund: «A differenza dei governi, molte società emittenti stanno intraprendendo azioni a vantaggio degli investitori. Per esempio tagliano i costi e preservano margini di profitto: modalità che generalmente favoriscono gli obbligazionisti». Secondo Woolnough, i fattori principali che dovrebbero continuare a supportare il mercato dei corporate bond sono in primo luogo gli spread che continuano a essere relativamente ampi nel quadro storico. Ma ci sono altre ragioni: i casi di default non dovrebbero toccare il livello che il mercato sta attualmente prezzando, quindi gli investitori sono ben compensati per il rischio di default; le emissioni corporate dovrebbero diminuire, in particolare a causa dell’offerta di obbligazioni governative, elemento che dovrebbe fare aumentare gli spread; infine, i corporate bond offrono ancora rendimenti interessanti, se paragonati a quelli disponibili con gli investimenti in liquidità. «Il periodo d’oro dei corporate bond, misurato in termini di opportunità offerte dal mercato nel corso del 2009, è sicuramente tramontato», afferma Raffaele Bertoni, head of fixed income, Europe & Asia di Pioneer investments. «I livelli di spread offerti da questi titoli appena 12 mesi fa scontavano tassi di default superiori a quelli verificatisi in qualunque delle precedenti recessioni avvenute nella storia dei mercati finanziari. Oggi il tasso atteso di fallimenti Continua a pag. 38 FONDI&SICAV/Marzo 2010 35 Fondi obbligazionari corporate bond in euro Descrizione ISIN Patrimonio Perf. 3m Volat. 3m Sharpe 3m Info. ratio 3m Perf. 6m Volat. ann Sharpe 6m 6m Info. ratio 6m New Mil. Q7 Corporate Bond A LU0163796203 29.499.026 2,88 3,18 0,47 0,47 11,82 3,71 0,84 Ubs (Lu. Eur Corporates P Acc. LU0162626096 303.690.004 2,51 3,65 0,33 0,23 7,54 3,77 0,5 0,3 Groupam. Credit Euro Lt I Cap. FR0000991861 176.229.557 3,29 4,09 0,44 0,49 9,6 3,7 0,68 0,67 Swiss &. Euro Corporate Bond B LU0159196806 30.739.506 3,69 2,74 0,71 9,17 2,99 0,77 Caam Fu. Euro Corporate Bond Classic S/Cap. LU0119100252 73.735.139 2,37 3,08 0,36 0,32 6,77 2,69 0,64 0,53 Invesco. Euro Corporate Bond A Acc. LU0243957825 266.851.320 2,98 4,38 0,34 0,31 7,42 3,65 0,49 0,33 Threadn. Tif - European Corporate Bond Rg Acc GB0032064296 10.252.919 2,43 3,19 0,4 7,57 4,81 0,36 Ubs (Lu. Euro Corporate Bonds Aa LU0130421521 290.371.731 2,47 2,95 0,41 Etruria. Etruria Corporate Bond Euro R LU0176473006 9.663.949 2,47 2,38 0,5 Union I. Unieurorenta Corporates C LU0136786182 3.343.698 2,89 2,7 0,5 Blackro. BGF Euro Corporate Bond A2 Cap. LU0162658883 6.898.411 2,09 1,76 0,65 0,74 Dws Inv. Dws Euro-Corp Bonds LU0117667062 188.225.391 1,45 2,42 0,32 Ing (L). Eurocredit X Cap. LU0123076670 4.718.838 2,09 2,21 Pioneer. Pioneer Funds - Euro Corporate Bond B Cap. LU0140696237 224.451 2,43 2,06 Lombard. Investment Grade (Eur) P Acc. LU0095725387 72.807.903 2,22 2,32 0,49 Pioneer Obb Euro Corporate Etico A Distr A IT0003531610 250.909.000 1,92 1,77 0,53 Vontobe. Euro Mid Yield Bond B LU0153585723 22.485.903 2,04 2,02 Groupam. Credit Euro I Cap. FR0010213405 215.477.289 2,28 2,86 0,41 0,69 6,9 2,53 0,68 6,75 2,18 0,76 0,59 8,16 2,76 0,74 5,31 2,64 0,53 0,21 0,36 6,92 2,61 0,7 0,74 0,51 0,64 5,94 2,06 0,74 0,67 0,55 0,49 5,86 1,84 0,82 0,49 5,68 2,1 0,7 0,5 5,93 1,89 0,82 0,51 0,51 6,17 2,03 0,74 0,51 0,43 0,49 6,91 2,46 0,72 0,67 0,72 Aviva I. European Corporate Bond C LU0160767082 121.922.978 2,24 2,79 0,45 0,46 5,93 2,44 0,64 0,46 M&G Int. M&G European Corporate Bond A Acc. GB0032178856 1.076.594.400 2,16 2,13 0,59 0,64 5,74 2,86 0,66 0,46 Morgan . Euro Corporate Bond A LU0132601682 881.282.575 1,76 2,18 0,46 0,37 4,72 1,96 0,57 0,14 Corporate Bond Acc. IT0001223095 336.058.000 1,94 2,09 0,4 0,33 5,39 1,94 0,67 0,36 Raiffei. Obbligazionario Eurocorporates V AT0000712534 2,37 2,32 0,51 5,64 1,95 0,75 Gestielle Obbligazionario Corporate A IT0003066641 128.086.000 2,2 2,44 0,46 0,34 6,95 2,36 0,72 Deka In. Deka Corporatebond Euro CF LU0112241566 414.204.568 2,06 2,01 0,51 4,71 1,89 0,64 Dws Inv. Dws Invest Euro Corp Bonds 130/30 Fc LU0300357802 53.487.268 1,54 2,45 0,38 0,32 4,12 2,33 0,52 Westlb . Euro Corporate Bond A LU0145975065 444.288.358 1,83 2,35 0,43 5,69 2,04 0,72 Axa Wor. Euro Credit Plus A Cap. LU0164100710 308.264.691 2,03 2,13 0,47 0,43 5,44 1,86 0,76 0,49 Bnp Par. Parvest Euro Corporate Bond Classic/Cap. LU0131210360 462.864.547 2,46 2,46 0,49 0,57 6,38 2,3 0,7 0,6 Oyster . European Corporate Bonds Eur LU0167813129 230.383.730 1,65 2,57 0,35 5,84 2,38 0,6 Fortis . Bond Corporate Euro Classic/Cap. LU0083949205 202.292.859 2,37 2,06 0,62 0,85 5,68 1,88 0,81 0,7 General. Euro Corporate Bonds E Acc. LU0169253068 4.433.854 1,82 2,33 0,38 0,31 4,95 2,03 0,62 0,28 Ubam Si. Corporate Euro Bond A Cap. LU0095453105 112.188.292 1,95 2,65 0,38 5,34 2,22 0,61 Schrode. Euro Corporate Bond A Acc. LU0113257694 2.429.440.973 1,95 2,72 0,37 4,74 2,31 0,53 Nord Es. Obbligazionario Euro Corporate R Cap. LU0140696823 30.609.566 2,09 1,92 0,54 4,52 1,86 0,63 Nordea . Corporate Bond E LU0173777441 178.816 1,84 3,38 0,21 -0,18 4,67 4, 0,31 0,05 Ubi Pramerica Euro Corporate IT0001259990 597.765.000 1,54 1,95 0,4 0,33 4,25 1,76 0,62 0,25 Nordfondo Obbligazioni Euro Corporate IT0001440095 155.548.000 1,26 1,86 0,4 0,24 3,82 1,75 0,57 0,09 Groupam. Credit Euro Ct I Cap. FR0000171837 55.929.036 1,48 1,73 0,44 0,38 4,07 1,56 0,68 0,17 Arca Bond Corporate IT0003021950 365.515.000 1,44 1,74 0,45 0,27 3,64 1,69 0,55 0,01 0,08 0,28 0,54 0,2 0,2 New Mil. Large Europe Corporate A LU0215785253 29.385.048 1,48 1,55 0,51 0,31 3,8 1,49 0,66 Fideura. Euro Corporate Bond LU0096628127 150.412.074 1,43 1,86 0,34 0,12 3,66 1,67 0,55 0, Euro Corporate Bond LU0074298786 723.663.452 1,53 1,89 0,37 0,21 3,57 1,62 0,54 -0,04 Prima Fix Imprese A IT0001355632 135.960.000 0,75 1,93 0,3 -0,24 3,28 1,79 0,43 -0,31 Eurizon Focus Obbligazioni Euro Corporate IT0003459473 219.137.000 1,04 1,81 0,35 -0,08 3,73 1,72 0,52 -0,12 Dws Inv. Dws Invest Euro Corp Bonds Fc LU0145655741 37.751.416 3,97 2,9 1,03 0,48 15,6 3,68 1,07 0,4 Sai Obbligazionario Corporate IT0001464962 9.772.000 1,44 1,63 0,44 0,21 3,37 1,44 0,61 -0,04 Sgam Fu. Bonds Euro Corporate Ac LU0168010204 21.814.856 0,76 2,15 0,16 -0,11 2,97 2,01 0,41 -0,08 Eurizon Obbligazioni Euro Corporate Breve Termine IT0001051694 539.566.000 0,69 1,1 0,24 -0,44 -0,44 Rinasci. Corporate Bond LU0144864708 13.032.383 0,51 4,63 -0,02 2,2 0,97 0,58 0,49 6,77 -0,19 Groupam. Oblig Europe I Cap. FR0010213397 79.224.388 0,75 1,84 0,18 -0,09 2,57 2,49 0,3 -0,09 Duemme . Corporate Bond Euro C LU0126234292 236.583.028 1,13 1,28 0,33 0,19 2,59 1,55 0,42 0,09 Eurizon. Easyfund Bond Corporate EUR Short Term R LU0102684353 93.119.323 1,04 1,07 0,35 0,2 2,49 0,9 0,64 0,06 Fidelit. Euro Corporate Bond A Acc. LU0159167450 15,76 11,06 0,38 0,31 2,35 10,77 -0,04 -0,15 INVESTIRE (tabelle tratte dalle classificazioni di Analysis) IN CINA Perf. 1 anno Volat. ann 1 anno Sharpe 1 anno Info. ratio 1 anno Perf. 3 anni Volat. ann 3 anni Sharpe 3 anni Info. ratio 3 anni Perf. 5 anni Volat. ann 5 anni 47,64 6,51 0,75 0,74 21,95 32,59 8,95 0,36 0,28 4,32 32,27 8,54 0,41 0,38 31,18 6,26 0,52 29,71 5,95 0,52 0,59 29,26 5,11 0,63 0,54 28,67 7,27 0,42 28,25 7,29 0,36 27,94 6,7 0,41 8,34 0,06 0,1 35,36 7,51 -0,03 0, 6,86 5,01 8,42 -0,02 0,01 13,96 5,78 0,03 10,38 5,69 0,01 0,08 22,4 5,12 0,1 0,21 3,71 6,52 -0,03 2,17 6,39 -0,05 5,47 5,82 -0,03 27,22 5,13 0,58 27,04 7,01 0,38 0,28 1,36 5,49 -0,06 6,65 6,45 -0,01 0,02 25,62 5,55 0,48 0,51 -8,96 6,5 -0,12 25,32 6,52 24,9 5,85 0,37 0,28 -0,02 6,13 0,44 0,39 4,29 5,08 23,96 4,81 0,52 8,54 4,87 -0,01 23,91 5,78 0,42 0,37 10,02 4,82 0, 0,09 23,89 5,21 23,28 4,91 0,48 0,44 1,33 5,56 -0,06 0,54 0,51 9,95 5,36 0,01 22,97 5,9 0,39 0,29 0,75 5,92 20,78 4,07 0,55 0,35 15,08 19,69 4,96 0,43 0,21 19,49 4,71 0,43 0,32 19,31 3,28 0,68 19,28 3,27 0,68 19,19 4,77 0,42 19,15 4,04 0,51 18,98 3,77 0,54 17,9 3,04 0,66 0,34 17,84 4,64 0,39 0,17 16,98 3,24 0,61 0,29 0,62 -0,04 Sharpe 5 anni Info. ratio 5 anni 6,63 0,07 0,12 6,01 -0,03 0, 9,26 6,84 -0,02 0,01 16,11 4,7 0, 12,33 4,6 -0,02 6,28 5,27 -0,05 0,05 5,51 5,17 -0,05 7,44 4,74 -0,04 3,83 4,49 -0,07 9,76 5,2 -0,03 0,01 -0,07 -5,68 5,24 -0,11 -0,05 -0,07 -0,07 1,47 4,97 -0,07 -0,06 -0,04 -0,01 5,16 4,16 -0,06 -0,04 11,92 4,06 -0,02 11,36 3,91 -0,03 0,05 -0,05 3,51 4,49 -0,07 -0,04 0,07 13,56 4,34 -0,01 0,06 -0,06 -0,06 4,47 4,82 -0,06 -0,03 5,03 0,05 0,13 17,97 4,17 0,01 0,09 12,78 4,93 0,03 0,12 16,68 4,08 0, 0,09 9,88 4,05 0, 0,11 13,06 3,24 -0,02 0,09 14,74 4,74 0,05 18,26 4, 0,01 18,04 3,34 0,1 19,32 2,79 0,03 9,21 4,89 0, 12,15 4,05 -0,02 13,13 4,22 0,04 16,03 3,61 0, 14,61 3,66 0,06 0,2 18, 3,16 0,02 0,15 0,11 12,69 3,64 -0,02 0,06 21,8 3,45 0,04 -1,35 3,66 -0,12 -0,03 0,14 -0,02 0,07 0,35 10,99 4,38 0,01 17,14 4,02 0,08 16,71 3,73 0,49 0,29 -3,45 4,39 -0,13 -0,19 16,06 3,46 0,51 0,19 9,16 4,03 0, 0,07 16,05 4,27 0,39 9,51 4,7 0, 15,7 4,01 0,44 0,11 16,04 4,35 0,06 15,13 3,14 0,55 8,63 4,24 -0,01 15,04 5,41 0,31 0,33 7,27 5,95 -0,01 14,93 3,08 0,55 0,18 17,18 3,32 0,09 0,31 14,32 2,69 0,62 0,11 16,43 3,52 0,08 0,23 13,63 4,05 0,36 -0,01 8, 3,74 -0,02 13,25 2,76 0,53 0, 11,91 3,65 0,03 12,48 2,2 0,68 0,01 14,85 2,86 0,07 0,16 12,28 3,8 0,35 -0,08 9,02 4,12 -0,01 12,23 3,36 0,41 -0,06 9,73 3,54 0, 12,19 3,13 0,47 -0,03 5,44 3,37 -0,14 10,89 4,03 18,94 3,65 0,02 8,91 3,6 -0,05 18,87 2,8 0,02 0,2 18,64 2,98 0,02 0,16 0,04 11,29 2,93 -0,03 0,05 0,16 13,82 3,11 -0,02 0,09 0,06 9,93 3,51 -0,04 0,02 0,08 10,44 3,02 -0,05 0,03 -0,06 -0,01 7,22 2,9 -0,08 -0,02 -0,13 0,15 0,11 -0,03 11,44 4,47 0,28 -0,18 0,85 4,1 -0,09 -0,16 2,28 3,37 -0,1 10,81 6,94 0,13 -0,03 -7,74 5,67 -0,14 -0,18 -2,48 4,63 -0,1 -0,1 10,73 2,04 0,59 -0,11 8,87 2,41 -0,02 0,07 10,26 2,13 -0,07 0,03 10,33 2,72 0,44 -0,11 4,73 4,26 -0,05 -0,01 6,8 3,58 -0,06 -0,02 8,51 2,64 0,3 -0,53 -0,8 2,69 -0,17 -0,22 -0,14 8,32 7,22 0,09 -23,39 7,25 -0,22 1,78 2,12 -0,16 -19,48 5,74 -0,17 8, 3,01 0,31 -0,15 14,82 3,31 0,06 0,13 18,19 2,78 0,02 0,1 7,81 2,32 0,37 0,1 -8,59 4,15 -0,2 -0,14 -7,36 3,53 -0,18 -0,14 4,75 3,07 0,09 -0,13 -21,4 9,37 -0,16 -0,15 -11,42 8,39 -0,09 -0,08 -16,67 9,43 -0,32 -0,43 -20,17 6,06 -0,25 -0,27 -14,05 4,92 -0,17 -0,17 Fondi obbligazionari global corporate bond in euro Descrizione ISIN Patrimonio Perf. 3m Volat. 3m Sharpe 3m Info. ratio 3m Perf. 6m Volat. ann Sharpe Info. ratio 6m 6m 6m Muzinic. Transatlanticyield Fund Hedged Euro Acc. R Units IE00B07RXZ94 18.528.877 3,16 4,34 0,39 9,18 4,51 0,47 Seb Lux. Boce A LU0133008952 99.709.847 2,29 2,79 0,44 6,06 2,3 0,68 Capital. Corporate Bonds @ Work E Cap. LU0184243128 4.278.007 2,01 3,26 0,41 6,33 3,1 0,55 Novara . Corporate Bond R LU0183719953 650.389 2,31 3,2 0,32 5,14 2,9 0,42 Natixis. Natixis/Loomis Sayles Global Corporate Bond Rc LU0155380156 320.309 1,96 2,29 0,45 4,99 2,14 0,63 Groupam. Oblig Monde N Cap. FR0010290585 974.786 -0,3 2,17 0,01 1,17 2,56 0,16 Perf. 3m Volat. 3m Sharpe 3m 0,36 0,45 Fondi obbligazionari global high yield bond in euro Descrizione ISIN Patrimonio Info. ratio 3m Perf. 6m Volat. ann Sharpe Info. ratio 6m 6m 6m Allianc. Global High Yield Portfolio I2 LU0249551689 14,92 7,96 0,89 21,99 8,44 0,59 Sgam Fu. Bonds Europe High Yield Ac LU0090728022 68.701.218 4,41 5,69 0,36 11,75 5,93 0,47 Jpmorga. JPMF Global High Yield Bond A Acc. Hedged LU0108415935 141.880.080 3,7 6,27 0,39 11,69 7,47 0,37 Fideura. Bond Euro High Yield LU0096627319 18.543.468 2,94 5,93 0,24 11,24 6,39 0,4 Ing (L). Global High Yeld X Cap. LU0128047924 27.577.293 3,27 5,7 0,31 13,22 6,32 0,5 4,5 5,28 0,37 12,9 6,01 0,48 66.581.143 3,97 6,74 0,3 12,1 6,43 0,42 Ailis F. Global High Yield Bond IE0002058166 Blackro. BGF Global High Yield Bond A2 Cap. LU0093504206 Pioneer. Pioneer Funds - Global High Yield F Cap. LU0190658806 5.113.273 13,57 6,94 0,92 16,96 7,33 0,56 Axa Wor. Global High Yield Bonds A Cap. LU0125750504 78.894.467 4,34 4,99 0,54 13,02 4,73 0,71 Goldman. Global High Yield Portfolio E LU0133266659 21.457.486 13,89 11,57 0,61 18,14 10,82 0,39 Swiss &. Global High Yield Bond B LU0159158970 295.967.365 4,16 4,46 0,51 12,65 4,71 0,66 Pimco G. Global High Yield Bond E Acc. Hedged IE00B11XZ327 64.826.735 4,32 4,79 0,44 12,84 5,75 0,53 Ubi Pramerica Obbligazioni Globali Alto Rendimento IT0003242283 274.100.000 3,01 4,7 0,36 10,29 4,93 0,5 Mediola. Global High Yield L - A IE0005359660 59.856.324 13,5 9,52 0,61 16,42 8,83 0,39 Bny Mel. Bny Mellon Global High Yield Bond (Eur) A IE0030011294 3,13 7,14 0,27 9,94 6,25 0,35 Schrode. Global High Yield (Eur) Hedged A Acc. LU0189894842 122.174.541 2,82 6,19 0,26 10,16 6,64 0,3 Westlb . Global High Yield Bond A LU0115289372 4.468.749 9,83 6,33 0,69 14,17 6,47 0,47 Frankli. Templeton Global High Yield A Acc. LU0300743944 3.092.738 13,7 7,86 0,82 15,33 7,68 0,46 Dexia B. Global High Yield C Cap. LU0170291933 127.168.102 3,65 4,34 0,4 9,13 4,47 0,47 Dexia B. High Spread C Cap. LU0151324422 20.737.862 2,93 2,82 0,52 7,27 2,68 0,68 Threadn. Tlux - Global High Yield And Emerging Market (Euro) AE LU0112520878 21.695.782 2,94 3,91 0,39 10,53 5,46 0,5 Euromob. Alto Rendimento 2014 A Cap. LU0178154232 427.398.759 2,44 2,89 0,42 0,38 5,77 3,11 0,35 0,22 Caam Fu. Dynarbitrage High Yield Classic S/Cap. LU0272945535 5.142.839 1,43 1,54 0,48 0,34 4,42 1,86 0,6 0,39 Az Fund. Alpha Manager Credit A LU0262760803 4.520.020 1,21 2,52 0,27 4,96 2,55 0,49 Fortis . Bond Corporate High Yield World I LU0230104456 5.680.973 13,31 6,51 1,14 Henders. Strategic Yield A1 LU0138824015 3.392.626 -1,09 4,41 -0,17 aziendali implicito negli spread dei titoli corporate è molto più basso ma, a nostro giudizio, ancora alto rispetto a ciò che si verificherà nel corso dei prossimi anni. Si offre così agli investitori un’opportunità per sovrappesare queste obbligazioni, rispetto a quelle governative, anche se il peso suggerito è inferiore a quello dello scorso anno». 38 FONDI&SICAV/Marzo 2010 -0,12 Anche Bertoni pone l’accento sulla selezione, che nel corso dell’anno dovrà essere molto più accurata che non in passato: «Ci aspettiamo una maggiore dispersione dei rendimenti dei titoli corporate nel 2010, in quanto il mercato sarà sicuramente più selettivo nel premiare aziende con bilanci solidi e meno sensibili all’andamento del ciclo 18,26 11,83 0,53 -15,48 12,17 -0,45 -0,39 economico. La selezione delle imprese su cui investire sarà il fattore discriminante delle performance attese nel corso dell’anno». E conferma Paolo De Rogatis, responsabile centro investimenti private di Banca Euromobiliare: «In uno scenario di crescita, per quanto moderata e con aspetti di evidente vulnerabilità, e in coerenza con un’at- INVESTIRE (tabelle tratte dalle classificazioni di Analysis) IN CINA Perf. 1 anno Volat. ann 1 anno Sharpe 1 anno 26,55 6,88 Info. ratio 1 anno Perf. 3 anni Volat. ann 3 anni Sharpe 3 anni 0,39 2,73 9,56 -0,02 Info. ratio 3 anni Perf. 5 anni Volat. ann 5 anni Sharpe 5 anni 21,83 5,05 0,45 8,78 5,45 0, 9,57 4,43 -0,03 19,48 4,07 0,55 5,23 5,17 -0,03 8,54 4,37 -0,04 17,79 6,29 0,28 -1,67 5,74 -0,08 -1,37 4,67 -0,09 14,5 3,87 0,42 12,49 4,42 0,03 6,45 3,12 0,2 5,6 4,36 -0,04 0,3 -0,02 Info. ratio 5 anni -0,03 (tabelle tratte dalle classificazioni di Analysis) Perf. 1 anno Volat. ann 1 anno Sharpe 1 anno 54,65 11,08 0,49 54,15 10,37 50,08 Info. ratio 1 anno Perf. 3 anni Volat. ann 3 anni Sharpe 3a nni 0,53 -5,02 12,69 12,25 0,39 -5,32 15,15 48,33 9,95 0,48 5,23 48,2 9,41 0,5 -3,82 47,32 9,25 0,53 6,53 10,93 0, 44,21 9,98 0,44 0,58 11,89 -0,02 43,15 11,74 0,39 -3,56 14,4 -0,03 41,54 6,56 0,68 5,88 9,02 40,27 13,43 0,32 1,64 16,27 39,08 6,92 0,6 6,84 38,23 8,64 0,42 11,11 34,86 6,42 0,56 33,67 10,86 0,34 Info. ratio 3 anni Perf. 5 anni Volat. ann 5 anni Sharpe 5 anni -0,04 8,01 10,08 -0,01 -0,03 4,14 12,01 -0,01 11,02 -0,01 12,07 8,76 0, 11,91 -0,04 6,32 9,47 -0,02 11,15 9,44 0, -0,01 13,41 7,28 0, -0,01 17,34 13,63 0,01 9,77 0, 18,19 7,84 0,01 9,86 0,01 6,34 8,81 -0,01 19,32 7,06 0,02 4,02 13,67 -0,01 20,27 11,59 0,01 31,7 8,8 0,39 5,39 11,29 -0,01 12,53 8,93 0, 31,66 8,72 0,37 4,98 10,02 -0,01 16,45 8,02 0,01 31,64 8,98 0,38 9,91 11,43 0,01 -4,81 9,7 -0,06 5,54 7,75 -0,03 31,32 10,38 0,3 28,54 8,2 0,37 25,35 4,36 0,64 -0,11 7,34 -0,05 7,47 5,87 -0,03 19,64 7,28 0,3 -24,87 8,94 -0,19 -17,42 7,09 -0,13 19,24 6,46 0,29 0,23 -2,35 9,36 -0,05 -0,04 3,75 7,5 -0,03 19,18 4,41 0,45 0,35 0,81 5,15 -0,07 -0,06 18,54 3,7 0,55 -7,02 6,35 -0,11 -0,26 14,92 -0,04 -22,44 9,73 -0,42 tesa di tassi stabili per i prossimi mesi, l’investimento in corporate bond rimane un’interessante prospettiva di diversificazione, rispetto al puro investimento in titoli di stato. Il ritorno atteso da questa asset class è inferiore rispetto all’ottimo risultato conseguito nel 2009; è auspicabile tuttavia che questa performance si accompagni a Info. ratio 5 anni -0,02 -0,37 misure di volatilità generalmente più contenute rispetto al 2009». Per Clelia Rezzonico, senior portfolio manager di Ubs global asset management sgr, gli spread, nonostante il rally degli ultimi mesi, sono ancora a un buon livello, rispetto ai valori storici. Inoltre, il miglioramento dei fondamentali e dei bilanci societari, unito alle prospettive di crescita degli utili, sono fattori che favoriranno sicuramente l’intera categoria. «Non escludiamo», aggiunge Rezzonico, «la possibilità che nel breve periodo gli spread di alcune emissioni possano allargarsi un po’, soprattutto per notizie legate a singole società, e ci aspettiamo pertanto un po’ di volatilità sui mercati. FONDI&SICAV/Marzo 2010 39 Fondi obbligazionari Europe high yield in euro Descrizione ISIN Patrimonio Perf. 3m Volat. 3m Sharpe 3m Info. ratio 3m Perf. 6m 25,984 0,092 16,370 Volat. ann Sharpe Info. ratio 6m 6m 6m Aberdee. European High Yield Bond A1 Inc. LU0119174026 35.983.097 9,548 20,733 0,205 Nordea . European High Yield Bond Bp LU0141799501 141.729.001 4,521 6,918 0,378 19,863 8,786 0,510 Fidelit. European High Yield A Dist. LU0110060430 5,319 11,130 0,267 17,950 10,687 0,426 Bnp Par. European High Yield Bond Classic/Cap. LU0225847150 217.427.842 4,040 7,044 0,280 13,357 6,735 0,501 Jpmorga. JPMF Europe High Yield Bond A Acc. LU0210531470 7.906.581 4,275 7,428 0,310 16,149 9,710 0,372 Caam Fu. Euro High Yield Bond Classic S/Cap. LU0119111028 12.196.817 6,024 9,055 0,301 16,608 8,812 0,442 Raiffei. Obbligazionario Europa High Yield V AT0000765599 4,836 6,838 0,380 14,707 6,381 0,582 Hsbc Gl. Euro High Yield Bond Ac LU0165128348 98.355.875 4,686 6,557 0,328 11,410 5,694 0,457 Morgan . European Currencies High Yield Bond A LU0073255761 40.517.484 3,367 5,872 0,311 10,919 6,843 0,362 M&G Int. M&G European High Yield Bond A Acc. GB0031288243 91.305.988 5,265 7,761 0,354 10,064 6,652 0,394 Threadn. Tif - European High Yield Bond Rn Acc GB0009692087 161.843.093 3,639 5,281 0,294 10,674 8,20 0,349 Muzinic. Europeyield Fund Euro Discretionary Units IE0005315449 77.414.192 4,145 5,556 0,401 12,349 5,934 0,542 General. European High Yield Bonds A Acc. LU0169273686 24.929.871 3,50 5,915 0,226 10,131 5,374 0,498 Muzinic. Europeyield Fund Euro Income Units IE0005324847 8.754.051 4,152 5,560 0,40 8,941 8,211 0,297 Eurizon Focus Obbligazioni Euro High Yield IT0001280541 265.331.000 2,879 3,644 0,317 9,523 4,222 0,478 Bnp Par. Corporate Bond Opportunities Classic/Cap. LU0099625146 99.956.114 3,494 3,978 0,431 0,401 12,913 3,883 0,808 Perf. 3m Volat. 3m Sharpe 3m Info. ratio 3m Perf. 6m 15,77 9,49 0,75 0,77 20,55 9,27 0,45 0,46 15,23 9,97 0,72 0,73 18,43 9,57 0,41 0,42 16,42 15,31 0,42 0,43 23,01 13,32 0,33 0,33 16,2 9,57 0,75 0,76 19,96 9,27 0,43 0,44 0,24 11,96 42,41 0,08 0,09 20,39 8,89 0,5 17,32 8,83 0,41 0,751 Fondi obbligazionari Us high yield in dollari Descrizione ISIN Credit . High Yield Us$ B Cap. LU0116737759 Fidelit. Us High Yield A Dist. LU0132282301 Patrimonio 28.413.411 122.912.471 Volat. ann Sharpe Info. ratio 6m 6m 6m Ubs (Lu. Usd High Yield P Acc. LU0070848972 Blackro. BGF US Dollar High Yield Bond A2 Cap. LU0046676465 Legg Ma. Legg Mason Us$ High Yield Bond A Cap. LU0105200538 299.396 24,85 55,15 0,24 Pimco G. High Yield Bond E Acc. IE00B11XZ871 39.745.196 16,69 8,97 0,83 Frankli. Franklin High Yield A Acc. LU0131126228 52.940.125 15,13 9,47 0,71 Mfs Sic. Us High Yield Bond A1 LU0035377810 93.120.353 14,84 9,42 0,71 16,59 8,98 0,4 Janus C. Us High Yield A Acc. IE0004446971 15,42 9,71 0,69 0,7 17,33 9,07 0,39 0,4 Bnp Par. Us High Yield Bond Classic/Cap. LU0111549480 28.966.148 14,35 7,5 0,85 0,86 17,6 8,06 0,46 0,47 Prameri. Us High Yield A LU0068732865 23.249.440 Eaton V. Us High Yield Bond A1 IE0031519055 Threadn. Tlux - USD High Income Bonds AU LU0180519315 Aig Fun. Aig Us High Yield Bond A IE00B120J411 Muzinic. Americayield Fund Us$ Accumulation Units IE0004347849 4.890.387 148.983.022 Restiamo positivi soprattutto sulle emissioni finanziarie subordinate, che sono state maggiormente penalizzate durante la crisi, ma che adesso godono di una forte domanda e soprattutto della fiducia del mercato». Meno entusiasta, ma comunque positivo sulle emissioni obbligazionarie aziendali, anche Gianluca Ferretti, responsabile investimenti obbligazio- 40 FONDI&SICAV/Marzo 2010 0,72 13,81 8,5 0,7 15,34 8,27 0,37 13,04 8,89 0,68 13,47 8,48 0,36 12,97 7,62 0,81 13,93 7,94 0,42 0,03 8,17 -0,18 2,98 9,28 0,08 14,64 9,23 0,67 14,94 8,45 0,36 0,82 nari del Sistema gestioni attive di Anima sgr. «Sul mercato delle obbligazioni corporate continuano a registrarsi molte emissioni», spiega Ferretti, «che però vengono accolte in modo più tiepido dai mercati, anche per la scarsa generosità degli spread offerti. Tuttavia, i tassi molto bassi sulle attività cosiddette risk-free continuano a essere di supporto per il comparto delle obbli- 0,42 0,43 gazioni societarie, nel cui ambito il settore finanziario giustifica ancora un sovrappeso». L’opinione di Ferretti è condivisa da Laura Tardino, responsabile analisi strategie di investimento di Bnp Paribas sgr, che aggiunge una previsione precisa: «Il nostro orientamento sulle obbligazioni corporate è ancora positivo, nonostante recentemente gli investitori abbiano mostrato INVESTIRE (tabelle tratte dalle classificazioni di Analysis) IN CINA Perf. 1 anno Volat. ann 1 anno Sharpe 1 anno 91,228 25,503 79,682 66,023 Info. ratio 1 anno Perf. 3 anni Volat. ann 3 anni Sharpe 3 anni 0,336 -28,029 25,208 -0,057 11,569 0,661 15,186 13,770 0,026 11,515 0,560 13,557 11,506 0,022 65,192 12,116 0,508 -7,165 14,370 -0,042 63,319 13,653 0,454 -1,493 15,092 -0,021 60,780 11,706 0,507 0,380 12,077 56,967 9,561 0,592 5,823 54,479 10,239 0,529 13,313 52,979 12,522 0,427 48,150 10,279 0,462 47,134 12,280 44,222 7,819 40,490 8,056 0,530 35,198 8,957 34,848 6,624 27,674 5,022 0,560 Perf. 5 anni Volat. ann 5 anni Sharpe 5 anni -25,140 19,714 -0,046 28,405 9,070 0,037 -0,024 12,054 9,755 -0,002 12,616 -0,003 21,595 9,993 0,021 11,298 0,021 27,207 8,975 0,035 14,055 13,987 0,023 26,978 11,058 0,031 11,550 12,032 0,015 34,732 9,586 0,051 0,40 9,607 12,155 0,006 22,652 9,673 0,021 0,608 15,507 10,127 0,031 28,590 8,120 0,042 2,184 10,059 -0,024 0,435 3,856 10,041 -0,017 16,104 8,10 0,008 0,572 11,885 7,764 0,015 22,277 6,197 0,027 -24,499 7,645 -0,218 -19,430 6,034 -0,160 0,506 Info. ratio 3 anni -0,218 Info. ratio 5 anni -0,144 (tabelle tratte dalle classificazioni di Analysis) Perf. 1 anno Volat. ann 1 anno Sharpe 1 anno Info. ratio 1 anno Perf. 3 anni Volat. Ann 3 anni Sharpe 3 anni 42,34 11,49 0,37 0,39 3,31 15,64 -0,01 38,5 12,53 0,33 0,34 9,3 15,58 0,01 36,27 14,53 0,24 0,25 1,56 15,89 -0,02 34,96 12,46 0,29 0,3 2,87 15,04 -0,01 34,91 32,66 0,13 0,13 -3,07 24,07 -0,01 33,27 11,22 0,28 1,2 15,09 -0,02 31,79 11,06 0,29 0,3 2,12 15,77 -0,01 30,55 10,53 0,3 -2,42 14,63 -0,03 29,37 10,88 0,27 0,28 4,63 13,78 28,52 10,68 0,28 0,3 6,69 25,35 10,98 0,23 25,24 11,22 0,26 22,45 10,34 0,25 19,11 18,19 0,07 18,12 10,03 0,19 maggiore scetticismo su questa classe di attivo. La ripresa economica, anche se modesta, e la possibile diminuzione dei default rate sono ancora di sostegno al comparto. Crediamo che gli spread, sebbene non al ritmo del 2009, abbiano ancora spazio per stringere sia nel segmento investment grade di 3040 basis point, sia, e in misura maggiore, in quello high yield (circa 130 bp)». 0,27 Sharpe 5 anni Info. ratio 5 anni 13,11 0,01 0,04 13,1 0,03 0,06 12,33 13,35 0, 0,03 13,48 12,72 0, 0,03 0,01 11,89 19,38 0,01 0,03 0,02 13,45 13,28 0, 0,03 10,18 12,44 0, -0,01 0,02 18,93 11,82 0,01 0,05 14,33 0, 0,03 20,56 12,22 0,01 0,05 -5,97 13,96 -0,04 -4,85 12,02 -0,04 -20,35 15,37 -0,09 5,75 13,86 0, 18,36 11,84 0,01 4,98 13,23 -0,01 16,81 11,42 0,01 Per Valentijn van Nieuwenhuijzen, macroeconomista e responsabile del dipartimento fixed income di Ing investment management, i fondamentali dei titoli corporate sono migliorati in modo significativo negli ultimi 12 mesi e le probabilità di declassamenti o inadempienze sono drasticamente calate: «Probabilmente non vedremo un altro anno di tassi a doppia cifra, Info. Ratio 3 anni Perf. 5 anni Volat. Ann 5 anni 0,02 15,2 0,04 26,84 0,01 0,02 0,03 0,04 ma un rendimento al 4-6% per gli investment grade e dell’8-10% per gli high yield sembrano possibili per il 2010». Anche per Federico Mosca e Giovanni Radicella di Arca la performance ottenuta dal comparto nel 2009 è difficilmente ripetibile, perché da un punto di vista puramente matematico non si parte dai prezzi di occasione di inizio 2009: per i due gestori è FONDI&SICAV/Marzo 2010 41 lecito quindi aspettarsi variazioni molto più contenute dei premi di rendimento delle obbligazioni societarie, qualcosa come il 2-2,5% sui titoli di stato rispetto all’11% del 2009. «Ciò accadrà», spiegano Mosca e Radicella, «in quanto le società proseguiranno nel loro processo di aggiustamento dei bilanci verso livelli di leva più contenuti e, se l’uscita dalla recessione sarà confermata, in quanto i conti economici dovrebbero continuare a migliorare». L’unico rischio, avvertono i gestori di Arca, potrebbe essere rappresentato da una certa ripresa delle attività di fusioni e acquisizioni che potrebbero, in alcuni casi isolati, portare a un temporaneo peggioramento del tive di rendimento. Sergio Cola, responsabile della struttura di gestione patrimoniale di Lemanik, ne spiega le ragioni: «Il periodo d’oro dei corporate è alle nostre spalle. L’obiettivo dell’investimento corporate non deve più essere riferito al beneficio derivante da un forte restringimento degli spread, bensì al godimento di un rendimento soddisfacente. In questa ottica sono particolarmente interessanti le obbligazioni emesse da società la cui dinamica degli utili beneficia maggiormente della ripresa del ciclo economico, come le obbligazioni del settore bancario, dove ulteriori necessità di ricapitalizzazione favoriscono gli obbligazionisti». BANCARI SUGLI SCUDI merito di credito delle società interessate. Ma su quali categorie di obbligazioni corporate conviene puntare? Tra i gestori si leva una specie di coro: le emissioni bancarie sono in assoluto quelle che offrono le migliori prospet- 42 FONDI&SICAV/Marzo 2010 Alfredo Granata, responsabile gestioni di Banca Finnat, restringe ulteriormente il campo: «Tra queste categorie di titoli pensiamo possano risultare interessanti, soprattutto dopo il nuovo allargamento degli spread di questi ultimi giorni, i titoli del settore bancario italiani, magari a tasso variabile, anche di qualità subordinata». Banche anche per Mike Zelouf, director of international business di Western asset management (Legg Mason), che ritiene che le emissioni bancarie europee investment grade siano molto interessanti, visti i notevoli spread che ancora pagano rispetto al comparto industriale. «Se confrontiamo l’attuale situazione del sistema bancario occidentale, in particolare quello statunitense, con quella degli istituti giapponesi negli anni novanta, si vede chiaramente che ora le banche occidentali presentano profitti operativi: al netto degli accantonamenti sulle perdite in settori in difficoltà come l’immobiliare, le banche stanno facendo davvero molti soldi con attività quali il trading sul reddito fisso e le commodity», spiega Zelouf. Luca Felli, responsabile obbligazionario e valute di Prima sgr, raffredda un po’ gli entusiasmi intorno ai bond bancari e ritiene che siano senz’altro un’asset class su cui investire nel 2010, purché ci si avvalga di un portafoglio diversificato (come è quello rappresentato da un fondo) e ben bilanciato, comprensivo anche di altre classi d’investimento, come i titoli governativi. In un portafoglio di questo tipo, Prima riserva comunque una parte importante ai titoli finanziari (preferendo quelli subordinati rispetto ai titoli senior) e consiglia, ai più prudenti, l’inserimento di titoli a tasso variabile con scadenza breve, che costituiscono un’occasione di acquisto dal momento che le prospettive di queste obbligazioni sono solide, se valutate in un orizzonte temporale di medio periodo. «Possiamo comunque affermare con certezza che è terminata quella fase di mercato con rendimenti a due cifre che, nel corso del 2009, ha riportato il mercato dei corporate in linea con uno scenario di ripresa moderata e con un più corretto premio al rischio», spiega Felli. Che aggiunge: «Non ci sono motivi di dubitare sul fronte dei fondamentali delle aziende, tuttavia alcuni settori continueranno a denotare tensioni: è il caso proprio delle banche che hanno necessità di emettere titoli in un contesto normativo in evoluzione (Basilea 3), così come alcuni emittenti iniziano a riflettere nei propri spread anche il rischio paese in cui risiedono, come nel caso di alcune aziende di Spagna e Portogallo». Da un punto di vista settoriale, anche Bernhard Urech, head of fixed income interest rates di Swiss & global asset management, preferisce i titoli finanziari e le utility ai titoli industriali, a fronte delle valutazioni più convenienti e di una minore vulnerabilità al rischio di evento. Nel microcosmo dei titoli finanziari poi, meglio le obbliga- INVESTIRE IN CINA High yield È qui la festa E’ il territorio minato dell’high yield quello che sembra offrire le occasioni più interessanti nei prossimi mesi. E ciò per una semplice ragione: sono molte le società che stanno ricorrendo in questa fase al mercato del reddito fisso per la prima volta, dal momento che le banche hanno ridotto l’erogazione di credito alle aziende. E’ più che mai necessario, quindi, muoversi con cautela: alcune di queste società infatti non hanno una situazione finanziaria solida e, se non riescono a ottenere liquidità sufficiente sul mercato obbligazionario, rischiano di tornare a dipendere dal credito bancario, a costi molto alti, eventualità che potrebbe anche metterne in crisi l’esistenza. «In generale», spiega Zelouf, «siamo interessati a quelle società il cui grado di solidità è in miglioramento, come per esempio aziende con un cash flow operativo positivo che stanno riducendo il livello di leva. Va infatti tenuto presente che spesso molte società caratterizzate da un’alta leva operativa hanno anche uno scarso controllo sulla propria struttura dei costi e quindi ridotti margini di miglioramento». Su questa linea anche l’indicazione di Roberto Cappelletto, professore di finanza zioni subordinate che presentano un rendimento molto più alto rispetto alle obbligazioni privilegiate. Quanto alla duration, in considerazione dei bassi tassi di interesse per le scadenze a breve termine e dell’irripidimento della curva dei rendimenti nell’area euro, il team svizzero punta sulle obbligazioni a tre-sette anni. Diversi gestori, tra i quali Andrea Rotti, responsabile delle gestioni patrimoniali di Ersel sim, ritengono che alcune nicchie dell’obbligazionario societario, quali le emissioni bancarie subordinate Lower tier 2, offrano valutazioni ancora attraenti. Mentre Tommaso Federici, gestore di Banca Ifigest, preferisce puntare sui perpetual tier 1 di banche italiane. università di Udine, che ritieaziendale presso l’u ne che per trarre qualche vantaggio da questa categoria di obbligazioni nei prossimi mesi sia consigliabile puntare su bond BBB nel segmento investment grade e BB nel mercato high yield. Secondo Marco Sticchi, credit fund manager di Nemesis, nel 2010 bisognerà preferire titoli corporate con leverage basso nei settori difensivi. I favoriti sono i bond di emittenti high yield dei settori telecom e cable, quali Wind, Virgin media, Liberty media. Più cauto sull’universo dei corporate bond e anche sulla galassia high yield il team di gestione di Aletti Gestielle sgr. «Dopo il forte restringimento dei rendimenti di credito cui abbiamo assistito nel corso del 2009 e nelle prime settimane di quest’anno, è evidente che il potenziale ritorno che si può ottenere dai titoli corporate è davvero limitato e i rischi cui ci si espone non sono compensati appieno, soprattutto nel comparto ad alto rischio». Ma esistono anche altre ragioni che inducono questo team di gestori alla cautela. «Da qualche mese a questa parte», proseguono da Aletti Gestielle, «i corporate bond soffrono la con- Ma molte sono le opportunità all’orizzonte per un settore che si sta mostrando estremamente vivace, quanto a numero ed entità di emissioni. «A seguito del deleveraging patrimoniale e di una regolamentazione più rigorosa in termini di requisiti patrimoniali per le banche, le imprese si rivolgono sempre di più al mercato finanziario come alternativa ai prestiti per rifinanziarsi», spiega Urech. «Il numero di mutuatari nel mercato del credito in Europa è infatti cresciuto molto e persino i nuovi arrivati senza rating, come Davide Campari, Fraport (Aeroporto di Francoforte) o Christian Dior, sono riusciti ad attingere brillantemente ai mercati finanziari. Questa correnza dei titoli governativi di paesi europei definiti periferici, i cui rendimenti rispetto al benchmark tedesco sono aumentati in modo considerevole, talvolta anche oltre il livello offerto dalle stesse società corporate dislocate nel paese emittente». Alla larga dai corporate, quindi? No. Ma per Gestielle bisogna procedere con la lente di ingrandimento. Le poche opportunità che si intravedono, spiegano, riguardano le società più diversificate a livello globale, esposte alla crescita dei paesi emergenti, e con abbondanti posizioni di liquidità, i cui titoli a scadenza medio/breve possono rappresentare una fonte importante di rendimento addizionale. «Per chi è più propenso al rischio, invece, si potrebbe presentare un’interessante opportunità nel comparto dei titoli ibridi, cioè titoli subordinati con scadenze molto lunghe e con clausole di possibile sospensione della cedola, emessi da società industriali investment grade: nonostante siano più esposti alla volatilità dei mercati finanziari rispetto ai normali corporate bond, offrono comunque rendimenti ancora molto consistenti», conclude Gestielle. tendenza probabilmente si confermerà, generando un universo di credito più ampio e maggiormente diversificato». I FONDI&SICAV/Marzo 2010 43 & PROMOTORI CONSULENTI FONDI&SICAV Marzo 2010 Mario Comana,di Ubi Bpi: «Cresciamo più del mercato» Donne Pf Ancora una minoranza Donne Pf/2 Quelle che hanno fatto strada Ricerca Fineco Il futuro è nella consulenza PROMOTORI&CONSULENTI Parla Mario Comana, presidente di Ubi Bpi Raccolta in netta crescita per la controllata private banking del gruppo bancario bresciano, anche grazie alla normativa che ha consentito il rientro dei capitali in Italia. «Siamo orgogliosi di avere intercettato una parte molto superiore alla nostra quota di mercato». ConlaspintadelloScudo scudo A cura di Massimiliano D’Amico 00 milioni di euro raccolti nel 2009 e un trend continuo di crescita che preannuncia risultati ancora più soddisfacenti. Stiamo parlando di Ubi banca private investment, la realtà nata il 1° gennaio 2008 dalla fusione tra Ubi sim e Banca lombarda private investment, che è presente in tutta Italia con 36 filiali e circa 40 punti operativi, dove lavorano oltre 900 professionisti tra promotori finanziari e private banker. Il presidente, Mario Comana, racconta il progetto consulenza che sta partendo proprio in queste settimane e spiega perché con i consulenti indipendenti è inutile fare la guerra dei capponi di Renzo Tramaglino. 6 Nonostante molti osservatori stiano dichiarando chiusa la crisi, o almeno la fase più acuta di questa, le possibilità che si verifichi un nuovo peggioramento sembrano ancora presenti. Negli ultimi mesi, tuttavia, si è assistito a una raccolta boom da parte delle reti di promozione. Crede che la crisi sia definitivamente alle spalle? «In queste settimane non passa giorno che non arrivino informazioni più o meno preoccupanti in merito allo stato dell’economia di alcuni paesi o in merito alla solidità di alcune società. Non a caso questi primi mesi dell’anno sono stati caratterizzati da fluttuazioni giornaliere negli indici azionari eccezionalmente elevate, che diverse volte hanno colto di sorpresa molti inve46 Marzo 2010 stitori. Si è trattato di una turbolenza finanziaria rapida, diffusa e persistente, che ha continuato a influenzare i mercati azionari per molti giorni dopo il suo inizio. Malgrado ciò, l’incubo di una crisi imprevista e ingovernabile sembra ormai alle spalle, salvo gli inevitabili strascichi che caratterizzano sempre l’ultima fase dell’uscita da una situazione difficile. In ogni caso vale la pena ricordare che in tutti questi mesi i promotori finanziari si sono dimostrati un elemento determinante del processo di difesa dei risparmi dei clienti. Seguendoli passo dopo passo nel tempo e con un’assistenza continua, li hanno aiutati, infatti, ad adeguare le proprie scelte di investimento al variare delle condizioni personali e a quelle dei mercati. L’analisi dei flussi di raccolta è lì a dimostrarlo». A proposito di flussi di raccolta, come si sono comportati i vostri professionisti durante quei mesi difficili? «Siamo molto soddisfatti dei risultati del 2009, perché oltre 600 milioni di euro di raccolta sono un bel traguardo in assoluto, non solo per questo periodo così critico. Anche per il 2010 contiamo di proseguire sul medesimo trend e, in effetti, i dati dei primi due mesi ci confortano in questo senso. Sicuramente lo Scudo con 240 milioni di euro raccolti ha contribuito a fare rientrare masse di risparmio nel nostro Paese e Ubi Bpi è orgogliosa di averne intercettato una parte molto superiore alla propria quota di mercato. Perciò il bilancio è pienamente positivo, perché, oltre alle masse aggiuntive, abbiamo avuto la possibilità di instaurare nuove relazioni di clientela». Che cosa si attende, invece, dallo Scudo quater? «Probabilmente il grosso del fenomeno del rientro si è già verificato e quindi non abbiamo aspettative particolarmente ambiziose al riguardo. Ma in fondo speriamo in qualche sorpresa positiva». Le banche «devono impegnarsi di più a uno scrutinio attento delle operazioni di rimpatrio». È l’invito rivolto agli istituti di credito dal governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, durante il suo discorso al congresso Atic-Forex. Qual è il suo parere? «La nostra banca ha una spiccata cultura della legalità e della compliance PROMOTORI&CONSULENTI A differenza di quanto accade in molte altre reti, c’è grande interesse anche per la parte previdenziale, con oltre il 15% del gestito nel settore assicurativo vita. Ed è in corso di lancio una piattaforma che permette un’analisi completa sull’intero portafoglio del cliente a circa il 15% degli stock. Non credo sia un problema di convinzione delle reti, quanto piuttosto dell’atavica insensibilità alla tematica previdenziale in Italia. Ritengo che sulle pensioni sia necessario dare il via a una grande opera di informazione, che nel nostro Paese oggi invece è assolutamente insufficiente. Auspico che la rivoluzione rappresentata dalla busta arancione, una vera e propria certificazione dei versamenti contributivi effettuati, aiuti a fare acquisire ai lavoratori una maggiore consapevolezza della propria situazione pensionistica, diventando anche uno stimolo alla diffusione della previdenza complementare». normativa. Quindi il richiamo del governatore ci fa piacere, perché conferma la correttezza della nostra impostazione». L’Inps è pronta a inviare anche ai lavoratori italiani la famosa busta arancione che, come già accade in molti paesi, soprattutto del Nord Europa, tiene informati sull’andamento della loro posizione previdenziale tutti i contribuenti. Perché le reti non prendono spunto da questa rivoluzione per puntare maggiormente sui prodotti previdenziali? «Anche in questo caso noi divergiamo un poco dal resto del settore. La quota di assicurativo di Ubi Bpi è infatti pari La consulenza finanziaria a pagamento sembra ormai diventata realtà. Nel giro degli ultimi due anni, è cresciuto in maniera esponenziale il numero degli operatori che hanno puntato sull’advisory. Qual è la posizione di Ubi Bpi in questo senso? «Ubi, ha da tempo sviluppato una soluzione d’avanguardia per la consulenza finanziaria che ha dato ottimi risultati nell’ambito del private banking del gruppo. Nel corso di questi mesi procederemo a svilupparla su tutta la nostra rete. Si tratta di una piattaforma che attraverso strumenti quantitativi dà una risposta concreta ed efficiente alle richieste sempre più pressanti provenienti dal mercato in termini di consulenza indipendente. Consente infatti un’ampia attività di analisi non solo sul singolo strumento detenuto, ma sull’intero portafoglio del cliente. Sebbene il servizio sia ancora in fase di sviluppo, riscontriamo già molto interesse sia da parte dei promotori sia dei clienti». Marzo 2010 47 PROMOTORI&CONSULENTI Parla Mario Comana, presidente di Ubi Bpi Secondo lei, nel futuro assisteremo sempre più a una sfida promotori contro consulenti? «Perché fare la guerra dei capponi di Renzo Tramaglino? Nel nostro sistema finanziario c’è talmente bisogno di consulenza che vi sarà spazio per tutti, ciascuno nel proprio ambito di competenze e di bisogni da soddisfare. Comunque intanto la promozione finanziaria esiste ed è una realtà consolidata e di successo. La consulenza finanziaria è un’innovazione potenziale cui guardo con molta simpatia. Purtroppo, dalle prime analisi, soprattutto a livello retail, questa professione sembra ancora poco conosciuta, mentre pare riscuotere un certo successo presso la clientela istituzionale e gli Hnwi (la clientela più ricca-ndr). Un mercato di nicchia che probabilmente non consentirà la sopravvivenza a tutti gli studi che attualmente offrono consulenza». ruolo importante, per esempio perché frena il passaggio dei bancari alla promozione finanziaria: eventualmente abbiamo sotto gli occhi esempi di segno inverso. Inoltre la soglia dimensionale di equilibrio si innalza a seguito della contrazione della profittabilità, quindi l’eliminazione della fascia degli operatori marginali è più che comprensibile e in qualche misura perfino positiva». Tornando al mondo della promozione tradizionale, anche lì la realtà non sembra così rosea. Mentre i candidati all’esame per l’abilitazione sono sempre meno e faticano sempre più a superare l’esame, anche i promotori finanziari attivi vivono una fase di lento assottigliamento. Come spiega questa crisi di vocazioni? «La difficoltà dei mercati ha certo un Come sta cambiando dunque la professione e verso quale scenario si sta orientando? «E facile leggere una progressiva evoluzione del mondo delle reti di collocamento di prodotti finanziari, nel senso del livello di professionalità, della completezza del servizio (i portafogli dei promotori sono sempre i più aderenti alle fasi di mercato) e della regolarità dei comportamenti. Non possiedo le ricette uniche, dogmatiche per il successo: noi siamo soddisfatti dei nostri progressi che ci rendono sempre più una realtà solida e di riferimento per la categoria». In definitiva ci sarà sempre spazio per la figura del promotore finanziario? «È una domanda provocatoria? Come può esserci un dubbio simile in un sistema dominato dal collocamento bancario, privo o quasi di operatori indipendenti e dove la più significativa innovazione è il collocamento da parte degli sportelli postali (sic!)? Non solo vi è uno spazio amplissimo, ma tutto il sistema dovrebbe acquisire la consapevolezza dell’importanza di una categoria che, assistendo il risparmio, valorizza la prima risorsa del nostro Paese». I 48 Marzo 2010 PROMOTORI&CONSULENTI IL PARERE DI CESARE COLOMBI, DIRETTORE GENERALE DI UBI BPI Con la forza della nostra gamma nnalzare il portafoglio medio dei propri professionisti e puntare sui promotori dalle ottime capacità e dal grande potenziale. Sono questi gli obiettivi per il 2010 di Ubi Banca private investment. Il direttore generale, Cesare Colombi, traccia i piani di sviluppo della rete e rivendica con orgoglio l’accoglimento del piano D. I Negli ultimi mesi le reti sembrano meno aggressive sul fronte reclutamento, specie per quanto riguarda i grandi portafoglisti. Quale politica sta seguendo Ubi Bpi? «La nostra banca è molto attiva nel reclutamento di promotori con un portafoglio consistente. Abbiamo previsto anche per il 2010 l’inserimento di circa 50 nuovi professionisti con esperienza e portafoglio sia nell’ambito dell’area promozione finanziaria, sia nell’area private banking». Grazie a quali offerte cercate di allettare i promotori della concorrenza? «Ritengo che il marchio Ubi banca e il nostro modello strategico, basato sul supporto dell’attività del promotore finanziario da parte di vere filiali bancarie dislocate sul territorio, siano in grado di attrarre professionisti storici provenienti da realtà che puntano meno alla combinazione promotore/banca. Ovviamente a questa impostazione strategica abbiniamo un’amplissima gamma di prodotti, una buona organizzazione aziendale cui aggiungiamo interessanti condizioni contrattuali». Avete previsto delle politiche per reclutare giovani professionisti? «Più che concentrarci sul segmento dei giovani laureati abbiamo lanciato nel corso del 2009 il progetto High potentials, destinando investimenti formativi ed economici a risorse con ottime capacità e potenziale. I risultati, anche in un anno difficile come il 2009, sono stati interessanti». Secondo alcuni osservatori il vero motivo della crisi di vocazioni che sta colpendo il mondo della promozione finanziaria è da ricercare nell’esiguità dei portafogli dei professionisti. Per potere operare serenamente e creare un vero valore per la rete un promotore dovrebbe disporre di un portafoglio di circa 10 milioni, ben superiore quindi all’attuale media che si aggira attorno ai 6 milioni. Qual è la sua opinione a riguardo? «Il ragionamento molto reale e trasparente è che il promotore è un professionista che percepisce provvigioni, che sono una percentuale di quanto versa il cliente. In un mercato sempre più competitivo, ove il cliente paga costi più bassi, è ovvio che la dimensione del portafoglio debba crescere. Se a ciò aggiungiamo che ancora più che in passato il professionista deve dedicare più tempo alla propria formazione personale, si evidenzia la necessità di avere un portafoglio clienti ampio e di qualità. Qui però poggia un altro vantaggio competitivo di Ubi banca private investment: il promotore, avendo a disposizione una gamma di servizi così completa, può individuare ricavi in una gamma molto ampia di prodotti (raccolta diretta, impieghi, servizi bancari, ecc.). Nella nostra banca il promotore può davvero soddisfare tutte le esigenze del proprio cliente, seguendolo a 360 gradi. Da tutto ciò deriva un’importante fonte di reddito». Attualmente il portafoglio medio dei professionisti di Ubi banca private investment è di circa 6 milioni, quindi su livelli che non consentono una buona remunerazione. Come pensate di aumentarlo? «Puntiamo molto sia sulla crescita del portafoglio dei nostri promotori, attraverso la messa a disposizione di prodotti e servizi molto competitivi per aggredire il mercato (anche nel 2009 la raccolta è stata molto consistente), sia attraverso la cresci- CESARE COLOMBI, DIRETTORE GENERALE DI UBI BPI ta per linee esterne attraverso promotori che aumentino la nostra media». Circa l’85% dei promotori finanziari attivi è costituito da uomini. Come spiega questa enorme disparità tra i due sessi? «Dal mio punto di vista dipende essenzialmente dal fatto che i promotori operano fuori sede, ovvero entrano nelle case delle famiglie ove forse assistiamo a una maggiore difficoltà delle donne a inserirsi nell’ambito familiare. Questa difficoltà, evidenziata dai numeri, comunque persiste nonostante le aziende del nostro settore non pongano alcun vincolo di ingresso». Trovare una donna nei board delle reti è impresa difficile. Perché secondo lei alle donne non viene lasciato spazio nella stanza dei bottoni? «Beh, in questo contesto il nostro gruppo ha sicuramente un comportamento diverso, tanto è che il direttore della macro area commerciale del gruppo Ubi è Rossella Leidi, così come il direttore dell’area retail del gruppo, e componente del cda di Ubi banca private investment, è Elisabeth Rizzotti; due donne di estrema professionalità e capacità». Marzo 2010 49 PROMOTORI&CONSULENTI Le donne nella professione Il genere femminile è scarsamente rappresentato nella maggior parte delle reti. Fra i semplici operatori è già molto quando raggiunge il 10% dei pf impegnati in una società, mentre fra i quadri dirigenti le percentuali sono ancora più modeste. Ancora troppopoche onne e promozione finanziaria. Un matrimonio a prima vista poco felice, almeno se si esaminano le statistiche. Su 100 promotori finanziari attivi, infatti, meno di 15 fanno parte del gentil sesso. Si dirà che è la conseguenza di una situazione generale del Belpaese, che rimane uno degli stati con le minori possibilità di carriera per le donne, maglia nera addirittura alle spalle dello Zimbabwe, della Thailandia e del Sudafrica. Eppure nel mondo della promozione il concetto di pari opportunità pare proprio non volere decollare e le donne fanno ancora troppa fatica ad affermarsi. Come spiegare dunque questo enorme squilibrio tra i due sessi? «Ribaltando la domanda», risponde Mario Incrocci, responsabile nazionale della rete Mps Banca personale, «ci si dovrebbe chiedere, piuttosto che ipotizzare la mancanza di interesse da parte delle aziende, perché il gentil sesso è meno motivato ad acquisire l’iscrizione all’albo». D MARIO INCROCCI, RETE 50 MPS BANCA Marzo 2010 RESPONSABILE NAZIONALE DELLA PERSONALE Quindi, tenendo conto di questa considerazione, la domanda non è perché le reti selezionano poche donne, ma: perché così poche donne sono pronte a diventare promotori finan- ziari? «Credo», sottolinea Carmine Acquaviva, direttore commerciale di Banca network investimenti, «che il problema non vada inquadrato in nessuno dei due interrogativi». In Italia, PROMOTORI&CONSULENTI L’interesse primario per la famiglia da parte di molte, ma anche l’incapacità dei selezionatori di individuare fra le candidate personalità adatte ad affermarsi sono le cause di questo trend. Eppure le potenzialità ci sono CARMINE ACQUAVIVA, DIRETTORE COMMERCIALE DI BANCA NETWORK INVESTIMENTI secondo il manager, permane ancora una cultura generale che riguarda tutti gli ambiti lavorativi che «stenta ancora a riconoscere il mutato ruolo della donna in seno alla famiglia e alla società». La causa della bassa percentuale di donne attive nel campo della promozione finanziaria andrebbe dunque ricercata, secondo Acquaviva, nel distorto sistema di reclutamento. «I ruoli manageriali e quelli della selezione del personale sono dominio assoluto degli uomini, che nella gran parte dei casi preferiscono lavorare con colleghi dello stesso sesso». Una sorta di circolo vizioso che non sarà facile spezzare. «Il problema non è di facile soluzione», ammette il direttore commerciale di Finanza & futuro banca Armando Escalona. Il retaggio culturale che ci portiamo dietro fa sì che la professione di promotore finanziario paia, erroneamente, tagliata su misura per gli uomini». In realtà, secondo il manager, dovrebbe avvenire esattamente il contrario. «Le donne hanno senza dub- bio una marcia in più. L’essere abituate a fare coesistere non solo praticamente ma anche mentalmente gli impegni quotidiani (spesso accumulano una doppia, a volte tripla, occupazione: lavorano fuori casa e in casa, educano i figli) è un valore aggiunto tipico delle donne che proprio per questo spesso riescono a essere più dirette, determinate e concrete dei colleghi uomini. Inoltre i membri del gentil sesso vantano una forte capacità relazionale e di mediazione, un approccio metodologico ben articolato e una predisposizione all’empatia nei confronti dei clienti». Caratteristiche che, associate ai vantaggi tipici della libera professione, dovrebbero, almeno in linea teorica, rendere la promozione finanziaria il campo ideale per le donne. «Verissimo», aggiunge Incrocci. «Le donne sono considerate dal potenziale cliente meno aggressive e, se ben preparate professionalmente, sorprendono l’interlocutore che, com’è tipico della cultura italiana, non si aspetta che una donna abbia competenze finanziarie. Oltre a ciò, sono in genere meno conflittuali e più sensibili a raccogliere le reali esigenze dei propri interlocutori». «La clientela oltre ad apprezzare competenza, forma e cura dei particolari, riconosce un grande valore alla gestione della relazione», sottolinea Stefano Bisi, responsabile promozione finanziaria di Banca Euromobiliare. Molte sono le dichiarazioni d’intenti in tal senso, ma pochi sono i relationship manager che in realtà, nel settore, hanno saputo interpretare correttamente il ruolo. «Le donne hanno di certo profili caratteriali e sfumature intellettuali più accentuati, rispetto ai colleghi, e ben si prestano a una maggiore valorizzazione dell’interazione sociale». «Sicuramente», aggiunge Saverio Scelzo, fondatore e presidente di Copernico sim, «le donne hanno una sensibilità e capacità difficilmente presenti in un uomo. Dirò di più: per certe mansioni penso proprio che un approccio femminile sia la soluzione ottimale». A questo punto una domanda nasce spontanea: se le donne possono rappresentare il segreto del successo di una società, perché le reti puntano ancora così poco sul gentil sesso e trovare una donna nei ruoli manageriali risulta ancora più difficile? Al momento, infatti, a meno di improbabili rivoluzioni dell’ultima ora, nessuna rete di promozione annovera tra le sue fila, differentemente da qualche anno fa, un direttore commerciale di sesso femminile. «Quando si svolgono attività dove il risultato è misurabile», risponde Incrocci, «solo uno sciocco fa discriminazioni e, qualora discriminazione vi fosse, la motivazione andrebbe ricercata nella diversa disponibilità tra ARMANDO ESCALONA, DIRETTORE COMMERCIALE DI FINANZA & FUTURO BANCA Marzo 2010 51 PROMOTORI&CONSULENTI Le donne nella professione SAVERIO SCELZO, AMMINISTRATORE DELEGATO E PRESIDENTE DI uomo e donna nel contribuire alla gestione della propria famiglia». Il manager, a questo punto, ricorda che «è la donna che fa e alleva i figli e si occupa più degli uomini della conduzione e organizzazione della casa, risultando di conseguenza meno disponibile a un impegno aziendale totalitario». Per questo motivo nel momento delle selezioni per assumere un ruolo di rilievo all’interno della rete, il genere sessuale può avere il suo peso. «A contare sono le capacità, ma la valutazione della situazione familiare può», ammette Incrocci, «a parità di capacità tra uomo e donna, incidere sulla scelta». «Per esperienza personale posso affermare», aggiunge Acquaviva, «che per le donne la carriera è importante, è parte integrante della loro identità anche se, per orari e impegni personali, non sempre è facile conciliare famiglia e lavoro». Tante promotrici, infatti, si trovano di fronte a questo bivio in STEFANO BISI, DI 52 RESPONSABILE PROMOZIONE FINANZIARIA BANCA EUROMOBILIARE Marzo 2010 cui le strade sembrano prendere direzioni diametralmente opposte. E spesso, proprio quando aumentano gli impegni lavorativi e il tempo da dedicare alla professione, «sono costrette ad abbandonare», ricorda Acquaviva. Scelzo pensa, invece, che nell’ambito lavorativo prevalgano troppo spesso pregiudizi obsoleti e superati dalla realtà. «Nell’esperienza di Copernico ho cercato di superare tutte queste discriminazioni e la presenza di donne sia nel cda della sim, sia in posizioni di responsabilità nella struttura organizzativa lo testimoniano». Il genere sembra dunque contare fino a un certo punto. «Il numero di promotrici donna è molto basso rispetto al totale e questo fenomeno indubbiamente si ripercuote anche nelle posizioni ricoperte dalle donne». Secondo il presidente della sim friulana si tratta di una questione prettamente statistica: per la legge dei grandi numeri diventa più facile trovare un uomo in una determinata posizione rispetto a una donna semplicemente perché i maschi sono più numerosi. «Gli uomini», ricorda Bisi, «si sono avvicinati alla promozione finanziaria molto in anticipo, rispetto alle colleghe. Col passare del tempo, la specializzazione e la cultura finanziaria hanno subito un processo di evoluzione guidato anche dalle dinamiche sociali ed economiche che hanno interessato il nostro Paese. Credo che nei prossimi anni potremmo registrare un riequilibrio delle due quote». Non casualmente, dunque, la presenza delle quote rosa in Banca Euromobiliare è in costante crescita. «Attualmente», sottolinea Bisi, «siamo attorno al 15% circa e ogni anno registriamo un COPERNICO SIM incremento significativo». Percentuali simili, in linea con la media nazionale, anche per Banca personale, che conta 128 donne, con una rappresentanza femminile tra le figure manageriali della rete del 5%, e per Finanza & futuro banca, che annovera tra le sue fila 161 donne, ma vanta una presenza maggiore nei ruoli manageriali con ben 7 group manager (pari al 10%) appartenenti al gentil sesso. Numeri incoraggianti che la rete guidata da Escalona punta ad aumentare sensibilmente nel giro di quattrocinque anni. «Vogliamo rendere la sfera finanziaria più accessibile e attraente per il pubblico femminile», spiega Escalona. Per questo motivo intendiamo proporre campagne di reclutamento ad hoc e promuovere, più in generale, politiche di sensibilizzazione sulla questione. Un piano che rappresenta l’impegno a non tollerare più quella che spesso è ancora l’immagine della donna, considerata esclusivamente come la custode del focolare. Uno stereotipo destinato a cambiare anche nel nostro settore». «Mi auguro», conclude Acquaviva, «che cadano finalmente i vecchi schemi. È giunta l’ora, infatti, che le società si diano da fare per rendere più percorribile la via della promozione finanziaria in rosa». Una strada, tuttavia, che molto presto le reti saranno costrette a percorrere. «Tenuto conto che il numero dei promotori è in continua discesa», sottolinea il manager, «bisognerà gioco forza attingere dalle forze fresche. E in questo senso il cosiddetto gentil sesso può rappresentare la linfa vitale della promozione». La reti saranno obbligate, in pratica, a fare di necessità virtù… I PROMOTORI&CONSULENTI Le donne nella professione/2 Parlano alcune manager del settore e raccontano come sono riuscite ad affermarsi in un campo difficile e impegnativo come il collocamento di prodotti finanziari. «Oggi molte di noi hanno la preparazione e le competenze per entrare a pieno Noicel’abbiamofatta! ono poche, ma nelle reti alcune donne occupano ruoli fondamentali e possono essere considerate le vere protagoniste dello sviluppo delle loro aziende. Con caparbietà, e con la sensibilità che le contraddistingue, apportano giorno dopo giorno un sostanziale cambiamento nella vita delle strutture nelle quali lavorano. Iniziamo questo viaggio con Rossana Russi, un’esperienza come promotore finanziario prima e come responsabile di area di un’importante banca nazionale poi e ora membro del consiglio di amministrazione di Copernico sim. «Le donne che occupano funzioni decisionali e non meramente esecutive nel settore della finanza sono poche», sottolinea subito Russi. «Questo forse per un retaggio antico che vede le donne occuparsi maggiormente del menage familiare e gli uomini dell’amministrazione finanziaria». Sulla stessa linea d’onda Ida Morelli, group manager del Lazio di Finanza & futuro banca (Gruppo Deutsche Bank) che sottolinea due fattori S GERMANA MARTANO, DIRETTORE GENERALE DELL’ANASF 54 Marzo 2010 per giustificare il fatto che le posizioni più visibili sono ricoperte da uomini. «Il primo è che il numero di donne che decidono di operare nel settore è percentualmente basso, mentre il secondo fattore è che la finanza, soprattutto nel passato, è stata sempre considerata principalmente territorio maschile». «Gli ostacoli interni ed esterni alle aziende sono molti», ammette Paola Riccioli, district manager della Sicilia di Banca Sara Pfs. «Gli stili di leadership sono ancora considerati prevalentemente maschili per non dimenticare poi che le donne devono affrontare maggiori difficoltà,rispetto ai colleghi maschi,per arrivare a ottenere un giusto riconoscimento delle proprie competenze».Per di più, secondo la manager, non si possono sottovalutare le difficoltà da parte dei dirigenti uomini ad accettare le donne, in quanto è più facile avere colleghi del proprio genere con cui condividere abitudini, riti ed esperienze conosciute. «Se anche in Parlamento sono depositati disegni di legge che invocano più presenza femminile ai vertici, mi riferisco in particolare ai cda delle società quotate», sottolinea Germana Martano, direttore generale dell’Anasf, «vuol dire che una discriminazione c’è, nei fatti». Malgrado negli ultimi anni il mondo della finanza e dell’economia in generale sia stato dunque costretto a subire una ristrutturazione diventata doverosa, la predominanza maschile sembra ancora un dato di fatto. «In parte questa situazione», sottolinea Russi, «è determinata dalle discriminazioni già dette, in parte è il frutto di una mancanza di flessibilità di orari e una maggiore responsabilità della donna che continua a ricoprire un ruolo predominante nell’organizzazione familiare». Più polemico il parere di Manuela D’Onofrio, head of global investment strategy di Private banking division Unicredit group. «Poiché le com- PROMOTORI&CONSULENTI titolo nella famosa stanza dei bottoni». E c’è chi fa notare che proprio la mancanza di orari fissi e la capacità di pianificare il proprio tempo siano tutti elementi largamente favorevoli alla crescita del genere femminile in questo lavoro petenze necessarie per ricoprire ruoli di responsabilità in finanza, così come in tutti gli altri settori, non sono riconducibili al cromosoma X piuttosto che Y, penso che le ragioni di questa evidente sperequazione vadano ricercate nei condizionamenti di natura culturale, sociale e religiosa che, nel corso di secoli di storia, si sono sedimentati nella mente umana, creando percorsi automatici di pensiero, ossia preconcetti». Come lo stereotipo, secondo cui un ruolo di grande responsabilità all’interno di una rete sia incompatibile con gli impegni familiari di tutti i giorni. «Se in Africa le donne lavorano nei campi portandosi i bambini sulla schiena e spesso gestiscono da sole la famiglia, visto che i mariti o sono in guerra o emigrano in paesi lontani», risponde D’Onofrio, «direi che noi donne occidentali abbiamo un’ampia gamma di soluzioni possibili per conciliare la gestione della casa con quella di una professione molto impegnativa». «È in prima battuta un problema di atteggiamento», conferma Marina Magni, district manager di Mps Banca personale e un passato di importanti ruoli manageriali anche a Fideuram, San Paolo Invest, Bnl investimenti. «Spesso nelle donne ho trovato un po’ di vittimismo». Secondo la district manager, un’attività lavorativa molto impegnativa, sia in termini di tempo sia di responsabilità, «richiede la collaborazione di personale domestico, un costo che può essere affrontato solo se il ritorno economico dall’attività professionale è adeguato. Spesso si rinuncia troppo presto, prima che arrivino le soddisfazioni economiche». «Sicuramente l’attività di promotore è una delle poche che consentono una piena organizzazione del tempo da parte di chi la svolge», sottolinea Rossana Sassoli, promotore finanziario di Banca Euromobiliare. Per una donna ciò è di vitale importanza, in quanto consente di conciliare i tempi lavorativi con quelli familiari. La possibilità di svolgere alcune attività di assistenza ai clienti tramite telefono o tramite computer permette infatti una maggiore libertà nell’organizzazione dell’agenda e nella gestione del tempo. Nonostante alcuni ostacoli socioculturali e l’innegabile difficoltà di dovere affrontare una dura scalata per raggiungere le poltrone che contano, il gentil sesso sembra avere tuttavia una marcia in più, rispetto ai colleghi maschi. «Oggi le donne si sono impadronite di quelle caratteristiche di lucidità e freddezza tipiche degli uomini», sottolinea Russi, «ma in più hanno creatività e intuizione, tipiche dello spirito femminile. Sappiamo infatti organizzarci con metodo e,grazie all’intuito,captare segnali d’opportunità e business in un settore dove l’attenzione alla relazione è alla base del rapporto cliente». «Penso che le donne», conferma Magni, «possano trarre vantaggio da una maggiore sensibilità e partecipazione emozionale rispetto agli uomini». Questa caratteristica «permette di comprendere meglio le esigenze dei clienti e di adeguare le proposte di investimento, oltre che al profilo finanziario, anche a quello psicologico». «Nel mio ruolo manageriale»,ribatte Morelli, «ho la fortuna di lavorare con diverse donne. Ciò mi porta a dire che riusciamo a cogliere meglio gli aspetti emozionali dei clienti,ci preoccupiamo di più delle esigenze legate alla vita delle persone, svolgendo quindi anche un ruolo so- ROSSANA RUSSI, MEMBRO DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DI COPERNICO SIM ciale. La nostra affidabilità, serietà e professionalità riescono nel tempo a farci percepire dai clienti come un vero punto di riferimento». «Inoltre», aggiunge D’Onofrio,«le donne sono molto attente nella gestione dei rischi finanziari,attenzione che viene ripagata con una grande fiducia da parte dei clienti». «Il gentil sesso per i luoghi comuni è fragile ed emotivo», rimarca Patrizia Tosolini, manager di Banca network investimenti. Il problema, secondo questa visione, è capire se la parte emotiva e intuitiva sia un pregio o un difetto. «Io credo sia una carta vincente, un valore aggiunto in un lavoro fondato su equilibrio e lucidità per creare un ambiente sereno e armonico, per essere più efficaci ed efficienti e raggiungere quei traguardi indispensabili al successo di chi rappresenta un gruppo di lavoro». La maggior gratificazione del manager è infatti di avere creato un gruppo di colleghi coinvolti, «una squadra motivata che, lavorando in armonia, riesce a cogliere risultati lusinghieri con una certa serenità». Donne meglio degli uomini? «Non credo», conclude Martano. «Credo nella diversità dei due generi e che la strada corretta sia la valorizzazione delle Marzo 2010 55 PROMOTORI&CONSULENTI Le donne nella professione/2 MARINA MAGNI, DISTRICT MANAGER DI differenze. Non ne farei una questione di genere, ma di persone in gamba e tra le donne ce ne sono, e tante». Come abbiamo visto, in Italia ci sono poche donne ai vertici, malgrado alcune analisi evidenzino che le imprese guidate dal gentil sesso vanno meglio rispetto alle altre guidate da soli uomini: accrescono più velocemente i ricavi, generano più profitti, hanno minori probabilità di peggiorare la loro classe di rating e minore rischio di default. Insomma, esisterebbe un vero e proprio fattore D. «Penso che il vero elemento vincente per un’azienda», risponde D’Onofrio, «sia il fattore V: avere persone di valore nell’ambito delle competenze specifiche del lavoro e della gestione dei rapporti interpersonali, capaci di prendere decisioni e di assumersene le responsabilità». «Non credo che sia giusta», conferma Magni, «una contrapposizione tra i due sessi. Le aziende traggono vantaggio dalle persone in grado di esprimere valori umani e professionali, indipendentemente dal sesso. Ritengo, però, che le classi miste siano state sempre meglio di quelle solo maschili o solo femminili. perché il confronto di diversi punti di vista allarga gli orizzonti». PAOLA RICCIOLI DISTRICT MANAGER DELLA 56 SICILIA DI BANCA SARA PFS Marzo 2010 MPS BANCA PERSONALE «Uomini e donne hanno qualità e attitudini diverse che possono essere valorizzate dalla collaborazione, anziché dalla contrapposizione», spiega Sassoli. «Oggi purtroppo una donna per emergere è costretta a puntare», ammette amaramente Sassoli, «sulle sue qualità maschili». Secondo alcuni osservatori la ricetta per rivoluzionare la situazione potrebbe venire dall’introduzione delle quote rosa. Nella moderna Svezia, proprio in questi giorni è stata chiesta, paradossalmente, l’abolizione delle quote rosa, percepite come penalizzanti, perché un sistema che impone la parità assoluta tra uomini e donne di fatto limita le donne, dove le donne sono più brave e numerose degli uomini. «Quote rosa», sottolinea Riccioli, «è un termine che mi piace poco, in quanto in esso è insita una differenza con l’altro sesso che non credo debba esistere nella sfera lavorativa. Ho imparato che con i clienti, se sulle prime si sconta un po’ il fatto di essere meno credibili rispetto a un uomo, poi contano solo i risultati». Forte di un’esperienza nel settore che parte nel 1987, la manager non ha problemi ad affermare che «i risparmiatori sono più attenti a risolvere le loro esigenze che al sesso del promotore». Che il mercato sia più avanti delle aziende? Più che alle quote rosa Russi pensa, invece, a una semplice revisione delle condizioni lavorative. Sicuramente, basterebbe una maggiore flessibilità negli orari e l’adozione di strumenti di valutazione legati al raggiungimento di obbiettivi precisi. «In tal modo le donne non sarebbero obbligate a scegliere tra successi professionali e la possibilità di realizzarsi anche come madri». «Dovremmo trarre ispirazione da madre natura», conclude Giordano. «Quando un topo si accorge di essere preso di mira da un gatto non si chiede, prima di iniziare a correre: ma sarà femmina o maschio? Se così fosse, non ci sarebbero più topi in giro, perché quando si tratta di cacciare una preda, nel mondo animale, maschi e femmine sono parimenti letali». In pratica, secondo questo parere, l’unico modo per permettere alle persone, uomini e donne di valore, di occupare posizioni di responsabilità è adottare un metodo scientifico nella selezione e nel monitoraggio dei talenti professionali. «I criteri di valutazione devono essere il più possibile quantitativi e oggettivi e la valutazione deve essere realizzata da più soggetti che, con cadenze regolari, si confrontino per scambiarsi le loro opinioni sui risultati e i comportamenti dei candidati a occupare ruoli di responsabilità». In conclusione tutte le interpellate consigliano alle donne che vogliono intraprendere la professione di promotore di crederci, lavorando con entusiasmo e passione. Tra gli skill più apprezzati spiccano la professionalità, la disponibilità e la consapevolezza dell’impegno richiesto, perché questo, sottolinea Magni «è un lavoro senza orari, che non conosce sabati e domeniche». L’obiettivo è, spiega Martano di «mantenersi sempre al passo coi tempi, aggiornarsi, seguire da vicino i propri clienti, sostenerli nella scelta delle soluzioni più consone, dialogare con la società di appartenenza per disporre degli strumenti migliori sul mercato». Gli stessi consigli che il direttore generale dell’Anasf darebbe a un uomo. «In più direi loro di crederci e che io faccio il tifo per loro!» I PROMOTORI&CONSULENTI Professione Una ricerca commissionata da FinecoBank esamina le prospettive del settore finanziario italiano nel periodo 2009-2015. E’ stata realizzata da una struttura indipendente specializzata nelle analisi di scenario. I canali Ilfuturoè consulenza a crisi dell’ultimo biennio ha evidenziato un generale clima di sfiducia verso il sistema finanziario in generale. I clienti sono diventati molto più esigenti e sempre più attenti ai propri investimenti. E’ sempre più manifesta una propensione a investire in prodotti più semplici e trasparenti e i clienti chiedono sempre di più consulenza qualificata e personalizzata. Proprio per confermare la tendenza sempre più forte verso la consulenza, FinecoBank ha commissionato a S3Studium, società specializzata negli studi di scenario, una ricerca sulle prospettive della consulenza nel sistema finanziario italiano. Ricerca che è stata presentata in occasione del Fineco village 2009, consueto appuntamento dedicato a personal adviser, a clienti e prospect, un tour di sei tappe che ha attraversato l’Italia tra ottobre e novembre. L’indagine previsionale Le prospettive della consulenza nel sistema finanziario italiano, riferita al periodo 2009–2015, è stata condotta secondo il metodo Delphi. Nove esperti appartenenti a diverse discipline, ognuno dei quali, durante lo svolgimento della ricerca, ha ignorato l’identità di tutti gli altri, sono stati interpellati sul futuro della consulenza finanziaria in Italia. Le risposte di ognuno sono state sottoposte a tutti gli altri e solo le opinioni che hanno ottenuto il consenso della maggioranza sono confluite in questo rapporto. L’indagine si è posta come obiettivo di tracciare uno scenario sui mutamenti in atto nel settore finanziario L 58 Marzo 2010 con particolare attenzione alla trasformazione della distribuzione di prodotti e servizi finanziari. Temi centrali, il ruolo della consulenza finanziaria, le sue prospettive di sviluppo, il modo in cui tale sviluppo potrà cambiare gli assetti dell’intero settore. A FAVORE DEI CANALI ONLINE Dalla ricerca è emerso che la tendenziale riduzione del ruolo degli sportelli bancari nella distribuzione di prodotti e servizi finanziari, dovuta tra l’altro a una limitata fiducia da parte dei risparmiatori, avverrà soprattutto a favore dei canali online e dei promotori. A ciò contribuiranno la situazione generale del mercato e la Mifid. Da qui al 2015 i canali che avranno le performance migliori in termini di tassi di crescita saranno il web, i promotori finanziari e i consulenti indipendenti. Gli sportelli bancari continueranno a essere molto importanti per la distri- PROMOTORI&CONSULENTI che avranno le performance migliori in termini di crescita saranno il web, i promotori finanziari e i consulenti. A partire dal prossimo mese su Fondi&Sicav gli elementi più significativi di questo importante studio Dalla ricerca emerge inoltre che nei prossimi anni si realizzerà una segmentazione dei canali di distribuzione sulla base di una più marcata differenziazione della clientela. I fruitori di prodotti semplici a rischio contenuto faranno ricorso soprattutto agli sportelli bancari e agli uffici postali. La clientela che ricorrerà all’assistenza del professionista, invece, sarà orientata verso investimenti diversi da quelli a basso rischio, pur avendo gli strumenti per attuare un fai-da-te via web. Questi risparmiatori, che si indirizzeranno verso la consulenza finanziaria, saranno caratterizzati soprattutto da un livello di patrimonio elevato, da una mentalità da investitori più evoluta e dal fatto di volere evitare proposte viziate dal conflitto di interessi. Insomma, i dati confermano in maniera indiscutibile che fare a meno della consulenza può portare conseguenze davvero dolorose e soprattutto costose. ALESSANDRO FOTI, AMMINISTRATORE DELEGATO DI FINECOBANK dovrebbe per forza di cose sostenere la domanda di asset class alternative agli strumenti di liquidità, anche da parte di investitori con una scarsa propen- BASSI RITORNI DAI BOT buzione di prodotti finanziari, ma saranno molto più automatizzati e con molto più personale di consulenza. Lo sportello tradizionale collocherà soprattutto prodotti a minore rischio e di facile comprensione. Le forme di distribuzione dei prodotti finanziari alternative allo sportello bancario, a partire dal web, aumenteranno dunque la propria quota, senza però intaccare in valori assoluti il predominio del canale tradizionale. Ora stiamo vivendo una fase storica di tassi prossimi allo zero. Le banche centrali hanno in pratica fatto intendere che questi resteranno bassi ancora a lungo. In sostanza, il tradizionale investitore italiano, da sempre poco propenso al rischio, non dovrebbe mostrarsi molto ottimista, visto che i rendimenti garantiti dai Bot comporteranno ritorni molto bassi. Per riuscire a ottenere risultati positivi in un tale scenario non sembra infatti più consigliabile continuare a seguire i vecchi schemi, perché operando in questo modo si rischia di regalare unicamente commissioni senza ottenere nulla in cambio. Un fattore che Marzo 2010 59 PROMOTORI&CONSULENTI Professione LA CONSULENZA SECONDO FINECO Soprattutto senza conflitti di interesse a nuova proposta, Fineco advice, che è stata ufficialmente lanciata il 15 dicembre scorso, prevede la pianificazione personalizzata degli investimenti rispetto agli obiettivi del cliente e il monitoraggio costante del rischio di portafoglio. Il nuovo progetto ruota intorno a due principi cardine. In primis, FinecoBank praticherà ai clienti un pricing chiaro e trasparente, direttamente collegato agli obiettivi di investimento, pertanto costante nel tempo e indipendente dal costo dei singoli strumenti finanziari. Il vantaggio di questa proposta è la totale assenza di conflitto di interesse rispetto alla scelta dei fondi che il consulente propone al cliente e che vengono inseriti in portafoglio. Gli obiettivi di investimento previsti da questo servizio sono tre e variano a seconda della propensione al rischio del cliente. Vanno, infatti, dalla conservazione del capitale (rischio basso), che prevede una commissione dello 0,45%, alla stabilità (rischio moderato), con una spesa dell’ 1,15%, alla rivalutazione (rischio medio-alto) con un costo dell’ 1,70%. Inoltre la famiglia degli strumenti finanziari esaminati si allargherà dai tradizionali fondi e sicav anche agli Etf, alle obbligazioni e ai titoli di stato. Il secondo pilastro di Fineco advice riguarda le commissioni di retrocessione. Fineco ha previsto la restituzione al cliente delle commissioni ricevute dalle case di investimento sotto forma di sconto rispetto alle commissioni pagate per la consulenza. L sione al rischio. Ecco, questa fase rappresenterà una vera opportunità per il mondo della promozione. Senza trascurare, inoltre, che gli italiani detengono il quarto stock di risparmio a livello globale. RICHIESTA DI CONSULENZA DAL MERCATO In questo quadro, FinecoBank sta puntando a migliorare sempre di più l’approccio con il cliente, offrendogli una consulenza vera, senza conflitti di interesse. Fineco si è attivata già da tempo per offrire un servizio di consulenza qualificata al cliente e punterà sempre di più sul contratto di consulenza a parcella. Non è solo una scelta industriale, ma una richiesta che arriva direttamente e in maniera vigorosa dal mercato. E’ innegabile che gli investitori, più attenti e informati rispetto al passato sulle proprie scelte di investimento, sono da tempo alla ricerca di figure in grado di fornire loro una consulenza il più possibile obiettiva e specialistica che può arrivare solo da sog- 60 Marzo 2010 getti privi di conflitti di interesse. L’era dei costi nascosti e della scarsa trasparenza, grazie soprattutto alla crisi che ha svelato l’evidente depauperamento dei capitali in gestione, è giunta finalmente al capolinea. Il modello di riferimento, come emerge chiaramente anche dalla ricerca sopra citata, è quello anglosassone, dove molte strutture attive nell’intermediazione hanno aggiunto il servizio di consulenza finanziaria a parcella nell’offerta alla propria clientela. Una maggior centralità della fase di asset allocation rappresenterà ancora di più un passaggio decisivo alla consulenza finanziaria. Gestire con maggiore razionalità i propri investimenti risulterà determinante per garantire ai clienti una composizione del portafoglio in sintonia con le mutate condizioni dei mercati, le sue ambizioni di performance e la sua capacità di tollerare il rischio. Tutti fattori che premieranno la scelta vincente Fineco di puntare in maniera definitiva sul multibrand. Nei prossimi mesi cercheremo di focalizzarci su alcuni degli aspetti più significativi della ricerca e di analizzarne nel dettaglio i risultati, attraverso approfondimenti, interviste, focus. Con l’obiettivo di offrire ai lettori di Fondi&Sicav spunti utili per capire l’evoluzione del settore della distribuzione e della figura del promotore finanziario. Ma soprattutto della consulenza. I PROMOTORI&CONSULENTI Notizie in breve ZENO D’ACQUARONE, PRESIDENTE DI ASCOSIM ASSOCIAZIONI Nastro rosa per Ascosim el luglio del 2009 18 sim di consulenza avevano dato vita a un tavolo di lavoro che aveva l’obiettivo di divenire un luogo di studio e discussione per affrontare i temi più rilevanti della consulenza finanziaria. Ora, a distanza di circa sei mesi da quell’esperienza, è nata Ascosim, l’associazione delle sim di consulenza. «La nascita dell’associazione», spiega il segretario generale Massimo Scolari, «è la naturale e spontanea prosecuzione delle attività intraprese dal tavolo di lavoro. Il nuovo patto associativo rende infatti più stabile e continuativo il rapporto tra le sim e dà maggiore concretezza all’impegno, disinteressato e costante, di mettere le proprie capacità e intuizioni a disposizione del mercato, delle istituzioni e delle altre associazioni di categoria». «L’atto costitutivo di Ascosim», aggiunge il presidente dell’associazione Zeno D’Acquarone, «è stato sottoscritto da cinque sim di consulenza, mentre altre 13 hanno avviato l’iter per formalizzare l’adesione. A breve, inoltre, è atteso l’ingresso di alcune società che sono in attesa di ricevere l’autorizzazione da parte di Consob». Solitamente la rappresentatività è una isteresi, nel senso che qualunque associazione parte senza averla e la costruisce con il tempo, ma senza dubbio Ascosim con circa 18 sim associate, su un totale di 22 attualmente autorizzate, inizia il suo percorso con una certa autorevolezza. Un cammino, secondo i promotori, già contraddistinto da alcuni successi. «Alcune proposte presentate dalla nostra associazione», sottolinea Scolari, «hanno avuto una positiva accoglienza da parte delle autorità competenti. Penso in primis alla richiesta di consentire a tutti i soggetti che prestano l’attività di consulenza un sostanziale livellamento del campo di gioco e alla proposta di riqualificare l’impianto degli oneri amministrativi, annullandone alcuni, assolutamente superflui per il modello di business proposto dalle sim di consulenza, come la segnalazione trimestrale dei coefficienti patrimoniali e di rischio». «Conquiste rilevanti», aggiunge D’Acquarone, «che spingono la nostra associazione a puntare più in alto». L’associazione sta infatti lavorando a un codice etico cui dovranno attenersi tutte le sim: l’obiettivo è tutelare maggiormente il N cliente e contrastare i comportamenti scorretti. «Parlare oggi di finanza etica, alla luce della crisi finanziaria, appare infatti indispensabile», aggiunge il presidente. «Per gli intermediari e gli istituti bancari è infatti necessario recuperare il rapporto di fiducia con la clientela che si è parzialmente deteriorato nel corso degli ultimi anni». S’impone dunque un’inversione di rotta che presuppone anche un maggiore impegno nel campo della formazione. «La formazione è importante per stare sul mercato nel miglior modo», conferma Scolari. «Per essere all’altezza delle sfide e delle continue trasformazioni con le quali è necessario confrontarsi. Di fronte a questa necessità di aggiornamento ininterrotto, la nostra associazione ha in previsione di organizzare cicli di conferenze, corsi di formazione e seminari, rivolti sia agli addetti ai lavori sia ai risparmiatori». Il primo, sull’importante tema dell’antiriciclaggio, si è tenuto il 10 marzo scorso a Milano. Sono destinate a svilupparsi dunque, coerentemente con la crescita della domanda da parte dei risparmiatori, le iniziative messe in campo dal mondo dell’advisory a parcella.Tutto ciò malgrado il tanto atteso albo dei consulenti continui a venire rimandato. «È un vero peccato», chiarisce Scolari. «I consulenti indipendenti persone fisiche sono in linea teorica i nostri partner privilegiati. Purtroppo, sono costretti a vivere, loro malgrado, in un regime di proroga che si scontra con le regole stabilite da tempo per le sim e che genera un effetto distorsivo su tutto il mercato». I Marzo 2009 61 I grandi gestori JANE HENDERSON DI THREADNEEDLE US EQUITIES A caccia di società sane econdo le classifiche di Citywire, che monitorizza oltre 1.000 money manager europei, è la prima donna in classifica, con un rating AAA. Ma non certo da oggi Jane Henderson è uno dei migliori gestori di azionario Usa: fa parte del gruppo Walter Scott, advisor, che gestisce il S a cura di Boris Secciani La money manager è una delle poche donne presenti ai vertici delle classifiche di Citywire e ha ottenuto ottimi risultati nell’azionario americano grazie a un’attenta selezione dei titoli e a un metodo che permette di monitorare i mercati e soprattutto i diversi risultati aziendali con estrema attenzione. I ritorni sono stati eccellenti, soprattutto nel terribile 2008, quando il fondo ha battuto il benchmark di oltre 16 punti percentuali JANE HENDERSON 62 fondo Threadneedle Us equities dal 1995. Nei primi due mesi del 2010 ha portato a casa una performance del 6%, mentre nel corso del 2009 ha guadagnato oltre il 24%. Tutto sommato bene anche nel terribile 2008, quando la perdita è stata limitata al 20%, contro -34% della media degli azionari America e -36% del benchmark. Questi risultati sono il frutto di FONDI&SICAV/Marzo 2010 una gestione di tipo bottom-up, il più possibile decorrelata con l’andamento dei mercati. Potrebbe descrivere il vostro approccio allo stock picking? «A Walter Scott usiamo un approccio bottom-up basato sull’analisi fondamentale, che combina una dettagliata analisi finanziaria con l’analisi del set- tore e del business della società. In questo processo incontrare il management delle aziende è un elemento centrale. Tutte le proposte di investimento vengono discusse dall’intero team e devono guadagnarsi il consenso unanime prima di essere inserite nel portafoglio. Specularmente una singola, ben motivata voce di dissenso può essere sufficiente a fare scattare una vendita. Utilizziamo un approccio buy & hold, per permettere alle azioni di realizzare il proprio potenziale di apprezzamento. Su questa logica la struttura geografica e settoriale del portafoglio riflette l’indipendenza di giudizio della società e non la composizione degli indici». I risultati trimestrali delle società americane in gran parte sono risulta- mi del mercato azionario. Investendo in società di alta qualità e leader nel loro settore, caratterizzate da bilanci solidi e forti cash flow, il portafoglio è strutturalmente più stabile del mercato nel suo complesso. Lo scopo del portafoglio è di fornire rendimenti reali positivi sul lungo periodo. Anche se la volatilità del mercato sul breve termine può essere sconcertante, ciò non influisce sul nostro approccio a lungo. Questi momenti, quando si presentano, vengono invece utilizzati come opportunità per migliorare la qualità del portafoglio». ti molto positivi. Pensa che questo passo possa essere tenuto anche per il resto dell’anno? Ritiene che la maggiore spinta alla crescita dei profitti verrà da ulteriori tagli o da un miglioramento della domanda? «L’economia americana è ancora in condizioni di precarietà. Da una parte molte società sono ricorse nel 2009 a un drastico taglio dei costi e a una forte riduzione delle scorte, ma una ripresa economica sostenibile ha bisogno di un aumento della domanda finale, che ancora non si vede. Un alto tasso di disoccupazione e un mercato immobiliare ancora in difficoltà non fanno presagire che vi sarà un forte rimbalzo dei consumi. Gli economisti possono anche discutere dei pericoli delle politiche keynesiane del governo statunitense, ma la realtà è che il governo non ha altra scelta che compensare la mancanza di attività economica fino a che le aziende e i consumatori non riguadagneranno sufficiente fiducia. Con uno spazio di manovra già ridotto a causa dei bassi tassi di interesse e forti disavanzi dello stato, l’esecutivo si trova anche a dovere gestire il sempre presente problema della stabilità del dollaro». L’economia americana sembra nel mezzo di un importante punto di svolta: pensa che le aspettative sui profitti aziendali siano realistiche? «In uno scenario come quello attuale, il mercato azionario ha guadagnato quasi il 40% nell'ultimo anno, sostenuto dalle aspettative di accelerazione della ripresa americana nel corso di quest’anno, con una crescita del Pil nel 2010 del 3-4%. In realtà, però, la storia ci insegna che i processi di deleveraging possono essere lunghi e dolorosi. Se da una parte il deterioramento che ha portato alla recessione è stato profondo, dall’altra vi è il rischio che il processo di guarigione si protrarrà a lungo. Ci sono ragionevoli possibilità che le stime di crescita degli utili delle aziende dell’S&p 500 per il 2010, che si collocano al 25% per il 2010 e al 20% per il 2011, risultino troppo elevate». I La difficile situazione di molti emittenti sovrani ha causato un aumento di volatilità in questi primi mesi del 2010; pensa che questo sarà complessivamente un anno volatile? Nel caso come può un investitore ridurre i rischi? «A Walter Scott riteniamo che la nostra filosofia di investimento bottomup serva a mitigare i movimenti estre- FONDI&SICAV/Marzo 2010 63 I grandi gestori FRANCESCA FRANCESCA DI DI CESARE, CESARE, DI DI ALETTI-GESTIELLE ALETTI-GESTIELLE EMERGING MARKET MARKET BOND BOND EMERGING «Un settore destinato a crescere» rancesca Di Cesare, gestore del portafoglio Emerging markets bond di Aletti-Gestielle è una delle money manager che più si sono distinte negli ultimi anni. Il fondo da lei guidato le ha permesso di entrare F La money manager, una delle poche italiane presenti nelle classifiche di Citywire, ha conseguito le sue performance nella gestione obbligazionaria paesi emergenti. Alla base un metodo che parte da un’analisi approfondita degli elementi macroeconomici per arrivare a scegliere le singole economie e i singoli titoli. Argentina, Turchia e Ucraina sono oggi le situazioni monitorate con estrema attenzione, per le opportunità di forti cambiamenti positivi che presentano. E per il futuro questo comparto sarà sempre più strategico nella classifica di Citywire con una A ed è una delle pochissime donne italiane ad avere ottenuto questo ambito riconoscimento. Nei primi due mesi del 2010 la crescita messa a segno dal fondo è stata del 2%, mentre nel 2009 è stato ottenuto +24%. FRANCESCA DI CESARE 64 Potrebbe descrivere la sua metodologia d’investimento? «Il processo d’investimento inizia con FONDI&SICAV/Marzo 2010 un’analisi dei trend macroeconomici a livello globale. In seguito l’analisi si sposta sulla definizione del possibile impatto che questi trend potrebbero avere sulle diverse economie emergenti. A questo proposito l’analisi approfondita dei fondamentali dei singoli paesi gioca un ruolo cruciale nel comprendere come i cambiamenti globali influenzeranno le diverse economie. La valutazione dei punti di forza e di debolezza, in relazione ai diversi scenari macroeconomici e all’avversione o alla propensione al rischio degli attori sul mercato, e la valutazione del rischio paese, anche in termini politici, sono tutti fattori da considerare nella pianificazione degli investimenti e nella strutturazione di un portafoglio emergente adeguato ai differenti scenari. Infine, sono considerati gli aspetti tecnici dei singoli investimenti, nonché della categoria in generale. Il successivo monitoraggio delle performance di queste economie e l’aggiornamento costante delle informazioni relative, per una valutazione aggiornata dei rischi e delle opportunità che si profilano in modo continuato nel tempo, rappresentano un altro step importante del processo. Inoltre la valutazione e il monitoraggio dei valori di mercato, in relazione all’analisi effettuata e allo scenario adottato, stabiliscono le posi- mento e ai fabbisogni di finanziamento dei deficit pubblici. Ciò nonostante, molto è già prezzato nelle valutazioni di mercato. Il maggior valore, quindi, si può trovare nei paesi in cui i fondamentali potrebbero migliorare repentinamente in seguito alla realizzazione di eventi specifici, come per esempio in Argentina, se si dovesse risolvere la situazione con gli hold-out, in Turchia, se dovesse essere formalizzato un programma con l’Imf e risolta la recente mini-crisi politica, o in Ucraina, se la situazione economica e politica dovessero normalizzarsi. Ovviamente il profilo di rischio è elevato». zioni tattico-strategiche da sviluppare sul portafoglio». Il debito dei paesi emergenti ha avuto un 2009 molto buono: dove si trova oggi il maggiore valore in questa asset class? «La performance eccezionale dell’anno scorso ha riguardato i paesi emergenti, come altre categorie d’investimento ad alto rischio, in modo abbastanza indiscriminato, allo stesso modo in cui l’asset class era stata penalizzata durante il pieno della crisi nel 2008. Ora le valutazioni nel complesso sono tornate a livelli abbastanza equi, soprattutto se considerate in relativo, rispetto ai paesi sviluppati. Mediamente, infatti, le economie emergenti presentano fondamentali e prospettive più interessanti rispetto a molti paesi sviluppati, per esempio in relazione ai potenziali di crescita, al livello di indebita- Pensa che siano da favorire le emissioni in valuta estera o quelle in valuta locale? «I governi dei paesi emergenti, in modo molto intelligente, sono riusciti negli ultimi anni a sviluppare un mercato locale del debito e ad attrarre l’interesse degli investitori internazionali per queste emissioni. Il ricorso sempre più frequente a questi strumenti per il finanziamento dei fabbisogni è da apprezzare, poiché riduce la vulnerabilità e la dipendenza dai mercati esteri e facilita lo sviluppo delle economie locali. In alcuni casi il debito locale è sicuramente più interessante, rispetto alle emissioni in valuta estera, ma le analisi vanno eseguite caso per caso». Di recente alcuni compratori chiave di titoli di stato americani, quali la Cina, hanno diminuito in maniera notevole i propri acquisti: pensa che questa liquidità possa rifluire localmente sull’obbligazionario dei paesi emergenti? «Sinceramente non credo che paesi come la Cina sostituiscano le riserve valutarie fino a oggi detenute in dollari con investimenti denominati in valute emergenti. Penso che la Cina andrà a diversificare i propri investimenti in li- quidità, più verso altri paesi sviluppati, come il Canada o l’Australia. Per quanto riguarda i paesi emergenti, credo che la Cina preferisca una politica rivolta agli investimenti diretti e che ricerchi la diversificazione in termini di relazioni commerciali con un’ottica più di lungo periodo». Molti emittenti sovrani di paesi considerati sviluppati sono in forte difficoltà a causa di deficit fuori controllo ed economie in crisi. Un simile scenario quali effetti può avere sul debito degli emergenti? «Lo scenario che si sta tracciando, dal mio punto di vista, mette in luce i progressi raggiunti dai paesi emergenti nell’ultimo decennio, la serietà delle politiche fiscali e di sviluppo economico adottate, nonché la maturità raggiunta dalla classe politica e dirigente in molti di questi paesi. Nonostante ciò, la difficoltà dei paesi sviluppati al finanziamento dei deficit di bilancio potrebbe ingenerare una nuova ondata di avversione al rischio e quindi impattare negativamente anche sugli spread emergenti e l’appetito verso l’asset class. Tuttavia, in ottica di diversificazione e date le minori difficoltà finanziarie e i fondamentali abbastanza solidi dei paesi emergenti più IN ALTO A SINISTRA: importanti, non mi stupirei di vedere L’ISTANBUL STOCK rafforzato l’interesse per questi paesi EXCHANGE. nel futuro, per cui sono positiva nel SOTTO: LA BORSA DI medio termine». I BUENOS AIRES FONDI&SICAV/Marzo 2010 65 ETF GLI USA Per sbarcare a Wall street di Dario Palladini [email protected] onostante la crisi, nonostante la crescita della Cina, l’economia degli Stati Uniti d’America è la più importante del mondo, N non solo per le dimensioni, ma anche per le capacità innovative. E il mercato finanziario americano rappresenta quasi la metà della capitalizzazione di Una rassegna di fondi indice che investono nelle società degli Stati Uniti, che restano, nonostante la crisi e la crescita dell’Asia, l’economia numero uno al mondo e soprattutto la più innovativa. L’offerta è variegata e comprende prodotti con una larghissima diversificazione, ma anche altri specializzati nella tecnologia, nelle small cap o nelle azioni con i migliori dividendi. C’è anche chi sceglie indici di riferimento ecologici o punta sui ribassi dei mercati 66 FONDI&SICAV/Marzo 2010 tutte le borse del pianeta. E’ vero che il peso dei paesi emergenti, asiatici in particolare, sta aumentando nel tempo, ma gli Usa rimangono pur sempre la principale potenza economica e spesso l’economia americana è la prima a dare segnali di ripresa quando sta per iniziare una nuova fase espansiva. Borsa italiana propone ormai tanti Etf focalizzati su Wall street, indicizzati a diversi sottostanti. Vediamo dunque questa variegata offerta, premettendo che per tutti i prodotti esiste il rischio valutario legato al cambio euro/dollaro, essendo gli Etf denominati in Usd (o comunque trattando titoli quotati in tale divisa) e scambiati in euro sul mercato domestico. INVESTIRE IN CINA riale vede il primato del comparto informatico (19% del totale di portafoglio), seguito dal finanziario (15% circa), dall’healthcare (12,5%) e dall’energetico (12%). Nel complesso, viste l’elevata rappresentatività dell’indice, l’elevata frammentazione nel numero dei componenti (fattore che di fatto annulla il cosiddetto rischio specifico) e l’equilibrata suddivisione per settori, l’Etf risulta molto ben diversificato e si presta a essere un costituente core di una normale asset allocation. GRANDE DIVERSIFICAZIONE A BASSO COSTO Cominciamo dal db x-trackers Msci Usa trn index Etf 1c. Contraddistinto dal codice ISIN LU0274210672 e conforme ai requisiti Ucits III, questo fondo passivo è stato lanciato tre anni fa, nel gennaio del 2007 e, dati al 30 novembre 2009, ha raccolto masse per 1,4 miliardi di dollari. Essendo a capitalizzazione dei proventi, non distribuisce dividendi, ma li reinveste nel fondo. Il costo annuo di gestione è contenuto in un modesto 0,30%, ben al di sotto dei costi tipici dei fondi attivi. Il sottostante è l’Msci Usa trn index, che si basa sul criterio della capitalizzazione per selezionare e assegnare un peso ai titoli (ben 600) in portafoglio. La ripartizione setto- Sempre da Deutsche Bank viene poi il db x-trackers Russell 2000 Etf, il cui (omonimo) sottostante replica l’andamento del segmento small cap statunitense. Anche questo strumento è conforme ai requisiti Ucits e capitalizza i proventi al proprio interno; il costo annuo per la gestione è però leggermente superiore, attestandosi allo 0,45%. Il fondo risulta ancora più frammentato del precedente (conta ben 2 mila titoli nel proprio portafoglio) e vede un’allocazione per comparti in cui al primo posto troviamo il settore finanziario (20%), seguito dall’informatico (18%) e dall’industriale (16%). Molto ridotto il peso dei comparti energetico (5%) e materie prime (4,6%). Il titolo che pesa di più è Human genome sciences, che vale appena lo 0,5% della capitalizzazione complessiva dell’indice. Questo Etf è recente, essendo stato proposto solo a partire dal gennaio 2009, ma, analizzando le performance dell’indice di riferimento, si nota una profonda similitudine con l’andamento del benchmark del prodotto precedente, che ha avuto una crescita pressoché continua dal 2002 al 2007, cui hanno fatto seguito la forte discesa dei corsi che ci siamo da poco lasciati alle spalle e la successiva ripresa. USA, MA DENOMINATO IN EURO Frutto della collaborazione tra Bnp Paribas e Axa, EasyEtf propone EasyEtf &p 100 (Eur), che ha come sottostanS& &p 100 Tr (un te l’omonimo indice S& sottoinsieme del più ampio e più noto &p 500), il quale seleziona in base a S& un criterio di capitalizzazione le prime 100 società d’oltre oceano. Meno frammentato rispetto ai competitor fin qui analizzati, l’Etf è comunque in grado di offrire una buonissima diversificazione e, soprattutto, riesce a rappresentare circa il 45% della capitalizzazione della borsa Usa. Anche questo fondo passivo è a capitalizzazione dei proventi, ma, a differenza dei precedenti, è denominato in euro; permane tuttavia il rischio cambio, dal momento che le azioni in portafoglio sono quotate in dollari sulla piazza di New York. La suddivisione settoriale premia il comparto informatico-tecnologico, con quasi il 22% del peso totale. Con pesi compresi tra il 12% e il 14% vengono poi, nell’ordine, i beni di consumo di base, l’energetico, il finanziario e il FONDI&SICAV/Marzo 2010 67 ETF GLI USA comparto sanitario. Il fondo è stato lanciato nel luglio del 2008 e ha un costo annuo dello 0,30%. I rendimenti ricalcano grosso modo l’andamento della concorrenza. PER CHI AMA LE LARGE CAP Sempre per chi preferisce puntare sulle large cap, c’è uno strumento, messo a disposizione da Etf securities, che punta proprio su questa fetta di mercato: si tratta dell’Etfx Russell 1000 Us large cap fund. Indicizzato all’omonimo benchmark, l’Exchange traded fund si prefigge l’obiettivo di replicare le performance dei mille titoli statuni- gennaio del 2009 e conforme alle direttive Ucits, questo prodotto ha un total expense ratio dello 0,35%. La ripartizione settoriale vede in prima fila hi-tech e finanza, rispettivamente col 17% e col 16% del peso complessivo del portafoglio. Anche questo strumento è a capitalizzazione dei proventi e il suo grafico non mostra sostanziali differenze rispetto all’andamento dei competitor. PER CHI CREDE NELLE SMALL CAP Etf securities ha messo sul mercato, sempre nel gennaio dello scorso anno, anche un fondo indice rappresentativo del segmento a piccola capitalizzazione: è l’Etfx Russell 2000 Us small cap fund, che condivide il benchmark con il db x-trackers Russell 2000 Etf. Tale benchmark rappresenta all’incirca l’810% del più ampio Russell 3000 index e fotografa per l’appunto la realtà delle small cap americane. Finanza (21%) e tecnologia in genere (17%) sono i due comparti maggiormente presenti all’interno dell’indice di riferimento. Il fondo ha un costo annuo dello 0,45% e il suo andamento nel tempo non mostra significative discrepanze con i rendimenti degli altri prodotti. Anche questo Etf è armonizzato Ucits (e dunque fiscalmente ottimizzato) e reinveste i proventi al proprio interno. UN PIZZICO DI CANADA tensi a più elevata capitalizzazione. Il sottostante è, come nel caso del Russell 2000, un sottoinsieme del Russell 3000 index. Il Russell 1000, che viene ribilanciato annualmente, rappresenta ben il 92% della capitalizzazione del mercato a stelle e strisce. Lanciato nel 68 FONDI&SICAV/Marzo 2010 iShares non poteva certo mancare nella nostra rassegna: il più grande player mondiale nel campo dei fondi indice offre infatti tre diversi strumenti per soddisfare le esigenze della clientela desiderosa di allocare parte dei propri risparmi sui titoli Usa. Cominciamo dall’iShares Msci North America, che offre un’esposizione a circa 500 azioni (attualmente sono 487) in buona parte statunitensi, ma anche canadesi (in una misura che si aggira intorno al 910% della capitalizzazione complessi- va). Come tutti gli indici Msci, anche questo si fonda sul criterio della capitalizzazione e della liquidità e rappresenta grosso modo l’85% del mercato dell’area di riferimento (il Nord America, appunto). Come nel caso degli altri benchmark fin qui analizzati, il settore informatico-tecnologico e il finanziario costituiscono i comparti maggiormente presenti nell’indice, con pesi rispettivamente del 18,35% e del 16,27%. A seguire l’energetico con il 13,29%. L’Etf è stato lanciato nel giugno 2006 e ha finora accumulato un patrimonio di oltre un miliardo di dollari. Armonizzato alle direttive europee, a differenza degli altri prodotti visti sinora, distribuisce dividendi con periodicità trimestrale e ha un Ter annuo dello 0,4%. Sempre trimestralmente avviene il ribilanciamento del sottostante. IL PRODOTTO PIÙ GRANDE Un altro prodotto gestito da BlackRock &p 500, che, pur advisors è l’iShares S& avendo un sottostante diverso dal competitor (l’S&p 500 index al posto INVESTIRE IN CINA bancario (10%). Il peso dell’hi-tech è ridotto ad appena il 4,7%. Lanciato sul mercato alla fine di settembre del 2005, ma quotato su Borsa italiana solamente a partire dal febbraio 2008, il fondo ha raccolto sinora un patrimonio di quasi 93 milioni di dollari. CHI SI BASA SUL DOW JONES del Msci North America), tuttavia presenta numerose analogie con lo strumento precedente, a partire dal numero delle azioni in portafoglio (500 circa). I fondi, entrambi armonizzati Ucits, hanno lo stesso costo annuo (0,4%) e distribuiscono dividendi con la medesima frequenza trimestrale. Analogamente, la stessa periodicità trimestrale caratterizza il ribilanciamento dell’indice di riferimento. Essendo però stato quotato con oltre quattro anni di anticipo rispetto all’iShares Msci North America (marzo 2002 contro giugno 2006), l’iShares S&p 500 ha avuto il tempo per accumulare un patrimonio superiore a 6,8 miliardi di dollari, contro il miliardo abbondante del fondo concorrente. Una differenza sostanziale consiste nella totale concentrazione sul mercato statunitense dell’iShares S&P 500, mentre, come abbiamo visto, il fondo precedente destinava una piccola parte (9-10%) del proprio portafoglio alla borsa canadese. La ripartizione per comparti mostra, ancora, dati molto simili per tutti i settori: anche in que- sto caso i pesi maggiori sono appannaggio di tecnologia e informatica (19,4%) e della finanza (14,7%). AD ALTO DIVIDENDO Lyxor è protagonista degli Etf made in Usa con tre prodotti fortemente differenziati fra loro. Iniziamo dal Lyxor Etf Dow Jones Ia, fondo indicizzato al Dow Jones industrial average, uno dei più conosciuti tra i benchmark d’oltre oceano. Questo Etf ha un numero di componenti piuttosto limitato (sono solo trenta), rappresentativo delle più grandi compagnie americane. L’indice viene però costruito seguendo una metodologia particolare: la quantificazione e l’assegnazione dei pesi avviene infatti sulla base dei prezzi delle singole azioni. Il fondo è stato uno dei primi a essere quotato in Italia (dalla primavera del 2001) ed è dotato di un patrimo- L’offerta di iShares, infine, si completa con l’iShares Dow Jones Us select dividend, prodotto radicalmente differente, rispetto ai primi due della casa angloamericana. Questo strumento ha un benchmark composto da 100 titoli azionari e un costo annuo di gestione (0,3%) paragonabile a quello dei due Etf appena analizzati; anche la periodicità di distribuzione degli utili e di ribilanciamento del sottostante è la medesima (trimestrale). Ma la metodologia di selezione delle società e di assegnazione dei pesi e la conseguente allocazione settoriale rivelano una profonda diversità di fondo. L’iShares Dj Us select dividend, infatti, sceglie le azioni da inserire in portafoglio sulla scorta del tasso del dividendo e ciò fa sì che le utility costituiscano il 26,3% dell’asset allocation complessiva, seguite dal comparto alimentare (11,9%), dall’industriale (10,4%) e dal FONDI&SICAV/Marzo 2010 69 ETF GLI USA nio di oltre 400 milioni di euro. Armonizzato Ucits, l’Etf della casa francese (appartenente al gruppo Société générale) ha una ripartizione settoriale che premia il comparto industriale (19,1%). Vengono poi il tecnologico (16,5%) e l’energetico (12,9%). Il Dow Jones Ia rappresenta in via approssimativa il 20% della capitalizzazione del mercato azionario statunitense. L’85% DELLA CAPITALIZZAZIONE USA La compagnia transalpina propone poi il Lyxor Etf Msci Usa, indicizzato all’omonimo benchmark e composto da circa 600 titoli azionari americani, selezionati al fine di rappresentare più o meno l’85% della capitalizzazione dell’eterogeneo mercato Usa. La suddivisione settoriale vede al primo posto il comparto tecnologico, che pesa per il 18,5% del totale di portafoglio, cui fanno seguito il farmaceutico (13,5%) e l’energetico (13%). Ridotti i pesi delle utility (3,9%), delle telecomunicazioni (3,7%) e dell’edilizia (3,2%). Quotato dal marzo 2006, il fondo ha accumulato un patrimonio di oltre 330 milioni di euro. Come il precedente prodotto di Lyxor, questo Etf è a distribuzione dei proventi. Anche i rendimenti sono molto simili e presentano purtroppo numeri in rosso sia a uno, sia a tre e a cinque anni (vedere tabella alla pagina seguente). LE GRANDI DEL NASDAQ Lyxor propone poi il Lyxor Etf Nasdaq 100, lanciato il 13 dicembre 2001 e armonizzato Ucits. Indicizzato all’omonimo sottostante, replica l’andamento di 100 tra le più importanti azioni di società non finanziarie (statunitensi e non) quotate sul Nasdaq stock market e selezionate in base alla capitalizzazione di mercato. Il settore tecnologico rappresenta da solo ben il 57,5% dell’indice; al secondo posto il farmaceutico con il 16,4%. Tra le aziende maggiormente presenti all’interno del benchmark troviamo realtà quali Apple, Qualcomm, Microsoft, Google, Oracle, Cisco systems, Intel. Lo strumento messo a disposizione dalla società d’oltralpe è quotato sulle principali piazze europee (Francoforte, Parigi, Milano, Madrid) e ha raccolto sinora capitali per 98 milioni di euro. La peculiare composizione dell’indice di riferimento, incentrato per quasi 6/10 sull’hi-tech e in maniera sostanziale sul mercato Usa, rende l’Etf adatto a costituire una parte residuale di un portafoglio, non certo per un utilizzo core. I risultati tuttavia premiano questo fondo, che, rispetto agli altri, presenta performance migliori soprattutto a tre e a cinque anni (vedere tabella). AZIONI CHE SI RIVALUTANO PowerShares commercializza in Italia il PowerShares dynamic Us market fund, indicizzato al sottostante Dynamic market intellidex. Le aziende che ne fanno parte vengono selezionate non in base alla mera capitalizzazione 70 FONDI&SICAV/Marzo 2010 di mercato, ma guardando soprattutto la crescita dei fondamentali, la valutazione del titolo, i possibili fattori di rischio e il market timing. Alla fine del processo di selezione, le azioni che vengono inserite in portafoglio (un centinaio) sono quelle con il più alto potenziale di rivalutazione. Il 31,4% dei titoli appartiene al segmento large cap value, il 23,1% al segmento mid cap growth. Pesi minori per gli altri segmenti. SOPRATTUTTO GROWTH Sempre la medesima società propone inoltre il PowerShares Eqqq fund, costruito sull’indice Nasdaq 100. La sua composizione ricalca dunque quella dell’appena visto fondo omologo di Lyxor (100 aziende tra le più importanti non finanziarie scelte tra realtà americane e non, tutte accomunate dalla quotazione sul Nasdaq). Il portafoglio viene ribilanciato trimestralmente e rivisto completamente una volta all’anno. Il segmento con il peso maggiore è il large cap growth, al quale è riconducibile il 62% dei titoli del portafoglio. Subito dietro viene il segmento mid cap growth, con un peso relativo del 21,5%. Tra le principali quotazioni troviamo, come nel caso del competitor di Lyxor, Apple Inc., che rappresenta da sola circa il 13-15% dell’intero benchmark. UN PANIERE CON QUATTRO CRITERI Un prodotto particolare offerto da Invesco-PowerShares è poi il PowerShares Ftse rafi Us 1000 fund, che, costruito sull’omonimo indice, si prefigge l’obiettivo di replicare l’andamento di un paniere composto dai principali titoli azionari americani, selezionati anche in questo caso non sulla base di un semplice criterio di capitalizzazione, ma valutando quattro indicatori fondamentali delle dimensioni societarie: patrimonio netto, ricavi, vendite INVESTIRE IN CINA Etf a stelle e strisce a confronto Fonte: www.fondionline.it - Isin Perf. % 1 mese Perf. % 3 mesi Perf. % 6 mesi Perf. % 12 mesi Perf. % 24 mesi Perf. % 36 mesi Ter % Db X-Trackers Msci Usa Trn Index Etf 1c LU0274210672 6,09 11,66 14,98 38,93 -8,23 Nd 0,30% Db X-Trackers Russell 2000 Etf LU0322248658 7,22 19,18 15,12 Nd Nd Nd 0,45% Etfx Russell 1000 Us Large Cap Fund IE00B3CNHH32 5,7 11,82 15,1 40,04 Nd Nd 0,35% Etfx Russell 2000 Us Small Cap Fund IE00B3CNHJ55 7,09 19,09 15,33 50,49 Nd Nd 0,45% Ishares Msci North America IE00B14X4M10 5,41 10,99 14,7 40,03 -7,58 -19,88 0,40% Ishares S&P 500 IE0031442068 5,35 11,07 14,75 38,41 -8,96 -22,47 0,40% Ishares Dow Jones U.S. Select Dividend DE000A0D8Q49 5,37 12,74 15,02 40,42 Nd Nd 0,30% Lyxor Etf Dow Jones Ia FR0007056841 6,26 10,31 15,67 34,82 -4,86 -16,48 0,50% Lyxor Etf Msci Usa FR0010296061 5,64 11,13 14,65 36,25 -7,52 -22,61 0,35% Lyxor Etf Nasdaq 100 FR0007063177 5,6 12,56 17,28 46,03 12,43 -4,18 0,30% Powershares Dynamic Us Market Fund IE00B23D9240 5,72 12,66 12,6 23,25 Nd Nd 0,75% Powershares Eqqq Fund IE0032077012 5,61 13,11 17,94 48,72 12,26 -3,22 0,20% Powershares Ftse Rafi Us 1000 Fund IE00B23D8S39 6,72 13,01 13,14 64,39 -1,64 Nd 0,39% Xmtch (Ie) On Msci Usa Large Cap IE00B3VWLJ14 5,38 10,6 Nd Nd Nd Nd 0,22% Db X-Trackers S&P 500 Inverse Daily Etf LU0322251520 3,23 11,15 -3,7 -39,7 Nd Nd 0,50% Db X-Trackers S&P U.S. Carbon Efficient Etf LU0411076002 5,83 11,77 Nd Nd Nd Nd 0,50% Etf Nd = dato non disponibile e dividendi. In questo modo ogni anno vengono selezionati e ponderati i circa 1.000 titoli che costituiscono il portafoglio del fondo, che appartengono perlopiù al segmento large cap value (32,6%). nenza del settore informatico (più del 20% dell’intero benchmark), seguito dal finanziario (14,3%), dal sanitario (13,3%) e dall’energetico (12,9%). Exxon Mobil, con una quota che oscilla intorno al 4%, è la principale posizione del fondo. L’OFFERTA DI CRÉDIT SUISSE Anche Crédit suisse dice la sua nel campo degli Etf a stelle e strisce, e lo fa con un fondo indice denominato Xmtch (IE) on Msci Usa large cap, il cui omonimo sottostante (l’Msci Usa large cap index) comprende al proprio interno 250-300 azioni del mercato statunitense scelte e ponderate sulla base della capitalizzazione del flottante. L’Etf, lanciato nel giugno del 2009, ha accumulato un patrimonio di 74,5 milioni di dollari ed è gestito dalla Quantitative strategies group. Caratterizzato da una commissione di gestione annua dello 0,22%, il prodotto della società elvetica vede la premi- cietà che, nell’ambito dell’esercizio delle proprie attività, si contraddistinguono per basse emissioni di ossido di carbonio. L’obiettivo resta comunque di replicare l’S&p 500, anche mantenendo almeno il 50% del peso di ogni settore rispetto alla composizione dell’indice originario. I DUE CHICCHE Volendo, ci sono poi due chicche di &P Deutsche Bank: il db x-trackers S& 500 inverse daily Etf e il db x&p Us carbon efficient Etf. trackers S& Il primo replica in maniera inversa e su base giornaliera l’andamento dello &p 500 total return index, assumenS& do il reinvestimento immediato dei dividendi staccati. A ciò si aggiunga una componente di interessi attivi pari al doppio del tasso Libor overnight Usd. Il secondo dei due prodotti, invece, ha una connotazione ecologica, dal momento che seleziona, all’interno del già citato S&p 500, al massimo 375 so- FONDI&SICAV/Marzo 2010 71 CONSENSUS DEGLI ANALISTI E DEI GESTORI USA E la nave va egli ultimi mesi la situazione in America, pur con le sue contraddizioni, sembra essersi Alessandro Coltella incanalata su un percorso migliore rispetto all’Europa. Mentre il Vecchio di Giuseppe Riccardi, Boris Secciani e N continente deve gestire una situazione alquanto anemica, con alcuni paesi già di nuovo sull’orlo della recessione e altri in preda a crisi gravissime dei conti pubblici, gli Usa sembrano in qualche maniera vedere più vicina la luce alla fine del tunnel. I numeri sull’andamento del settore manifatturiero e dei servizi sembrano indicare anche per il primo trimestre del 2010 un’ulteriore, ro- Diffuso ottimismo da parte dei money manager sulla situazione economica degli Stati Uniti. Il settore manifatturiero e i servizi appaiono in netto recupero e molti fanno notare che la ripresa oltre oceano è sicuramente più robusta che in Europa. Anche la disoccupazione, pur in crescita, sembra diminuire la sua forza e il recente piccolo incremento dei tassi da parte della Federal reserve è stato alla fine recepito come un elemento positivo. Certo però non mancano i problemi: gli immobili sono ancora in crisi, il deficit dello stato sta salendo alle stelle ed è sempre più fondamentale per sostenere il Pil, le finanze degli enti locali sembrano sull’orlo del tracollo 72 FONDI&SICAV/Marzo 2010 INVESTIRE IN CINA busta, espansione del Pil. I dati in prima lettura sulla disoccupazione di febbraio hanno indicato che lo scorso mese sono stati bruciati 36 mila posti di lavoro, molto meno delle attese. Alcuni analisti sostengono che, se non fosse stato per il tempo pessimo, il saldo occupazionale sarebbe stato positivo. Sul fronte aziendale, dopo nove trimestri consecutivi di calo degli utili, rispetto al periodo equivalente dell’anno precedente, le società dell’S&P 500 hanno messo a segno una crescita spettacolare dei profitti, pari a circa il 181%. Anche il rialzo del tasso di sconto da parte della Fed, primo tentativo da parte di Bernanke di testare un ritorno alla normalità, è stato ben assorbito dai mercati, con l’S&p500 che è tornato a inizio 2010 in prossimità dei massimi di inizio anno, prima della mini-correzione. Ciò non toglie che comunque i problemi restino decisamente acuti. La situazione dei conti pubblici è infatti pessima e non è chiaro che cosa succederebbe all’andamento del Pil se il de- Il panel dei gestori e degli analisti Jonathan Armitage, head of Us equities di Schroders; Davide Barattini, gestore del fondo Gestielle America; Terry Ewing, head of Us equities di Ignis asset management; Tommaso Federici, gestore di Banca Ifigest; David C. Fonderie di Heartland advisors e gestore del fondo Oyster Us value; Pier Furno di Nemesis sim; Charles-Henri Kerkhove, investment specialist global balanced solutions di Fortis investments; Gianfranco Lande, investment strategy di Européenne de gestion privée (Egp); Giovanni Landi, partner di Anthilia; Patrick Moonen, senior strategist di Ing investment management; Habib Nasrallah, senior product specialist di Pictet funds; Simona Paravani, global investment strategist di Hsbc global asset management; Herbert Perus, head of Global equities di Raiffeisen capital management; Claudia Segre, head of fixed Income & Ofp di Abaxbank Spa (gruppo Credito emiliano); Aled Smith, gestore del M&G G american fund; Laura Tardino, responsabile analisi strategie di investimento per Bnp Paribas Am sgr; team del Pictet funds investment advisory; team di gestione di Selector advisors; Cormac Weldon, head of Us equities di Threadneedle. ficit federale venisse sensibilmente ridotto. Le finanze a livello locale stanno tuttora aggravandosi, mentre i fallimenti bancari proseguono a ritmi ancora più sostenuti, rispetto all’anno passato, causati in gran parte dal deterioramento del comparto dell’immobiliare commerciale. Per quanto riguarda per l’appunto l’immobiliare, negli ultimissimi mesi vi è stato invece un mar- cato peggioramento, anche a livello residenziale: le vendite, sia di nuove case, sia di unità esistenti, hanno fatto registrare marcati e inattesi cali. Nonostante i segni di miglioramento dunque, il rischio di una doppia recessione è ancora reale, elemento che certo non sembra sfuggire ai professionisti interpellati da Fondi&Sicav. I A quale livello si trova oggi il mercato azionario statunitense? Sottovalutato, giustamente prezzato o sopravvalutato? C’è ancora spazio di crescita e consideriamo i dati attuali, il consensus generale sembra considerare l’azionario americano più o meno a valore equo, rispetto alla sua media storica, e un poco più caro rispetto alle altre macro-aree. Se guardiamo all’immediato futuro, molto dipende dalle previsioni sull’andamento degli utili aziendali. In questo caso gli ottimisti sembrano prevalere, con qualche eccezione. Interessante ad esempio il parere di Terry Ewing, head of Us equities di Ignis asset management: «In generale il mercato, sta scambiando a circa 11,6 volte gli utili S attesi nel 2011 e appare sottovalutato. Attualmente i multipli sono contenuti da fattori di incertezza, quali la debolezza del mercato immobiliare, la forza effettiva della ripresa economica e la scarsità di domanda di credito». Positiva anche la visione di Cormac Weldon, head of Us equities di Threadneedle: «Riteniamo l’azionario americano prezzato in maniera interessante, specialmente se si considera il fatto che le aziende stanno generando cash-flow di buon livello e presentano bilanci solidi. Continuiamo a trovare attraenti opportunità sulla base di una prospet- tiva bottom-up nella maggior parte dei settori, perciò rimaniamo positivi». Un parere non dissimile arriva Come deve essere considerato il mercato azionario Usa? Sottovalutato 40% Sopravvalutato 10% Prezzo corretto 50% FONDI&SICAV/Marzo 2010 73 CONSENSUS DEGLI ANALISTI E DEI GESTORI USA anche dal team di gestione di Selector advisors: «Il mercato appare sottovalutato, in particolare il segmento costituito dai titoli di maggiore qualità». Un’idea condivisa da Aled Smith, &G american fund: «La gestore del M& maggiore fiducia da parte degli investitori si è tradotta in una caduta del livello di correlazione fra le azioni e in un ritorno dei fondamentali come elemento chiave della performance di un titolo». Fiducia sul potenziale delle aziende americane arriva anche da Herbert Perus, head of global equities di Raiffeisen capital management: «I nostri dati sembrano suggerire che il mercato azionario americano (misurato dal- l’S&p 500) sia valutato in maniera equa. Principalmente guardiamo ai dati storici: il metodo che preferiamo usare è una media a lungo termine degli utili riportati rapportata ai corsi attuali (il cosiddetto P/e di Graham e Dodd): questo indicatore è attualmente intorno a 20. Si tratta di un valore intermedio sul lungo periodo. Riteniamo però che gli analisti debbano ancora rivedere le proprie stime sugli utili del prossimo trimestre: tuttora sono eccessivamente negativi». Ma non manca qualche pessimista, proprio per quanto riguarda le prospettive di profitto. Ad esempio Simona Paravani, global investment strategist di Hsbc global asset management: «Per quanto riguarda i dati sto- rici, il mercato azionario americano è grosso modo nella media ed è nella stessa situazione delle altre borse dei paesi sviluppati. Al momento la preoccupazione chiave sul mercato americano è l’ammontare di aspettative riguardo i profitti societari e tali aspettative sono troppo elevate». Infine Patrick Moonen, senior strategist di Ing investment management, sembra invece guardare alle valutazioni relative rispetto ad altre aree: «In confronto ad altri mercati sviluppati quali il Regno Unito o l’Eurozona, le azioni statunitensi sono a premio. Questa è la ragione principale per cui abbiamo una posizione underweight sull’azionario americano nel nostro portafoglio azionario». I I risultati trimestrali delle aziende americane sono stati eccellenti: il buon andamento continuerà nei prossimi trimestri? Ottimismo con cautela nche in questo caso un certo ottimismo, con qualche cautela, sembra prevalere: nei prossimi mesi i profitti dovrebbero continuare a crescere, anche se in maniera meno robusta. Alla base di questa previsione vi è la convinzione che i fatturati dovrebbero riprendere a salire in maniera consistente, grazie alla domanda sia estera sia locale. Interessan- A Il buon momento continuerà? Crescita meno forte delle attese 33% Ancora forte crescita 67% 74 FONDI&SICAV/Marzo 2010 te al proposito l’analisi di Laura Tardino, responsabile analisi strategie di investimento per Bnp Paribas Am sgr: «La stagione di pubblicazione dei risultati del quarto trimestre 2009 ha visto il 76% delle società dell’S&p500 che hanno già riportato gli utili e il 73% che hanno fornito dati sulle vendite sorprendere gli analisti sui profitti realizzati. Questi numeri suggeriscono che la crescita degli utili non è più dovuta solo alla riduzione dei costi che migliorano i margini, bensì a un incremento dei fatturati. La domanda finale e gli investimenti sono in ripresa e continueranno a sostenere le vendite. Questi fattori, uniti a un effetto base molto favorevole, permettono di prevedere che il 30% di crescita degli utili previsto per il 2010 dagli analisti bottom-up appare assolutamente raggiungibile». Un parere simile arriva anche da Charles-Henri Kerkhove, investment specialist, global balanced solutions di Fortis investments: «I risultati delle aziende americane sono stati eccellenti, con oltre il 75% delle società dell’S&p 500 che hanno battuto le attese degli analisti nel quarto trimestre del 2009, continuando così il forte trend del terzo trimestre, in cui a battere il consensus degli analisti era stato l’80% delle imprese. Ci aspettiamo che i profitti continuino a migliorare nei prossimi trimestri, anche se a un passo più lento, rispetto a quello che abbiamo visto, a partire dalla metà del 2009. Grazie a un forte processo di taglio dei costi nel corso del 2009, le aziende sono state in grado di migliorare i loro risultati, mentre allo stato attuale l’impatto di fatturati in miglioramento dovrebbe cominciare a farsi sentire». Si tratta di un parere condiviso anche da Jonathan Armitage, head of Us equities di Schroders: «Le INVESTIRE IN CINA aziende americane stanno emergendo dalla crisi in condizioni di relativa forza. Al di fuori del comparto dei servizi finanziari, le società statunitensi nel loro complesso erano entrate nella fase di recessione con bassi livelli di debito. Una politica di taglio dei costi aggressiva ha inoltre fatto sì che i margini rimanessero ben protetti». Ottimista anche Giovanni Landi partner di Anthilia: «Pensiamo che il miglioramento nei risultati continuerà anche nei prossimi trimestri». Qualche preoccupazione in più sembra però esserci, se guardiamo al futuro a partire dal 2011: per il team del Pictet funds investment advisory, «lo stato di salute delle società è buono, come dimostra la generazione di free cash flow ai massimi di tutti i tempi. Il problema della diminuzione delle vendite è stato per il momento superato grazie a un taglio dei costi ancora più veloce. Per i prossimi mesi, ciò basterà per raggiungere buoni numeri di profitti. Nel medio termine, è indispensabile vedere il ritorno alla crescita del fatturato». Una vision simile arriva anche da Pier Furno di Nemesis sim: «Il problema non è tanto quello della visibilità dei profitti nei prossimi trimestri, quanto la sostenibilità di questa crescita nei prossimi anni, una volta che gli stimoli dati dalla spesa pubblica verranno ritirati dall’economia». Scettico infine il parere di Gianfranco Lande, investment strategy di Européenne de gestion privée: «Riteniamo difficile che i risultati per le aziende americane possano mantenersi al livello attuale. Va considerato che le aziende Usa in media partono da un ottimo livello di produttività che sarà difficile incrementare. In mancanza di ciò e in presenza inoltre di volumi ridotti di vendite, vediamo difficile mantenere buoni risultati». I Potremo avere un’ulteriore iniezione di liquidità sul mercato e avere un rally guidato dagli afflussi di capitali? Una spinta dalla massa di denaro nche in questo caso un certo ottimismo sembra prevalere: infatti la quantità di liquidità in circolazione sembra ancora molto elevata e, se anche una modesta parte di essa si riversasse sull’azionario, la spinta si farebbe sentire. Ad esempio per il team di gestione di Selector advisors, «man mano che la volatilità diminuirà, dovremmo assistere alla conversione di parte dello sproporzionato ammontare di liquidità allocato su fondi money market e obbligazionari nell’azionario». Tardino di Bnp Paribas quantifica anche la quantità di denaro che potrebbe riversarsi sul mercato americano: «Crediamo che, alla luce di quanto accaduto l’anno scorso, che ha visto poca liquidità arrivare alla fine ai fondi azionari, sul mercato azionario potrebbero pesare oltre 500 miliardi di nuovo cash, pari a circa il 6% dell’attuale capitalizzazione di mercato dell’S&p 500. La fonte è rappresentata non solo dai privati, ma anche dalle imprese e dagli istituzionali». A Perus di Raiffeisen punta anche sulla ripresa delle attività di M&a: «Significativi afflussi di denaro sui fondi azionari a gestione attiva si devono ancora materializzare, non solo da parte degli investitori al dettaglio, ma anche da parte degli istituzionali. La maggior parte della liquidità è difatti andata verso gli Etf e gli index fund, il che rappresenta un’opportunità per gli stock picker. Riteniamo che fra i maggiori temi del mercato azionario per il 2010 ci saranno la ripresa delle attività di M&a e il fatto che vi sarà un significativo ammontare di buyback azionari». Sulla ripresa delle attività di fusione e acquisizione punta anche David C. Fonderie di Heartland advisors, gestore del fondo Oyster Us value: «Dopo un pessimo anno per le attività di M&a, il 2010 dovrebbe portare molti più deal, man mano che i mercati si riprendono e le condizioni creditizie migliorano. Oltre al livello di valutazioni e le sorprese positive riguardanti i pro- fitti, questo elemento dovrebbe costituire un’ulteriore spinta alla performance dell’azionario». Sulla forza dei bilanci aziendali sembra puntare anche Ewing di Ignis: «I bilanci delle aziende americane, finanziari a parte, sono più solidi che mai e un tema chiave per il 2010 sarà il fatto che le aziende useranno sempre di più la propria liquidità in eccesso per fare buy back azionari, aumentare i dividendi e compiere acquisizioni». I Possibile un rally guidato dalla liquidità? Poco/per nulla probabile 40% Probabile 60% FONDI&SICAV/Marzo 2010 75 CONSENSUS DEGLI ANALISTI E DEI GESTORI USA Vedremo un anno fortemente volatile? Un po’ di otto volante ci sarà n questo caso una certa prudenza sembra diffusa. Molte infatti sono ancora le questioni aperte per non ritenere probabili nuove scosse di aggiustamento nel 2010: dal ritorno a una politica monetaria più normale, al ritiro della liquidità in eccesso, dal deleveraging dei consumatori alla ancora fragile situazione del sistema finanziario. Indicativo il parere di Davide Barattini, gestore del fondo Gestielle America: «Rispetto all’anno scorso, dove si è passati da un’iniziale fase di pessimismo assoluto a una sempre maggiore fiducia sulla capacità delle società di battere le stime di consenso e sull’efficacia delle misure d’intervento messe in atto dagli Stati Uniti, quest’anno è ragionevole I attendersi un anno più volatile e questi primi mesi ne sono la testimonianza. Diverse sono le incertezze che ancora gravano sulle economie mondiali a par- Quanta volatilità quest’anno? Stabile o in calo 30% In aumento 70% tire dall’eccesso di debito per arrivare in particolare in America a diverse riforme strutturali che devono essere discusse». Un’analisi non dissimile arriva anche da Claudia Segre , head of fixed income & Ofp di Abaxbank (gruppo Credito emiliano): «Sono convinta che questo sarà un anno caratterizzato da una volatilità elevata, ben lontano dal quel processo di normalizzazione del sentiment di mercato che molti auspicano avvenga nel breve termine, con un netto miglioramento della propensione al rischio che per ora caratterizza prevalentemente la clientela istituzionale e i fondi specializzati». Fra le diverse ragioni che sembrano spingere molti a temere aumenti di INVESTIRE IN CINA volatilità, ritorna spesso il leit-motiv del comportamento delle banche centrali. Per Habib Nasrallah, senior product specialist di Pictet funds, «se i mercati miglioreranno, la Fed e la Bce potrebbero ritirare le proprie misure di stimolo, spaventando i mercati, mentre se vi sarà un calo, potrebbero mantenere le loro misure più a lungo, fintanto che l’economia migliorerà. Tutto ciò probabilmente porterà ad avere mercati volatili». Weldon di Threadneedle sottolinea invece la difficile situazione dei consumatori americani come fonte di instabilità: «Riteniamo che l’andamento dei consumi rimarrà modesto per almeno un altro anno, dal momento che gli effetti del deleveraging di lungo periodo continueranno a bloccare la domanda. Perciò, anche se la ripresa americana è ben avviata, rimaniamo più cauti rispetto al consensus per quanto riguarda la traiettoria di crescita. Delusioni da questo punto di vista rischiano di portare gli investitori a ignorare i fondamentali delle aziende e a riprezzare il rischio sul breve periodo, causando un improprio aumento di volatilità». Non manca però anche chi vede al contrario un’ulteriore diminuzione della volatilità, conseguenza del ritorno in condizioni più normali. Ad esempio Tommaso Federici, gestore di Banca Ifigest, afferma: «Non penso che la volatilità aumenterà, anzi, credo che il mercato si muoverà in un trading range sempre più stretto». Analisi similare arriva anche dal team di gestione di Selector advisors: «Riteniamo che la volatilità si stabilizzerà o calerà ulteriormente nel 2010 e che questo sarà un anno in cui vi sarà una più chiara distinzione fra azioni di alta e bassa qualità». I CONSENSUS DEGLI ANALISTI E DEI GESTORI USA Il recente rafforzamento del dollaro continuerà a essere un problema per le società Usa? Pochi danni per le aziende omplessivamente in questo caso grandi preoccupazioni non sembrano esserci. Diversi intervistati sembrano ritenere che il dollaro dovrebbe continuare a rafforzarsi su euro e sterlina, visti i problemi che l’Europa sta attualmente affrontando, anche se il fenomeno dovrebbe svilup- C Quale sarà il comportamento del dollaro? Indebolimento/stabilizzazione 33% Continuo rafforzamento 67% parsi in maniera relativamente contenuta e senza particolari danni per le aziende americane, il cui export tutto sommato è abbastanza modesto. Que- 78 FONDI&SICAV/Marzo 2010 sto il parere del team del Pictet funds investment advisory: «Il recente rafforzamento del dollaro è stato un movimento di normalizzazione verso un valore di equilibrio, pertanto ai corsi attuali il cambio non presenta un punto particolarmente problematico per le società americane». Per Kerkhove di Fortis investments, «l’inversione del trend euro/dollaro è un fenomeno che riteniamo continuerà nel prossimo futuro: i problemi che l’Eurozona deve affrontare non promettono nulla di buono per la sua moneta. La Fed, infatti, sta assumendo un atteggiamento più attivo, rispetto alla Bce, e probabilmente alzerà i tassi molto prima, il che è un altro fattore a favore del dollaro. Gli esportatori americani nell’ultimo anno hanno avuto benefici dal dollaro debole e senz’altro una valuta più forte li danneggerà: ad ogni modo ai livelli attuali non siamo ancora in una zona problematica». Interessante il parere di Fonderie di Heartland advisors, che indica quella che potrebbe diventare una soglia Quali effetti sulle imprese americane? Effetti rilevanti 20% Effetti limitati 80% problematica: «Ci aspettiamo che il dollaro rimanga forte quest’anno, sostenuto dalle preoccupazioni per Spagna, Grecia e Portogallo, che dovrebbero pesare sull’euro. Ad ogni modo, fintanto che il dollaro non si apprezzerà più del 10% da questi livelli, il mercato non dovrebbe soffrire più di tanto». La situazione dovrebbe rimanere sotto controllo anche per Landi di Anthilia: «Non credo che il rafforzamento proseguirà: in ogni caso il valore relativo del dollaro non è mai stato un problema per le aziende Usa». Ad aiutare la situazione dovrebbe comunque arrivare anche un indebolimento del biglietto verde rispetto allo yuan, elemento che dovrebbe aiutare le aziende americane a cogliere il boom cinese. Così ritiene Federici di Ifigest: «Penso che il rafforzamento rispetto alle divise europee possa continuare, per le inevitabili turbolenze sui debiti sovrani dei paesi periferici della zona euro e per il forte deficit fiscale del governo Uk. Allo stesso tempo credo però che la maggior parte delle società Usa sarà in grado di compensare INVESTIRE IN CINA la perdita di competitività dovuta al rafforzamento del dollaro, considerando che la divisa Usa perderà valore rispetto allo yuan cinese». Non manca comunque chi ritiene improbabile un ulteriore deprezzamento dell’euro. Fra questi Gianfranco Lande, di Européenne de gestion privée: «Nonostante il dollaro Usa sia moderatamente sottovalutato rispetto ad altre valute (principalmente l’euro), crediamo che ci sia poco spazio per un ulteriore rafforzamento nel breve termine e siamo convinti che nel corso dell’anno possa tornare vicino a un valore di 1,4 rispetto all’euro». Stabilizzazione infine vede anche Claudia Segre, di Abaxbank (gruppo Credito emiliano): «Non credo a un test di quota 1,30 che ponga sotto stress il trend positivo sin qui mostrato dalle società Usa e credo che il range 1,341,4 resterà valido per i prossimi sei mesi, cioè sino a quando lo scenario macroeconomico non si definirà al meglio, soprattutto per il settore immobiliare e i consumi Usa». I Il recente rialzo del tasso di sconto da parte della Fed segna un punto di svolta nella politica monetaria? Avrà un effetto rilevante sulle azioni? Cambia poco n generale anche qui una certa tranquillità sembra prevalere: la mossa di Bernanke è stata vista più come psicologica che effettiva, anche per la limitata importanza del tasso di sconto rispetto ai Fed funds. Per quanto riguarda questi ultimi, tutti sembrano ritenere che vi saranno ancora molti mesi davanti, prima di vedere qualche mossa: le conseguenze sui mercati non appaiono quindi rilevanti oltre il breve periodo. Indicativa l’analisi di Barattini di Gestielle: «Il recente rialzo del tasso di sconto va letto nella direzione di un ritorno alla normalizzazione per quanto riguarda lo spread storico tra tasso di sconto e Fed funds e non nella direzione di un cambiamento di outlook sull’economia o nella politica monetaria. Ciò è stato infatti confermato dal discorso di Bernanke alla fine di febbraio, quando ha ribadito che i tassi rimarranno bassi ancora a lungo». Tranquillo appare anche Moonen di Ing investment management: «Il rialzo del tasso di sconto è soprattutto una mossa psicologica e fa parte del processo di normalizzazione della politica monetaria. Val bene ricordarsi che, prima della crisi, la differenza fra i Fed fund e il tasso di sconto era di 100 punti base. Durante la crisi questa differenza è stata ridotta ad appena 25. Ci aspettiamo I che nei prossimi mesi il tasso di sconto continuerà a crescere. L’impatto sarà comunque trascurabile, dal momento che le banche attualmente fanno un uso molto limitato di questa finestra, dato che il mercato interbancario funziona normalmente». Un parere simile arriva anche da Paravani di Hsbc global asset management: «Sebbene la banca centrale americana abbia alzato il tasso di sconto dallo 0,5% allo 0,75%, non riteniamo che ciò sia un indicatore di un prossimo rialzo dei tassi di interesse a livello generale. Dunque non ci aspettiamo un impatto significativo sulla performance dell’azionario. Complessivamente la politica monetaria rimane un sostegno al mercato azionario e ad altre asset class rischiose». Furno di Nemesis sottolinea invece la situazione ancora fragile dell’economia come garante della prudenza della Fed: «La Fed ha più volte ribadito che manterrà un atteggiamento accomodante fintanto che non vedrà un’ulteriore stabilizzazione nell’economia reale. Gli ultimi dati sembrano indicare una ripresa non troppo equilibrata in Usa e non sufficientemente rapida da ridurre la disoccupazione». Infine qualche movimento nel breve periodo vede Habib Nasrallah, se- Continuerà l’atteggiamento attuale della Fed? Politica accomodante a lungo 50% Inizio di inversione entro il 2010 50% nior product specialist di Pictet funds: «Ci aspettiamo in effetti che la Fed inverta parte delle proprie politiche accomodanti nel 2010, il che è comunque anticipato dal mercato. Ciò nonostante, quando questo fatto avverrà, il mercato potrebbe correggere, anche se riteniamo che la correzione sarà temporanea». I FONDI&SICAV/Marzo 2010 79 PREVIDENZA QUALE PENSIONE PER I CONSULENTI DEL LAVORO? Bravi a consigliare, ma non per se stessi di Andrea Milesio in collaborazione con Epheso Ia roseguiamo il cammino tracciato sul tema della previdenza approfondendo nel dettaglio la categoria dei consulenti del lavoro. I consulenti del lavoro sono professionisti il cui ruolo è divenuto centrale per P il mercato del lavoro e lo sviluppo dell’economia italiana. La categoria, che tutela 7 milioni di rapporti di lavoro, non smette di crescere: basti pensare che nel 1979 gli iscritti all’ordine erano circa 15 mila, mentre oggi sono di- ventati 24 mila. Un incremento percentuale complessivo pari al 60% circa. Notevole anche la percentuale di coloro che si sono iscritti agli albi negli ultimi cinque anni: circa il 28% del totale. Una crescita esponenziale che Sta crescendo in misura esponenziale il numero dei professionisti che offrono la loro consulenza ai lavoratori e ormai sono oltre 24 mila in tutta Italia. A provvedere alla loro vecchiaia è l’Empacl, cui è obbligatorio iscriversi e che chiede una contribuzione fissa di 2.750 euro all’anno. La tutela fornita a chi di contributi si occupa di mestiere è decisamente insoddisfacente ed è necessario integrarla con altre soluzioni finanziarie, se si vuole mantenere un livello di reddito accettabile anche dopo che è avvenuto il ritiro definitivo dall’attività 80 FONDI&SICAV/Marzo 2010 INVESTIRE IN CINA Un nuovo libro La famiglia a scuola di finanza In libreria, in questi giorni, il testo dal titolo “La pianificazione patrimoniale della famiglia – Percorso di educazione finanziaria, previdenziale, assicurativa, immobiliare, fiscale e successoria”, edito da Buffetti editore, che ha l’ambizione di fornire un contributo diverso rispetto ai soliti libri in circolazione. L’autore, Andrea Enrico Milesio, non è nuovo a questo tipo di iniziativa e gli importanti numeri delle copie vendute dei suoi ultimi libri sono la prova di come un tema come l’educazione finanziaria non abbia ancora saturato l’esigenza del sapere del risparmiatore. Da sempre impegnato nella divulgazione della materia finanziaria e previdenziale anche attraverso le sue esperienze professionali passate e presenti, l’autore, con grande responsabilità, vuole essere tra i portavoce della semplicità di un linguaggio finanziario facile e aggiornato quale garanzia di comprensione per tutti i lettori. Diversi i tentativi di fare diventare la finanza una materia alla portata di tutti, ma molto raramente attraverso la creazione di un manuale completo e di facile lettura che fornisca alla famiglia tutte le informazioni per operare nelle proprie scelte finanziarie e non solo, con maggiore consapevolezza e con un adeguato bagaglio di conoscenza necessario per fronteggiare la giungla di norme, innovazioni di prodotto e scenari di mercato, difficili da monitorare anche per gli stessi operatori di settore. Non è il solito tomo per l’investitore già avvezzo alla materia, ma una guida per tutti coloro che volessero approfondire qualsiasi aspetto sia assicurativo sia previdenziale, ma anche immobiliare, fiscale e successorio. Numerosissimi i richiami ai siti web per traghettare il risparmiatore verso ulteriori approfondimenti, che rendono il libro dinamico e interattivo. ha abbassato l’età media degli iscritti, visto il gran de numero di giovani che continuano ad iscriversi presso gli ordini provinciali. Costante e progressiva anche la crescita della componente femminile. Le consulenti del lavoro rappresentano, a livello nazionale, quasi il 43% del totale degli iscritti; molte di loro ricoprono inoltre il ruolo di dirigenti di categoria negli organi territoriali dell’ordine. QUALE PENSIONE? L’Ente nazionale previdenza e assistenza consulenti del lavoro (Enpacl) è nato con la legge 23 novembre 1971 n. 1.100 ed è stato privatizzato in forma di associazione dal 02 agosto 1995. Si prefigge, quale scopo principale, lo svolgimento di tutte quelle attività finalizzate alla gestione ed erogazione della previdenza e assistenza a favore degli iscritti. L’ente svolge inoltre tutti gli altri compiti di previdenza, solidarietà e mutua assistenza compatibili con le disponibilità di bilancio. L’iscrizione all’ente è obbligatoria per tutti i consulenti del lavoro iscritti all’albo professionale. Coloro che sono iscritti obbligatoriamente ad altro ente di previdenza per liberi professionisti non hanno l’obbligo di iscrizione all’Enpacl; pur restando iscritti all’albo dei consulenti del lavoro, sono esonerati dall’obbligo del versamento del contributo soggettivo all’Enpacl, ma l’esonero non vale per il contributo integrativo. LA CONTRIBUZIONE La contribuzione obbligatoria è di due tipologie: soggettiva e integrativa. La contribuzione soggettiva è in cifra fissa pari a 2.570 euro annui (per il 2009, di anno in anno rivalutata all’inflazione). Esiste poi un ulteriore contributo solidale per la maternità di 87,80 euro. Sono previste riduzioni del 50% per i primi tre anni, se all’iscrizione l’età è inferiore a 35 anni oppure per soggetti iscritti ad altri enti previdenziali. I contributi soggettivi obbligatori sono deducibili ai fini fiscali. Conviene ricordare che, avvalendosi della eventuale riduzione al 50%, si avrà una proporzionale riduzione della pensione al momento del calcolo. Come si può notare, la contribuzione soggettiva non è proporzionata al reddito effettivo e ciò ovviamente si riflette anche sulle prestazioni concesse dall’ente. La contribuzione integrativa prevede che sui corrispettivi che rientrano nel volume di affari ai fini Iva, relativi all’esercizio dell’attività professionale FONDI&SICAV/Marzo 2010 81 PREVIDENZA QUALE PENSIONE PER I CONSULENTI DEL LAVORO? di consulente del lavoro, si applichi una maggiorazione pari al 2%, con diritto di rivalsa sul cliente, da versare all’ente, indipendentemente dall’avvenuto pagamento da parte del cliente. Diversamente da quanto accade per altri enti dei liberi professionisti, il contributo integrativo viene conteggiato nell’importo della pensione. Inoltre, l’iscritto che possa fare valere almeno 10 anni di contribuzione, anche non continuativa, ovvero tre anni di contribuzione nel quinquennio precedente alla domanda, può essere ammesso alla prosecuzione volontaria del versamento dei contributi. L’importo del contributo corrisponde a quello in vigore nell’anno di presentazione della domanda. La contribuzione volontaria può essere praticata anche da consulenti che, successivamente al 31 dicembre 1991, hanno optato per altra cassa di previdenza per liberi professionisti. In questo caso il contributo annuo volontario sarà maggiorato dell’interesse al tasso legale fino alla data del versamento. Anche questo tipo di contribuzione, come quella obbligatoria o da riscatto, è deducibile dal reddito. Esiste poi la contribuzione da riscatto. Sono riscattabili il periodo legale per il conseguimento del titolo che permette l’accesso alla professione di consulente del lavoro, il servizio militare, il servizio civile sostitutivo, servizi di praticantato senza abilitazione (quest’ultimo per un periodo non superiore ai due anni). Inoltre il consulente che ha versato il contributo soggettivo in misura ridotta può richiedere il riscatto delle quote contributive non versate. Il diritto può essere esercitato una sola volta e obbligatoriamente prima del 55° anno di età. Secondo quanto specificato dal D.lgs. 2 febbraio 2006, n. 42 e successive modificazioni di cui alla L. 247 del 24 dicembre 2007, è possibile operare anche la totalizzazione dei contributi da/verso altri enti previdenziali. delle capacità lavorative. I requisiti sono almeno 10 anni di iscrizione e contribuzione, cinque in caso di infortunio. Per inabilità si intende la perdita permanente e assoluta della capacità all’esercizio della professione. I requisiti sono cinque anni di iscrizione e contribuzione e si prescinde dall’anzianità in caso di infortunio. Per la pensione ai superstiti i requisiti sono il decesso del pensionato (reversibilità) oppure il decesso dell’assicurato (indiretta) e 10 anni di iscrizione e contribuzione, cinque in caso di infortunio. MISURA PER IL CALCOLO DELLA PENSIONE P = C*(100%+3,33%*(Ac-30)) + Mci*R LA PENSIONE DI ANZIANITÀ E VECCHIAIA • • 58 anni di età e 35 anni di contribuzione o 40 anni di contribuzione. Per quest’ultimo requisito non è obbligatoria la cancellazione dall’albo e consente la successiva maturazione di supplementi pensionistici. 65 anni di età e 30 anni di contribuzione e iscrizione. LE PENSIONI DI INVALIDITÀ, INABILITÀ E SUPERSTITI Per invalidità si intende la perdita permanente e assoluta di almeno 66,67% 82 FONDI&SICAV/Marzo 2010 C Ac Quota base di 8.772,99 E. Anni di contribuzione maturati. La maggiorazione del 3,33% va considerata soltanto se Ac è maggiore di 30. Per gli anni in cui si versa la contribuzione ridotta l’anzianità e proporzionalmente ridotta. Mci Somma dei contributi integrativi o marche Russo Spena apposte sino al 1991. R 7,5% per le marche Russo Spena, 10% per i contributi integrativi a tutto il 2001, 8% per i contributi integrativi versati dal 2002. INVESTIRE IN CINA N.B. Per la pensione di invalidità 70% di quanto spetterebbe per vecchiaia e per i superstiti come per vecchiaia (compresa maggiorazione di 10 anni) applicando le seguenti riduzioni: • 60% al coniuge • 80% al coniuge avente a carico un figlio minorenne • 100% al coniuge avente a carico due o più figli minorenni • 60% in mancanza del coniuge a un figlio minorenne • 80% in mancanza del coniuge a due figli minorenni • 100% in mancanza del coniuge a tre figli minorenni IL COORDINAMENTO DELLE POSIZIONI CONTRIBUTIVE La frammentazione storica degli enti di previdenza e la sempre più frequente mobilità dell’impiego, richiedono una attenta ricostruzione e valutazione della vita contributiva. In presenza di situazioni articolate a favore di diversi regimi previdenziali, la legislazione vigente può prospettare diverse soluzioni di coordinamento, volte a riconoscere mutualmente i contributi accreditati e ottenere prestazioni pensionistiche similari ai casi più semplici. La ricongiunzione delle posizioni contributive è la prima opzione disponibile. L’istituto della ricongiunzione è uno strumento che consente al professionista di valorizzare, ai fini previdenziali, posizioni assicurative aperte presso due o più diverse gestioni pensionistiche in relazione a diverse attività lavorative svolte. La ricongiunzione, di norma onerosa, consente di accentrare la propria posizione assicurativa presso un unico ente che eroga la pensione in relazione alla maggiore anzianità così maturata. Sulla base della legge 45/90, sono ricongiungibili, con onere a carico del richiedente, periodi di contribuzione Inps ad altri fondi sostitutivi e periodi di lavoro autonomo o di libera Tasso di sostituzione atteso al variare dell’età a oggi 30% 28,3 25% 27,3 26,1 25,1 24,1 23,7 20% 15% 10% 5% 0% 50 45 40 35 30 25 Età ad oggi Reddito 50.000 euro Lordi – Età inizio attività 28 (profili in pensione a 65 anni di età con 37 anni di contributi) professione. L’opzione da poco introdotta, con la legge 243, è quella della totalizzazione dei contributi. L’istituto della totalizzazione, le cui procedure sono gratuite, consente, in presenza di posizioni assicurative aperte presso due o più diverse gestioni pensionistiche, a determinate condizioni, di valorizzare le singole quote senza la necessità di accentrarle. In pratica ogni ente liquida una quota, anche se il pagamento viene poi effettuato per intero da un unico ente. Secondo quanto specificato dal D.lgs. 2 febbraio 2006, n. 42 e successive modificazioni di cui alla L. 247 del 24 dicembre 2007, è possibile operare anche la totalizzazione dei contributi da/verso altri enti previdenziali. Si possono totalizzare spezzoni contributivi di durata superiore a tre anni maturati in qualsiasi altro ente di previdenza obbligatoria. Il calcolo delle prestazioni, se l’anzianità effettiva dello spezzone è inferiore al requisito di contribuzione per vecchiaia, applica il sistema contributivo di calcolo. Sono conseguibili solo pensioni al 65° anno di età oppure con 40 anni di contribuzione accreditata. La pensione di vecchiaia di anzianità, di invalidità totale e l’ammontare complessivo della pensione ai superstiti sono integrati al trattamento minimo dei lavoratori dipendenti con le stesse regole in merito alla concessione. CONCLUSIONE In conclusione, per una migliore analisi quantitativa, si riporta sopra il grafico dei tassi di sostituzione attesi della categoria (pensione/ultimo reddito professionale) per diverse fasce di età a oggi. Sia i redditi, sia le pensioni sono al lordo delle eventuali tasse e contributi di legge. E’ facile comunque rilevare quanto il problema della integrazione previdenziale sia importante, anche per chi è in età avanzata e quindi con margini di risparmio individuale significativamente ristretti rispetto alle giovani generazioni. La tutela previdenziale obbligatoria, di chi di previdenza si occupa di mestiere, è decisamente insoddisfacente. I FONDI&SICAV/Marzo 2010 83 MY LIFE, MY STYLE - VIAGGI Testo e fotografie di Andrea Ferrari Sudafrica, safari per bambini P er chi ama i viaggi e l’avventura e ha l’Africa nel cuore, ma non riesce mai a separarsi dai suoi bambini, ecco il messaggio: portare i bambini piccoli in Africa, nella savana, in tutta sicurezza, si può. E la gioia di vedere il tuo bambino emozionarsi, con i suoi occhi grandi e il suo cuore curioso, davanti al branco di elefanti, è davvero indimenticabile, senza prezzo! Sono diverse le obiezioni che vengono spesso sollevate: la sicurezza, innanzitutto, i rischi sanitari, il jet-leg, l’alimentazione, le troppe ore in volo o in auto. Questo vale per ogni viaggio con i bambini piccoli. Certo, è necessario pianificare un po’ le cose, senza essere incoscienti, ma anche senza farsi troppi problemi. E poi bisogna cercare di pensare un po’ con la loro testa. Per l’Africa, il problema è cercare una regione che sia sicura e che sia non malarica, per evitare rischi di salute e non fare profilassi. Il Sudafrica, la «nazione arcobaleno», è forse l’unico paese che offre aree con queste caratteristiche. Non sono tante le zone malaria-free: l’area di Città del Capo, le regioni a nord di Port Elizabeth, gli altipiani a nord di Johannesburg. 84 FONDI&SICAV/Marzo 2010 Cape Town è una città “europea”, sicura e tranquilla: offre discrete opportunità per i bambini, come la visita alla colonia di pinguini di Boulder beach; ma la savana è un’altra cosa. L’Africa vera è quella dei safari. E sono pochi i lodge che accettano bambini sotto i cinque-sette anni sulle jeep scoperte dei game-drive. Un’eccezione particolare è il River bend lodge, adiacente all’Addo elephant national park, a nord di Port Elizabeth. Il paesaggio dell’Addo non è molto vario: protegge enormi branchi di elefanti, regali e maestosi, ma la fauna è meno facile da avvistare che in altre regioni africane. Ma il River bend è un lodge splendido, in stile coloniale, ed è proprio family-oriented, dedicato alle famiglie con i bambini, con tante accortezze: una fra tutte è che ti apparecchiano il tavolo per pranzare dove vuoi tu, in sala da pranzo, sul prato, in piscina o in camera. Non è un posto economico, ma fuori stagione costa davvero la metà. Inoltre, possiede di fatto una propria riserva privata, la Intsomi reserve, un luogo magnifico dove passeggiano eleganti le giraffe e varie specie di antilopi. Il soggiorno al River bend, per il nostro bambino di soli due anni, è stato un’esperienza incredibile, che ricorda anche ora che è cresciuto. MY LIFE, MY STYLE - VIAGGI Tre anni dopo siamo tornati in Sudafrica: volevamo ancora sentire l’odore della terra rossa, il freddo sulla faccia all’alba, quando escono le jeep; provare il gusto della colazione nella savana, o dell’aperitivo dopo il tramonto, fermi sulle piste di terra rossa; volevamo vedere, stavolta, leoni e leopardi. Ed eccoci a Johannesburg, da dove si scappa in fretta, ben scortati (l’aeroporto è tutto ciò che è necessario vedere!). Sugli altipiani a nord, sono diverse le aree protette. La Mabula game reserve regala scenari molto coreografici e grossi erbivori di tutti i tipi. Ha aree delimitate per i predatori, cosa che può non piacere del tutto ai puristi della wilderness, ma che permette l’emozione di un safari a cavallo, senza rischio di essere sbranati; avvicinandosi con cautela ai branchi di zebre e giraffe, ma anche ai rinoceronti. Ma il posto migliore è probabilmente la Madikwe game reserve, con i suoi 75 mila ettari, una della più grandi aree protette del Sudafrica, situata vicino al confine con il Botswana, casa dei Big five. Qui la natura africana regna incontrastata e incontaminata. Diversi lodge, dai più lussuosi a quelli più spartani, regolano l’accesso alla riserva (noi siamo stati al Madikwe river lodge, che consigliamo anche per il buon rapporto qualità-prezzo); ma l’area è così grande che si gira per ore, nei game-drive, senza incontrare essere umano. Mentre sono assicurati gli incontri con i leoni, il cui ruggito di notte toglie davvero il sonno, i branchi di elefanti, le bellissime giraffe, i preistorici rinoceronti, ma anche avvistamenti più rari come iene, licaoni, leopardi e ghepardi. La serenità delle cene intorno al fuoco, nel boma del lodge, o l’emozione (e la paura, a essere onesti) della cena nella savana circondati da alti fuochi, ma anche da inquietanti barriti e ruggiti… O le ore rilassanti, tra il game-drive della mattina e quello del pomeriggio, sulla veranda di legno, sognando a occhi aperti, mentre sfogli i bellissimi libri fotografici sulla fauna africana, gustandoti le emozioni appena vissute e quelle da rivivere nelle prossime ore; o inventando giochi per un bambino fortunato e felice. I FONDI&SICAV/Marzo 2010 85 MY LIFE, MY STYLE - RISTORANTI a cura di Alberto Cauzzi www.passionegourmet.com Faccani è per tutti C onosco Alberto Faccani dal 2004. Il ristorante Magnolia venne aperto nel 2003 e festeggiai con lui, al telefono, l’ambito traguardo, raggiunto nel 2005, della stella Michelin. Tra i primi appassionati a essermi seduto al suo desco ricordo una cucina, in quegli anni, arrembante, scomposta, in fermento. Una cucina che spesso eccedeva, usciva dal binario, non per mancanza di tecnica, ma per il naturale impeto giovanile a volere fare bene, che spesso porta a strafare. Ecco quindi le prime timide apparizioni nei patti delle derive modaiole ispaniche abbinate a qualche ingrediente di troppo, spesso inserito a sproposito. La stoffa c’era, l’intelligenza pure, mancava solo un pochino di maturità. Certo, parlare di maturità per Alberto può sembrare un controsenso. Eterno ragazzino, con quella sua aria da folletto vispo, sempre curioso e ansioso di capire come gira il mondo e cosa lo circonda, immaginarlo maturo e posato è uno sforzo immane. Eppure la sua maturità è stata raggiunta, almeno dal punto di vista culinario. Le sue preparazioni si sono raffinate, sempre più concentrandosi, nei sapori e nelle dimensioni. Ha abbandonato una sorta di ridondanza barocca per concentrarsi su pochi elementi, ben distinti. Ha assunto anche un atteggiamento molto orientato al cliente. Ecco così trovare sulla carta piatti che soddisfano i palati più esigenti, anche la critica, con piatti più semplici e comprensibili per il pubblico. Ha cambiato location, spostandosi in centro e ristrutturando un locale con sobrietà ed eleganza. Ha rinforzato e migliorato la squadra in cucina e quella in sala, rendendo il servizio degno di traguardi anche maggiori. Ha deciso di tenere aperto tutte le sere e di non chiudere mai. Alberto si è trasformato in un imprenditore, in un abile ristoratore, lavorando su un incipit fondamen- 86 FONDI&SICAV/Marzo 2010 tale: la continuità. Che si ottiene con una cucina comprensibile a 360 gradi, con un servizio attento e presente, con prezzi competitivi. Ecco quindi un parto felice, quel noci e nocino che abbina la terrina di foie gras, ottenuta MY LIFE, MY STYLE - RISTORANTI con un apposito stampo a forma di noce, affiancata da gelatina di nocino, gherigli di noce sbriciolati. Un piatto concentrato, originale, persistente. Un classico: il baccalà mantecato, galletta di Parmigiano e misticanza aromatica, piatto che, seppure rivisto, è ormai una portata storica di Alberto, con quelle briciole di biscotto di parmigiano che osano non poco. Ottima e decifrabile la catalana di mazzancolle, frutta e verdura così come didascalico l’infuso brodettato di pesci e crostacei, una moderna e attuale interpretazione del brodo di pesce, con citazioni botturiane nelle cotture separate dei singoli pesci e un brodo concentrato e maschio a completare. Ottimo, modaiolo, il riso mantecato con vongole, polvere di alghe e limone. Una preparazione da cui Alberto è uscito vincitore, prima di tutto per avere usato il nome appropriato, riso e non risotto, e poi per la cottura, la mantecatura e la preparazione, davvero tutte centrate. Un plauso sincero al maitre e a tutto il servizio, per avere sopportato noi e i nostri bambini, entrambi alle prese con capricci diversi. Per il vino noi e per i piatti i bimbi. Anche questo è importante. Per concludere, ripensando al nome del locale, mi è tornato in mente il film di Paul Thomas Anderson che racconta la storia di un insieme di vite il cui filo conduttore è la ricerca disperata di qualcosa che possa rendere completa la vita, un confronto con se stessi e con il proprio desiderio di essere compresi e amati. Che sia questo che ha ispirato Alberto? Direi di sì, Alberto, adesso puoi piacere a tutti. I LA SCHEDA Ill pregio: una cucina che può soddisfare tutti. Il difetto: il brutto cartello di segnalazione all’ingresso. Ristorante Magnolia Via Trento 31 47042-Cesenatico Tel 0547.81598 www.magnoliaristorante.it Menù degustazione: da 42, 48, 60, 80 euro. Alla carta: 70 euro. Coperti: 40. Visitato nel mese di gennaio 2010. Per maggiori informazioni visitate il sito www.passionegourmet.com FONDI&SICAV/Marzo 2010 87 MY LIFE, MY STYLE - VINO a cura di Enoteca Ronchi La casa del Collio C he i friulani abbiano un carattere chiuso, diffidente dell’estraneo in prima battuta? Certo, il territorio e la storia sono lì a dimostrare che il Friuli negli ultimi secoli è stato per il continente europeo e le sue genti una gigantesca porta verso il mondo dell’est, una cerniera est-sud, dove per sud fino a 500 anni or sono si intendeva un centro di inequivocabile civiltà. Dal silenzio che sale dalla pianura avverto quasi un’inquietudine che colpisce il visitatore lombardo. Gli angoli di pace vera sono da cercare negli isolamenti della solitudine e non si trovano liberamente sciolti in soluzione negli insediamenti umani, più caotici e comunicativi. Un silenzio che parte dalla gente che abita questi luoghi e che si trasferisce a un terreno che sembra assorbire internamente ogni fonte di rumore, che si propaga con lentezza e muore rapidamente, soffocato e come isolato, incapace di attirare a sé altre fonti sonore. Qui la vite, se potesse recarsi in banca ad accendere un mutuo, lo farebbe sicuramente come prima casa! E a tasso agevolato. Il Collio, anch’esso con incoscienza transfrontaliera, si estende “a sorriso” a est e a ovest di Cormons, che ne costituisce il baricentro geografico e ombelico eroico. Ed è così che lo sguardo del visitatore può oggi balzare sui gradoni e le terrazze vitate, come un bimbo di città in gita fuori porta raggiunge il punto più alto, scende a perdifiato sull’altro crinale, si abbassa sotto un filare, balza sopra un piccolo canale, sbuca in una radura con un mulino per la macina, accelera ancora verso le viti zigzagando a cento all’ora, per poi ricominciare a salire più in là, oltre il tempietto isolato. Si riposa spesso su ampie zone boscose, per poi spaziare sulla pianura incorniciata, all’orizzonte, dallo scintillare del mare. L’aria è frizzante come qui spesso lo è. 88 FONDI&SICAV/Marzo 2010 Le colline sono diverse che altrove. Non nascono l’una dall’altra, in sequenza senza soluzione di continuità, come per esempio, restando legati ad altri enoici distretti italici, le Langhe o l’Oltrepò. No, qui le colline sembrano sinuose lame piantate nel piatto terreno, creste dorsali di giganteschi mammiferi preistorici che si ergono dalla pelle. Salgono subito in modo violento a un’altezza di 100-150 metri dalla pianura circostante e non si articolano con ulteriori balzi in altezza, ma si sviluppano sinuosi in lunghezza, con andamenti paralleli o divergenti le une con le altre, a costruire un complesso di gole che non sembrano tali solo perché ovunque ricoperte da vegetazione rigogliosa, vigneti, boschi, foreste. Mi piace eleggere Cormòns a ruolo di capitale di questo distretto trans-frontaliero, perché questa cittadina ha un atteggiamento, un’aria di posto di frontiera, di confine. Quell’atmosfera che amo e che cerco sempre nei posti che vado a visitare. I FONDI&SICAV CONOSCERE PER INVESTIRE AL MEGLIO Anno 3 - Numero 18 - Marzo 2010 Giocare in difesa Gli obbligazionari per non correre rischi Etf I prodotti per sbarcare a Wall street Consensus Usa È quasi ottimismo sulla ripresa &Sicav - Marzo 2010 Fondi& numero 18 – Anno 3 Direttore Giuseppe Riccardi Coordinamento redazionale e direttore responsabile Alessandro Secciani Ufficio studi Luca Brambilla, Boris Secciani Caporedattore Massimiliano D’Amico Progetto grafico e impaginazione Alfredo Rampanelli Collaboratori Stefania Basso, Alberto Cauzzi, Davide Cimabue, Alessandro Coltella, Luigi Cossu, Andrea Ferrari, Veronica Furiano, Andrea Milesio, Enoteca Ronchi, Rocki Gialanella, Dario Palladini, Gloria Valdonio. Segreteria di redazione Maria Luisa Crepaldi Redazione, amministrazione e pubblicità Viale San Michele del Carso 1 20144-Milano Tel. 02.320.62.55.67 - 02.91.70.10.30 Fax 02.91.70.10.29 Pubblicità Matteo Gallizio [email protected] Casa Editrice GMR srl Viale San Michele del Carso 1 20144-Milano Stampa Poggi Tipolito srl via Galileo Galilei 9/B Assago-Milano Autorizzazione n. 297 dell’8 maggio 2008 del Tribunale di Milano 90 FONDI&SICAV/Febbraio 2010