IN DIFESA CON GLI OBBLIGAZIONARI
18 - GIOCARE
N.
FONDI&SICAV - MARZO 2010 -
FONDI&SICAV
CONOSCERE PER INVESTIRE AL MEGLIO
Giocare in difesa
Gli obbligazionari
per non correre rischi
Etf
I prodotti per sbarcare
a Wall street
Consensus Usa
È quasi ottimismo
sulla ripresa
Anno 3 - Numero 18 - Marzo 2010
EDITORIALE
Non solo borse
uando si parla di investimenti, chissà perché, sembra che esistano solo le borse. Le borse mondiali
bruciano X miliardi in una sola giornata, New York
chiude a +Y%, l'indice della borsa di Milano cede lo Z%:
questi i titoli più ricorrenti su tutti i media. E le obbligazioni? Sicuramente parlare di obbligazioni è meno "appealing",
che potremmo tradurre con "più noioso"...
Per un titolo a tutta pagina è molto più interessante la
crescita o la caduta a doppia cifra delle economie emergenti che una variazione di qualche decimo nei tassi di interesse, anche se a livello globale la seconda ipotesi creerebbe volumi decisamente più importanti.
Recentemente però qualcosa è cambiato. Il punto di
svolta penso sia stato il rendimento zero (in qualche asta
perfino negativo, se consideriamo anche le commissioni)
dei Bot, che per il nostro Paese rappresentano il benchmark
obbligazionario per eccellenza. Credo sia importante continuare a discutere e a comprendere le implicazioni dell'investimento obbligazionario anche per una considerazione
Q
puramente quantitativa: circa
l'80% degli investimenti degli
italiani finisce in questa tipologia di prodotti.
Fondi&Sicav ha da sempre dedicato molta attenzione alle obbligazioni e in questo numero abbiamo voluto GIUSEPPE RICCARDI
parlarne nel pezzo di copertina per dare loro ancora più risalto. Circa 30 pagine per analizzare nel dettaglio le diverse tipologie di bond (tasso fisso o variabile, governativi,
corporate, high yeld, emergenti, in valuta), per orientarsi in
un mondo a molti oscuro.
Sempre più in futuro la componente obbligazionaria
di un portafoglio di investimento rappresenterà la parte
su cui non si potrà sbagliare per non pregiudicare il rendimento totale dei propri risparmi e quindi sempre più sarà
necessario sapersi muovere (ed essere ben consigliati)
anche nel variegato mondo obbligazionario.
Bot people, che farai?
ra proprio un bel mondo quello che l’intero pianeta la e sarà così ancora per un bel po’. Ci si trova di fronte, di
aveva a disposizione fino a un paio di anni fa. C’era la fatto, a un cambiamento strutturale epocale, che richiederà
sensazione che il rischio non esistesse: non solamen- molta capacità sia da parte degli investitori privati, sia da
te si andava sui mercati azionari e si riportava quasi sempre parte degli operatori. Non è un caso che a febbraio i fondi
a casa un guadagno (qualche crisi c’era, è vero, ma si chia- di liquidità abbiano perso capitali per 2,4 miliardi nella somavano opportunità di acquisto...), ma chi voleva proprio la Italia: la gente fugge da un investimento che ormai non
stare tranquillo si comprava il suo portafoglio di obbliga- rende più.
zioni e si trovava un guadagno minimo di almeno l’1-2% Ma se è facile capire da dove fuggire, meno facile è comreale, vale a dire depurato del costo dell’inflazione. Persino prendere dove rifugiarsi. E qui sta la vera sfida epocale dei
i Bot, titoli di liquidità per eccellenza, anche se da qualche professionisti della finanza. Per certi versi è un compito imanno non offrivano certo grandi rendimenti, in una situazio- mane ed entusiasmante: trovare porti sicuri e redditizi a rine di inflazione bassa, davano le loro piccole soddisfazioni. sparmiatori che hanno una scarsa propensione al rischio, ma
Oggi è tutto cambiato e, in certi casi, tenere i soldi sotto il una propensione ancora minore a vedere i rendimenti a zero o addirittura sotto zero. Occorrerà sapere
classico materasso è letteralmente più conridisegnare portafogli, dare spazio alla fanveniente che investirli in liquidità. Quel
tasia, creare e trovare prodotti sicuri e demondo di tranquilli guadagni senza preoccorrelati con i mercati, sapere aggiungere un
cupazioni sembra svanito nel nulla.
pizzico di rischio (ma solo un pizzico) per
A questo punto che fare? La risposta è bafornire qualche rendimento extra. Insomma,
nale e in parte un po’ brutale: prendere dei
una grandissima occasione per il mondo del
rischi, oppure accettare che il denaro non
risparmio, ma anche il pericolo di mettere in
renda di fatto nulla. E’ vero che l’inflazione
gioco la propria credibilità. Saranno tutti alè scesa quasi a zero, ma dagli investimenti
in liquidità non si può di fatto ricavare nulALESSANDRO SECCIANI l’altezza?
E
FONDI&SICAV/Marzo 2010
3
MARZO N°18
SOMMARIO
S O M M
6
16
Sta tornando in maniera massiccia il fly-to-quality da parte degli investitori,
anche se le borse mondiali a febbraio hanno messo a segno una piccola crescita.
Le emissioni greche e spagnole sono oggi in ipervenduto e potrebbero costituire
una buona opportunità speculativa, anche se è presente il timore di contagio nei
confronti delle economie più deboli dell’area euro
I portafogli
di Mc Gestioni
Giocare in difesa con
gli obbligazionari
TROPPE INCOGNITE
&
PROMOTORI CONSULENTI
FONDI&SICAV
Sui fondi che puntano sui bond
governativi pesano i molti dubbi legati a
un potenziale ritorno delle banche centrali
a una politica monetaria restrittiva, a
un’accelerazione della crescita economica
e al profilarsi dello spettro dell’inflazione.
Ma sul settore grava soprattutto
l’incognita di un forte aumento dello stock
del debito pubblico nei paesi sovrani. I
gestori preferiscono ancora i corporate,
anche se le performance non saranno
paragonabili a quelle del 2009, e
formulano previsioni positive per il
comparto dei titoli high yield
Marzo 2010
Mario Comana,di Ubi Bpi:
«Cresciamo più del mercato»
Donne Pf
Raccolta in netta crescita per la controllata private banking del gruppo
bancario bresciano, anche grazie alla normativa che ha consentito il rientro
dei capitali in Italia. «Siamo orgogliosi di avere intercettato una parte
molto superiore alla nostra quota di mercato». A differenza di quanto
accade in molte altre reti, c’è grande interesse anche per la parte
previdenziale, con oltre il 15% del gestito nel settore assicurativo vita. Ed è
in corso di lancio una piattaforma che permette un’analisi completa
sull’intero portafoglio del cliente
Intervista
46
PARLA MARIO
COMANA,
PRESIDENTE
DI UBI BPI
Ancora
una minoranza
Donne nella
50
Donne Pf/2
Quelle che hanno
fatto strada
professione/1
ANCORA
TROPPO POCHE
Parlano alcune manager del settore e raccontano come sono riuscite ad
affermarsi in un campo difficile e impegnativo come il collocamento di
prodotti finanziari. «Oggi molte di noi hanno la preparazione e le
competenze per entrare a pieno titolo nella famosa stanza dei bottoni».
E c’è chi fa notare che proprio la mancanza di orari fissi e la capacità di
pianificare il proprio tempo siano tutti elementi largamente favorevoli
alla crescita del genere femminile in questo lavoro
Ricerca Fineco
Il futuro
è nella consulenza
4
Il genere femminile è scarsamente rappresentato nella maggior parte
delle reti. Fra i semplici operatori è già molto quando raggiunge il
10% dei pf impegnati in una società, mentre fra i quadri dirigenti le
percentuali sono ancora più modeste. L’interesse primario per la
famiglia da parte di molte, ma anche l’incapacità dei selezionatori di
individuare fra le candidate personalità adatte ad affermarsi sono le
cause di questo trend. Eppure le potenzialità ci sono
/
FONDI&SICAV Marzo 2010
Donne nella
54
professione/2
NOI CE L’ABBIAMO
FATTA
MARZO N°18
SOMMARIO
A R I O
La money manager è una delle poche donne
presenti ai vertici delle classifiche di Citywire e ha
ottenuto ottimi risultati nell’azionario americano
grazie a un’attenta selezione dei titoli e a un
metodo che permette di monitorare i mercati e
soprattutto i diversi risultati aziendali con estrema
attenzione. I ritorni sono stati eccellenti,
soprattutto nel terribile 2008, quando il fondo ha
battuto il benchmark di oltre 16 punti percentuali
L’intervista al gestore
A CACCIA DI SOCIETÀ
SANE
Una rassegna di fondi indice che investono nelle società degli Stati
Uniti, che restano, nonostante la crisi e la crescita dell’Asia,
l’economia numero uno al mondo e soprattutto la più innovativa.
L’offerta è variegata e comprende prodotti con una larghissima
diversificazione, ma anche altri specializzati nella tecnologia, nelle
small cap o nelle azioni con i migliori dividendi. C’è anche chi
sceglie indici di riferimento ecologici o punta sui ribassi dei mercati
Diffuso ottimismo da parte dei money manager sulla situazione economica
degli Stati Uniti. Il settore manifatturiero e i servizi appaiono in netto
recupero e molti fanno notare che la ripresa oltre oceano è sicuramente più
robusta che in Europa. Anche la disoccupazione, pur in crescita, sembra
diminuire la sua forza e il recente piccolo incremento dei tassi da parte della
Federal reserve è stato alla fine recepito come un elemento positivo. Certo
però non mancano i problemi: gli immobili sono ancora in crisi, il deficit
dello stato sta salendo alle stelle ed è sempre più fondamentale per
sostenere il Pil, le finanze degli enti locali sembrano sull’orlo del tracollo
Sta crescendo in misura esponenziale il numero dei professionisti
che offrono la loro consulenza ai lavoratori e ormai sono oltre 24
mila in tutta Italia. A provvedere alla loro vecchiaia è l’Empacl, cui
è obbligatorio iscriversi e che chiede una contribuzione fissa di
2.750 euro all’anno. La tutela fornita a chi di contributi si occupa
di mestiere è decisamente insoddisfacente ed è necessario
integrarla con altre soluzioni finanziarie, se si vuole mantenere un
livello di reddito accettabile anche dopo che è avvenuto il ritiro
definitivo dall’attività
3
Editoriale
6
Radar finanziario
14
Notizie in breve
62
Etf Usa
PER SBARCARE
A WALL STREET
66
Consensus sugli Usa
E LA NAVE VA
72
Previdenza
BRAVI A
CONSIGLIARE, MA
NON PER SE STESSI
80
84
My Life, My style
/
FONDI&SICAV Marzo 2010
Rubriche
5
Fortis vende la partecipazione in Artemis ad Amg e
tutto il team di controllo di Artemis.
La banca belga-olandese, una controllata di Bnp
Paribas, è stata sotto pressione per la cessione di
asset no core da quando le autorità europee hanno
dato il via ai cambiamenti per sostenere i bilanci
bancari. Una volta completata la transizione, Amg
controllerà la maggiore partecipazione in Artemis.
RADAR
Il dollaro si apprezza dopo il rialzo della Fed.
Mentre l’ammontare del rialzo è stato ben chiaro
dall’inizio, la sua tempistica ha sorpreso i mercati:
gli investitori hanno dovuto riaffrontare il
problema di come l’economia e le imprese
reagiranno non appena le banche centrali
cominceranno a togliere l’appoggio al credito e a
sviluppare politiche monetarie restrittive, a partire
dai tassi più alti.
Il Brasile mostra segni di
affaticamento.
I dati dei flussi di Bny Mellon
mostrano net outflow per quattro
giorni consecutivi nella parte equity
del mercato brasiliano alquanto
insoliti negli ultimi dodici mesi. In
aggiunta gli inflow nel paese sono
scesi drasticamente.
6
FONDI&SICAV/Marzo 2010
Gli investitori controllano l’equity, mentre cresce
la crisi del debito europea.
Bank of America Merrill Lynch ritiene che la crisi
greca inizi a somigliare a una ripetizione della crisi
asiatica degli anni ‘80 e consiglia agli investitori
di stare alla larga dall’equity: i mercati azionari,
secondo l’istituto Usa, rimarranno sotto pressione
finché i costi per assicurare il debito europeo
continueranno ad aumentare.
FINANZIARIO
Gli ultimi dati di Lipper mostrano che il Regno Unito e la
Germania sono stati i due paesi con la maggior crescita di
asset nel 2009.
Nel 2009, l’industria europea dei fondi ha visto un aumento
delle masse che ammonta a 190 miliardi di euro, risultato che
acquisisce maggior valore se lo si confronta con i 298 miliardi
di euro pagati in rimborsi nel 2008. Nel Regno Unito la
crescita nel 2009 è ammontata al 45,2% rispetto al 2008. La
Germania è cresciuta del 14,7% nello stesso periodo, seguita
da Francia e Italia con rispettivamente il 15,5% e il 10,9%.
I fondi cinesi governativi
possiedono centinaia di miliardi di
dollari in asset molto liquidi.
Con un volume così alto di masse,
possono influenzare il mercato.
Questo può essere l’anno in cui i
fondi cinesi iniziano seriamente a
fare importanti acquisizioni
all’estero.
Dubai islamic bank cerca un
accordo sull’industria dei fondi con
gli Emirati Arabi.
È stato siglato un trattato con il
ministro delle finanze degli Emirati
Arabi che permetterà ai gestori di
capitali di offrire prodotti shariacompliant.
A CURA DI:
FONDI&SICAV/Marzo 2010
7
I PORTAFOGLI DI MC GESTIONI
Fuga dal rischio
l fly to quality degli investitori sta
condizionando i mercati finanziari
ormai da qualche settimana, anche
se i listini azionari mondiali hanno
chiuso il mese di febbraio con una
performance positiva pari all’1,77%
(Msci world Lc) con sostanziali differenze intra-area, mentre il mercato obbligazionario di riferimento governativo euro (Jpm Emu) ha ottenuto un rendimento positivo dell’1,19%.
I
Sta tornando in maniera
massiccia il fly-toquality da parte degli
investitori, anche se le
borse mondiali a febbraio
hanno messo a segno una
piccola crescita. Le
Un anno di DJ Eurostoxx
emissioni greche e
spagnole sono oggi in
ipervenduto e potrebbero
costituire una buona
opportunità speculativa,
anche se è presente il
timore di contagio nei
confronti delle economie
Un anno di S&P500
più deboli dell’area euro
Il motivo della ricerca di titoli a
basso rischio o del rifugio su aziende a
grande capitalizzazione dai fondamentali solidi, con elevati flussi di liquidità e potenzialità di crescita, è ormai sotto gli occhi di tutti. Si teme infatti che la crisi che ha colpito la Grecia possa presto estendersi ad altre
aree periferiche dell’area euro quali
8
FONDI&SICAV/Marzo 2010
Portogallo, Irlanda, Spagna e Italia. I risvolti di questa situazione si avvertono
specialmente sulle curve dei tassi, sia
europea sia americana.
In area euro le emissioni tedesche
e francesi su scadenze medie hanno
registrato buone performance, mentre
gli spread sulle emissioni periferiche
hanno subito un marcato allargamento con il raggiungimento, nel caso greco, di livelli da economia emergente; in
Usa, i tassi si sono ridotti specialmente sulle scadenze più lunghe, a testimonianza di come gli investitori si fidino maggiormente, nel breve periodo,
di un’economia ancora debole e caratterizzata da un altissimo livello di disoccupazione piuttosto che della solidità dell’area euro stessa. Riteniamo
questi timori abbastanza infondati: il
mercato ha vissuto a febbraio una
parziale stabilizzazione con un sensibile decremento della volatilità. Gli
asset andati in ipervenduto, come i titoli spagnoli o le emissioni greche, potrebbero essere invece una buona opportunità speculativa. In termini di
macroaree rimaniamo neutrali sull’area americana e incrementiamo gradualmente quella europea. Rimane il
sottopeso sui listini asiatici, il che si
spiega con la debolezza del mercato
giapponese che non ha mantenuto le
buone premesse di inizio anno. Continuano le rotazioni intra-area sui mercati emergenti: il peso complessivo
della macrocategoria nel portafoglio
non viene tuttavia modificato.
I
Dodici prodotti per attaccare
Tipo
Macroarea
Area
Stile
Peso
Mc Fdf America Acc Eur
Investment
Azionario
America
Nord America
Blend
14
Parvest Us Mid Cap P Usd Usd
Azionario
America
Nord America
Blend
9
Etf Ishares S&P Global Timber & Forestry Eur
Azionario
Settoriale
Materials
Globale
4
Etf Lyxor Dj Stoxx 600 Chemicals Eur
Azionario
Settoriale
Industrials
Europa
6
Caam Emerging Internal Demand Acc Ist Usd
Azionario
Emergenti
Globale
Generico
6
Hsbc Gif Euroland Equity A Eur Acc Eur
Azionario
Europa
Euro
Blend
12
Threadneedle European Quantitative Equities Ae Eur
Azionario
Europa
Globale
Blend
10
M&G International Growth Fund Eur C Ist Eur
Mc Fdf Flex High Volatility Eur
Azionario
Mondiale
Globale
Growth
8
Flessibile
Mondiale
Generico
Generico
6
Morgan Stanley Sicav Euro Bond Fund A E Acc Eur
Obbligazionario
Diversificati
Europa
Generico
10
Mc Fdf High Yield Eur
Obbligazionario
Emergenti
Globale
Generico
5
Threadneedle European Bonds Ist Acc Eur
Obbligazionario
Diversificati
Europa
Generico
10
La visione dinamica
Rifugio in Germania
l portafoglio si rivolge a un investitore dal profilo di rischio medio-alto: l’obiettivo è la crescita del capitale in un orizzonte temporale di medio
periodo. L’esposizione è pari al 75%
sul comparto azionario e flessibile
aggressivo e al 25% tra titoli obbligazionari e monetari.
A gennaio avevamo pensato di ridurre la componente rischiosa all’interno del portafoglio, ma questa strategia
non si è rivelata particolarmente premiante. I timori sulla sostenibilità del
debito dei paesi sviluppati, l’accesso al
credito ancora bloccato da parte delle
banche ed elevati tassi disoccupazione
non sono tuttavia problemi che hanno
trovato una soluzione. La prudenza e la
diversificazione devono rimanere alte,
in quanto gli effetti della crisi si faranno sentire ancora per diversi mesi.
Gli investitori hanno invece reagito
puntando su grandi capitalizzazioni,
bilanci sani ed elevati flussi di cassa. Il
mercato americano rimane l’area preferita, anche in un’ottica strategica
dell’investimento, mentre il comparto
europeo, dopo avere subito una forte
ondata di vendite, ha trovato maggiore
respiro a seguito della notizia del possibile accordo tra Germania e Grecia
per la riduzione del deficit di Atene.
I
In America preferiamo le grandi
capitalizzazioni, in particolare quelle
growth, ma sono le medie capitalizzazioni a erogare valore, sia in termini
assoluti sia relativi; tatticamente riduciamo il peso delle small cap. In Europa i titoli tedeschi rappresentano il bene rifugio degli investitori: molte
aziende tedesche realizzano una quota importante di fatturato nelle aree
emergenti, ovvero quelle aree caratterizzate da una forte domanda interna
in termini di consumi e prodotti elettronici, che rimangono tra l’altro i
comparti preferiti da Mc gestioni sulla
componente settoriale. Bene anche i
titoli Uk: la composizione del listino e
il leggero deprezzamento della valuta
continuano a dare una maggiore forza
relativa. L’Ibex spagnolo può essere inserito in asset con finalità opportunistica. Sottopesiamo i mercati asiatici
alleggerendo la posizione sul listino
giapponese e valutiamo con attenzione in un’ottica di inserimento i paesi
emergenti asiatici che intra-area erogano valore, ma non si confermano su
scala globale; migliora la componente
australiana, che può essere considerata una buona idea di breve periodo.
Sulla parte emergente manteniamo
anche in questo caso alta la diversificazione, con leggera preferenza per il
Brasile.
I
Come suddividere i pesi
Threadneedle European Bonds Ist Acc Eur
10%
Mc Fdf High Yield Eur
Mc Fdf America Acc Eur
14%
5%
Morgan Stanley Sicav
Euro Bond Fund A
E Acc Eur
9%
Parvest Us Mid Cap P
Usd Usd
10%
4%
Mc Fdf Flex
High Volatility Eur
6%
M&g International Growth
Fund Eur C Ist Eur
Etf Db X-trackers
Msci Japan Total
Return Index Eur
6%
8%
6%
10%
Threadneedle European
Quantitative Equities Ae Eur
12%
Etf Lyxor Dj Stoxx 600
Chemicals Eur
Caam Emerging Internal
Demand Acc Ist Usd
Hsbc Gif Euroland Equity A Eur Acc Eur
FONDI&SICAV/Marzo 2010
9
I PORTAFOGLI
DI MC GESTIONI
La visione moderata
Più Europa
l portafoglio si rivolge a un investitore dal profilo di rischio medio-alto: l’obiettivo è la crescita del capitale in un orizzonte temporale di medio
periodo. L’esposizione è pari al 45%
sul comparto azionario, al 47% sul
comparto obbligazionario e all’8% sul
comparto flessibile.
La diversificazione rimane elevata
sull’intero portafoglio: a livello azionario settoriale vengono alternati comparti aciclici, come beni di consumo e
farmaceutici, e ciclici, come i chimici.
I
A livello geografico si è deciso di incrementare gradualmente l’area europea,
con particolare preferenza per i titoli
tedeschi e Uk. Buona la visione anche
sulle aree emergenti Bric, su cui si
mantiene alta la diversificazione considerando l’elevato turnover tra questi
paesi. La visione sul comparto azionario rimane prudente: il trend più probabile, in questa fase di accumulazione caratterizzata da un basso livello di
volatilità, è laterale-rialzista, anche se
i già citati timori sulla sostenibilità del
Come suddividere i pesi
Etf Db Iboxx Global Inflation-linked Total Return
Index Hedged Etf Eur
Parvest Us Mid Cap P Usd Usd
5%
Jpm Eu Government
Bond Fund Acc Ist Eur
Schroder Emerging
Markets Debt Usd
C Ist Acc. Usd
Mc Fdf High
Yield Eur
Parvest Euro Medium
Term Bond P Eur Eur
8%
Nordea-1 North American
Growth Fund Bp Eur Acc Eur
12%
8%
5%
6%
4%
5%
8%
8%
Etf Lyxor Dj Stoxx 600
Chemicals Eur
Caam Emerging Internal
Demand Acc Ist Usd
Hsbc Gif Euroland
Equity A Eur Acc Eur
6%
12%
Morgan Stanley Sicav Euro
Bond Fund A E Acc Eur
8%
5%
Mc Fdf Flex High Volatility Eur
Threadneedle European
Quantitative Equities Ae Eur
Lemanik Sicav - World Portfolio
Equities Cap Ist Eur Acc Eur
debito ellenico impattano fortemente
sulle scelte degli investitori. L’annuncio di possibili ulteriori misure per ridurre il deficit da parte della Grecia
sta rianimando le borse. Da segnalare
inoltre alla fine del mese la diminuzione del valore del Cds ellenico (Credit
default swap).
La componente obbligazionaria
predilige le scadenze medie governative area euro sul tratto 3-5. Anche in
questo caso gli strumenti più rischiosi
hanno beneficiato del parziale miglioramento del clima di fiducia della seconda parte del mese. Si rimane favorevoli nel brevissimo periodo su titoli
emerging per motivi valutari e high
yield, mentre il raggiungimento dei
minimi di spread tra governativi e corporate con la generazione di possibili
tensioni ci spinge a uscire strategicamente dalle emissioni societarie.
Manteniamo all’interno della
struttura il comparto flessibile: l’incertezza continua a rimanere elevata e,
in una fase di sostanziale mancanza di
una vera e propria direzionalità, è preferibile delegare la scelta tra azionario e obbligazionario a un gestore
terzo.
I
Quattordici prodotti per ogni scenario
Investment
Parvest Us Mid Cap P Usd Usd
Nordea-1 North American Growth Fund Bp Eur Acc Eur
Etf Lyxor Dj Stoxx 600 Chemicals Eur
Caam Emerging Internal Demand Acc Ist Usd
Hsbc Gif Euroland Equity A Eur Acc Eur
Threadneedle European Quantitative Equities Ae Eur
Lemanik Sicav - World Portfolio Equities Cap Ist Eur Acc Eur
Mc Fdf Flex High Volatility Eur
Morgan Stanley Sicav Euro Bond Fund A E Acc Eur
Parvest Euro Medium Term Bond P Eur Eur
Mc Fdf High Yield Eur
Schroder Emerging Markets Debt Usd C Ist Acc. Usd
Jpm Eu Government Bond Fund Acc Ist Eur
Etf Db Iboxx Global Inflation-Linked Total Return Index Hedged Etf Eur
10
FONDI&SICAV/Marzo 2010
Tipo
Azionario
Azionario
Azionario
Azionario
Azionario
Azionario
Azionario
Flessibile
Obbligazionario
Obbligazionario
Obbligazionario
Obbligazionario
Obbligazionario
Obbligazionario
Macroarea
Area
America
Nord America
America
Nord America
Settoriale
Industrials
Emergenti
Globale
Europa
Euro
Europa
Globale
Mondiale
Globale
Mondiale
Generico
Diversificati
Europa
Diversificati
Europa
Emergenti
Globale
Emergenti
Globale
Governativo
Europa
Inflation linked
Generico
Stile
Blend
Growth
Europa
Generico
Blend
Blend
Blend
Generico
Generico
Generico
Generico
Generico
M/L euro
Generico
Peso
8
8
6
4
8
6
5
8
12
8
5
5
12
5
I PORTAFOGLI
DI MC GESTIONI
Dodici prodotti per difendersi
Investment
Schroder Us Small Mid-Cap Equity Usd C Ist Acc. Usd
Blackrock European Focus Fund Acc Ist Eur
Franklin Mutual Global Discovery Fund I Eur Eur
Mc Fdf Flex Low Volatility Eur
Etf Lyxor Euro Cash Eonia Eur
Parvest Euro Medium Term Bond P Eur Eur
Gdp Sungear Euro Bond Acc Ist Eur
Jpm Eu Government Bond Fund Acc Ist Eur
Mc Fdf Global Bond Eur
Hsbc Gif Euro High Yield Bond Acc Ist Eur
Templeton Global Bond Fund Euro Hedged Ist Acc Eur
Parvest Euro Inflation Link Bond P Eur Eur
Tipo
Azionario
Azionario
Azionario
Flessibile
Monetario
Obbligazionario
Obbligazionario
Obbligazionario
Obbligazionario
Obbligazionario
Obbligazionario
Obbligazionario
Macroarea
America
Europa
Mondiale
Mondiale
Euro
Diversificati
Governativo
Governativo
Governativo
Hy
Diversificati
Inflation linked
Area
Nord America
Globale
Globale
Generico
Generico
Europa
Europa
Europa
Globale
Europa
Globale
Generico
Stile
Small cap
Blend
Blend
Generico
Generico
Generico
M/l euro
M/l euro
Generico
Generico
Generico
Generico
Peso
9
6
10
8
7
10
10
12
10
5
5
8
La visione prudente
Attenti alla volatilità
l portafoglio si rivolge a un investitore dal profilo di rischio mediobasso, l’obiettivo è la crescita del
capitale in un orizzonte temporale almeno superiore all’anno. L’esposizione
è pari al 67% sul comparto obbligazionario e all’8% su fondi flessibili a
basso rischio con il rimanente 25%
sul comparto azionario.
Il differenziale sul decennale tra
Btp e Bund soffre della tensioni intra
area: il mercato dei bond sta diventando sempre più il barometro dell’appetito per il rischio da parte degli investi-
I
tori. Le distinzioni in area euro sono
notevoli e vi sono in questa fase alcune buone occasioni per differenti
tipi di investitore. In termini complessivi il comparto governativo guadagna
da inizio anno quasi l’1%, mentre le
asset class più rischiose oltre l’1,5%.
Non apportiamo particolari modifiche, rispetto alla strategia indicata a
gennaio e rimaniamo a benchmark sulla componente governativa area euro: il
rialzo del Jpm Emu è stato infatti dettato esclusivamente dai titoli tedeschi e
francesi, mentre si registrano risultati
Come suddividere i pesi
Parvest Euro Inflation Link Bond P Eur Eur
Templeton Global Bond
Fund Euro Hedged Ist Acc Eur
Hsbc Gif Euro High
Yield Bond Acc Ist Eur
Mc Fdf Global
Bond Eur
Jpm Eu
Government
Bond Fund
Acc Ist Eur
8%
9%
5%
6%
Blackrock European
Focus Fund Acc Ist Eur
5%
10%
Franklin Mutual
Global Discovery
Fund I Eur Eur
8%
Mc Fdf Flex Low
Volatility Eur
10%
12%
7%
10%
Gdp Sungear Euro
Bond Acc Ist Eur
12
Schroder Us Small Mid-cap Equity Usd C Ist Acc. Usd
FONDI&SICAV/Marzo 2010
10%
Etf Lyxor Euro
Cash Eonia Eur
Parvest Euro Medium Term Bond P Eur Eur
leggermente negativi e altamente volatili sulle restanti emissioni intra-area.
Sulla curva americana si inizia a intravedere il cambiamento di rotta da parte della Fed che a febbraio ha alzato di
un quarto di punto il tasso di sconto,
ancora stabile invece la volontà di mantenere i Fed funds nella forchetta tra 0
e 0,25%. Alleggeriamo il peso dei titoli
inflation linked euro, in quanto rimane
buona la visione sull’intero comparto,
specialmente con il perdurare del mantenimento dei tassi d’interesse su livelli minimi mai raggiunti in precedenza,
ma probabilmente è ancora prematuro
provare ad anticipare il mercato; il tasso d’inflazione è in diminuzione, così
come le attese di inflazione scontate
dal mercato.
Gli asset rischiosi meritano un discorso a parte. Dimentichiamo la bassa
volatilità del 2009 e prepariamoci a movimenti più repentini. La view passa a ribassista sulle emissioni corporate, su
cui suggeriamo di controllare la liquidabilità, mentre rimane neutrale su high
yield ed emerging. Le valute emergenti
possono trarre beneficio dall’instabilità
economica di Usa ed euro.
I
NOTIZIE IN BREVE
Economia Usa
Quasi primavera
a recente pubblicazione del libro beige dipinge un
quadro di consolidamento dell’economia Usa, che resta ancora la più importante del mondo. Migliorano consumi, manifatturiero e immobiliare residenziale. Ma ecco
i principali punti del rapporto.
Consumi: i dati confermano l’andamento positivo,
con le vendite retail e le registrazioni di automobili che si
sono rafforzate in gran parte del paese. I concessionari di
automobili hanno a poco a poco ricostruito le loro scorte dalla fine del programma di incentivi alla rottamazione delle auto. I dati sul turismo rimangono incerti.
Manifatturiero: l’attività industriale è migliorata leggermente, guidata dai settori a elevato valore aggiunto,
come il bio-farmaceutico (Boston) o high-tech (Dallas),
anche se alcuni distretti hanno riportato flessioni costan-
L
ti (Atlanta e St Louis). I produttori sono generalmente ottimisti sulle prospettive nel breve termine e si aspettano
che le condizioni economiche migliorino nel corso dei
prossimi mesi, anche se le attività legate alle costruzioni
mostrano preoccupazione per le aspettative di un prolungato indebolimento nel settore immobiliare commerciale.
Immobiliare residenziale: la domanda per il residenziale è migliorata nelle ultime settimane, in primis per il
segmento a basso costo del mercato. Questo è stato supportato dal credito fiscale per i nuovi acquirenti di case,
che recentemente è stato esteso anche ai proprietari esistenti. I prezzi sono rimasti piatti oppure sono scesi leggermente, specialmente nei distretti orientali. Le costruzioni residenziali sono ancora su livelli molto bassi.
Immobiliare commerciale: le condizioni stanno peggiorando ancora in questo settore. La domanda continua
a indebolirsi, in parte per l’incapacità di ottenere credito.
Bancario: la domanda di prestiti si sta stabilizzando,
anche se a livelli molto bassi.
Occupazione: le condizioni sono ancora deboli con
ulteriori licenziamenti e livelli elevati di disoccupazione,
ma sono stati notati alcuni segnali incoraggianti. Il ritmo
dei tagli nel settore lavoro sta rallentando e alcune società stanno iniziando ad assumere. Le pressioni su salari e prezzi sono generalmente contenute nel paese.
Raccolta fondi
Freddo febbraio
rutto febbraio per i fondi comuni: i riscatti sono stati
superiori alle sottoscrizioni e il sistema fondi ha chiuso il mese con una raccolta netta negativa pari a 456 milioni di euro. Nonostante il risultato negativo, il patrimonio
B
I numeri di febbraio
RACCOLTA NETTA
AZIONARI
BILANCIATI
OBBLIGAZIONARI
FONDI DI LIQUIDITÀ
FLESSIBILI
FONDI HEDGE
FONDI APERTI
FONDI RISERVATI
FONDI HEDGE
FONDI DI DIRITTO ITALIANO
Gruppi italiani
Gruppi esteri
FONDI DI DIRITTO ESTERO
Gruppi italiani
Gruppi esteri
GRUPPI ITALIANI
GRUPPI ESTERI
TOTALE
Fonte: Assogestioni
14
FONDI&SICAV/Marzo 2010
Feb-10
mln. euro
Gen-10
mln. euro
Da inizio anno
mln. euro
-232
535
1.097
-2.396
541
-1
-411
-44
-1
-1.958
-1.725
-233
1.501
1.115
386
-610
154
-456
148
414
842
-1.658
932
-425
720
-41
-425
-984
-775
-208
1.237
1.445
-208
670
-417
253
-84
949
1.939
-4.054
1.473
-427
309
-85
-427
-2.941
-2.500
-441
2.738
2.560
178
60
-263
-203
è cresciuto a quota 434 miliardi. Nel corso del mese di febbraio è tornato l’interesse per i fondi obbligazionari, che
hanno raccolto 1,1 miliardi di euro. Gli asset, ancora in crescita, hanno superano 169 miliardi di euro e rappresentano
oltre un terzo del patrimonio del settore. Bene anche i fondi flessibili con un contributo di 541 milioni di euro. Questi
prodotti gestiscono asset sempre crescenti che alla fine del
mese arrivavano a 58,5 miliardi di euro, il 13,5% del patrimonio complessivo. Positivi anche i bilanciati con 535 milioni di euro a febbraio. Per i fondi hedge il mese si è chiuso con deflussi pari a un milione di euro, mentre il computo degli asset indica un valore superiore a 14 miliardi, il
3,3% del patrimonio complessivo.
Male invece i fondi azionari con deflussi netti per
232 milioni di euro. Il patrimonio affidato a questa tipologia di prodotti, però, è salito favorito dalla gestione e si
è portato a quota 91,3 miliardi di euro, il 21% degli asset. Non accenna a diminuire il peso dei deflussi registrati dai fondi di liquidità, categoria che registra perdite per
quasi 2,4 miliardi di euro e detiene oggi un patrimonio di
83 miliardi di euro, il 19% degli asset complessivi.
GIOCARE IN DIFESA CON GLI OBBLIGAZIONARI
I TITOLI DI STATO
Troppe
incognite
Testi di Rocki Gialanella
e Gloria Valdonio
Analisi e tabelle
di Luca Brambilla
irare sui bond? La ripresa economica incerta, i mercati azionari confusi, la prospettiva di
un’exit strategy da parte delle banche
centrali con tempi e modalità ancora da
definire sono le premesse per porre ai
gestori un interrogativo: «È giunto il
momento di puntare sui mercati obbligazionari?» In altre parole: l’attuale situazione economica può suggerire una
V
strategia di investimento difensiva, sbilanciata su titoli di stato e corporate
bond, piuttosto che su prodotti legati a
indici e performance azionarie? La domanda sembrerebbe retorica e automatica la risposta: se per sua natura, spiegano i gestori, l’investimento obbligazionario è poco rischioso, tuttavia l’attuale basso livello dei tassi lo rende un
prodotto il cui rischio è decisamente
poco remunerato. Investimento perfetto quindi per chi ha come mission un
portafoglio conservativo.
Ma attenzione: come spiegano alcuni gestori a Fondi&Sicav, il rischio
esiste anche nelle acque apparentemente calme dei bond. Il rischio certo,
ma a una data e con un’ampiezza non
ancora definite, si riferisce a un aumento dei tassi ufficiali adottati dalle
Sui fondi che puntano sui bond governativi pesano i molti dubbi legati a un
potenziale ritorno delle banche centrali a una politica monetaria restrittiva, a
un’accelerazione della crescita economica e al profilarsi dello spettro dell’inflazione.
Ma sul settore grava soprattutto l’incognita di un forte aumento dello stock del
debito pubblico nei paesi sovrani. I gestori preferiscono ancora i corporate, anche se
le performance non saranno paragonabili a quelle del 2009, e formulano previsioni
positive per il comparto dei titoli high yield
16
FONDI&SICAV/Marzo 2010
INVESTIRE
IN CINA
banche centrali accompagnato da una
stretta sulla liquidità messa a disposizione degli istituti di credito. In caso di
movimento brusco (o male interpretato) delle autorità monetarie, gli investimenti in obbligazioni potrebbero vedere il loro valore diminuire sensibilmente. «Il livello assoluto dei tassi di
interesse, soprattutto nell’area euro, è
particolarmente compresso», conferma
Paolo De Rogatis, responsabile del
Centro investimenti private di Banca
Euromobiliare. «Questo fattore è coerente con un profilo di crescita economica contenuto nei prossimi semestri e
con una sostanziale assenza di pressioni inflative lungo un orizzonte di
breve-medio periodo».
Secondo De Rogatis, sulla base di
questo scenario, la vulnerabilità del
comparto obbligazionario a sorprese
positive sul lato della crescita e dell’inflazione rende l’esposizione al puro
rischio di tasso di interesse non
attraente su un orizzonte di 12-18
mesi. «Le tendenze osservate sui mercati obbligazionari nel dicembre 2009
potrebbero essere un assaggio di ciò
che accadrà quest’anno», aggiunge
Fabrizio Quirighetti, research &
analysis team di Banque Syz. «L’inversione del ciclo economico e le anticipazioni di un rialzo dei tassi di interesse continueranno a pesare sulle
performance dei titoli a reddito fisso.
Ritengo che una nuova fase sia già iniziata, caratterizzata da molto nervosismo circa la strategia delle banche
centrali obbligate a un continuo arbitraggio tra i rischi di un precoce rialzo dei tassi e i rischi di un’inflazione
fuori controllo. La loro credibilità
dipende proprio dalla loro abilità nel
compensare le due tendenze».
Delle due variabili temute, manovra espansiva e inflazione, quest’ultima sembra la meno preoccupante.
«Non penso», è l’opinione di Richard
&G optimal
Woolnough, gestore di M&
income fund, «che l’inflazione rappresenti un problema nel prossimo futuro
a causa dell’eccesso di produzione disponibile nell’economia globale. Mi
aspetto infatti che i tassi resteranno
bassi ancora per un certo tempo e questo dovrebbe supportare l’asset class
obbligazionaria. In altre parole, la crescita economica dovrebbe rimanere inferiore al trend e la Bce non rischierà
di rivedere i tassi prima che la ripresa
possa autosostenersi».
Ma siamo sicuri che le autorità
centrali si manterranno fedeli alla politica del non intervento ancora per
molto tempo? La recente manovra della Federal reserve, che ha innalzato il
tasso di sconto da 0,25% a 0,75%, ha
colto di sorpresa e seminato i primi
dubbi tra gli investitori. Federico Mosca, del fondo Arca bond paesi emergenti, e Giovanni Radicella, di Arca
bond corporate, ritengono che la deci-
sione non sia nata dall’intenzione di
rendere la politica monetaria più restrittiva. Semplicemente la Fed sarebbe ora in grado di gestire più attivamente l’eccesso di liquidità che si è
creato nel sistema bancario in seguito
alle misure di emergenza del passato e
che stanno via via scadendo. «Una delle opzioni che la Fed si riserva», spiegano Mosca e Radicella, «è offrire depositi a termine per assorbire la liquidità in eccesso nel sistema bancario.
Per fare ciò l’istituto centrale nordamericano offrirà su questi depositi un
tasso superiore al tasso overnight per
impedire alle banche di finanziarsi a
un tasso di sconto inferiore a quello
che in futuro verrà offerto su questi
depositi a termine». In altre parole, la
decisione della Fed fa parte di un graduale processo di ritorno alla normalità sui mercati monetari e non ha nessuna implicazione di breve periodo di
un cambio di politica monetaria. Sono
molti i gestori che credono che la politica del non intervento verrà mantenuta più a lungo del previsto.
TEMPI LUNGHI PER LA RIPRESA
Per Mauro Vittorangeli, responsabile
obbligazionario di Allianz global investors Italia, la ripresa economica richiederà tempi lunghi e sarà caratterizzata da alti livelli di disoccupazione
e bassa inflazione. Per questa ragione,
le banche centrali lasceranno ancora
invariato il costo del denaro per diversi mesi. In questo contesto i rendimenti obbligazionari dovrebbero manteContinua a pag. 20
FONDI&SICAV/Marzo 2010
17
I primi 50 fondi obbligazionari global bond in euro
Descrizione
ISIN
Patrimonio
Perf.
3m
Volat.
3m
Sharpe
3m
Info. ratio
3m
Perf.
6m
Volat. ann Sharpe Info. ratio
6m
6m
6m
0,748
16,968
7,395
0,563
6,187
2,776
0,506
3,045
0,639
0,524
0,229
Frankli. Templeton Global Total Return N Acc.
LU0260870745
56.095.886
14,187
8,161
0,796
Pharus . Bond Opportunities A
LU0159790970
8.865.175
1,730
2,805
0,305
M&G Int. M&G Optimal Income Ah
GB00B1VMCY93
1.919.263.020
2,514
3,321
0,451
0,382
6,868
-0,109
5,458
4,114
0,327
6,614
2,559
0,707
Anima Fondimpiego Acc.
IT0000382207
274.257.000
0,150
2,643
-0,040
Pimco G. Global Bond E Acc. Hedged
IE00B11XZ103
54.045.102
2,929
2,179
0,655
0,491
Blackro. BGF Fixed Income Global Opportunities E2 Cap.
LU0278456818
3.204.456
1,693
2,098
0,426
0,384
5,683
1,872
0,728
0,576
Pictet . Eur Corporate Bonds R
LU0128473435
1.455.532.363
2,249
2,742
0,392
0,385
5,765
2,379
0,617
0,391
Frankli. Templeton Global Bond A Acc.
LU0152980495
679.050.759
13,213
7,559
0,779
0,771
13,137
7,010
0,464
0,414
Frankli. Franklin Strategic Income A Acc.
LU0300742896
2.011.037
14,305
6,993
0,892
0,872
13,084
7,632
0,402
0,352
Fortis . Bond Currencies High Yield Classic/Cap.
LU0011928255
56.637.098
7,718
5,079
0,705
0,634
8,694
4,956
0,464
0,341
Jpmorga. JPM Income Opportunity A Acc.
LU0289470113
494.907.877
1,426
1,808
0,386
0,295
4,768
1,865
0,606
0,407
Dexia B. Total Return C Cap.
LU0252128276
84.163.435
1,258
2,384
0,263
0,214
4,286
2,118
0,526
0,406
Pimco G. Global Real Return E Acc. Hedged
IE00B11XZ541
93.799.555
-0,077
2,847
0,094
4,077
3,792
0,374
Goldman. Global Fixed Income Plus Portfolio Dist.
LU0234589777
475.655
1,747
1,653
0,523
4,645
1,489
0,786
Frankli. Templeton Global Bond (Euro) A Acc.
LU0170474422
107.713.799
2,834
1,794
0,821
6,010
2,528
0,616
0,615
0,40
Mfs Sic. Strategic Income A1
LU0219420063
157.478
11,846
9,520
0,532
14,037
9,171
0,359
Goldman. Global LIBOR + 2 Portfolio Acc. EURO-Hedged
LU0254093452
10.461.140
2,644
2,655
0,308
4,528
3,293
0,275
Pimco G. Total Return Bond E Acc. Hedged
IE00B11XZB05
1.416.693.329
1,161
1,790
0,367
4,414
2,218
0,547
Ersel G. Globersel Corporate Bond
LU0012092481
408.083.065
1,878
1,980
0,454
0,382
3,907
1,744
0,567
0,265
Schrode. Global Credit Duration Hedged A Acc.
LU0227788626
17.498.483
2,876
4,120
0,261
0,226
3,962
4,048
0,118
0,019
Swiss &. Absolute Return Bond Fund Plus B
LU0256048223
191.088.980
1,911
3,108
0,240
2,110
2,582
0,237
Blackro. BGF World Income A2 Cap.
LU0230590886
7,191
5,589
0,714
0,631
9,153
6,465
0,381
0,302
Ing (L). International X Cap.
LU0121215809
4.353.456
3,759
2,148
0,811
0,637
5,495
3,267
0,421
0,283
Caam Fu. Arbitrage Var2 Eur Classic S/Cap.
LU0210817440
117.768.779
1,714
0,891
0,857
0,801
4,005
0,902
1,10
0,668
Dws Inv. Dws Gold Plus
LU0055649056
464.063.501
3,802
16,761
0,250
0,229
22,636
15,419
0,314
0,271
Goldman. Global LIBOR + 1 Portfolio Acc. EURO-Hedged
LU0245175434
6.166.767
1,116
1,014
0,407
2,621
1,297
0,404
Swiss &. Total Return Bond B
LU0012197827
12.534.353
3,411
1,933
0,872
5,193
2,175
0,551
Ing (L). World X Cap.
LU0121215551
2.748.317
6,913
3,836
0,846
0,738
7,937
5,263
0,359
0,261
Axa Wor. Global Inflation Bonds A Cap.
LU0266009793
586.261.097
-1,081
2,832
-0,125
-0,452
1,726
3,880
0,183
-0,067
Sarasin. Bondsar World A
LU0045164786
508.245.306
4,465
2,320
0,897
5,563
3,501
0,443
Az Fund. Long Term Bond A-Az Fund
LU0194809330
183.085.549
-2,308
4,928
-0,191
-0,487
-0,741
5,282
0,005
-0,205
Legg Ma. Legg Mason Global Bond A Cap.
LU0123294661
13.684.504
-4,529
11,870
-0,401
-0,478
-7,956
14,869
-0,157
-0,217
Pioneer Obbligazionario Piu' A Distribuzione A
IT0000380961
845.689.000
2,399
1,933
0,642
0,567
3,133
2,356
0,356
0,153
Dws Inv. Dws Invest Sovereigns Plus Fc
LU0145659065
5.918.012
1,248
2,169
0,183
-0,356
3,153
1,941
0,466
-0,024
Ubi Pramerica Portafoglio Prudente
IT0003242325
608.792.000
1,107
1,166
0,432
0,470
2,048
1,654
0,364
0,159
Dws Inv. Dws Invest Total Return Bonds Fc
LU0179218275
46.709.917
0,663
2,005
0,007
-0,105
2,060
1,867
0,186
-0,029
5,694
4,084
0,360
2,347
1,297
0,428
Raiffei. Obbligazionario Globale V
AT0000785340
Axa Wor. Responsible Development Bonds A Cap.
LU0140866178
4,926
3,738
0,627
13.644.334
0,826
1,197
0,302
Bper In. Global Medium Term Bond P
Nextam Partners Obbligazionario Misto
LU0214548348
64.502.997
0,856
1,190
0,161
IT0003245393
28.876.000
0,843
1,025
0,304
Blackro. BGF Global Government Bond (Euro Hedged) E2 Cap.
LU0297944059
Intesa Casse Del Centro Protezione Dinamica
IT0003606131
14.351.615
0,707
2,040
25.809.000
0,621
1,659
Bny Mel. Bny Mellon Global Bond A
IE0003921727
6,358
4,956
Pioneer. Pioneer Funds - Global Aggregate Bond E Cap.
LU0313646985
115.353.500
5,879
Pharus . Absolute Return
LU0291569647
13.193.747
2,270
-0,122
-0,042
0,779
1,061
0,073
0,162
1,926
0,953
0,523
0,014
0,307
-0,419
1,995
2,672
0,239
-0,150
0,137
-0,130
1,087
1,650
0,163
-0,161
0,721
0,680
7,878
6,082
0,342
0,340
4,518
0,741
0,655
6,141
5,930
0,295
0,203
2,282
0,446
5,318
2,246
0,478
Mediolanum Intermoney
IT0000386166
39.270.825
5,481
3,852
0,650
0,607
6,085
4,90
0,295
0,316
Axa Wor. Global Aggregate Bonds A Cap.
LU0184633773
972.649.596
7,305
4,436
0,759
0,662
7,162
5,743
0,301
0,204
Threadn. Tlux - Global Bonds (Euro) AE
LU0061474291
13.918.868
5,312
5,118
0,615
0,594
5,559
6,773
0,243
0,216
Invesco. Absolute Return Bond A
LU0102737144
43.793.814
0,444
1,141
0,179
0,004
1,897
1,313
0,241
-0,058
Alpha I. Global Bond
LU0282813079
18.439.102
0,299
0,940
-0,013
0,801
0,764
0,134
18
FONDI&SICAV/Marzo 2010
INVESTIRE
(tabelle tratte dalle classificazioni di Analysis)
IN CINA
Perf.
1 anno
Volat. ann
1 anno
Sharpe
1 anno
Info. ratio
1 anno
Perf.
3 anni
Volat. ann
3 anni
Sharpe
3 anni
Info. ratio
3 anni
35,487
32,339
Perf.
5 anni
Volat. ann
5 anni
Sharpe
5 anni
10,795
0,313
0,251
38,126
13,960
0,085
0,086
7,620
0,430
9,647
7,020
0,004
31,451
4,704
0,746
0,660
25,880
6,235
0,404
0,375
21,340
5,278
0,407
20,898
3,835
0,578
0,506
20,395
4,482
0,487
20,142
9,658
17,313
10,078
17,176
5,715
16,860
16,408
Info. ratio
5 anni
20,501
5,568
0,023
0,006
12,863
5,866
-0,008
0,020
4,815
7,347
-0,024
15,744
6,442
0,041
0,327
12,151
4,729
0,024
0,107
14,208
3,930
-0,012
0,064
0,199
0,142
39,274
11,786
0,101
0,113
53,037
9,503
0,088
0,107
0,189
0,136
0,327
0,191
16,432
7,261
0,043
0,037
28,751
6,466
0,048
0,056
3,679
0,491
0,398
3,782
0,459
0,404
9,464
3,797
0,0
0,035
15,733
5,993
0,240
15,018
7,701
0,035
15,416
3,429
0,475
15,534
4,430
0,061
14,932
4,425
0,313
14,311
6,166
0,033
0,024
20,151
5,013
0,024
0,031
1,950
3,932
-0,093
-0,067
17,568
4,943
0,006
0,019
0,080
0,137
14,661
10,308
0,178
5,966
12,946
-0,007
14,185
3,933
0,377
11,485
5,144
0,013
13,971
4,638
0,281
13,334
2,939
0,493
0,351
12,530
4,382
0,299
0,180
12,454
2,530
0,567
10,417
8,332
0,134
9,862
4,610
9,859
1,929
9,609
9,527
26,606
5,761
0,115
-7,679
4,476
-0,175
-0,155
-0,042
1,648
5,801
-0,057
18,343
3,551
0,103
0,040
16,341
9,087
0,034
0,033
0,209
0,043
14,726
5,885
0,036
0,038
0,568
0,287
10,286
5,858
0,006
0,024
15,530
0,108
0,057
30,824
21,494
0,054
0,051
84,808
19,885
0,078
2,715
0,338
3,405
3,106
-0,088
9,508
2,950
0,365
8,017
3,385
-0,020
8,723
3,605
-0,053
9,379
6,991
0,115
-0,001
16,787
8,234
0,037
0,036
19,689
6,922
0,011
8,606
4,874
0,163
0,143
14,076
6,867
0,032
0,019
14,10
6,315
0,031
14,127
5,337
-0,010
0,120
4,806
6,446
-0,026
-0,037
8,361
4,842
0,170
8,194
5,768
0,126
0,020
7,970
17,276
0,028
0,029
-3,190
11,256
-0,046
-0,031
-3,0
9,706
-0,048
-0,036
7,882
3,180
0,181
-0,025
3,806
3,301
-0,079
-0,022
9,025
2,810
-0,061
-0,015
7,067
2,668
0,269
0,178
19,710
6,832
0,063
0,087
18,438
5,917
0,009
0,056
7,031
2,222
0,279
-0,022
7,528
2,503
-0,038
0,094
13,80
2,131
-0,025
0,086
7,011
2,166
0,288
0,019
8,105
2,183
-0,034
0,014
13,549
1,937
-0,030
0,051
17,022
7,128
0,045
3,440
2,934
-0,091
-23,205
4,049
-0,403
3,282
2,177
6,751
5,249
0,126
6,489
1,678
0,407
6,332
2,333
0,228
6,218
1,320
0,497
5,895
3,285
0,165
0,184
5,779
1,959
0,280
-0,069
6,956
5,734
6,943
0,048
0,109
15,467
5,286
7,203
0,054
-0,065
5,132
3,653
0,138
4,971
5,983
0,049
0,188
13,911
4,739
7,043
0,044
-0,078
12,940
-0,077
0,011
22,694
5,911
0,024
-0,096
7,824
2,344
-0,080
-0,056
-0,128
-0,033
9,245
1,972
-0,080
-0,008
1,771
-0,075
0,045
13,344
1,602
-0,040
0,052
7,969
0,035
0,051
17,932
6,755
0,006
0,053
7,335
0,024
0,046
12,763
6,040
-0,015
0,027
8,852
0,017
0,013
4,580
7,410
0,011
0,037
13,174
8,920
0,021
0,032
13,033
7,263
-0,009
0,027
4,487
1,524
0,307
-0,078
2,328
2,014
-0,160
-0,104
6,608
1,704
-0,123
-0,034
4,244
1,154
0,313
0,70
1,525
-0,261
FONDI&SICAV/Marzo 2010
19
Fondi obbligazionari european bond in euro
Descrizione
ISIN
Patrimonio
Perf.
3m
Volat.
3m
Sharpe
3m
Info. ratio
3m
Perf.
6m
Volat. ann Sharpe
6m
6m
Info. ratio
6m
Eurizon. Easyfund Bond High Yield R
LU0114074718
100.971.053
4,50
5,432
0,405
0,354
13,752
5,578
0,594
0,509
Pioneer. Pioneer Funds - Euro Convergence Bond F Cap.
LU0279964349
2.258.550
11,226
6,603
0,682
0,656
12,431
5,349
0,571
0,463
Allianc. European Income A2
LU0095024591
95.182.662
2,650
3,629
0,361
9,476
4,021
0,601
6,534
2,796
0,579
4,193
7,473
0,208
Carige Corporate Euro A
IT0001482766
62.510.000
1,513
2,976
0,259
Lcf Rot. European Convertible Bonds A Cap.
LU0112675722
43.980.902
-0,251
6,734
0,066
0,144
0,386
Sungear. Tactical Bond R
LU0270655037
30.991
1,885
2,440
0,416
3,631
2,191
0,390
Frankli. Templeton European Total Return A (Mdis)
LU0170473531
17.067.915
2,866
2,982
0,421
0,344
4,747
2,635
0,474
Mediolanum Risparmio Reddito
IT0000380201
26.291.749
3,598
1,624
1,086
1,030
5,987
2,203
0,719
0,632
Anima S. Anima European Currencies Bond B
LU0226921350
503.145
0,664
1,774
0,115
0,046
0,999
1,342
0,139
-0,119
Hsbc Gl. Euro Core Bond Ac
LU0165129312
5.927.726
2,076
2,076
0,545
0,595
4,476
2,086
0,621
0,623
Caam Fu. European Bond Classic S/Cap.
LU0201577631
11.098.133
1,252
3,029
0,331
0,339
4,107
3,527
0,30
0,235
Jpmorga. JPMF Europe Aggregate Plus Bond A Acc.
LU0210529904
4.789.069
3,671
2,549
0,599
0,490
8,333
3,527
0,555
0,455
Dws Inv. Dws Eurorenta
LU0003549028
1.182.706.553
2,199
2,222
0,483
0,471
3,943
2,410
0,477
0,414
Raiffei. Europlus-Rent V
AT0000689971
2,357
2,583
0,445
3,673
2,697
0,432
0,299
Jpmorga. JPMF Europe Bond A Acc.
LU0070216402
60.246.893
3,598
2,519
0,464
0,459
6,834
3,390
0,485
0,474
Ubs (Lu. Euro Bonds Aa
LU0093640489
311.549.420
1,567
1,860
0,357
0,375
3,402
2,274
0,404
0,417
Threadn. Tif - European Bond Rg Acc
GB0002773769
109.293.646
0,964
2,089
0,365
2,211
3,452
0,268
Aviva I. European Aggregate Bond A
LU0273497494
38.925.900
1,385
1,928
0,363
0,278
3,985
2,136
0,498
Robeco . All Strategy Euro Bonds D
LU0085135894
31.915.115
1,203
2,326
0,209
3,512
2,60
0,388
Dexia B. Europe C Cap.
LU0157930230
97.527.286
1,319
2,437
0,287
2,797
2,584
0,288
Swiss &. Europe Bond B
LU0012197660
180.509.921
3,253
2,299
0,689
4,748
3,068
0,438
Dexia B. Europe N
LU0156671686
97.527.286
1,240
2,437
0,270
0,306
2,642
2,586
0,272
0,179
Bnp Par. Absolute Return European Bond Classic/Cap.
LU0265292713
93.315.622
0,074
0,797
-0,130
-0,403
1,384
1,195
0,233
-0,225
Fortis . Bond Euro Classic/Cap.
LU0087045380
562.287.474
1,694
1,789
0,448
0,292
3,672
2,054
0,484
0,290
Pioneer. Global Portfolio Europeanbond Cap.
LU0012133426
6.732.375
1,593
2,345
0,550
4,231
3,196
0,397
Invesco. European Bond A Acc.
LU0066341099
44.667.465
1,603
2,338
0,454
0,468
3,332
2,458
0,357
Pioneer. Global Portfolio Europeanbond D
LU0012133699
3.775.412
1,674
2,304
0,565
4,516
3,148
0,402
Aviva I. Long Term European Bond A
LU0274933604
79.420.437
1,435
3,734
0,194
0,194
2,018
6,112
0,135
Mfs Sic. European Bond A1
LU0094560157
16.412.965
1,604
1,906
0,414
2,911
2,587
0,343
Frankli. Templeton Euroland Bond A (Ydis)
LU0093669546
10.462.930
0,410
2,911
0,015
-0,137
1,135
3,048
0,169
-0,053
Threadn. Tlux - European Bonds AE
LU0096353940
1.628.068
1,290
2,654
0,377
0,431
2,903
2,956
0,314
0,276
Lombard. Euro Aggregate Bond P Acc.
LU0049415606
42.210.289
1,159
1,776
0,320
2,627
2,245
0,369
Bnp Par. European Bond Classic/Cap.
LU0031525370
134.413.437
2,057
2,639
0,389
0,440
2,577
3,422
0,236
0,170
Fortis . Bond Europe Plus Classic/Cap.
LU0010000809
651.300.159
1,415
2,692
0,287
0,170
2,107
2,982
0,217
0,005
Arca Obbligazioni Europa
IT0001248324
374.209.000
-0,024
2,591
0,048
0,002
0,463
2,440
0,142
-0,087
Mediolanum Euromoney
IT0000386141
35.223.466
0,764
1,528
0,214
0,187
1,382
2,084
0,196
-0,014
nersi stabili, soprattutto in Europa dove la ripresa appare più difficoltosa.
Più cauto Alfredo Granata, responsabile gestioni di Banca Finnat: «Se dal
versante fondamentale sembrano esserci tutti i presupposti per un prosieguo della fase positiva dei mercati obbligazionari (l’inflazione rimane infatti sotto controllo), maggiori incognite
presenta la gestione della liquidità da
parte delle banche centrali che è stata
di sicuro un elemento importante per
la crescita delle quotazioni nel corso
20
FONDI&SICAV/Marzo 2010
0,329
del 2009. Allo stato attuale non dovrebbero esserci importanti novità in
materia di tassi ufficiali nei prossimi
mesi. Prima o poi, però, i banchieri
centrali invertiranno la rotta (ci sono
già i primi segnali in Australia e Norvegia) e dunque si dovrà verificare l’effetto di una progressiva restrizione
della liquidità sulla propensione degli
investitori ad acquistare titoli governativi che, soprattutto sulla parte breve della curva, offrono una remunerazione molto contenuta».
0,268
0,205
0,240
0,085
L’elemento più preoccupante e che
scompiglia ogni analisi è rappresentato però dall’aumento del debito pubblico, che tende ad amplificare la percezione dei rischi legati agli emittenti
sovrani, inclusi quelli che fino a poco
tempo fa erano considerati investimenti sicuri. A questo proposito la cronaca recente (vedi i casi di Grecia e
Portogallo) ha fornito ottimi esempi di
ciò che i prossimi mesi potrebbero
avere in serbo per gli investitori, cioè
un ampliamento di interesse differen-
INVESTIRE
(tabelle tratte dalle classificazioni di Analysis)
IN CINA
Perf.
1 anno
Volat. ann
1 anno
Sharpe
1 anno
Info. ratio
1 anno
Perf.
3 anni
Volat. ann
3 anni
Sharpe
3 anni
Info. ratio
3 anni
Perf.
5 anni
Volat. ann
5 anni
Sharpe
5 anni
Info. ratio
5 anni
26,211
9,795
0,072
0,070
37,831
7,768
0,067
0,075
7,598
8,260
-0,005
13,339
6,549
-0,005
5,332
5,459
-0,030
0,950
8,730
-0,033
15,426
5,399
0,046
-4,827
6,082
-0,101
55,519
7,621
0,743
0,708
48,659
8,988
0,527
0,450
45,525
9,131
0,495
25,414
5,550
0,468
24,357
7,161
0,367
0,396
23,146
5,372
0,493
21,362
5,227
0,432
0,372
16,511
3,457
0,567
0,496
3,311
5,406
16,110
4,823
0,374
0,274
3,472
5,241
0,001
7,423
4,393
-0,046
20,637
7,451
0,018
-0,006
-0,128
-1,043
4,971
-0,084
-0,046
-0,068
11,835
4,463
-0,022
-0,016
-0,046
-0,078
6,478
4,158
-0,053
-0,052
0,089
-0,089
16,041
3,069
0,610
0,641
18,248
4,034
0,090
0,115
21,753
3,519
0,036
13,762
4,993
0,342
0,301
12,678
7,123
0,024
0,007
19,239
5,704
0,019
0,029
13,278
4,798
0,261
0,121
-20,870
5,990
-0,250
-0,315
-17,688
4,957
-0,197
-0,231
12,720
3,545
0,376
0,326
-0,042
17,184
3,497
0,005
0,016
11,561
3,036
0,429
15,914
4,101
-0,002
8,752
3,927
-0,005
10,470
4,663
0,012
11,552
4,097
0,277
0,171
-7,765
5,489
-0,146
-0,230
-5,255
4,656
-0,128
-0,174
10,744
3,170
0,355
0,333
18,214
4,137
0,084
0,133
23,129
3,595
0,045
0,137
15,202
6,198
0,046
18,873
5,186
0,015
10,410
3,994
0,010
10,062
4,788
0,007
8,940
4,063
-0,005
-0,143
5,378
-0,076
7,889
4,065
-0,016
-0,098
10,416
4,926
0,234
10,348
3,138
0,384
10,142
4,436
0,219
9,887
3,179
0,357
9,639
5,460
0,198
9,552
3,181
0,344
0,279
9,523
5,385
0,079
-0,073
9,482
2,606
0,419
0,207
5,711
3,729
-0,042
8,617
3,796
0,274
7,327
4,665
-0,012
8,541
3,890
0,266
0,152
10,287
4,456
0,009
8,070
3,673
0,283
7,817
4,670
-0,012
7,812
7,283
0,121
11,473
9,323
0,018
7,725
3,211
0,279
15,239
4,229
0,056
17,465
3,651
0,009
7,641
3,758
0,227
0,018
8,778
3,831
-0,006
-0,037
11,093
3,390
-0,032
-0,034
7,482
3,097
0,261
0,122
14,063
3,770
0,056
0,064
16,296
3,408
0,003
0,032
7,210
3,261
0,257
11,913
4,325
0,025
16,915
3,90
0,004
0,207
0,303
0,048
0,077
11,925
4,001
-0,025
13,043
3,611
-0,019
3,758
4,624
-0,067
-0,106
9,903
3,241
-0,049
11,637
4,182
-0,026
-0,029
14,189
3,850
-0,014
11,861
4,199
-0,026
-0,075
-0,024
-0,064
-0,009
0,006
7,075
3,761
0,213
0,087
12,336
4,770
0,025
-0,002
15,891
4,166
-0,002
0,011
6,791
3,640
0,232
0,015
5,178
5,087
-0,033
-0,065
8,078
4,372
-0,047
-0,054
6,609
3,064
0,227
0,033
4,607
3,379
-0,059
0,009
10,333
2,987
-0,044
0,010
6,269
2,430
0,281
0,070
7,165
3,564
-0,027
-0,131
9,278
3,022
-0,055
-0,10
ziale dei tassi tra i paesi che stanno
controllando le loro finanze e quelli in
cui la sostenibilità delle finanze pubbliche sembra più incerta.
«In linea generale», conferma il
team di gestione di Axa, «il settore del
reddito fisso subirà nei prossimi mesi
un inasprimento delle condizioni monetarie e un rilancio del debito pubblico.
Una fase di ripresa economica, con una
rinormalizzazione dell’inflazione, non è
un buon ambiente per le obbligazioni.
Tuttavia, dato che crediamo che le poli-
tiche monetarie saranno colmate solo
molto gradualmente (senza aumenti
dei tassi quest’anno nelle principali
economie, ad eccezione del Regno Unito) e che l’inflazione rimarrà relativamente domata grazie all’elevato divario
di output che prevale nelle economie
sviluppate, non prevediamo turbolenze
nel mercato obbligazionario nel corso
del 2010, ma in certi casi, al contrario,
un ragionevole rialzo dei rendimenti».
Di tutt’altro avviso Richard Woolnough che, sui titoli governativi, for-
mula un giudizio negativo, che dipende però da fattori tecnici, e non da previsioni legate a debito pubblico o inflazione. «È probabile», spiega Woolnough, «che l’enorme offerta di titoli di
stato crei pressione sui rendimenti,
nonostante questa sia stata in parte
prezzata dal mercato, e che la ripida
curva dei rendimenti indichi che la duration inizia a essere pagata di più».
Luca Felli, responsabile obbligazionario e valute di Prima sgr, conferma che
il 2010 sarà nel complesso poco inte-
FONDI&SICAV/Marzo 2010
21
Fondi obbligazionari Us bond in dollari
Descrizione
ISIN
Patrimonio
Perf.
3m
Volat.
3m
Sharpe
3m
Info. ratio
3m
Perf.
6m
Volat. ann Sharpe Info. ratio
6m
6m
6m
0,8
13,61
8,25
0,41
13,7
8,48
0,36
Legg Ma. Legg Mason Us$ Core Bond A Cap.
LU0012052345
19.642.798
14,07
7,87
0,86
Allianc. American Income Portfolio A2
LU0095030564
318.011.302
12,19
8,7
0,7
Jpmorga. JPMF US Bond A Acc.
LU0070215933
29.305.569
13,95
8,6
0,73
0,55
13,76
8,52
0,38
0,43
Frankli. Franklin U.S. Total Return A Acc.
LU0170468960
11.957.868
12,97
7,59
0,77
0,7
13,22
8,14
0,36
0,28
Threadn. Tif - Dollar Bond Rg Acc
GB0002771946
11.004.195
11,31
7,91
0,68
9,48
8,79
0,25
Goldman. Us Fixed Income Portfolio
LU0089313992
44.721.960
12,51
7,9
0,73
11,87
8,34
0,34
Mfs Sic. Research Bond A1
LU0219442976
75.301.509
Fidelit. Us Dollar Bond A Dist.
LU0048622798
Ubs (Lu. Usd P Acc.
LU0035346773
Sgam Fu. Bonds Us Opportunistic Core Plus Ac
LU0011828380
13,31
8,6
0,69
11,17
8,99
0,27
12,52
8,41
0,72
11,52
9,06
0,31
320.946.361
12,6
7,47
0,78
11,46
8,8
0,29
13.817.231
10,42
7,51
0,68
9,45
8,54
0,27
11,47
9,03
0,27
9,93
8,71
0,28
10,04
8,21
0,26
9,07
9,43
0,22
Janus C. Us Flexible Income A Acc.
IE0004445783
13,29
8,21
0,71
Blackro. BGF US Dollar Core Bond A2 Cap.
LU0096258362
12,88
7,86
0,76
Hsbc Gl. Us Dollar Core Plus Bond Ac
LU0165076018
1.439.167
12,
7,5
0,73
Swiss &. Dollar Bond B
LU0012197074
70.394.024
11,82
8,52
0,63
Jpmorga. JPMF US Aggregate Bond A Acc.
LU0210532957
212.595.636
12,71
7,74
0,71
Swiss &. Dollar Medium Term Bond B
LU0100842375
81.216.941
12,24
8,31
0,66
0,77
0,68
0,42
0,48
9,8
8,38
0,29
9,49
9,03
0,23
0,33
0,3
0,22
0,19
0,31
Ing (L). Dollar X Cap.
LU0121214315
11.647.923
11,85
8,59
0,63
0,57
9,15
9,15
0,21
0,14
Schrode. Us Dollar Bond A Acc.
LU0106260564
97.309.520
11,89
8,45
0,68
0,61
8,86
8,9
0,25
0,17
Fortis . Bond Usd Classic/Cap.
LU0061749734
78.406.461
10,28
7,01
0,74
0,66
9,6
7,96
0,29
0,21
Oyster . Us Dollar Bonds
LU0069165115
15.303.114
11,53
8,2
0,64
9,25
8,88
0,23
Ubs (Lu. Usd Select P Acc.
LU0184126752
114.843.747
12,
8,05
0,68
0,62
9,29
9,25
0,22
Dexia B. Usd C Cap.
LU0064135527
75.579.553
10,56
8,45
0,65
0,47
8,9
9,6
0,22
0,2
Ubs (Lu. Fixed Income Usd B
LU0039703532
151.029.847
11,46
8,06
0,63
0,56
8,5
8,98
0,21
0,13
Mfs Sic. Us Government Bond A1
LU0219442547
255.991.128
11,89
8,42
0,64
8,7
9,13
0,21
Frankli. Franklin U.S. Government A (Mdis)
LU0029872446
639.015.892
11,6
7,87
0,66
0,45
8,71
8,58
0,22
Ubs (Lu. Usd Select Defensive P Acc.
LU0203936884
41.117.751
12,31
8,7
0,59
0,53
7,79
8,95
0,17
0,1
Credit . Us$ B Cap.
LU0052913646
175.374.555
11,51
8,55
0,62
0,45
8,57
9,74
0,2
0,16
Popso (. Usa Bond
LU0095504881
32.775.107
11,04
8,31
0,62
6,66
8,79
0,18
Ubs (Lu. Us Government P Acc.
LU0045870143
87.199.466
11,89
8,5
0,62
0,39
7,98
9,11
0,18
0,07
Vontobe. Us Dollar Bond B
LU0035745552
22.895.117
11,09
8,62
0,59
0,41
7,94
9,9
0,19
0,14
Planeta. Dollar Bonds
LU0078276010
17.062.478
11,02
7,99
0,65
7,41
8,63
0,21
Ubam Si. Yield Curve Us Dollar Bond A Cap.
LU0068133569
103.549.326
9,92
8,44
0,59
7,6
9,55
0,19
Willerf. Willerbond Capital $US P
LU0006062516
7.615.380
10,11
7,91
0,58
6,05
8,58
0,13
Lombard. Optimum Trend (Usd) P Acc.
LU0161991178
11.121.489
11,58
8,55
0,58
5,86
8,9
0,12
Lombard. Government Bond (Usd) P Acc.
LU0077027877
11.949.295
10,92
8,76
0,57
7,14
9,87
0,16
Pictet . Usd Government Bonds R
LU0128489860
170.645.302
10,31
8,04
0,63
0,38
6,51
9,02
0,19
Dexia B. Usd Government C Cap.
LU0157931121
104.148.411
9,65
8,77
0,58
0,4
7,19
9,88
0,18
0,1
Bnp Par. Us Dollar Bond Classic/Cap.
LU0012182399
88.807.949
8,74
7,34
0,63
0,73
6,1
8,94
0,18
0,18
ressante per le obbligazioni, specie per
quelle riferite al debito pubblico. «Sarà
difficile ottenere rendimenti consistenti», aggiunge Felli, «ma nel contempo non ci attendiamo neppure penalizzazioni significative. Mi sento di
dire, quindi, che non è ancora giunto il
momento di togliere i titoli di stato dal
22
FONDI&SICAV/Marzo 2010
portafoglio, quanto piuttosto di integrarli diversificando l’emittente, per
esempio mediante titoli corporate, evitando i bond governativi a breve termine e dedicando una parte dell’investimento a valute diverse dall’euro. Attendiamoci comunque un anno molto
volatile, espressione dell’incertezza
0,15
0,13
0,07
degli investitori sui molteplici rischi
con cui le economie si stanno confrontando dopo una crisi cosi potente come quella del 2008».
Ma qual è allora l’orizzonte temporale da preferire per un investimento in bond? Per Lorenzo Carlino, di
&Partners, l’investimento obbliFree&
INVESTIRE
(tabelle tratte dalle classificazioni di Analysis)
IN CINA
Perf.
1 anno
Volat. ann
1 anno
Sharpe
1 anno
Info. ratio
1 anno
20,78
11,46
0,18
0,12
20,34
10,36
0,22
17,86
10,96
0,18
16,33
10,28
0,16
14,62
12,01
14,07
10,6
12,24
11,63
Perf.
3 anni
Volat. ann
3 anni
Sharpe
3 anni
Info. ratio
3 anni
Perf.
5 anni
0,
16,45
27,14
Volat. ann
5 anni
Sharpe
5 anni
Info. ratio
5 anni
11,12
0,01
0,01
10,55
0,03
9,67
12,86
0,01
12,43
11,9
0,02
0,45
-8,78
13,05
-0,06
-0,12
-2,76
11,28
-0,04
-0,07
0,09
6,49
12,45
-0,01
-0,01
13,78
10,85
0,
0,
0,14
4,91
12,78
-0,01
10,84
11,13
-0,01
0,14
6,51
12,89
0,
12,91
11,17
0,
11,19
0,12
10,33
12,42
0,01
11,11
0,12
7,86
12,56
0,
15,83
10,98
0,
20,97
10,66
0,01
25,83
11,11
0,02
9,31
10,95
0,09
8,19
10,39
0,1
0,35
7,24
11,15
0,06
6,58
11,09
0,07
5,6
11,26
0,05
5,2
11,69
0,04
5,
10,76
0,06
4,91
11,4
0,05
4,55
11,6
0,04
-0,04
4,3
11,06
0,05
-0,02
4,09
10,14
0,05
-0,03
0,01
0,17
0,25
13,94
12,1
0,02
20,72
12,82
0,04
0,02
19,62
12,38
0,04
5,39
12,76
-0,01
5,95
11,73
-0,01
7,36
12,25
0,
18,12
12,68
0,03
14,63
12,51
0,02
16,33
12,81
0,03
16,61
12,63
0,03
14,6
12,51
0,02
0,02
0,05
0,03
25,
10,89
0,02
11,03
11,1
-0,01
13,37
10,44
-0,01
13,18
10,79
0,
21,02
10,91
0,01
0,02
22,67
11,19
0,02
0,02
0,03
23,83
11,02
0,02
0,03
20,68
10,79
0,01
0,02
-0,03
0,04
-0,01
0,06
2,31
10,58
0,02
15,28
12,19
0,02
22,18
10,62
0,02
1,17
11,25
0,01
-0,07
14,78
12,42
0,02
0,02
20,46
10,9
0,01
0,02
0,99
12,01
0,01
0,16
16,15
12,79
0,03
0,05
23,58
11,27
0,02
0,05
0,85
10,53
0,
0,01
12,86
11,98
0,02
0,01
17,53
10,35
0,01
0,03
-0,13
11,56
-0,01
16,46
12,76
0,03
-0,44
11,13
0,
0,11
14,34
12,68
0,02
0,02
20,95
11,07
0,02
0,04
-0,72
10,24
-0,01
-0,09
5,57
11,35
-0,01
-0,02
11,97
10,11
-0,01
0,
-1,04
12,48
-0,02
0,05
17,57
13,09
0,03
0,06
23,06
11,5
0,02
0,05
11,67
12,58
0,01
16,05
10,93
0,01
13,11
12,21
0,02
0,01
19,79
10,71
0,01
0,03
0,04
0,04
-1,56
11,18
-0,02
-2,
10,99
-0,03
0,05
-2,34
12,51
-0,04
0,02
14,9
13,04
0,02
20,68
11,39
0,01
-2,91
10,03
-0,03
11,92
11,49
0,01
17,9
10,24
0,01
-3,41
12,18
-0,03
15,58
12,96
0,03
23,45
11,4
0,02
-3,97
10,66
-0,06
10,11
12,
0,
17,28
10,38
0,
-4,96
10,65
-0,07
-6,86
12,35
-0,06
-2,75
10,84
-0,04
-5,23
12,4
-0,07
10,18
13,02
0,01
16,44
11,42
0,
-5,26
11,43
-0,06
-0,04
11,18
12,77
0,01
0,
15,58
11,18
0,
0,01
-5,27
12,55
-0,05
-0,03
16,97
13,22
0,03
0,06
24,22
11,58
0,02
0,06
-5,75
11,59
-0,06
-0,04
14,75
13,01
0,02
0,07
20,22
11,36
0,01
0,05
gazionario ha senso oggi con una
duration lunga, di almeno dieci anni.
«Il momento attuale è uno dei più difficili per il mercato obbligazionario»,
spiega Carlino, «le incertezze sui bilanci statali e societari, i tassi estremamente bassi e le timide prospettive di
crescita rendono la scelta complessa.
Nel 2010, più che in altri anni, sarà
importante effettuare una selezione
molto attenta e prudente. E riteniamo
senz’altro che si debba aumentare la
duration da cinque a dieci anni». Bond
decennali anche per Emma du Haney
dell’european fixed income team di
Insight (fondi Clerical medical): «Ci
aspettiamo che nei prossimi sei mesi i
rendimenti dei bond a dieci anni si
sposteranno tra il 3% e il 3,5%». Ma
attenzione: i mercati obbligazionari,
soprattutto in questo periodo, non
costituiscono un universo omogeneo:
«Per i titoli governativi», spiega Mario
Baronci, responsabile delle gestioni
FONDI&SICAV/Marzo 2010
23
GIOCARE IN DIFESA CON GLI OBBLIGAZIONARI
I TITOLI DI STATO
obbligazionarie di Sella gestioni, «un
Bund tedesco è più core di uno francese, mentre al momento un titolo italiano risulta meno periferico di uno
greco. Ancora più complessa la situazione sui mercati dei corporate bond,
dove le usuali considerazioni rispetto
al rating si intersecano con la situazione del paese di appartenenza: un
titolo obbligazionario finanziario portoghese, a parità di rating, rende molto
più di un omologo titolo francese. Ciò
premesso, noi paventiamo un aumento dei tassi dalla seconda metà dell’anno e conseguentemente siamo
molto cauti nel correre il puro rischio
di tasso riguardo ai titoli governativi
dei paesi core che ci sembrano estremamente cari. Al di fuori di queste
aree geografiche, sia che si tratti di
titoli governativi, sia di titoli corpora-
te, il rapporto rischio/rendimento ci
sembra molto più allettante».
Molte le incognite che gravano sul
mercato obbligazionario. Ma nel complesso i gestori convergono su una direttrice: i mercati obbligazionari dei paesi
emergenti appaiono molto interessanti
al momento, se paragonati a quelli dell’area G7, grazie a migliori condizioni fiscali, trend demografici più favorevoli,
bilanci statali più sani e la possibilità di
incassare cedole più elevate. Quanto ai
Liquidità
Meglio fuggire
Restare liquidi? Giammai, dicono i gestori che, nel rispetto del loro mandato, ritengono inevitabile investire anche in questa fase dominata da incertezza e rendimenti prossimi allo zero. «La remunerazione della liquidità è talmente bassa», spiega Alfredo Granata, responsabile gestioni di Banca Finnat, «che anche l’investitore più avverso al rischio deve riconoscere che restare liquidi rappresenta oggi quasi un costo, come
dimostra l’ancora forte richiesta di Bot e T-bill nonostante i rendimenti stracciati». E aggiunge Lorenzo Carlino di Free&Partners: «Pensiamo che non sia una scelta molto remunerativa. I livelli di rendimento della liquidità sono ridicoli, al punto che bisogna ritenersi fortunati se a fine anno non si porta a casa un risultato netto negativo». Infine conferma Raffaele Bertoni di Pioneer investments: «Mantenere elevati livelli di
liquidità all’interno del portafoglio è generalmente penalizzante nel medio periodo. Lo è ancora di più in
questa fase caratterizzata da tassi a breve vicini a zero». Per chi volesse comunque rimanere molto difensivo nel corso dell’anno il consiglio dei gestori è sempre lo stesso: titoli corporate con scadenze molto brevi
(massimo 24 mesi) che, se anche offrono rendimenti ridotti al lumicino, consentiranno ritorni superiori anche di due punti rispetto a quelli offerti dalla liquidità.
Restare liquidi può essere un’opzione tattica solo per alcuni gestori, come Gianluca Ferretti, responsabile
investimenti obbligazionari di Anima, che spiega: «Visto il rally degli ultimi mesi, mantenere una quota di
liquidità potrebbe rivelarsi un’idea utile per sfruttare le eventuali opportunità generate dalla volatilità dei
mercati». Questa scelta rappresenta una specie di paracadute contro la volatilità anche per Marco Sticchi
di Nemesis. «Ci aspettiamo molto nervosismo sui mercati nei prossimi mesi», conferma Sticchi, «e per sfruttare agilmente tutte le opportunità manteniamo una percentuale significativa di liquidità nei nostri portafogli. Tuttavia, restare liquidi quando i tassi sono prossimi allo zero è un costo notevole. L’alternativa, a
mio avviso, è costituita dalle cosiddette event-driven strategy, cioè bond e azioni non correlati al resto del
mercato, in quanto il loro andamento a breve è legato a situazioni specifiche».
Il più favorevole a una politica cash è Andrea Rotti, responsabile delle gestioni patrimoniali di Ersel sim, che
predilige, nel comparto del reddito fisso, il cosiddetto posizionamento barbell, basato sul connubio di molta liquidità e pochi titoli a lunga scadenza.
24
FONDI&SICAV/Marzo 2010
prodotti investment grade, restano interessanti, nonostante il rally impressionante degli ultimi trimestri. «La probabilità implicita di default del credito investment grade», spiega Luca Ramponi,
responsabile investimenti di Aureo gestioni, «rimane a livelli mai visti nella
storia, il che rende questa classe di attività fondamentalmente ancora attraente». E conferma Carlino: «Per gli investment grade vi sono ancora spazi per crescere: le fasi bull del mercato del credito, infatti, durano storicamente anni ed
è solo all’inizio del ciclo restrittivo dei
tassi che inizia la fase negativa».
CRESCENTE DIFFERENZIAZIONE
La sintesi? La formula Marco Sticchi,
credit fund manager di Nemesis. «Ritengo che tutti i cosiddetti risky asset
continueranno a essere correlati positivamente: azioni, corporate bond e
sempre di più il debito sovrano di paesi
meno virtuosi. Ciò perché preferisco
un’interpretazione strutturale piuttosto che puramente ciclica delle dinamiche attuali, cioè ritengo che sia in corso una correzione degli aggregati di
debito che durerà diversi anni e durante la quale la disponibilità o il bisogno
di liquidità saranno le determinanti
principali dei valori di mercato. In tale
contesto di mercato mi aspetto una
crescente differenziazione tra aziende,
crediti e paesi più o meno virtuosi. Il
modo più efficace per generare una
performance superiore, sarà quindi una
gestione attiva volta a sfruttare le opportunità di valore all’interno di ciascuna categoria di mercato».
I
GIOCARE IN DIFESA CON GLI OBBLIGAZIONARI
STRATEGIE
Made in Italy
ed emergenti
Il peggioramento dei conti pubblici in alcuni paesi e
l’aumento dell’offerta rendono poco attraente l’investimento
in titoli a tasso fisso dell’area G7 nel medio-lungo periodo.
Meglio puntare sui prodotti a rendimento variabile e
soprattutto su quelli indicizzati all’inflazione che, secondo i
gestori, dovrebbero garantire migliori performance in
seguito alle probabili misure restrittive adottate dalle
banche centrali. Emerging bond sempre in spolvero,
soprattutto in valuta locale. Mentre, per quanto riguarda le
economie mature, le preferenze cadono sui Btp italiani
26
FONDI&SICAV/Marzo 2010
ond sovrani sì, ma solo a tasso
variabile. Meglio se indicizzati
all’inflazione e con scadenze a
medio-lungo termine. Quanto agli
emerging bond, i più remunerativi sono quelli brasiliani e, in seconda battuta, quelli emessi da alcuni paesi periferici dell’area euro. Ma chi sceglie il Far
east deve puntare su titoli denominati
in divise locali. È questa in sintesi l’opinione dei gestori specializzati nei
mercati obbligazionari impegnati a fare scelte di investimento in un contesto caratterizzato da attese di interventi restrittivi sui tassi da parte delle
banche centrali e di progressivo au-
B
INVESTIRE
IN CINA
mento delle aspettative di inflazione.
«La possibilità che si verifichino tensioni sui tassi di interesse induce i gestori ad assumere una posizione prudente riguardo all’esposizione al rischio di tasso», spiega per tutti Alfredo
Granata, responsabile gestioni di Banca Finnat. «In tale prospettiva suggeriamo di aumentare la componente a
tasso variabile, nonostante la bassa
redditività immediata. La forte inclinazione della curva suggerisce poi di abbinare ai titoli a tasso variabile una
componente a lunga scadenza magari
in emissioni dei paesi periferici dell’area euro, una volta venuto meno il ti-
more di uscita dall’area di paesi come
Grecia e Spagna. Mentre tra i paesi
emergenti continuiamo a preferire il
Brasile in America latina, dato il forte
miglioramento delle riserve valutarie, e
la Polonia in Europa, grazie ai forti legami commerciali con la Germania».
Per Gianluca Ferretti, responsabile
investimenti obbligazionari del Sistema gestioni attive di Anima, dal punto
di vista valutario probabilmente tutti i
principali stati continueranno a sviluppare politiche economiche volte a evitare un rafforzamento della propria
valuta, per evitare di frenare la ripresa.
Con rendimenti pressoché nulli in quasi tutte le aree. «Il differenziale dei tassi», spiega Ferretti, «è diventato una
variabile di minore importanza. Tuttavia, le prime misure di politica monetaria restrittiva potrebbero cambiare
questo scenario e aiutare l’area dollaro, poiché la congiuntura americana
sembra in una fase più avanzata rispetto alle altre aree». In ogni caso tra
i gestori prevale la convinzione che i
tassi resteranno stabili almeno fino
al prossimo autunno nei paesi del G7,
a fronte della necessaria cautela cui
sono chiamate le banche centrali nel
rimuovere lo stimolo di politica monetaria in un ambiente di crescita moderata e di rischi derivanti dal rientro
delle politiche fiscali espansive e dal
deterioramento dei conti pubblici. Oltre tale orizzonte, l’inevitabile processo di restrizione delle politiche monetarie genera previsioni di total return
decisamente non esaltanti per i bond
governativi.
Perché allora i mercati obbligazionari sono così nervosi? «La volatilità
che stiamo osservando in queste ultime settimane è legata soprattutto a
una componente», spiega Luca Felli,
responsabile obbligazionario e valute
di Prima sgr. «I mercati obbligazionari
si stanno concentrando sul merito di
credito degli emittenti sovrani, un fat-
to abbastanza nuovo, ma logico se
pensiamo alle enormi emissioni che
sono necessarie per finanziare la spesa
pubblica post-recessione».
Per Sergio Cola, responsabile della
struttura di gestione patrimoniale di
Lemanik, le obbligazioni governative
G7 saranno sottoposte a due differenti pressioni: da una parte, i timori legati al peggioramento delle finanze statali (che già stanno sperimentando le
aree periferiche) e la conseguente crescita delle emissioni nette; dall’altra, la
pressione esercitata dalla risalita dei
tassi a breve, dovuta a scelte di politica monetaria, e il rischio di rialzi nei
tassi a lungo legata a timori inflazionistici. In altre parole, il contemporaneo
peggioramento nella percezione della
qualità, l’aumento dell’offerta e le prospettive di rialzo dei tassi non rendono
l’investimento governativo nell’area
G7 attraente solo in un’ottica di medio-lungo periodo.
BILANCI SANI FRA GLI EMERGING
Gli emerging bond al contrario costituirebbero da subito un’alternativa interessante. La selezione è sempre importante, ma per gli operatori sono parecchie le economie emergenti che
mostrano situazioni di bilancio sane.
Continua a pag. 32
FONDI&SICAV/Marzo 2010
27
Fondi obbligazionari mercati emergenti in euro
Descrizione
ISIN
Patrimonio
Perf.
3m
Volat.
3m
Sharpe
3m
Info. ratio
3m
Perf.
6m
Volat. ann Sharpe
6m
6m
Info. ratio
6m
Pioneer. Pioneer Funds - Emerging Markets Bond B Cap.
LU0140710913
144.790
16,589
7,913
0,978
0,937
24,298
8,893
0,701
0,511
Credit . Emerging Markets R
LU0284532644
24.374.078
0,898
4,354
0,163
-0,116
9,657
8,099
0,327
0,186
Pioneer Obbligazionario Paesi Emergenti A Distribuzione A
IT0001318739
126.558.000
9,0
3,442
1,177
1,038
15,606
4,032
0,995
0,649
Ing (L). Emerging Markets Debt Hard Currency P Cap.
LU0041345751
263.659.929
1,373
3,766
0,250
-0,027
10,654
5,728
0,508
0,419
Frankli. Templeton Emerging Markets Bond A (Qdis)
LU0152984307
93.704.907
12,815
6,709
0,899
0,978
16,986
6,767
0,627
0,612
Fidelit. Emerging Markets Debt A Acc.
LU0238205289
11,786
9,069
0,646
0,574
15,509
8,369
0,470
0,277
Threadn. Tlux - Emerging Market Debt AEH
LU0198725649
24.723.472
0,858
4,391
0,061
-0,251
7,705
6,491
0,296
0,063
Swiss &. Local Emerging Bond B
LU0256064774
230.740.653
-0,407
8,012
0,039
6,363
9,507
0,217
Compam . Emerging Market Short Term A Acc.
LU0164978511
25.611.630
5,229
3,020
0,844
12,736
3,245
0,953
Goldman. Global Emerging Markets Debt Portfolio Acc. EURO-Hedged
LU0262418394
23.974.872
0,389
Allianc. Emerging Markets Debt A2
LU0246603467
Jpmorga. JPMF FF Emerging Markets Debt A Acc.
LU0210532528
38.422.443
1,133
4,209
0,248
9,063
6,052
12,472
6,892
0,804
15,420
8,020
0,471
0,733
4,657
0,110
8,333
7,436
0,322
Erste S. Espa Bond Emerging Markets A
AT0000842521
1,086
3,409
0,245
Dws Inv. Dws Invest Euro Emerging Markets Bonds Lc
LU0179220685
1.079.103
3,034
2,963
0,555
Swiss &. Emerging Bond (Euro) B
LU0081394404
153.477.122
0,171
3,702
0,094
-0,128
0,257
8,328
5,115
0,414
6,868
2,657
0,667
7,113
6,654
0,303
0,588
0,150
0,033
Natixis. Loomis Sayles Multisector Income Rc
IE00B23XD337
1.807.646
13,765
6,262
1,014
16,719
6,716
Morgan . Emerging Markets Debt Ah
LU0266119204
57.061.545
0,379
4,339
0,092
-0,20
7,545
6,713
0,311
0,094
Invesco. Emerging Local Currency Debt E
LU0275060464
9.638.368
10,413
5,560
0,836
0,826
11,517
5,814
0,510
0,232
Goldman. Global Emerging Markets Debt Portfolio E
LU0133266147
32.559.470
11,864
5,879
0,938
13,695
6,599
0,517
Bny Mel. Bny Mellon Emerging Markets Debt Local Currency A
IE00B11YFH93
10,485
6,004
0,777
0,755
12,108
6,012
0,514
Pictet . Latin American Local Currency Debt R
LU0325328705
89.099.005
9,556
8,661
0,514
0,458
10,563
7,858
0,323
0,256
0,103
Jpmorga. JPM Emerging Markets Local Currency Debt A Acc.
LU0332400232
12.081.233
9,817
6,906
0,668
0,595
11,644
7,006
0,413
0,183
Pictet . Emerging Local Currency Debt R
LU0280437830
2.055.242.303
8,551
8,056
0,619
0,616
11,284
7,637
0,425
0,224
Pimco G. Emerging Markets Bond E Acc. Hedged
IE00B11XYW43
98.689.479
0,594
3,219
0,230
7,895
5,236
0,389
Fideura. Bond Global Emerging Markets
LU0096650139
45.746.811
0,105
2,914
0,084
-0,418
6,324
5,219
0,304
Union I. Unirenta Emergingmarkets
LU0149266669
76.971.825
Bny Mel. Bny Mellon Emerging Markets Debt A
IE00B06YC548
Axa Wor. Global Emerging Markets Bonds F Cap.
LU0227125944
Mfs Sic. Emerging Markets Debt A1
LU0219422606
Goldman. Global Emerging Markets Debt Local E Acc.
Bnl Obbligazioni Emergenti
Gestielle Emerging Markets Bond A
-0,048
0,319
3,723
0,080
6,906
6,132
0,319
11,547
7,258
0,757
0,676
12,664
7,036
0,439
0,203
42.528.057
0,651
1,932
0,10
-0,678
6,004
4,832
0,331
-0,054
3.608.696
12,352
10,024
0,581
14,114
8,535
0,434
LU0302284640
134.845
10,211
5,903
0,815
11,383
6,104
0,484
IT0000388840
95.019.000
7,625
4,330
0,810
0,667
10,116
4,618
0,519
0,171
IT0001083283
95.400.000
0,723
2,340
0,239
-0,526
5,508
4,30
0,338
-0,230
0,554
0,195
Nordfondo Obbligazioni Paesi Emergenti
IT0001316303
27.016.000
6,363
3,717
0,772
10,194
4,190
0,573
Nord Es. Obbligazionario Paesi Emergenti R Cap.
LU0102240552
25.205.682
3,016
3,321
0,373
7,214
4,831
0,310
Threadn. Tsif - Emerging Market Local Rn Inc
GB00B2B3NZ73
1.297.349
9,556
5,108
0,813
10,377
5,316
0,490
Euromobiliare Emerging Markets Bond
IT0001366183
56.825.000
5,437
2,677
0,936
0,814
8,986
3,574
0,590
Blackro. BGF Emerging Markets Bond A2 Cap.
LU0200683885
33.771.934
9,454
9,313
0,563
0,492
11,231
8,579
0,319
0,128
Emerging Markets Bond Acc.
IT0003825517
24.505.000
1,196
2,179
0,321
-0,307
5,318
3,848
0,349
-0,408
Aviva I. Emerging Markets Local Currency Bond A
LU0273494806
544.418.613
9,816
5,110
0,908
10,625
5,469
0,484
Eurizon. Easyfund Bond Emerging Markets R
LU0090979021
14.946.788
11,746
6,840
0,751
0,641
12,285
7,065
0,389
0,152
Prima Fix Emergenti A
IT0001254249
115.273.000
0,176
2,880
0,177
-0,616
4,716
4,553
0,248
-0,394
Eurizon. Starsfund Emerging Bond Total Return R
LU0365358141
1.458.847
2,661
1,113
1,176
0,758
4,563
1,163
0,969
0,525
Westlb . Global Emerging Markets Bond C
LU0214895061
11,339
6,530
0,753
13,022
6,936
0,415
Optima Obbligazionario E. M.
IT0003193007
14.694.000
7,633
4,678
0,716
0,550
9,339
4,844
0,445
0,102
Vegagest Obbligazionario Paesi Emergenti A
IT0003353791
12.016.000
4,129
3,385
0,60
0,363
6,491
3,372
0,455
-0,057
Blackro. BGF Local Emerging Markets Short Duration Bond A2 Cap.
LU0278457204
8,691
5,422
0,648
0,528
5,750
5,425
0,224
-0,088
Dws Inv. Dws Invest Emerging Yield Plus Lc
LU0216973544
10.002.150
2,586
4,143
0,122
-0,148
2,216
3,807
0,105
-0,317
Threadn. Tlux - Global Emerging Market Short-Term Bonds AEH
LU0198725300
1.587.400
3,047
4,173
0,356
0,192
7,880
4,745
0,437
0,145
Threadn. Tlux - Emerging Market Low Duration AEH
LU0143865482
2.528.846
1,866
1,841
0,408
-0,143
4,539
2,478
0,564
-0,094
Pioneer. Pioneer Funds - Emerging Markets Bond Local Currencies E Acc.
LU0441099214
32.686.483
9,918
5,153
0,732
0,599
Pimco G. Emerging Local Bond E Acc. Unhedged
IE00B5ZW6Z28
5.410.546
9,592
5,842
0,790
11,390
6,228
0,475
Pimco G. Developing Local Markets E Acc. Unhedged
IE00B600QL41
57.989.752
8,242
5,160
0,725
7,283
4,777
0,384
28
FONDI&SICAV/Marzo 2010
0,177
INVESTIRE
(tabelle tratte dalle classificazioni di Analysis)
IN CINA
Perf.
1 anno
Volat. ann
1 anno
Sharpe
1 anno
Info. ratio
1 anno
Perf.
3 anni
Volat. ann
3 anni
Sharpe
3 anni
Info. ratio
3 anni
Perf.
5 anni
Volat. ann
5 anni
Sharpe
5 anni
Info. ratio
5 anni
79,048
12,274
77,069
23,193
0,624
0,416
-0,133
16,716
-0,014
-0,016
16,229
13,714
0,008
-0,003
0,326
0,247
50,057
49,423
5,706
0,893
0,549
19,756
9,366
0,047
0,076
41,511
7,779
0,075
0,088
7,841
0,637
0,582
7,297
13,451
0,002
0,005
30,674
11,012
0,038
43,323
0,052
9,359
0,489
0,458
27,402
13,172
0,062
0,083
59,840
11,170
0,086
40,526
0,106
10,678
0,427
0,181
19,724
13,368
0,040
0,054
40,182
8,404
0,526
0,378
39,305
11,730
0,332
23,665
13,592
0,051
39,233
5,444
0,748
3,581
13,525
-0,010
14,354
10,566
0,005
38,372
7,866
0,508
37,466
9,170
0,441
35,493
8,605
0,412
0,169
-6,238
13,628
-0,044
-0,095
22,548
11,878
0,016
0,006
33,682
6,519
0,541
33,272
7,039
0,416
0,042
-12,110
11,080
-0,082
-0,136
-0,111
32,127
8,240
0,413
11,188
12,462
0,013
31,925
9,956
0,342
31,235
7,535
0,445
0,161
10,50
12,059
0,011
0,029
30,487
8,132
0,383
0,068
20,715
10,499
0,051
0,057
29,412
8,821
0,366
9,091
15,225
0,009
29,220
8,055
0,366
0,043
29,071
12,581
0,252
0,042
28,781
8,711
0,345
0,045
28,654
10,671
0,289
0,046
28,644
6,985
0,428
27,315
6,154
0,473
27,246
6,604
0,456
25,809
9,391
0,313
0,030
25,543
5,628
0,495
0,048
25,329
10,093
0,304
25,090
7,429
0,356
24,572
6,014
0,456
23,193
5,223
0,493
21,625
5,242
0,447
-0,077
21,007
6,212
0,363
20,655
7,330
0,288
20,491
4,609
0,486
-0,128
20,351
10,247
0,250
-0,013
20,004
4,880
0,479
-0,205
12,652
-3,113
8,920
-0,050
27,459
10,001
0,033
37,214
13,069
0,040
24,888
8,957
0,027
36,130
8,507
0,054
31,110
11,018
0,083
13,229
12,680
0,020
7,772
10,963
-0,001
13,324
10,067
0,022
14,184
13,415
0,023
0,029
17,815
11,243
0,035
0,085
18,714
14,355
0,035
0,011
10,173
10,122
0,006
0,011
24,355
8,415
0,025
0,010
-0,084
11,456
8,934
0,014
0,054
26,181
7,334
0,036
0,053
15,391
8,142
0,031
0,042
27,832
6,910
0,039
0,024
12,154
10,389
0,012
23,150
8,455
0,023
7,055
6,975
-0,014
-0,013
15,220
5,682
-0,001
-0,028
12,295
15,142
0,017
0,023
36,772
12,944
0,042
0,040
7,70
0,020
0,071
0,040
0,077
0,094
-0,001
0,022
19,801
7,018
0,286
16,052
8,144
19,749
8,718
0,269
-0,042
9,093
13,302
0,004
0,006
27,889
11,501
0,026
0,017
19,317
5,255
0,403
-0,356
5,981
8,471
-0,013
-0,045
16,136
6,902
0,003
-0,059
19,021
2,972
0,755
0,587
18,835
8,638
0,252
7,529
11,479
-0,004
26,185
10,202
0,023
16,680
6,633
0,292
-0,129
8,055
9,625
-0,004
-0,004
23,998
8,357
0,025
0,009
14,192
3,894
0,430
-0,262
10,497
6,327
0,006
0,010
21,626
5,184
0,030
0,001
-25,027
8,897
-0,191
-0,203
10,940
6,30
0,187
-0,248
3,333
11,160
-0,037
-0,276
FONDI&SICAV/Marzo 2010
29
Fondi obbligazionari mercati emergenti in dollari
Descrizione
ISIN
Patrimonio
Perf.
3m
Volat.
3m
Sharpe
3m
Goldman. Global Emerging Markets Concentrated
LU0292716403
3.332.363
6,264
22,024
0,120
Credit . Emerging Markets B Cap.
LU0059869072
92.870.335
12,676
9,245
0,620
Frankli. Templeton Emerging Markets Bond A (Qdis)
LU0029876355
839.058.863
12,892
8,160
0,758
Fortis . Bond Best Selection World Emerging Classic/Cap.
LU0377066807
192.383.757
16,224
10,238
0,711
Fidelit. Emerging Markets Debt A Acc.
LU0238205958
Ubs (Lu. Global Bonds P
LU0084219863
Caam Fu. Emerging Markets Debt Classic S/Cap.
Info. ratio
3m
Perf.
6m
Volat. ann Sharpe
6m
6m
Info. ratio
6m
13,603
20,696
0,178
0,558
16,474
8,466
0,453
0,288
0,796
17,544
7,304
0,569
0,533
17,488
10,111
0,403
10,977
9,666
0,630
0,545
14,152
8,943
0,442
0,258
685.529.092
11,171
9,649
0,557
0,507
13,457
8,277
0,407
0,218
LU0119098332
5.991.944
11,725
8,303
0,609
0,563
14,979
8,993
0,398
0,239
Swiss &. Local Emerging Bond B
LU0107852195
853.300.124
11,463
7,307
0,738
13,231
7,252
0,451
Bnp Par. Emerging Markets Bond Classic/Cap.
LU0089276934
45.187.161
11,685
6,750
0,771
0,685
15,296
7,318
0,495
0,317
Threadn. Tlux - Emerging Market Debt AU
LU0061474614
18.106.716
10,758
6,914
0,724
0,648
12,697
6,965
0,453
0,235
Ubam Si. Emerging Market Bond (Usd) A Cap.
LU0244149497
41.127.935
12,847
8,506
0,678
14,197
7,932
0,426
Invesco. Emerging Local Currency Debt A Acc.
LU0275062247
12.074.068
10,643
6,838
0,688
0,627
11,557
6,777
0,459
0,233
Hsbc Gl. Global Emerging Markets Local Debt Ac
LU0234585437
31.001.172
9,383
6,076
0,738
0,756
11,246
6,397
0,440
0,205
Natixis. Loomis Sayles Emerging Debt And Currencies IC
LU0255249772
1.850.966
11,628
6,890
0,796
14,337
6,828
0,499
Pictet . Latin American Local Currency Debt R
LU0325328374
88.790.549
9,315
10,999
0,435
0,372
9,784
9,249
0,288
0,101
Fortis . Bond World Emerging Classic/Cap.
LU0081707894
43.086.702
11,842
7,917
0,674
0,598
14,50
7,896
0,441
0,249
Aberdee. Emerging Markets Bond A1 Inc.
LU0132413252
24.539.406
11,338
7,162
0,775
14,070
6,988
0,487
Goldman. Global Emerging Markets Debt Portfolio
LU0110449138
24.905.264
11,478
7,259
0,803
15,316
6,886
0,512
Legg Ma. Legg Mason Wa Emerging Markets Bond A
IE0034203483
10,476
8,595
0,556
11,576
8,186
0,329
Pictet . Emerging Local Currency Debt R
LU0255798364
2.048.127.173
8,292
9,748
0,545
0,506
10,446
9,218
0,365
0,190
Morgan . Emerging Markets Domestic Debt A
LU0283960077
47.254.350
11,212
6,760
0,687
0,639
12,779
6,839
0,467
0,268
Dexia B. Emerging Markets C Cap.
LU0083568666
128.211.849
Bny Mel. Bny Mellon Emerging Markets Debt C
IE00B06YCB08
Hsbc Gl. Global Emerging Markets Bond Ac
LU0164943648
Mfs Sic. Emerging Markets Debt A1
LU0125948108
11,613
9,213
0,584
0,50
14,060
8,085
0,421
0,216
12,477
7,442
0,756
0,677
13,589
7,204
0,444
0,218
139.877.763
12,286
7,099
0,797
0,754
14,244
6,780
0,478
0,237
263.895.139
12,634
8,699
0,654
15,047
7,991
0,431
Goldman. Global Emerging Markets Debt Local A
LU0302282511
1.286.278
11,096
6,338
0,789
12,295
6,128
0,482
Swiss &. Emerging Bond (Usd) B
LU0081406000
46.120.817
11,649
8,520
0,625
14,181
7,885
0,416
Aig Fun. Aig Emerging Markets Bond Y
IE0000376446
12,115
8,974
0,608
14,283
8,214
0,412
Aviva I. Emerging Markets Bond A
LU0274939478
403.872.088
2,990
5,946
0,435
-0,117
4,921
9,353
0,106
-0,258
Jpmorga. JPMF Emerging Markets Bond A Acc.
LU0087089248
50.975.291
4,182
6,183
0,517
-0,011
6,413
9,946
0,170
-0,161
Morgan . Emerging Markets Debt A
LU0073230004
42.361.122
11,015
6,695
0,80
0,724
12,717
6,892
0,478
0,249
Fortis . Bond World Emerging Local Classic/Cap.
LU0251280011
57.127.864
7,454
9,375
0,339
0,259
7,725
8,297
0,249
0,050
Prameri. Emerging Markets Fixed Income A
LU0084664241
13.041.418
12,739
9,587
0,580
16,067
8,521
0,412
Pimco G. Emerging Markets Bond Admin Acc.
IE0030759314
9.922.672
12,509
7,861
0,742
14,825
7,456
0,440
Lombard. Emerging Market Bond P Acc.
LU0137081690
6.515.082
11,949
8,191
0,653
13,134
7,707
0,382
Threadn. Tif - Emerging Market Bond Rg Acc
GB0002773652
35.186.885
11,138
6,992
0,784
11,582
6,933
0,412
Blackro. BGF Emerging Markets Bond A2 Cap.
LU0200680600
33.748.507
10,076
9,765
0,547
11,762
8,522
0,318
Westlb . Global Emerging Markets Bond A
LU0093979069
1.063
11,992
8,085
0,669
Axa Wor. Global Emerging Markets Bonds F Cap.
LU0227127486
31.527.954
11,434
8,394
0,616
Schrode. Emerging Markets Debt Absolute Return A Acc.
LU0106253197
244.682.131
9,020
6,566
Ing (L). Emerging Markets Debt (Local Currency) X Cap.
LU0118288173
14.389.787
9,392
6,125
Blackro. BGF Local Emerging Markets Short Duration Bond A2 Cap.
LU0278470058
393.543.210
9,177
6,035
0,483
0,124
13,579
7,832
0,385
0,522
12,401
7,798
0,354
0,133
0,646
0,521
9,729
5,648
0,460
0,150
0,670
0,577
7,553
5,840
0,30
0,008
0,597
0,495
6,284
6,077
0,198
-0,079
Ubs (Lu. Emerging Markets Bonds Aa
LU0200134517
2.302.181
10,373
14,759
0,261
15,289
17,283
0,143
Swiss &. Absolute Return Emerging Bond B
LU0334612594
31.258.666
12,217
8,499
0,623
8,234
8,424
0,202
World E. Local Currency Emerging Market Income Auh
LU0211874614
467.496
-21,175
27,549
-0,377
-0,473
-23,794
21,916
-0,385
-0,564
World E. Global Emerging Market Absolute Return Au
LU0235200952
8.938.496
-6,066
11,982
-0,221
-0,348
-4,313
12,80
-0,245
-0,357
Threadn. Tlux - Emerging Market Low Duration DU
LU0198721143
20.092
11,973
7,110
0,766
0,610
9,296
7,642
0,342
0,098
Threadn. Tlux - Global Emerging Market Short-Term Bonds AU
LU0198726373
788.617
13,049
7,581
0,822
0,763
12,766
7,408
0,446
0,207
30
FONDI&SICAV/Marzo 2010
INVESTIRE
(tabelle tratte dalle classificazioni di IN
Analysis
CINA
Perf.
1 anno
Volat. ann
1 anno
Sharpe
1 anno
Info. ratio
1 anno
Perf.
3 anni
Volat. ann
3 anni
Sharpe
3 anni
Info. ratio
3 anni
Perf.
5 anni
Volat. ann
5 anni
Sharpe
5 anni
Info. ratio
5 anni
71,911
23,921
0,273
68,195
23,535
0,296
0,206
-1,297
26,417
0,0
0,0
22,618
21,150
0,020
0,017
0,416
27,676
12,615
0,062
0,085
59,528
10,848
0,088
0,109
44,970
10,192
0,453
43,053
11,996
0,390
39,217
10,982
0,405
0,171
18,201
14,753
0,038
0,051
38,202
10,592
0,366
0,122
11,835
13,477
0,014
0,019
39,241
11,839
0,049
0,045
33,387
11,515
0,342
0,119
0,012
34,578
13,282
0,035
0,029
32,985
8,221
0,406
41,835
8,932
0,068
32,795
9,435
0,384
0,125
37,687
11,575
0,043
0,043
32,462
9,655
0,355
0,084
31,381
9,447
0,361
31,372
8,453
0,373
0,073
31,004
9,072
0,336
0,059
30,943
8,128
0,409
29,982
14,346
0,221
0,037
29,962
9,863
0,344
0,084
31,363
11,779
0,032
0,027
29,907
9,430
0,363
29,881
9,213
0,367
29,369
9,569
0,308
29,076
12,193
0,248
0,033
28,161
8,399
0,349
0,040
27,890
9,667
0,336
27,418
9,141
0,330
27,247
9,956
0,298
0,033
26,729
9,642
0,312
26,369
7,536
0,367
25,540
10,205
25,342
10,533
16,004
0,009
27,063
9,817
0,073
17,416
13,255
0,029
11,937
12,376
0,013
22,283
10,502
0,055
14,462
10,518
0,025
4,485
13,719
-0,009
-8,465
14,914
-0,045
3,824
12,593
-0,016
0,605
16,694
-0,011
29,144
14,076
0,026
3,427
11,017
-0,026
39,735
10,768
0,052
0,047
0,051
0,043
0,061
-0,013
-1,875
12,427
-0,034
30,588
11,675
0,084
0,062
13,573
12,093
0,021
0,027
0,041
16,816
13,458
0,028
0,037
0,041
0,098
18,219
13,069
0,034
44,407
11,413
0,056
18,650
12,214
0,035
48,803
10,887
0,065
0,285
15,835
12,275
0,025
38,361
10,853
0,049
9,762
0,299
5,991
13,929
-0,006
31,929
12,257
0,034
24,622
16,180
0,143
-0,002
24,115
18,605
0,063
-0,078
-12,646
13,880
-0,070
-0,080
14,161
12,385
0,004
-0,009
23,690
9,015
0,308
0,011
12,293
14,354
0,017
0,020
37,198
12,316
0,043
0,037
23,169
8,446
0,276
-0,054
20,076
9,819
0,047
0,050
22,756
10,535
0,243
-12,236
12,946
-0,073
0,899
11,548
-0,029
22,717
9,379
0,264
14,119
13,828
0,020
22,668
9,067
0,286
12,789
11,915
0,016
32,189
10,610
0,038
21,425
8,259
0,305
20,796
10,270
0,251
15,385
13,585
0,026
-0,012
12,370
14,134
0,017
20,720
9,195
0,256
19,053
9,480
15,350
14,427
11,260
47,543
11,874
0,061
36,999
12,229
0,044
9,146
11,236
0,002
0,232
-0,051
29,487
11,288
0,071
29,408
10,120
0,032
7,211
0,245
-0,122
18,043
9,015
0,043
7,122
0,209
-0,165
10,809
7,105
0,008
0,031
31,822
8,068
0,051
0,024
0,008
23,978
6,817
0,034
0,011
7,037
0,168
-0,219
2,223
18,776
-0,002
1,999
9,887
0,032
-36,102
27,783
-0,232
-0,199
-39,815
17,688
-0,142
-0,116
-38,541
27,865
-0,256
-0,286
-43,278
17,658
-0,160
-0,161
0,023
0,042
0,088
FONDI&SICAV/Marzo 2010
31
GIOCARE IN DIFESA CON GLI OBBLIGAZIONARI
STRATEGIE
«In un’ottica di lungo periodo, oltre
l’attuale fase di forza del dollaro, le
obbligazioni emergenti in divisa locale
potrebbero essere il migliore strumento per partecipare all’eventuale apprezzamento valutario e al trend di
sviluppo dei mercati locali», spiega Cola. E conferma Paolo De Rogatis, responsabile centro investimenti private
di Banca Euromobiliare: «Gli emerging
bond, in un panorama di crescita globale trainata dalle economie emergenti, rappresentano una valida alternativa di allocazione. In particolare, l’investimento in strumenti di debito emergente espresso in valuta locale rappresenta una scelta di investimento che,
effettuata attraverso un mix di sicav
specializzate e secondo opportune
percentuali, ha senso in un’ottica di diversificazione di portafoglio».
Anche per i gestori di Arca i bond
dei paesi emergenti rappresentano la
migliore alternativa in questa fase perché, al contrario dei paesi sviluppati, i
fondamentali e il merito di credito sono in netto miglioramento: di conseguenza, il differenziale di rendimento
tra le due aree continuerà a restringersi ancora. «Gli emerging bond», dicono
i gestori di Arca, «sono la classe d’investimento con cui spostarsi lungo una
frontiera efficiente, purché si abbia un
orizzonte temporale adeguato, o una
propensione al rischio maggiore, ora
che i tassi di interesse sono molto bassi». In altre parole, per gli esperti, si
tratterebbe di una delle poche asset
class che permettono oggi di migliorare il rendimento del portafoglio, dal
momento che le attuali quotazioni dei
bond emergenti esprimono un rapporto rischio/rendimento ancora appetibile. Soprattutto nel caso di prodotti in
valuta locale. «Anche nel 2010», conferma Raffaele Bertoni, head of fixed
income Europe & Asia di Pioneer investments, «i bilanci statali dei paesi
emergenti, così come quelli aziendali,
32
FONDI&SICAV/Marzo 2010
continueranno a migliorare con conseguente riduzione degli spread offerti. In
particolare, ci aspettiamo una buona
performance delle valute di questi paesi e continuiamo a raccomandare l’investimento in titoli denominati in valuta locale, soprattutto quelle asiatiche,
che sono abbastanza sottovalutate».
EMERGING PIÙ PREPARATI ALLA CRISI
L’evoluzione positiva dei mercati
emergenti, aggiunge un operatore, ha
portato gli emittenti a utilizzare i mercati domestici rispetto ai mercati internazionali, eliminando di fatto le
emissioni in valute forti, come dollaro
ed euro. Proprio per questa ragione le
prospettive dei mercati sarebbero in
gran parte determinate dall’andamento delle divise locali. Per Bernhard
Urech, head fixed income interest rates di Swiss & global asset management, la solida posizione fiscale, il saldo con l’estero largamente positivo e
l’accumulo di ingenti riserve negli anni precedenti hanno consentito ai mercati emergenti di affrontare bene la
crisi e di essere più preparati della
maggior parte dei paesi sviluppati a
cogliere le opportunità offerte dalla ripresa ciclica. Questo è vero in particolare per America latina e Asia, mentre
la maggior parte dei paesi dell’est Europa patisce ora le conseguenze negative derivanti dall’accumulo eccessivo
di leva finanziaria degli ultimi anni.
Dopo il rialzo consistente e generalizzato registrato nel 2009, questa categoria di investimento offre ancora
l’opportunità di generare rendimenti
positivi: la chiave sarà sicuramente la
selettività, dato che alcuni segmenti,
in particolare il gruppo di emittenti
con livello di affidabilità creditizia BB,
sembrano presentare valutazioni eque,
mentre alcuni paesi con rating BBB e B
offrono un potenziale interessante.
«L’incertezza è stata elevata per questa
categoria a causa dei declassamenti di
rating in alcuni paesi», conclude Rainer Klimesch, multi asset strategies di
Raiffeisen capital management, «ma
ora i premi per il rischio sono a livelli
interessanti in un contesto economico
più chiaro. Nel 2010 la percentuale di
investimento in obbligazioni di questa
categoria dovrebbe salire a circa il
60%».
INVESTIRE
IN CINA
Più incline a puntare sulle economie mature Luca Felli, responsabile obbligazionario e valute di Prima sgr che,
nell’ambito dei paesi del G7, preferisce
i bond dei paesi dell’area euro, anche se
ultimamente gli emittenti periferici
(cioè Grecia, Portogallo, Irlanda) sono
sotto pressione. In questo caso, tra i
paesi che hanno un debito elevato, e
che quindi offrono un rendimento
maggiore, meglio scegliere i titoli di
quelli che hanno un programma di riduzione del deficit come l’Italia, opportunamente miscelati con titoli di paesi
più virtuosi, come la Germania, per dare stabilità al portafoglio. «Stabilità»,
ammonisce Felli, «che comunque potrebbe essere messa in discussione nei
prossimi mesi: ricordiamoci, infatti, che
i mercati assisteranno a una riduzione
progressiva della liquidità immessa
dalle banche centrali, liquidità parzialmente investita appunto in titoli di
stato». Anche Mauro Vittorangeli, responsabile obbligazionario di Allianz
global investors Italia, preferisce il
mercato europeo a quello americano,
dove i segnali di ripresa economica sono più consistenti. «Pensiamo», spiega
a Fondi&Sicav, «che i tassi decennali
tedeschi non realizzeranno ampie variazioni nel corso dell’anno, mentre la
Bce dovrebbe mantenere invariato il
costo del denaro per tutto il 2010. All’interno dell’area euro, riteniamo che i
differenziali tra paesi core e periferici
rimarranno volatili sulle scadenze lunghe per tutto il periodo, mentre suggeriamo di sovrappesare le scadenze brevi in Spagna, Italia e Portogallo».
Dello stesso parere Bertoni di Pioneer Investments. «È sempre più evidente che la ripresa economica, seppure modesta rispetto a quella potenziale, sia già in atto negli Stati Uniti, dove la Federal reserve sta già preparando il mercato al cambiamento di politica economica e monetaria con tassi
più alti e drenaggio della liquidità im-
messa durante la fase più acuta della
crisi. In Europa, al contrario, il quadro
macro risulta completamente diverso
con una ripresa che sembra più debole
di quella attesa solo pochi mesi fa». A
fare da freno alla crescita economica
contribuisce lo stato dei bilanci pubblici di diversi paesi dell’area euro che,
dopo anni di sforamento dei parametri
di Maastricht, sono ora costretti a politiche di bilancio molto più restrittive,
che incideranno pesantemente sui potenziali di crescita nazionali.
INTERESSE PER IL CANADA
Con un rischio inflazione ancora limitato, la Bce si troverà a dovere rimandare qualunque decisione di rialzo dei
tassi. «Ci potremo trovare quindi con
tassi di interesse in rialzo negli Stati
Uniti e sostanzialmente stabili nell’area euro per tutto il 2010», spiega Bertoni. «Per questi motivi preferiamo titoli governativi tedeschi e francesi,
cioè euro core country, rispetto ai cosiddetti peripheral (Spagna, Grecia,
Portogallo) e ai titoli governativi degli
altri paesi del G7, con l’unica eccezione del Canada che, grazie ai suoi fondamentali, riteniamo interessante anche da un punto di vista di attesa di ritorno del dollaro canadese rispetto a
euro e dollaro americano».
Discorso a parte deve essere fatto
per i titoli del debito pubblico italiano,
Btp e Cct, che offrono al momento
rendimenti interessanti rispetto agli
analoghi titoli tedeschi, ma per i quali
gli investitori dovranno essere pronti a
sopportare volatilità elevate a causa
dell’effetto contagio nel caso di un
peggioramento delle aspettative di
riforme strutturali e di crescita economica in Grecia e Spagna. «In altri termini, per i bond italiani la nostra raccomandazione rimane quella di acquistare nei momenti di debolezza, cioè di
attuare una strategia buy on dips», dice Tommaso Federici, gestore di Ban-
ca Ifigest. Che aggiunge: «Puntiamo in
ogni caso su Btp con scadenza a cinque anni e a 10 anni e sui Bot per la liquidità, mentre ci teniamo alla larga
dai Cct. Consigliamo inoltre molta prudenza sui periferici, cioè i Pigs, dove la
I sta per Irlanda».
Infine, Mario Baronci di Sella gestioni espone la sua strategia di investimento: «Prevedo una curva dei rendimenti molto meno ripida. Di conseguenza consiglio di sovrappesare la
parte lunga tramite titoli dei paesi core e, soprattutto, sovrannazionali per
tre motivi: approfittare dei rendimenti
offerti dall’inclinazione della curva, essere meno vulnerabili per quanto riguarda un aumento del rischio di credito e, infine, essere meno esposti ai rischi di un appiattimento della curva.
Consiglio invece di sottopesare in maniera decisa il segmento medio (4-6
anni). Ritengo utile ancora sovrappesare la parte breve della curva tramite
titoli governativi periferici, soprattutto
italiani, che coniugano un limitato rischio di tasso con un allettante premio
per il rischio di credito. Abbiamo inoltre un’allocazione cospicua in titoli a
tasso variabile, sia italiani, sia sovrannazionali. Questa strategia ci permette di replicare, sia in termini di rischio,
sia in termini di rendimento, i benchmark di riferimento, con un’allocazione di portafoglio però molto dissimile.
Adotteremo tale strategia finché la
curva dei rendimenti mostrerà una
pendenza tanto marcata».
I
FONDI&SICAV/Marzo 2010
33
GIOCARE IN DIFESA CON GLI OBBLIGAZIONARI
CORPORATE
Ancora
in auge
eno scoppiettante del
2009, anno definito «eccezionale» dagli addetti ai
lavori, ma anche meno volatile il 2010
M
per il comparto dei corporate bond. Sui
quali, spiegano i gestori, conviene
ancora puntare. E tutto ciò per una
ragione fondamentale: la forte
domanda di rendimento in assenza di
valide alternative nell’ambito dei titoli governativi dovrebbe continuare a
favorire l’interesse degli investitori
Crescita moderata e tassi stabili per i prossimi mesi rendono tuttora interessanti gli
spread dei rendimenti in confronto ai titoli di stato. Anche se meno allettante dello
scorso anno, la remunerazione di questa tipologia di debito piace ai gestori che
consigliano di sovrappesarla rispetto ai bond governativi. Quanto alla scelta, puntare
su aziende con bilanci solidi e poco sensibili all’andamento del ciclo economico. Ma
nel 2010 sarà l’asset allocation geografica il principale elemento di valutazione. I
favoriti? I bond collocati dalle società che operano nei comparti delle
telecomunicazioni, le utility e soprattutto i bancari, meglio se di emittenti italiani
34
FONDI&SICAV/Marzo 2010
INVESTIRE
IN CINA
questi strumenti dovrà essere realizzato con la prospettiva di ottenere un
rendimento cedolare maggiore, senza
aspettarsi risultati eccezionali. L’elemento di selezione anche per i corporate sarà soprattutto il paese, poiché
l’asset allocation geografica quest’anno sarà la variabile determinante. E in
quest’ottica, gli emittenti italiani sono
quelli che offriranno i rendimenti più
interessanti».
RENDIMENTO PIÙ ALTO DELL’1,5%
verso i titoli corporate, oltre a quelli
dei paesi emergenti e degli high yield,
nonostante si sia già registrata una
significativa riduzione dei differenziali di rendimento. «Nel 2010», spiega
Mario Baronci, responsabile delle
gestioni obbligazionarie di Sella
gestioni, «lo scenario di ripresa economica e la discesa dei tassi di default
offrono un sostegno al mercato corporate. In ogni caso, dopo il significativo restringimento degli spread nel
2009 e in seguito alla concorrenza dei
titoli governativi, sia per i volumi che
verranno emessi sia per i maggiori rendimenti offerti da alcuni paesi, sarà
difficile che si ripeteranno le performance più che positive dei mesi passati. In altre parole l’investimento in
Come spiega Bernhard Urech, head
fixed income interest rates di Swiss &
global asset management, il rendimento a scadenza di un portafoglio
ampiamente diversificato in titoli di
debito investment grade è più alto
dell’1,5% circa rispetto a quello di un
portafoglio comparabile di titoli di stato. «Sulla base delle migliori previsioni
per il 2010 e della maggiore propensione al rischio degli investitori», spiega
Urech, «è possibile che i premi per il rischio scendano verso la media di lungo termine fino a 90-100 punti base.
La compressione degli spread dovrebbe determinare in questo caso un rendimento supplementare di 250-300
punti base rispetto ai titoli di stato».
Per Mauro Vittorangeli, responsabile obbligazionario di Allianz global
investors Italia, un contesto di crescita
moderata dell’economia risulta favorevole al mercato del credito, in quanto limita il ricorso all’indebitamento
delle società e favorisce politiche di bilancio conservative. «Continuo a credere che il credito corporate sia un’asset class interessante per gli investitori», racconta a Fondi&Sicav Richard
Woolnough, gestore di M&G optimal
income fund: «A differenza dei governi, molte società emittenti stanno intraprendendo azioni a vantaggio degli
investitori. Per esempio tagliano i costi
e preservano margini di profitto: modalità che generalmente favoriscono
gli obbligazionisti». Secondo Woolnough, i fattori principali che dovrebbero
continuare a supportare il mercato dei
corporate bond sono in primo luogo gli
spread che continuano a essere relativamente ampi nel quadro storico. Ma
ci sono altre ragioni: i casi di default
non dovrebbero toccare il livello che il
mercato sta attualmente prezzando,
quindi gli investitori sono ben compensati per il rischio di default; le
emissioni corporate dovrebbero diminuire, in particolare a causa dell’offerta di obbligazioni governative, elemento che dovrebbe fare aumentare
gli spread; infine, i corporate bond offrono ancora rendimenti interessanti,
se paragonati a quelli disponibili con
gli investimenti in liquidità. «Il periodo
d’oro dei corporate bond, misurato in
termini di opportunità offerte dal mercato nel corso del 2009, è sicuramente tramontato», afferma Raffaele Bertoni, head of fixed income, Europe &
Asia di Pioneer investments. «I livelli di
spread offerti da questi titoli appena
12 mesi fa scontavano tassi di default
superiori a quelli verificatisi in qualunque delle precedenti recessioni avvenute nella storia dei mercati finanziari. Oggi il tasso atteso di fallimenti
Continua a pag. 38
FONDI&SICAV/Marzo 2010
35
Fondi obbligazionari corporate bond in euro
Descrizione
ISIN
Patrimonio
Perf.
3m
Volat.
3m
Sharpe
3m
Info. ratio
3m
Perf.
6m
Volat. ann Sharpe
6m
6m
Info. ratio
6m
New Mil. Q7 Corporate Bond A
LU0163796203
29.499.026
2,88
3,18
0,47
0,47
11,82
3,71
0,84
Ubs (Lu. Eur Corporates P Acc.
LU0162626096
303.690.004
2,51
3,65
0,33
0,23
7,54
3,77
0,5
0,3
Groupam. Credit Euro Lt I Cap.
FR0000991861
176.229.557
3,29
4,09
0,44
0,49
9,6
3,7
0,68
0,67
Swiss &. Euro Corporate Bond B
LU0159196806
30.739.506
3,69
2,74
0,71
9,17
2,99
0,77
Caam Fu. Euro Corporate Bond Classic S/Cap.
LU0119100252
73.735.139
2,37
3,08
0,36
0,32
6,77
2,69
0,64
0,53
Invesco. Euro Corporate Bond A Acc.
LU0243957825
266.851.320
2,98
4,38
0,34
0,31
7,42
3,65
0,49
0,33
Threadn. Tif - European Corporate Bond Rg Acc
GB0032064296
10.252.919
2,43
3,19
0,4
7,57
4,81
0,36
Ubs (Lu. Euro Corporate Bonds Aa
LU0130421521
290.371.731
2,47
2,95
0,41
Etruria. Etruria Corporate Bond Euro R
LU0176473006
9.663.949
2,47
2,38
0,5
Union I. Unieurorenta Corporates C
LU0136786182
3.343.698
2,89
2,7
0,5
Blackro. BGF Euro Corporate Bond A2 Cap.
LU0162658883
6.898.411
2,09
1,76
0,65
0,74
Dws Inv. Dws Euro-Corp Bonds
LU0117667062
188.225.391
1,45
2,42
0,32
Ing (L). Eurocredit X Cap.
LU0123076670
4.718.838
2,09
2,21
Pioneer. Pioneer Funds - Euro Corporate Bond B Cap.
LU0140696237
224.451
2,43
2,06
Lombard. Investment Grade (Eur) P Acc.
LU0095725387
72.807.903
2,22
2,32
0,49
Pioneer Obb Euro Corporate Etico A Distr A
IT0003531610
250.909.000
1,92
1,77
0,53
Vontobe. Euro Mid Yield Bond B
LU0153585723
22.485.903
2,04
2,02
Groupam. Credit Euro I Cap.
FR0010213405
215.477.289
2,28
2,86
0,41
0,69
6,9
2,53
0,68
6,75
2,18
0,76
0,59
8,16
2,76
0,74
5,31
2,64
0,53
0,21
0,36
6,92
2,61
0,7
0,74
0,51
0,64
5,94
2,06
0,74
0,67
0,55
0,49
5,86
1,84
0,82
0,49
5,68
2,1
0,7
0,5
5,93
1,89
0,82
0,51
0,51
6,17
2,03
0,74
0,51
0,43
0,49
6,91
2,46
0,72
0,67
0,72
Aviva I. European Corporate Bond C
LU0160767082
121.922.978
2,24
2,79
0,45
0,46
5,93
2,44
0,64
0,46
M&G Int. M&G European Corporate Bond A Acc.
GB0032178856
1.076.594.400
2,16
2,13
0,59
0,64
5,74
2,86
0,66
0,46
Morgan . Euro Corporate Bond A
LU0132601682
881.282.575
1,76
2,18
0,46
0,37
4,72
1,96
0,57
0,14
Corporate Bond Acc.
IT0001223095
336.058.000
1,94
2,09
0,4
0,33
5,39
1,94
0,67
0,36
Raiffei. Obbligazionario Eurocorporates V
AT0000712534
2,37
2,32
0,51
5,64
1,95
0,75
Gestielle Obbligazionario Corporate A
IT0003066641
128.086.000
2,2
2,44
0,46
0,34
6,95
2,36
0,72
Deka In. Deka Corporatebond Euro CF
LU0112241566
414.204.568
2,06
2,01
0,51
4,71
1,89
0,64
Dws Inv. Dws Invest Euro Corp Bonds 130/30 Fc
LU0300357802
53.487.268
1,54
2,45
0,38
0,32
4,12
2,33
0,52
Westlb . Euro Corporate Bond A
LU0145975065
444.288.358
1,83
2,35
0,43
5,69
2,04
0,72
Axa Wor. Euro Credit Plus A Cap.
LU0164100710
308.264.691
2,03
2,13
0,47
0,43
5,44
1,86
0,76
0,49
Bnp Par. Parvest Euro Corporate Bond Classic/Cap.
LU0131210360
462.864.547
2,46
2,46
0,49
0,57
6,38
2,3
0,7
0,6
Oyster . European Corporate Bonds Eur
LU0167813129
230.383.730
1,65
2,57
0,35
5,84
2,38
0,6
Fortis . Bond Corporate Euro Classic/Cap.
LU0083949205
202.292.859
2,37
2,06
0,62
0,85
5,68
1,88
0,81
0,7
General. Euro Corporate Bonds E Acc.
LU0169253068
4.433.854
1,82
2,33
0,38
0,31
4,95
2,03
0,62
0,28
Ubam Si. Corporate Euro Bond A Cap.
LU0095453105
112.188.292
1,95
2,65
0,38
5,34
2,22
0,61
Schrode. Euro Corporate Bond A Acc.
LU0113257694
2.429.440.973
1,95
2,72
0,37
4,74
2,31
0,53
Nord Es. Obbligazionario Euro Corporate R Cap.
LU0140696823
30.609.566
2,09
1,92
0,54
4,52
1,86
0,63
Nordea . Corporate Bond E
LU0173777441
178.816
1,84
3,38
0,21
-0,18
4,67
4,
0,31
0,05
Ubi Pramerica Euro Corporate
IT0001259990
597.765.000
1,54
1,95
0,4
0,33
4,25
1,76
0,62
0,25
Nordfondo Obbligazioni Euro Corporate
IT0001440095
155.548.000
1,26
1,86
0,4
0,24
3,82
1,75
0,57
0,09
Groupam. Credit Euro Ct I Cap.
FR0000171837
55.929.036
1,48
1,73
0,44
0,38
4,07
1,56
0,68
0,17
Arca Bond Corporate
IT0003021950
365.515.000
1,44
1,74
0,45
0,27
3,64
1,69
0,55
0,01
0,08
0,28
0,54
0,2
0,2
New Mil. Large Europe Corporate A
LU0215785253
29.385.048
1,48
1,55
0,51
0,31
3,8
1,49
0,66
Fideura. Euro Corporate Bond
LU0096628127
150.412.074
1,43
1,86
0,34
0,12
3,66
1,67
0,55
0,
Euro Corporate Bond
LU0074298786
723.663.452
1,53
1,89
0,37
0,21
3,57
1,62
0,54
-0,04
Prima Fix Imprese A
IT0001355632
135.960.000
0,75
1,93
0,3
-0,24
3,28
1,79
0,43
-0,31
Eurizon Focus Obbligazioni Euro Corporate
IT0003459473
219.137.000
1,04
1,81
0,35
-0,08
3,73
1,72
0,52
-0,12
Dws Inv. Dws Invest Euro Corp Bonds Fc
LU0145655741
37.751.416
3,97
2,9
1,03
0,48
15,6
3,68
1,07
0,4
Sai Obbligazionario Corporate
IT0001464962
9.772.000
1,44
1,63
0,44
0,21
3,37
1,44
0,61
-0,04
Sgam Fu. Bonds Euro Corporate Ac
LU0168010204
21.814.856
0,76
2,15
0,16
-0,11
2,97
2,01
0,41
-0,08
Eurizon Obbligazioni Euro Corporate Breve Termine
IT0001051694
539.566.000
0,69
1,1
0,24
-0,44
-0,44
Rinasci. Corporate Bond
LU0144864708
13.032.383
0,51
4,63
-0,02
2,2
0,97
0,58
0,49
6,77
-0,19
Groupam. Oblig Europe I Cap.
FR0010213397
79.224.388
0,75
1,84
0,18
-0,09
2,57
2,49
0,3
-0,09
Duemme . Corporate Bond Euro C
LU0126234292
236.583.028
1,13
1,28
0,33
0,19
2,59
1,55
0,42
0,09
Eurizon. Easyfund Bond Corporate EUR Short Term R
LU0102684353
93.119.323
1,04
1,07
0,35
0,2
2,49
0,9
0,64
0,06
Fidelit. Euro Corporate Bond A Acc.
LU0159167450
15,76
11,06
0,38
0,31
2,35
10,77
-0,04
-0,15
INVESTIRE
(tabelle tratte dalle classificazioni di Analysis)
IN CINA
Perf.
1 anno
Volat. ann
1 anno
Sharpe
1 anno
Info. ratio
1 anno
Perf.
3 anni
Volat. ann
3 anni
Sharpe
3 anni
Info. ratio
3 anni
Perf.
5 anni
Volat. ann
5 anni
47,64
6,51
0,75
0,74
21,95
32,59
8,95
0,36
0,28
4,32
32,27
8,54
0,41
0,38
31,18
6,26
0,52
29,71
5,95
0,52
0,59
29,26
5,11
0,63
0,54
28,67
7,27
0,42
28,25
7,29
0,36
27,94
6,7
0,41
8,34
0,06
0,1
35,36
7,51
-0,03
0,
6,86
5,01
8,42
-0,02
0,01
13,96
5,78
0,03
10,38
5,69
0,01
0,08
22,4
5,12
0,1
0,21
3,71
6,52
-0,03
2,17
6,39
-0,05
5,47
5,82
-0,03
27,22
5,13
0,58
27,04
7,01
0,38
0,28
1,36
5,49
-0,06
6,65
6,45
-0,01
0,02
25,62
5,55
0,48
0,51
-8,96
6,5
-0,12
25,32
6,52
24,9
5,85
0,37
0,28
-0,02
6,13
0,44
0,39
4,29
5,08
23,96
4,81
0,52
8,54
4,87
-0,01
23,91
5,78
0,42
0,37
10,02
4,82
0,
0,09
23,89
5,21
23,28
4,91
0,48
0,44
1,33
5,56
-0,06
0,54
0,51
9,95
5,36
0,01
22,97
5,9
0,39
0,29
0,75
5,92
20,78
4,07
0,55
0,35
15,08
19,69
4,96
0,43
0,21
19,49
4,71
0,43
0,32
19,31
3,28
0,68
19,28
3,27
0,68
19,19
4,77
0,42
19,15
4,04
0,51
18,98
3,77
0,54
17,9
3,04
0,66
0,34
17,84
4,64
0,39
0,17
16,98
3,24
0,61
0,29
0,62
-0,04
Sharpe
5 anni
Info. ratio
5 anni
6,63
0,07
0,12
6,01
-0,03
0,
9,26
6,84
-0,02
0,01
16,11
4,7
0,
12,33
4,6
-0,02
6,28
5,27
-0,05
0,05
5,51
5,17
-0,05
7,44
4,74
-0,04
3,83
4,49
-0,07
9,76
5,2
-0,03
0,01
-0,07
-5,68
5,24
-0,11
-0,05
-0,07
-0,07
1,47
4,97
-0,07
-0,06
-0,04
-0,01
5,16
4,16
-0,06
-0,04
11,92
4,06
-0,02
11,36
3,91
-0,03
0,05
-0,05
3,51
4,49
-0,07
-0,04
0,07
13,56
4,34
-0,01
0,06
-0,06
-0,06
4,47
4,82
-0,06
-0,03
5,03
0,05
0,13
17,97
4,17
0,01
0,09
12,78
4,93
0,03
0,12
16,68
4,08
0,
0,09
9,88
4,05
0,
0,11
13,06
3,24
-0,02
0,09
14,74
4,74
0,05
18,26
4,
0,01
18,04
3,34
0,1
19,32
2,79
0,03
9,21
4,89
0,
12,15
4,05
-0,02
13,13
4,22
0,04
16,03
3,61
0,
14,61
3,66
0,06
0,2
18,
3,16
0,02
0,15
0,11
12,69
3,64
-0,02
0,06
21,8
3,45
0,04
-1,35
3,66
-0,12
-0,03
0,14
-0,02
0,07
0,35
10,99
4,38
0,01
17,14
4,02
0,08
16,71
3,73
0,49
0,29
-3,45
4,39
-0,13
-0,19
16,06
3,46
0,51
0,19
9,16
4,03
0,
0,07
16,05
4,27
0,39
9,51
4,7
0,
15,7
4,01
0,44
0,11
16,04
4,35
0,06
15,13
3,14
0,55
8,63
4,24
-0,01
15,04
5,41
0,31
0,33
7,27
5,95
-0,01
14,93
3,08
0,55
0,18
17,18
3,32
0,09
0,31
14,32
2,69
0,62
0,11
16,43
3,52
0,08
0,23
13,63
4,05
0,36
-0,01
8,
3,74
-0,02
13,25
2,76
0,53
0,
11,91
3,65
0,03
12,48
2,2
0,68
0,01
14,85
2,86
0,07
0,16
12,28
3,8
0,35
-0,08
9,02
4,12
-0,01
12,23
3,36
0,41
-0,06
9,73
3,54
0,
12,19
3,13
0,47
-0,03
5,44
3,37
-0,14
10,89
4,03
18,94
3,65
0,02
8,91
3,6
-0,05
18,87
2,8
0,02
0,2
18,64
2,98
0,02
0,16
0,04
11,29
2,93
-0,03
0,05
0,16
13,82
3,11
-0,02
0,09
0,06
9,93
3,51
-0,04
0,02
0,08
10,44
3,02
-0,05
0,03
-0,06
-0,01
7,22
2,9
-0,08
-0,02
-0,13
0,15
0,11
-0,03
11,44
4,47
0,28
-0,18
0,85
4,1
-0,09
-0,16
2,28
3,37
-0,1
10,81
6,94
0,13
-0,03
-7,74
5,67
-0,14
-0,18
-2,48
4,63
-0,1
-0,1
10,73
2,04
0,59
-0,11
8,87
2,41
-0,02
0,07
10,26
2,13
-0,07
0,03
10,33
2,72
0,44
-0,11
4,73
4,26
-0,05
-0,01
6,8
3,58
-0,06
-0,02
8,51
2,64
0,3
-0,53
-0,8
2,69
-0,17
-0,22
-0,14
8,32
7,22
0,09
-23,39
7,25
-0,22
1,78
2,12
-0,16
-19,48
5,74
-0,17
8,
3,01
0,31
-0,15
14,82
3,31
0,06
0,13
18,19
2,78
0,02
0,1
7,81
2,32
0,37
0,1
-8,59
4,15
-0,2
-0,14
-7,36
3,53
-0,18
-0,14
4,75
3,07
0,09
-0,13
-21,4
9,37
-0,16
-0,15
-11,42
8,39
-0,09
-0,08
-16,67
9,43
-0,32
-0,43
-20,17
6,06
-0,25
-0,27
-14,05
4,92
-0,17
-0,17
Fondi obbligazionari global corporate bond in euro
Descrizione
ISIN
Patrimonio
Perf.
3m
Volat.
3m
Sharpe
3m
Info. ratio
3m
Perf.
6m
Volat. ann Sharpe Info. ratio
6m
6m
6m
Muzinic. Transatlanticyield Fund Hedged Euro Acc. R Units
IE00B07RXZ94
18.528.877
3,16
4,34
0,39
9,18
4,51
0,47
Seb Lux. Boce A
LU0133008952
99.709.847
2,29
2,79
0,44
6,06
2,3
0,68
Capital. Corporate Bonds @ Work E Cap.
LU0184243128
4.278.007
2,01
3,26
0,41
6,33
3,1
0,55
Novara . Corporate Bond R
LU0183719953
650.389
2,31
3,2
0,32
5,14
2,9
0,42
Natixis. Natixis/Loomis Sayles Global Corporate Bond Rc
LU0155380156
320.309
1,96
2,29
0,45
4,99
2,14
0,63
Groupam. Oblig Monde N Cap.
FR0010290585
974.786
-0,3
2,17
0,01
1,17
2,56
0,16
Perf.
3m
Volat.
3m
Sharpe
3m
0,36
0,45
Fondi obbligazionari global high yield bond in euro
Descrizione
ISIN
Patrimonio
Info. ratio
3m
Perf.
6m
Volat. ann Sharpe Info. ratio
6m
6m
6m
Allianc. Global High Yield Portfolio I2
LU0249551689
14,92
7,96
0,89
21,99
8,44
0,59
Sgam Fu. Bonds Europe High Yield Ac
LU0090728022
68.701.218
4,41
5,69
0,36
11,75
5,93
0,47
Jpmorga. JPMF Global High Yield Bond A Acc. Hedged
LU0108415935
141.880.080
3,7
6,27
0,39
11,69
7,47
0,37
Fideura. Bond Euro High Yield
LU0096627319
18.543.468
2,94
5,93
0,24
11,24
6,39
0,4
Ing (L). Global High Yeld X Cap.
LU0128047924
27.577.293
3,27
5,7
0,31
13,22
6,32
0,5
4,5
5,28
0,37
12,9
6,01
0,48
66.581.143
3,97
6,74
0,3
12,1
6,43
0,42
Ailis F. Global High Yield Bond
IE0002058166
Blackro. BGF Global High Yield Bond A2 Cap.
LU0093504206
Pioneer. Pioneer Funds - Global High Yield F Cap.
LU0190658806
5.113.273
13,57
6,94
0,92
16,96
7,33
0,56
Axa Wor. Global High Yield Bonds A Cap.
LU0125750504
78.894.467
4,34
4,99
0,54
13,02
4,73
0,71
Goldman. Global High Yield Portfolio E
LU0133266659
21.457.486
13,89
11,57
0,61
18,14
10,82
0,39
Swiss &. Global High Yield Bond B
LU0159158970
295.967.365
4,16
4,46
0,51
12,65
4,71
0,66
Pimco G. Global High Yield Bond E Acc. Hedged
IE00B11XZ327
64.826.735
4,32
4,79
0,44
12,84
5,75
0,53
Ubi Pramerica Obbligazioni Globali Alto Rendimento
IT0003242283
274.100.000
3,01
4,7
0,36
10,29
4,93
0,5
Mediola. Global High Yield L - A
IE0005359660
59.856.324
13,5
9,52
0,61
16,42
8,83
0,39
Bny Mel. Bny Mellon Global High Yield Bond (Eur) A
IE0030011294
3,13
7,14
0,27
9,94
6,25
0,35
Schrode. Global High Yield (Eur) Hedged A Acc.
LU0189894842
122.174.541
2,82
6,19
0,26
10,16
6,64
0,3
Westlb . Global High Yield Bond A
LU0115289372
4.468.749
9,83
6,33
0,69
14,17
6,47
0,47
Frankli. Templeton Global High Yield A Acc.
LU0300743944
3.092.738
13,7
7,86
0,82
15,33
7,68
0,46
Dexia B. Global High Yield C Cap.
LU0170291933
127.168.102
3,65
4,34
0,4
9,13
4,47
0,47
Dexia B. High Spread C Cap.
LU0151324422
20.737.862
2,93
2,82
0,52
7,27
2,68
0,68
Threadn. Tlux - Global High Yield And Emerging Market (Euro) AE
LU0112520878
21.695.782
2,94
3,91
0,39
10,53
5,46
0,5
Euromob. Alto Rendimento 2014 A Cap.
LU0178154232
427.398.759
2,44
2,89
0,42
0,38
5,77
3,11
0,35
0,22
Caam Fu. Dynarbitrage High Yield Classic S/Cap.
LU0272945535
5.142.839
1,43
1,54
0,48
0,34
4,42
1,86
0,6
0,39
Az Fund. Alpha Manager Credit A
LU0262760803
4.520.020
1,21
2,52
0,27
4,96
2,55
0,49
Fortis . Bond Corporate High Yield World I
LU0230104456
5.680.973
13,31
6,51
1,14
Henders. Strategic Yield A1
LU0138824015
3.392.626
-1,09
4,41
-0,17
aziendali implicito negli spread dei titoli corporate è molto più basso ma, a
nostro giudizio, ancora alto rispetto a
ciò che si verificherà nel corso dei
prossimi anni. Si offre così agli investitori un’opportunità per sovrappesare
queste obbligazioni, rispetto a quelle
governative, anche se il peso suggerito
è inferiore a quello dello scorso anno».
38
FONDI&SICAV/Marzo 2010
-0,12
Anche Bertoni pone l’accento sulla
selezione, che nel corso dell’anno dovrà
essere molto più accurata che non in
passato: «Ci aspettiamo una maggiore
dispersione dei rendimenti dei titoli
corporate nel 2010, in quanto il mercato sarà sicuramente più selettivo nel
premiare aziende con bilanci solidi e
meno sensibili all’andamento del ciclo
18,26
11,83
0,53
-15,48
12,17
-0,45
-0,39
economico. La selezione delle imprese
su cui investire sarà il fattore discriminante delle performance attese nel
corso dell’anno». E conferma Paolo De
Rogatis, responsabile centro investimenti private di Banca Euromobiliare:
«In uno scenario di crescita, per quanto moderata e con aspetti di evidente
vulnerabilità, e in coerenza con un’at-
INVESTIRE
(tabelle tratte dalle classificazioni di Analysis)
IN CINA
Perf.
1 anno
Volat. ann
1 anno
Sharpe
1 anno
26,55
6,88
Info. ratio
1 anno
Perf.
3 anni
Volat. ann
3 anni
Sharpe
3 anni
0,39
2,73
9,56
-0,02
Info. ratio
3 anni
Perf.
5 anni
Volat. ann
5 anni
Sharpe
5 anni
21,83
5,05
0,45
8,78
5,45
0,
9,57
4,43
-0,03
19,48
4,07
0,55
5,23
5,17
-0,03
8,54
4,37
-0,04
17,79
6,29
0,28
-1,67
5,74
-0,08
-1,37
4,67
-0,09
14,5
3,87
0,42
12,49
4,42
0,03
6,45
3,12
0,2
5,6
4,36
-0,04
0,3
-0,02
Info. ratio
5 anni
-0,03
(tabelle tratte dalle classificazioni di Analysis)
Perf.
1 anno
Volat. ann
1 anno
Sharpe
1 anno
54,65
11,08
0,49
54,15
10,37
50,08
Info. ratio
1 anno
Perf.
3 anni
Volat. ann
3 anni
Sharpe
3a nni
0,53
-5,02
12,69
12,25
0,39
-5,32
15,15
48,33
9,95
0,48
5,23
48,2
9,41
0,5
-3,82
47,32
9,25
0,53
6,53
10,93
0,
44,21
9,98
0,44
0,58
11,89
-0,02
43,15
11,74
0,39
-3,56
14,4
-0,03
41,54
6,56
0,68
5,88
9,02
40,27
13,43
0,32
1,64
16,27
39,08
6,92
0,6
6,84
38,23
8,64
0,42
11,11
34,86
6,42
0,56
33,67
10,86
0,34
Info. ratio
3 anni
Perf.
5 anni
Volat. ann
5 anni
Sharpe
5 anni
-0,04
8,01
10,08
-0,01
-0,03
4,14
12,01
-0,01
11,02
-0,01
12,07
8,76
0,
11,91
-0,04
6,32
9,47
-0,02
11,15
9,44
0,
-0,01
13,41
7,28
0,
-0,01
17,34
13,63
0,01
9,77
0,
18,19
7,84
0,01
9,86
0,01
6,34
8,81
-0,01
19,32
7,06
0,02
4,02
13,67
-0,01
20,27
11,59
0,01
31,7
8,8
0,39
5,39
11,29
-0,01
12,53
8,93
0,
31,66
8,72
0,37
4,98
10,02
-0,01
16,45
8,02
0,01
31,64
8,98
0,38
9,91
11,43
0,01
-4,81
9,7
-0,06
5,54
7,75
-0,03
31,32
10,38
0,3
28,54
8,2
0,37
25,35
4,36
0,64
-0,11
7,34
-0,05
7,47
5,87
-0,03
19,64
7,28
0,3
-24,87
8,94
-0,19
-17,42
7,09
-0,13
19,24
6,46
0,29
0,23
-2,35
9,36
-0,05
-0,04
3,75
7,5
-0,03
19,18
4,41
0,45
0,35
0,81
5,15
-0,07
-0,06
18,54
3,7
0,55
-7,02
6,35
-0,11
-0,26
14,92
-0,04
-22,44
9,73
-0,42
tesa di tassi stabili per i prossimi mesi, l’investimento in corporate bond rimane un’interessante prospettiva di diversificazione, rispetto al puro investimento in titoli di stato. Il ritorno atteso da questa asset class è inferiore rispetto all’ottimo risultato conseguito
nel 2009; è auspicabile tuttavia che
questa performance si accompagni a
Info. ratio
5 anni
-0,02
-0,37
misure di volatilità generalmente più
contenute rispetto al 2009».
Per Clelia Rezzonico, senior
portfolio manager di Ubs global asset
management sgr, gli spread, nonostante il rally degli ultimi mesi, sono
ancora a un buon livello, rispetto ai valori storici. Inoltre, il miglioramento dei
fondamentali e dei bilanci societari,
unito alle prospettive di crescita degli
utili, sono fattori che favoriranno sicuramente l’intera categoria. «Non escludiamo», aggiunge Rezzonico, «la possibilità che nel breve periodo gli spread
di alcune emissioni possano allargarsi
un po’, soprattutto per notizie legate a
singole società, e ci aspettiamo pertanto un po’ di volatilità sui mercati.
FONDI&SICAV/Marzo 2010
39
Fondi obbligazionari Europe high yield in euro
Descrizione
ISIN
Patrimonio
Perf.
3m
Volat.
3m
Sharpe
3m
Info. ratio
3m
Perf.
6m
25,984
0,092
16,370
Volat. ann Sharpe Info. ratio
6m
6m
6m
Aberdee. European High Yield Bond A1 Inc.
LU0119174026
35.983.097
9,548
20,733
0,205
Nordea . European High Yield Bond Bp
LU0141799501
141.729.001
4,521
6,918
0,378
19,863
8,786
0,510
Fidelit. European High Yield A Dist.
LU0110060430
5,319
11,130
0,267
17,950
10,687
0,426
Bnp Par. European High Yield Bond Classic/Cap.
LU0225847150
217.427.842
4,040
7,044
0,280
13,357
6,735
0,501
Jpmorga. JPMF Europe High Yield Bond A Acc.
LU0210531470
7.906.581
4,275
7,428
0,310
16,149
9,710
0,372
Caam Fu. Euro High Yield Bond Classic S/Cap.
LU0119111028
12.196.817
6,024
9,055
0,301
16,608
8,812
0,442
Raiffei. Obbligazionario Europa High Yield V
AT0000765599
4,836
6,838
0,380
14,707
6,381
0,582
Hsbc Gl. Euro High Yield Bond Ac
LU0165128348
98.355.875
4,686
6,557
0,328
11,410
5,694
0,457
Morgan . European Currencies High Yield Bond A
LU0073255761
40.517.484
3,367
5,872
0,311
10,919
6,843
0,362
M&G Int. M&G European High Yield Bond A Acc.
GB0031288243
91.305.988
5,265
7,761
0,354
10,064
6,652
0,394
Threadn. Tif - European High Yield Bond Rn Acc
GB0009692087
161.843.093
3,639
5,281
0,294
10,674
8,20
0,349
Muzinic. Europeyield Fund Euro Discretionary Units
IE0005315449
77.414.192
4,145
5,556
0,401
12,349
5,934
0,542
General. European High Yield Bonds A Acc.
LU0169273686
24.929.871
3,50
5,915
0,226
10,131
5,374
0,498
Muzinic. Europeyield Fund Euro Income Units
IE0005324847
8.754.051
4,152
5,560
0,40
8,941
8,211
0,297
Eurizon Focus Obbligazioni Euro High Yield
IT0001280541
265.331.000
2,879
3,644
0,317
9,523
4,222
0,478
Bnp Par. Corporate Bond Opportunities Classic/Cap.
LU0099625146
99.956.114
3,494
3,978
0,431
0,401
12,913
3,883
0,808
Perf.
3m
Volat.
3m
Sharpe
3m
Info. ratio
3m
Perf.
6m
15,77
9,49
0,75
0,77
20,55
9,27
0,45
0,46
15,23
9,97
0,72
0,73
18,43
9,57
0,41
0,42
16,42
15,31
0,42
0,43
23,01
13,32
0,33
0,33
16,2
9,57
0,75
0,76
19,96
9,27
0,43
0,44
0,24
11,96
42,41
0,08
0,09
20,39
8,89
0,5
17,32
8,83
0,41
0,751
Fondi obbligazionari Us high yield in dollari
Descrizione
ISIN
Credit . High Yield Us$ B Cap.
LU0116737759
Fidelit. Us High Yield A Dist.
LU0132282301
Patrimonio
28.413.411
122.912.471
Volat. ann Sharpe Info. ratio
6m
6m
6m
Ubs (Lu. Usd High Yield P Acc.
LU0070848972
Blackro. BGF US Dollar High Yield Bond A2 Cap.
LU0046676465
Legg Ma. Legg Mason Us$ High Yield Bond A Cap.
LU0105200538
299.396
24,85
55,15
0,24
Pimco G. High Yield Bond E Acc.
IE00B11XZ871
39.745.196
16,69
8,97
0,83
Frankli. Franklin High Yield A Acc.
LU0131126228
52.940.125
15,13
9,47
0,71
Mfs Sic. Us High Yield Bond A1
LU0035377810
93.120.353
14,84
9,42
0,71
16,59
8,98
0,4
Janus C. Us High Yield A Acc.
IE0004446971
15,42
9,71
0,69
0,7
17,33
9,07
0,39
0,4
Bnp Par. Us High Yield Bond Classic/Cap.
LU0111549480
28.966.148
14,35
7,5
0,85
0,86
17,6
8,06
0,46
0,47
Prameri. Us High Yield A
LU0068732865
23.249.440
Eaton V. Us High Yield Bond A1
IE0031519055
Threadn. Tlux - USD High Income Bonds AU
LU0180519315
Aig Fun. Aig Us High Yield Bond A
IE00B120J411
Muzinic. Americayield Fund Us$ Accumulation Units
IE0004347849
4.890.387
148.983.022
Restiamo positivi soprattutto sulle
emissioni finanziarie subordinate, che
sono state maggiormente penalizzate
durante la crisi, ma che adesso godono
di una forte domanda e soprattutto
della fiducia del mercato».
Meno entusiasta, ma comunque
positivo sulle emissioni obbligazionarie aziendali, anche Gianluca Ferretti,
responsabile investimenti obbligazio-
40
FONDI&SICAV/Marzo 2010
0,72
13,81
8,5
0,7
15,34
8,27
0,37
13,04
8,89
0,68
13,47
8,48
0,36
12,97
7,62
0,81
13,93
7,94
0,42
0,03
8,17
-0,18
2,98
9,28
0,08
14,64
9,23
0,67
14,94
8,45
0,36
0,82
nari del Sistema gestioni attive di Anima sgr. «Sul mercato delle obbligazioni corporate continuano a registrarsi
molte emissioni», spiega Ferretti, «che
però vengono accolte in modo più tiepido dai mercati, anche per la scarsa
generosità degli spread offerti. Tuttavia, i tassi molto bassi sulle attività cosiddette risk-free continuano a essere
di supporto per il comparto delle obbli-
0,42
0,43
gazioni societarie, nel cui ambito il
settore finanziario giustifica ancora un
sovrappeso». L’opinione di Ferretti è
condivisa da Laura Tardino, responsabile analisi strategie di investimento di
Bnp Paribas sgr, che aggiunge una
previsione precisa: «Il nostro orientamento sulle obbligazioni corporate è
ancora positivo, nonostante recentemente gli investitori abbiano mostrato
INVESTIRE
(tabelle tratte dalle classificazioni di Analysis)
IN CINA
Perf.
1 anno
Volat. ann
1 anno
Sharpe
1 anno
91,228
25,503
79,682
66,023
Info. ratio
1 anno
Perf.
3 anni
Volat. ann
3 anni
Sharpe
3 anni
0,336
-28,029
25,208
-0,057
11,569
0,661
15,186
13,770
0,026
11,515
0,560
13,557
11,506
0,022
65,192
12,116
0,508
-7,165
14,370
-0,042
63,319
13,653
0,454
-1,493
15,092
-0,021
60,780
11,706
0,507
0,380
12,077
56,967
9,561
0,592
5,823
54,479
10,239
0,529
13,313
52,979
12,522
0,427
48,150
10,279
0,462
47,134
12,280
44,222
7,819
40,490
8,056
0,530
35,198
8,957
34,848
6,624
27,674
5,022
0,560
Perf.
5 anni
Volat. ann
5 anni
Sharpe
5 anni
-25,140
19,714
-0,046
28,405
9,070
0,037
-0,024
12,054
9,755
-0,002
12,616
-0,003
21,595
9,993
0,021
11,298
0,021
27,207
8,975
0,035
14,055
13,987
0,023
26,978
11,058
0,031
11,550
12,032
0,015
34,732
9,586
0,051
0,40
9,607
12,155
0,006
22,652
9,673
0,021
0,608
15,507
10,127
0,031
28,590
8,120
0,042
2,184
10,059
-0,024
0,435
3,856
10,041
-0,017
16,104
8,10
0,008
0,572
11,885
7,764
0,015
22,277
6,197
0,027
-24,499
7,645
-0,218
-19,430
6,034
-0,160
0,506
Info. ratio
3 anni
-0,218
Info. ratio
5 anni
-0,144
(tabelle tratte dalle classificazioni di Analysis)
Perf.
1 anno
Volat. ann
1 anno
Sharpe
1 anno
Info. ratio
1 anno
Perf.
3 anni
Volat. Ann
3 anni
Sharpe
3 anni
42,34
11,49
0,37
0,39
3,31
15,64
-0,01
38,5
12,53
0,33
0,34
9,3
15,58
0,01
36,27
14,53
0,24
0,25
1,56
15,89
-0,02
34,96
12,46
0,29
0,3
2,87
15,04
-0,01
34,91
32,66
0,13
0,13
-3,07
24,07
-0,01
33,27
11,22
0,28
1,2
15,09
-0,02
31,79
11,06
0,29
0,3
2,12
15,77
-0,01
30,55
10,53
0,3
-2,42
14,63
-0,03
29,37
10,88
0,27
0,28
4,63
13,78
28,52
10,68
0,28
0,3
6,69
25,35
10,98
0,23
25,24
11,22
0,26
22,45
10,34
0,25
19,11
18,19
0,07
18,12
10,03
0,19
maggiore scetticismo su questa classe
di attivo. La ripresa economica, anche
se modesta, e la possibile diminuzione
dei default rate sono ancora di sostegno al comparto. Crediamo che gli
spread, sebbene non al ritmo del 2009,
abbiano ancora spazio per stringere sia
nel segmento investment grade di 3040 basis point, sia, e in misura maggiore, in quello high yield (circa 130 bp)».
0,27
Sharpe
5 anni
Info. ratio
5 anni
13,11
0,01
0,04
13,1
0,03
0,06
12,33
13,35
0,
0,03
13,48
12,72
0,
0,03
0,01
11,89
19,38
0,01
0,03
0,02
13,45
13,28
0,
0,03
10,18
12,44
0,
-0,01
0,02
18,93
11,82
0,01
0,05
14,33
0,
0,03
20,56
12,22
0,01
0,05
-5,97
13,96
-0,04
-4,85
12,02
-0,04
-20,35
15,37
-0,09
5,75
13,86
0,
18,36
11,84
0,01
4,98
13,23
-0,01
16,81
11,42
0,01
Per Valentijn van Nieuwenhuijzen, macroeconomista e responsabile
del dipartimento fixed income di Ing
investment management, i fondamentali dei titoli corporate sono migliorati
in modo significativo negli ultimi 12
mesi e le probabilità di declassamenti
o inadempienze sono drasticamente
calate: «Probabilmente non vedremo
un altro anno di tassi a doppia cifra,
Info. Ratio
3 anni
Perf.
5 anni
Volat. Ann
5 anni
0,02
15,2
0,04
26,84
0,01
0,02
0,03
0,04
ma un rendimento al 4-6% per gli investment grade e dell’8-10% per gli
high yield sembrano possibili per il
2010». Anche per Federico Mosca e
Giovanni Radicella di Arca la performance ottenuta dal comparto nel
2009 è difficilmente ripetibile, perché
da un punto di vista puramente matematico non si parte dai prezzi di occasione di inizio 2009: per i due gestori è
FONDI&SICAV/Marzo 2010
41
lecito quindi aspettarsi variazioni molto più contenute dei premi di rendimento delle obbligazioni societarie,
qualcosa come il 2-2,5% sui titoli di
stato rispetto all’11% del 2009. «Ciò
accadrà», spiegano Mosca e Radicella,
«in quanto le società proseguiranno
nel loro processo di aggiustamento dei
bilanci verso livelli di leva più contenuti e, se l’uscita dalla recessione sarà
confermata, in quanto i conti economici dovrebbero continuare a migliorare». L’unico rischio, avvertono i gestori di Arca, potrebbe essere rappresentato da una certa ripresa delle attività di fusioni e acquisizioni che potrebbero, in alcuni casi isolati, portare
a un temporaneo peggioramento del
tive di rendimento. Sergio Cola, responsabile della struttura di gestione
patrimoniale di Lemanik, ne spiega le
ragioni: «Il periodo d’oro dei corporate
è alle nostre spalle. L’obiettivo dell’investimento corporate non deve più essere riferito al beneficio derivante da
un forte restringimento degli spread,
bensì al godimento di un rendimento
soddisfacente. In questa ottica sono
particolarmente interessanti le obbligazioni emesse da società la cui dinamica degli utili beneficia maggiormente della ripresa del ciclo economico,
come le obbligazioni del settore bancario, dove ulteriori necessità di ricapitalizzazione favoriscono gli obbligazionisti».
BANCARI SUGLI SCUDI
merito di credito delle società interessate.
Ma su quali categorie di obbligazioni corporate conviene puntare? Tra
i gestori si leva una specie di coro: le
emissioni bancarie sono in assoluto
quelle che offrono le migliori prospet-
42
FONDI&SICAV/Marzo 2010
Alfredo Granata, responsabile gestioni
di Banca Finnat, restringe ulteriormente il campo: «Tra queste categorie di titoli pensiamo possano risultare interessanti, soprattutto dopo il nuovo allargamento degli spread di questi ultimi giorni, i titoli del settore bancario
italiani, magari a tasso variabile, anche
di qualità subordinata». Banche anche
per Mike Zelouf, director of international business di Western asset management (Legg Mason), che ritiene
che le emissioni bancarie europee investment grade siano molto interessanti, visti i notevoli spread che ancora pagano rispetto al comparto industriale. «Se confrontiamo l’attuale situazione del sistema bancario occidentale, in particolare quello statunitense, con quella degli istituti giapponesi negli anni novanta, si vede chiaramente che ora le banche occidentali
presentano profitti operativi: al netto
degli accantonamenti sulle perdite in
settori in difficoltà come l’immobiliare,
le banche stanno facendo davvero
molti soldi con attività quali il trading
sul reddito fisso e le commodity», spiega Zelouf.
Luca Felli, responsabile obbligazionario e valute di Prima sgr, raffredda
un po’ gli entusiasmi intorno ai bond
bancari e ritiene che siano senz’altro
un’asset class su cui investire nel 2010,
purché ci si avvalga di un portafoglio
diversificato (come è quello rappresentato da un fondo) e ben bilanciato,
comprensivo anche di altre classi d’investimento, come i titoli governativi.
In un portafoglio di questo tipo, Prima
riserva comunque una parte importante ai titoli finanziari (preferendo quelli subordinati rispetto ai titoli senior) e
consiglia, ai più prudenti, l’inserimento di titoli a tasso variabile con scadenza breve, che costituiscono un’occasione di acquisto dal momento che
le prospettive di queste obbligazioni
sono solide, se valutate in un orizzonte temporale di medio periodo. «Possiamo comunque affermare con certezza che è terminata quella fase di
mercato con rendimenti a due cifre
che, nel corso del 2009, ha riportato il
mercato dei corporate in linea con uno
scenario di ripresa moderata e con un
più corretto premio al rischio», spiega
Felli. Che aggiunge: «Non ci sono motivi di dubitare sul fronte dei fondamentali delle aziende, tuttavia alcuni
settori continueranno a denotare tensioni: è il caso proprio delle banche che
hanno necessità di emettere titoli in
un contesto normativo in evoluzione
(Basilea 3), così come alcuni emittenti
iniziano a riflettere nei propri spread
anche il rischio paese in cui risiedono,
come nel caso di alcune aziende di
Spagna e Portogallo».
Da un punto di vista settoriale, anche Bernhard Urech, head of fixed income interest rates di Swiss & global
asset management, preferisce i titoli
finanziari e le utility ai titoli industriali, a fronte delle valutazioni più convenienti e di una minore vulnerabilità al
rischio di evento. Nel microcosmo dei
titoli finanziari poi, meglio le obbliga-
INVESTIRE
IN CINA
High yield
È qui la festa
E’ il territorio minato dell’high yield quello che
sembra offrire le occasioni più interessanti nei
prossimi mesi. E ciò per una semplice ragione:
sono molte le società che stanno ricorrendo in
questa fase al mercato del reddito fisso per la
prima volta, dal momento che le banche hanno
ridotto l’erogazione di credito alle aziende. E’
più che mai necessario, quindi, muoversi con
cautela: alcune di queste società infatti non
hanno una situazione finanziaria solida e, se
non riescono a ottenere liquidità sufficiente sul
mercato obbligazionario, rischiano di tornare a
dipendere dal credito bancario, a costi molto
alti, eventualità che potrebbe anche metterne
in crisi l’esistenza. «In generale», spiega Zelouf,
«siamo interessati a quelle società il cui grado
di solidità è in miglioramento, come per esempio aziende con un cash flow operativo positivo che stanno riducendo il livello di leva. Va infatti tenuto presente che spesso molte società
caratterizzate da un’alta leva operativa hanno
anche uno scarso controllo sulla propria struttura dei costi e quindi ridotti margini di miglioramento». Su questa linea anche l’indicazione
di Roberto Cappelletto, professore di finanza
zioni subordinate che presentano un
rendimento molto più alto rispetto alle obbligazioni privilegiate. Quanto alla duration, in considerazione dei bassi tassi di interesse per le scadenze a
breve termine e dell’irripidimento della curva dei rendimenti nell’area euro,
il team svizzero punta sulle obbligazioni a tre-sette anni. Diversi gestori,
tra i quali Andrea Rotti, responsabile
delle gestioni patrimoniali di Ersel sim,
ritengono che alcune nicchie dell’obbligazionario societario, quali le emissioni bancarie subordinate Lower tier
2, offrano valutazioni ancora attraenti. Mentre Tommaso Federici, gestore
di Banca Ifigest, preferisce puntare sui
perpetual tier 1 di banche italiane.
università di Udine, che ritieaziendale presso l’u
ne che per trarre qualche vantaggio da questa
categoria di obbligazioni nei prossimi mesi sia
consigliabile puntare su bond BBB nel segmento investment grade e BB nel mercato high
yield. Secondo Marco Sticchi, credit fund manager di Nemesis, nel 2010 bisognerà preferire
titoli corporate con leverage basso nei settori
difensivi. I favoriti sono i bond di emittenti high yield dei settori telecom e cable, quali Wind,
Virgin media, Liberty media.
Più cauto sull’universo dei corporate bond e
anche sulla galassia high yield il team di gestione di Aletti Gestielle sgr. «Dopo il forte restringimento dei rendimenti di credito cui abbiamo assistito nel corso del 2009 e nelle prime settimane di quest’anno, è evidente che il
potenziale ritorno che si può ottenere dai titoli corporate è davvero limitato e i rischi cui ci
si espone non sono compensati appieno, soprattutto nel comparto ad alto rischio». Ma
esistono anche altre ragioni che inducono
questo team di gestori alla cautela. «Da qualche mese a questa parte», proseguono da Aletti Gestielle, «i corporate bond soffrono la con-
Ma molte sono le opportunità all’orizzonte per un settore che si sta
mostrando estremamente vivace,
quanto a numero ed entità di emissioni. «A seguito del deleveraging patrimoniale e di una regolamentazione più
rigorosa in termini di requisiti patrimoniali per le banche, le imprese si rivolgono sempre di più al mercato finanziario come alternativa ai prestiti
per rifinanziarsi», spiega Urech. «Il numero di mutuatari nel mercato del credito in Europa è infatti cresciuto molto e persino i nuovi arrivati senza rating, come Davide Campari, Fraport
(Aeroporto di Francoforte) o Christian
Dior, sono riusciti ad attingere brillantemente ai mercati finanziari. Questa
correnza dei titoli governativi di paesi europei
definiti periferici, i cui rendimenti rispetto al
benchmark tedesco sono aumentati in modo
considerevole, talvolta anche oltre il livello offerto dalle stesse società corporate dislocate
nel paese emittente». Alla larga dai corporate,
quindi? No. Ma per Gestielle bisogna procedere con la lente di ingrandimento. Le poche opportunità che si intravedono, spiegano, riguardano le società più diversificate a livello
globale, esposte alla crescita dei paesi emergenti, e con abbondanti posizioni di liquidità,
i cui titoli a scadenza medio/breve possono
rappresentare una fonte importante di rendimento addizionale. «Per chi è più propenso al
rischio, invece, si potrebbe presentare un’interessante opportunità nel comparto dei titoli
ibridi, cioè titoli subordinati con scadenze
molto lunghe e con clausole di possibile sospensione della cedola, emessi da società industriali investment grade: nonostante siano
più esposti alla volatilità dei mercati finanziari rispetto ai normali corporate bond, offrono
comunque rendimenti ancora molto consistenti», conclude Gestielle.
tendenza probabilmente si confermerà, generando un universo di credito più ampio e maggiormente diversificato».
I
FONDI&SICAV/Marzo 2010
43
&
PROMOTORI CONSULENTI
FONDI&SICAV
Marzo 2010
Mario Comana,di Ubi Bpi:
«Cresciamo più del mercato»
Donne Pf
Ancora
una minoranza
Donne Pf/2
Quelle che hanno
fatto strada
Ricerca Fineco
Il futuro
è nella consulenza
PROMOTORI&CONSULENTI
Parla Mario Comana,
presidente di Ubi Bpi
Raccolta in netta crescita per la controllata private
banking del gruppo bancario bresciano, anche grazie
alla normativa che ha consentito il rientro dei capitali
in Italia. «Siamo orgogliosi di avere intercettato una
parte molto superiore alla nostra quota di mercato».
ConlaspintadelloScudo
scudo
A cura di Massimiliano D’Amico
00 milioni di euro raccolti nel
2009 e un trend continuo di crescita che preannuncia risultati
ancora più soddisfacenti. Stiamo parlando di Ubi banca private investment, la realtà nata il 1° gennaio 2008
dalla fusione tra Ubi sim e Banca lombarda private investment, che è presente in tutta Italia con 36 filiali e circa
40 punti operativi, dove lavorano oltre
900 professionisti tra promotori
finanziari e private banker. Il presidente, Mario Comana, racconta il progetto consulenza che sta partendo proprio in queste settimane e spiega perché con i consulenti indipendenti è
inutile fare la guerra dei capponi di
Renzo Tramaglino.
6
Nonostante molti osservatori stiano dichiarando chiusa la crisi, o almeno la fase più acuta di questa, le possibilità che
si verifichi un nuovo peggioramento
sembrano ancora presenti. Negli ultimi
mesi, tuttavia, si è assistito a una raccolta boom da parte delle reti di promozione. Crede che la crisi sia definitivamente
alle spalle?
«In queste settimane non passa giorno
che non arrivino informazioni più o
meno preoccupanti in merito allo stato dell’economia di alcuni paesi o in
merito alla solidità di alcune società.
Non a caso questi primi mesi dell’anno
sono stati caratterizzati da fluttuazioni giornaliere negli indici azionari eccezionalmente elevate, che diverse volte hanno colto di sorpresa molti inve46
Marzo 2010
stitori. Si è trattato di una turbolenza
finanziaria rapida, diffusa e persistente, che ha continuato a influenzare i
mercati azionari per molti giorni dopo
il suo inizio. Malgrado ciò, l’incubo di
una crisi imprevista e ingovernabile
sembra ormai alle spalle, salvo gli inevitabili strascichi che caratterizzano
sempre l’ultima fase dell’uscita da una
situazione difficile. In ogni caso vale la
pena ricordare che in tutti questi mesi
i promotori finanziari si sono dimostrati un elemento determinante del
processo di difesa dei risparmi dei
clienti. Seguendoli passo dopo passo
nel tempo e con un’assistenza continua, li hanno aiutati, infatti, ad adeguare le proprie scelte di investimento
al variare delle condizioni personali e a
quelle dei mercati. L’analisi dei flussi di
raccolta è lì a dimostrarlo».
A proposito di flussi di raccolta, come si
sono comportati i vostri professionisti
durante quei mesi difficili?
«Siamo molto soddisfatti dei risultati
del 2009, perché oltre 600 milioni di
euro di raccolta sono un bel traguardo
in assoluto, non solo per questo periodo così critico. Anche per il 2010 contiamo di proseguire sul medesimo trend
e, in effetti, i dati dei primi due mesi ci
confortano in questo senso. Sicuramente lo Scudo con 240 milioni di euro
raccolti ha contribuito a fare rientrare
masse di risparmio nel nostro Paese e
Ubi Bpi è orgogliosa di averne intercettato una parte molto superiore alla
propria quota di mercato. Perciò il bilancio è pienamente positivo, perché,
oltre alle masse aggiuntive, abbiamo
avuto la possibilità di instaurare nuove
relazioni di clientela».
Che cosa si attende, invece, dallo Scudo
quater?
«Probabilmente il grosso del fenomeno del rientro si è già verificato e quindi non abbiamo aspettative particolarmente ambiziose al riguardo. Ma in
fondo speriamo in qualche sorpresa
positiva».
Le banche «devono impegnarsi di più a
uno scrutinio attento delle operazioni
di rimpatrio». È l’invito rivolto agli istituti di credito dal governatore della
Banca d’Italia, Mario Draghi, durante il
suo discorso al congresso Atic-Forex.
Qual è il suo parere?
«La nostra banca ha una spiccata cultura della legalità e della compliance
PROMOTORI&CONSULENTI
A differenza di quanto accade in molte altre reti, c’è
grande interesse anche per la parte previdenziale, con
oltre il 15% del gestito nel settore assicurativo vita. Ed è
in corso di lancio una piattaforma che permette
un’analisi completa sull’intero portafoglio del cliente
a circa il 15% degli stock. Non credo sia
un problema di convinzione delle reti,
quanto piuttosto dell’atavica insensibilità alla tematica previdenziale in
Italia. Ritengo che sulle pensioni sia necessario dare il via a una grande opera
di informazione, che nel nostro Paese
oggi invece è assolutamente insufficiente. Auspico che la rivoluzione rappresentata dalla busta arancione, una
vera e propria certificazione dei versamenti contributivi effettuati, aiuti a
fare acquisire ai lavoratori una maggiore consapevolezza della propria situazione pensionistica, diventando
anche uno stimolo alla diffusione della
previdenza complementare».
normativa. Quindi il richiamo del governatore ci fa piacere, perché conferma la correttezza della nostra impostazione».
L’Inps è pronta a inviare anche ai lavoratori italiani la famosa busta arancione che, come già accade in molti paesi,
soprattutto del Nord Europa, tiene
informati sull’andamento della loro
posizione previdenziale tutti i contribuenti. Perché le reti non prendono
spunto da questa rivoluzione per puntare maggiormente sui prodotti previdenziali?
«Anche in questo caso noi divergiamo
un poco dal resto del settore. La quota
di assicurativo di Ubi Bpi è infatti pari
La consulenza finanziaria a pagamento sembra ormai diventata realtà. Nel
giro degli ultimi due anni, è cresciuto in
maniera esponenziale il numero degli
operatori che hanno puntato sull’advisory. Qual è la posizione di Ubi Bpi in
questo senso?
«Ubi, ha da tempo sviluppato una soluzione d’avanguardia per la consulenza finanziaria che ha dato ottimi risultati nell’ambito del private banking del
gruppo. Nel corso di questi mesi procederemo a svilupparla su tutta la nostra
rete. Si tratta di una piattaforma che
attraverso strumenti quantitativi dà
una risposta concreta ed efficiente alle
richieste sempre più pressanti provenienti dal mercato in termini di consulenza indipendente. Consente infatti
un’ampia attività di analisi non solo
sul singolo strumento detenuto, ma
sull’intero portafoglio del cliente. Sebbene il servizio sia ancora in fase di sviluppo, riscontriamo già molto interesse sia da parte dei promotori sia dei
clienti».
Marzo 2010
47
PROMOTORI&CONSULENTI
Parla Mario Comana,
presidente di Ubi Bpi
Secondo lei, nel futuro assisteremo
sempre più a una sfida promotori contro consulenti?
«Perché fare la guerra dei capponi di
Renzo Tramaglino? Nel nostro sistema
finanziario c’è talmente bisogno di
consulenza che vi sarà spazio per tutti,
ciascuno nel proprio ambito di competenze e di bisogni da soddisfare. Comunque intanto la promozione finanziaria esiste ed è una realtà consolidata
e di successo. La consulenza finanziaria
è un’innovazione potenziale cui guardo con molta simpatia. Purtroppo, dalle prime analisi, soprattutto a livello retail, questa professione sembra ancora
poco conosciuta, mentre pare riscuotere un certo successo presso la clientela
istituzionale e gli Hnwi (la clientela più
ricca-ndr). Un mercato di nicchia che
probabilmente non consentirà la sopravvivenza a tutti gli studi che attualmente offrono consulenza».
ruolo importante, per esempio perché
frena il passaggio dei bancari alla promozione finanziaria: eventualmente
abbiamo sotto gli occhi esempi di segno inverso. Inoltre la soglia dimensionale di equilibrio si innalza a seguito della contrazione della profittabilità, quindi l’eliminazione della fascia
degli operatori marginali è più che
comprensibile e in qualche misura
perfino positiva».
Tornando al mondo della promozione
tradizionale, anche lì la realtà non sembra così rosea. Mentre i candidati all’esame per l’abilitazione sono sempre meno e faticano sempre più a superare l’esame, anche i promotori finanziari attivi vivono una fase di lento assottigliamento. Come spiega questa crisi di vocazioni?
«La difficoltà dei mercati ha certo un
Come sta cambiando dunque la professione e verso quale scenario si sta
orientando?
«E facile leggere una progressiva evoluzione del mondo delle reti di collocamento di prodotti finanziari, nel senso
del livello di professionalità, della completezza del servizio (i portafogli dei
promotori sono sempre i più aderenti
alle fasi di mercato) e della regolarità
dei comportamenti. Non possiedo le ricette uniche, dogmatiche per il successo: noi siamo soddisfatti dei nostri progressi che ci rendono sempre più una
realtà solida e di riferimento per la categoria».
In definitiva ci sarà sempre spazio per
la figura del promotore finanziario?
«È una domanda provocatoria? Come
può esserci un dubbio simile in un
sistema dominato dal collocamento
bancario, privo o quasi di operatori
indipendenti e dove la più significativa innovazione è il collocamento da
parte degli sportelli postali (sic!)? Non
solo vi è uno spazio amplissimo, ma
tutto il sistema dovrebbe acquisire la
consapevolezza dell’importanza di
una categoria che, assistendo il risparmio, valorizza la prima risorsa del
nostro Paese».
I
48
Marzo 2010
PROMOTORI&CONSULENTI
IL PARERE DI CESARE COLOMBI, DIRETTORE GENERALE DI UBI BPI
Con la forza della nostra gamma
nnalzare il portafoglio medio dei propri
professionisti e puntare sui promotori
dalle ottime capacità e dal grande potenziale. Sono questi gli obiettivi per il 2010
di Ubi Banca private investment. Il direttore generale, Cesare Colombi, traccia i
piani di sviluppo della rete e rivendica con
orgoglio l’accoglimento del piano D.
I
Negli ultimi mesi le reti sembrano meno
aggressive sul fronte reclutamento, specie per quanto riguarda i grandi portafoglisti. Quale politica sta seguendo Ubi Bpi?
«La nostra banca è molto attiva nel reclutamento di promotori con un portafoglio
consistente. Abbiamo previsto anche per
il 2010 l’inserimento di circa 50 nuovi professionisti con esperienza e portafoglio sia
nell’ambito dell’area promozione finanziaria, sia nell’area private banking».
Grazie a quali offerte cercate di allettare
i promotori della concorrenza?
«Ritengo che il marchio Ubi banca e il
nostro modello strategico, basato sul supporto dell’attività del promotore finanziario da parte di vere filiali bancarie dislocate sul territorio, siano in grado di attrarre professionisti storici provenienti da
realtà che puntano meno alla combinazione promotore/banca. Ovviamente a questa impostazione strategica abbiniamo
un’amplissima gamma di prodotti, una
buona organizzazione aziendale cui
aggiungiamo interessanti condizioni contrattuali».
Avete previsto delle politiche per reclutare giovani professionisti?
«Più che concentrarci sul segmento dei
giovani laureati abbiamo lanciato nel
corso del 2009 il progetto High potentials,
destinando investimenti formativi ed economici a risorse con ottime capacità e
potenziale. I risultati, anche in un anno
difficile come il 2009, sono stati interessanti».
Secondo alcuni osservatori il vero motivo
della crisi di vocazioni che sta colpendo il
mondo della promozione finanziaria è da
ricercare nell’esiguità dei portafogli dei
professionisti. Per potere operare serenamente e creare un vero valore per la rete
un promotore dovrebbe disporre di un
portafoglio di circa 10 milioni, ben superiore quindi all’attuale media che si aggira attorno ai 6 milioni. Qual è la sua opinione a riguardo?
«Il ragionamento molto reale e trasparente è che il promotore è un professionista
che percepisce provvigioni, che sono una
percentuale di quanto versa il cliente. In
un mercato sempre più competitivo, ove
il cliente paga costi più bassi, è ovvio che
la dimensione del portafoglio debba crescere. Se a ciò aggiungiamo che ancora più
che in passato il professionista deve dedicare più tempo alla propria formazione
personale, si evidenzia la necessità di
avere un portafoglio clienti ampio e di
qualità. Qui però poggia un altro vantaggio competitivo di Ubi banca private investment: il promotore, avendo a disposizione una gamma di servizi così completa,
può individuare ricavi in una gamma
molto ampia di prodotti (raccolta diretta,
impieghi, servizi bancari, ecc.). Nella
nostra banca il promotore può davvero
soddisfare tutte le esigenze del proprio
cliente, seguendolo a 360 gradi. Da tutto
ciò deriva un’importante fonte di reddito».
Attualmente il portafoglio medio dei professionisti di Ubi banca private investment
è di circa 6 milioni, quindi su livelli che
non consentono una buona remunerazione. Come pensate di aumentarlo?
«Puntiamo molto sia sulla crescita del
portafoglio dei nostri promotori, attraverso la messa a disposizione di prodotti e
servizi molto competitivi per aggredire il
mercato (anche nel 2009 la raccolta è stata
molto consistente), sia attraverso la cresci-
CESARE COLOMBI, DIRETTORE GENERALE DI UBI BPI
ta per linee esterne attraverso promotori
che aumentino la nostra media».
Circa l’85% dei promotori finanziari attivi
è costituito da uomini. Come spiega questa
enorme disparità tra i due sessi?
«Dal mio punto di vista dipende essenzialmente dal fatto che i promotori operano
fuori sede, ovvero entrano nelle case delle
famiglie ove forse assistiamo a una maggiore difficoltà delle donne a inserirsi nell’ambito familiare. Questa difficoltà, evidenziata dai numeri, comunque persiste
nonostante le aziende del nostro settore
non pongano alcun vincolo di ingresso».
Trovare una donna nei board delle reti è
impresa difficile. Perché secondo lei alle
donne non viene lasciato spazio nella
stanza dei bottoni?
«Beh, in questo contesto il nostro gruppo
ha sicuramente un comportamento diverso, tanto è che il direttore della macro area
commerciale del gruppo Ubi è Rossella
Leidi, così come il direttore dell’area retail
del gruppo, e componente del cda di Ubi
banca private investment, è Elisabeth Rizzotti; due donne di estrema professionalità e capacità».
Marzo 2010
49
PROMOTORI&CONSULENTI
Le donne nella professione
Il genere femminile è scarsamente rappresentato
nella maggior parte delle reti. Fra i semplici
operatori è già molto quando raggiunge il 10% dei
pf impegnati in una società, mentre fra i quadri
dirigenti le percentuali sono ancora più modeste.
Ancora troppopoche
onne e promozione finanziaria.
Un matrimonio a prima vista
poco felice, almeno se si esaminano le statistiche. Su 100 promotori finanziari attivi, infatti, meno di 15 fanno
parte del gentil sesso. Si dirà che è la
conseguenza di una situazione generale del Belpaese, che rimane uno degli
stati con le minori possibilità di carriera per le donne, maglia nera addirittura alle spalle dello Zimbabwe, della
Thailandia e del Sudafrica. Eppure nel
mondo della promozione il concetto di
pari opportunità pare proprio non volere decollare e le donne fanno ancora
troppa fatica ad affermarsi. Come spiegare dunque questo enorme squilibrio
tra i due sessi?
«Ribaltando la domanda», risponde Mario Incrocci, responsabile nazionale della rete Mps Banca personale,
«ci si dovrebbe chiedere, piuttosto che
ipotizzare la mancanza di interesse da
parte delle aziende, perché il gentil
sesso è meno motivato ad acquisire l’iscrizione all’albo».
D
MARIO INCROCCI,
RETE
50
MPS BANCA
Marzo 2010
RESPONSABILE NAZIONALE DELLA
PERSONALE
Quindi, tenendo conto di questa
considerazione, la domanda non è perché le reti selezionano poche donne,
ma: perché così poche donne sono
pronte a diventare promotori finan-
ziari? «Credo», sottolinea Carmine
Acquaviva, direttore commerciale di
Banca network investimenti, «che il
problema non vada inquadrato in nessuno dei due interrogativi». In Italia,
PROMOTORI&CONSULENTI
L’interesse primario per la famiglia da parte di
molte, ma anche l’incapacità dei selezionatori di
individuare fra le candidate personalità adatte ad
affermarsi sono le cause di questo trend. Eppure le
potenzialità ci sono
CARMINE ACQUAVIVA, DIRETTORE COMMERCIALE
DI
BANCA NETWORK INVESTIMENTI
secondo il manager, permane ancora
una cultura generale che riguarda
tutti gli ambiti lavorativi che «stenta
ancora a riconoscere il mutato ruolo
della donna in seno alla famiglia e alla
società». La causa della bassa percentuale di donne attive nel campo della
promozione finanziaria andrebbe
dunque ricercata, secondo Acquaviva,
nel distorto sistema di reclutamento.
«I ruoli manageriali e quelli della selezione del personale sono dominio
assoluto degli uomini, che nella gran
parte dei casi preferiscono lavorare
con colleghi dello stesso sesso». Una
sorta di circolo vizioso che non sarà
facile spezzare.
«Il problema non è di facile soluzione», ammette il direttore commerciale di Finanza & futuro banca Armando Escalona. Il retaggio culturale che
ci portiamo dietro fa sì che la professione di promotore finanziario paia,
erroneamente, tagliata su misura per
gli uomini». In realtà, secondo il manager, dovrebbe avvenire esattamente il
contrario. «Le donne hanno senza dub-
bio una marcia in più. L’essere abituate a fare coesistere non solo praticamente ma anche mentalmente gli
impegni quotidiani (spesso accumulano una doppia, a volte tripla, occupazione: lavorano fuori casa e in casa,
educano i figli) è un valore aggiunto
tipico delle donne che proprio per questo spesso riescono a essere più dirette, determinate e concrete dei colleghi
uomini. Inoltre i membri del gentil
sesso vantano una forte capacità relazionale e di mediazione, un approccio
metodologico ben articolato e una predisposizione all’empatia nei confronti
dei clienti». Caratteristiche che, associate ai vantaggi tipici della libera professione, dovrebbero, almeno in linea
teorica, rendere la promozione finanziaria il campo ideale per le donne.
«Verissimo», aggiunge Incrocci. «Le
donne sono considerate dal potenziale cliente meno aggressive e, se ben
preparate professionalmente, sorprendono l’interlocutore che, com’è
tipico della cultura italiana, non si
aspetta che una donna abbia competenze finanziarie. Oltre a ciò, sono in
genere meno conflittuali e più sensibili a raccogliere le reali esigenze dei propri interlocutori».
«La clientela oltre ad apprezzare
competenza, forma e cura dei particolari, riconosce un grande valore alla gestione della relazione», sottolinea Stefano Bisi, responsabile promozione finanziaria di Banca Euromobiliare. Molte sono le dichiarazioni d’intenti in tal
senso, ma pochi sono i relationship
manager che in realtà, nel settore, hanno saputo interpretare correttamente
il ruolo. «Le donne hanno di certo profili caratteriali e sfumature intellettuali più accentuati, rispetto ai colleghi, e
ben si prestano a una maggiore valorizzazione dell’interazione sociale».
«Sicuramente», aggiunge Saverio
Scelzo, fondatore e presidente di Copernico sim, «le donne hanno una sensibilità e capacità difficilmente presenti in un uomo. Dirò di più: per certe
mansioni penso proprio che un approccio femminile sia la soluzione ottimale».
A questo punto una domanda
nasce spontanea: se le donne possono
rappresentare il segreto del successo
di una società, perché le reti puntano
ancora così poco sul gentil sesso e trovare una donna nei ruoli manageriali
risulta ancora più difficile? Al momento, infatti, a meno di improbabili rivoluzioni dell’ultima ora, nessuna rete di
promozione annovera tra le sue fila,
differentemente da qualche anno fa,
un direttore commerciale di sesso femminile. «Quando si svolgono attività
dove il risultato è misurabile», risponde Incrocci, «solo uno sciocco fa discriminazioni e, qualora discriminazione
vi fosse, la motivazione andrebbe ricercata nella diversa disponibilità tra
ARMANDO ESCALONA, DIRETTORE COMMERCIALE
DI
FINANZA & FUTURO BANCA
Marzo 2010
51
PROMOTORI&CONSULENTI
Le donne nella professione
SAVERIO SCELZO, AMMINISTRATORE DELEGATO
E PRESIDENTE DI
uomo e donna nel contribuire alla
gestione della propria famiglia». Il
manager, a questo punto, ricorda che
«è la donna che fa e alleva i figli e si
occupa più degli uomini della conduzione e organizzazione della casa,
risultando di conseguenza meno
disponibile a un impegno aziendale
totalitario». Per questo motivo nel
momento delle selezioni per assumere un ruolo di rilievo all’interno della
rete, il genere sessuale può avere il suo
peso. «A contare sono le capacità, ma
la valutazione della situazione familiare può», ammette Incrocci, «a parità
di capacità tra uomo e donna, incidere sulla scelta».
«Per esperienza personale posso
affermare», aggiunge Acquaviva, «che
per le donne la carriera è importante,
è parte integrante della loro identità
anche se, per orari e impegni personali, non sempre è facile conciliare famiglia e lavoro». Tante promotrici, infatti, si trovano di fronte a questo bivio in
STEFANO BISI,
DI
52
RESPONSABILE PROMOZIONE FINANZIARIA
BANCA EUROMOBILIARE
Marzo 2010
cui le strade sembrano prendere direzioni diametralmente opposte. E spesso, proprio quando aumentano gli
impegni lavorativi e il tempo da dedicare alla professione, «sono costrette
ad abbandonare», ricorda Acquaviva.
Scelzo pensa, invece, che nell’ambito lavorativo prevalgano troppo spesso pregiudizi obsoleti e superati dalla
realtà. «Nell’esperienza di Copernico
ho cercato di superare tutte queste
discriminazioni e la presenza di donne
sia nel cda della sim, sia in posizioni di
responsabilità nella struttura organizzativa lo testimoniano». Il genere sembra dunque contare fino a un certo
punto. «Il numero di promotrici donna
è molto basso rispetto al totale e questo fenomeno indubbiamente si ripercuote anche nelle posizioni ricoperte
dalle donne». Secondo il presidente
della sim friulana si tratta di una questione prettamente statistica: per la
legge dei grandi numeri diventa più
facile trovare un uomo in una determinata posizione rispetto a una donna
semplicemente perché i maschi sono
più numerosi.
«Gli uomini», ricorda Bisi, «si sono
avvicinati alla promozione finanziaria
molto in anticipo, rispetto alle colleghe. Col passare del tempo, la specializzazione e la cultura finanziaria
hanno subito un processo di evoluzione guidato anche dalle dinamiche
sociali ed economiche che hanno interessato il nostro Paese. Credo che nei
prossimi anni potremmo registrare un
riequilibrio delle due quote». Non
casualmente, dunque, la presenza
delle quote rosa in Banca Euromobiliare è in costante crescita. «Attualmente», sottolinea Bisi, «siamo attorno al
15% circa e ogni anno registriamo un
COPERNICO SIM
incremento significativo». Percentuali
simili, in linea con la media nazionale,
anche per Banca personale, che conta
128 donne, con una rappresentanza
femminile tra le figure manageriali
della rete del 5%, e per Finanza & futuro banca, che annovera tra le sue fila
161 donne, ma vanta una presenza
maggiore nei ruoli manageriali con
ben 7 group manager (pari al 10%)
appartenenti al gentil sesso.
Numeri incoraggianti che la rete
guidata da Escalona punta ad aumentare sensibilmente nel giro di quattrocinque anni. «Vogliamo rendere la
sfera finanziaria più accessibile e
attraente per il pubblico femminile»,
spiega Escalona. Per questo motivo
intendiamo proporre campagne di
reclutamento ad hoc e promuovere,
più in generale, politiche di sensibilizzazione sulla questione. Un piano che
rappresenta l’impegno a non tollerare
più quella che spesso è ancora l’immagine della donna, considerata esclusivamente come la custode del focolare.
Uno stereotipo destinato a cambiare
anche nel nostro settore».
«Mi auguro», conclude Acquaviva,
«che cadano finalmente i vecchi schemi. È giunta l’ora, infatti, che le società
si diano da fare per rendere più percorribile la via della promozione finanziaria in rosa». Una strada, tuttavia,
che molto presto le reti saranno
costrette a percorrere. «Tenuto conto
che il numero dei promotori è in continua discesa», sottolinea il manager,
«bisognerà gioco forza attingere dalle
forze fresche. E in questo senso il cosiddetto gentil sesso può rappresentare la
linfa vitale della promozione». La reti
saranno obbligate, in pratica, a fare di
necessità virtù…
I
PROMOTORI&CONSULENTI
Le donne nella professione/2
Parlano alcune manager del settore e raccontano
come sono riuscite ad affermarsi in un campo
difficile e impegnativo come il collocamento di
prodotti finanziari. «Oggi molte di noi hanno la
preparazione e le competenze per entrare a pieno
Noicel’abbiamofatta!
ono poche, ma nelle reti alcune
donne occupano ruoli fondamentali e possono essere considerate
le vere protagoniste dello sviluppo delle
loro aziende. Con caparbietà, e con la
sensibilità che le contraddistingue, apportano giorno dopo giorno un sostanziale cambiamento nella vita delle
strutture nelle quali lavorano. Iniziamo
questo viaggio con Rossana Russi, un’esperienza come promotore finanziario
prima e come responsabile di area di
un’importante banca nazionale poi e
ora membro del consiglio di amministrazione di Copernico sim.
«Le donne che occupano funzioni
decisionali e non meramente esecutive
nel settore della finanza sono poche»,
sottolinea subito Russi. «Questo forse
per un retaggio antico che vede le donne occuparsi maggiormente del menage familiare e gli uomini dell’amministrazione finanziaria».
Sulla stessa linea d’onda Ida Morelli, group manager del Lazio di Finanza & futuro banca (Gruppo Deutsche Bank) che sottolinea due fattori
S
GERMANA MARTANO, DIRETTORE GENERALE DELL’ANASF
54
Marzo 2010
per giustificare il fatto che le posizioni
più visibili sono ricoperte da uomini.
«Il primo è che il numero di donne che
decidono di operare nel settore è percentualmente basso, mentre il secondo
fattore è che la finanza, soprattutto nel
passato, è stata sempre considerata
principalmente territorio maschile».
«Gli ostacoli interni ed esterni alle
aziende sono molti», ammette Paola
Riccioli, district manager della Sicilia
di Banca Sara Pfs. «Gli stili di leadership
sono ancora considerati prevalentemente maschili per non dimenticare poi che
le donne devono affrontare maggiori
difficoltà,rispetto ai colleghi maschi,per
arrivare a ottenere un giusto riconoscimento delle proprie competenze».Per di
più, secondo la manager, non si possono
sottovalutare le difficoltà da parte dei
dirigenti uomini ad accettare le donne,
in quanto è più facile avere colleghi del
proprio genere con cui condividere abitudini, riti ed esperienze conosciute.
«Se anche in Parlamento sono depositati disegni di legge che invocano
più presenza femminile ai vertici, mi riferisco in particolare ai cda delle società quotate», sottolinea Germana
Martano, direttore generale dell’Anasf,
«vuol dire che una discriminazione c’è,
nei fatti». Malgrado negli ultimi anni il
mondo della finanza e dell’economia in
generale sia stato dunque costretto a
subire una ristrutturazione diventata
doverosa, la predominanza maschile
sembra ancora un dato di fatto. «In parte questa situazione», sottolinea Russi,
«è determinata dalle discriminazioni
già dette, in parte è il frutto di una
mancanza di flessibilità di orari e una
maggiore responsabilità della donna
che continua a ricoprire un ruolo predominante nell’organizzazione familiare». Più polemico il parere di Manuela D’Onofrio, head of global investment strategy di Private banking division Unicredit group. «Poiché le com-
PROMOTORI&CONSULENTI
titolo nella famosa stanza dei bottoni». E c’è chi fa
notare che proprio la mancanza di orari fissi e la
capacità di pianificare il proprio tempo siano tutti
elementi largamente favorevoli alla crescita del
genere femminile in questo lavoro
petenze necessarie per ricoprire ruoli di
responsabilità in finanza, così come in
tutti gli altri settori, non sono riconducibili al cromosoma X piuttosto che Y,
penso che le ragioni di questa evidente
sperequazione vadano ricercate nei
condizionamenti di natura culturale,
sociale e religiosa che, nel corso di secoli di storia, si sono sedimentati nella
mente umana, creando percorsi automatici di pensiero, ossia preconcetti».
Come lo stereotipo, secondo cui un
ruolo di grande responsabilità all’interno di una rete sia incompatibile con
gli impegni familiari di tutti i giorni.
«Se in Africa le donne lavorano nei
campi portandosi i bambini sulla
schiena e spesso gestiscono da sole la
famiglia, visto che i mariti o sono in
guerra o emigrano in paesi lontani», risponde D’Onofrio, «direi che noi donne
occidentali abbiamo un’ampia gamma
di soluzioni possibili per conciliare la
gestione della casa con quella di una
professione molto impegnativa».
«È in prima battuta un problema di
atteggiamento», conferma Marina
Magni, district manager di Mps Banca
personale e un passato di importanti
ruoli manageriali anche a Fideuram,
San Paolo Invest, Bnl investimenti.
«Spesso nelle donne ho trovato un po’
di vittimismo». Secondo la district manager, un’attività lavorativa molto impegnativa, sia in termini di tempo sia
di responsabilità, «richiede la collaborazione di personale domestico, un costo che può essere affrontato solo se il
ritorno economico dall’attività professionale è adeguato. Spesso si rinuncia
troppo presto, prima che arrivino le
soddisfazioni economiche».
«Sicuramente l’attività di promotore è una delle poche che consentono
una piena organizzazione del tempo
da parte di chi la svolge», sottolinea
Rossana Sassoli, promotore finanziario di Banca Euromobiliare. Per una
donna ciò è di vitale importanza, in
quanto consente di conciliare i tempi
lavorativi con quelli familiari. La possibilità di svolgere alcune attività di assistenza ai clienti tramite telefono o tramite computer permette infatti una
maggiore libertà nell’organizzazione
dell’agenda e nella gestione del tempo.
Nonostante alcuni ostacoli socioculturali e l’innegabile difficoltà di dovere affrontare una dura scalata per
raggiungere le poltrone che contano, il
gentil sesso sembra avere tuttavia una
marcia in più, rispetto ai colleghi maschi. «Oggi le donne si sono impadronite di quelle caratteristiche di lucidità e
freddezza tipiche degli uomini», sottolinea Russi, «ma in più hanno creatività
e intuizione, tipiche dello spirito femminile. Sappiamo infatti organizzarci
con metodo e,grazie all’intuito,captare
segnali d’opportunità e business in un
settore dove l’attenzione alla relazione
è alla base del rapporto cliente».
«Penso che le donne», conferma
Magni, «possano trarre vantaggio da
una maggiore sensibilità e partecipazione emozionale rispetto agli uomini». Questa caratteristica «permette di
comprendere meglio le esigenze dei
clienti e di adeguare le proposte di investimento, oltre che al profilo finanziario, anche a quello psicologico».
«Nel mio ruolo manageriale»,ribatte
Morelli, «ho la fortuna di lavorare con diverse donne. Ciò mi porta a dire che riusciamo a cogliere meglio gli aspetti emozionali dei clienti,ci preoccupiamo di più
delle esigenze legate alla vita delle persone, svolgendo quindi anche un ruolo so-
ROSSANA RUSSI, MEMBRO DEL CONSIGLIO
DI AMMINISTRAZIONE DI
COPERNICO SIM
ciale. La nostra affidabilità, serietà e professionalità riescono nel tempo a farci
percepire dai clienti come un vero punto
di riferimento». «Inoltre», aggiunge D’Onofrio,«le donne sono molto attente nella gestione dei rischi finanziari,attenzione che viene ripagata con una grande fiducia da parte dei clienti».
«Il gentil sesso per i luoghi comuni
è fragile ed emotivo», rimarca Patrizia
Tosolini, manager di Banca network
investimenti. Il problema, secondo
questa visione, è capire se la parte
emotiva e intuitiva sia un pregio o un
difetto. «Io credo sia una carta vincente, un valore aggiunto in un lavoro fondato su equilibrio e lucidità per creare
un ambiente sereno e armonico, per
essere più efficaci ed efficienti e raggiungere quei traguardi indispensabili al successo di chi rappresenta un
gruppo di lavoro». La maggior gratificazione del manager è infatti di avere
creato un gruppo di colleghi coinvolti,
«una squadra motivata che, lavorando
in armonia, riesce a cogliere risultati
lusinghieri con una certa serenità».
Donne meglio degli uomini? «Non
credo», conclude Martano. «Credo nella diversità dei due generi e che la strada corretta sia la valorizzazione delle
Marzo 2010
55
PROMOTORI&CONSULENTI
Le donne nella professione/2
MARINA MAGNI, DISTRICT MANAGER
DI
differenze. Non ne farei una questione
di genere, ma di persone in gamba e
tra le donne ce ne sono, e tante».
Come abbiamo visto, in Italia ci sono poche donne ai vertici, malgrado alcune analisi evidenzino che le imprese
guidate dal gentil sesso vanno meglio
rispetto alle altre guidate da soli uomini: accrescono più velocemente i ricavi,
generano più profitti, hanno minori
probabilità di peggiorare la loro classe
di rating e minore rischio di default. Insomma, esisterebbe un vero e proprio
fattore D. «Penso che il vero elemento
vincente per un’azienda», risponde
D’Onofrio, «sia il fattore V: avere persone di valore nell’ambito delle competenze specifiche del lavoro e della gestione dei rapporti interpersonali, capaci di prendere decisioni e di assumersene le responsabilità». «Non credo che sia giusta», conferma Magni,
«una contrapposizione tra i due sessi.
Le aziende traggono vantaggio dalle
persone in grado di esprimere valori
umani e professionali, indipendentemente dal sesso. Ritengo, però, che le
classi miste siano state sempre meglio
di quelle solo maschili o solo femminili. perché il confronto di diversi punti di
vista allarga gli orizzonti».
PAOLA RICCIOLI DISTRICT MANAGER
DELLA
56
SICILIA DI BANCA SARA PFS
Marzo 2010
MPS BANCA PERSONALE
«Uomini e donne hanno qualità e
attitudini diverse che possono essere
valorizzate dalla collaborazione, anziché dalla contrapposizione», spiega
Sassoli. «Oggi purtroppo una donna
per emergere è costretta a puntare»,
ammette amaramente Sassoli, «sulle
sue qualità maschili».
Secondo alcuni osservatori la ricetta per rivoluzionare la situazione potrebbe venire dall’introduzione delle
quote rosa. Nella moderna Svezia, proprio in questi giorni è stata chiesta, paradossalmente, l’abolizione delle quote
rosa, percepite come penalizzanti, perché un sistema che impone la parità assoluta tra uomini e donne di fatto limita le donne, dove le donne sono più brave e numerose degli uomini. «Quote rosa», sottolinea Riccioli, «è un termine
che mi piace poco, in quanto in esso è
insita una differenza con l’altro sesso
che non credo debba esistere nella sfera lavorativa. Ho imparato che con i
clienti, se sulle prime si sconta un po’ il
fatto di essere meno credibili rispetto a
un uomo, poi contano solo i risultati».
Forte di un’esperienza nel settore che
parte nel 1987, la manager non ha problemi ad affermare che «i risparmiatori sono più attenti a risolvere le loro esigenze che al sesso del promotore». Che
il mercato sia più avanti delle aziende?
Più che alle quote rosa Russi pensa,
invece, a una semplice revisione delle
condizioni lavorative. Sicuramente, basterebbe una maggiore flessibilità negli orari e l’adozione di strumenti di valutazione legati al raggiungimento di
obbiettivi precisi. «In tal modo le donne non sarebbero obbligate a scegliere
tra successi professionali e la possibilità di realizzarsi anche come madri».
«Dovremmo trarre ispirazione da
madre natura», conclude Giordano.
«Quando un topo si accorge di essere
preso di mira da un gatto non si chiede,
prima di iniziare a correre: ma sarà
femmina o maschio? Se così fosse, non
ci sarebbero più topi in giro, perché
quando si tratta di cacciare una preda,
nel mondo animale, maschi e femmine
sono parimenti letali».
In pratica, secondo questo parere,
l’unico modo per permettere alle persone, uomini e donne di valore, di occupare posizioni di responsabilità è adottare un metodo scientifico nella selezione e nel monitoraggio dei talenti
professionali. «I criteri di valutazione
devono essere il più possibile quantitativi e oggettivi e la valutazione deve essere realizzata da più soggetti che, con
cadenze regolari, si confrontino per
scambiarsi le loro opinioni sui risultati
e i comportamenti dei candidati a occupare ruoli di responsabilità».
In conclusione tutte le interpellate
consigliano alle donne che vogliono intraprendere la professione di promotore di crederci, lavorando con entusiasmo e passione. Tra gli skill più apprezzati spiccano la professionalità, la disponibilità e la consapevolezza dell’impegno richiesto, perché questo, sottolinea Magni «è un lavoro senza orari, che
non conosce sabati e domeniche». L’obiettivo è, spiega Martano di «mantenersi sempre al passo coi tempi, aggiornarsi, seguire da vicino i propri
clienti, sostenerli nella scelta delle soluzioni più consone, dialogare con la
società di appartenenza per disporre
degli strumenti migliori sul mercato».
Gli stessi consigli che il direttore generale dell’Anasf darebbe a un uomo. «In
più direi loro di crederci e che io faccio
il tifo per loro!»
I
PROMOTORI&CONSULENTI
Professione
Una ricerca commissionata da FinecoBank
esamina le prospettive del settore finanziario
italiano nel periodo 2009-2015. E’ stata
realizzata da una struttura indipendente
specializzata nelle analisi di scenario. I canali
Ilfuturoè consulenza
a crisi dell’ultimo biennio ha evidenziato un generale clima di sfiducia verso il sistema finanziario
in generale. I clienti sono diventati molto più esigenti e sempre più attenti ai
propri investimenti. E’ sempre più manifesta una propensione a investire in
prodotti più semplici e trasparenti e i
clienti chiedono sempre di più consulenza qualificata e personalizzata. Proprio per confermare la tendenza sempre più forte verso la consulenza, FinecoBank ha commissionato a S3Studium, società specializzata negli studi
di scenario, una ricerca sulle prospettive della consulenza nel sistema finanziario italiano. Ricerca che è stata presentata in occasione del Fineco village
2009, consueto appuntamento dedicato a personal adviser, a clienti e prospect, un tour di sei tappe che ha attraversato l’Italia tra ottobre e novembre.
L’indagine previsionale Le prospettive della consulenza nel sistema finanziario italiano, riferita al periodo
2009–2015, è stata condotta secondo il
metodo Delphi.
Nove esperti appartenenti a diverse discipline, ognuno dei quali, durante lo svolgimento della ricerca, ha ignorato l’identità di tutti gli altri, sono stati interpellati sul futuro della consulenza finanziaria in Italia. Le risposte di
ognuno sono state sottoposte a tutti
gli altri e solo le opinioni che hanno ottenuto il consenso della maggioranza
sono confluite in questo rapporto.
L’indagine si è posta come obiettivo
di tracciare uno scenario sui mutamenti in atto nel settore finanziario
L
58
Marzo 2010
con particolare attenzione alla trasformazione della distribuzione di prodotti e servizi finanziari. Temi centrali, il
ruolo della consulenza finanziaria, le
sue prospettive di sviluppo, il modo in
cui tale sviluppo potrà cambiare gli assetti dell’intero settore.
A FAVORE DEI CANALI ONLINE
Dalla ricerca è emerso che la tendenziale riduzione del ruolo degli sportelli
bancari nella distribuzione di prodotti
e servizi finanziari, dovuta tra l’altro a
una limitata fiducia da parte dei risparmiatori, avverrà soprattutto a favore dei canali online e dei promotori.
A ciò contribuiranno la situazione generale del mercato e la Mifid. Da qui al
2015 i canali che avranno le performance migliori in termini di tassi di crescita saranno il web, i promotori finanziari e i consulenti indipendenti.
Gli sportelli bancari continueranno
a essere molto importanti per la distri-
PROMOTORI&CONSULENTI
che avranno le performance migliori in
termini di crescita saranno il web, i promotori
finanziari e i consulenti. A partire dal
prossimo mese su Fondi&Sicav gli elementi più
significativi di questo importante studio
Dalla ricerca emerge inoltre che nei
prossimi anni si realizzerà una segmentazione dei canali di distribuzione
sulla base di una più marcata differenziazione della clientela. I fruitori di prodotti semplici a rischio contenuto faranno ricorso soprattutto agli sportelli
bancari e agli uffici postali. La clientela
che ricorrerà all’assistenza del professionista, invece, sarà orientata verso
investimenti diversi da quelli a basso
rischio, pur avendo gli strumenti per
attuare un fai-da-te via web. Questi risparmiatori, che si indirizzeranno verso la consulenza finanziaria, saranno
caratterizzati soprattutto da un livello
di patrimonio elevato, da una mentalità da investitori più evoluta e dal fatto di volere evitare proposte viziate dal
conflitto di interessi.
Insomma, i dati confermano in maniera indiscutibile che fare a meno della consulenza può portare conseguenze davvero dolorose e soprattutto costose.
ALESSANDRO FOTI, AMMINISTRATORE DELEGATO
DI
FINECOBANK
dovrebbe per forza di cose sostenere la
domanda di asset class alternative agli
strumenti di liquidità, anche da parte
di investitori con una scarsa propen-
BASSI RITORNI DAI BOT
buzione di prodotti finanziari, ma saranno molto più automatizzati e con
molto più personale di consulenza. Lo
sportello tradizionale collocherà soprattutto prodotti a minore rischio e di
facile comprensione. Le forme di distribuzione dei prodotti finanziari alternative allo sportello bancario, a partire
dal web, aumenteranno dunque la
propria quota, senza però intaccare in
valori assoluti il predominio del canale
tradizionale.
Ora stiamo vivendo una fase storica di
tassi prossimi allo zero. Le banche centrali hanno in pratica fatto intendere
che questi resteranno bassi ancora a
lungo. In sostanza, il tradizionale investitore italiano, da sempre poco propenso al rischio, non dovrebbe mostrarsi molto ottimista, visto che i rendimenti garantiti dai Bot comporteranno ritorni molto bassi.
Per riuscire a ottenere risultati positivi in un tale scenario non sembra
infatti più consigliabile continuare a
seguire i vecchi schemi, perché operando in questo modo si rischia di regalare unicamente commissioni senza ottenere nulla in cambio. Un fattore che
Marzo 2010
59
PROMOTORI&CONSULENTI
Professione
LA CONSULENZA SECONDO FINECO
Soprattutto senza
conflitti di interesse
a nuova proposta, Fineco advice, che è stata ufficialmente lanciata il 15
dicembre scorso, prevede la pianificazione personalizzata degli investimenti rispetto agli obiettivi del cliente e il monitoraggio costante del rischio
di portafoglio. Il nuovo progetto ruota intorno a due principi cardine.
In primis, FinecoBank praticherà ai clienti un pricing chiaro e trasparente,
direttamente collegato agli obiettivi di investimento, pertanto costante nel
tempo e indipendente dal costo dei singoli strumenti finanziari. Il vantaggio
di questa proposta è la totale assenza di conflitto di interesse rispetto alla
scelta dei fondi che il consulente propone al cliente e che vengono inseriti in
portafoglio. Gli obiettivi di investimento previsti da questo servizio sono tre
e variano a seconda della propensione al rischio del cliente. Vanno, infatti,
dalla conservazione del capitale (rischio basso), che prevede una commissione dello 0,45%, alla stabilità (rischio moderato), con una spesa dell’ 1,15%, alla
rivalutazione (rischio medio-alto) con un costo dell’ 1,70%. Inoltre la famiglia
degli strumenti finanziari esaminati si allargherà dai tradizionali fondi e
sicav anche agli Etf, alle obbligazioni e ai titoli di stato.
Il secondo pilastro di Fineco advice riguarda le commissioni di retrocessione.
Fineco ha previsto la restituzione al cliente delle commissioni ricevute dalle
case di investimento sotto forma di sconto rispetto alle commissioni pagate
per la consulenza.
L
sione al rischio. Ecco, questa fase rappresenterà una vera opportunità per il
mondo della promozione. Senza trascurare, inoltre, che gli italiani detengono il quarto stock di risparmio a livello globale.
RICHIESTA DI CONSULENZA DAL MERCATO
In questo quadro, FinecoBank sta puntando a migliorare sempre di più l’approccio con il cliente, offrendogli una
consulenza vera, senza conflitti di interesse.
Fineco si è attivata già da tempo
per offrire un servizio di consulenza
qualificata al cliente e punterà sempre
di più sul contratto di consulenza a
parcella. Non è solo una scelta industriale, ma una richiesta che arriva
direttamente e in maniera vigorosa
dal mercato. E’ innegabile che gli investitori, più attenti e informati rispetto
al passato sulle proprie scelte di investimento, sono da tempo alla ricerca di
figure in grado di fornire loro una consulenza il più possibile obiettiva e specialistica che può arrivare solo da sog-
60
Marzo 2010
getti privi di conflitti di interesse. L’era
dei costi nascosti e della scarsa trasparenza, grazie soprattutto alla crisi che
ha svelato l’evidente depauperamento
dei capitali in gestione, è giunta finalmente al capolinea. Il modello di riferimento, come emerge chiaramente
anche dalla ricerca sopra citata, è quello anglosassone, dove molte strutture
attive nell’intermediazione hanno
aggiunto il servizio di consulenza
finanziaria a parcella nell’offerta alla
propria clientela.
Una maggior centralità della fase
di asset allocation rappresenterà ancora di più un passaggio decisivo alla
consulenza finanziaria. Gestire con
maggiore razionalità i propri investimenti risulterà determinante per
garantire ai clienti una composizione
del portafoglio in sintonia con le
mutate condizioni dei mercati, le sue
ambizioni di performance e la sua
capacità di tollerare il rischio. Tutti fattori che premieranno la scelta vincente Fineco di puntare in maniera definitiva sul multibrand.
Nei prossimi mesi cercheremo di
focalizzarci su alcuni degli aspetti più
significativi della ricerca e di analizzarne nel dettaglio i risultati, attraverso
approfondimenti, interviste, focus. Con
l’obiettivo di offrire ai lettori di Fondi&Sicav spunti utili per capire l’evoluzione del settore della distribuzione e
della figura del promotore finanziario.
Ma soprattutto della consulenza.
I
PROMOTORI&CONSULENTI
Notizie in breve
ZENO D’ACQUARONE, PRESIDENTE DI ASCOSIM
ASSOCIAZIONI
Nastro rosa per Ascosim
el luglio del 2009 18 sim di consulenza avevano dato
vita a un tavolo di lavoro che aveva l’obiettivo di
divenire un luogo di studio e discussione per affrontare i temi più rilevanti della consulenza finanziaria. Ora,
a distanza di circa sei mesi da quell’esperienza, è nata Ascosim, l’associazione delle sim di consulenza. «La nascita dell’associazione», spiega il segretario generale Massimo Scolari, «è la naturale e spontanea prosecuzione delle attività
intraprese dal tavolo di lavoro. Il nuovo patto associativo
rende infatti più stabile e continuativo il rapporto tra le sim
e dà maggiore concretezza all’impegno, disinteressato e
costante, di mettere le proprie capacità e intuizioni a disposizione del mercato, delle istituzioni e delle altre associazioni di categoria».
«L’atto costitutivo di Ascosim», aggiunge il presidente
dell’associazione Zeno D’Acquarone, «è stato sottoscritto
da cinque sim di consulenza, mentre altre 13 hanno avviato
l’iter per formalizzare l’adesione. A breve, inoltre, è atteso
l’ingresso di alcune società che sono in attesa di ricevere
l’autorizzazione da parte di Consob».
Solitamente la rappresentatività è una isteresi, nel senso che qualunque associazione parte senza averla e la costruisce con il tempo, ma senza dubbio Ascosim con circa 18
sim associate, su un totale di 22 attualmente autorizzate,
inizia il suo percorso con una certa autorevolezza. Un cammino, secondo i promotori, già contraddistinto da alcuni
successi. «Alcune proposte presentate dalla nostra associazione», sottolinea Scolari, «hanno avuto una positiva accoglienza da parte delle autorità competenti. Penso in primis
alla richiesta di consentire a tutti i soggetti che prestano
l’attività di consulenza un sostanziale livellamento del campo di gioco e alla proposta di riqualificare l’impianto degli
oneri amministrativi, annullandone alcuni, assolutamente
superflui per il modello di business proposto dalle sim di
consulenza, come la segnalazione trimestrale dei coefficienti patrimoniali e di rischio».
«Conquiste rilevanti», aggiunge D’Acquarone, «che spingono la nostra associazione a puntare più in alto». L’associazione sta infatti lavorando a un codice etico cui dovranno attenersi tutte le sim: l’obiettivo è tutelare maggiormente il
N
cliente e contrastare i comportamenti scorretti. «Parlare oggi di finanza etica, alla luce della crisi finanziaria, appare infatti indispensabile», aggiunge il presidente. «Per gli intermediari e gli istituti bancari è infatti necessario recuperare
il rapporto di fiducia con la clientela che si è parzialmente
deteriorato nel corso degli ultimi anni».
S’impone dunque un’inversione di rotta che presuppone anche un maggiore impegno nel campo della formazione. «La formazione è importante per stare sul mercato nel
miglior modo», conferma Scolari. «Per essere all’altezza delle sfide e delle continue trasformazioni con le quali è necessario confrontarsi. Di fronte a questa necessità di aggiornamento ininterrotto, la nostra associazione ha in previsione
di organizzare cicli di conferenze, corsi di formazione e seminari, rivolti sia agli addetti ai lavori sia ai risparmiatori». Il
primo, sull’importante tema dell’antiriciclaggio, si è tenuto
il 10 marzo scorso a Milano.
Sono destinate a svilupparsi dunque, coerentemente
con la crescita della domanda da parte dei risparmiatori, le
iniziative messe in campo dal mondo dell’advisory a parcella.Tutto ciò malgrado il tanto atteso albo dei consulenti continui a venire rimandato. «È un vero peccato», chiarisce Scolari. «I consulenti indipendenti persone fisiche sono in linea
teorica i nostri partner privilegiati. Purtroppo, sono costretti a vivere, loro malgrado, in un regime di proroga che si
scontra con le regole stabilite da tempo per le sim e che genera un effetto distorsivo su tutto il mercato».
I
Marzo 2009
61
I grandi gestori
JANE HENDERSON DI THREADNEEDLE US EQUITIES
A caccia di
società sane
econdo le classifiche di Citywire, che monitorizza oltre 1.000
money manager europei, è la
prima donna in classifica, con un rating AAA. Ma non certo da oggi Jane
Henderson è uno dei migliori gestori
di azionario Usa: fa parte del gruppo
Walter Scott, advisor, che gestisce il
S
a cura di
Boris Secciani
La money manager è una delle poche donne presenti ai
vertici delle classifiche di Citywire e ha ottenuto ottimi
risultati nell’azionario americano grazie a un’attenta
selezione dei titoli e a un metodo che permette di
monitorare i mercati e soprattutto i diversi risultati
aziendali con estrema attenzione. I ritorni sono stati
eccellenti, soprattutto nel terribile 2008, quando il fondo
ha battuto il benchmark di oltre 16 punti percentuali
JANE HENDERSON
62
fondo Threadneedle Us equities dal
1995. Nei primi due mesi del 2010 ha
portato a casa una performance del
6%, mentre nel corso del 2009 ha
guadagnato oltre il 24%. Tutto sommato bene anche nel terribile 2008,
quando la perdita è stata limitata al
20%, contro -34% della media degli
azionari America e -36% del benchmark. Questi risultati sono il frutto di
FONDI&SICAV/Marzo 2010
una gestione di tipo bottom-up, il più
possibile decorrelata con l’andamento
dei mercati.
Potrebbe descrivere il vostro approccio allo stock picking?
«A Walter Scott usiamo un approccio
bottom-up basato sull’analisi fondamentale, che combina una dettagliata
analisi finanziaria con l’analisi del set-
tore e del business della società. In
questo processo incontrare il management delle aziende è un elemento centrale. Tutte le proposte di investimento vengono discusse dall’intero team e
devono guadagnarsi il consenso unanime prima di essere inserite nel portafoglio. Specularmente una singola,
ben motivata voce di dissenso può essere sufficiente a fare scattare una
vendita. Utilizziamo un approccio buy
& hold, per permettere alle azioni di
realizzare il proprio potenziale di apprezzamento. Su questa logica la
struttura geografica e settoriale del
portafoglio riflette l’indipendenza di
giudizio della società e non la composizione degli indici».
I risultati trimestrali delle società
americane in gran parte sono risulta-
mi del mercato azionario. Investendo
in società di alta qualità e leader nel
loro settore, caratterizzate da bilanci
solidi e forti cash flow, il portafoglio è
strutturalmente più stabile del mercato nel suo complesso. Lo scopo del portafoglio è di fornire rendimenti reali
positivi sul lungo periodo. Anche se la
volatilità del mercato sul breve termine può essere sconcertante, ciò non influisce sul nostro approccio a lungo.
Questi momenti, quando si presentano, vengono invece utilizzati come opportunità per migliorare la qualità del
portafoglio».
ti molto positivi. Pensa che questo
passo possa essere tenuto anche per
il resto dell’anno? Ritiene che la
maggiore spinta alla crescita dei profitti verrà da ulteriori tagli o da un
miglioramento della domanda?
«L’economia americana è ancora in
condizioni di precarietà. Da una parte
molte società sono ricorse nel 2009 a
un drastico taglio dei costi e a una forte riduzione delle scorte, ma una ripresa economica sostenibile ha bisogno di
un aumento della domanda finale, che
ancora non si vede. Un alto tasso di disoccupazione e un mercato immobiliare ancora in difficoltà non fanno presagire che vi sarà un forte rimbalzo dei
consumi. Gli economisti possono anche discutere dei pericoli delle politiche keynesiane del governo statunitense, ma la realtà è che il governo non
ha altra scelta che compensare la
mancanza di attività economica fino a
che le aziende e i consumatori non riguadagneranno sufficiente fiducia.
Con uno spazio di manovra già ridotto
a causa dei bassi tassi di interesse e
forti disavanzi dello stato, l’esecutivo
si trova anche a dovere gestire il sempre presente problema della stabilità
del dollaro».
L’economia americana sembra nel
mezzo di un importante punto di
svolta: pensa che le aspettative sui
profitti aziendali siano realistiche?
«In uno scenario come quello attuale, il mercato azionario ha guadagnato quasi il 40% nell'ultimo anno,
sostenuto dalle aspettative di accelerazione della ripresa americana nel
corso di quest’anno, con una crescita
del Pil nel 2010 del 3-4%. In realtà,
però, la storia ci insegna che i processi di deleveraging possono essere lunghi e dolorosi. Se da una parte il deterioramento che ha portato alla recessione è stato profondo, dall’altra vi è
il rischio che il processo di guarigione
si protrarrà a lungo. Ci sono ragionevoli possibilità che le stime di crescita degli utili delle aziende dell’S&p
500 per il 2010, che si collocano al
25% per il 2010 e al 20% per il 2011,
risultino troppo elevate».
I
La difficile situazione di molti emittenti sovrani ha causato un aumento
di volatilità in questi primi mesi del
2010; pensa che questo sarà complessivamente un anno volatile? Nel
caso come può un investitore ridurre
i rischi?
«A Walter Scott riteniamo che la nostra filosofia di investimento bottomup serva a mitigare i movimenti estre-
FONDI&SICAV/Marzo 2010
63
I grandi gestori
FRANCESCA
FRANCESCA DI
DI CESARE,
CESARE, DI
DI ALETTI-GESTIELLE
ALETTI-GESTIELLE
EMERGING MARKET
MARKET BOND
BOND
EMERGING
«Un settore
destinato a crescere»
rancesca Di Cesare, gestore del
portafoglio Emerging markets
bond di Aletti-Gestielle è una
delle money manager che più si sono
distinte negli ultimi anni. Il fondo da
lei guidato le ha permesso di entrare
F
La money manager, una delle poche italiane presenti nelle
classifiche di Citywire, ha conseguito le sue performance
nella gestione obbligazionaria paesi emergenti. Alla base un
metodo che parte da un’analisi approfondita degli elementi
macroeconomici per arrivare a scegliere le singole economie
e i singoli titoli. Argentina, Turchia e Ucraina sono oggi le
situazioni monitorate con estrema attenzione, per le
opportunità di forti cambiamenti positivi che presentano. E
per il futuro questo comparto sarà sempre più strategico
nella classifica di Citywire con una A
ed è una delle pochissime donne italiane ad avere ottenuto questo ambito riconoscimento. Nei primi due mesi del
2010 la crescita messa a segno dal
fondo è stata del 2%, mentre nel 2009
è stato ottenuto +24%.
FRANCESCA DI CESARE
64
Potrebbe descrivere la sua metodologia d’investimento?
«Il processo d’investimento inizia con
FONDI&SICAV/Marzo 2010
un’analisi dei trend macroeconomici a
livello globale. In seguito l’analisi si
sposta sulla definizione del possibile
impatto che questi trend potrebbero
avere sulle diverse economie emergenti. A questo proposito l’analisi approfondita dei fondamentali dei singoli paesi gioca un ruolo cruciale nel
comprendere come i cambiamenti globali influenzeranno le diverse economie. La valutazione dei punti di forza e
di debolezza, in relazione ai diversi scenari macroeconomici e all’avversione o
alla propensione al rischio degli attori
sul mercato, e la valutazione del rischio
paese, anche in termini politici, sono
tutti fattori da considerare nella pianificazione degli investimenti e nella
strutturazione di un portafoglio emergente adeguato ai differenti scenari.
Infine, sono considerati gli aspetti tecnici dei singoli investimenti, nonché
della categoria in generale. Il successivo monitoraggio delle performance di
queste economie e l’aggiornamento
costante delle informazioni relative,
per una valutazione aggiornata dei rischi e delle opportunità che si profilano in modo continuato nel tempo, rappresentano un altro step importante
del processo. Inoltre la valutazione e il
monitoraggio dei valori di mercato, in
relazione all’analisi effettuata e allo
scenario adottato, stabiliscono le posi-
mento e ai fabbisogni di finanziamento dei deficit pubblici. Ciò nonostante,
molto è già prezzato nelle valutazioni
di mercato. Il maggior valore, quindi, si
può trovare nei paesi in cui i fondamentali potrebbero migliorare repentinamente in seguito alla realizzazione
di eventi specifici, come per esempio in
Argentina, se si dovesse risolvere la situazione con gli hold-out, in Turchia,
se dovesse essere formalizzato un programma con l’Imf e risolta la recente
mini-crisi politica, o in Ucraina, se la
situazione economica e politica dovessero normalizzarsi. Ovviamente il profilo di rischio è elevato».
zioni tattico-strategiche da sviluppare
sul portafoglio».
Il debito dei paesi emergenti ha avuto un 2009 molto buono: dove si trova oggi il maggiore valore in questa
asset class?
«La performance eccezionale dell’anno
scorso ha riguardato i paesi emergenti, come altre categorie d’investimento
ad alto rischio, in modo abbastanza indiscriminato, allo stesso modo in cui
l’asset class era stata penalizzata durante il pieno della crisi nel 2008. Ora
le valutazioni nel complesso sono tornate a livelli abbastanza equi, soprattutto se considerate in relativo, rispetto ai paesi sviluppati. Mediamente, infatti, le economie emergenti presentano fondamentali e prospettive più interessanti rispetto a molti paesi sviluppati, per esempio in relazione ai potenziali di crescita, al livello di indebita-
Pensa che siano da favorire le emissioni in valuta estera o quelle in valuta locale?
«I governi dei paesi emergenti, in modo molto intelligente, sono riusciti negli ultimi anni a sviluppare un mercato locale del debito e ad attrarre l’interesse degli investitori internazionali
per queste emissioni. Il ricorso sempre
più frequente a questi strumenti per il
finanziamento dei fabbisogni è da apprezzare, poiché riduce la vulnerabilità
e la dipendenza dai mercati esteri e facilita lo sviluppo delle economie locali. In alcuni casi il debito locale è sicuramente più interessante, rispetto alle
emissioni in valuta estera, ma le analisi vanno eseguite caso per caso».
Di recente alcuni compratori chiave
di titoli di stato americani, quali la
Cina, hanno diminuito in maniera
notevole i propri acquisti: pensa che
questa liquidità possa rifluire localmente sull’obbligazionario dei paesi
emergenti?
«Sinceramente non credo che paesi come la Cina sostituiscano le riserve valutarie fino a oggi detenute in dollari
con investimenti denominati in valute
emergenti. Penso che la Cina andrà a
diversificare i propri investimenti in li-
quidità, più verso altri paesi sviluppati,
come il Canada o l’Australia. Per quanto riguarda i paesi emergenti, credo
che la Cina preferisca una politica rivolta agli investimenti diretti e che ricerchi la diversificazione in termini di
relazioni commerciali con un’ottica più
di lungo periodo».
Molti emittenti sovrani di paesi considerati sviluppati sono in forte difficoltà a causa di deficit fuori controllo ed economie in crisi. Un simile scenario quali effetti può avere sul debito degli emergenti?
«Lo scenario che si sta tracciando, dal
mio punto di vista, mette in luce i progressi raggiunti dai paesi emergenti
nell’ultimo decennio, la serietà delle
politiche fiscali e di sviluppo economico adottate, nonché la maturità raggiunta dalla classe politica e dirigente
in molti di questi paesi. Nonostante
ciò, la difficoltà dei paesi sviluppati al
finanziamento dei deficit di bilancio
potrebbe ingenerare una nuova ondata di avversione al rischio e quindi impattare negativamente anche sugli
spread emergenti e l’appetito verso
l’asset class. Tuttavia, in ottica di diversificazione e date le minori difficoltà finanziarie e i fondamentali abbastanza solidi dei paesi emergenti più IN ALTO A SINISTRA:
importanti, non mi stupirei di vedere L’ISTANBUL STOCK
rafforzato l’interesse per questi paesi EXCHANGE.
nel futuro, per cui sono positiva nel SOTTO: LA BORSA DI
medio termine».
I BUENOS AIRES
FONDI&SICAV/Marzo 2010
65
ETF
GLI USA
Per sbarcare
a Wall street
di Dario Palladini
[email protected]
onostante la crisi, nonostante la crescita della Cina, l’economia degli Stati Uniti d’America è la più importante del mondo,
N
non solo per le dimensioni, ma anche
per le capacità innovative. E il mercato finanziario americano rappresenta
quasi la metà della capitalizzazione di
Una rassegna di fondi indice che investono nelle società
degli Stati Uniti, che restano, nonostante la crisi e la
crescita dell’Asia, l’economia numero uno al mondo e
soprattutto la più innovativa. L’offerta è variegata e
comprende prodotti con una larghissima diversificazione, ma
anche altri specializzati nella tecnologia, nelle small cap o
nelle azioni con i migliori dividendi. C’è anche chi sceglie
indici di riferimento ecologici o punta sui ribassi dei mercati
66
FONDI&SICAV/Marzo 2010
tutte le borse del pianeta. E’ vero che
il peso dei paesi emergenti, asiatici in
particolare, sta aumentando nel
tempo, ma gli Usa rimangono pur sempre la principale potenza economica e
spesso l’economia americana è la
prima a dare segnali di ripresa quando sta per iniziare una nuova fase
espansiva.
Borsa italiana propone ormai tanti Etf focalizzati su Wall street, indicizzati a diversi sottostanti. Vediamo
dunque questa variegata offerta, premettendo che per tutti i prodotti esiste
il rischio valutario legato al cambio
euro/dollaro, essendo gli Etf denominati in Usd (o comunque trattando titoli quotati in tale divisa) e scambiati
in euro sul mercato domestico.
INVESTIRE
IN CINA
riale vede il primato del comparto
informatico (19% del totale di portafoglio), seguito dal finanziario (15%
circa), dall’healthcare (12,5%) e dall’energetico (12%). Nel complesso,
viste l’elevata rappresentatività dell’indice, l’elevata frammentazione nel
numero dei componenti (fattore che
di fatto annulla il cosiddetto rischio
specifico) e l’equilibrata suddivisione
per settori, l’Etf risulta molto ben
diversificato e si presta a essere un
costituente core di una normale asset
allocation.
GRANDE DIVERSIFICAZIONE
A BASSO COSTO
Cominciamo dal db x-trackers Msci
Usa trn index Etf 1c. Contraddistinto dal codice ISIN LU0274210672 e
conforme ai requisiti Ucits III, questo
fondo passivo è stato lanciato tre anni
fa, nel gennaio del 2007 e, dati al 30
novembre 2009, ha raccolto masse
per 1,4 miliardi di dollari. Essendo a
capitalizzazione dei proventi, non
distribuisce dividendi, ma li reinveste
nel fondo. Il costo annuo di gestione
è contenuto in un modesto 0,30%,
ben al di sotto dei costi tipici dei
fondi attivi. Il sottostante è l’Msci Usa
trn index, che si basa sul criterio della
capitalizzazione per selezionare e
assegnare un peso ai titoli (ben 600)
in portafoglio. La ripartizione setto-
Sempre da Deutsche Bank viene poi il
db x-trackers Russell 2000 Etf, il cui
(omonimo) sottostante replica l’andamento del segmento small cap statunitense. Anche questo strumento è
conforme ai requisiti Ucits e capitalizza i proventi al proprio interno; il costo
annuo per la gestione è però leggermente superiore, attestandosi allo
0,45%. Il fondo risulta ancora più
frammentato del precedente (conta
ben 2 mila titoli nel proprio portafoglio) e vede un’allocazione per comparti in cui al primo posto troviamo il
settore finanziario (20%), seguito dall’informatico (18%) e dall’industriale
(16%). Molto ridotto il peso dei comparti energetico (5%) e materie prime
(4,6%). Il titolo che pesa di più è
Human genome sciences, che vale
appena lo 0,5% della capitalizzazione
complessiva dell’indice. Questo Etf è
recente, essendo stato proposto solo a
partire dal gennaio 2009, ma, analizzando le performance dell’indice di
riferimento, si nota una profonda
similitudine con l’andamento del benchmark del prodotto precedente, che
ha avuto una crescita pressoché continua dal 2002 al 2007, cui hanno
fatto seguito la forte discesa dei corsi
che ci siamo da poco lasciati alle spalle e la successiva ripresa.
USA, MA DENOMINATO IN EURO
Frutto della collaborazione tra Bnp Paribas e Axa, EasyEtf propone EasyEtf
&p 100 (Eur), che ha come sottostanS&
&p 100 Tr (un
te l’omonimo indice S&
sottoinsieme del più ampio e più noto
&p 500), il quale seleziona in base a
S&
un criterio di capitalizzazione le prime
100 società d’oltre oceano. Meno
frammentato rispetto ai competitor fin
qui analizzati, l’Etf è comunque in grado di offrire una buonissima diversificazione e, soprattutto, riesce a rappresentare circa il 45% della capitalizzazione della borsa Usa. Anche questo
fondo passivo è a capitalizzazione dei
proventi, ma, a differenza dei precedenti, è denominato in euro; permane
tuttavia il rischio cambio, dal momento che le azioni in portafoglio sono
quotate in dollari sulla piazza di New
York. La suddivisione settoriale premia
il comparto informatico-tecnologico,
con quasi il 22% del peso totale. Con
pesi compresi tra il 12% e il 14% vengono poi, nell’ordine, i beni di consumo
di base, l’energetico, il finanziario e il
FONDI&SICAV/Marzo 2010
67
ETF
GLI USA
comparto sanitario. Il fondo è stato
lanciato nel luglio del 2008 e ha un costo annuo dello 0,30%. I rendimenti ricalcano grosso modo l’andamento della concorrenza.
PER CHI AMA LE LARGE CAP
Sempre per chi preferisce puntare sulle large cap, c’è uno strumento, messo
a disposizione da Etf securities, che
punta proprio su questa fetta di mercato: si tratta dell’Etfx Russell 1000
Us large cap fund. Indicizzato all’omonimo benchmark, l’Exchange traded
fund si prefigge l’obiettivo di replicare
le performance dei mille titoli statuni-
gennaio del 2009 e conforme alle direttive Ucits, questo prodotto ha un
total expense ratio dello 0,35%. La ripartizione settoriale vede in prima fila
hi-tech e finanza, rispettivamente col
17% e col 16% del peso complessivo
del portafoglio. Anche questo strumento è a capitalizzazione dei proventi e il suo grafico non mostra sostanziali differenze rispetto all’andamento
dei competitor.
PER CHI CREDE NELLE SMALL CAP
Etf securities ha messo sul mercato,
sempre nel gennaio dello scorso anno,
anche un fondo indice rappresentativo
del segmento a piccola capitalizzazione: è l’Etfx Russell 2000 Us small cap
fund, che condivide il benchmark con
il db x-trackers Russell 2000 Etf. Tale
benchmark rappresenta all’incirca l’810% del più ampio Russell 3000 index
e fotografa per l’appunto la realtà delle small cap americane. Finanza (21%)
e tecnologia in genere (17%) sono i
due comparti maggiormente presenti
all’interno dell’indice di riferimento. Il
fondo ha un costo annuo dello 0,45%
e il suo andamento nel tempo non mostra significative discrepanze con i
rendimenti degli altri prodotti. Anche
questo Etf è armonizzato Ucits (e dunque fiscalmente ottimizzato) e reinveste i proventi al proprio interno.
UN PIZZICO DI CANADA
tensi a più elevata capitalizzazione. Il
sottostante è, come nel caso del Russell 2000, un sottoinsieme del Russell
3000 index. Il Russell 1000, che viene
ribilanciato annualmente, rappresenta
ben il 92% della capitalizzazione del
mercato a stelle e strisce. Lanciato nel
68
FONDI&SICAV/Marzo 2010
iShares non poteva certo mancare nella nostra rassegna: il più grande player
mondiale nel campo dei fondi indice
offre infatti tre diversi strumenti per
soddisfare le esigenze della clientela
desiderosa di allocare parte dei propri
risparmi sui titoli Usa. Cominciamo
dall’iShares Msci North America, che
offre un’esposizione a circa 500 azioni
(attualmente sono 487) in buona parte statunitensi, ma anche canadesi (in
una misura che si aggira intorno al 910% della capitalizzazione complessi-
va). Come tutti gli indici Msci, anche
questo si fonda sul criterio della capitalizzazione e della liquidità e rappresenta grosso modo l’85% del mercato
dell’area di riferimento (il Nord America, appunto). Come nel caso degli altri
benchmark fin qui analizzati, il settore
informatico-tecnologico e il finanziario costituiscono i comparti maggiormente presenti nell’indice, con pesi rispettivamente del 18,35% e del
16,27%. A seguire l’energetico con il
13,29%. L’Etf è stato lanciato nel giugno 2006 e ha finora accumulato un
patrimonio di oltre un miliardo di dollari. Armonizzato alle direttive europee, a differenza degli altri prodotti visti sinora, distribuisce dividendi con
periodicità trimestrale e ha un Ter annuo dello 0,4%. Sempre trimestralmente avviene il ribilanciamento del
sottostante.
IL PRODOTTO PIÙ GRANDE
Un altro prodotto gestito da BlackRock
&p 500, che, pur
advisors è l’iShares S&
avendo un sottostante diverso dal
competitor (l’S&p 500 index al posto
INVESTIRE
IN CINA
bancario (10%). Il peso dell’hi-tech è
ridotto ad appena il 4,7%. Lanciato sul
mercato alla fine di settembre del
2005, ma quotato su Borsa italiana solamente a partire dal febbraio 2008, il
fondo ha raccolto sinora un patrimonio di quasi 93 milioni di dollari.
CHI SI BASA SUL DOW JONES
del Msci North America), tuttavia presenta numerose analogie con lo strumento precedente, a partire dal numero delle azioni in portafoglio (500 circa). I fondi, entrambi armonizzati
Ucits, hanno lo stesso costo annuo
(0,4%) e distribuiscono dividendi con
la medesima frequenza trimestrale.
Analogamente, la stessa periodicità
trimestrale caratterizza il ribilanciamento dell’indice di riferimento. Essendo però stato quotato con oltre
quattro anni di anticipo rispetto all’iShares Msci North America (marzo
2002 contro giugno 2006), l’iShares
S&p 500 ha avuto il tempo per accumulare un patrimonio superiore a 6,8
miliardi di dollari, contro il miliardo
abbondante del fondo concorrente.
Una differenza sostanziale consiste
nella totale concentrazione sul mercato statunitense dell’iShares S&P 500,
mentre, come abbiamo visto, il fondo
precedente destinava una piccola parte (9-10%) del proprio portafoglio alla
borsa canadese. La ripartizione per
comparti mostra, ancora, dati molto
simili per tutti i settori: anche in que-
sto caso i pesi maggiori sono appannaggio di tecnologia e informatica
(19,4%) e della finanza (14,7%).
AD ALTO DIVIDENDO
Lyxor è protagonista degli Etf made in
Usa con tre prodotti fortemente differenziati fra loro. Iniziamo dal Lyxor Etf
Dow Jones Ia, fondo indicizzato al
Dow Jones industrial average, uno dei
più conosciuti tra i benchmark d’oltre
oceano. Questo Etf ha un numero di
componenti piuttosto limitato (sono
solo trenta), rappresentativo delle più
grandi compagnie americane. L’indice
viene però costruito seguendo una metodologia particolare: la quantificazione e l’assegnazione dei pesi avviene infatti sulla base dei prezzi delle singole
azioni. Il fondo è stato uno dei primi a
essere quotato in Italia (dalla primavera del 2001) ed è dotato di un patrimo-
L’offerta di iShares, infine, si completa
con l’iShares Dow Jones Us select dividend, prodotto radicalmente differente, rispetto ai primi due della casa
angloamericana. Questo strumento ha
un benchmark composto da 100 titoli
azionari e un costo annuo di gestione
(0,3%) paragonabile a quello dei due
Etf appena analizzati; anche la periodicità di distribuzione degli utili e di ribilanciamento del sottostante è la medesima (trimestrale). Ma la metodologia di selezione delle società e di assegnazione dei pesi e la conseguente allocazione settoriale rivelano una
profonda diversità di fondo. L’iShares
Dj Us select dividend, infatti, sceglie le
azioni da inserire in portafoglio sulla
scorta del tasso del dividendo e ciò fa
sì che le utility costituiscano il 26,3%
dell’asset allocation complessiva, seguite dal comparto alimentare
(11,9%), dall’industriale (10,4%) e dal
FONDI&SICAV/Marzo 2010
69
ETF
GLI USA
nio di oltre 400 milioni di euro. Armonizzato Ucits, l’Etf della casa francese
(appartenente al gruppo Société
générale) ha una ripartizione settoriale che premia il comparto industriale
(19,1%). Vengono poi il tecnologico
(16,5%) e l’energetico (12,9%). Il Dow
Jones Ia rappresenta in via approssimativa il 20% della capitalizzazione
del mercato azionario statunitense.
L’85% DELLA CAPITALIZZAZIONE USA
La compagnia transalpina propone poi
il Lyxor Etf Msci Usa, indicizzato all’omonimo benchmark e composto da
circa 600 titoli azionari americani, selezionati al fine di rappresentare più o
meno l’85% della capitalizzazione dell’eterogeneo mercato Usa. La suddivisione settoriale vede al primo posto il
comparto tecnologico, che pesa per il
18,5% del totale di portafoglio, cui
fanno seguito il farmaceutico (13,5%)
e l’energetico (13%). Ridotti i pesi delle utility (3,9%), delle telecomunicazioni (3,7%) e dell’edilizia (3,2%).
Quotato dal marzo 2006, il fondo ha
accumulato un patrimonio di oltre 330
milioni di euro. Come il precedente
prodotto di Lyxor, questo Etf è a distribuzione dei proventi. Anche i rendimenti sono molto simili e presentano
purtroppo numeri in rosso sia a uno,
sia a tre e a cinque anni (vedere tabella alla pagina seguente).
LE GRANDI DEL NASDAQ
Lyxor propone poi il Lyxor Etf Nasdaq
100, lanciato il 13 dicembre 2001 e armonizzato Ucits. Indicizzato all’omonimo sottostante, replica l’andamento di
100 tra le più importanti azioni di società non finanziarie (statunitensi e
non) quotate sul Nasdaq stock market
e selezionate in base alla capitalizzazione di mercato. Il settore tecnologico
rappresenta da solo ben il 57,5% dell’indice; al secondo posto il farmaceutico con il 16,4%. Tra le aziende maggiormente presenti all’interno del benchmark troviamo realtà quali Apple,
Qualcomm, Microsoft, Google, Oracle,
Cisco systems, Intel. Lo strumento messo a disposizione dalla società d’oltralpe è quotato sulle principali piazze europee (Francoforte, Parigi, Milano, Madrid) e ha raccolto sinora capitali per
98 milioni di euro. La peculiare composizione dell’indice di riferimento, incentrato per quasi 6/10 sull’hi-tech e in
maniera sostanziale sul mercato Usa,
rende l’Etf adatto a costituire una parte residuale di un portafoglio, non certo per un utilizzo core. I risultati tuttavia premiano questo fondo, che, rispetto agli altri, presenta performance migliori soprattutto a tre e a cinque anni
(vedere tabella).
AZIONI CHE SI RIVALUTANO
PowerShares commercializza in Italia il
PowerShares dynamic Us market
fund, indicizzato al sottostante Dynamic market intellidex. Le aziende che
ne fanno parte vengono selezionate
non in base alla mera capitalizzazione
70
FONDI&SICAV/Marzo 2010
di mercato, ma guardando soprattutto
la crescita dei fondamentali, la valutazione del titolo, i possibili fattori di rischio e il market timing. Alla fine del
processo di selezione, le azioni che
vengono inserite in portafoglio (un
centinaio) sono quelle con il più alto
potenziale di rivalutazione. Il 31,4% dei
titoli appartiene al segmento large cap
value, il 23,1% al segmento mid cap
growth. Pesi minori per gli altri segmenti.
SOPRATTUTTO GROWTH
Sempre la medesima società propone
inoltre il PowerShares Eqqq fund, costruito sull’indice Nasdaq 100. La sua
composizione ricalca dunque quella
dell’appena visto fondo omologo di
Lyxor (100 aziende tra le più importanti non finanziarie scelte tra realtà
americane e non, tutte accomunate
dalla quotazione sul Nasdaq). Il portafoglio viene ribilanciato trimestralmente e rivisto completamente una
volta all’anno. Il segmento con il peso
maggiore è il large cap growth, al quale è riconducibile il 62% dei titoli del
portafoglio. Subito dietro viene il segmento mid cap growth, con un peso
relativo del 21,5%. Tra le principali
quotazioni troviamo, come nel caso del
competitor di Lyxor, Apple Inc., che
rappresenta da sola circa il 13-15%
dell’intero benchmark.
UN PANIERE CON QUATTRO CRITERI
Un prodotto particolare offerto da Invesco-PowerShares è poi il PowerShares Ftse rafi Us 1000 fund, che, costruito sull’omonimo indice, si prefigge l’obiettivo di replicare l’andamento
di un paniere composto dai principali
titoli azionari americani, selezionati
anche in questo caso non sulla base di
un semplice criterio di capitalizzazione, ma valutando quattro indicatori
fondamentali delle dimensioni societarie: patrimonio netto, ricavi, vendite
INVESTIRE
IN CINA
Etf a stelle e strisce a confronto
Fonte: www.fondionline.it -
Isin
Perf. %
1 mese
Perf. %
3 mesi
Perf. %
6 mesi
Perf. %
12 mesi
Perf. %
24 mesi
Perf. %
36 mesi
Ter %
Db X-Trackers Msci Usa Trn Index Etf 1c
LU0274210672
6,09
11,66
14,98
38,93
-8,23
Nd
0,30%
Db X-Trackers Russell 2000 Etf
LU0322248658
7,22
19,18
15,12
Nd
Nd
Nd
0,45%
Etfx Russell 1000 Us Large Cap Fund
IE00B3CNHH32
5,7
11,82
15,1
40,04
Nd
Nd
0,35%
Etfx Russell 2000 Us Small Cap Fund
IE00B3CNHJ55
7,09
19,09
15,33
50,49
Nd
Nd
0,45%
Ishares Msci North America
IE00B14X4M10
5,41
10,99
14,7
40,03
-7,58
-19,88
0,40%
Ishares S&P 500
IE0031442068
5,35
11,07
14,75
38,41
-8,96
-22,47
0,40%
Ishares Dow Jones U.S. Select Dividend
DE000A0D8Q49
5,37
12,74
15,02
40,42
Nd
Nd
0,30%
Lyxor Etf Dow Jones Ia
FR0007056841
6,26
10,31
15,67
34,82
-4,86
-16,48
0,50%
Lyxor Etf Msci Usa
FR0010296061
5,64
11,13
14,65
36,25
-7,52
-22,61
0,35%
Lyxor Etf Nasdaq 100
FR0007063177
5,6
12,56
17,28
46,03
12,43
-4,18
0,30%
Powershares Dynamic Us Market Fund
IE00B23D9240
5,72
12,66
12,6
23,25
Nd
Nd
0,75%
Powershares Eqqq Fund
IE0032077012
5,61
13,11
17,94
48,72
12,26
-3,22
0,20%
Powershares Ftse Rafi Us 1000 Fund
IE00B23D8S39
6,72
13,01
13,14
64,39
-1,64
Nd
0,39%
Xmtch (Ie) On Msci Usa Large Cap
IE00B3VWLJ14
5,38
10,6
Nd
Nd
Nd
Nd
0,22%
Db X-Trackers S&P 500 Inverse Daily Etf
LU0322251520
3,23
11,15
-3,7
-39,7
Nd
Nd
0,50%
Db X-Trackers S&P U.S. Carbon Efficient Etf
LU0411076002
5,83
11,77
Nd
Nd
Nd
Nd
0,50%
Etf
Nd = dato non disponibile
e dividendi. In questo modo ogni anno
vengono selezionati e ponderati i circa
1.000 titoli che costituiscono il portafoglio del fondo, che appartengono
perlopiù al segmento large cap value
(32,6%).
nenza del settore informatico (più del
20% dell’intero benchmark), seguito
dal finanziario (14,3%), dal sanitario
(13,3%) e dall’energetico (12,9%).
Exxon Mobil, con una quota che oscilla intorno al 4%, è la principale posizione del fondo.
L’OFFERTA DI CRÉDIT SUISSE
Anche Crédit suisse dice la sua nel
campo degli Etf a stelle e strisce, e lo
fa con un fondo indice denominato
Xmtch (IE) on Msci Usa large cap, il
cui omonimo sottostante (l’Msci Usa
large cap index) comprende al proprio
interno 250-300 azioni del mercato
statunitense scelte e ponderate sulla
base della capitalizzazione del flottante. L’Etf, lanciato nel giugno del 2009,
ha accumulato un patrimonio di 74,5
milioni di dollari ed è gestito dalla
Quantitative strategies group. Caratterizzato da una commissione di gestione annua dello 0,22%, il prodotto
della società elvetica vede la premi-
cietà che, nell’ambito dell’esercizio
delle proprie attività, si contraddistinguono per basse emissioni di ossido di
carbonio. L’obiettivo resta comunque
di replicare l’S&p 500, anche mantenendo almeno il 50% del peso di ogni
settore rispetto alla composizione dell’indice originario.
I
DUE CHICCHE
Volendo, ci sono poi due chicche di
&P
Deutsche Bank: il db x-trackers S&
500 inverse daily Etf e il db x&p Us carbon efficient Etf.
trackers S&
Il primo replica in maniera inversa e su
base giornaliera l’andamento dello
&p 500 total return index, assumenS&
do il reinvestimento immediato dei dividendi staccati. A ciò si aggiunga una
componente di interessi attivi pari al
doppio del tasso Libor overnight Usd. Il
secondo dei due prodotti, invece, ha
una connotazione ecologica, dal momento che seleziona, all’interno del già
citato S&p 500, al massimo 375 so-
FONDI&SICAV/Marzo 2010
71
CONSENSUS DEGLI ANALISTI E DEI GESTORI
USA
E la nave va
egli ultimi mesi la situazione
in America, pur con le sue
contraddizioni, sembra essersi
Alessandro Coltella
incanalata su un percorso migliore rispetto all’Europa. Mentre il Vecchio
di Giuseppe Riccardi,
Boris Secciani e
N
continente deve gestire una situazione
alquanto anemica, con alcuni paesi già
di nuovo sull’orlo della recessione e altri in preda a crisi gravissime dei conti
pubblici, gli Usa sembrano in qualche
maniera vedere più vicina la luce alla
fine del tunnel. I numeri sull’andamento del settore manifatturiero e dei servizi sembrano indicare anche per il primo trimestre del 2010 un’ulteriore, ro-
Diffuso ottimismo da parte dei money manager sulla situazione economica degli Stati
Uniti. Il settore manifatturiero e i servizi appaiono in netto recupero e molti fanno
notare che la ripresa oltre oceano è sicuramente più robusta che in Europa. Anche la
disoccupazione, pur in crescita, sembra diminuire la sua forza e il recente piccolo
incremento dei tassi da parte della Federal reserve è stato alla fine recepito come un
elemento positivo. Certo però non mancano i problemi: gli immobili sono ancora in
crisi, il deficit dello stato sta salendo alle stelle ed è sempre più fondamentale per
sostenere il Pil, le finanze degli enti locali sembrano sull’orlo del tracollo
72
FONDI&SICAV/Marzo 2010
INVESTIRE
IN CINA
busta, espansione del Pil. I dati in prima
lettura sulla disoccupazione di febbraio
hanno indicato che lo scorso mese sono stati bruciati 36 mila posti di lavoro,
molto meno delle attese. Alcuni analisti sostengono che, se non fosse stato
per il tempo pessimo, il saldo occupazionale sarebbe stato positivo.
Sul fronte aziendale, dopo nove trimestri consecutivi di calo degli utili, rispetto al periodo equivalente dell’anno
precedente, le società dell’S&P 500
hanno messo a segno una crescita
spettacolare dei profitti, pari a circa il
181%. Anche il rialzo del tasso di sconto da parte della Fed, primo tentativo
da parte di Bernanke di testare un ritorno alla normalità, è stato ben assorbito dai mercati, con l’S&p500 che è
tornato a inizio 2010 in prossimità dei
massimi di inizio anno, prima della mini-correzione.
Ciò non toglie che comunque i problemi restino decisamente acuti. La situazione dei conti pubblici è infatti
pessima e non è chiaro che cosa succederebbe all’andamento del Pil se il de-
Il panel dei gestori e degli analisti
Jonathan Armitage, head of Us equities di Schroders; Davide Barattini, gestore del fondo Gestielle
America; Terry Ewing, head of Us equities di Ignis asset management; Tommaso Federici, gestore di
Banca Ifigest; David C. Fonderie di Heartland advisors e gestore del fondo Oyster Us value; Pier Furno di Nemesis sim; Charles-Henri Kerkhove, investment specialist global balanced solutions di Fortis investments; Gianfranco Lande, investment strategy di Européenne de gestion privée (Egp); Giovanni Landi, partner di Anthilia; Patrick Moonen, senior strategist di Ing investment management;
Habib Nasrallah, senior product specialist di Pictet funds; Simona Paravani, global investment strategist di Hsbc global asset management; Herbert Perus, head of Global equities di Raiffeisen capital
management; Claudia Segre, head of fixed Income & Ofp di Abaxbank Spa (gruppo Credito emiliano); Aled Smith, gestore del M&G
G american fund; Laura Tardino, responsabile analisi strategie di investimento per Bnp Paribas Am sgr; team del Pictet funds investment advisory; team di gestione di
Selector advisors; Cormac Weldon, head of Us equities di Threadneedle.
ficit federale venisse sensibilmente ridotto. Le finanze a livello locale stanno tuttora aggravandosi, mentre i fallimenti bancari proseguono a ritmi ancora più sostenuti, rispetto all’anno
passato, causati in gran parte dal deterioramento del comparto dell’immobiliare commerciale. Per quanto riguarda
per l’appunto l’immobiliare, negli ultimissimi mesi vi è stato invece un mar-
cato peggioramento, anche a livello
residenziale: le vendite, sia di nuove
case, sia di unità esistenti, hanno fatto
registrare marcati e inattesi cali.
Nonostante i segni di miglioramento dunque, il rischio di una doppia recessione è ancora reale, elemento che certo non sembra sfuggire ai
professionisti interpellati da Fondi&Sicav.
I
A quale livello si trova oggi il mercato azionario statunitense? Sottovalutato, giustamente
prezzato o sopravvalutato?
C’è ancora spazio di crescita
e consideriamo i dati attuali, il
consensus generale sembra considerare l’azionario americano
più o meno a valore equo, rispetto alla
sua media storica, e un poco più caro
rispetto alle altre macro-aree. Se guardiamo all’immediato futuro, molto dipende dalle previsioni sull’andamento
degli utili aziendali. In questo caso gli
ottimisti sembrano prevalere, con
qualche eccezione. Interessante ad
esempio il parere di Terry Ewing, head
of Us equities di Ignis asset management: «In generale il mercato, sta
scambiando a circa 11,6 volte gli utili
S
attesi nel 2011 e appare sottovalutato.
Attualmente i multipli sono contenuti
da fattori di incertezza, quali la debolezza del mercato immobiliare, la forza
effettiva della ripresa economica e la
scarsità di domanda di credito». Positiva anche la visione di Cormac Weldon,
head of Us equities di Threadneedle:
«Riteniamo l’azionario americano prezzato in maniera interessante, specialmente se si considera il fatto che le
aziende stanno generando cash-flow
di buon livello e presentano bilanci solidi. Continuiamo a trovare attraenti
opportunità sulla base di una prospet-
tiva bottom-up nella maggior parte dei
settori, perciò rimaniamo positivi».
Un parere non dissimile arriva
Come deve essere considerato il mercato azionario Usa?
Sottovalutato
40%
Sopravvalutato
10%
Prezzo corretto 50%
FONDI&SICAV/Marzo 2010
73
CONSENSUS DEGLI ANALISTI E DEI GESTORI
USA
anche dal team di gestione di Selector advisors: «Il mercato appare sottovalutato, in particolare il segmento
costituito dai titoli di maggiore qualità».
Un’idea condivisa da Aled Smith,
&G american fund: «La
gestore del M&
maggiore fiducia da parte degli investitori si è tradotta in una caduta del
livello di correlazione fra le azioni e
in un ritorno dei fondamentali come
elemento chiave della performance di
un titolo».
Fiducia sul potenziale delle aziende americane arriva anche da Herbert
Perus, head of global equities di Raiffeisen capital management: «I nostri
dati sembrano suggerire che il mercato azionario americano (misurato dal-
l’S&p 500) sia valutato in maniera
equa. Principalmente guardiamo ai
dati storici: il metodo che preferiamo
usare è una media a lungo termine
degli utili riportati rapportata ai corsi
attuali (il cosiddetto P/e di Graham e
Dodd): questo indicatore è attualmente intorno a 20. Si tratta di un
valore intermedio sul lungo periodo.
Riteniamo però che gli analisti debbano ancora rivedere le proprie stime
sugli utili del prossimo trimestre: tuttora sono eccessivamente negativi».
Ma non manca qualche pessimista, proprio per quanto riguarda le prospettive di profitto. Ad esempio Simona Paravani, global investment strategist di Hsbc global asset management: «Per quanto riguarda i dati sto-
rici, il mercato azionario americano è
grosso modo nella media ed è nella
stessa situazione delle altre borse dei
paesi sviluppati. Al momento la preoccupazione chiave sul mercato americano è l’ammontare di aspettative riguardo i profitti societari e tali aspettative sono troppo elevate».
Infine Patrick Moonen, senior
strategist di Ing investment management, sembra invece guardare alle valutazioni relative rispetto ad altre aree:
«In confronto ad altri mercati sviluppati quali il Regno Unito o l’Eurozona,
le azioni statunitensi sono a premio.
Questa è la ragione principale per cui
abbiamo una posizione underweight
sull’azionario americano nel nostro
portafoglio azionario».
I
I risultati trimestrali delle aziende americane sono stati eccellenti: il buon
andamento continuerà nei prossimi trimestri?
Ottimismo con cautela
nche in questo caso un certo
ottimismo, con qualche cautela, sembra prevalere: nei prossimi mesi i profitti dovrebbero continuare a crescere, anche se in maniera
meno robusta. Alla base di questa previsione vi è la convinzione che i fatturati dovrebbero riprendere a salire in
maniera consistente, grazie alla domanda sia estera sia locale. Interessan-
A
Il buon momento continuerà?
Crescita meno forte
delle attese
33%
Ancora forte crescita
67%
74
FONDI&SICAV/Marzo 2010
te al proposito l’analisi di Laura Tardino, responsabile analisi strategie di investimento per Bnp Paribas Am sgr: «La
stagione di pubblicazione dei risultati
del quarto trimestre 2009 ha visto il
76% delle società dell’S&p500 che
hanno già riportato gli utili e il 73%
che hanno fornito dati sulle vendite
sorprendere gli analisti sui profitti realizzati. Questi numeri suggeriscono che
la crescita degli utili non è più dovuta
solo alla riduzione dei costi che migliorano i margini, bensì a un incremento
dei fatturati. La domanda finale e gli
investimenti sono in ripresa e continueranno a sostenere le vendite. Questi fattori, uniti a un effetto base molto favorevole, permettono di prevedere
che il 30% di crescita degli utili previsto per il 2010 dagli analisti bottom-up
appare assolutamente raggiungibile».
Un parere simile arriva anche da
Charles-Henri Kerkhove, investment
specialist, global balanced solutions di
Fortis investments: «I risultati delle
aziende americane sono stati eccellenti, con oltre il 75% delle società dell’S&p 500 che hanno battuto le attese
degli analisti nel quarto trimestre del
2009, continuando così il forte trend
del terzo trimestre, in cui a battere il
consensus degli analisti era stato
l’80% delle imprese. Ci aspettiamo che
i profitti continuino a migliorare nei
prossimi trimestri, anche se a un passo più lento, rispetto a quello che abbiamo visto, a partire dalla metà del
2009. Grazie a un forte processo di taglio dei costi nel corso del 2009, le
aziende sono state in grado di migliorare i loro risultati, mentre allo stato
attuale l’impatto di fatturati in miglioramento dovrebbe cominciare a farsi
sentire». Si tratta di un parere condiviso anche da Jonathan Armitage,
head of Us equities di Schroders: «Le
INVESTIRE
IN CINA
aziende americane stanno emergendo
dalla crisi in condizioni di relativa forza. Al di fuori del comparto dei servizi
finanziari, le società statunitensi nel
loro complesso erano entrate nella fase di recessione con bassi livelli di debito. Una politica di taglio dei costi aggressiva ha inoltre fatto sì che i margini rimanessero ben protetti». Ottimista anche Giovanni Landi partner di
Anthilia: «Pensiamo che il miglioramento nei risultati continuerà anche
nei prossimi trimestri».
Qualche preoccupazione in più
sembra però esserci, se guardiamo al
futuro a partire dal 2011: per il team
del Pictet funds investment advisory,
«lo stato di salute delle società è buono, come dimostra la generazione di
free cash flow ai massimi di tutti i
tempi. Il problema della diminuzione
delle vendite è stato per il momento
superato grazie a un taglio dei costi
ancora più veloce. Per i prossimi mesi,
ciò basterà per raggiungere buoni numeri di profitti. Nel medio termine, è
indispensabile vedere il ritorno alla
crescita del fatturato».
Una vision simile arriva anche da
Pier Furno di Nemesis sim: «Il problema non è tanto quello della visibilità dei
profitti nei prossimi trimestri, quanto la
sostenibilità di questa crescita nei prossimi anni, una volta che gli stimoli dati
dalla spesa pubblica verranno ritirati
dall’economia».
Scettico infine il parere di Gianfranco Lande, investment strategy di
Européenne de gestion privée: «Riteniamo difficile che i risultati per le
aziende americane possano mantenersi
al livello attuale. Va considerato che le
aziende Usa in media partono da un ottimo livello di produttività che sarà difficile incrementare. In mancanza di ciò
e in presenza inoltre di volumi ridotti di
vendite, vediamo difficile mantenere
buoni risultati».
I
Potremo avere un’ulteriore iniezione di liquidità sul mercato e avere un rally guidato dagli
afflussi di capitali?
Una spinta dalla massa di denaro
nche in questo caso un certo
ottimismo sembra prevalere:
infatti la quantità di liquidità
in circolazione sembra ancora molto
elevata e, se anche una modesta parte
di essa si riversasse sull’azionario, la
spinta si farebbe sentire. Ad esempio
per il team di gestione di Selector advisors, «man mano che la volatilità diminuirà, dovremmo assistere alla conversione di parte dello sproporzionato ammontare di liquidità allocato su fondi
money market e obbligazionari nell’azionario». Tardino di Bnp Paribas quantifica anche la quantità di denaro che
potrebbe riversarsi sul mercato americano: «Crediamo che, alla luce di quanto accaduto l’anno scorso, che ha visto
poca liquidità arrivare alla fine ai fondi
azionari, sul mercato azionario potrebbero pesare oltre 500 miliardi di nuovo
cash, pari a circa il 6% dell’attuale capitalizzazione di mercato dell’S&p 500.
La fonte è rappresentata non solo dai
privati, ma anche dalle imprese e dagli
istituzionali».
A
Perus di Raiffeisen punta anche
sulla ripresa delle attività di M&a: «Significativi afflussi di denaro sui fondi
azionari a gestione attiva si devono
ancora materializzare, non solo da
parte degli investitori al dettaglio, ma
anche da parte degli istituzionali. La
maggior parte della liquidità è difatti
andata verso gli Etf e gli index fund, il
che rappresenta un’opportunità per gli
stock picker. Riteniamo che fra i maggiori temi del mercato azionario per il
2010 ci saranno la ripresa delle attività
di M&a e il fatto che vi sarà un significativo ammontare di buyback azionari».
Sulla ripresa delle attività di fusione e acquisizione punta anche David
C. Fonderie di Heartland advisors, gestore del fondo Oyster Us value: «Dopo un pessimo anno per le attività di
M&a, il 2010 dovrebbe portare molti
più deal, man mano che i mercati si riprendono e le condizioni creditizie migliorano. Oltre al livello di valutazioni
e le sorprese positive riguardanti i pro-
fitti, questo elemento dovrebbe costituire un’ulteriore spinta alla performance dell’azionario». Sulla forza dei
bilanci aziendali sembra puntare anche Ewing di Ignis: «I bilanci delle
aziende americane, finanziari a parte,
sono più solidi che mai e un tema chiave per il 2010 sarà il fatto che le aziende useranno sempre di più la propria liquidità in eccesso per fare buy back
azionari, aumentare i dividendi e compiere acquisizioni».
I
Possibile un rally guidato dalla liquidità?
Poco/per nulla probabile
40%
Probabile
60%
FONDI&SICAV/Marzo 2010
75
CONSENSUS DEGLI ANALISTI E DEI GESTORI
USA
Vedremo un anno fortemente volatile?
Un po’ di otto volante ci sarà
n questo caso una certa prudenza
sembra diffusa. Molte infatti sono
ancora le questioni aperte per non
ritenere probabili nuove scosse di aggiustamento nel 2010: dal ritorno a una
politica monetaria più normale, al ritiro
della liquidità in eccesso, dal deleveraging dei consumatori alla ancora fragile situazione del sistema finanziario. Indicativo il parere di Davide Barattini,
gestore del fondo Gestielle America:
«Rispetto all’anno scorso, dove si è passati da un’iniziale fase di pessimismo
assoluto a una sempre maggiore fiducia
sulla capacità delle società di battere le
stime di consenso e sull’efficacia delle
misure d’intervento messe in atto dagli
Stati Uniti, quest’anno è ragionevole
I
attendersi un anno più volatile e questi
primi mesi ne sono la testimonianza.
Diverse sono le incertezze che ancora
gravano sulle economie mondiali a par-
Quanta volatilità quest’anno?
Stabile o in calo
30%
In aumento
70%
tire dall’eccesso di debito per arrivare in
particolare in America a diverse riforme
strutturali che devono essere discusse».
Un’analisi non dissimile arriva anche da
Claudia Segre , head of fixed income &
Ofp di Abaxbank (gruppo Credito emiliano): «Sono convinta che questo sarà
un anno caratterizzato da una volatilità
elevata, ben lontano dal quel processo
di normalizzazione del sentiment di
mercato che molti auspicano avvenga
nel breve termine, con un netto miglioramento della propensione al rischio
che per ora caratterizza prevalentemente la clientela istituzionale e i fondi specializzati».
Fra le diverse ragioni che sembrano spingere molti a temere aumenti di
INVESTIRE
IN CINA
volatilità, ritorna spesso il leit-motiv
del comportamento delle banche centrali. Per Habib Nasrallah, senior product specialist di Pictet funds, «se i
mercati miglioreranno, la Fed e la Bce
potrebbero ritirare le proprie misure di
stimolo, spaventando i mercati, mentre se vi sarà un calo, potrebbero mantenere le loro misure più a lungo, fintanto che l’economia migliorerà. Tutto
ciò probabilmente porterà ad avere
mercati volatili».
Weldon di Threadneedle sottolinea
invece la difficile situazione dei consumatori americani come fonte di
instabilità: «Riteniamo che l’andamento dei consumi rimarrà modesto per
almeno un altro anno, dal momento
che gli effetti del deleveraging di
lungo periodo continueranno a bloccare la domanda. Perciò, anche se la
ripresa americana è ben avviata, rimaniamo più cauti rispetto al consensus
per quanto riguarda la traiettoria di
crescita. Delusioni da questo punto di
vista rischiano di portare gli investitori a ignorare i fondamentali delle
aziende e a riprezzare il rischio sul
breve periodo, causando un improprio
aumento di volatilità».
Non manca però anche chi vede al
contrario un’ulteriore diminuzione
della volatilità, conseguenza del
ritorno in condizioni più normali. Ad
esempio Tommaso Federici, gestore
di Banca Ifigest, afferma: «Non
penso che la volatilità aumenterà,
anzi, credo che il mercato si muoverà in un trading range sempre più
stretto». Analisi similare arriva
anche dal team di gestione di
Selector advisors: «Riteniamo che la
volatilità si stabilizzerà o calerà
ulteriormente nel 2010 e che questo
sarà un anno in cui vi sarà una più
chiara distinzione fra azioni di alta e
bassa qualità».
I
CONSENSUS DEGLI ANALISTI E DEI GESTORI
USA
Il recente rafforzamento del dollaro continuerà a essere un problema per le
società Usa?
Pochi danni per le aziende
omplessivamente in questo caso grandi preoccupazioni non
sembrano esserci. Diversi intervistati sembrano ritenere che il dollaro
dovrebbe continuare a rafforzarsi su
euro e sterlina, visti i problemi che
l’Europa sta attualmente affrontando,
anche se il fenomeno dovrebbe svilup-
C
Quale sarà il comportamento
del dollaro?
Indebolimento/stabilizzazione
33%
Continuo rafforzamento
67%
parsi in maniera relativamente contenuta e senza particolari danni per le
aziende americane, il cui export tutto
sommato è abbastanza modesto. Que-
78
FONDI&SICAV/Marzo 2010
sto il parere del team del Pictet funds
investment advisory: «Il recente rafforzamento del dollaro è stato un movimento di normalizzazione verso un valore di equilibrio, pertanto ai corsi attuali il cambio non presenta un punto
particolarmente problematico per le
società americane». Per Kerkhove di
Fortis investments, «l’inversione del
trend euro/dollaro è un fenomeno che
riteniamo continuerà nel prossimo futuro: i problemi che l’Eurozona deve
affrontare non promettono nulla di
buono per la sua moneta. La Fed, infatti, sta assumendo un atteggiamento
più attivo, rispetto alla Bce, e probabilmente alzerà i tassi molto prima, il che
è un altro fattore a favore del dollaro.
Gli esportatori americani nell’ultimo
anno hanno avuto benefici dal dollaro
debole e senz’altro una valuta più forte li danneggerà: ad ogni modo ai livelli attuali non siamo ancora in una zona problematica».
Interessante il parere di Fonderie
di Heartland advisors, che indica quella che potrebbe diventare una soglia
Quali effetti sulle imprese
americane?
Effetti rilevanti
20%
Effetti limitati
80%
problematica: «Ci aspettiamo che il
dollaro rimanga forte quest’anno,
sostenuto dalle preoccupazioni per
Spagna, Grecia e Portogallo, che
dovrebbero pesare sull’euro. Ad ogni
modo, fintanto che il dollaro non si
apprezzerà più del 10% da questi livelli, il mercato non dovrebbe soffrire più
di tanto». La situazione dovrebbe
rimanere sotto controllo anche per
Landi di Anthilia: «Non credo che il
rafforzamento proseguirà: in ogni caso
il valore relativo del dollaro non è mai
stato un problema per le aziende Usa».
Ad aiutare la situazione dovrebbe
comunque arrivare anche un indebolimento del biglietto verde rispetto allo
yuan, elemento che dovrebbe aiutare
le aziende americane a cogliere il
boom cinese. Così ritiene Federici di
Ifigest: «Penso che il rafforzamento rispetto alle divise europee possa continuare, per le inevitabili turbolenze sui
debiti sovrani dei paesi periferici della
zona euro e per il forte deficit fiscale
del governo Uk. Allo stesso tempo credo però che la maggior parte delle società Usa sarà in grado di compensare
INVESTIRE
IN CINA
la perdita di competitività dovuta al
rafforzamento del dollaro, considerando che la divisa Usa perderà valore rispetto allo yuan cinese».
Non manca comunque chi ritiene
improbabile un ulteriore deprezzamento dell’euro. Fra questi Gianfranco
Lande, di Européenne de gestion
privée: «Nonostante il dollaro Usa sia
moderatamente sottovalutato rispetto
ad altre valute (principalmente l’euro),
crediamo che ci sia poco spazio per un
ulteriore rafforzamento nel breve termine e siamo convinti che nel corso
dell’anno possa tornare vicino a un valore di 1,4 rispetto all’euro».
Stabilizzazione infine vede anche
Claudia Segre, di Abaxbank (gruppo
Credito emiliano): «Non credo a un test di quota 1,30 che ponga sotto stress
il trend positivo sin qui mostrato dalle
società Usa e credo che il range 1,341,4 resterà valido per i prossimi sei mesi, cioè sino a quando lo scenario macroeconomico non si definirà al meglio, soprattutto per il settore immobiliare e i consumi Usa».
I
Il recente rialzo del tasso di sconto da parte della Fed segna un punto di
svolta nella politica monetaria? Avrà un effetto rilevante sulle azioni?
Cambia poco
n generale anche qui una certa
tranquillità sembra prevalere: la
mossa di Bernanke è stata vista più
come psicologica che effettiva, anche
per la limitata importanza del tasso di
sconto rispetto ai Fed funds. Per quanto riguarda questi ultimi, tutti sembrano ritenere che vi saranno ancora molti mesi davanti, prima di vedere qualche mossa: le conseguenze sui mercati
non appaiono quindi rilevanti oltre il
breve periodo. Indicativa l’analisi di Barattini di Gestielle: «Il recente rialzo del
tasso di sconto va letto nella direzione
di un ritorno alla normalizzazione per
quanto riguarda lo spread storico tra
tasso di sconto e Fed funds e non nella
direzione di un cambiamento di outlook sull’economia o nella politica
monetaria. Ciò è stato infatti confermato dal discorso di Bernanke alla fine
di febbraio, quando ha ribadito che i
tassi rimarranno bassi ancora a lungo».
Tranquillo appare anche Moonen di Ing
investment management: «Il rialzo del
tasso di sconto è soprattutto una mossa psicologica e fa parte del processo di
normalizzazione della politica monetaria. Val bene ricordarsi che, prima della
crisi, la differenza fra i Fed fund e il tasso di sconto era di 100 punti base. Durante la crisi questa differenza è stata
ridotta ad appena 25. Ci aspettiamo
I
che nei prossimi mesi il tasso di sconto
continuerà a crescere. L’impatto sarà
comunque trascurabile, dal momento
che le banche attualmente fanno un
uso molto limitato di questa finestra,
dato che il mercato interbancario funziona normalmente».
Un parere simile arriva anche da
Paravani di Hsbc global asset management: «Sebbene la banca centrale
americana abbia alzato il tasso di
sconto dallo 0,5% allo 0,75%, non riteniamo che ciò sia un indicatore di un
prossimo rialzo dei tassi di interesse a
livello generale. Dunque non ci aspettiamo un impatto significativo sulla
performance dell’azionario. Complessivamente la politica monetaria rimane un sostegno al mercato azionario e
ad altre asset class rischiose».
Furno di Nemesis sottolinea invece la situazione ancora fragile dell’economia come garante della prudenza
della Fed: «La Fed ha più volte ribadito
che manterrà un atteggiamento accomodante fintanto che non vedrà un’ulteriore stabilizzazione nell’economia
reale. Gli ultimi dati sembrano indicare una ripresa non troppo equilibrata
in Usa e non sufficientemente rapida
da ridurre la disoccupazione».
Infine qualche movimento nel breve periodo vede Habib Nasrallah, se-
Continuerà l’atteggiamento
attuale della Fed?
Politica accomodante
a lungo 50%
Inizio di inversione
entro il 2010 50%
nior product specialist di Pictet funds:
«Ci aspettiamo in effetti che la Fed inverta parte delle proprie politiche accomodanti nel 2010, il che è comunque anticipato dal mercato. Ciò nonostante, quando questo fatto avverrà, il
mercato potrebbe correggere, anche se
riteniamo che la correzione sarà temporanea».
I
FONDI&SICAV/Marzo 2010
79
PREVIDENZA
QUALE PENSIONE PER I CONSULENTI DEL LAVORO?
Bravi a
consigliare, ma
non per se stessi
di Andrea Milesio in
collaborazione con
Epheso Ia
roseguiamo il cammino tracciato sul tema della previdenza approfondendo nel dettaglio la
categoria dei consulenti del lavoro. I
consulenti del lavoro sono professionisti il cui ruolo è divenuto centrale per
P
il mercato del lavoro e lo sviluppo dell’economia italiana. La categoria, che
tutela 7 milioni di rapporti di lavoro,
non smette di crescere: basti pensare
che nel 1979 gli iscritti all’ordine erano circa 15 mila, mentre oggi sono di-
ventati 24 mila. Un incremento percentuale complessivo pari al 60% circa. Notevole anche la percentuale di
coloro che si sono iscritti agli albi negli ultimi cinque anni: circa il 28% del
totale. Una crescita esponenziale che
Sta crescendo in misura esponenziale il numero dei professionisti che offrono la loro
consulenza ai lavoratori e ormai sono oltre 24 mila in tutta Italia. A provvedere alla
loro vecchiaia è l’Empacl, cui è obbligatorio iscriversi e che chiede una contribuzione
fissa di 2.750 euro all’anno. La tutela fornita a chi di contributi si occupa di mestiere
è decisamente insoddisfacente ed è necessario integrarla con altre soluzioni
finanziarie, se si vuole mantenere un livello di reddito accettabile anche dopo che è
avvenuto il ritiro definitivo dall’attività
80
FONDI&SICAV/Marzo 2010
INVESTIRE
IN CINA
Un nuovo libro
La famiglia a scuola di finanza
In libreria, in questi giorni, il testo dal titolo “La pianificazione patrimoniale della famiglia – Percorso di educazione finanziaria, previdenziale, assicurativa, immobiliare, fiscale e successoria”, edito da Buffetti editore, che ha l’ambizione di fornire un contributo diverso rispetto ai soliti libri in circolazione. L’autore, Andrea Enrico Milesio, non
è nuovo a questo tipo di iniziativa e gli importanti numeri delle copie vendute dei suoi
ultimi libri sono la prova di come un tema come l’educazione finanziaria non abbia ancora saturato l’esigenza del sapere del risparmiatore.
Da sempre impegnato nella divulgazione della materia finanziaria e previdenziale anche attraverso le sue esperienze professionali passate e presenti, l’autore, con grande
responsabilità, vuole essere tra i portavoce della semplicità di un linguaggio finanziario facile e aggiornato quale garanzia di comprensione per tutti i lettori.
Diversi i tentativi di fare diventare la finanza una materia alla portata di tutti, ma molto raramente attraverso la creazione di un manuale completo e di facile lettura che
fornisca alla famiglia tutte le informazioni per operare nelle proprie scelte finanziarie e non solo, con maggiore consapevolezza e con un adeguato bagaglio di conoscenza necessario per fronteggiare la giungla di norme, innovazioni
di prodotto e scenari di mercato, difficili da monitorare anche per gli stessi operatori di settore. Non è il solito tomo
per l’investitore già avvezzo alla materia, ma una guida per tutti coloro che volessero approfondire qualsiasi aspetto
sia assicurativo sia previdenziale, ma anche immobiliare, fiscale e successorio.
Numerosissimi i richiami ai siti web per traghettare il risparmiatore verso ulteriori approfondimenti, che rendono il
libro dinamico e interattivo.
ha abbassato l’età media degli iscritti,
visto il gran de numero di giovani che
continuano ad iscriversi presso gli ordini provinciali. Costante e progressiva
anche la crescita della componente
femminile. Le consulenti del lavoro
rappresentano, a livello nazionale,
quasi il 43% del totale degli iscritti;
molte di loro ricoprono inoltre il ruolo
di dirigenti di categoria negli organi
territoriali dell’ordine.
QUALE PENSIONE?
L’Ente nazionale previdenza e assistenza consulenti del lavoro (Enpacl) è
nato con la legge 23 novembre 1971 n.
1.100 ed è stato privatizzato in forma di
associazione dal 02 agosto 1995. Si
prefigge, quale scopo principale, lo
svolgimento di tutte quelle attività finalizzate alla gestione ed erogazione
della previdenza e assistenza a favore
degli iscritti. L’ente svolge inoltre tutti
gli altri compiti di previdenza, solidarietà e mutua assistenza compatibili
con le disponibilità di bilancio.
L’iscrizione all’ente è obbligatoria
per tutti i consulenti del lavoro iscritti
all’albo professionale. Coloro che sono
iscritti obbligatoriamente ad altro ente di previdenza per liberi professionisti non hanno l’obbligo di iscrizione all’Enpacl; pur restando iscritti all’albo
dei consulenti del lavoro, sono esonerati dall’obbligo del versamento del
contributo soggettivo all’Enpacl, ma
l’esonero non vale per il contributo integrativo.
LA CONTRIBUZIONE
La contribuzione obbligatoria è di due
tipologie: soggettiva e integrativa.
La contribuzione soggettiva è in
cifra fissa pari a 2.570 euro annui (per
il 2009, di anno in anno rivalutata all’inflazione). Esiste poi un ulteriore
contributo solidale per la maternità di
87,80 euro. Sono previste riduzioni del
50% per i primi tre anni, se all’iscrizione l’età è inferiore a 35 anni oppure per
soggetti iscritti ad altri enti previdenziali. I contributi soggettivi obbligatori
sono deducibili ai fini fiscali. Conviene
ricordare che, avvalendosi della eventuale riduzione al 50%, si avrà una proporzionale riduzione della pensione al
momento del calcolo. Come si può notare, la contribuzione soggettiva non è
proporzionata al reddito effettivo e ciò
ovviamente si riflette anche sulle prestazioni concesse dall’ente.
La contribuzione integrativa prevede che sui corrispettivi che rientrano
nel volume di affari ai fini Iva, relativi
all’esercizio dell’attività professionale
FONDI&SICAV/Marzo 2010
81
PREVIDENZA
QUALE PENSIONE PER I CONSULENTI DEL LAVORO?
di consulente del lavoro, si applichi
una maggiorazione pari al 2%, con diritto di rivalsa sul cliente, da versare
all’ente, indipendentemente dall’avvenuto pagamento da parte del cliente.
Diversamente da quanto accade per
altri enti dei liberi professionisti, il
contributo integrativo viene conteggiato nell’importo della pensione.
Inoltre, l’iscritto che possa fare valere almeno 10 anni di contribuzione,
anche non continuativa, ovvero tre anni di contribuzione nel quinquennio
precedente alla domanda, può essere
ammesso alla prosecuzione volontaria
del versamento dei contributi. L’importo del contributo corrisponde a quello
in vigore nell’anno di presentazione
della domanda.
La contribuzione volontaria può
essere praticata anche da consulenti
che, successivamente al 31 dicembre
1991, hanno optato per altra cassa di
previdenza per liberi professionisti. In
questo caso il contributo annuo volontario sarà maggiorato dell’interesse al
tasso legale fino alla data del versamento. Anche questo tipo di contribuzione, come quella obbligatoria o da
riscatto, è deducibile dal reddito.
Esiste poi la contribuzione da riscatto. Sono riscattabili il periodo legale per il conseguimento del titolo
che permette l’accesso alla professione di consulente del lavoro, il servizio
militare, il servizio civile sostitutivo,
servizi di praticantato senza abilitazione (quest’ultimo per un periodo non
superiore ai due anni). Inoltre il consulente che ha versato il contributo soggettivo in misura ridotta può richiedere il riscatto delle quote contributive
non versate. Il diritto può essere esercitato una sola volta e obbligatoriamente prima del 55° anno di età.
Secondo quanto specificato dal
D.lgs. 2 febbraio 2006, n. 42 e successive modificazioni di cui alla L. 247 del
24 dicembre 2007, è possibile operare
anche la totalizzazione dei contributi
da/verso altri enti previdenziali.
delle capacità lavorative. I requisiti sono almeno 10 anni di iscrizione e contribuzione, cinque in caso di infortunio. Per inabilità si intende la perdita
permanente e assoluta della capacità
all’esercizio della professione. I requisiti sono cinque anni di iscrizione e
contribuzione e si prescinde dall’anzianità in caso di infortunio. Per la pensione ai superstiti i requisiti sono il
decesso del pensionato (reversibilità)
oppure il decesso dell’assicurato (indiretta) e 10 anni di iscrizione e contribuzione, cinque in caso di infortunio.
MISURA PER IL CALCOLO
DELLA PENSIONE
P = C*(100%+3,33%*(Ac-30)) + Mci*R
LA PENSIONE DI ANZIANITÀ E
VECCHIAIA
•
•
58 anni di età e 35 anni di contribuzione o 40 anni di contribuzione. Per quest’ultimo requisito non
è obbligatoria la cancellazione
dall’albo e consente la successiva
maturazione di supplementi pensionistici.
65 anni di età e 30 anni di contribuzione e iscrizione.
LE PENSIONI
DI INVALIDITÀ,
INABILITÀ E SUPERSTITI
Per invalidità si intende la perdita permanente e assoluta di almeno 66,67%
82
FONDI&SICAV/Marzo 2010
C
Ac
Quota base di 8.772,99 E.
Anni di contribuzione maturati.
La maggiorazione del 3,33% va
considerata soltanto se Ac è
maggiore di 30. Per gli anni in cui
si versa la contribuzione ridotta
l’anzianità e proporzionalmente
ridotta.
Mci Somma dei contributi integrativi
o marche Russo Spena apposte
sino al 1991.
R
7,5% per le marche Russo Spena,
10% per i contributi integrativi a
tutto il 2001, 8% per i contributi integrativi versati dal 2002.
INVESTIRE
IN CINA
N.B. Per la pensione di invalidità 70%
di quanto spetterebbe per vecchiaia e
per i superstiti come per vecchiaia
(compresa maggiorazione di 10 anni)
applicando le seguenti riduzioni:
• 60% al coniuge
• 80% al coniuge avente a carico un
figlio minorenne
• 100% al coniuge avente a carico
due o più figli minorenni
• 60% in mancanza del coniuge a un
figlio minorenne
• 80% in mancanza del coniuge a
due figli minorenni
• 100% in mancanza del coniuge a
tre figli minorenni
IL COORDINAMENTO
DELLE POSIZIONI CONTRIBUTIVE
La frammentazione storica degli enti di
previdenza e la sempre più frequente
mobilità dell’impiego, richiedono una
attenta ricostruzione e valutazione
della vita contributiva. In presenza di
situazioni articolate a favore di diversi
regimi previdenziali, la legislazione vigente può prospettare diverse soluzioni di coordinamento, volte a riconoscere mutualmente i contributi accreditati e ottenere prestazioni pensionistiche similari ai casi più semplici. La
ricongiunzione delle posizioni contributive è la prima opzione disponibile.
L’istituto della ricongiunzione è uno
strumento che consente al professionista di valorizzare, ai fini previdenziali, posizioni assicurative aperte presso
due o più diverse gestioni pensionistiche in relazione a diverse attività lavorative svolte. La ricongiunzione, di norma onerosa, consente di accentrare la
propria posizione assicurativa presso
un unico ente che eroga la pensione in
relazione alla maggiore anzianità così
maturata. Sulla base della legge 45/90,
sono ricongiungibili, con onere a carico del richiedente, periodi di contribuzione Inps ad altri fondi sostitutivi e
periodi di lavoro autonomo o di libera
Tasso di sostituzione atteso al variare dell’età a oggi
30%
28,3
25%
27,3
26,1
25,1
24,1
23,7
20%
15%
10%
5%
0%
50
45
40
35
30
25
Età ad oggi
Reddito 50.000 euro Lordi – Età inizio attività 28 (profili in pensione a 65 anni di età con 37 anni di contributi)
professione. L’opzione da poco introdotta, con la legge 243, è quella della
totalizzazione dei contributi.
L’istituto della totalizzazione, le cui
procedure sono gratuite, consente, in
presenza di posizioni assicurative aperte presso due o più diverse gestioni
pensionistiche, a determinate condizioni, di valorizzare le singole quote senza
la necessità di accentrarle. In pratica
ogni ente liquida una quota, anche se il
pagamento viene poi effettuato per intero da un unico ente. Secondo quanto
specificato dal D.lgs. 2 febbraio 2006, n.
42 e successive modificazioni di cui alla L. 247 del 24 dicembre 2007, è possibile operare anche la totalizzazione dei
contributi da/verso altri enti previdenziali. Si possono totalizzare spezzoni
contributivi di durata superiore a tre
anni maturati in qualsiasi altro ente di
previdenza obbligatoria. Il calcolo delle
prestazioni, se l’anzianità effettiva dello spezzone è inferiore al requisito di
contribuzione per vecchiaia, applica il
sistema contributivo di calcolo. Sono
conseguibili solo pensioni al 65° anno di
età oppure con 40 anni di contribuzione accreditata.
La pensione di vecchiaia di anzianità, di
invalidità totale e l’ammontare complessivo della pensione ai superstiti sono integrati al trattamento minimo dei
lavoratori dipendenti con le stesse regole in merito alla concessione.
CONCLUSIONE
In conclusione, per una migliore
analisi quantitativa, si riporta sopra il
grafico dei tassi di sostituzione attesi
della categoria (pensione/ultimo reddito professionale) per diverse fasce di
età a oggi. Sia i redditi, sia le pensioni
sono al lordo delle eventuali tasse e
contributi di legge. E’ facile comunque
rilevare quanto il problema della integrazione previdenziale sia importante,
anche per chi è in età avanzata e quindi con margini di risparmio individuale
significativamente ristretti rispetto alle giovani generazioni. La tutela previdenziale obbligatoria, di chi di previdenza si occupa di mestiere, è decisamente insoddisfacente.
I
FONDI&SICAV/Marzo 2010
83
MY LIFE, MY STYLE - VIAGGI
Testo e fotografie di Andrea Ferrari
Sudafrica,
safari per bambini
P
er chi ama i viaggi e l’avventura e ha l’Africa nel cuore, ma non riesce mai a separarsi dai suoi bambini, ecco il messaggio: portare i bambini piccoli in Africa, nella savana, in tutta sicurezza, si può. E la gioia di vedere il tuo bambino emozionarsi, con i suoi occhi
grandi e il suo cuore curioso, davanti al branco di
elefanti, è davvero indimenticabile, senza prezzo!
Sono diverse le obiezioni che vengono spesso sollevate: la sicurezza, innanzitutto, i rischi sanitari, il jet-leg, l’alimentazione, le troppe ore in
volo o in auto. Questo vale per ogni viaggio con i
bambini piccoli. Certo, è necessario pianificare un
po’ le cose, senza essere incoscienti, ma anche
senza farsi troppi problemi. E poi bisogna cercare di pensare un po’ con la loro testa.
Per l’Africa, il problema è cercare una regione che sia sicura e che sia non malarica, per evitare rischi di salute e non fare profilassi. Il Sudafrica, la «nazione arcobaleno», è forse l’unico
paese che offre aree con queste caratteristiche.
Non sono tante le zone malaria-free: l’area di
Città del Capo, le regioni a nord di Port Elizabeth,
gli altipiani a nord di Johannesburg.
84
FONDI&SICAV/Marzo 2010
Cape Town è una città “europea”, sicura e
tranquilla: offre discrete opportunità per i bambini, come la visita alla colonia di pinguini di
Boulder beach; ma la savana è un’altra cosa. L’Africa vera è quella dei safari. E sono pochi i lodge
che accettano bambini sotto i cinque-sette anni
sulle jeep scoperte dei game-drive. Un’eccezione
particolare è il River bend lodge, adiacente all’Addo elephant national park, a nord di Port
Elizabeth. Il paesaggio dell’Addo non è molto vario: protegge enormi branchi di elefanti, regali e
maestosi, ma la fauna è meno facile da avvistare
che in altre regioni africane. Ma il River bend è
un lodge splendido, in stile coloniale, ed è proprio
family-oriented, dedicato alle famiglie con i
bambini, con tante accortezze: una fra tutte è
che ti apparecchiano il tavolo per pranzare dove
vuoi tu, in sala da pranzo, sul prato, in piscina o
in camera. Non è un posto economico, ma fuori
stagione costa davvero la metà. Inoltre, possiede
di fatto una propria riserva privata, la Intsomi reserve, un luogo magnifico dove passeggiano eleganti le giraffe e varie specie di antilopi. Il soggiorno al River bend, per il nostro bambino di soli due anni, è stato un’esperienza incredibile, che
ricorda anche ora che è cresciuto.
MY LIFE, MY STYLE - VIAGGI
Tre anni dopo siamo tornati in Sudafrica: volevamo ancora sentire l’odore della terra rossa, il
freddo sulla faccia all’alba, quando escono le
jeep; provare il gusto della colazione nella savana, o dell’aperitivo dopo il tramonto, fermi sulle
piste di terra rossa; volevamo vedere, stavolta,
leoni e leopardi. Ed eccoci a Johannesburg, da
dove si scappa in fretta, ben scortati (l’aeroporto
è tutto ciò che è necessario vedere!). Sugli altipiani a nord, sono diverse le aree protette. La Mabula game reserve regala scenari molto coreografici e grossi erbivori di tutti i tipi. Ha aree delimitate per i predatori, cosa che può non piacere del
tutto ai puristi della wilderness, ma che permette l’emozione di un safari a cavallo, senza rischio
di essere sbranati; avvicinandosi con cautela ai
branchi di zebre e giraffe, ma anche ai rinoceronti.
Ma il posto migliore è probabilmente la Madikwe game reserve, con i suoi 75 mila ettari, una
della più grandi aree protette del Sudafrica, situata vicino al confine con il Botswana, casa dei
Big five. Qui la natura africana regna incontrastata e incontaminata. Diversi lodge, dai più lussuosi a quelli più spartani, regolano l’accesso alla riserva (noi siamo stati al Madikwe river lodge,
che consigliamo anche per il buon rapporto qualità-prezzo); ma l’area è così grande che si gira
per ore, nei game-drive, senza incontrare essere
umano. Mentre sono assicurati gli incontri con i
leoni, il cui ruggito di notte toglie davvero il sonno, i branchi di elefanti, le bellissime giraffe, i
preistorici rinoceronti, ma anche avvistamenti
più rari come iene, licaoni, leopardi e ghepardi.
La serenità delle cene intorno al fuoco, nel
boma del lodge, o l’emozione (e la paura, a essere onesti) della cena nella savana circondati da
alti fuochi, ma anche da inquietanti barriti e ruggiti… O le ore rilassanti, tra il game-drive della
mattina e quello del pomeriggio, sulla veranda di
legno, sognando a occhi aperti, mentre sfogli i
bellissimi libri fotografici sulla fauna africana,
gustandoti le emozioni appena vissute e quelle
da rivivere nelle prossime ore; o inventando giochi per un bambino fortunato e felice.
I
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MY LIFE, MY STYLE - RISTORANTI
a cura di Alberto Cauzzi
www.passionegourmet.com
Faccani è per tutti
C
onosco Alberto Faccani dal 2004. Il ristorante Magnolia venne aperto nel 2003 e
festeggiai con lui, al telefono, l’ambito
traguardo, raggiunto nel 2005, della stella
Michelin. Tra i primi appassionati a essermi seduto al suo desco ricordo una cucina, in quegli anni,
arrembante, scomposta, in fermento. Una cucina
che spesso eccedeva, usciva dal binario, non per
mancanza di tecnica, ma per il naturale impeto
giovanile a volere fare bene, che spesso porta a
strafare. Ecco quindi le prime timide apparizioni
nei patti delle derive modaiole ispaniche abbinate a qualche ingrediente di troppo, spesso inserito a sproposito. La stoffa c’era, l’intelligenza
pure, mancava solo un pochino di maturità.
Certo, parlare di maturità per Alberto può
sembrare un controsenso. Eterno ragazzino, con
quella sua aria da folletto vispo, sempre curioso
e ansioso di capire come gira il mondo e cosa lo
circonda, immaginarlo maturo e posato è uno
sforzo immane. Eppure la sua maturità è stata
raggiunta, almeno dal punto di vista culinario. Le
sue preparazioni si sono raffinate, sempre più
concentrandosi, nei sapori e nelle dimensioni. Ha
abbandonato una sorta di ridondanza barocca
per concentrarsi su pochi elementi, ben distinti.
Ha assunto anche un atteggiamento molto orientato al cliente. Ecco così trovare sulla carta piatti che soddisfano i palati più esigenti, anche la
critica, con piatti più semplici e comprensibili per
il pubblico.
Ha cambiato location, spostandosi in centro
e ristrutturando un locale con sobrietà ed eleganza. Ha rinforzato e migliorato la squadra in
cucina e quella in sala, rendendo il servizio degno
di traguardi anche maggiori. Ha deciso di tenere
aperto tutte le sere e di non chiudere mai. Alberto si è trasformato in un imprenditore, in un abile ristoratore, lavorando su un incipit fondamen-
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FONDI&SICAV/Marzo 2010
tale: la continuità. Che si ottiene con una cucina
comprensibile a 360 gradi, con un servizio attento e presente, con prezzi competitivi.
Ecco quindi un parto felice, quel noci e nocino che abbina la terrina di foie gras, ottenuta
MY LIFE, MY STYLE - RISTORANTI
con un apposito stampo a forma di noce, affiancata da gelatina di nocino, gherigli di noce sbriciolati. Un piatto concentrato, originale, persistente. Un classico: il baccalà mantecato, galletta di Parmigiano e misticanza aromatica, piatto
che, seppure rivisto, è ormai una portata storica
di Alberto, con quelle briciole di biscotto di parmigiano che osano non poco. Ottima e decifrabile la catalana di mazzancolle, frutta e verdura
così come didascalico l’infuso brodettato di pesci e crostacei, una moderna e attuale interpretazione del brodo di pesce, con citazioni botturiane nelle cotture separate dei singoli pesci e un
brodo concentrato e maschio a completare.
Ottimo, modaiolo, il riso mantecato con
vongole, polvere di alghe e limone. Una preparazione da cui Alberto è uscito vincitore, prima di
tutto per avere usato il nome appropriato, riso e
non risotto, e poi per la cottura, la mantecatura
e la preparazione, davvero tutte centrate. Un
plauso sincero al maitre e a tutto il servizio, per
avere sopportato noi e i nostri bambini, entrambi alle prese con capricci diversi. Per il vino noi e
per i piatti i bimbi. Anche questo è importante.
Per concludere, ripensando al nome del locale, mi è tornato in mente il film di Paul Thomas
Anderson che racconta la storia di un insieme di
vite il cui filo conduttore è la ricerca disperata di
qualcosa che possa rendere completa la vita, un
confronto con se stessi e con il proprio desiderio
di essere compresi e amati. Che sia questo che ha
ispirato Alberto? Direi di sì, Alberto, adesso puoi
piacere a tutti.
I
LA SCHEDA
Ill pregio: una cucina che può soddisfare tutti.
Il difetto: il brutto cartello di segnalazione all’ingresso.
Ristorante Magnolia
Via Trento 31
47042-Cesenatico
Tel 0547.81598
www.magnoliaristorante.it
Menù degustazione: da 42, 48, 60, 80 euro.
Alla carta: 70 euro.
Coperti: 40.
Visitato nel mese di gennaio 2010.
Per maggiori informazioni visitate il sito www.passionegourmet.com
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MY LIFE, MY STYLE - VINO
a cura di Enoteca Ronchi
La casa del Collio
C
he i friulani abbiano un carattere chiuso,
diffidente dell’estraneo in prima battuta? Certo, il territorio e la storia sono lì a
dimostrare che il Friuli negli ultimi secoli è stato
per il continente europeo e le sue genti una gigantesca porta verso il mondo dell’est, una cerniera est-sud, dove per sud fino a 500 anni or sono si intendeva un centro di inequivocabile civiltà.
Dal silenzio che sale dalla pianura avverto
quasi un’inquietudine che colpisce il visitatore
lombardo. Gli angoli di pace vera sono da cercare negli isolamenti della solitudine e non si
trovano liberamente sciolti in soluzione negli
insediamenti umani, più caotici e comunicativi.
Un silenzio che parte dalla gente che abita questi luoghi e che si trasferisce a un terreno che
sembra assorbire internamente ogni fonte di
rumore, che si propaga con lentezza e muore
rapidamente, soffocato e come isolato, incapace di attirare a sé altre fonti sonore. Qui la vite,
se potesse recarsi in banca ad accendere un
mutuo, lo farebbe sicuramente come prima casa!
E a tasso agevolato.
Il Collio, anch’esso con incoscienza transfrontaliera, si estende “a sorriso” a est e a ovest
di Cormons, che ne costituisce il baricentro geografico e ombelico eroico. Ed è così che lo sguardo del visitatore può oggi balzare sui gradoni e le
terrazze vitate, come un bimbo di città in gita
fuori porta raggiunge il punto più alto, scende a
perdifiato sull’altro crinale, si abbassa sotto un
filare, balza sopra un piccolo canale, sbuca in una
radura con un mulino per la macina, accelera ancora verso le viti zigzagando a cento all’ora, per
poi ricominciare a salire più in là, oltre il tempietto isolato. Si riposa spesso su ampie zone boscose, per poi spaziare sulla pianura incorniciata, all’orizzonte, dallo scintillare del mare. L’aria è frizzante come qui spesso lo è.
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FONDI&SICAV/Marzo 2010
Le colline sono diverse che altrove. Non nascono l’una dall’altra, in sequenza senza soluzione di continuità, come per esempio, restando legati ad altri enoici distretti italici, le Langhe o
l’Oltrepò. No, qui le colline sembrano sinuose lame piantate nel piatto terreno, creste dorsali di
giganteschi mammiferi preistorici che si ergono
dalla pelle. Salgono subito in modo violento a
un’altezza di 100-150 metri dalla pianura circostante e non si articolano con ulteriori balzi in altezza, ma si sviluppano sinuosi in lunghezza, con
andamenti paralleli o divergenti le une con le altre, a costruire un complesso di gole che non
sembrano tali solo perché ovunque ricoperte da
vegetazione rigogliosa, vigneti, boschi, foreste.
Mi piace eleggere Cormòns a ruolo di capitale di questo distretto trans-frontaliero, perché
questa cittadina ha un atteggiamento, un’aria di
posto di frontiera, di confine. Quell’atmosfera
che amo e che cerco sempre nei posti che vado a
visitare.
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FONDI&SICAV
CONOSCERE PER INVESTIRE AL MEGLIO
Anno 3 - Numero 18 - Marzo 2010
Giocare in difesa
Gli obbligazionari
per non correre rischi
Etf
I prodotti per sbarcare
a Wall street
Consensus Usa
È quasi ottimismo
sulla ripresa
&Sicav - Marzo 2010
Fondi&
numero 18 – Anno 3
Direttore
Giuseppe Riccardi
Coordinamento redazionale e direttore
responsabile
Alessandro Secciani
Ufficio studi
Luca Brambilla, Boris Secciani
Caporedattore
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Valdonio.
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