Latina Oggi
Giovedì 8 Novembre 2012
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L’amicizia, il senso della vita e... un aiuto insperato, quello dell’agente 007
Una domanda per Connery
Il film di Mario Balsamo selezionato per il Torino Film Festival
«IL PRIMO nome che gli ho
dato era sbagliato: disco volante. Poi ho pensato: no! Un tumore maligno non viene da un altro
pianeta. E’
roba interna.
Pul sant e».
Ci voleva tutto il coraggio
di Mario
Balsamo per
raccontare il
cancro attraverso un bizzarro on the
road che ha
la forza di un
film documentario ma
anche la dolcezza della
poesia. Sì, ci
voleva il coraggio del regista pontino
per creare
un’opera così
intensa, e così vera, da essere stata selezionata per il concorso internazionale dei lungometraggi del
30° Torino Film Festival, dove
sarà proiettata il 29 novembre, il
giorno successivo e poi ancora il
primo dicembre.
«Noi non siamo come James
Bond» ha tantissimi meriti, primo fra tutti quello di riuscire a
trasformare la malattia in un
orizzonte positivo. E guai ad
insinuare che è facile pontificare
quando si è dall’altra parte. Perchè Mario ha «competenza» in
materia. E si è messo in gioco, in
prima persona. Te lo dice senza
tanti giri di parole quando afferma che «una volta che quel can-
«Noi non siamo come James Bond»
Il regista
pontino affronta
il tema
della malattia
in un bizzarro
road movie
che ha incantato
anche Verdone
cro me lo hanno estirpato, non
mi è bastato più trovargli un
nome». Aveva solo il desiderio
di «rivolgergli qualche domanda». Una sfida che non ha affrontato da solo, ma con un amico, «il più vicino, forse il fratello
maggiore»; con Guido Gabrielli, sopravvissuto ad una
HANNO esposto le opere realizzate nell’ambito del laboratorio
artistico-manipolativo e lo hanno
fatto in uno spazio inedito: il teatro
D’Annunzio. Così i bambini della
scuola primaria Daniele
dell’Istituto Comprensivo Cena di
Latina hanno reso omaggio alla
Città capoluogo per il suo 80°
compleanno. La mostra, dal titolo
«Artegiocando» ha richiamato
l’attenzione del pubblico nel foyer, nel giorno della messa in
scena de «La Traviata».
«L’iniziativa - sottolinea il Dirigente Scolastico, professoressa
Emilia Carotenuto - ha avuto lo
scopo di sottolineare il valore implicito delle attività artistiche, che
sono mezzo per arricchire gli strumenti espressivi, ma anche metodo per potenziare le competenze
trasversali dei bambini, nel rispetto e nella valorizzazione delle loro
intelligenze multiple».
Nei lavori esposti è stato reso
evidente il percorso di crescita che
gli allievi hanno seguito, partendo
dai primissimi «tentativi d’arte»
leucemia fulminante che lo aveva colpito nel 1985. Da qui nasce tutto. Un progetto condiviso,
una proposta - «Facciamo un
film sulle nostre malattie. Un
film dove si rida anche. Anzi:
soprattutto» -, e l’intuizione geniale di chiedere un aiuto speciale. A chi? Niente meno che a
Sean Connery, all’agente segreto di Sua Maestà, all’invincibile spia 007.
E allora per i due protagonistai
che raccontano in prima persona
la vicenda inizia il viaggio, dopo
aver consultato la prima Bond
Omaggio alla Città della primaria Daniele
Piccoli alunni
nel foyer del teatro
Girl italiana Daniela Bianchi su
come avvicinare il
Mito. Due tumori narrati da chi li ha subìti
in diretta. Due «incidenti di percorso» cui
è possibile reagire, lì
dove l’amicizia è una
cura per la mente e per
l’anima. E un cast
straordinario, che vede
all’opera anche due
professionisti come
Benni Atria e Tommaso Orbi, mentre le musiche sono di Teho
Teardo. Fin qui i dati
tecnici. Ma è sul contenuto che
bisogna soffermarsi. Solidissimo nella sua apparente «leggerezza», il film ha incantato anche un mattatore dello schermo
come Carlo Verdone, che lo ha
definito «un gioiello di rara
dei più piccoli, con del semplice
materiale plastico, per proseguire
con le esperienze dei più grandi,
attraverso la pittura e il découpage
di oggetti d’uso comune, in legno,
cartone o plastica, e concludere
con la rivisitazione degli «oggetti
degli adulti».
«Mirabile esempio di quest’ultima attività - evidenzia la scuola la reinterpretazione di alcune tegole, talune originarie degli antichi poderi degli anni ’30, che da
semplice copertura delle case coloniche, sono state trasformate in
quadri di vita, per raccontare gli
ambienti rurali al tempo della bonifica integrale, grazie all’uso
contestuale di mezzi e tecniche
artistiche diverse».
L’abilità degli allievi ha colpito
nel segno. Un successo meritatissimo.
(Nella foto gli insegnanti Lilia
Falcone, Stefania Dal Din, Giovanna Perna, Rosanna Perrone,
Masella Barbara; il collaboratore
scolastico Franco Rocco e due
alunne della scuola).
poesia, un insegnamento su come affrontare il passaggio di
una grande avversità».
Il suo giudizio è evidentemente
coinciso con quello della Commissione che ha selezionato le
opere da inserire nella sezione
più importante del Festival, una
sezione tra l’altro dedicata ai
film di finzione. Un documentario tra questi è senza dubbio una
rarità, e questo rappresenta un
ulteriore motivo di orgoglio per
il regista pontino e per la nostra
terra che vede ancora una volta
alla ribalta un suo esponente.
Il viaggio intimo e un po’
strampalato dei due amici vede
scorrere un’Italia diversa da
quella di parecchi anni fa. L’auto va, e con essa i ricordi. Sabaudia, l’infanzia; Perugia e Umbria Jazz, Milano, Roma...
L’eroe di ogni tempo: la meta da
raggiungere. Lui, James Bond,
al quale i due protagonisti - look
inedito, uno smoking - intendono porre solo una domanda:
«Come si fa a diventare immortali?»
Chi potrebbe indicare come
condurre la lotta se non l'idolo
della loro gioventù? Chi se non
Sean Connery. Una Mini d'epoca, alcuni intercity, il percorso è
fatto di un passato spensierato e
di presente, di riflessioni sul
senso dell’esistenza. Poi la telefonata con Connery, e la voce
del segretario che dice: «Sir James non può rispondere. Sta
facendo dei controlli medici...»
Così Balsamo ha realizzato il
sogno di una vita: fare un film
legato a Bond. Cercare di rintracciarlo, per conoscere da lui
la «ricetta dell’immortalità». E
scoprire che forse quell’obiettivo non era più primario. «Perchè
alla fine la domanda pensata
all’inizio con Guido - scrive
Balsamo sulle note di regia - è
sembrata sempre più inadeguata, tradotta e sublimata nel racconto di un’amicizia».
In bocca al lupo Mario!
Francesca Del Grande
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Piccoli alunni nel foyer del teatro