capitolo 12 - 1
OBIETTIVI MACROECONOMICI E POLITICA
MONETARIA
ECONOMIA MONETARIA
CARATTERISTICA ESSENZIALE: SCAMBI ATTRAVERSO LA MONETA E
NON ATTRAVERSO “TUTTI” GLI ALTRI BENI (BARATTO).
LA MONETA, INIZIALMENTE ERA UNA MERCE, ORA E’ CARTACEA.
QUESTO PONE PARTICOLARI PROBLEMI DI FIDUCIA
FUNZIONI DELLA MONETA
 MEZZO DI PAGAMENTO O INTERMEDIARIO DEGLI SCAMBI
 UNITA’ DI CONTO
 RISERVA DI VALORI
INTERMEDIARI FINANZIARI
SE I CENTRI DI RISPARMIO NON COINCIDONO COMPLETAMENTE CON
I CENTRI DI INVESTIMENTO SORGE IL PROBLEMA DI FAR AFFLUIRE
LE RISORSE IN POSSESSO DEI RISPARMIATORI VERSO COLORO CHE
VOGLIONO EFFETTUARE INVESTIMENTI.
QUESTO PUO’ AVVENIRE IN DUE MODI:
o CREDITI DIRETTI CONCESSI DAI RISPARMIATORI AGLI
INVESTITORI (ESEMPIO TITOLI EMESSI DALLE IMPRESE E
SOTTOSCRITTI DALLE FAMIGLIE)
o CREDITI INDIRETTI EMESSI DAGLI INTERMEDIARI FINANZIARI
(CHE IN QUESTO MODO OTTENGONO LE RISORSE DEI
RISPARMIATORI E POI LE VOLGONO IN VARIO MODO A FAVORE
DEGLI INVESTITORI)
capitolo 12 - 2
GLI I.F. CONSENTONO DI ABBASSARE IL COSTO DEL CREDITO
(EFFICIENZA) PERCHE’:
o VI SONO ECONOMIE DI SCALA E DI VARIETA’ NELL’ATTIVITA’ DI
ACQUISIZIONE DELLE RISORSE DEI RISPARMIATORI
o POSSONO TRASFORMARE QUALITATIVAMENTE IL CREDITO
(AD ESEMPIO POSSONO PRESTARE A SCADENZE PIU’ LUNGHE
RISPETTO A QUELLE CONCESSE AI RISPARMIATORI)
o REALIZZANO LA DIVERSIFICAZIONE DEL RISCHIO (IL SINGOLO
RISPARMIATORE DIFFICILMENTE POTREBBE REALIZZARLA
PER LA LIMITATEZZA DELLE SUE RISORSE)
I CREDITI DIRETTI E INDIRETTI PRESENTI IN UNA CERTA ECONOMIA
COSTITUISCONO L’INSIEME DELLE SUE PASSIVITA’ FINANZIARIE
(NECESSARIAMENTE UGUALI ALLE ATTIVITA’ FINANZIARIE IN
UN’ECONOMIA CHIUSA: PER OGNI DEBITORE DEVE ESSERVI UN
CREDITORE).
LA STRUTTURA FINANZIARIA E’ L’INSIEME DEGLI I.F., DELLE
ATTIVITA’ (O PASSIVITA’) FINANZIARIE, DEI RELATIVI MERCATI.
GLI INTERMEDIARI FINANZIARI POSSONO ESSERE SPECIALIZZATI
PER IL TIPO DI ATTIVITA’ ECONOMICA DEI BENEFICIARI DEI PRESTITI,
PER LA DURATA DEI FINANZIAMENTI CONCESSI, PER LA FORMA DI
CREDITO CONCESSA.
RISPETTO ALLE SCADENZE: BANCHE DI TIPO INGLESE
(SEPARAZIONE TRA BREVE E LUNGO TERMINE) OPPURE DI TIPO
TEDESCO O UNIVERSALE (NESSUNA SEPARAZIONE TRA BREVE E
LUNGO TERMINE).
IN ITALIA DOPO LA CRISI DEGLI ANNI TRENTA ERA STATO
SCELTO IL MODELLO INGLESE. DAL 1993 CI SI E’ MOSSI
NUOVAMENTE VERSO IL SISTEMA TEDESCO (PERMETTENDO
ANCHE LA PARTECIPAZIONE DELLE BANCHE NEL CAPITALE
DELLE IMPRESE)
capitolo 12 - 3
LA MONETA E GLI INTERMEDIARI FINANZIARI
DUE TIPI DI MONETA CREATI DA DUE TIPI DI INTERMEDIARI
FINANZIARI
o MONETA LEGALE
o MONETA BANCARIA (DEPOSITI BANCARI)
LA MONETA LEGALE COSTITUISCE PASSIVITA’ DELLA BANCA
CENTRALE. HA CORSO FORZOSO.
LA MONETA BANCARIA E’ UNA PASSIVITA’ DELLE BANCHE
ORDINARIE. IN QUESTO CASO E’ CRUCIALE L’ASPETTO
FIDUCIARIO.
ESISTONO ALTRI STRUMENTI FINANZIARI CHE POSSONO ESSERE
CONSIDERATI MONETA PER LA LORO LIQUIDITA’:
o PRONTI CONTRO TERMINE
o CERTIFICATI DI DEPOSITO
o ACCETTAZIONI BANCARIE
LA VARIETA’ DI STRUMENTI FINANZIARI CONDUCE A VARI TIPI DI
MONETA
o M1= CIRCOLANTE E DEPOSITI BANCARI A VISTA
o M2= M1+DEPOSITI A SCADENZA (MAX 2 ANNI, MAX 3 MESI
PREAVVISO)
o M3=M2+ OPERAZIONI P/T+QUOTE DEI FONDI DI INVESTIMENTO
MONETARI E TITOLI DI DEBITO DI ISTITUZIONI FINANZIARIE
MONETARIE FINO A 2 ANNI
LA BASE MONETARIA
GLI ISTITUTI DI EMISSIONE HANNO COMPITI PECULIARI:
 PRESTATORI DI ULTIMA ISTANZA
 VIGILANZA SUL SISTEMA CREDITIZIO
ESSI CREANO, INOLTRE, BASE MONETARIA
capitolo 12 - 4
LA BASE MONETARIA O MONETA AD ALTO POTENZIALE COMPRENDE
TUTTE LE PASSIVITA’
A VISTA EMESSE DALLE AUTORITA’
MONETARIE NONCHE’ QUELLE PRONTAMENTE TRASFORMABILI IN
ESSE.
PRIMA DELL’UME, LA BASE MONETARIA IN ITALIA COMPRENDEVA:
 BIGLIETTI E MONETE DELLA BANCA D’ITALIA E DEL TESORO
 DEPOSITI PRESSO LA BANCA D’ITALIA DEL SETTORE NON
STATALE E DELLE AZIENDE DI CREDITO
CON L’UME, LA BASE MONETARIA PUO’ ESSERE IDENTIFICATA CON :
 CIRCOLANTE
 RISERVA PRESSO LA BCE
 DEPOSITI CHE POSSONO ESSERE COSTITUITI DALLE BANCHE
PRESSO LA BCE
LA BASE MONETARIA E’ TENUTA DALLE BANCHE (RISERVE) E DAL
PUBBLICO.
I CANALI DI CREAZIONE DELLA BASE MONETARIA
 ESTERO
 CREAZIONE O DISTRUZIONE DI RISERVE VALUTARIE
 TESORO
 IL TESORO PUO’ EMETTERE MONETA E LA BC PUO’
CONCEDERGLI CREDITO PER FINANZIARE DEFICIT (ES.
ACQUISTO TITOLI PUBBLICI SUL MERCATO PRIMARIO)
 OPERAZIONI DI MERCATO APERTO
 ACQUISTO O VENDITA DI TITOLI PUBBLICI SUL MERCATO
SECONDARIO
 OPERAZIONI CON LE BANCHE
 FINANZIAMENTO DELLE BANCHE, CREDITO DI ULTIMA
ISTANZA. OPERAZIONI DI RISCONTO O DI ANTICIPAZIONE,
AL TASSO UFFICIALE DI SCONTO.
capitolo 12 - 5
LE BANCHE E IL MOLTIPLICATORE DEI DEPOSITI
LA QUANTITA’ DI MONETA BANCARIA (DEPOSITI) E’ LEGATA ALLA BASE
MONETARIA.
LO DIMOSTRIAMO SULLA BASE DELLE SEGUENTI IPOTESI:
IL PUBBLICO DESIDERA TENERE COME CIRCOLANTE (BASE
MONETARIA) UNA CERTA FRAZIONE h DEI DEPOSITI
BMP = h * D
LE BANCHE TENGONO COME RISERVE (LIBERE
OBBLIGATORIE) UNA CERTA FRAZIONE j DEI DEPOSITI
O
BMB = j * D
LA BASE MONETARIA PUO’ ESSERE TENUTA DAL PUBBLICO O
DALLE BANCHE
BM = BMP + BMB
QUINDI, PER SOSTITUZIONE:
BM = hD+jD= D (h+j)
D=
1 BM
( h+ j)
I DEPOSITI SONO UN MULTIPLO (H+J<1, IN GENERALE) DELLA BASE
MONETARIA. 1/(h+j) RAPPRESENTA IL MOLTIPLICATORE DEI
DEPOSITI.
LA QUANTITA’ COMPLESSIVA DI MONETA PUO’ ESSERE POSTA IN
RELAZIONE ALLA BASE MONETARIA:
L = BMP + D
s
L s = hD + D = D(1+h)
capitolo 12 - 6
(1+h )
L =
BM
1+
j
s ( )
IL TERMINE CHE MOLTIPLICA BM RAPPRESENTA IL MOLTIPLICATORE
DELLA MONETA.
CONTROLLANDO BM E j LE AUTORITA’ MONETARIE CONTROLLANO
LA MONETA COMPLESSIVA.
IL COEFFICIENTE h (ED ANCHE j PER LA PARTE CHE RIGUARDA LE
RISERVE LIBERE)
QUI SONO ASSUNTI COME COSTANTI. IN
GENERALE DIPENDONO DAI TASSI DI INTERESSE.
LA MOLTIPLICAZIONE DEI DEPOSITI: LA SEQUENZA
SUPPONIAMO PER SEMPLICITA’ CHE h=0 (IL PUBBLICO NON VUOLE
DETENERE CIRCOLANTE).
STADIO
1
2
3
4
DEPOSITI
D1=BM
D2=(1-j)BM
D3=(1-j)2BM
Dn=(1-j)n-1BM
BASE MONET.
BMB1=jBM
BMB2=j (1-j)BM
BMB3=j(1-j)2BM
BMBn=j(1-j)n-1 BM
CREDITI
CR1=(1-j)BM
CR2=(1-j)2BM
CR3=(1-j)3BM
CRn=(1-j)nBM
I DEPOSITI CREATI SONO UNA PROGRESSIONE GEOMETRICA DI
RAGIONE (1-j).
LA SOMMA DI QUESTA PROGRESSIONE GEOMETRICA E’:
1−(1− j) n
S =BM
1−(1− j)
n
E PER n CHE TENDE A INFINITO:
S = BM
j
n
capitolo 12 - 7
SE h>O AD OGNI PASSAGGIO SI RIDUCE LA CAPACITA’ DELLE
BANCHE DI CREARE DEPOSITI (I CREDITI NON DIVENTANO TUTTI
DEPOSITI). h COMPARIRA’ AL DENOMINATORE.
LA SEQUENZA CHIARISCE CHE:
CONCESSIONE DI CREDITO DA PARTE DELLE BANCHE E CREAZIONE
DI MONETA SONO OPERAZIONI STRETTAMENTE CONNESSE.
QUESTO RENDE EVIDENTE IL RUOLO DEL TASSO DI INTERESSE:
DIPENDE DA QUESTO SE LE BANCHE VOGLIONO CONCEDERE
CREDITO E LE IMPRESE VOGLIONO CHIEDERLO.
SI NOTI CHE IL MOLTIPLICATORE DEI DEPOSITI FIN QUI VISTO E’
QUELLO POTENZIALE: IN PARTICOLARE LA CONCESSIONE DI
CREDITO NON E’ “MECCANICA” CIOE’ NON DERIVA SOLO DALLA
DIFFERENZA TRA
BASE MONETARIA DISPONIBILE E BASE
MONETARIA DESIDERATA IN BASE AL COEFFICIENTE VISTO.
IL CONTROLLO DELL’OFFERTA DI MONETA
LA MONETA (SPECIALMENTE SE E’ MONETA CARTACEA, MA NON
SOLTANTO) CAUSA INSTABILITA’. ANCHE PER QUESTO OCCORRE
VIGILARE SULLA STRUTTURA FINANZIARIA E CONTROLLARE L’OFFERTA DI
MONETA.
LA QUANTITA’ DI MONETA E’ UNA VARIABILE ENDOGENA CHE
DIPENDE DA:
 BASE MONETARIA (BM)
 COEFFICIENTE DI RISERVA (BANCHE)
 RAPPORTO CIRCOLANTE/DEPOSITI (PUBBLICO).
LE PRIME DUE SONO CONTROLLABILI DALL’AUTORITA’ MONETARIA.
capitolo 12 - 8
CONTROLLABILITA’ DEI CANALI DI CREAZIONE DI BM
ESTERO
NON E’ CONTROLLABILE SE NON PER VIA AMMINISTRATIVA
TESORO
CONTROLLABILE SE AUTORITA’ MOENTARIA E’ INDIPENDENTE
(COMPATIBILMENTE CON LE DECISIONI DEL TESORO)
OPERAZIONI DI MERCATO APERTO (DISTINTE DAL TESORO)
CONTROLLABILI
BANCHE
CONTROLLABILI I TASSI DI RIFINANZIAMENTO. EFFETTI CHE
DIPENDONO DALLE REAZIONI DELLE BANCHE
IN GENERALE, BM E’ CONTROLLABILE SE E’ CONTROLLABILE
ALMENO UNO DEI CANALI DELLA SUA CREAZIONE. ECCEZIONI:
 OSCILLAZIONI VIOLENTE NEI CANALI NON CONTROLLATI
 CAMBI FISSI
IL CASO DEI CAMBI FISSI.
ESEMPIO: BM CRESCE CON O.M.A; CRESCE L’OFFERTA DI MONETA;
CADE IL TASSO DI INTERESSE;
I CAPITALI DEFLUISCONO
ALL’ESTERO; IL CAMBIO RESTA FISSO; LE RISERVE DIMINUISCONO;
SI DISTRUGGE BM.
QUESTA SEQUENZA IN GENERE RICHIEDE TEMPO.
CONTROLLABILITA’ DI h E j
h e j (PER LA PARTE RELATIVA ALLE RISERVE LIBERE) DIPENDONO:
 DAI TASSI DI INTERESSE CORRENTI;
 DAI TASSI DI INTERESSE ATTESI
IN PREVISIONE DI TASSI CRESCENTI SI TIENE PIU’ BM. SE
L’AUMENTO DI BM CREA QUESTE ASPETTATIVE LA MANOVRA
PUO’ ESSERE INEFFICACE (CRITICA DI LUCAS).
capitolo 12 - 9
j PRESUPPONE ANCHE COMPORTAMENTI APPROPRIATI DA PARTE
DEI SOGGETTI CHE DOMANDANO CREDITO ALLE BANCHE.
POTREBBE IN PARTICOLARE ACCADERE CHE QUANDO BM
CRESCE IL CREDITO NON VENGA ESPANSO PER MANCANZA DI
DOMANDA E, QUINDI, j CADA. CON MANOVRE RESTRITTIVE E’
MENO PROBABILE.
j (PER LA PARTE OBBLIGATORIA) PUO’ ESSERE CONTROLLATO
DIRETTAMENTE. PIU’ FACILE IL CONTROLLO IN SENSO
RESTRITTIVO.SEQUENZA:
CRESCE IL COEFFICIENTE DI RISERVA OBBLIGATORIO; SE NON
HANNO RISERVE LIBERE, LE BANCHE DEVONO RIDURRE I
CREDITI. PER CONSEGUENZA SI RIDURRANNO ANCHE I
DEPOSITI E L’OFFERTA DI MONETA.
LA MANOVRA NON HA EFFETTO SE LE BANCHE DISPONGONO DI
 RISERVE LIBERE
 TITOLI “LIQUIDI” PRONTAMENTE TRASFORMABILI IN BM
PER EVITARE QUESTI PERICOLI SI POSSONO INTRODURRE:
MASSIMALI DEGLI IMPIEGHI (LIMITI ALL’ENTITA’ DEI CREDITI
CONCESSI). VI SI E’ FATTO RICORSO IN ITALIA NEGLI ANNI SETTANTA
E OTTANTA.
OBIETTIVI E ORGANI DELLA POLITICA
MONETARIA
IN GENERALE L’ORGANO RESPONSABILE DELLA POLITICA
MONETARIA (BANCA CENTRALE) E’ INDIPENDENTE DAL GOVERNO.
L’INDIPENDENZA PUO’ ESSERE POLITICA (SUGLI OBIETTIVI) O
OPERATIVA (SUGLI STRUMENTI).
CIO’ PONE IL PROBLEMA DEL COORDINAMENTO TRA RESPONSABILI
DELLA POLITICA ECONOMICA
capitolo 12 - 10
SOPRATTUTTO SE GLI OBIETTIVI NON SONO TRA LORO
COMPLEMENTARI (PER CUI OTTENERNE UNO PUO’
DANNEGGIARE GLI ALTRI).
IN GENERALE ALLA AUTORITA’ MONETARIE SI AFFIDA LA STABILITA’
MONETARIA INTERNA ED ESTERNA (CIOE’: INFLAZIONE E CAMBIO).
SI CONSIDERANO MENO CONTROLLABILI CON LA MONETA IL
REDDITO E L’OCCUPAZIONE.
(MA DIPENDE DAI REGIME DEI CAMBI E DA ALTRE CONDIZIONI
DELL’ECONOMIA INTERNAZIONALE CHE VEDREMO IN
SEGUITO).
LE AUTORITA’ MONETARIE POSSONO INFLUENZARE LA CRESCITA IN
DUE MODI OPPOSTI:
 CON LA STABILITA’ MONETARIA CHE INCENTIVA IL
RISPARMIO FINANZIARIO
 CON L’INSTABILITA’ MONETARIA (INFLAZIONE) CHE
POTREBBE STIMOLARE GLI INVESTIMENTI E LA CRESCITA
LA SCELTA DIPENDE DALLA NATURA DELLE ASPETTATIVE E DA
ALTRE CARATTERISTICHE DEL SISTEMA ECONOMICO E FINANZIARIO.
POLITICA MONETARIA CON CAMBI FISSI E
FLESSIBILI
L’EFFICACIA DELLA POLITICA MONETARIA RISPETTO
ALL’OCCUPAZIONE E AL REDDITO DIPENDE DAL REGIME DEI CAMBI:
INEFFICACE CON CAMBI FISSI, EFFICACE CON CAMBI
FLESSIBILI.
RAGIONE:
CON CAMBI FISSI AVANZI O DISAVANZI DELLA BP DANNO LUOGO A
VARIAZIONI DELLA BASE MONETARIA (E DELL’OFFERTA DI MONETA)
capitolo 12 - 11
CAMBI FISSI
IPOTESI DI POLITICA MONETARIA ESPANSIVA (BM↑)
i ↓, Y ↑. DEFICIT BP, DEPREZZAMENTO DEL CAMBIO, BM ↓. TORNA LA
SITUAZIONE DI PARTENZA. EFFETTO FINALE: i e Y INVARIATI.
LM
LM’
i
BP
IS’
IS
Y
PIU’ MOBILI I CAPITALI, PIU’ GRAVE IL DEFICIT BP, PIU’ RAPIDA LA
RIDUZIONE DI BM
CAMBI FLESSIBILI
IPOTESI DI POLITICA MONETARIA ESPANSIVA (BM↑)
i ↓ E Y ↑. DEFICIT NELLA BP → DEPREZZAMENTO DEL CAMBIO → Y↑ ANCORA.
EFFETTO FINALE: i INCERTO, Y AUMENTATO.
capitolo 12 - 12
LM
LM’
i
BP
BP’
A
C
B
IS
IS’
PIU’ MOBILI I CAPITALI, PIU’ FORTE IL DEPREZZAMENTO DEL
CAMBIO, PIU’ EFFICACE LA POLITICA MONETARIA.
SINTESI
CAMBI FISSI
POLITICA
MONETARIA
MOBILITÀ
INEFFICACE
IMMOBILITÀ
TEMPORANEAMENTE
EFFICACE
CAMBI FLESSIBILI
MOBILITÀ
MOLTO
EFFICACE
IMMOBILITÀ
EFFICACE
IL MODO DI OPERARE DELLA POLITICA MONETARIA
LA TIPICA “CATENA” DEGLI EFFETTI (IPOTESI ESPANSIVA)
B.M. ↑ (CON O.M.A.) :→ RISERVE LIBERE ↑ & PREZZO TITOLI ↑ (TASSO
DI RENDIMENTO↓); :→ AUMENTO OFFERTA CREDITI &RIDUZIONE
CORRISPONDENTE TASSO DI INTERESSE (VIA SOSTITUZIONI DI
PORTAFOGLIO; :→ AUMENTO DOMANDA GLOBALE E OCCUPAZIONE
(AUMENTA ANCHE LA DOMANDA DI DEPOSITI). POSSONO ANCHE
AUMENTARE I PREZZI.
capitolo 12 - 13
POSSIBILI REAZIONI “PERVERSE” DA PARTE DELLE BANCHE
ALL’AUMENTO DEI TASSI DI INTERESSE:
 PERCEPISCONO UNA MAGGIORE L’INCERTEZZA; AUMENTA LA
DOMANDA DI LIQUIDITA’ E NON CRESCE L’OFFERTA DI CREDITO;
 TEMONO LA SELEZIONE AVVERSA (AL CRESCERE DEL TASSO DI
INTERESSE SI CHIEDONO FONDI SOLO PER I PROGETTI PIU’
RISCHIOSI). PUO’ AVERSI RAZIONAMENTO;
 AVENDO TITOLI IN PORTAFOGLIO LA RIDUZIONE DEL LORO
V A L O R E SPINGE A TENERLI INVECE CHE A VENDERLI PER
OFFRIRE PIU’ CREDITO (ORA PIU’ CONVENIENTE).
IN GENERALE: POSSONO AVERSI EFFETTI ATTRAVERSO LA
DISPONIBILITA’ DI CREDITO E NON SOLO ATTRAVERSO IL COSTO
DEL CREDITO (TASSI DI INTERESSE).
QUINDI: LA POLITICA MONETARIA ESPLICA LA SUA EFFICACIA CON
RITARDO E ATTRAVERSO CANALI COMPLESSI. PER QUESTO E’ UTILE
TENERE D’OCCHIO ALCUNE VARIABILI INTERMEDIE:
 INDICATORI– LEGATI AGLI STRUMENTI (esempio: tasso di
crescita della moneta, tasso di interesse)
 OBIETTIVI INTERMEDI – INFLUENZANO ‘DA VICINO’ GLI
OBIETTIVI (esempio: aggregati monetari M1, M2, M3, alcuni
tassi di interesse, tasso di cambio nominale)
 OBIETTIVI OPERATIVI – COLLOCATI TRA STRUMENTI E
OBIETTIVI INTERMEDI (esempio: tassi di interesse a breve
termine)
ESEMPI DI O.I.
1. CREDITO TOTALE INTERNO
FINANZIAMENTI AL SETTORE STATALE E NON STATALE
(UTILIZZATO IN PASSATO, ORA DIVENUTO MENO “AFFIDABILE”)
2. ESPANSIONE DEL CREDITO INTERNO (DCE)
FINANZIAMENTO AL TESORO CON BM PIU’ CREDITI BANCARI AI
PRIVATI
3. M2
4. TASSO DI INTERESSE
5. TASSO DI CAMBIO NOMINALE
capitolo 12 - 14
CRITERI PER LA SCELTA DELL’O.I. MIGLIORE
1. CONTROLLABILITA’ DELL’O.I.
DIPENDE DALLA RELAZIONE TRA STRUMENTI E O.I.
2. STABILITA’ DELLE FUNZIONI DI COMPORTAMENTO
DIPENDONO DALLA SOSTITUIBILITA’ DELLE ATTIVITA’
FINANZIARIE E DALLA NATURA DEGLI SHOCKS
3. RAPPORTO TRA O.I. E OBIETTIVI FINALI
MUTA NEL LUNGO PERIODO. E’ MUTATO, AD ESEMPIO IL
LEGAME TRA CTI E SALDO BDP PER LA CRESCENTE MOBILITA’
DEI CAPITALI E TRA CTI E REDDITO PER LA CRESCENTE
IMPORTANZA DELL’AUTOFINANZIAMENTO DELLE IMPRESE.
CONDUZIONE DELLA POLITICA MONETARIA SI DISTINGUE TRA :
 INTERVENTI A DUE STADI – OLTRE AGLI OBIETTIVI FINALI
VENGONO ANNUNCIATI ANCHE GLI OBIETTIVI INTERMEDI
 INTERVENTI A UNO STADIO VENGONO ANNUNCIATI SOLO
GLI OBIETTIVI FINALI (ESEMPIO: INFLATION TARGETING
DELLA BCE).
EFFICACIA DELLA POLITICA MONETARIA
CONFRONTO CON LA POLITICA FISCALE : TEMPI DI EFFICACIA
♦ IL RITARDO DI OSSERVAZIONE NON E’ DIVERSO
♦ IL RITARDO AMMINISTRATIVO E’ MINORE
♦ IL RITARDO DEGLI EFFETTI PUO’ ESSERE MAGGIORE
RILEVANZA DEGLI EFFETTI ANNUNCIO
LA POLITICA MONETARIA NON SI PRESTA A UN DOSAGGIO
RAFFINATO (FINE TUNING)
capitolo 12 - 15
LA POLITICA MONETARIA E’ ASIMMETRICA: FUNZIONA MEGLIO IN
SENSO RESTRITTIVO. RAGIONI:
♦ MOLTIPLICATORE
RESTRIZIONE
EFFETTIVO
MAGGIORE
IN
CASO
DI
♦ POSSIBILE ESISTENZA DI UN PAVIMENTO AL TASSO DI INTERESSE
(TRAPPOLA DELLA LIQUIDITA’)
♦ POSSIBILE INELASTICITA’ DELLA DOMANDA DI CREDITO
RISPETTO AL TASSO DI INTERESSE
(RUOLO
DEL
RAZIONAMENTO).
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OBIETTIVI MACROECONOMICI E POLITICA MONETARIA