a Lello Il Fascino delle Orchidee I Monti Aurunci costituiscono uno dei territori contraddistinti dal patrimonio floristico più ricco ed interessante d’Italia, nonché da una straordinaria presenza di orchidee. Alcuni fattori positivi, quali la posizione geografia che rende questi monti un’area di transizione tra l’Appennino centrale e quello meridionale, l’orografia e le particolari condizioni climatiche dovute ad una inusuale vicinanza al mare di montagne relativamente elevate, fanno si che questi monti costituiscano una grande risorsa di interesse scientifico e botanico. Sul territorio sono state censite oltre 1.900 specie, tra le quali figurano endemismi e varietà esclusive dell’Italia centrale e meridionale, talvolta molto rare. In particolare, sono presenti oltre 50 specie di orchidee selvatiche ed una ventina di ibridi naturali, alcuni dei quali rinvenuti qui per la prima volta e, quindi, scientificamente nuovi. Struttura e biologia delle orchidee I fiori delle orchidee presentano una struttura molto particolare costituita da 6 elementi spesso molto diversi tra loro; i 3 più esterni vengono chiamati sepali, i 3 più interni petali. Il petalo mediano, chiamato labello, si differenzia notevolmente dagli altri e costituisce quasi sempre la parte più vistosa del fiore. Ogni fiore possiede gli organi riproduttivi maschili e femminili riuniti in un solo corpo colonnare detto ginostemio o colonna. Le radici sono corte e tozze, generalmente molto ingrossate e di forma tondeggiante, e vengono definite rizotuberi. Le infiorescenze possono essere piuttosto dense, con i fiori riuniti alla sommità del fusto, oppure più o meno lasse e allungate. Il polline diversamente da quanto accade per gli altri fiori non è separato in granuli, ma agglutinato in masse polliniche dalla caratteristica forma di clava che nel suo insieme prende il nome di pollinio. Solo pochi semi riescono a trovarsi nelle condizioni ideali per svilupparsi, in quanto la germinazione avviene solo in presenza di un fungo del suolo che permette lo sviluppo dell’embrione con l’apporto delle sostanze organiche necessarie alla sua crescita. Conseguentemente, per garantire la propria riproduzione, la pianta deve produrre un gran numero di semi che vengono riuniti in masserelle. La dispersione delle masse polliniche per via del loro peso non può essere svolta dal vento, bensì dagli insetti, il cui ruolo, quindi, è di fondamentale importanza. Ed è proprio per attirare gli insetti che le orchidee presentano aspetti del tutto peculiari e hanno sviluppato strategie di impollinazione veramente singolari. La famiglia delle Orchidaceae La famiglia delle Orchidaceae costituisce una delle più affascinanti entità vegetali suddivisibile in numerose specie e in diversi generi per i suoi colori ed i suoi variegati aspetti, nonché sulla base dei meccanismi di impollinazione e dei dati ottenuti da studi effettuati con marcatori molecolari. Le numerose specie vegetali si possono osservare soprattutto tra aprile e giugno. Il genere OPHRYS Linnaeus Il genere Ophrys comprende le specie più note e facilmente riconoscibili. Tra quelle di seguito presentate si evidenziano, in particolare, Ophrys lacaitae Lojacono ed Ophrys promontorii O. et E. Danesch, due non comuni endemismi italiani la cui individuazione sui Monti Aurunci ha costituito la prima segnalazione per il Lazio e l’Italia centrale. L’elemento più caratteristico e appariscente è costituito dal labello che presenta caratteri tali da simulare l'addome della femmina di alcune specie di Imenotteri (per lo più apidi e vespidi). La strategia di impollinazione sviluppata da questo genere di orchidee è molto singolare e si basa sulla forte attrazione sessuale che il fiore è in grado di esercitare sugli insetti maschi. Questi ultimi vengono sollecitati da stimoli tattili, legati alla pelosità del labello, e olfattivi, dovuti a particolari sostanze emanate dal fiore stesso. Significativamente, non sussiste una forma di competizione dannosa per la femmina dell'insetto che raggiunge la propria maturità sessuale in un periodo successivo alla produzione del polline dell'orchidea. Il maschio, così richiamato, si posa sul fiore e cerca di accoppiarsi, caricandosi involontariamente delle masse polliniche. Successivamente visiterà e quindi impollinerà un nuovo fiore, lasciandosi nuovamente ingannare. Questa strategia è stata definita impollinazione da miraggio. Non mancano meccanismi di autofecondazione e, in alcune specie, come in O. bombyliflora, la produzione di rizotuberi supplementari. Ophrys sphegodes Miller Ophrys ciliata Bivona-Bernardi Ophrys bombyliflora Link Ophrys fuciflora (F.W. Schmidt) Ophrys lacaitae Lojacono Ophrys tenthredinifera Willdenow Ophrys tyrrhena Gölz et H.R. Reinhard Ophrys tetraloniae W.P. Teschner Ophrys promontorii O. et E. Danesch Ophrys fusca Link (sensu lato) Gli ibridi naturali del genere OPHRYS Grazie alla facilità, che non ha eguali tra le piante superiori, con cui le orchidee possono incrociarsi tra loro è stato possibile individuare un numero straordinariamente elevato di ibridi naturali, ossia di esemplari con caratteristiche intermedie tra due specie che vivono nella stessa area. Sui Monti Aurunci sono stati individuati 20 diversi incroci, di cui sei inediti; tra questi ultimi sono da segnalare due entità riconosciute per la prima volta su questi monti. Ophrys x rasettii W. Rossi et Minutillo, nothosp. nov. (Ophrys lacaitae Lojacono x Ophrys sphegodes Miller) Ophrys x terrae-laboris W. Rossi et Minutillo, nothosp. nov. (Ophrys sphegodes Miller x Ophrys promontorii O. et E. Danesch) Il genere ORCHIS Linnaeus(sensu lato) Il genere Orchis è uno dei più importanti all’interno dell’ordine delle Orchidaceae euromediterranee. Il meccanismo di impollinazione si basa sul mimetismo fiorale, per cui quasi tutte le specie di Orchis, pur essendo prive di nettare, riescono ad attrarre api e bombi “imitando” fiori che invece ne sono provvisti; le masse polliniche si attaccano alla testa dell'insetto e vengono trasportate al fiore successivo. Orchis provincialis Balbis ex Lamarck et de Candolle Orchis mascula (Linnaeus) Linnaeus Orchis pauciflora Tenore Orchis anthropophora (Linnaeus) Allioni Orchis morio Linnaeus Orchis laxiflora Lamarck Orchis purpurea Hudson Il genere CEPHALANTHER A L.C.M. Richard I fiori di questo genere di orchidee sono privi di nettare e vengono impollinati da Imenotteri che scambiano le creste gialle presenti sul labello per stami ricchi di polline. Molto frequente è anche l’autoimpollinazione. Cephalanthera rubra (Linnaeus) L.C.M. Richard Il genere COELOGLOSSUM Hartmann Questo genere comprende una sola specie di orchidee. I fiori vengono impollinati da numerosi insetti, soprattutto Coleotteri e piccoli Imenotteri, attirati dal nettare che cola lungo il labello. Coeloglossum viride (Linnaeus) Hartmann Il genere DACTYLORHIZA Necker ex Nevsky I fiori di questo genere sono privi di nettare e l’impollinazione è effettuata da insetti attratti da stimoli visivi. Nella specie di seguito presentata gli impollinatori più efficienti sembrano essere Coleotteri, seguiti da Ditteri ed Imenotteri. . Dactylorhiza maculata (Linnaeus) Soó Il genere EPIPACTIS Zinn Molte specie del genere Epipactis sono autogame, altre sono a fecondazione incrociata e attirano gli insetti per mezzo del nettare. Tra gli impollinatori più efficaci sono segnalate le vespe, le api ed i Ditteri Syrphidae. . Epipactis helleborine (Linnaeus) Crantz Il genere GYMNADENIA R. Brown L’impollinazione di queste orchidee può essere effettuata solo dalle farfalle, le uniche in grado di raggiungere l’abbondante nettare prodotto nello sprone stretto ed allungato dei fiori. . Gymnadenia conopsea (Linnaeus) R. Brown Il genere NEOTINEA Reichenbach fil. Questo genere è costituito da una sola specie di orchidee la cui somiglianza con alcune entità del genere Orchis è piuttosto evidente. La riproduzione è garantita dall’autoimpollinazione che, talvolta, avviene nei fiori ancora chiusi. . Neotinea maculata (Desfontaines) Stearn Il genere NEOTTIA Guettard Il genere Neottia è rappresentato in Italia e in Europa da una sola specie di orchidee. Il meccanismo riproduttivo più importante sembra essere l’autogamia, sebbene i fiori producano nettare e siano visitati da numerosi insetti, soprattutto Ditteri. Neottia nidus-avis (Linnaeus) L.C.M. Richard Il genere SERAPIAS Linnaeus Le specie di orchidee appartenenti al genere Serapias sono quasi tutte prive di nettare e vengono impollinate da Imenotteri; la tendenza degli insetti a visitare più fiori prima di scegliere quello da utilizzare per trascorrere la notte o per ripararsi da pioggia, vento e freddo ne determina l’impollinazione incrociata. Un’eccezione è costituita da S. parviflora i cui fiori si autoimpollinano prima ancora di schiudersi. . Serapias vomeracea (N.L. Burman) Briquet Serapias parviflora Parlatore Testi di riferimento: W. Rossi, P. Bassani, Orchidee spontanee del Lazio. Regione Lazio, Assessorato all’Agricoltura, Foreste, Caccia e Pesca, Ed. Coopsit, Frascati, 1985. W. Rossi, Orchidee d’Italia. Quaderni di Conservazione della Natura, 15. Ministero Ambiente e della Tutela del Territorio, Istituto Nazionale Fauna Selvatica, 2002. Ente Regionale Parco dei Monti Aurunci Presidente: Giovanni Ialongo Direttore: Giuseppe Marzano Responsabile del Servizio Naturalistico, studi, ricerche e tutela della biodiversità: Lucio De Filippis Consulenza scientifica: F. Minutillo Foto: W. Rossi e F. Minutillo Testi: B. Supino Progetto grafico e post produzione fotografica: M. Di Benedetto Coordinamento: M. Treglia