Al Sindaco del Comune di Rende Marcello Manna
Alla Presidente del Consiglio Comunale Annamaria Artese
Ai Consiglieri Comunali di Rende
Mozione
OGGETTO: Intitolazione Parco fluviale Emoli al piccolo Cocò Campolongo,
bambino di tre anni, vittima innocente della mafia e destinazione di un’area del
parco alla piantumazione di alberi dedicati a chi ha sacrificato la propria vita per
l'affermazione della legalità e dello Stato di diritto contro il fenomeno mafioso
PREMESSO CHE:
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Il 16 gennaio 2014, in Calabria, a Cassano allo Jonio, furono uccisi e dati alle fiamme Giuseppe
Iannicelli, la sua compagna Ibtissam Touss e il nipotino di Iannicelli, il piccolo Nicola
Campolongo, detto Cocò, che all'epoca aveva appena 3 anni;

I corpi vennero trovati carbonizzati all'interno di un'autovettura dopo essere stati uccisi con
l'esplosione di diversi colpi di pistola calibro 7.65 esplosi alla testa;

Nei giorni scorsi è stata fatta luce su questo efferato delitto, con l’arresto di due esponenti
mafiosi che, pur di colpire il nonno del piccolo Cocò, non si sono fatti scrupolo di sparare su un
bambino di 3 anni per far prevalere gli interessi criminali;

Giuseppe Iannicelli – ha spiegato il procuratore capo di Catanzaro Vincenzo Lombardo – era
convinto che avendo il bambino sempre con sé avrebbe avuto una polizza sulla vita, ma non è
stato così, perché la barbarie mafiosa non risparmia nemmeno i bambini;
CONSIDERATO CHE:
●
Nel corso del funerale della povera vittima innocente, partecipati da centinaia di persone (anche
il Comune di Cassano allo Ionio ha proclamato il lutto cittadino) è stato letto un messaggio di
alcuni cugini di Cocò. “Lui - hanno scritto - era un bambino sempre allegro, che amava vivere. Gli
hanno strappato la vita con brutalità lasciandoci, noi tutti, orfani dei suoi occhi, del suo affetto e
del suo amore”;
●
L'efferato omicidio del piccolo Cocò aveva turbato anche Papa Francesco, che gli aveva rivolto
un pensiero e una preghiera in occasione dell'Angelus in piazza San Pietro, il 26 gennaio 2014.
“Oggi in questa piazza ci sono tanti bambini - ha detto il pontefice - e io voglio ricordare Cocò
Campolongo, a tre anni bruciato in macchina e ucciso”. Un delitto che per il Papa “su un bimbo
così piccolo sembra non avere precedenti nella storia della criminalità”;
●
Il procuratore aggiunto a Reggio Calabria Nicola Gratteri, presidente della commissione
nazionale per la revisione delle normative antimafia, in un'intervista al Mattino ha affermato:
“La 'ndrangheta non possiede codici d'onore. Non è vero che non tocchino i bambini, è una
leggenda che fa parte di quella fascinosità mafiosa, a metà tra mistero e attrazione criminale,
che colpisce i più giovani e li porta verso l'organizzazione”. E sull’omicidio del piccolo Cocò ha
detto: “è la dimostrazione che, malgrado la rigidità formale delle regole, si può violarle per
arrivare ad un obiettivo che, in questo caso, era l'uccisione del nonno del bambino”. Gratteri ha
spiegato ancora che tuttavia “si è trattato di un errore di valutazione per l'organizzazione, nel
senso che le organizzazioni mafiose basano la loro adesione sociale sul consenso popolare.
Stavolta, chi ha ucciso il bambino ha forzato la mano, in una vicenda che certamente non godrà
mai di adesioni popolari. Nella faida – osserva – forse si è ritenuto l'obiettivo da raggiungere più
importante dei danni che ne avrebbe ricevuto l'organizzazione”;
CONSTATATO CHE:
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Il fenomeno mafioso si può e si deve abbattere non solo con l'uso della forza pubblica, ma
soprattutto con una profonda opera di espansione della cultura della legalità a ogni livello, e
questa espansione culturale passa anche dalla conservazione della memoria di onorevoli Uomini
di Stato che hanno sacrificato la propria vita per l'affermazione della legalità e dello Stato di
diritto contro il fenomeno mafioso e delle vittime innocenti barbaramente trucidate;

Gli atti e quindi i segnali di un’Amministrazione sono fondamentali per quello che determina il
percorso di legalità di un’intera comunità;
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E’ simbolica l’individuazione di un Parco, dove altri bambini come il piccolo Cocò sono soliti
giocare, come segno di speranza per un futuro senza le barbarie mafiose per le nuove
generazioni. Degli alberi possono costituire, altresì, il segno tangibile e perenne del sacrificio di
coloro che sono stati uccisi dalla mafia solo perché facevano il proprio dovere e perché
credevano nei valori di giustizia e di legalità;
TUTTO CIO’ PREMESSO E CONSIDERATO
il Consiglio comunale impegna Sindaco e Giunta:
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Ad attivarsi per intitolare al piccolo Cocò Campolongo il parco fluviale Emoli riservando una
parte del parco alla piantumazione di alberi dedicati a vittime di mafia;
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A far diventare il Parco fluviale un parco antimafia, un giardino della memoria dove altre
associazioni possano donare altri alberi per ricordare gli eroi civili che hanno combattuto la
mafia tramite l’apposizione sotto ogni albero di una targhetta con il nome della vittima a cui
l'arbusto è stato dedicato.
Con osservanza.
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Rende, 15/10/2015
I Consiglieri:
Domenico Miceli
Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle
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Intitolazione Parco fluviale Emoli al piccolo Cocò