Reprint from Vol. 4, n. 1, January-April 2008 Uso cosmetico dell’acido L-polilattico per il ringiovanimento cutaneo: nuove indicazioni Alessio Redaelli Indexed in: EMBASE, EMNursing, Compendex, GEOBASE Uso cosmetico dell’acido L-polilattico per il ringiovanimento cutaneo: nuove indicazioni Alessio Redaelli SU M M A R Y Cosmetic use of poly-L-lactic acid for skin rejuvenation: New indications Background: Bio-reconstructive materials have enjoyed a notable increase over the recent years, thanks to their effectiveness and lack of side effects. Objective: To provide updated information on injectable Poly-L-lactic acid to doctors who wish to use it, highlighting the varied indications and describing the correct techniques for use. Materials and methods: Poly-L-lactic acid has been diluted and prepared according to the current models. It has been diluted with quantities from 4 ml to 8 ml of water per injectable dose, including 0.5 cc of 3% mepivacain without adrenaline, depending on indications. In addition to the traditional indications in the lower third of the face, it has been used for the rejuvenation of the neck, décolleté, and hands as well as for the revitalization of the arms and the medial part of the thighs. Prior tests for allergies are not necessary. Results: Excellent results are confirmed in the lower third of the face, the jawline and the mid-jawline. The preliminary results for the other, more difficult to treat areas other than the face are positive but need to be confirmed with further studies conducted over time. For the most part, the results were extremely well-received by the patients. The immediate side effects were edemas, hematomas and redness - all of which disappeared in a matter of days. Instances of nodules and hypercorrections were extremely rare. Conclusions: The possibility of modifying the dilution both in terms of timing, amount of injectable material employed, as well as quantity of water used, renders Poly-L-lactic acid an extremely versatile substance, which lends itself to new indications that will be discussed in the article. Poly-L-lactic acid allows for a natural-looking and long-lasting correction that may last for years. KEY WORDS: Poly-L-lactic acid, Fibro-connective reconstruction, Volumes Introduzione Nella storia della medicina estetica, si sono susseguite dagli anni ‘70 ad oggi numerose tecniche, alcune delle quali sparite nel giro di pochi anni per la sostanziale inutilità, altre divenute pilastri irrinunciabili. All’era del collagene, negli anni ‘70, è seguito l’arrivo dell’acido ialuronico che ha rivoluzionato il trattamento estetico fino ai giorni nostri: si tratta di un materiale molto sicuro, senza finalmente il bisogno di prove allergiche, di immediato risultato. È il materiale più usato da allora sino ad oggi. I materiali non riassorbibili nel frattempo hanno visto assottigliare il loro uso fondamentalmente per la loro intrinseca pericolosità nel tempo. Poi è venuta l’era della tossina botulinica che è andata a trattare una parte fondamentale della medicina estetica: quella dovuta al movimento. Ormai tutti i medici estetici sanno che ridurre la mimica eccessiva rappresenta un passo fondamentale nella lotta all’invecchiamento. Anche gli altri colleghi medici e perfino i media hanno abbandonato quella ostilità preconcetta che ne ha caratterizzato la nascita. Centro medico Agorà, Milano Journal of Plastic Dermatology 2008; 4, 1 41 A. Redaelli Nel frattempo la cura dell’epidermide ha visto la nascita di innumerevoli peeling, laser ed altre tecniche non invasive. Ma sin dagli anni ‘90 soprattutto in Francia si era visto che i volumi del sottocute se si assottigliano, danno un aspetto nettamente più vecchio, se non addirittura malato! Basti pensare ai pazienti HIV positivi, in cura con farmaci antiretrovirali, che sviluppano quella classica lipodistrofia della zona malare. Per questi pazienti è nato l’acido L-polilattico (PLLA), che il CNR francese ha messo a punto all’inizio degli anni ‘90. I risultati sin dall’inizio sono stati molto interessanti, ma gravati dalla p resenza di alcuni effetti collaterali, in particolare i noduli di collagene, che ne hanno offuscato per qualche anno la grande carica innovativa. Il passaggio al trattamento semplicemente cosmetico, nelle pazienti che necessitavano di una ristrutturazione sottocutanea importante fu brevissimo. Col tempo si capì che la diluizione era troppo ridotta, che andava iniettato profondamente e non nel derma, che non andava iniettato in quantità eccessive per ciascuna iniezione, e che andava massaggiato con cura per permetterne una diffusione omogenea. Inoltre la ditta distributrice, dal 2004 ha deciso per la formazione obbligatoria dei medici utilizzatori. Questa è stata probabilmente la chiave di volta nell’azzerare gli effetti collaterali, in particolare i noduli sottocutanei: Infatti la stragrande maggioranza di questi problemi si sono rivelati essere errori di tecnica. Per la restituzione dei volumi non abbiamo molte tecniche a disposizione: Lipofilling classico, che resta un trattamento chirurgico, spesso con risultati non duraturi. Lipofilling sec. Coleman, con risultati buoni, ma tuttavia invasivo: non tutti i pazienti, se non una piccola minoranza, decidono di affrontare il problema chirurgicamente. Fillers riassorbibili: sicuri ma non duraturi. Fillers non riassorbibili: intrinsecamente più pericolosi, e ormai in decadenza e poco usati. Il PLLA è l’unico materiale che permette di ricostruire i giusti volumi sottocutanei di un viso invecchiato senza riempirlo ma tramite una ristrutturazione fibroconnettivale dei tessuti molli sottocutanei. Questo articolo scientifico pone le basi della tecnica usata dall’Autore sia nelle indicazioni classiche, sia nelle indicazioni emergenti. 42 Journal of Plastic Dermatology 2008; 4, 1 Materiali L’Acido L-polilattico Il PLLA è un biomateriale sintetico che il CNR francese ha studiato negli anni ‘60 per impianti, vettori e sostituti del plasma. La formula di struttura è visibile in Figura 1. È un materiale riassorbibile, biocompatibile e completamente biodegradabile. È stato usato estensivamente per suture riassorbirli, per impianti intraossei ed impianti nei tessuti molli. Ultimamente viene usato anche nei fili di sospensione per il lifting miniinvasivo del viso (silhouette suture). È un poliestere alifatico: un polimero dell’acido lattico. È di sintesi chimica ed ha un peso molecolare di 170.000 Daltons. Tutti i poliesteri alifatici ed in particolare l’acido lattico sono biocompatibili, completamente riassorbibili e immunologicamente inerti. Il PLLA iniettabile per uso cosmetico (Sculptra®) è costituito da microparticelle del diametro di circa 40 micron sospese in un gel di sodio-carbossi-metil cellulosa, materiale assai ben conosciuto e con un profilo di sicurezza molto alto. In Italia sono in commercio confezioni da 150 mg. Il PLLA non è di origine animale ma è un prodotto sintetico e quindi non è necessario un test allergico preventivo. Non è richiesto dalla legge, non dalla ditta, e l’Autore non ne sente il bisogno non avendo mai avuto casi di allergia sicura al prodotto. Il PLLA ha un profilo di sicurezza molto elevato sia nel trattamento dei soggetti HIV positivi sia in tutti gli altri pazienti. Il PLLA è approvato dalla FDA americana per la correzione della lipoatrofia in pazienti HIV positivi. Meccanismo di azione Il meccanismo di azione non è completamente chiarito, anche se Gogolewski et al. hanno dato un grande aiuto nella intrinseca comprensione del meccanismo. Il suo riassorbimento avviene per idratazione, rottura dei legami covalenti, perdita di peso H O CH3 O C C O C C CH3 H O Figura 1. Formula dell’acido L-polilattico. n Uso cosmetico dell’acido L-polilattico per il ringiovanimento cutaneo: nuove indicazioni molecolare, solubilizzazione, degradazione ed infine eliminazione come CO2. Alla fine quindi il PLLA è completamente riassorbibile. I volumi sono aumentati per una blanda reazione al PLLA con formazione di collagene di tipo fibrotico. Tale reazione è di norma fredda. Il meccanismo di azione ed il rationale d’uso consigliano quindi un approccio al paziente sempre prudenziale e graduale. Metodi Tecnica personale La diluizione del principio attivo (150 mg) è tra i particolari di tecnica maggiormente importanti e più utili per adattare l’impianto alle varie indicazioni. Infatti il PLLA è un materiale particolarmente versatile, utilizzabile in numerosi distretti corporei. La risposta del distretto trattato è direttamente proporzionale a tre particolari di tecnica: La maggiore o minore diluizione Nella confezione di Sculptra® troviamo 150 mg di PLLA. Questi possono essere diluiti con maggiore o minore quantitativo di acqua. Normalmente l’Autore usa 5,5 ml di acqua per p reparazioni iniettabili e 0,5 ml di mepivacaina cloridrato al 3% senza adrenalina. Non usa invece lidocaina per la sua intrinseca maggiore pericolosità e per la sua lentezza nell’insorgenza dell’effetto anestetico. Se si diluisce con un minore quantitativo di acqua, la risposta del sottocute infiltrato sarà più importante, se la diluizione sarà maggiore, il quantitativo di principio attivo iniettato sarà minore e minore la risposta del tessuto ricevente. Area trattata Sochi naso-genieni Guance Mento e bordo mandibolare Zigomi Collo e décolleté Distr. Intermandib. Mani Rivitalizzazioni Tabella 1. Diluizioni ed aghi. Diluizione base Diluizione definitiva Ago usato 5-5 cc 5-6 cc 5-6 cc 1:1 1:1 1:1 26 G 26 G 26 G 4-6 cc 6-7 cc 5-6 cc 6 cc 6 cc 1:1 1:1 1:1 1:1 1:4 26 G 26 G 26 G 26 G 27 G Il maggiore o minore tempo di diluizione Se la dispersione (ricordiamo sempre che si tratta di una dispersione e non di una soluzione) è p reparata poco tempo prima, da 3 sino a 5 ore prima, la risposta del tessuto sarà maggiore. Quanto maggiore invece sarà il tempo interc o rso tra la preparazione della sospensione e l’infiltrazione, tanto maggiore sarà l’idratazione dell’id rogel e minore la risposta del tessuto ricevente. Il quantitativo di principio attivo iniettato con ogni iniezione È fondamentale non iniettare troppo quantitativo di principio attivo diluito per ogni iniezione perché questo potrebbe portare in seguito alla formazione di un accumulo di collagene in quel determinato punto. È stato calcolato dall’Autore che il quantitativo più giusto è 0,1 ml nel terzo inferiore del volto e 0,05 ml nelle zone difficili (collo, décolleté). Medici con maggiore esperienza possono arrivare ad iniettare 0,2 ml per iniezione. Ma l’Autore pensa che comunque sia meglio fare 2 iniezioni da 0,1 che una sola da 0,2: più prudente soprattutto quando ancora non si conosce perfettamente il paziente e la sua risposta. Quindi, di norma, il PLLA viene diluito 24 ore prima della seduta iniettiva. Dopo la diluizione, il materiale va tenuto a temperatura ambiente. È assai importante miscelare accuratamente il p reparato prima di iniettare, mediante un miscelatore elettrico o mediante scuotimento manuale (come ultimamente preferito da alcuni degli utilizzatori). È altrettanto importante scuotere la siringa durante l’uso per mantenere una soluzione omogenea. Questo per non rischiare di iniettare una soluzione poco concentrata in un punto ed iperconcentrata in un altro. La diluizione dipende dalle zone da trattare e dalla sessione di trattamento (Tabella 1). Il PLLA trova indicazione nelle rughe, in particolare quelle della guancia, o del mento o per le cicatrici depresse, ma la sua principale ed innovativa indicazione è sui volumi: zigomi, guance, collo. L’Autore associa quasi nel 100% dei casi il trattamento del bordo mandibolare e di tutto il distretto intermandibolare. I risultati dell’infiltrazione con PLLA vanno spiegati bene al paziente prima di iniziare il trattamento: si ha un riempimento iniziale, transitorio ed evanescente in 2-3 gg dovuto al volume di acqua iniettato. Journal of Plastic Dermatology 2008; 4, 1 43 A. Redaelli Non si tratta del risultato voluto. Solo in seguito si manifesta il riempimento tardivo, che appare durante le successive sedute con risultato definitivo almeno 3-4 mesi dopo l’ultima seduta, frutto della stimolazione della neocollagenesi. La maggioranza dei grandi utilizzatori ed anche l’Autore, prevedono sedute successive: generalmente le prime sedute sono a distanza di 30-40 giorni, ma in alcune pazienti anche solo una seduta può essere sufficiente. Viene sempre completamente discusso e firmato un consenso informato scritto. I pazienti vengono fotografati, studiati in modo approfondito e disegnati prima del trattamento per decidere accuratamente dove eseguire l’impianto e in che quantitativo. Quindi anche in questo caso la prudenza e la gradualità sono da raccomandare. Le iniezioni devono essere sempre profonde, ma la reale profondità è determinata dalla zona da trattare: più si correggono grossi volumi più si inietta profondamente e poco diluiti. Sicuramente il derma superficiale e medio non vanno mai iniettati, ma anche nel derma profondo è meglio iniettare dopo una discreta esperienza. Normalmente l’Autore raccomanda di non iniett a re più di 0,1 ml per ogni iniezione preferendo fare il maggior numero di iniezioni possibili per raggiungere l’effetto riempitivo desiderato. Nelle zone difficili e quanto più il medico è alle prime esperienze, tanto più è meglio iniettare quantitativi ancora inferiori, 0,05 ml. Un lungo massaggio al termine della seduta, di almeno 5-7 minuti resta assolutamente irrinunciabile. Non va demandato a personale non opportunamente addestrato. Anche i pazienti, nei giorni seguenti, sono istruiti per fare nelle zone trattate un massaggio di 5 minuti due volte al giorno. Nuove indicazioni Distretto del bordo mandibolare e zona intermandibolare Attenuare la caduta dell’area della guancia che crea a livello del bordo mandibolare quella classica ptosi, resta un ottima indicazione del PLLA. Ma l’Autore sempre più di frequente allarga l’area trattata anche al distretto intermandibolare. Infatti questo tende col tempo alla ptosi ed inoltre in moltissimi casi crea quel difetto chiamato doppio mento non per problemi di adipe ma per problemi di cedimento. In questi casi il PLLA trova sicuramente indicazione. 44 Journal of Plastic Dermatology 2008; 4, 1 Figura 2. La diluizione di base è 6 ml e le iniezioni prevedono un quantitativo di 0,1 ml ciascuna. La tecnica iniettiva è sempre lineare retrograda e va eseguita secondo il vettore principale di trazione che poi darà quell’effetto lifting caratteristico (Figura 2). Collo e décolleté Il collo non va trattato se il sottocutaneo è poco rappresentato, se la cute è sottile e se la mimica eccessiva. Al contrario trovano ottima indicazione i pazienti con cute spessa e sottocute ben rappresentato e con profonde collane di venere. Non trovano indicazione le bande platismatiche ipertrofiche. Sul collo si seguono sempre i vettori anche se qualche iniezione è meglio sia intersecata. Inoltre va trattato, come di norma, tutto il distretto e mai le singole rughe. Il décolleté viene trattato con iniezioni sempre nel sottocute e sempre quando questo è di discreto spessore. Bisogna evitare iniezioni solo nelle rughe verticali ma trattare tutto il distretto a tappeto. La diluizione usata resta quella standard di 6 ml. A volte, se la cute non è molto spessa, è possibile usare una diluizione maggiore anche ad 8 ml. Il quantitativo di liquido da iniettare per ogni iniezione invece deve essere prudenziale e non superare gli 0,05 ml. Di regola inoltre la diluizione viene fatta almeno 24 ore prima per permettere una migliore idratazione del principio attivo. Uso cosmetico dell’acido L-polilattico per il ringiovanimento cutaneo: nuove indicazioni Mani Anche le mani trovano, a parere dell’Autore, un’ottima indicazione: sino ad oggi, infatti, le tecniche a disposizione per questo problema, erano pochissime: 1. il lipofilling di Coleman, tecnica molto efficace, ma sicuramente chirurgica e non all’altezza della maggior parte dei medici estetici; 2. i filler riassorbibili a maggiore reticolazione, ma di durata limitata. Inoltre se iniettati in strato spesso possono trasparire attraverso la cute e dare un colorito bluastro (ghiaccio) assai inestetico; 3. il PLLA, che è probabilmente l’unica altern a t iva, con risultati di lunga durata e grande naturalezza. La diluizione di base resta sempre 6 ml e le iniezioni devono prevedere un quantitativo massimo di liquido di 0,05 ml. La tecnica utilizzata dall’Autore è sempre lineare retrograda, ma anche una tecnica a micro depositi molto ravvicinati, seguita dal solito lungo massaggio è fattibile. Rivitalizzazione Questo termine normalmente non è indicato per il PLLA che per definizione provoca una bioristrutturazione e non una biorivitalizzazione. Ma in alcune ampie zone che tendono col tempo a cedere e divenire ptosiche come l’interno delle braccia e delle cosce, è stata messa a punto questa nuova tecnica con risultati soddisfacenti. La diluizione è particolare: infatti ad un ml della normale diluizione (fatta con 6 ml) si aggiungono 3 ml di acqua per preparazioni iniettabili. Alla fine quindi abbiamo 4 ml totali col quantitativo di principio attivo di 1 ml. Questa sospensione meno concentrata viene utilizzata per eseguire gli impianti a livello delle aree da rivitalizzare. Si utilizza una tecnica a rete con maglie di circa 1 cm con tecnica lineare retrograda prima in un senso ed infine in quello ortogonale. Questa tecnica si è rivelata soprattutto utile nella prevenzione della ptosi per l’azione del collagene fibrotico che si forma e fornisce un sostegno assai utile, soprattutto nel tempo. Cicatrici profonde ed esiti ascessuali Molte pazienti hanno richiesto la regolarizzazione di cicatrici. Normalmente, anche sul volto, questa resta un’ottima indicazione. Ma rispondono bene anche esiti ascessuali introflessi del gluteo. La diluizione usata è quella classica con 6 ml e i quantitativi di principio attivo da iniettare sono elevati. Per gli esiti ascessuali, l’Autore usa quasi sempre tutti i 150 mg. Al termine della seduta è molto importante fare un lungo massaggio per uniformare l’impianto. Sempre, comunque, ai pazienti è richiesto di fare un massaggio di 5 minuti due volte al giorno per una decina di giorni. Inoltre si consiglia di evitare l’esposizione al sole per almeno 15 giorn i . RisultatiBisognae discussione dire, dopo un’esperienza ormai decennale nell’uso del PLLA, che il gradimento dei pazienti è sempre molto alto: sia per gli ottimi risultati che si ottengono nel tempo, sia perché i pazienti sono stati accuratamente selezionati, evitando di trattare quei pazienti che preferiscono risultati immediati. Inoltre è da sottolineare che il risultato del PLLA migliora nettamente nei mesi e non è infrequente rivedere un paziente dopo molti mesi dall’ultima seduta e trovarlo ulteriormente e nettamente migliorato. Infatti anche il derma tende col tempo a compattarsi e la cute sovrastante a distendersi. I risultati migliori si confermano nel terzo inferiore del volto: zigomi, guance e solchi della marionetta hanno sempre risultati ottimi. Per quanto attiene alla correzione degli zigomi e della regione malare, non sono assolutamente comparabili i risultati ottenibili con altri materiali come l’acido ialuronico a macroparticelle, o anche i materiali non riassorbibili che non prevedono una fine integrazione con il tessuto ospite. Restano impianti visibili e non naturali soprattutto durante i movimenti: pensiamo allo zigomo durante il sorriso. L’impianto di PLLA invece è sempre assolutamente naturale ed intimamente integrato coi tessuti circostanti. Questo lo rende un materiale molto ben accettato anche dagli uomini che normalmente non accettano correzioni se non estremamente naturali. Anche i solchi naso genieni, spesso, danno risultati insperati (Figure 3 e 4). Un’ottima indicazione resta la paziente giovane, molto magra, che vorrebbe apparire appena più grassa soprattutto nel viso, ma non vi riesce assolutamente. I risultati, anche in questo caso, sono molto naturali (Figure 5 e 6) ed ottenibili con un numero di sedute molto limitato. Restano invece zone pericolose tutte quelle mimi- Journal of Plastic Dermatology 2008; 4, 1 45 A. Redaelli che e con scarsa rappresentazione del tessuto sottocutaneo come fronte, zona del canto laterale e temporale, anche se questa indicazione è pro p osta da alcuni grandi utilizzatori. La loro esperienza non è da paragonare a quella della media dei colleghi. Meglio evitare rischi. In queste zone con sottocute poco rappresentato e cute sottile un minimo iperdosaggio potrebbe essere molto visibile. Molto buono è il risultato sul bordo mandibolare se soprattutto integrato dal distretto intermandibolare. Si osserva sempre una netta regolarizzazione del bordo con una apparente risalita (vedi Figura 4). Resta fondamentale eseguire delle fotografie accurate ma soprattutto standardizzate dei pazienti. L’Autore esegue di regola 5 foto: la prima in antero-posteriore, indi a 45° destra e sinistra e di profilo destro e sinistro. Inoltre, nelle foto laterali viene sempre rispettato il piano di Frankfort, che permette di mantenere le medesime inclinazioni e rendere le foto comparabili nel tempo (Figura 7). Senza fotografie ben fatte sarà molto difficile valu- tare i risultati nel tempo e discuterli con il paziente. Per quanto riguarda le nuove indicazioni, sicuramente sono necessari ulteriori esperienze e studi scientifici e statistici più accurati per poter valutare risultati ed effetti collaterali. Ad oggi, secondo l’esperienza dell’Autore non si sono riscontrati effetti collaterali maggiori e pericolosi. In particolare i noduli non sono mai stati riscontrati negli ultimi anni. Questo dato è sicuramente in relazione anche con la decisione della ditta distributrice di non vendere il prodotto se non a medici che hanno frequentato un corso di apprendimento dedicato. Questo ha permesso di ridurre la frequenza degli errori di tecnica a limiti prossimi allo zero. ni ConcluLasioriduzione dei volumi e la perdita di tonicità e compattezza del derma sono divenuti negli ultimi anni aspetti della correzione estetica PRIMA 46 DOPO Figura 3. Figura 4. Figura 5. Figura 6. Journal of Plastic Dermatology 2008; 4, 1 Uso cosmetico dell’acido L-polilattico per il ringiovanimento cutaneo: nuove indicazioni Figura 7. Piano di Frankfort. di grandissima importanza. Inoltre, ad un periodo in cui alcuni colleghi ed alcuni media privilegiavano correzioni a volte un poco esagerate e non naturali, ne è seguito un altro ove la correzione naturale ed assolutamente non visibile ha p reso il sopravvento. Sicuramente i migliori risultati si ottengono dalla integrazione delle Letture consigliate t e cniche, ed in questo senso la fibroristrutturazione mediante PLLA non può non essere conosciuta da ogni medico estetico che desideri essere completo. Il PLLA, a pare re dell’Autore, è un materiale molto versatile, che presenta caratteristiche che lo rendono unico: in particolare la possibilità di diversificarne la preparazione a seconda delle indicazioni resta un aspetto molto interessante. I risultati nel terzo inferiore del volto si confermano ottimi e molto naturali. I risultati nelle indicazioni emergenti dovranno essere confermati con studi scientifici, ma i risultati preliminari sono sicuramente incoraggianti. Anche la drastica riduzione degli effetti collaterali maggiori, i noduli, sicuramente dovuti ad errori tecnici soprattutto nei primi anni di utilizzo del PLLA, conferma che la strada intrapresa è quella giusta. Il training divenuto obbligatorio per i medici utilizzatori in tutto il mondo deciso dalla ditta distributrice è stata la scelta giusta per un materiale di grande impatto estetico. 1. Apikian M. Adverse reactions to polylactic acid injections in the periorbital area. J Cosmet Dermatol 2007; 6:95 13. Morgan AM. 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Via Bassini, 41 - 20133 Milano Tel. 0270608091/0270608060 - Fax 0270606917 E-mail: [email protected] Direttore Responsabile Direzione Generale Direzione Marketing Consulenza grafica Impaginazione Pietro Cazzola Armando Mazzù Antonio Di Maio Piero Merlini Clementina Pasina Abbonamento annuale (3 numeri) Euro 39,00 Pagamento: conto corrente postale n. 20350682 intestato a: Edizioni Scripta Manent s.n.c. via Bassini 41- 20133 Milano Stampa: Arti Grafiche Bazzi, Milano È vietata la riproduzione totale o parziale, con qualsiasi mezzo, di articoli, illustrazioni e fotografie senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. L’Editore non risponde dell’opinione espressa dagli Autori degli articoli. Ai sensi della legge 675/96 è possibile in qualsiasi momento opporsi all’invio della rivista comunicando per iscritto la propria decisione a: Edizioni Scripta Manent s.n.c. Via Bassini, 41 - 20133 Milano