Capitolo 3
Pensare come un economista
Giuseppe Celi 2005
Piano della lezione
 L’approccio dell’economia
 L’utilizzo dei modelli
 Il flusso circolare dell’attività economica
 Mercati ed equilibrio
 Gli agenti rappresentativi
 Il costo opportunità
 Le aspettative
 Equazioni e diagrammi
Giuseppe Celi 2005
L’economia è una scienza?
 L’economia è una scienza sociale: l’oggetto di studio è rappresentato
dagli individui e dal loro comportamento
 Essendo una scienza sociale, un consenso univoco sulle questioni
economiche è raro. I giudizi di valore su come debba funzionare la
società per raggiungere gli obiettivi di equità, giustizia, benessere, etc.
influenzano le teorie economiche
 L’economia non può applicare sistematicamente il metodo sperimentale
delle scienze naturali e questo rende i risultati della ricerca economica
più provvisori e discutibili
 Un ulteriore elemento di complicazione è rappresentato dal fatto che gli
individui basano i propri comportamenti sulle proprie aspettative circa il
futuro. La freccia della causalità, quindi, non va solo dal passato al
futuro (come nelle scienze naturali) ma anche dal futuro al passato
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L’utilizzo dei modelli

Nonostante gli elementi di complicazione rappresentati dai giudizi di
valore, dal carattere non sperimentale della disciplina e dalle relazioni
causali inflenzate dalle aspettative, l’economia rimane una scienza
quantitativa

L’economia fa ampio uso dell’aritmetica per la misurazione delle variabili e
dell’algebra per la costruzione di modelli

I modelli si concentrano sulle relazioni comportamentali più importanti ai
fini della spiegazione di un determinato fenomeno economico, facendo
astrazione dalla molteplicità delle relazioni ritenute ininfluenti

In macroeconomia, si cerca di spiegare il PIL, il tasso di disoccupazione, il
tasso di interesse, ossia tutta una serie di variabili endogene, attraverso
un modello economico. Le altre variabili, quelle che non cerchiamo di
spiegare con il modello, sono chiamate variabili esogene (per esempio, il
reddito e il tasso di interesse estero, la forza del sindacato, il prezzo del
petrolio)
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La retorica dell’economia
 La retorica dell’economia fa uso di di una serie di
analogie e metafore che consentono di comprendere
più facilmente il funzionamento del sistema
economico
 Nella retorica dell’economia, 4 concetti sono
dominanti:
 Il flusso circolare dell’attività economica
 Il mercato
 L’equilibrio
 L’impiego di diagrammi
Giuseppe Celi 2005
Un esempio: la curva di Phillips

Giuseppe Celi 2005
L’economia statunitense
spinta all’insù lungo la curva
di Phillips. Negli Stati Uniti,
tra il 1986 e il 1989, la
politica monetaria espansiva
della Federal Reserve
ridusse i tassi di interesse e
aumentò la spesa totale.
L’aumento della spesa totale
significò che il tasso di
disoccupazione scese dal
7% nel 1986 al 5.3% nel
1989. Quando il tasso di
disoccupazione diminuì, il
tasso di inflazione aumentò
dal 2.6% nel 1986 al 4.4%
nel 1989. Gli economisti
descrivono questo
cambiamento in questo
modo: “Tra il 1986 e il 1989
la politica monetaria
espansiva della Federal
Reserve spinse l’economia
verso l’alto e verso sinistra
lungo la curva di Phillips” (la
relazione di breve periodo tra
disoccupazione e inflazione).
Il flusso circolare dell’attività economica
 Gli economisti rappresentano l’attività economica come un
circuito in cui la produzione, il reddito e la spesa fluiscono e
defluiscono come un liquido tra famiglie, imprese e pubblica
amministrazione
 Nel diagramma più semplificato del flusso circolare
distinguiamo:
 il lato del reddito, in cui i pagamenti monetari fluiscono
dalle imprese alle famiglie per la retribuzione del loro lavoro
e per la remunerazione del capitale;
 Il lato della spesa, in cui i pagamenti monetari fluiscono
dalle famiglie alle imprese in seguito all’acquisto di beni e
servizi finali.
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Il diagramma del flusso circolare
 Le famiglie
spendono denaro
comprando i beni
prodotti dalle
imprese, e le
imprese,
invertendo il flusso,
spendono lo
stesso denaro
comprando dalle
famiglie fattori di
produzione: tempo
e impegno dei
lavoratori, attività
finanziarie,
utilizzazione della
terra e di altre
proprietà.
Giuseppe Celi 2005
Il flusso circolare dell’attività economica

Quando inseriamo la pubblica amministrazione, i mercati finanziari e le
relazioni con l’estero, il flusso circolare tiene conto:

sempre del flusso di reddito dalle imprese alle famiglie;

dell’utilizzazione del reddito da parte delle famiglie in termini di
consumo, risparmio e imposte;

degli acquisti della PA;

dell’afflusso di risparmio privato e pubblico nei mercati finanziari;

dell’acquisto di beni di investimento da parte delle imprese che
investono prendendo a prestito nei mercati finanziari;

delle esportazioni nette;

dell’afflusso di risparmio proveniente dall’estero nei mercati
finanziari ( = ─ esportazioni nette)
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Flusso circolare 2
Questa versione del flusso circolare è
complicata dall’aggiunta della
pubblica amministrazione e dei
mercati finanziari al diagramma. Non
tutti i beni e i servizi finali vengono
comprati dalle famiglie. Una parte
viene comprata dalla pubblica
amministrazione, che applica imposte
per procurarsi risorse con cui
finanziarsi. Una parte viene comprata
dalle imprese che cercano di
investire. Queste ultime si procurano
le risorse necessarie emettendo
azioni e obbligazioni e prendendo
denaro a prestito, operazioni che si
svolgono tutte nei mercati finanziari.
Questa versione del flusso circolare è
complicata anche dal fatto che tiene
conto dell’esistenza di un mondo
esterno, il quale compra i prodotti
delle imprese interne e investe
attraverso i mercati finanziari interni.
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Il flusso circolare dell’attività economica
 La produzione, il reddito e la spesa possono essere misurati in tre
differenti momenti del flusso circolare:

nel punto in cui consumatori, imprese che fanno investimenti, PA ed
esportatori acquistano beni dalle imprese (lato della spesa)

nel punto in cui le imprese retribuiscono le famiglie per i fattori di
produzione offerti (lato del reddito)

Nel momento in cui le famiglie decidono su come utilizzare il
reddito (lato dell’utilizzazione del reddito)
 Le tre misure sono uguali
Giuseppe Celi 2005
I mercati
 La molteplicitità di scambi decentrati viene assimilata ad un unico
mercato:
 i contratti tra lavoratori e datori di lavoro vengono stipulati nel
“mercato del lavoro”;
 le operazione di deposito e di prestito delle banche avvengono del
“mercato monetario”;
 le quantità domandate e offerte di molteplici prodotti si bilanciano
nel cosiddetto “mercato dei beni”
 Si fa l’ipotesi che l’informazione viaggi velocemente che compratori e
venditori abbiano sufficienti informazioni affinchè prezzi e quantità
siano determinabili nello stesso modo in cui ciò avverrebbe
camminando lungo il perimetro di un mercato all’aperto ed esaminando
compratori e venditori nel giro di poco tempo
Giuseppe Celi 2005
Il concetto di equilibrio
 Gli economisti si concentrano nella ricerca di un punto di quiete in cui le
forze economiche si bilanciano.
 La ricerca dell’equilibrio è un tentativo di semplificazione del
funzionamento del sistema economico. Le domande che gli economisti
si pongono possono essere analizzate molto più facilmente quando si
fa riferimento a situazioni di equilibrio in cui le forze che tendono a fare
aumentare certe grandezze economiche e quelle che tendono a farle
diminuire si compensano.
 Una volta definiti i potenziali punti di equilibrio, gli economisti si
concentrano sul processo di convergenza del sistema economico verso
quei punti di equilibrio
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Costruzione dei modelli: agenti
rappresentativi
 Nella costruzione dei modelli, una semplificazione adottata dai
macroeconomisti è quella di individuare il singolo agente
rappresentativo e di generalizzare il suo processo decisionale
all’intero sistema economico: “la famiglia”, l’”impresa”, il “lavoratore”
come agente rappresentativo rispettivamente di tutte le famiglie, di tutte
le imprese, di tutti i lavoratori
 Questo procedimento di astrazione, tuttavia, rende difficile la
trattazione di alcuni problemi economici.
Per esempio:
 La disoccupazione
 La distribuzione del reddito
Giuseppe Celi 2005
Costruzione dei modelli: costo opportunità

Quando in economia si effettua una determinata scelta si rinuncia ad
una scelta alternativa:

detenere il proprio potere d’acquisto in forma liquida (moneta)
invece che in forma meno liquida (titoli) comporta la rinuncia ad
un interesse;

spendere il proprio reddito in beni di consumo comporta la
rinuncia all’opportunità di risparmiare;

impiegare i fattori produttivi per produrre un determinato bene
comporta la rinuncia a produrre un altro bene, etc.

Il costo opportunità sta ad indicare il valore della scelta alternativa
migliore a cui si rinuncia compiendo una determinata scelta.

Gli economisti, nella costruzione dei loro modelli, tengono sempre
presenti i costi opportunità del decisore
Giuseppe Celi 2005
Costruzione dei modelli: aspettative

Spesso il costo opportunità esprime la rinuncia ad un impiego alternativo
del presente al fine di preservare le risorse nel futuro (per esempio: la
rinuncia ad un basso salario oggi per dedicarsi allo studio è finalizzata ad
avere un posto qualificato e un salario più elevato in futuro)

Il problema è che il futuro non è perfettamente conosciuto. Gli agenti
economici formulano delle aspettative circa il futuro per effettuare le
proprie scelte.

Quasi tutte le relazioni comportamentali incorporate nei modelli
macroeconomici si basano sulle aspettative.

Gli economisti tendono a considerare tre tipi di aspettative
 Statiche: i decisori non pensano al futuro;
 Adattive: i decisori si aspettano che il futuro sarà abbastanza simile al
passato;
 Razionali: i decisori ottimizzano le informazioni a loro disposizione
per fare previsioni, come se conoscessero perfettamente il modello di
funzionamento del sistema economico.
Giuseppe Celi 2005
Risoluzione dei modelli economici
 Relazioni comportamentali. Quando gli economisti analizzano le
implicazioni di un comportamento economico (per esempio, come varia
la produzione al variare dello stock di capitale), utilizzano solitamente
un’equazione che rappresenta una relazione comportamentale. Tale
equazione mette in relazione causa (livello dello stock di capitale) ed
effetto (livello del prodotto) del comportamento economico. Inoltre,
l’economista costruisce un diagramma per visualizzare la relazione
 Condizioni di equilibrio. Le relazioni comportamentali vengono
combinate con condizioni di equilibrio, situazioni in cui le forze del
sistema economico sono bilanciate. Se le condizioni di equilibrio non
sono soddisfatte, il sistema economico non è stabile. Le relazioni
comportamentali devono essere soddisfatte e rese mutualmente
compatibili per il raggiungimento dell’equilibrio.
Giuseppe Celi 2005
Equazioni e diagrammi. Un esempio:
la funzione di produzione
 Due forme della funzione di produzione. Gli economisti
costruiscono le loro argomentazioni spostandosi avanti e indietro
tra equazioni e diagrammi che rappresentano la stessa relazione.
Il diagramma a destra è la rappresentazione geometrica
dell’equazione algebrica a sinistra.
Giuseppe Celi 2005
Produzione di equilibrio per lavoratore
Giuseppe Celi 2005
Un’unica equazione, una miriade di
relazioni
Giuseppe Celi 2005
Variazione dei valori dei parametri e della forma
della funzione di produzione Cobb-Douglas
 La variazione del
parametro α –
l’esponente di K/L
nella funzione di
produzione – varia
la curvatura della
curva
rappresentativa
della funzione di
produzione e quindi
varia il punto in cui
cominciano a
diminuire i
rendimenti degli
aumenti del capitale
per lavoratore.
Giuseppe Celi 2005
L’effetto esercitato da variazioni dell’efficienza del
lavoro sulla forma della funzione di produzione
 Un elevato valore di
E corrisponde a
un’economia
altamente
produttiva; un valore
basso corrisponde a
un’economia in cui
neppure aumenti
giganteschi del
livello di capitale per
lavoratore creano
una società
abbiente
Giuseppe Celi 2005
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