PEER REVIEW, UNO STRUMENTO IN PIU’ PER LA QUALITA’ DELL’IeFP Migliorare la qualità nella Formazione Professionale, utilizzando nuove metodologie di valutazione degli Istituti. E’ stato questo il tema centrale del convegno “Garantire la qualità dell’Istruzione e formazione professionale: la Peer Review, una metodologia innovativa”, tenutosi a Roma il 13 giugno presso la sede dell’Isfol. Hanno partecipato all’evento, in rappresentanza dell’ENDO-FAP Nazionale la Dott.ssa Giuseppina D’Apolito e la Dott.ssa Alexia Amaricci. Nella giornata del seminario è stato illustrato l’argomento della Garanzia di qualità nell’istruzione e formazione professionale e le prospettive dell’implementazione del Piano nazionale di Garanzia della qualità elaborato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dal Ministero dell’Istruzione, Università e ricerca e dalle Regioni con l’assistenza tecnica del Reference Point per la qualità dell’IFP, in risposta alla Raccomandazione Europea del 18 giugno 2009. Sono stati inoltre presentati i risultati della II sperimentazione di Peer Review realizzata dall’Isfol nell’ambito del progetto “Rete Nazionale Peer Review 2012/2013”, col supporto di una RTI (CIOFS-FP e CNOS FAP). Ma cosa è la Peer Review? Si tratta di una forma di valutazione esterna, attuata mediante reti di strutture scolastiche e formative, che ha l’obiettivo di sostenere l’istituzione “valutata” durante un percorso per l’Assicurazione e Sviluppo qualità. La valutazione è condotta da un gruppo di esperti esterni, i Pari (= Peer), che sono chiamati ad esprimere un giudizio sulla qualità di diversi ambiti/aree di qualità della struttura valutata. Gli ambiti di valutazione possono concernere singole Aree di qualità o l’intera organizzazione. Ha aperti i lavori del seminario la Dott.ssa Sandra D’Agostino-Isfol, la quale ha parlato del ruolo della Peer Review, come nuovo strumento di valutazione che va diffondendosi in Italia. “Il tema della qualità – ha dichiarato la Dott.ssa D’Agostino – è tema strategico e punto chiave. Non basta più l’accreditamento per garantire la qualità delle strutture; bisogna ampliare lo sguardo verso il mondo universitario, ridefinendo sia il sistema di valutazione che il sistema di accreditamento e prendendo a riferimento gli standard EQAVET e la Racc.Ue 2009”. “Occorre ancora fare tanto lavoro nel nostro Paese – ha proseguito la rappresentante dell’Isfol - e la sperimentazione Peer Review è uno degli ambiti utili per spingere l’autovalutazione e la valutazione esterna, mettendone i risultati a favore del pubblico”. Anche la Dott.ssa Valentina Curzi del Ministero del Lavoro ha sottolineato l’importanza della Peer Review, attività finanziata dal PON. “Nel quadro complessivo per la qualità – ha affermato la Dirigente del Ministero – la Racc.Ue 2009 e la definizione di un approccio nazionale (con il Piano Nazionale per la Garanzia della qualità del sistema di Istruzione e Formazione Professionale) forniscono elementi di base per assicurare la qualità nell’IeFP. A tal fine, il partenariato è fondamentale per condividere il Piano Nazionale a tutti i livelli (non solo nell’IeFP ma anche nella Formazione Continua). L’impostazione del Piano Nazionale punta alla valorizzazione delle esperienze esistenti (in alcune regioni per il rilascio dell’accreditamento era già prevista una valutazione della qualità) per poi pianificare gli interventi successivi, con lo scopo di introdurre elementi di miglioramento e di evoluzione qualitativa. In tale contesto si inserisce la valorizzazione e la qualificazione dell’accreditamento con metodologie innovative come la Peer Review o l’autovalutazione”. La Dott.ssa Curzi ha quindi introdotto l’iniziativa delle regioni aderenti alla sperimentazione. Riguardo alla tempistica, la messa a regime della nuova metodologia è prevista per il 1° gennaio 2014. Per l’implementazione è previsto un partenariato per la programmazione 2014-2020 dei Fondi Strutturali (FSE), con un preciso impegno rispetto all’applicazione del Piano di Qualità nell’ambito dell’obiettivo tematico 10 “investire nelle competenze nell’istruzione e nell’apprendimento permanente”. “La Racc.Ue 2009 – ha affermato la Dott.ssa Curzi – è strumento giuridicamente non vincolante ma ciò che stabilisce è “condizionalità ex ante” per i finanziamenti, quindi di fatto vincolante”. Il Dott. Giovanni Desco, rappresentante del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, ha sottolineato che gli indicatori della Raccomandazione hanno attinenza con la Formazione Professionale quale connessione con il mondo del lavoro. Nel suo intervento, il Dott.Desco ha lanciato alcuni spunti di riflessione: 1) Il nostro Paese ha scelto di mettere in rapporto la Racc.Ue in modo sistematico con il Sistema qualità nel suo complesso. Lo stesso Piano Nazionale estende la qualità all’intero sistema educativo; 2) Il recente riordino dell’Istruzione Secondaria Superiore rende decisivo dare qualità a tutto il sistema; 3) Per l’istruzione professionale e tecnica, gli indicatori di qualità intercettano la normativa sugli standard internazionali; 4) Molti indicatori della Raccomandazione chiamano in causa le politiche sull’orientamento; 5) Evidente è il collegamento fra IeFP (livelli essenziali delle prestazioni) e gli indicatori della Racc.; 6) Il servizio nazionale di valutazione ha finalità non coincidenti con il Piano Nazionale. Tuttavia tutte le opportunità di sinergia vanno valorizzate. Occorre quindi capire come la metodologia della Peer Review possa inserirsi in una delle varie fasi previste dal Piano. A rappresentanza della Regione Puglia, ha preso la parola la Dott.ssa Claudia Claudi, affrontando l’argomento del ciclo della qualità nel quadro di Riferimento Ue (Pianificazione, Implementazione, Revisione e Aggiornamento, Valutazione). “La Puglia – ha dichiarato la Dott.ssa Claudi – ha recepito con ritardo il sistema di accreditamento, ma proprio per questo ha potuto recepire tutte le indicazione sulla qualità. Il nuovo sistema di accreditamento è stato adottato con il DGR 195/2012: esso prevede una metodologia a sportello, per un ricambio dinamico fra gli organismi formativi, ed un supporto con costante attenzione a verifiche e controlli. Il sistema, inoltre, stabilisce l’introduzione di un complesso di indicatori di “Livelli di efficacia ed efficienza”, che gli organismi devono rispettare per ottenere e conservare l’accreditamento. Tali indicatori si rifanno agli indicatori della Racc.2009 (livelli di efficienza: abbandono, successo formativo, occupazione o rientro nel sistema scolastico, soddisfazione; livelli di efficacia: spesa rendicontata, spesa riconosciuta, costi allievo, sistema del “monte crediti” che prevede un pacchetto premiante o punitivo etc.)”. La Dott.ssa Claudi ha poi ricordato che la Regione Puglia partecipa all’indagine nazionale Placement coordinata dall’Isfol, (osservatorio sul mercato del lavoro) ed al progetto “Ritorno al futuro”, che sostiene i giovani laureati, il dottorato di ricerca e le reti di laboratori pubblici di ricerca. L’obiettivo della Regione è quello di rafforzare il raccordo fra istruzione e formazione e facilitare l’accesso al sistema di formazione (su esempio di Porta Futuro realizzato dalla Provincia di Roma). L’esperienza della Regione Umbria è stata presentata dalla Dott.ssa Antonietta Petetti, la quale ha parlato della partecipazione al progetto PRISDOQ (Peer Reviews: Increasing Sustainable Development Of Quality) nell’ambito del LLP, Leonardo da Vinci TOI (Trasfert of Innovation) 2011-2013. Si è trattata della prima sperimentazione di Peer Review per l’Umbria. Core partner del progetto sono stati Germania Lituania e Turchia. Scopo finale: mettere a punto una strategia per facilitare la diffusione della metodologia di valutazione fra pari ed utilizzare la stessa nel quadro del complessivo sistema di qualità della Formazione Professionale. Secondo la Dott.ssa Petetti, i punti di forza della Peer Review sono i seguenti: può essere gestita da organizzazioni piccole o molto piccole di IFP; sviluppa un approccio di qualità in chiave di miglioramento continuo; abbassa le resistenze rispetto alla valutazione esterna; favorisce la fiducia reciproca e la crescita di relazioni cooperative tra organismi; consente lo sviluppo di competenze nello staff degli organismi di IFP nell’ambito della qualità e della capacità competitiva; applicandosi su base volontaria, può favorire lo sviluppo della cultura di pratiche di ancoraggio della valutazione alla qualità dei risultati; essendo fondata sulla valutazione fra pari, può permettere l’acquisizione di premialità nell’acesso ai finanziamenti pubblici. Il DGR Umbria 1424/2012 sancisce la necessità di: definire un Repertorio regionale dei profili professionali di un sistema di competenze per la gestione del processo di peer reviewing; stabilire che le competenze assolvano l’obbligo di aggiornamento professionale (vedi DGR 295/2013). In Umbria sono state realizzate due edizioni sperimentali di formazione sulla Peer Review, con 12 ore di formazione per edizione e 40 agenzie formative coinvolte. Per la Regione Lazio è intervenuta la Dott.ssa Mafalda Camponeschi, che ha evidenziato che la referenziazione delle qualificazioni EQF è fondamentale per rendere spendibili le qualificazioni regionali in tutta Italia e quindi all’estero. Ha concluso i lavori della mattinata la Dott.ssa Ornella Papa dell’INVALSI, Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione. “Lo schema regolato dal sistema nazionale di valutazione in materia di IeFP – ha detto la Dott.ssa Papa – approvato l’8 marzo 2013 ha sancito la rilevanza del rapporto fra valutazione esterna e valutazione interna”. La rappresentante dell’INVALSI ha poi esposto i due progetti avviati dall’Istituto: il progetto “Valutazione e Miglioramento”, che ha riguardato 400 scuole ed il progetto “VALES” (Valutazione e Sviluppo della Scuola), con 400 scuole partecipanti. Il primo ha lo scopo di valutare ed accompagnare verso il miglioramento le scuole destinatarie dei fondi PON; il secondo integra valutazione interna e valutazione esterna. “Gli esiti del processo di autovalutazione – ha dichiarato la Dott.ssa Papa – sono presentati in un rapporto di autovalutazione da redigere seguendo apposite linee guida che hanno la funzione di rendere comparabili i risultati della qualità interna. Poi seguirà lo step della valutazione esterna (si consiglia di consultare il sito del MIUR-fascicolo Scuola in Chiaro). La seconda parte del seminario è stata dedicata alla presentazione vera e propria della II sperimentazione Peer Review nelle scuole (la prima fu svolta nel 2010). Alla sperimentazione hanno preso parte gli Istituti scolastici e Centri di Formazione Professionale distribuiti nelle cinque regioni coinvolte: Lazio, Campania, Veneto, Puglia e Sicilia. Al termine della giornata, le strutture aderenti ed i Pari hanno ricevuto un’attestazione di partecipazione al progetto. Per la rete Campania-Lazio, è intervenuto un rappresentante dell’Ufficio Regionale campano, che ha parlato dell’esperienza della Regione sull’argomento e degli istituti locali che hanno aderito all’iniziativa. In Campania è attivata una Deliver Unit (composta dal Ministero, Regione, industria ed università) mirata ad introdurre nei Comitati Tecnico-Scientifici (CTS) la Peer Review. La Dott.ssa Ismene Tramontano e la Dott.ssa Cristiana Porcarelli dell’Isfol hanno poi presentato, rispettivamente, i risultati della sperimentazione ed il Registro dei Pari. La prima sperimentazione, svolta nel 2010, riguardò 12 strutture scolastico-formative e 48 Pari, con 12 visite di Peer Review e la revisione del manuale. La seconda sperimentazione 2012-2013 ha coinvolto 16 strutture, 64 Pari e 96 docenti/formatori, con 16 visite di Peer Review. Gli obiettivi di questa II fase sono stati quelli di: allargare la rete nazionale e far partecipare più istituzioni; creare reti territoriali su base regionale; concorrere alla realizzazione ed al riconoscimento del Registro dei Pari; promuovere il confronto ed il dialogo sistematico; migliorare la gestione organizzativa degli Istituti/CFP da valutare; mettere a disposizione degli erogatori di IeFP strumenti di miglioramento della qualità. Per quanto concerne i risultati, i punti di forza evinti sono: l’apprezzamento del manuale e della metodologia; la comprensione dello spirito della valutazione fra parti; l’acquisizione di nuovi strumenti di miglioramento; il confronto con i colleghi; lo scambio di buone pratiche. I punti critici invece riguardano: la minore efficacia della valenza valutativa: l’agenda delle visite troppo intensa; il numero eccessivo di documenti da compilare a cura del gruppo dei Pari; l’impegno aggiuntivo per i docenti; l’utilizzo della piattaforma (difficoltà di accessibilità e di gestione dei file). Ad ogni modo, dai questionari somministrati a fine progetto si evince che il 67% dei dirigente si mostra disponibile a ripetere l’esperienza e che il restante 33% è predisposto a condizione di ricevere un finanziamento per il coinvolgimento delle risorse umane. Paola Oliviero del CNOS-FAP ha approfondito specificamente i prerequisiti per la Peer Review: critica costruttiva, cultura manageriale, valorizzazione delle esperienze positive, creazione di un sistema fra Istruzione e Formazione Professionale. Le aspettative derivanti da questa metodologia valutativa sono: il superamento della logica di autoreferenzialità; il riscontro critico; l’acquisizione di buone prassi; la formazione quali esperti per il personale che partecipa; l’individuazione delle azioni di miglioramento; l’implementazione delle pianificazioni didattiche; lo sviluppo di nuove metodologie didattiche; il perfezionamento della comunicazione. Nella II sperimentazione sono stati formati 140 Pari ed ogni istituto/CFP ha scelto due aree qualità da valutare. Come base del progetto è stato adottato il Manuale Europeo della Qualità. Le due aree qualità più richieste dai Centri sono state quella dell’apprendimento ed insegnamento e quella della valutazione, mentre quattro aree non sono state affatto prese in considerazione: contesto sociale, accesso e diversità, gestione e amministrazione, distribuzione, reclutamento e sviluppo risorse umane. Le interviste successive alla sperimentazione sono state rivolte a: allievi, imprese, famiglie, docenti interni ed esterni, osservatori d’aula. Nel complesso sono state realizzate 198 interviste e sono stati coinvolti 14 laboratori, con 16 osservazioni d’aula. Dall’indagine emergono punti positivi e punti negativi. Tra i punti positivi ricordiamo la piena soddisfazione per il coinvolgimento della visita e l’acquisizione di nuovi strumenti Ue di miglioramento. Tra i punti critici spiccano: la difficoltà di integrazione fra docenti delle strutture scolastiche e docenti della FP; la problematicità per i docenti scolastici nell’utilizzo di metodologie attive e multimediali per l’apprendimento; la diversità fra sistema di valutazione finale nella FP rispetto alla scuola; difficoltà di reintegro nel sistema scolastico per gli allievi della Formazione. Per quanto riguarda le opinioni manifestate dai Pari, si evince anche da parte loro una critica agli eccessivi documenti da compilare, ma un parere favorevole sulla metodologia e sulla comunicazione e gestione della stessa. I Facilitatori (ossia coloro che accolgono i Pari presso gli Istituti) hanno espresso soddisfazione per il seminario introduttivo e la formazione in presenza (articolata in due giornate). In conclusione, l’indagine indica la necessità di valorizzare le esperienze maturate, di favorire la disseminazione, di promuovere la formazione sulla metodologia di Peer Review. In rappresentanza della Rete Puglia, ha preso la parola la Dott.ssa Giuseppina Lotito, Dirigente dell’I.I.S.S. "R.Gorjux” di Bari. “Lo scopo dell’adesione – ha dichiarato la dirigente scolastica – è stato quello di migliorare la qualità del nostro Istituto. Le aree prese a riferimento per la valutazione sono state l’Area 2 (Apprendimento) e l’Area 12 (Interazione e Partecipazione Sociale)”. “Il progetto – ha proseguito la Dott.ssa Lotito – ha avuto grande rispondenza da parte delle imprese locali. Gli obiettivi finali sono stati: rendere sistematica l’autovalutazione; accrescere la consapevolezza del ruolo degli Istituti; migliorare la comunicazione interna ed esterna. Il suggerimento è che il gruppo dei Pari assuma carattere permanente”. Fra le criticità denunciate tornano ancora una volta l’eccesso di documenti, la tempistica, la procedura complessa. Fra gli esiti positivi: la creazione di una rete, la condivisione, l’individuazione di strategie di miglioramento, il confronto sulle buone pratiche. Come accennato, la Dott.ssa Porcarelli dell’Isfol ha affrontato il tema del Registro dei Pari, sottolineando l’esigenza di offrire un riconoscimento a tale figura. Il Registro rappresenta un elenco istituzionalizzato di esperti italiani sulla metodologia di Peer Review. I requisiti minimi per iscriversi al Registro sono: avere svolto almeno 5 ore di metodologia, avere effettuato una visita ed aver contribuito all’elaborazione di un documento previsto dal manuale, possedere esperienza professionale biennale documentata nell’ambito della valutazione. Sulla piattaforma elaborata dal CIOFS e su isfol.it è possibile consultare le informazioni sul Registro dei Pari (oppure contattare [email protected]). Entro settembre il registro sarà on line. Il Dott.Angelo Simionato del CNOS-FAP Veneto ha esposto l’esperienza della propria Regione e del proprio CFP quale ente aderente alla sperimentazione. “In Veneto – ha sottolineato il Dott.Simionato – l’accreditamento e la certificazione sono diffuse in tutto il territorio ed hanno molti elementi di similitudine con la metodologia della Peer Review. La rete veneta che ha preso parte al progetto ha interessato quattro strutture (CFP San Marco, IT I Levi, ENGIM Veneto e IPSIA Giorgi). La formazione per il personale coinvolto ha previsto un seminario di avvio (8 ore), un incontro di approfondimento degli strumenti (4 ore) ed un seminario conclusivo (4 ore). Per realizzare l’attività valutativa sono state effettuate 4 visite fra febbraio e marzo 2013 e sono stati compilati 89 documenti complessivi, tutti utili alla finalità del progetto”. Il direttore del CNOS-FAP Veneto ha poi evidenziato i punti di forza emersi dall’esperienza: metodologia adattabile sia alla IeFP che alla scuola; validità degli strumenti usati (manuale, self report, agenda di lavoro etc.); ottima clima di relazione; riscontro costruttivo tra i colleghi; disponibilità da parte delle strutture ospitanti verso i Pari. Dalla sperimentazione, che ha preso in considerazione l’area miglioramento (strumenti e miglioramento metodologico), sono risultate 11 buone prassi. Infine, è stata presentata la rete Sicilia, rappresentata da Concetta Giamposcaro, Pari facilitatrice dell’istituto ITES "L. Sturzo" e dal Dott.Salvatore Miroddi, Direttore del CFP ECAP. A seguire sono stati consegnati gli attestati di partecipazione alla Peer Review 2012-2013, con l’auspicio che la sperimentazione possa presto essere estesa ad altre realtà scolastiche e formative, in vista dell’entrata a regime della metodologia in tutta Italia.