Gli speciali di Tavolaegusto A cura della redazione Panettone vs Pandoro Salla scoperta dei dolci natalizi L’avvicinamento alle festività non poteva essere più dolce di così! La redazione di Tavolaegusto si trova oggi a mettere simbolicamente in opposizioni i due dolci natalizi per antonomasia: il Panettone ed il Pandoro. Grazie alla preziosa collaborazione di due grandi aziende del comparto dolciario artigianale ed industriale questo speciale Metterà a confronto le origini e la preparazione dei due dolci. Zona di produzione: Lombardia ed in particolar modo Milano Iniziamo il nostro viaggio dal Panettone! Ci troviamo presso una rinomata famiglia di pasticceri che ama il proprio lavoro e coltiva passione per un’arte che si trasmette di generazione in generazione, introducendo innovazione e creatività nel rispetto della tradizione della grande pasticceria. Parliamo della Pasticceria Antoniazzi, nata nel 1968, quando Ennio Antoniazzi aprì il suo primo laboratorio a Bagnolo San Vito, a due passi da Mantova. Oggi sono a disposizione dei clienti anche la nuova caffetteria di Mantova e la sezione dedicata al banqueting. Le origini del panettone sono sicuramente legate alla città di Milano, mentre non c'è accordo su chi abbia inventato questo dolce, e in quali circostanze. Esistono diverse storie sull'origine del panettone, molte delle quali hanno come protegonista un personaggio di nome Toni, panettiere, cuoco o semplice garzone a seconda delle versioni della storia, che ha dato il nome al panettone (pan del Toni). Altre leggende fanno risalire le origini del panettone alla suora di un convento che produsse il panettone con i pochi ingredienti che aveva in dispensa e lo decorò intagliando una croce sull'impasto. Per preparare un panettone occorrono due giorni pieni, per questi motivi il panettone divenne un dolce molto diffuso, tipico della tradizione natalizia, solamente negli anni '50 quando le industrie alimentari riuscirono a produrlo in serie. Oggi il Panettone è un dolce tipico Italiano tutelato dal D.M. 22-07-2005 che ne specifica gli ingredienti e le percentuali minime per poter essere definito tale. LE MATERIE PRIME UTILIZZATE La scelta della farina è alla base di tutto. Il tipo di miscela e la qualità del grano condizionano tutto il procedimento produttivo. Per questo i maestri pasticceri Antoniazzi che ci ospitano per questo speciale scelgono solo farine naturali, macinate a pietra con grano proveniente da colture biologiche che rende il prodotto davvero Iinsuperabile. Farina, burro e uova fresche sono alla base di un buon pandoro. Ingredienti semplici, che cerchiamo scegliere con cura e attenzione, perché le materie prime sono fondamentali per la buona riuscita dei nostri dolci. Abbiamo realizzato operazioni importanti, come quella della collaborazione con In.Al.Pi. per la fornitura di burro italiano. In linea con la tradizione e la legislazione in materia, cerchiamo il top del risultato, proprio per rispettare la nostra storia di inventori del Pandoro. Zona di produzione: Veneto ed in particolar modo Verona Il nostro parallelo prosegue con il Pandoro! Ci troviamo a San Giovanni Lupatoto (VR) per conoscere l’azienda fondata da Domenico Melegatti nel lontano 1894, una delle aziende leader nel settore dolciario. La sua fortuna è legata principalmente al prodotto che per eccellenza la contraddistingue da sempre e al quale si attribuisce con orgoglio la paternità: il Pandoro, appunto. Qui la ricerca continua della qualità, la cura nella lavorazione, la genuinità degli ingredienti selezionati, l'innovazione tecnologica, caratterizzano i processi di crescita Aziendali, mantenendo però sempre lo sguardo attento alle tradizioni e alle proprie radici. LA STORIA LA STORIA LE MATERIE PRIME UTILIZZATE Diverse sono le credenze circa la nascita del Pandoro, il dolce veronese che con il panettone si contende il titolo di dolce natalizio per antonomasia. Il nome pandoro descrive alla perfezione il colore della pasta, il giallo oro, conferitogli dalle uova. Leggero e soffice, come la pasta brioche, ha un sapore delicato e leggermente profumato di vaniglia. Qualcuno ne fa risalire la nascita nella Repubblica Veneta del '500, quando si servivano, nelle ricche tavole, dolci di forma conica, ricoperti da foglie d'oro, chiamati appunto "Pan de Oro". Secondo altri l’origine deriva da un antico dolce che i veronesi consumavano a Natale: il “nadalin”. Data ufficiale della nascita (come evoluzione, appunto, del "Nadalin") è il 14 ottobre 1894, così come certificato dall'Attestato di Privativa Industriale per l'invenzione del Pandoro, rilasciato dal Ministero di Agricoltura e Commercio del Regno d'Italia in cui Domenico Melegatti “brevettò” un dolce morbido e dal caratteristico corpo a forma di stella a otto punte, opera dell'artista Angelo Dall'Oca Bianca, pittore impressionista. L'IMPASTO Anche i tempi di lavorazione dell’impasto sono fondamentali per la realizzazione di un prodotto lievitato d’eccellenza. La corretta durata del procedimento conferisce estensibilità alla pasta e temperatura e volume ideali dopo la cottura. L’impasto lavorato viene suddiviso, messo negli appositi stampi e glassato. Solo al termine di questa delicata e complessa procedura sarà pronto per essere infornato. L'IMPASTO Il Pandoro ha una lavorazione lunga, che si attua in diverse fasi successive, per una durata complessiva di 36 ore. Ogni ingrediente va miscelato con cura per ottenere una consistenza morbida, ma soprattutto per raggiungere l'ottimale sviluppo nella successiva fase di lievitazione, che avviene direttamente negli stampi (la famosa stella a otto punte) e a temperatura e umidità controllate. Gli speciali di Tavolaegusto Panettone vs Pandoro LA LIEVITAZIONE LA LIEVITAZIONE CONSERVAZIONE E DEGUSTAZIONE CONSERVAZIONE E DEGUSTAZIONE Per essere valorizzata al meglio, la farina impone una lavorazione senza artifici, un metodo di lievitazione naturale dove gli impasti fermentano spontaneamente, lentamente. Il valore aggiunto è nell’impiego del lievito madre, costituito da microrganismi capaci di trasformare le materie prime in un nuovo cibo, l’impasto che all’esame organolettico presenta caratteristiche completamente diverse dalle componenti da cui ha avuto origine. Per la buona riuscita della lievitazione occorre rispettare il tempo necessario, fino a 70 ore e creare le condizioni di umidità e temperatura ideali. La lievitazione del pandoro avviene in maniera naturale, utilizzando il lievito madre che da sempre manteniamo attivo e teniamo custodito, in gran segreto, in azienda. Il tempo e l'occhio umano fanno il resto. Almeno dodici ore per ottenere lo sviluppo ottimale, ma sempre seguiti dall'esperienza dei nostri collaboratori che, finché il pandoro non raggiunge la cima dello stampo, non passano alla fase di cottura. Il prodotto deve essere conservato in ambiente fresco a circa 18°C. Prima di essere tolto dal sacchetto per essere consumato, va avvicinato ad una fonte di calore per portare la temperatura a 28/30°C. In questo modo il burro contenuto nell’impasto può rilasciare il suo profumo e la sua morbidezza, aumentando ancora di più la sua sofficità. Una volta aperto, va conservato richiuso nel suo involucro protettivo, possibilmente privo di aria. Il pandoro, una volta confezionato, ha una durata di 6 mesi e va conservato in ambiente fresco e asciutto. Nel periodo invernale, quando normalmente viene consumato, consigliamo, prima di degustarlo, di scaldarlo nel microonde o sul termosifone, per circa 30 secondi, per renderlo più soffice. Inoltre forniamo una bustina di zucchero a velo di qualità, per chi lo vuole assaporare secondo tradizione, che lascia libero anche chi lo preferisce al naturale. LA COTTURA LA COTTURA La scelta della temperatura e dei tempi di cottura sono fondamentali per ottenere una pasta ben sviluppata che, al gusto, si presenti soffice e friabile insieme. Il calore deve penetrare lentamente e altrettanto lentamente deve abbandonare l’impasto. Per questo motivo, una volta sfornati, i lievitati vengono appesi al contrario per permettere il raggiungimento della temperatura ambiente in tutta calma, senza comprometterne sofficità e morbidezza. I forni di cui disponiamo sono a nastro, continui. E' possibile avere un ciclo ininterrotto di cottura, che consente al calore di penetrare lentamente nell'impasto, fino a raggiungere la doratura ottimale. Dopo circa un'ora, sempre sotto l'occhio vigile dei nostri operatori, il pandoro così ottenuto compie un lungo percorso di raffreddamento rapido, grazie a tecnologie all'avanguardia, per garantire la massima igienicità del prodotto, che così può essere confezionato appena pochi minuti dopo l'uscita dal forno. Ringraziamo Marco Antoniazzi, figlio di Ennio (fondatore dell'azienda) che ci ha condotto in questa visita all’interno dell’azienda e nei meandri della lavorazione artigianale del panettone concludendo con due domande. I vostri clienti prediligono il Panettone Classico oppure le varianti farcite o ricoperte? I nostri clienti abituali conoscono e apprezzano la qualità e la tradizionalità di lavorazione dei nostri prodotti. Per questo motivo, anche se spesso sono attratti dalla sperimentazione di nuovi gusti e varianti, restano sempre fedeli al nostro panettone classico con uvetta e canditi Il Panettone passerà mai di moda oppure il suo consumo resterà sempre invariato? Oggi, trovare un panettone lavorato "come una volta" è sempre più difficile. Chi apprezza fragranza e aroma di un prodotto fatto secondo la migliore tradizione non si stanca e non segue nessuna "moda". Anzi, ogni anno riscontriamo un aumento sempre maggiore di richieste da parte di quanti apprezzano e ricercano un gusto tradizionale, ormai difficile da trovare altrove. Per terminare in bellezza il nostro pranzo di Natale una bella fetta di Panettone Antoniazzi con un bicchiere di....? Per accompagnare il nostro panettone classico è perfetto un bicchiere di Moscato. Se invece avete scelto le varianti al cioccolato o l'anello di Monaco (i tradizionale dolce mantovano di Natale), per valorizzarne ed equilibrarne il gusto, l'ideale sarà un Passito. Grazie ed ancora complimenti per la vostra splendida azienda e per gli ottimi prodotti che abbiamo avuto la fortuna di provare oggi!. sede e negozio via Romana Conventino 15 - Bagnolo San Vito, Mantova T 0376 414107 showroom via del Lavoro 26/A - Bagnolo San Vito, Mantova T 0376 414107 caffè borsa c.so libertà 6 - Mantova T 0376 225818 Ringraziamo il dott. Michele Turco, Direttore di Produzione e Responsabile del Controllo Qualità per Melegatti SpA. che ci ha condotto in questa visita all’interno dell’azienda e nei meandri della lavorazione artigianale del panettone concludendo con due domande. I vostri clienti prediligono il Pandoro Classico oppure le varianti farcite? Il pandoro classico è sempre il più amato. Nel settore da ricorrenza Melegatti si propone con più di 100 referenze, molte delle quali sono varianti del tradizionale pandoro. Sono prodotti che tengono il mercato e vengono molto apprezzati, ma il pandoro, per la sua semplicità e il suo inconfondibile sapore, rimane comunque il più amato in assoluto. Il Pandoro passerà mai di moda oppure il suo consumo resterà sempre invariato? Non possiedo la sfera di cristallo, ma sto osservando come i dolci quali il pandoro rimangano radicati nella tradizione dolciaria italiana. Negli ultimi tempi, inoltre, sempre più consumatori richiedono prodotti semplici, soprattutto i giovani. E' questa fetta di mercato che si sta orientando sempre più verso il pandoro e noi, ovviamente, speriamo di conquistarla, insieme ai tanti appassionati che ci scelgono ogni anno. Per terminare in bellezza il nostro pranzo di Natale una bella fetta di Pandoro Antoniazzi con un bicchiere di....? Mi perdonino i tantissimi vini dolci veronesi, quali il recioto e il passito, ma per le caratteristiche gustative del pandoro consiglierei uno spumante, le bollicine aiuteranno sicuramente ad apprezzare ancor di più la bontà dell'impasto. La ringraziamo per averci dato modo di ammirare un processo produttivo di prima qualità. www.melegatti.it