Dirigenti Scolastici
N. 69/ 2011
2011 – 12 Novembre 201
2011
E’ on line il sito web della FLC CGIL Lombardia, all’indirizzo www.flccgil.lombardia.it
Nel sito un’ampia sezione dedicata ai DIRIGENTI SCOLASTICI, con una raccolta normativa,
spazio FAQ, notizie ed informazioni utili per tutti i colleghi
PER LA CONSULENZA MAIL , SCHEDE CONSULENZA, ALTRI SERVIZI (CEDOLINO, PENSIONI ECC..)
I SOLI DIRIGENTI ISCRITTI ALLA FLC LOMBARDIA POSSONO RIVOLGERSI A
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RESPONSABILE REGIONALE DIRIGENTI SCOLASTICI LOMBARDIA
IN PRIMO PIANO
01. Nota della Segreteria Nazionale confederale CGIL
02. «Subito la patrimoniale Così riparte la crescita»
03. PROMULGATA LEGGE DI STABILITA’. Maxi emendamento : I PUNTI
PRINCIPALI
04. Legge di stabilità: maxiemendamento, altra norma punitiva per i
dipendenti pubblici
05. Nuove decorrenze dei trattamenti pensionistici per il personale
scuola e AFAM e nuovi termini di pagamento del TFS e del TFR.
NOTIZIE NAZIONALI
06. Concorso Dirigenti scolastici: le prove scritte si svolgeranno nella
settimana dal 12 al 16 dicembre 2011
07. Personale ATA. Sbloccati i posti per le immissioni in ruolo
NOTIZIE REGIONALI
08. Riorganizzazione degli Uffici Scolastici della Lombardia
09. Dirigenti scolastici: convegno regionale sui temi della riforma della
scuola
SPAZIO FAQ e GIURISPRUDENZA
10. L'insulto sul luogo di lavoro davanti ai colleghi si configura come
reato di ingiuria. Dirigente scolastico ritenuto colpevole.
IN ALLEGATO SUL SITO REGIONALE in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL
NOTIZIARIO :
http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=3064
•
Il Maxiemendamento
•
circolare INPDAP n. 16 del 9/11/2011Nuove decorrenze dei trattamenti
pensionistici per il personale scuola e AFAM e nuovi termini di pagamento del
TFS e del TFR
•
nota 9086 del 7 novembre 2011 posti accantonati per docenti inidonei da
restituire alle immissioni in ruolo a s 2011 2012
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IN PRIMO PIANO
01. Nota della Segreteria Nazionale confederale CGIL
La fine del governo Berlusconi, delle sue politiche di divisione sociale, di attacco al lavoro, di
penalizzazione del lavoro pubblico delle autonomie locali è uno straordinario e positivo risultato
per il Paese ed è frutto non solo del giudizio di non credibilità sancito dai mercati in questo
periodo ma soprattutto della lunga stagione di lotte del lavoro e sociali che hanno attraversato
il Paese in questi anni di cui la CGIL è stata a pieno titolo soggetto fondamentale.
La crisi mondiale all’origine della crisi europea e nazionale dispiega ancora i suoi effetti e
dimostra, in particolare in Europa, che non si può sacrificare la democrazia ed inseguire ricette
finanziarie e liberiste.
I ritardi europei e l’assenza di un governo politico sono parte della drammatica crisi che il
Paese vive in queste ore.
Ciò nulla toglie alla responsabilità del governo Berlusconi che ha reso oggi il nostro Paese non
credibile, inadeguato, incapace di reagire e sottoposto a commissariamento e tutela.
Proprio per questo la CGIL ritiene che il corretto epilogo della crisi di governo aperta
sia il ricorso alle urne.
La drammatica situazione, la pressione europea e internazionale nei confronti del Paese
impongono che non sia l’attuale governo dimissionario a guidare il Paese alle elezioni.
A questo fine la CGIL pensa che sia necessario un governo di emergenza, di
transizione e di garanzia del Presidente della Repubblica che possa affrontare il
problema del ripristino della nostra credibilità internazionale.
In questo senso una nuova credibilità richiede che sia dato subito un segno di discontinuità
attraverso equità fiscale (patrimoniale) e l’attenzione al lavoro, a partire dai giovani.
La CGIL cosciente che ancor di più in queste ore va dimostrato il senso di responsabilità del
Paese mette a disposizione le sue proposte (contromanovra presentata in occasione dello
sciopero generale dello scorso 6 settembre) ed intende, anche con la mobilitazione del 3
dicembre, ribadire la centralità del lavoro, condizione per delineare un futuro diverso da quello
che le politiche berlusconiane hanno tracciato, determinando un pesante costo che oggi è sulle
spalle dei cittadini italiani ed in particolare delle nuove generazioni.
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02. «Subito la patrimoniale Così riparte la crescita»
Intervista a Susanna Camusso. Il segretario Cgil: «I lavoratori vivono il futuro con ansia.
Siamo liberi da Berlusconi, ma Monti ancora non c’è. La lettera della Bce non è Bibbia - Oreste
Pivetta
SusannaCamusso, segretario della Cgil, era in Puglia ieri. Ha incontrato i lavoratori della
Teleperformance, un call center che minaccia di lasciare a casa quasi ottocento dipendenti (la
cassa integrazione scade a dicembre), tra le sedi di Taranto e di Roma... Sembrava il call
center il futuro per migliaia di giovani, la crisi ha rivelato la fragilità di un settore senza troppe
regole, cresciuto in disordine, dimenticato da un governo che di politica industriale non si è mai
troppo occupato, malgrado tutto gli crollasse attorno.
Segretario, in un giorno molto particolare, di preoccupazione e d‘attesa, tra la caduta
di Berlusconi e la nascita, s’immagina rapida, di un nuovo esecutivo, che cosa può
averle detto quell’incontro in “fabbrica”, tra tanti lavoratori, per lo più giovani?
«Credo che quell’assemblea abbia in fondo raccontato il Paese, il suo stato d’animo. Solo
ricordare che finalmente ci si è liberati da questo governo suscita consenso. Nessuno tra quei
lavoratori ignora che in questi anni non s’è fatta politica industriale, non s’è fatta politica del
lavoro, s’è cercato in ogni modo di mandare all’aria regole e diritti. Ovvio che si viva questa
fine come una liberazione. Ma l’ansia per il futuro è di tutti e tutti chiedono qualche certezza e
qualche impegno. Vorrebbero non sentirsi abbandonati a se stessi».
Un obiettivo è stato raggiunto. Lei ha più volte chiesto che il passo successivo alla
caduta di Berlusconi fossero le elezioni. Probabilmente non sarà così. Continua a
pensare che si dovrebbe andare alle urne? «L’esito naturale alla fine di una maggioranza è
quello elettorale. Lo dico pensando alla distruzione della politica a cui abbiamo assistito, al
trionfo dell’antipolitica, del qualunquismo, al crescere della sfiducia nella politica e nei politici,
ridotti ormai nel sentire comunea casta di privilegiati. Per questo, per invertire la rotta, di
fronte al tramonto di uno schieramento, credo che si dovrebbe restituire la parola, la
responsabilità, la possibilità di scelta agli elettori. Capisco anche che non si possa infliggere a
questo paese altri giorni di Berlusconi, perché ogni giorno in più di Berlusconi ci costa e
abbiamo bisogno in una stagione d’emergenza di qualcuno che sia presentabile, di un governo
di garanzia che sia credibile e restituisca credibilità al paese, per evitarci altri guai, altri danni».
Per evitarci altri danni si continua a ripetere che il riferimento è la lettera dell’Unione
europea. Voi avete sempre sostenuto che in quella lettera ci stanno indicazioni, che
non possono rappresentare un diktat. Continuate a crederlo? «Non è la Bibbia la lettera.
Qualsiasi governo autorevole si sarebbe presentato all’Europa per discutere. Ma il governo di
Berlusconi, che fino all’ultimo ha fatto sapere di non credere nell’Europa, che cosa avrebbe
potuto spendere in una discussione, in una trattativa? Un governo, autorevole appunto, già di
fronte alle esitazioni della Merkel negli aiuti alla Grecia, avrebbe fatto sentire la propria voce.
Invece niente, né prima né dopo».
Non crede che il professor Monti,l’ormai senatore Monti, stimato,apprezzato,
europeista convinto, con alle spalle un’importante esperienza europea, sia la persona
giusta per contrattare con Bruxelles? «Intanto ricordiamoci che non esiste un governo
Monti. Per rispetto, ora possiamo solo tacere. Quando Monti sarà effettivamente e formalmente
incaricato dal Presidente della Repubblica allora potremo esprimerci. Chiunque diventi il capo
del governo, dovrà comunque riprendere in mano quella lettera, che non indica la ricetta giusta
e neppure l’unica ricetta per risollevare il paese. Che si debbano rimettere i conti in ordine lo
vedono tutti. Che siano necessarie forti riforme strutturali è chiaro. La proposta della Ue è però
nel solco delle politiche che hanno poi generato questa sofferenza. Bisognerebbe uscirne, per
ridare slancio alla crescita ».
Tra le misure necessarie lei ha sempre posto in primo piano qualcosa che crei equità
fiscale. Non dovrebbe passare di lì, dall’equità fiscale e quindi dalla lotta all’evasione,
un’autentica rivoluzione che potrebbe restituire coesione, forza, speranza a questo
paese? «Quante volte abbiamo detto che si sarebbe dovuto ricostruire un patto di
cittadinanza, perché un paese che deve rinascere deve darsi e deve saper rispettare un patto
di cittadinanza. E su che cosa si regge il patto di cittadinanza, cioè la corretta relazione tra
cittadini e Stato, se non sul principio che bisogna dare per avere e bisogna dare in rapporto
alle proprie fortune? In questi anni s’è esaltato il contrario, si sono promossi i furbi, gli evasori,
si sono alzate le tasse ai soliti e per gli altri si sono varati i condoni. Un cambio si realizza così:
tassando con equità i redditi e tassando le ricchezze. Il primo passo è la patrimoniale. Serve
riequilibrare, serve una decisa lotta all’evasione, serve ridistribuire. Non è solo questione di
giustizia: così si recuperano risorse per la crescita, così si restituisce qualcosa ai redditi fissi più
colpiti, alle pensioni, consentendo una ripresa dei consumi e quindi della produzione, così si
può aiutare l’impresa che investe».
Per il 3 dicembre da tempo la Cgil aveva programmato una grande mobilitazione. Il 3
dicembre resta un appuntamento per migliaia di lavoratori. Che cosa direte al
prossimo probabile governo? «Lavoro. Questo sarà il titolo della nostra manifestazione. In
piazza San Giovanni ripeteremo, anche al nuovo governo, che bisogna cambiare strada, che
bisogna rimettere al centro il lavoro, che non ci sarà ripresa se non si mette al centro il lavoro.
E rimettere al centro il lavoro significa cancellare quanto il governo passato ha voluto contro il
lavoro, occorre restituire diritti ai lavoratori, occorre ridisegnare una legislazione che ha
costruito quarantasei forme di ingresso al lavoro, moltiplicando il precariato, consentendo un
mercato del lavoro selvaggio. La precarizzazione lascia senza futuro i nostri giovani. Senza
dimenticare quanti il lavoro lo hanno già perso o lo stanno perdendo. Non si pensi ai
licenziamenti facili…».
Il cambiamento politico rimetterà il segno positivo ai rapporti tra i sindacati?
«Intanto è caduto il governo che si è presentato con un disegno esplicito di smantellare l’unità
sindacale. Intanto non ci sarà più quel ministro che si è adoperato con dedizione per
raggiungere quel traguardo, attraverso accordi separati, incontri separati, eccetera eccetera.
La storia alle spalle è lunga,ma passi avanti sono già all’attivo. Voglio aggiungere che dal
nuovo governo ci attendiamo atteggiamenti diversi, a partire dalla considerazione che il
sindacato insieme con le altre forze sociali è uno dei soggetti con in quali è indispensabile il
confronto, se si vuole pensare a un progetto condiviso e forte per l’avvenire e non solo per
l’emergenza».
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03. PROMULGATA LEGGE DI STABILITA’. Maxi emendamento : I PUNTI
PRINCIPALI
La Camera dei deputati ha approvato in via definitiva con 379 voti a favore 26 no e 2
astenuti il ddl stabilità. Legge che è stata già promulgata dal presidente della
Repubblica.
Il presidente della Repubblica ha promulgato la legge di stabilità 2012 e il bilancio di
previsione dello stato per l'anno finanziario 2012 e il bilancio pluriennale per il
triennio 2012-2014.
• DISMISSIONE IMMOBILI PUBBLICI – si stima un gettito di 5 miliardi di euro;
• LIBERALIZZAZIONI - Obbligo per i Comuni di affidare i loro servizi pubblici attraverso una
gara. Se gli enti locali non procederanno alle liberalizzazioni dei servizi pubblici, il governo
potrà esercitare un potere sostitutivo;
• VENDITA TERRENI – VENDITA A trattativa privata SE VALORE inferiore a 400 mila euro,
con diritto di prelazione per i giovani. Si stima gettito di 6 miliardi di euro;
• BENZINA SENZA COMMISSIONI SE CON BANCOMAT E CARTA DI CREDITO – Sul
pieno fino a 100 euro;
• RIPARTIZIONE DEBITO PUBBLICO E RIDUZIONE - gli enti territoriali DEVONO ridurre il
debito a decorrere dal 2013. un decreto del MINTESORO dovrà stabilire "distintamente per
Regioni, province e Comuni, la differenza percentuale, rispetto al debito medio pro capite,
oltre la quale i singoli enti territoriali hanno l'obbligo di procedere alla riduzione del debito".
In sostanza il debito pubblico sarà virtualmente ripartito pro-capite e poi “assegnato agli enti
locali” i quali dovranno ridurlo con dismissioni, pena il taglio dei trasferimenti;
• AUMENTO CONTRIBUTO UNIFICATO PER I PROCESSI – l’ aumento del 50% per i
processi di appello e del 100% per i giudizi in Cassazione.
• TARIFFE ORDINI PROFESSIONALI - sono abrogate le tariffe minime;
• AGEVOLAZIONI LAVORO –
incentivi al tele-lavoro anche per i lavoratori diversamente abili;
incentivi per assunzione di donne, indipendentemente dall’ età, prive di un impiego
regolarmente retribuito;
sgravi contributivi per assunzioni di giovani apprendisti, 100% per i primi tre anni, poi
ridotto al 10%;
interventi per l'apprendistato di 200 milioni di euro annui;
• PENSIONI - dal 2026 si andrà in pensione di vecchiaia a 67 anni; parificazione di età tra le
dipendenti pubbliche e private entro il 2026;
• DIMENSIONAMENTO E AUTONOMIA DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE – è previsto
l’INCREMENTO da da 500 a 600 alunni (da 300 a 400 per zone montane e piccole isole) come
limite minimo per l’attribuzione dell’autonomia e dirigente scolastico. Per le sedi sotto il limite
è anche prevista la reggenza di un DSGA;
• ITP ED ASSISTENTI TECNICI – è previsto l’accantonamento di un numero di posti di
assistente tecnico pari al numero di ITP in esubero in ogni istituto. Di fatto si prefigura di
utilizzare gli ITP in esubero come assistenti tecnici (grave errore di equiparazione tra funzioni
in verità nettamente distinte);
• RIDUZIONE CONTINGENTE AUTONOMIA - per il contingente di personale docente e
direttivo destinatario di comandi per i compiti connessi con l’attuazione dell’autonomia
scolastica (legge 448/98, art. 26 comma 8) è prevista la riduzione da 500 a 300.
• MOBILITÀ E COLLOCAMENTO IN DISPONIBILITÀ DEI DIPENDENTI STATALI –
I dipendenti pubblici considerati in soprannumero potranno essere posti
disponibilita" e avranno un'indennità pari all'80% dello stipendio per due anni.
"in
Le pubbliche amministrazioni che hanno situazioni di soprannumero saranno quindi
tenute ad osservare le procedure in tema di mobilità e collocamento in disponibilità dei
dipendenti, dandone comunicazione al Dipartimento per la Funzione pubblica.
Le amministrazioni che non adempiono alla ricognizione annuale non potranno
effettuare assunzioni.
Dopo 10 giorni dalla comunicazione al Dipartimento, l'amministrazione potrà risolvere il
contratto di lavoro per chi ha compiuto l'anzianità massima contributiva di 40 anni. In
subordine, scatterà la mobilità.
IN ALLEGATO SUL SITO REGIONALE in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL
NOTIZIARIO :
http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=3064
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Il Maxiemendamento
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04. Legge di stabilità: maxiemendamento, altra norma punitiva per i
dipendenti pubblici
Dichiarazione di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione
Lavoratori della Conoscenza CGIL.
La norma contenuta nel maxi emendamento alla legge di stabilità circa la possibilità del
ricorso alla cassa integrazione e poi il licenziamento dei dipendenti pubblici è un ulteriore
attacco al lavoro pubblico.
Nella scuola quella norma potrebbe comportare il licenziamento di ulteriori 10.000
docenti e 300 ATA se non saranno collocati obbligatoriamente in altre funzioni o trasferiti
verso altre amministrazioni. Dopo due anni di cassa integrazione scatta automaticamente il
licenziamento. Siamo alla follia! Non basta aver ridotto in tre anni 140.000 posti di lavoro tra
docenti ed ATA e devastata l'istruzione pubblica. Nei comparti della conoscenza bisogna
tornare ad assumere e ad investire e non licenziare perché ormai non si è più in grado di
garantire una qualità accettabile dell'offerta formativa a causa della carenza di personale.
Reagiremo con decisione a questa ennesima provocazione. Il Governo Berlusconi si dimostra
fino alla fine autoritario, arrogante e inconcludente. Ma si sappia che qualsiasi sia il
prossimo Governo non subiremo passivamente quel provvedimento e siamo pronti a mettere
in campo tutte le azioni di lotta possibili per difendere i lavoratori con la stessa coerenza e
determinazione dimostrata in questi anni contro il Governo Berlusconi.
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05. Nuove decorrenze dei trattamenti pensionistici per il personale
scuola e AFAM e nuovi termini di pagamento del TFS e del TFR.
Il Decreto legge 13 agosto 2011, n. 138 recante “ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione
finanziaria e per lo sviluppo” convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n.
148 ha introdotto numerose novità in materia previdenziale, aventi riflesso anche sulle
prestazioni erogate dall’Inpdap.
Per tale ragione, l’Istituto ha emanato la circolare n. 16 del 9/11/2011, con la quale ha
illustrato le innovazioni normative che interesseranno anche il personale del comparto scuola e
Afam.
1) decorrenze dei trattamenti pensionistici
A decorrere dal 1° gennaio 2012, anche per il personale della scuola, per stabilire la
decorrenza della pensione occorrerà controllare la sussistenza dei requisiti per anno
solare e non per anno scolastico;
Chi matura il diritto entro il 31 dicembre di un anno solare potrà andare in pensione
dal 1 settembre dell’anno successivo (nel caso delle Afam, per le quali vigono le
medesime disposizioni, il riferimento sarà la data del 1° novembre);
Per coloro che maturano i requisiti per il diritto a pensione a partire dopo il 1°
gennaio 2012, l’accesso al trattamento pensionistico avverrà al primo settembre
2013 (1 novembre per Afam);
La disposizione in esame non si applica invece al personale delle Università per il
quale vige il regime della finestra mobile con l’accesso al pensionamento dodici
mesi dalla maturazione dei requisiti.
2) Nuovi termini di pagamento dei TFS e TFR
Sono previsti tre termini di liquidazione delle prestazioni a seconda della causa di cessazione
del rapporto di lavoro:
a) Termine breve: entro 105 – per cessazione dal servizio per inabilità o per decesso;
b) Termine di sei mesi:
in caso di raggiungimento dei limiti di età previsti dagli ordinamenti di
appartenenza;
in caso di raggiungimento dei limiti di servizio
appartenenza;
previsti dagli ordinamenti di
raggiungimento della massima anzianità contributiva a fini pensionistici
il collocamento a riposo d’ufficio disposto dall’amministrazione di appartenenza
in caso di cessazioni dal servizio conseguenti all’estinzione del rapporto di
lavoro a tempo determinato per raggiungimento del termine finale fissato nel
contratto stesso (cfr. circolare n. 30 del 1/8/2002 che ha chiarito che questa
casistica è equiparata all’ipotesi di cessazione per limiti di servizio).
c) Termine di 24 mesi - quando la cessazione è avvenuta per cause diverse da quelle
sopra richiamate, anche nell’ipotesi in cui non sia stato maturato il diritto a pensione.
dimissioni volontarie;
recesso da parte del datore di lavoro).
3) disciplina derogatoria per pagamento dei TFS e TFR
Non sono interessate dai nuovi termini le seguenti tipologie di dipendenti per i quali continua a
trovare applicazione la previgente disciplina, ossia il personale del comparto scuola e delle
Afam che matura i requisiti per il pensionamento entro il 31 dicembre 2011.
Per tale personale i termini rimangono i seguenti:
a) termine di 105 giorni
cessazioni dal servizio per inabilità
cessazioni dal servizio per decesso
cessazioni dal servizio per limiti di età
cessazioni dal servizio per limiti di servizio
cessazioni per raggiungimento della massima anzianità contributiva a fini
pensionistici
collocamento a riposo d’ufficio disposto dall’amministrazione di appartenenza
cessazioni dal servizio conseguenti all’estinzione del rapporto di lavoro a
tempo determinato per raggiungimento del termine finale fissato nel
contratto stesso;
b) termine di 6 mesi (+ 3 mesi) per tutte le altre casistiche.
1. dimissioni volontarie;
recesso da parte del datore di lavoro).
IN ALLEGATO SUL SITO REGIONALE in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL
NOTIZIARIO :
http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=3064
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circolare INPDAP n. 16 del 9/11/2011Nuove decorrenze dei trattamenti
pensionistici per il personale scuola e AFAM e nuovi termini di pagamento del
TFS e del TFR
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NOTIZIE NAZIONALI
06. Concorso Dirigenti scolastici: le prove scritte si svolgeranno nella
settimana dal 12 al 16 dicembre 2011
Ne dà notizia un Avviso del MIUR che fissa in 8 ore la durata di ciascuna
prova
Con l’avviso prot. 9008 del 4 novembre 2011 pubblicato in data odierna sul proprio sito web, il
MIUR ha individuato il periodo entro il quale gli Uffici Scolastici Regionali devono fissare le
date per lo svolgimento delle due prove scritte del concorso per Dirigenti scolastici. Il
periodo va dal 12 al 16 dicembre 2011.
Il Ministero dell'Istruzione invita gli USR a comunicare per e-mail o per fax le due date fissate
per le prove, in modo che il MIUR stesso possa pubblicarle sulla Gazzetta Ufficiale e darne
avviso sulla rete Intranet e sul sito Internet ai sensi dell'art. 11 comma 2 del Bando di
concorso.
Viene anche precisato che il tempo a disposizione dei concorrenti per lo svolgimento di
ciascuna delle 2 prove sarà di 8 ore e che, durante le prove, si potranno consultare solo
testi di legge non commentati ed il dizionario della lingua italiana.
______________________
Prot. n. AOODGPER.9008
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l'Istruzione
Direzione Generale per il Personale scolastico - Ufficio II
Roma, 4 novembre 2011
Oggetto: D.D.G. 13.7.2011 - Concorso dirigenti scolastici - Individuazione date prove
scritte
Ai sensi dell’art. 11, comma 2, del bando di concorso per il reclutamento di dirigenti scolastici
in oggetto questo Ministero individua un arco temporale di riferimento entro il quale gli Uffici
Scolastici Regionali fissano le date delle due prove scritte.
L’arco temporale prescelto da questo Ministero coincide con la settimana ricompresa tra il 12 e
il 16 dicembre 2011.
Si invitano, pertanto, gli Uffici Scolastici Regionali a volere dare, con cortese sollecitudine,
comunicazione via e-mail ([email protected]) o via fax (06/58493445) delle due
date individuate, al fine di darne successivo avviso sulla rete Intranet e sul sito Internet di
questo Ministero, nonché con pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
In riferimento alle suddette prove si rappresenta che il tempo a disposizione dei candidati per
l’espletamento delle stesse è fissato in 8 ore ed i candidati potranno consultare, durante le
medesime prove, esclusivamente testi di legge non commentati e il dizionario della lingua
italiana, come sarà confermato con pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Il Direttore Generale - F.to Luciano Chiappetta
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07. Personale ATA. Sbloccati i posti per le immissioni in ruolo
Restituiti ai precari ATA altri 363 posti di Assistente Amministrativo e 95 di
Assistente Tecnici
Dopo le continue sollecitazioni della FLC CGIL sono stati sbloccati in parte i posti accantonati
per i docenti inidonei risultati eccedenti rispetto alle istanze di passaggio ai ruoli ATA.
Gli aspiranti in posizione utile nelle graduatorie dei 24 mesi saranno immessi in ruolo sulla
base della ripartizione provinciale delle tabelle allegate.
Ci sono voluti quasi due mesi all’Amministrazione per registrare e verificare le domande di
inquadramento nei ruoli ATA del personale docente inidoneo nonostante siano state inserite a
sistema tramite le istanze on line e l’immediato invio di quelle cartacee; quando si tratta degli
interessi dell’Amministrazione (statistiche, monitoraggi, adesioni allo sciopero per le
trattenute) i tempi sono sempre molto stretti, quando invece si tratta dei diritti dei lavoratori i
tempi si dilatano.
La circolare diramata dal Miur tra l’altro fa riferimento a successive comunicazioni sui criteri di
dettaglio di inquadramento dei docenti inidonei nei profili ATA.
Il Miur continua a trattare questa partita contrattuale con la lente della burocrazia definendo
come “criteri di dettaglio” questioni che attengono invece il futuro professionale ed economico
di migliaia di lavoratori.
Su quest’ultimo punto siamo già intervenuti presso il Miur per chiedere la convocazione
immediata di un tavolo sindacale. Tale richiesta l’abbiamo ribadita continuamente durante tutti
gli incontri che ci sono stati finora e non intendiamo retrocedere neanche di un passo sulla
tutela sindacale di questi lavoratori.
IN ALLEGATO SUL SITO REGIONALE in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL
NOTIZIARIO :
http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=3064
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nota 9086 del 7 novembre 2011 posti accantonati per docenti inidonei da
restituire alle immissioni in ruolo a s 2011 2012
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NOTIZIE REGIONALI
08. Riorganizzazione degli Uffici Scolastici della Lombardia
Il riordino, gestito in sinergia con Regione e Province, crea le premesse perché l’Ufficio
Scolastico Regionale, oggi semplice diramazione ministeriale, divenga effettivamente Ufficio
«della Lombardia» e non semplicemente «per la Lombardia».
Comunicato stampa sulla riorganizzazione degli Uffici Scolastici della Lombardia
Il D.P.R. n. 132 del 3 giugno 2011, modificando il D.P.R. n. 17 del 20 gennaio 2009,
(concernente la riorganizzazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca)
apporta una riduzione del 10% degli uffici di livello dirigenziale non generale e delle relative
dotazioni organiche. Pur tenendo conto del reale e ampio sottodimensionamento degli organici,
anche dirigenziali, per l’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia, il D.P.R. di riordino può
rappresentare un’occasione per avviare un processo di cooperazione integrale tra enti
territoriali (regione, province e comuni) e amministrazione statale, nell’ottica dell’art. 117 della
Costituzione.
Questo USR, sentite le autorità regionali e provinciali, intende infatti evitare i semplici tagli
verticali, con l’eliminazione “secca” di alcuni uffici provinciali, preferendo agire in senso
“orizzontale” e salvaguardando la rappresentanza dell’amministrazione scolastica sul territorio.
A quest’ultimo scopo risultano decisive due opzioni strategiche:
1) il passaggio all’Ufficio Scolastico Regionale (USR) di tutte le funzioni non immediatamente
collegate ai territori, lasciando agli Uffici Territoriali (UST) le competenze legate al sostegno
all’autonomia scolastica;
2) la permanenza di Uffici Scolastici Territoriali presso ogni provincia, gestiti in piena sinergia
con gli enti locali.
Quest’ultimo passo, effettuato con il consenso di Regione e Provincia, prevede l’integrazione
nel medesimo spazio o nella medesima collocazione strutturale, dei tre elementi essenziali del
sistema di istruzione oggi esistenti sul territorio regionale lombardo: gli Uffici Scolastici
Territoriali in quanto diramazione del MIUR/USR, gli Assessorati Provinciali e le Sedi Territoriali
Regionali (STER), in quanto rappresentanza diretta del governo regionale sul territorio.
Una tale sinergia può consentire, oltre a un significativo risparmio sui costi di immobili e
infrastrutture (oggi per lo più a carico degli enti locali), un impatto responsabile e costruttivo
rispetto agli stakeholder territoriali.
La manovra di riordino non si limita quindi a semplici tagli verticali, ma avvia un primo salto di
qualità nella governance del sistema scuola in Lombardia.
Da un lato il riordino, gestito in sinergia con Regione e Province, crea le premesse perché
l’Ufficio Scolastico Regionale, oggi semplice diramazione ministeriale, divenga effettivamente
Ufficio «della Lombardia» e non semplicemente «per la Lombardia».
Dall’altro, evitando di incidere direttamente sull’operatività educativa del sistema scuola,
agisce sul solo livello amministrativo, nella convinzione che la situazione attuale del Paese
imponga, per dovere civile, delle misure di risparmio, senza tagli alla didattica, oggi
difficilmente compatibili con il mantenimento e l’incremento della qualità scolastica.
Sul piano strettamente gestionale, le misure di risparmio riguardano sia l’amministrazione
statale (personale e spese di funzionamento), che le province (spese per affitto e
manutenzione degli edifici ospitanti gli uffici territoriali e per quota parte l’ufficio regionale).
Nel contempo, il mantenimento di un presidio territoriale capillare consente anche di
riconoscere in termini effettivi e operativi il rispetto e l’attenzione dovuti al personale
amministrativo e al suo legame con il territorio. La maggior parte di tale personale, negli ultimi
dieci anni, ha garantito, nonostante il progressivo e forte sottodimensionamento, le condizioni
per il funzionamento della scuola lombarda: è quindi un atto dovuto evitare nel possibile il
sacrificio personale ed economico di spostamenti in sedi distanti.
Si tratta, in sintesi, di un’operazione pienamente in sintonia con la storia delle autonomie della
nostra regione e coerente con un processo per sua natura fortemente radicato nel territorio,
come quello dell’ insegnamento e dell’apprendimento.
Il direttore generale - Giuseppe Colosio
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09. Dirigenti scolastici: convegno regionale sui temi della riforma della
scuola
Il seminario, in programma a Milano il 15 novembre, ha lo scopo di offrire spunti di
riflessione e tracciare possibili piste di lavoro nella gestione dei processi di
apprendimento con particolare riguardo allo sviluppo delle competenze, anche in
relazione agli elementi di riflessione emersi nei workshop decentrati di maggio 2011.
Iscrizioni entro il 14 novembre.
Direzione Generale
Ufficio VII – Dirigenti amministrativi, tecnici e scolastici
Via Ripamonti, 85 – 20141 Milano
Posta Elettronica Certificata: mailto:Certificata:%[email protected]
Prot. n. MIUR AOODRLO R.U. 11556
Milano, 2 novembre 2011
Ai dirigenti scolastici
delle scuole statali e paritarie di ogni ordine e grado
della Lombardia
Ai dirigenti
degli Ambiti Territoriali della Lombardia
Ai dirigenti tecnici e amministrativi dell’USR Lombardia
Alle OOSS Area V della Dirigenza scolastica
OGGETTO: Formazione dei Dirigenti scolastici. Convegno regionale sui temi della
Riforma della Scuola. Riflessioni ed Esiti dei workshop decentrati.
A conclusione del ciclo di iniziative formative regionali rivolte ai dirigenti scolastici della
Lombardia sui temi della riforma, come previsto dal Decreto n. 845 del 17.09.2009 dell’USR
Lombardia in attuazione del CIR Formazione DS prot. 2312 del 10.02.2009, viene proposto,
anche in relazione agli elementi di riflessione emersi nel corso dei workshop decentrati
(tenutisi a maggio 2011), un Seminario regionale conclusivo a Milano il 15 novembre 2011
presso la Scuola Militare Teullié, C.so Italia,58 - Zona Vigentina .
Il Seminario ha lo scopo di offrire spunti di riflessione e nel contempo tracciare delle
possibili piste di lavoro per i dirigenti scolastici nella gestione dei processi di apprendimento
con particolare riguardo allo sviluppo delle competenze
PROGRAMMA DEL SEMINARIO
Ore 10,00
► Presentazione del Seminario a cura del DIRIGENTE dell’Ufficio VII - USR Lombardia – Isp. Mario Maviglia
0re 10.30-11,30
► " Le sei “domande-chiave” in tema di riforma della scuola. Brevi interventi a cura dei conduttori
dei workshop: dott. Bianchi Abele; dott.sa Boracchi Cristina; dott.sa Carnazzola Maria Grazia; dott.
D’Andrea Dario; dott. Fabricatore Vittorio; dott.sa Peccolo Lorena.
Ore 11.45-13,00
► Esiti e riflessioni sottese al “successo formativo” degli studenti. Il ruolo del dirigente
scolastico per la promozione dei processi di apprendimento con particolare riguardo allo
sviluppo delle competenze. (Prof. Pietro Boscolo – già docente di Psicologia dell’educazioneUniversità di Padova)
Ore 13.00
► Interventi
Ore 13.30 – Chiusura del Seminario
Per la partecipare ai workshop è indispensabile iscriversi online compilando il modulo
all’indirizzo http://94.85.73.131/seminarioriforma a partire dalla data odierna e fino al 14
novembre 2011.
Si ringrazia per l’attenzione.
Il Dirigente
Mario Maviglia
MM/gs
Referente
Giusi Scordo
tel. 02 574627-299
[email protected]
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SPAZIO FAQ e GIURISPRUDENZA
10. L'insulto sul luogo di lavoro davanti ai colleghi si configura come
reato di ingiuria. Dirigente scolastico ritenuto colpevole.
Mettere a tacere qualcuno affermando che dice “solo stronzate” è maleducazione, ma
farlo nell’ambiente di lavoro, davanti ai colleghi, è reato. La Cassazione ha
condannato per ingiuria il preside di un istituto scolastiche che, durante una riunione
di docenti, la frese “lei dice solo stronzate”.
Il momento sbagliato - Un’affermazione un po’ forte che comunque la Cassazione, in altre
circostanze, aveva inserito tra le parolacce sdoganate, ma questa volta non lo fa per via del
contesto “lavorativo e umano” in cui è stata proferita.
La V sezione penale con la sentenza n. 37380 del 13/10/2011 ha osservato:
“la collocazione dell'episodio in una riunione di docenti di un istituto scolastico, lo svolgimento
dello stesso in presenza di colleghi quotidianamente impegnati in un'attività professionale
comune a quella del soggetto passivo e la provenienza dell'espressione contestata da un
immediato superiore di quest'ultimo sono elementi sicuramente rilevanti nel definire l'incidenza
lesiva della condotta”.
“il giudizio sulla lesione effettiva di detti beni non può pertanto prescindere dal considerare se,
rispetto all'ambiente nel quale una determinata espressione è proferita, la stessa si limiti alla
pur aspra critica di un'opinione non condivisa ovvero trasmodi nello squalificare la persona
destinataria rispetto ai profili appena indicati”.
Non centra il bersaglio il tentativo della difesa di negare che il suo assistito avesse pronunciato
l’avverbio “solo”. Un’ omissione che - a parere dell’avvocato – consentiva di catalogare il
peccato come “veniale” ma che è stata invece considerata dagli ermellini ininfluente. La lesione
dei beni dell’onore e del decoro di individuo - segni distintivi del suo valore e del rispetto di cui
ogni essere umano deve godere – è determinata dall’ambiente in cui l’espressione offensiva
viene detta più che dal suo contenuto.
Il consesso di educatori - Banditi dunque in generale gli improperi gridati sul luogo di lavoro e
davanti ai colleghi. Ma a peggiorare la situazione del ricorrente anche il suo ruolo di preside
che si era malamente lasciato andare, anche come superiore, al cospetto di un collegio di
educatori, dicendo la cosa sbagliata nel momento sbagliato. E’ provata per i giudici la lesione e
la volontà di umiliare.
La V sezione penale Corte di Cassazione sentenza n. 37380 del 13/10/2011 ha quindi ritenuto
che la frase configuri il reato di ingiuria ex art. 594 del Codice Penale.
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2011 12 Novembre 2011 NOTIZIARIO DS Lombardia