Ospedale "M. Bufalini", Cesena Unità Operativa ORL CHIRURGIA DELLA PAROTIDE La ghiandola parotide è la più grande tra le ghiandole che producono saliva. Ha una forma di piramide a base triangolare con base laterale ed apice mediale ed è posta davanti e sotto al condotto uditivo. Al davanti di essa ci sono la branca montante della mandibola ed il muscolo massetere (che si palpa bene quando si stringono forte i denti). La sua porzione profonda si spinge fino ad arrivare alla tonsilla. Dal punto di vista chirurgico l’importanza maggiore è rivestita dal nervo facciale, nervo motore che provvede alla innervazione dei muscoli del volto, che, fuoriuscendo dal cranio dopo essere passato nell’orecchio medio, dopo un breve tragitto di 1-2 cm si divide proprio all’interno della ghiandola nei suoi rami terminali che sono posti tutti su un unico piano (paragonabile perciò ad una albero da frutto a “schiera”) Il nervo facciale divide pertanto la parotide in due porzioni (dette impropriamente lobi): una posta al di sopra del nervo, detta lobo superficiale, ed una posta al di sotto, detta lobo profondo, di dimensioni molto minori rispetto alla precedente. La saliva prodotta dalla parotide fuoriesce in bocca attraverso il dotto di Stenone, che sbuca dalla guancia in corrispondenza del 2° molare superiore. PROCEDURA CHIRURGICA L’intervento viene effettuato generalmente in anestesia generale. L’incisione classica, definita “a baionetta”, inizia al davanti dell’orecchio, gira al di sotto del lobulo e si porta in basso verso il collo. Dopo avere scollato la ghiandola dal condotto uditivo e dai muscoli sternocleidomastoideo e digastrico, si giunge ad identificare il tronco principale del nervo facciale. Si procede pertanto alla dissezione liberando il nervo dal tessuto parotideo avendo l’accortezza di non danneggiarlo. Nella maggior parte dei casi le neoformazioni sono poste nel lobo superficiale ed in questo caso non c’è necessità di rimuovere il lobo profondo. Se invece sono poste in quest’ultimo, l’intervento deve rimuovere tutto il tessuto parotideo e pertanto vi è un maggior rischio di danno del nervo facciale. Ospedale "M. Bufalini", Cesena Unità Operativa ORL COMPLICAZIONI 1. Paralisi del nervo facciale: pur essendo la complicazione più frequente, si tratta in realtà di paralisi che nella maggior parte dei casi sono temporanee (paresi), dovute allo stiramento dei rami nervosi per poter rimuovere il tessuto parotideo. Spesso infatti la neoformazione che deve essere rimossa schiaccia il nervo a tal punto che il suo distacco dalla massa ne determina una irritazione e quindi una mancata funzione che può protrarsi anche per qualche mese. Quasi sempre i nervi si riescono a staccare ma a volte la lesione infiltra il nervo, rendendo necessaria la sua sezione con conseguente paralisi definitiva del muscolo innervato. 2. Sindrome di Frey (o del nervo auricolotemporale): si tratta di una complicazione rara che si manifesta con sudorazione e/o arrossamento della cute posta al di sopra della parotide ogni volta che il paziente mangia. Ciò è causata dal fatto che le fibre nervose responsabili della salivazione (provenienti dal nervo auricolotemporale), una volta asportati gli acini della parotide, invece di degenerare e quindi “morire” vanno a prendere contatto con le ghiandole sudoripare della cute. Succede così che durante i pasti, il nervo entra in funzione ma invece di provocare la salivazione stimola le ghiandole sudoripare. Questa sindrome può regredire spontaneamente ma in caso contrario si possono utilizzare pomate specifiche o ricorrere all’iniezione di tossina botulinica. 3. Difetto facciale: nei casi di asportazione di una grossa massa può essere visibile una cavità più o meno ampia, che può non essere esteticamente piacevole. 4. Insensibilità del lobo dell’orecchio e della guancia: è legata alla sezione di un nervo sensitivo (il nervo grande auricolare) che per gli stretti rapporti che contrae con la parotide si è costretti a sezionare. In alcuni casi è possibile conservare un ramo posteriore riuscendo così a conservare la sensibilità dell’orecchio. 5. Fistola salivare: a volte prima che avvenga una cicatrizzazione definitiva, si ha una produzione continua di saliva che può fuoriuscire dalla ferita chirurgica e che si può protrarre anche per qualche settimana. 6. Infezione della ferita. 7. Eccessivo sanguinamento. 8. Difficoltà o fastidio durante la masticazione: è dovuta ai rapporti della parotide con l’articolazione temporo-mandibolare e con la conseguente reazione flogistica post-operatoria.