numero speciale Marzo 2007 Sommeliers Periodico dell’Associazione Italiana Sommeliers - Abruzzo e Molise Registrazione tribunale di Chieti n. 06/2004 Abruzzo e Molise Intervista a Filoteo Di Sandro Assessore Regionale all’agricoltura I vini DOC e IGT del Molise I prodotti e la cucina tradizionale lise o M e l ia c e Sp L’intervista Filoteo Di Sandro, Assessore all’agricoltura della Regione Molise. Il vino, locomotiva per valorizzare il territorio S olo da pochi anni il Molise vitivinicolo ha iniziato a far parlare di sé: quali sono i valori sui quali si fonda questa rinascita? Siamo atavicamente un popolo agricolo, sempre rimasto legato alla sua terra e alle sue tradizioni, anche quando sembrava che la nascente epoca industriale dovesse strappare tutti dal lavoro nei campi. Ed è proprio dalla caparbietà delle “antiche genti del Molise” che nascono i valori sui quali si fonda la rinascita vitivinicola della nostra piccola regione. L’aver continuato nella lavorazione dei vigneti, trasmessa da padre in figlio, ha significato tramandare anche l’amore per questo mondo che ha permesso ai giovani agricoltori di applicare le nuove conoscenze ai vecchi procedimenti, fino a consentire al vino molisano di essere conosciuto ed apprezzato in tutta l’Italia ed ultimamente anche nel mondo. L’attenzione e la riscoperta negli ultimi anni dei vitigni storici regionali, quali tintilia e moscato, testimoniata dai numerosi nuovi impianti assegnati dalle istituzioni, può segnare una svolta nella crescita qualitativa e nel posizionamento della regione sul mercato? Certamente si. Anche noi molisani stiamo puntando tutti i nostri sforzi principalmente sul nostro vitigno autoctono per eccellenza, la tintilia, consapevoli che questo tipo di scelta è vincente per offrire al mercato un vino originale da uve autoctone, che nessuno potrà copiare. Il nostro compito sarà governare questa fase di rilancio, prestando attenzione alla valorizzazione delle caratteristiche autentiche del vitigno e del vino, affinché il vino Tintilia possa davvero essere il traino per il rilancio del moscato e per la definitiva affermazione dei vini molisani da uve montepulciano e sangiovese che in breve tempo potrebbero porci in posizioni invidiabili di mercato. Le istituzioni regionali e l’Assessorato all’agricoltura sosterranno con grande interesse e con ingenti mezzi finanziari queste scelte e gli sforzi dei produttori molisani che per anni, spesso da soli, hanno lavorato in silenzio con grande passione e dispendio di risorse. È questo il momento giusto per affiancarli nei loro sforzi, con ogni mezzo e con continuità. L’avvento di una nuova generazione di produttori e l’arrivo sul mercato di altre aziende dimostra che c’è una nuova mentalità imprenditoriale agricola. Quali sono le strategie attua- 2 te o in fase di studio da parte della Regione Molise nel comparto agroalimentare e in particolare nel settore del vino? Come già detto, le nuove generazioni, anche nel campo vitivinicolo, hanno avuto la grande saggezza di ripartire dal lavoro dei loro genitori integrando la tradizione con l’innovazione. Nel prossimo Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 stiamo cercando di disegnare le politiche per l’intero comparto agroalimentare con una strategia di base fondata sulla “multifunzionalità” dell’agricoltura: insomma cercheremo di indirizzare il mondo agricolo a produrre in modo conveniente, tutelando l’ambiente ed il territorio, valorizzando le risorse locali e non dimenticando le esigenze del consumatore. Nel campo specifico del vino, sicuramente impegneremo risorse finanziarie per sostenere il rinnovo e la ristrutturazione dei vigneti, puntando sui prodotti di qualità e incentivando tutte le forme che consentano alle imprese di “fare sistema” con altri soggetti della filiera agroalimentare, facilitando la conoscenza e la promozione dei prodotti anche attraverso la ricerca scientifica. I numerosi prodotti d’eccellenza e la cucina tradizionale molisana possono rappresentare un volano per il turismo enogastronomico? I prodotti di eccellenza del Molise sono numerosi ed apprezzati, ma ancora poco conosciuti perché spesso appartengono ad una nicchia produttiva, come ad esempio la “signora” un salume tradizionale di Conca Casale, che ha riscontrato un enorme successo in manifestazioni di settore. Dobbiamo incentivare la produzione di qualità per tutelare i nostri prodotti in via di estinzione e promuoverli insieme al territorio: se si tratta di una piccola produzione vuol dire che la si potrà gustare solo venendo in Molise. Sono sicuro che puntando su produzioni di pregio per mercati qualificati ed esigenti (si pensi ad esempio anche al tartufo molisano, ai latticini, al farro) con un contenimento dei costi di produzione, tutto il paniere agroalimentare del Molise potrà rappresentare un richiamo forte per il nuovo modo di fare turismo, legato soprattutto a quei luoghi che sappiano offrire un ambiente non contaminato, nel quale gli agricoltori abbiano il doppio ruolo di gestori del territorio e di produttori di paesaggio. la vitivinicoltura Il Molise tra storia e attualità C onsiderata da sempre una “cenerentola” dal punto di vista numerico nell’ambito del vino italiano, il Molise da qualche anno sta muovendo passi significativi per vincere la sfida della qualità. Alla base c’è una nuova generazione di tecnici e imprenditori agricoli che hanno investito molto per migliorare la dotazione strutturale dei vigneti e delle cantine e, più di recente, nel tentare la strada della valorizzazione e della promozione del territorio e dei suoi prodotti di eccellenza, con il supporto di enti ed istituzioni regionali. Stretto tra l’Abruzzo e la Puglia, il territorio molisano si estende per cinquanta chilometri lungo la dorsale adriatica, dove il clima è piuttosto mite durante tutto l’anno, mentre risalendo i fiumi principali Biferno e Trigno fino ai capoluoghi Campobasso e Isernia, e poi ancora fin sotto i Monti del Matese, si attraversa una zona caratterizzata da temperature più rigide dove i vigneti vanno a lambire i boschi. Come testimoniano numerosi ritrovamenti risalenti al V secolo a.C., le prime coltivazioni a vite si svilupparono nelle valli del Volturno e del Calore, della piana di Larino di Campobasso e di Trivento, lungo il fiume Trigno, nei dintorni di Agnone, Bojano e Sepino ai piedi del Matese: in particolare si diffusero le uve apianae (moscati, moscatelli e malvasie) e quelle aminee (falanghina, greco e aglianico) coltivate con la vite “maritata”. L’importanza della viticoltura in queste zone è confermata dai commerci che se ne facevano, di cui vi è ampia traccia documentale ancora nel periodo medievale. Lo storico agricolo Raffaele Pepe, in un rapporto redatto nel 1812 su incarico di Murat, ritrasse la “Provincia del Molise” addirittura come una delle aree più vitate della parte nord del Regno di Napoli a cavallo tra il 1700 e il 1800 e vitigni come la tintilia (localmente anche tintillia o tintiglia) erano già oggetto di interesse. Dopo l’unificazione iniziò una lenta e costante trasformazione dell’agricoltura che mise in crisi un equilibrio plurisecolare fondato sulla pastorizia, a favore di colture intensive soprattutto nella zona collinare e costiera, con la viticoltura che divenne l’attività prevalente, tra le poche capaci di mantenere un discreto livello di reddito in agricoltura. Il trasferimento della viticoltura nelle zone litoranee di bassa collina appartiene agli anni ’60 e ’70 quando sono andate affermandosi forme produttive come quella alta ed espansa del “tendone” o della “pergola”, adatta a privilegiare il profilo quantitativo e vitigni più “generosi”. Negli ultimi dieci anni si è invece assistito ad un’inversione di tendenza verso sistemi di coltivazione verticali (spalliera, cordone speronato, guyot) e sesti di impianto più fitti, dove il montepulciano e l’aglianico si esprimono alla perfezione e dove è possibile svolgere la meritoria opera di recupero dei vitigni tintilia e moscato che, nelle zone di media e di alta collina, possono vantare una sicura caratterizzazione. Il vigneto Molise oggi conta circa 7400 ettari, di cui 452 iscritti all’albo delle Doc Biferno (79 ettari) e Molise (373), per l’80% distribuiti nei comuni del basso Molise in provincia di Campobasso, in particolare nella zona di Campomarino (tra i comuni italiani a più alta concentrazione di vigneti), oltre che nell’areale più a nord tra Petacciato, Montenero di Bisaccia e Guglionesi, e ad ovest intorno Portocannone, San Martino in Pensilis e Larino. Oltre ai citati, montepulciano ed aglianico, si coltivano in prevalenza sangiovese, trebbiano, falanghina, greco, bombino bianco e malvasia, ai quali si affiancano gli internazionali cabernet sauvignon e merlot. Sono le basi per produrre quasi 9 mila ettolitri della Doc Biferno e circa 25 mila hl delle diverse tipologie della Doc Molise, in entrambi i casi per l’85% rappresentati da vini rossi, mentre la Doc Pentro, quasi mai utilizzata, sembra poter tornare all’attenzione dei produttori della provincia di Isernia. 3 I vini Doc e Igt BIFERNO DOC La Doc Biferno riguarda la zona di produzione che comprende la sola provincia di Campobasso e prevede le tipologie bianco, rosso e rosato. Il disciplinare di produzione prevede che il Rosso (anche Superiore e Riserva) ed il Rosato siano ottenuti dalle uve dei vitigni montepulciano tra il 70 e l’80% e aglianico 15-20%, ma possono concorrere alla produzione anche le uve provenienti dai vitigni a bacca nera, non aromatici, idonei alla coltivazione nella regione Molise fino ad un massimo del 15%. Il Biferno rosso deve avere un colore rubino più o meno intenso, con riflessi granati se invecchiato, odore gradevole, caratteristico con profumo etereo se invecchiato ed un sapore asciutto, armonico, vellutato, giustamente tannico. La gradazione alcolica minima è 11,5% vol, che nella versione Biferno Rosso Superiore sale a 12,5 e nella versione Riserva (ottenuto dopo un periodo di invecchiamento di almeno tre anni a far data dal 1 novembre dell’anno di raccolta delle uve) arriva a 13% vol. Le caratteristiche indicate per la tipologia Rosato riguardano il colore rosa più o meno intenso, l’odore fruttato delicato e il sapore asciutto, fresco e fruttato con minimo 11,5% vol. Il Biferno bianco deve essere invece ottenuto dalle uve provenienti da trebbiano toscano dal 60 al 70%, mentre per la restante parte concorrono i vitigni a bacca bianca, idonei alla coltivazione nella regione Molise e presenti nei vigneti fino ad un massimo del 40% con una presenza di malvasia bianca non superiore al 10%. Per disciplinare deve avere colore paglierino con riflessi verdognoli, odore gradevole, delicato, leggermente aromatico e sapore asciutto, fresco, armonico, con almeno 10,5% vol. PENTRO DOC La denominazione Pentro di Isernia o Pentro è riservata ai vini rossi, rosati e bianchi prodotti nelle zone vocate della provincia di Isernia, da vigneti collinari ad altitudine non superiore a 500 metri per i vini rossi e rosati ottenuti da uve montepulciano dal 45% al 55% e sangiovese dal 45% al 55%, e non superiore a 600 metri per i vini bianchi, utilizzando uve trebbiano toscano dal 60% al 70% e bombino bianco dal 30% al 40%. In ogni caso possono aggiungersi altre uve raccomandate per la provincia di Isernia per un massimo del 10%. MOLISE DOC La denominazione Molise, riconosciuta nel 1998, riguarda le produzioni dell’intero territorio della regione Molise. Il disciplinare prevede una serie di tipologie che fanno leva sui vitigni utilizzati, tra i quali la tintilia, vitigno autoctono recentemente oggetto di un’importante opera di valorizzazione. I vini Molise Doc devono essere infatti ottenuti dai corrispondenti vitigni per almeno l’85% con indicazione di vitigno (tranne quando si prevede l’utilizzo del montepulciano, che deve essere chiamato semplicemente Molise Rosso) ma possono concorrere alla produzione anche le uve di varietà a bacca di colore analogo, raccomandate e autorizzate per le rispettive province di Campobasso e Isernia. Queste le tipologie con menzione di vitigno: • Aglianico (anche Riserva) • Moscato bianco (anche Spumante e Passito) • Cabernet Sauvignon • Pinot Bianco • Chardonnay • Sangiovese • Falanghina • Sauvignon •Greco Bianco •Trebbiano • Tintilia (anche Riserva) La menzione Riserva può essere inserita per i vini ottenuti dopo un periodo di invecchiamento di almeno due anni, di cui 6 mesi in legno, a far data dal 1 novembre dell’anno di raccolta delle uve. Inoltre può fregiarsi della dicitura Molise Doc anche la tipologia Novello. OSCO o TERRE degli OSCI IGT La indicazione geografica tipica Osco o Terre degli Osci è riservata ai vini bianchi (anche nelle tipologie frizzante e passito), rossi (anche nelle tipologie frizzante e novello) e rosati (anche nella tipologia frizzante), ottenuti da uve provenienti da uno o più vitigni raccomandati e/o autorizzati per la provincia di Campobasso. Nel caso si utilizzi per almeno l’85% uno dei vitigni raccomandati per la provincia di Campobasso è possibile specificarlo in etichetta. ROTAE IGT La indicazione geografica tipica Rotae è riservata ai vini bianchi (anche nelle tipologie frizzante e passito), rossi (anche nelle tipologie frizzante e novello) e rosati (anche nella tipologia frizzante), ottenuti da uve provenienti da uno o più vitigni raccomandati e/o autorizzati per la provincia di Isernia. Anche in questo caso, l’utilizzo di uno dei vitigni in ragione dell’85% consente la menzione del vitigno in etichetta. 4 I prodotti agroalimentari e la cucina tradizionale Occupato per gran parte dalle montagne e segnato da un piccolo lembo di mare, il Molise è stato per secoli legato all’economia agropastorale avviata probabilmente dai Sanniti ai quali potevano ricondursi, tra le altre, anche le popolazioni montanare dei Pentri che occupavano il cuore del Sannio intorno al Matese e la cui capitale era Bovianum, l’attuale Bojano. L’attività si svolgeva sia in forma stanziale sia transumante lungo i tratturi, antiche vie armentizie di comunicazione che unirono l’Appennino centrale al tavoliere delle Puglie e che rappresentarono i riferimenti di nuovi insediamenti abitativi. La gastronomia molisana ancora oggi si rivela fortemente ancorata a queste sue radici e all’uso dei prodotti del territorio, che vanta particolarità non ancora conosciute al grande pubblico. Le aree montane e pedemontane ricche di pascoli naturali offrono un’interessante varietà di formaggi, abitualmente riconducibili ad alcune località ma che appartengono all’intero territorio: anzitutto le ricotte, caprini e pecorini di varie stagionature per i quali è nota Capracotta, ma anche i burrini di Vastogirardi, le formaggelle di San Giuliano del Sannio, il fiordilatte e le caciotte di Bojano, e i caciocavalli di Agnone. Intorno al massiccio del Matese e nelle alte valli del Trigno e del Biferno, il Molise rivela una capacità produttiva di tartufi e di funghi straordinaria per qualità e quantità, ma altrettanto importante è l’allevamento del maiale, vera ricchezza del contadino, dal quale ottenere le numerose specialità come la piccante preparazione della pampanella di San Martino in Pensilis (tagliata a pezzi grandi, conciata con sale, pepe, peperoncino e aglio e cotta al forno) che prende il nome dalle foglie di vite utilizzate per avvolgerla durante la cottura. Non di meno è la salsiccia di Pietracatella e quella di Ferrazzano, ma anche gli originali salumi come la signora di Conca Casale, la ventricina di Montenero di Bisaccia, la ventresca arrotolata e la ventresca tesa, ed ancora capocollo, ciccioli, coppa di testa, ’ntroglie e noglie. Diffusa è la preparazione della pasta fatte in casa così come della polenta, condita con le verdure ripassate in padella con aglio e peperoncino oppure con le salsicce, mentre tra le carni prevalgono ovviamente quelle ovine: l’agnello spezzato, i torcinelli (involtini ripieni di interiora), le annodate di trippa, oltre alla famosa pezzata di pecora cucinata a lungo in grandi caldai, alla quale è dedicata una grande festa agostana a Capracotta nella zona dei pascoli estivi di Prato Gentile, a 1600 metri. Tra i prodotti della terra, si contendono la fama i fagioli di Carpinone (nota anche per gli ortaggi), quelli cannellini di Boiano e di Isernia, quest’ultima conosciuta anche per le cipolle, alle quali vengono dedicate una fiera e una festa di antiche origini. E se questi sono prodotti e cucina di terra, il Molise può mettere in campo la sua cucina di mare anche in questo caso semplice ed essenziale, talvolta con accostamenti ai prodotti della terra. Oltre alle crudità si trovano spesso tra gli antipasti le alici marinate, le canocchie (cicale) bollite o ripiene di pane aromatizzato e cotte al forno, il guazzetto (in bianco) di cozze e vongole o di pesci di medio taglio (merluzzi, triglie o mazzoline), le seppie ripiene oppure con i peperoni alla brace, al forno con le patate o al tegame con i piselli, senza dimenticare due tradizionali preparazioni come il brodetto composto da pesci poveri ma di grande sapore e la scapece, una marinata (aceto e, talvolta, zafferano) di tranci di pesce diliscato e fritto che si conserva in piccoli mastelli di legno. Tra i dolci tipici, infine, i taralli di S. Biagio, i mostaccioli, le ostie e i confetti di Agnone, i ricciarelli, i dolci della sposa di San Martino in Pensilis e il panettoncino di mais di Campobasso, il pan capoccio. Un’ultima importante citazione va fatta per l’olio extravergine di oliva, un altro dei punti di forza di questa regione visto che con la Dop Molise conta annualmente 2,5 milioni di piante per una produzione di circa 5700 tonnellate con 130 frantoi: accanto all’antica vocazione della fertile zona di Venafro, in provincia di Isernia, si impone la produzione della piana di Larino, dove troviamo la gentile di Larino, la varietà più diffusa, e le altre circa 40 cultivar autoctone minori, tra le quali aurina, curina, olivastra, cerasa di Montenero, nera di Collotorto e rosciola di Rotello. 5 Le aziende vitivinicole Azienda Agricola Cianfagna C.da Bosco Pampini • 86030 Acquaviva Collecroce (CB) tel/fax 0875.970253 email:[email protected] sito internet: www.cianfagna.com L’azienda guidata da Vincenzo Cianfagna dispone di 3 ettari e mezzo di vigneto distribuiti intorno alla cantina sulle colline di Acquaviva Collecroce. Qui è coltivato principalmente il vitigno autoctono tintilia a cui si aggiungono in parte l’aglianico e il taurasi. Le attuali 6 mila bottiglie prodotte sono suddivise tra i due rossi, entrambi da uve tintilia in purezza, il “Sator” e il “Pietrafitta”, il primo con la Doc Molise mentre il secondo con l’Igt Osco. Cantina Coop. Valtappino s.c.r.l. C.da Mascione, 10 • 86100 Campobasso tel/fax 0874.441835 email: [email protected] sito internet: www.cantinavaltappino.com Fondata nel 1969, la cooperativa diretta dal presidente Emilio Venditti conta attualmente 30 soci che conferiscono le uve provenienti da 100 ettari di vigneto. La cantina è stata la prima a riscoprire il vitigno autoctono tintilia avviando un progetto di valorizzazione con l’Ente regionale di sviluppo agricolo del Molise e mettendo a disposizione dell’Università del Molise la propria struttura per le attività di sperimentazione. La gamma dei vini, disegnati dall’enologo Angelo Gatto, spazia tra rossi (da uve montepulciano, aglianico, sangiovese e tintilia) e bianchi (trebbiano e pinot bianco) tutti sono Doc Molise. Cantine Borgo di Colloredo C.da Zezza, 8/C • 86042 Campomarino (Cb) tel/fax 0875- 57453 e-mail:[email protected] sito internet: www.borgodicolloredo.com Fondata nel 1960 da Silvio Di Giulio, l’azienda, guidata attualmente dai figli Enrico e Pasquale, rispettivamente enologo e agronomo della Borgo di Colloredo, rappresenta una delle aziende di riferimento della regione. Dagli ottanta ettari di vigneto, dislocati nell’area di Campomarino, arrivano le uve montepulciano, aglianico, sangiovese, falanghina, trebbiano, malvasia, bombino bianco, greco e altre in misura minore, dalle quali si ottiene una produzione che spazia dai bianchi ai rossi fino al rosato per la Doc Biferno (in etichetta “Gironia”) e le etichette provenienti da monovarietà (aglianico, montepulciano, falanghina, sangiovese, greco) che si fregiano della Doc Molise per complessive 300 mila bottiglie. 6 Cantina Cliternia s.c.a. C.da Nuova Cliternia, 70 • 86042 Campomarino (Cb) tel. 0875.57106 • fax 0875.57416 e-mail: [email protected] sito internet: www.cliternia.it Questa dinamica cooperativa, nata circa 25 anni fa, raccoglie oggi circa 200 mila quintali d’uva provenienti da oltre mille ettari di vigneto, appartenenti a 300 soci. Attualmente la produzione in bottiglia riguarda oltre il 20% della produzione, distribuita principalmente in Molise, Campania, Puglia, Abruzzo e Lombardia, con piccole ma significative quote in USA, Giappone, Inghilterra e Germania. Molto apprezzati i due vini della linea “Trabucco”, il bianco (da uve trebbiano, malvasia e bombino) e il rosso (da montepulciano e aglianico), mentre sotto la Doc Molise si distinguono il Trebbiano, il rosso da uve montepulciano e il pinot bianco. Completano la gamma la linea “Martarosa” con la Falanghina e il Pinot Grigio. Di Majo Norante C.da Ramitelli, 4 • 86042 Campomarino (Cb) tel. 0875.57208 • fax 0875.57379 e-mail: [email protected] sito internet: www.dimajonorante.com. L’azienda Di Majo Norante è senz’altro la cantina molisana più nota fuori dai confini regionali, grazie ad una produzione in bottiglia avviata da Luigi Di Majo nel 1968 e oggi proseguita dal figlio Alessio, capace di stare al passo dei tempi con una produzione ampia (800 mila bottiglie) e diversificata con l’utilizzo di antichi vitigni. Dagli ottantacinque ettari di vigneto provengono le uve che fanno il successo dei vini della linea economica Ramitello e di quelle più pregiate soprattutto con la riserva “Don Luigi” (da uve montepulciano e tintilia), il Molise doc Aglianico“Contado”, la Tintilia, il “Biblos” (blend di falanghina e greco vinificate parzialmente in parte in legno) e con il dolce “Apianae”, da uve moscato. Az. Agrivitivinicola Di Tullio Vini di Toschi Susanna C.da Cianaluca, 38 • 86042 Campomarino tel/fax 0875.539258 e-mail: [email protected] sito internet: www.cantineditullio.it L’azienda Di Tullio di Susanna Toschi e Nicola Di Tullio, fondata nel 2002, è una delle più recenti realtà produttive molisane. Sotto la direzione tecnica dell’esperto enologo Umberto Svizzeri, si producono, oltre alle tre etichette iniziali, sotto la Doc Molise, che interpretano in maniera diversa il territorio e i vitigni presenti nei 13 ettari di vigneto allevati a cordone speronato sulla collina litoranea di Campomarino, i rossi “Battito” e “Pindarico” riserva e il bianco “Volo”, il Molise Rosso “Terra Pura” e le due Igt Terre degli Osci, chardonnay e rosato, per una produzione che attualmente è di circa 100 mila bottiglie. Cantina Grancia di Romitelli C.da Ramitelli, 180 • 86042 Campomarino (CB) tel/fax 0875.57461 email: [email protected] sito internet: www.granciadiromitelli.com La cantina di Marcello Traini, nata nel 2003, si estende tra le colline di contrada Ramitelli, nel comune di Campomarino. L’azienda vinifica in parte le uve provenienti dai 6 ettari di vigneto, coltivati a montepulciano, sangiovese, trebbiano e malvasia, in parte quelle conferite da alcuni produttori della zona, per una produzione complessiva di circa 8 mila bottiglie per gran parte destinate al “Diomedea”, che si fregia dell’Igt Osco. Cantina Valbiferno C.da Perazzeto • 86034 Guglionesi (Cb) tel. 0875.59550 • fax 0875.59402 e-mail: [email protected] sito internet: www.vinivalbiferno.com Nata a metà degli settanta per mano di un gruppo di agricoltori del basso Molise, la cantina Valbiferno, guidata oggi da Domenico Sauro, è una solida realtà cooperativa che conta 450 soci per complessivi 800 ettari di vigneto coltivati sulle colline tra Larino, Ururi, S. Martino in Pensilis, Campomarino, Portocannone, Guglionesi, Termoli, San Giacomo, Montecilfone, Montorio nei Frentani, Montelongo, Rotello e Santa Croce di Magliano. La produzione che si aggira intorno ai 100 mila ettolitri all’anno spazia tra vini bianchi, rossi e rosati nell’ambito delle due denominazioni più importanti: ecco allora i rossi e i bianchi della linee Cretarossa e Malecoste, a cui si aggiungono l’Igt Osco Liburnio e il moscato bianco. Azienda Agricola D’Uva Angelo C.da Monte Altino, 23 • 86035 Larino (Cb) tel. 0874.822320 • fax 0874.822492 e-mail: [email protected] sito internet: www.cantineduva.com Pur fondata nel 2001 la cantina della famiglia D’Uva ha alle spalle un’azienda agricola in attività dal 1945 e più di recente anche una bella struttura agrituristica annessa alla cantina. Siamo a pochi chilometri dal mare, a circa 250 metri di altitudine, dove vengono coltivati a guyot 15 ettari di vigneto con uve montepulciano (70%), cabernet sauvignon (20%) e trebbiano (10%) che in azienda sono elaborate da Angelo D’Uva con la consulenza enologica di Fabrizio Giacomini. Tra le etichette più rappresentative si segnalano il Molise rosso “Ricupo” e la Tintilia, entrambe sotto la Doc Molise, e le Igt Terre degli Osci “Keres” e “Gavio”. Cantina San Zenone Soc. Coop. C.da Piana dei Pastini • 83036 Montenero di Bisaccia (Cb) tel. 0875.96576 • fax 0875.968450 e-mail: [email protected] La cantina San Zenone, guidata dal presidente Mario Borgia, conta oggi 231 soci che conferiscono le uve provenienti dai 650 ettari di vigneto. La produzione, coordinata dall’enologo Emanuele Primi con la consulenza tecnica di Francesco Paolo Del Casale, raggiunge quota 50 mila bottiglie tra bianchi e rossi: con la Doc Molise nasce il “Colle dei Pastini” rosso da uve montepulciano, e il bianco da trebbiano, mentre sotto l’Igt Osco arriva nelle tipologie rosso, rosato, chardonnay e falanghina in etichetta “Aere”. Fattoria Di Vaira – Terra di Solidarietà C.da Collecalcioni • 86038 Petacciato (Cb) tel. 0875.67304 • fax 0875.678112 e-mail: [email protected] Riconosciuta come fondazione nel 1952, alla guida dell’azienda di proprietà dell’Ente di Beneficenza Cavaliere del Lavoro Francesco Di Vaira, c’è Pasquale Di Lena ex direttore dell’Enoteca Italiana di Siena, che dal 2004, con la consulenza tecnica di Riccardo Cotarella, avvia la vinificazione delle uve provenienti dai 104 ettari di vigneto di proprietà. La produzione conta tre etichette Doc Molise, il “Monsignore Riserva” da uve Montepulciano, e il “Cavalier Francesco” (montepulciano e aglianico), e la Falanghina “Signora Francesca” a cui si aggiungono “Solo Mare” (trebbiano e falanghina) e “Solo Terra” (montepulciano). Azienda Agricola Colle Sereno S.r.l. C.da Colle Sereno• 86024 Petrella Tifernina (Cb) tel/fax 0874.747285 e-mail: [email protected] Sito internet: www.collesereno.com Fondata da Giuseppe Mogavero, la cantina Colle Sereno è da tanti anni impegnata nella coltivazione biologica dei più importanti vitigni molisani e non solo presenti negli 80 ettari di vigneto, distribuiti tra Petrella Tifernina (400 metri slm) e Campomarino (60 metri slm). Con la consulenza tecnica dell’enologo Umberto Svizzeri si producono otto vini che si fregiano della Doc Molise e che interpretano in maniera diversa il territorio. Attualmente la produzione si divide tra i rossi da uve tintilia, cabernet sauvignon, montepulciano e i bianchi da falangina, trebbiano e chardonnay. Masserie Flocco S.r.l. C.da Difensola • 86045 Portocannone (Cb) tel. 0875.590032 • fax 0875.590888 e-mail: [email protected] sito internet: www.masserieflocco.com La giovane azienda di Michele, Salvatore e Maria Teresa Flocco ha saputo raggiungere in pochi anni buoni risultati di mercato. La cantina dispone di 160 ettari di vigneto, di cui cento di proprietà e sessanta in affitto, coltivati lungo la valle del Biferno con varietà autoctone e internazionali. Attualmente la produzione complessiva, coordinata dall’enologo Paolo Peira, si attesta intorno alle 700 mila le bottiglie divise nelle diverse etichette Molise Doc, come la Tintilia e il rosso “Podere di Sot” da uve montepulciano, e il Merlot “Podere dei Castelli”. Cantine Cipressi C.da Montagna • 86030 San Felice del Molise (Cb) tel. 0874.874535 • fax 0874.874535 e-mail: [email protected] sito internet: www.cantinecipressi.it Da tre generazioni attiva nella vitivinicoltura, l’azienda di Claudio Cipressi e Ernesto Travaglini, dispone di circa 25 ettari di vigneto, di cui 16 di proprietà, dislocati in parte nel circondario di San Felice del Molise e in parte a Guglionesi. Qui, a circa 500 metri sulle colline a ridosso dell’Abruzzo, sotto la direzione tecnica dell’enologo Goffredo Agostini, vengono lavorate sia le varietà più tipiche come montepulciano, aglianico, tintilia e trebbiano sia quelle internazionali quali chardonnay, cabernet e merlot. Tra i vini, meritano una citazione i rossi, tutti sotto la Doc Molise, “Macchiarossa” (tintilia), “Rumen” e “Mekan”. Catabbo I.A.C. srl C.da Petriera 86046 San Martino in Pensilis (Cb) tel. 0875.604945 • fax 0875.603916 e-mail: [email protected] Quaranta ettari in totale, coltivati a filare prevalentemente con uve montepulciano, tintilia e falanghina sulle colline di San Martino in Pensilis. È questo il patrimonio dell’azienda della famiglia Catabbo, che nel 2004 si è dotata di una nuova e moderna cantina. Con la consulenza tecnica di Giuseppe Pirro e Goffredo Agostini la produzione è divisa tra vini provenienti da monovarietà, entrambi per la Doc Molise, il rosso da uve montepulciano, la Tintilia e la Falangina, oltre alla linea “Petriera”. 7 Sommelier Abruzzo e Molise Numero speciale Molise - Marzo 2007 - Anno III Trimestrale dell’Associazione Italiana Sommeliers Abruzzo e Molise Realizzato con il contributo dell’Assessorato all’Agricoltura della regione Molise. Direttore editoriale Gaudenzio D’Angelo Via San Giacomo, 58/4 - Fara Filiorum Petri (Ch) Tel. 335.6191285 - [email protected] Direttore responsabile Massimo Di Cintio - [email protected] Grafica e impaginazione Angelo Orsini • Massimo Di Prinzio Hanno collaborato a questo numero: Davide Acerra, Luca Bistolfi, Gianluigi Lopes, Loredana Pietroniro. Fotografie Erminia Gatti, Archivio Regione Molise, Giuseppe Cavaliere, Massimo Di Cintio, Archivio Grafiche Di Prinzio, Archivio Consorzio Tutela Vini, Slow Food Alto Molise. Si ringraziano le aziende vitivinicole molisane. Si ringrazia Aquilonia per la gentile concessione della cartina geografica. Editore AIS Abruzzo e Molise Sede: Sporting Hotel Villa Maria C.da Pretaro - 66023 Francavilla al Mare (Ch) Tel. e fax 085.4503074 - Tel. 085.450051 [email protected] Stampa Litografia Di Prinzio • Guardiagrele