Meta Poster 7° Congresso Nazionale S.I.d.C.O., Modena - Italia 2-4 Dicembre 2004 L’INNESTO DI OSSO CORTICALE AUTOLOGO IN TERAPIA RIGENERATIVA: EVIDENZE ISTOLOGICHE PRELIMINARI Ugo Consolo, Vittorio Ferri,* Ferdinando D’Avenia,** Davide Zaffe*** Direttore Clinica Odontoiatrica – Univ. di Modena e Reggio Emilia * Libero Professionista in Modena ** Libero Professionista in Parma ***Dipartimento di Anatomia e Istologia – Univ. di Modena e Reggio Emilia INTRODUZIONE L’osso autologo è ancora considerato il miglior materiale da innesto in terapia rigenerativa. Un recente dispositivo di prelievo intraorale (Micross e Safescraper® curve) permette di ottenere discrete quantità di osso corticale con minima morbilità post-operatoria. Gli autori presentano evidenze istologiche preliminari di aumenti di cresta con tecniche di GBR pre-implantare, Sinus Grafting (SG) e tecniche di preservazione ossea in siti post-estrattivi (SPE) senza membrana, solo con innesti di osso al 100% di corticale autologo prelevato in sede intraorale. La caratteristica struttura a ricciolo dell’osso corticale prelevato con il dispositivo Safescraper® curve. La corticale prelevata con il dispositivo Micross ideale per aree ridotte di prelievo SPE. Estratto l’elemento viene posizionato il tessuto osseo prelevato nelle vicinanze con Micross SG. L’OPT evidenzia l’atrofia sinusale SPE. La completa guarigione del tessuto osseo dopo 3 mesi di guarigione SG. La finestra di accesso dopo lo scollamento della membrana sinusale GBR. Appare evidente l’esistenza di un deficit osseo orizzontale e verticale GBR. Stabilizzazione palatale della membrana in e-PTFE e perforazione corticale della sede ricevente l’innesto SPE. Il prelievo bioptico dal sito post-estrattivo con trephine di diametro idoneo all’inserimento implantare SG. Grande quantità di tessuto osseo corticale prelevato con Safescraper® curve dal processo zigomatico GBR. Il tessuto osseo raccolto con il Safescraper® curve viene posizionato a riempimento del difetto FIG.F: GBR. Il rientro chirurgico, dopo 9 mesi, il tessuto osseo neoformato prima del prelievo bioptico Meta Poster MATERIALI E METODI 14 pazienti: 6 maschi e 8 femmine (età compresa tra 27 e 63 anni) hanno ricevuto un innesto osseo corticale autologo. Sono stati seguiti 4 SG, 5 GBR con membrana non riassorbibile in e-PTFE e 5 SPE. Specifici bisturi ossei manuali (Micross e Safescraper® curve – Meta – Reggio Emilia), provvisti di un serbatoio interno di raccolta, sono stati utilizzati per il prelievo autologo di osso corticale da siti intraorali convenienti chirurgicamente: la linea obliqua esterna, la volta corticale palatina ed il processo zigomatico mascellare. Il sito donatore è stato selezionato con l’intenzione di minimizzare i disagi post-operatori del paziente. Al rientro chirurgico è stata eseguita una biopsia dei tessuti rigenerati con trephine di diametro idoneo all’inserimento implantare. I campioni sono stati carotati dopo 3 mesi per i casi SPE, dopo 9 mesi per i casi di GBR e 5 mesi per i casi SG. Le biopsie, fissate con paraformaldeide 4% in tampone fosfato pH 7.2, erano incluse in PMMA. Sezioni spesse (150 µm), ottenute con microtomo a lama diamantata, venivano microradiografate con apparecchiatura Italstructures, mentre sezioni sottili (5 µm), ottenute con microtomo per osso Autocut Jung, venivano colorate con Blu di toluidina, tricromica di Gomori o trattate istochimicamente per la valutazione della fosfatasi alcalina (ALP) e della fosfatasi acida tartrato resistente (TRAP). RISULTATI E DISCUSSIONE: A 3 mesi, nelle biopsie SPE, pressoché tutto l’innesto di osso corticale autologo era circondato da osso neoformato sul quale si rinvenivano file di osteoblasti in deposizione. Osteoclasti, positivi alla fosfatasi acida tartrato resistente, erano scarsi o totalmente assenti. L’osso corticale innestato risultava facilmente distinguibile dall’osso di recente formazione e in genere appariva privo di osteociti, tuttavia in più di un paziente si riscontravano osteociti ancora vitali all’interno dei frammenti di osso autologo innestato. Nelle biopsie SG a 5 e nelle biopsie GBR a 9 mesi l’osso corticale innestato presentava una apparenza ben distinguibile dall’osso neoformato dal quale era separato da linee cementanti. Anche dopo 9 mesi di impianto, in una parte delle biopsie, l’osso innestato mostrava internamente osteociti vitali che popolavano gran parte delle sue lacune. A 9 mesi dopo l’inevitabile riassorbimento dell’osso innestato, non erano visibili attività erosive dell’osso neoformato dal tessuto innestato. Tutti i siti trattati erano perfettamente guariti e la terapia implantare è stata completata con successo in accordo con i criteri di Albrektsson. Biopsia SPE a 3 mesi. La colorazione con blu di toluidina evidenzia la presenza di osteociti vivi (freccia nera) sia nell’osso neodeposto (N) che nell’osso autologo innestato (OA). Biopsia GBR a 9 mesi. La colorazione con blu di toluidina mostra l’innesto di corticale (OA), contenente osteociti vitali, sul quale osteoblasti attivi stanno apponendo nuovo osso. Biopsia SPE a 3 mesi. Osso corticale innestato (OA) circondato da osso neo-formato (N). L’immagine a luce polarizzata permette meglio di discriminare la parte centrale lamellare (osso innestato) dalla periferica a fibre intrecciate (osso neo-deposto). Biopsia GBR a 9 mesi. Osso corticale innestato (OA) circondato da osso neo-formato (N). L’immagine a luce polarizzata permette meglio di discriminare la parte centrale lamellare (osso innestato) dalla periferica a fibre intrecciate (osso neo-deposto). Biopsia GBR a 9 mesi. La fosfatasi acida tartrato resistente non evidenzia attività erosive nell’osso neoformato (N) e nel tessuto innestato (OA). Biopsia SPE a 3 mesi. La fosfatasi alcalina evidenzia le cellule positive (freccia nera) sull’innesto corticale (OA). Biopsia GBR a 9 mesi. Con colorazione blu di toluidina, anche dopo 9 mesi di impianto, in una parte delle biopsie, l’osso innestato (OA) mostra internamente osteociti vitali (freccia nera) che popolano gran parte delle sue lacune. Biopsia GBR a 9 mesi. La fostatasi alcalina evidenzia una ridotta attività di rimodellamento (frecce nere). CONCLUSIONI L’osso autologo corticale prelevato con dispositivi manuali ha una struttura ideale per l’innesto data la caratteristica morfologia a ricciolo, preservante la vitalità cellulare. L’osso corticale usato in procedure di aumenti di cresta presenta un’integrazione eccellente ed una ridotta attività di riassorbimento: a 9 mesi era presente un’attività iniziale di rimodellamento. Nel trattamento di ampi difetti post-estrattivi (SPE), in GBR ed in Sinus Grafting (SG), i frammenti di osso corticale ottenuti con Micross e Safescraper® curve appaiono un ottimo materiale di riempimento, al contrario dell’osso spongioso che, quando innestato, viene riassorbito molto rapidamente e, pertanto, necessità di altri interventi o di essere additivato con materiali di supporto a lento riassorbimento. C.G.M. S.p.A. DIVISIONE MEDICALE META Via E. Villa, 7 -42100 Reggio Emilia - ITALY - Tel.: +39 0522.50.23.11 - Fax: +39 0522.50.23.33 www.metahosp.com