ITALIAN DESK
Eurispes – FederBio
DOSSIER AMBIENTE
Documenti, Note, Informazioni in materia ambientale
per il “Curso Internacional de Postgrado de Evaluación
Ambiental Estratégica”
promosso da Fundación de Estudios Avanzados di Buenos
Aires (FUNDABAIRES)
Persone di contatto: Vanna Forconi (coordinatore), Email: [email protected] ;
Leonardo Pugliese, Email: [email protected]
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Indice
PRESENTAZIONE
1. Italian Desk per la cooperazione italo-argentina sull'ambiente
2. FederBio – Federazione Italiana di Agricoltura Biologica e Biodinamica
3. Eurispes – Istituto di Studi Politici, Economici e Sociali
AGRICOLTURA BIOLOGICA ED ECOCOMPATIBILE
1. La legislazione sul settore biologico in Europa
2. Organic Agriculture in Italy: a good story for environmental policies
BIODIVERSITA’
4. La Strategia Nazionale per la Biodiversità (documento)
BIO-ECONOMIA
1. L’innovazione per una crescita sostenibile: una bioeconomia per l’Europa
(documento)
CAMBIAMENTI CLIMATICI
1. Proposta della Commissione Europea sulle norme per contabilizzare le emissioni e
gli assorbimenti dei gas serra nel settore agricolo e forestale (documento)
PROGRAMMI E PROGETTI DELL’UNIONE EUROPEA
1. Gli strumenti finanziari della UE
2. Partenariato Europeo (PEI) in materia di produttività e sostenibilità dell'agricoltura"
sarà una delle grandi novità della nuova politica di sviluppo rurale per il 2014-2020
ALLEGATO 1: Progetto PARAFOR (Paranà Forestal), Creazione di una compresa forestale
con finalità produttive ed ambientali e di poli agro-industriali nei settori legno-energia nel
Nord-Est dell’Argentina
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ITALIAN DESK PER LA COOPERAZIONE ITALO-ARGENTINA
SULL'AMBIENTE
EURISPES e FEDERBIO - Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica - hanno siglato una
convenzione per promuovere la collaborazione con la Fondazione di Studi Avanzati - Fundabaires
(www.fundabaires.org) di Buenos Aires in materia ambientale e per sostenere due importanti corsi
internazionali di post-lauream di Valutazione di Impatto Ambientale e di Valutazione Ambientale Strategica.
.
In base all’Accordo EURISPES e FEDERBIO hanno promosso la costituzione a Roma dell’Italian Desk, un
organismo di riferimento italiano formato da esperti qualificati in Scienze e Politiche ambientali che ha il
compito di fornire ai colleghi argentini le informazioni e la documentazione relative alle iniziative in materia
che si svolgono nel nostro Paese ed a livello europeo. Sono previsti anche scambi di docenti e studenti e la
possibilità di svolgere progetti comuni. L’Italian Desk è inteso come una struttura aperta ad estendere l’area
delle collaborazioni a quegli esperti di alta qualificazione che siano interessati a rafforzare la cooperazione
italo-argentina. La sede operativa è presso FederBio, in piazza Indipendenza 5, Roma.
Le principali aree tematiche oggetto di approfondimento sono cinque:
1) BIODIVERSITA’ (Politiche di tutela e conservazione della natura; Sviluppo dell’agricoltura biologica ed
eco-compatibile; Il valore economico e sociale di una nutrizione di qualità);
2) ACQUA (Gestione ed uso sostenibile della risorsa idrica; Sviluppo degli impianti irrigui: valutazione
impatto ambientale);
3) ENERGIA (Sviluppo economico e sostenibilità energetica; Fonti energetiche rinnovabili: efficienza e
risparmio energetico);
4) VALUTAZIONE IMPATTO AMBIENTALE (Grandi opere pubbliche; Valorizzazione delle aree agricole
urbane e peri-urbane; Bioarchitettura. Riqualificazione degli edifici e dei patrimoni immobiliari);
5) PROGRAMMI EUROPEI (Le strategie e le politiche europee per l’ambiente e l’energia; I Programmi: a)
Intelligent Energy – Europe (IEE); b) Eco- Innovation; c) 7° Programma Quadro (FP7); EuropeAid; d) Il Patto
dei Sindaci per lo sviluppo energetico del territorio..
“L’Italia è un Paese leader anche a livello mondiale per quanto riguarda non solo la produzione e il
commercio dei prodotti biologici, ma anche per le notevoli competenze tecniche, professionali e
organizzative che costituiscono un patrimonio di assoluto valore che FederBio rappresenta al meglio, data la
sua caratteristica spiccatamente interprofessionale. – commenta Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio L’Argentina è fra i primi Paesi che hanno sottoscritto un accordo di equivalenza con l’Unione Europea per i
prodotti biologici e le sue produzioni ortofrutticole e agrumicole in contro stagione e alcune materie prime per
la mangimistica sono di estremo interesse per gli operatori italiani senza entrare in contrasto con i nostri
agricoltori. Per questo sono convinto che l’iniziativa condivisa con Eurispes sia necessaria anche per
rafforzare il ruolo dell’Italia nel mercato internazionale del biologico.”
Per Gian Maria Fara, presidente EURISPES, “l’Argentina ha un enorme patrimonio naturale che può essere
considerato, a ragione, come un patrimonio dell’umanità. L’iniziativa dell’università di Buenos Aires va nel
senso della sua valorizzazione e di un utilizzo corretto secondo il principio dello sviluppo sostenibile. Questo
è il motivo che ha spinto Eurispes e Federbio a dare il proprio contributo, dall’Italia e dall’Europa, nell’anno in
cui si celebra l’anniversario della Conferenza di Rio sull’ambiente”.
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FEDERBIO – Italian Federation of organic and biodynamic agriculture
FederBio (www.federbio.it) is an important association at national
level, created in 1992 from the initiative of organizations operating
in the organic and biodynamic farming sector, with the objective of
safeguarding and supporting its development.
FederBio is recognized as a sectoral institutional representative at regional and national level; it signed an
agreement with the Ministry of Economic Development for the internationalization of the Italian organic
sector. It is a member of IFOAM and ACCREDIA, the Italian organization for the Accreditation of Control and
Certification Bodies.
FederBio associates the main organic farming organizations at regional and national level, carrying out all
activities in the sector of production, transformation, distribution,certification, the ruling and safeguarding of
the interests of operators, technicians and organic products consumers.
The Federation is divided into thematic and professional members’ sections, including Producer
Associations, Control and Certification Bodies, Processors and Distributors, Technical and Service
Providers.
It is therefore a multi-professional entity, aiming at improving and enlarging the quality and the quantity of
organic products, obtained with organic and biodynamic farming techniques, in compliance with
deontological and professional rules, according to IFOAM guidelines.
In particular, FederBio ensures the transparency and fair behavior of its members, on the basis of a Selfdisciplinarian Code and in conformity with common standards.
Moreover, keeping an eye to the valorization and support of the organic sector in Italy, FederBio signed a
Memorandum of Understanding with the FIDAF to promote Research, through a Scientific Committee,
particularly in the areas of biodiversity, rural development, and climate change prevention.
To further strengthen the organic sector, the Federation encourages experimentation and the sharing of the
knowledge and the culture of the Italian organic farming products among consumers.
In recent years, the Federation started to carry out its activity also at international level, collaborating with the
Organizations and Institutions involved in the transfer of know-how and the promotion of Italian Organic
products around the world.
EURISPES - Istituto di Studi Politici, Economici e Sociali
L'EURISPES (ISPES fino al gennaio 1993) Istituto di Studi Politici e Economici e Sociali, presieduto dal Prof.
Gian Maria Fara, è un Ente privato senza fini di lucro ed opera in Italia dal 1982 nel campo della ricerca
politica, economica e sociale.
In trent'anni di attività l'Istituto ha consolidato una posizione leader nel sistema
della ricerca in Italia, diventando una delle più autorevoli agenzie di riferimento
culturale per il mondo istituzionale, politico, economico e dell’informazione, e un
organismo dalla comprovata credibilità nell'attività di formazione dell'opinione
pubblica e di quanti sono interessati all'analisi e alla comprensione delle
dinamiche sociali, economiche e politiche italiane.
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Le molteplici ricerche svolte, le informazioni prodotte su temi di grande rilevanza sociale e la realizzazione, a
partire dal 1989, del Rapporto annuale sulla situazione del Paese, il Rapporto Italia, hanno animato il
dibattito sociale, politico ed economico e, in numerose occasioni, orientato la stessa attività del Legislatore.
L'EURISPES ha sempre seguito e, spesso, anticipato l'evolversi delle dinamiche politiche, economiche e
sociali, che hanno caratterizzato la vita del Paese, sviluppando un’azione costante di analisi e di
interpretazione della realtà sociale.
Attraverso la ricerca di tipo istituzionale, l'Istituto ha contribuito all'emersione di fenomeni sociali nascosti o
poco noti, realizzando una vera e propria opera di “scouting sociale” che ha dato luogo alla produzione di
dati e di informazioni, ampiamente utilizzati dai decisori politici ed economici per la loro attività di indirizzo e
di governo dell’economia e della società, e amplificati dai mezzi di comunicazione di massa, nazionali ed
internazionali.
A rafforzare il ruolo di interprete della realtà italiana, contribuisce ulteriormente lo stretto rapporto instaurato
con la comunità scientifica internazionale, valorizzato da un continuo scambio di informazioni e di esperienze
e da una intensa collaborazione nella organizzazione di seminari, convegni, iniziative editoriali, dibattiti e
conferenze
AGRICOLTURA BIOLOGICA ed ECOCOMPATIBILE
1. La legislazione sul settore biologico in Europa
A livello comunitario l'agricoltura biologica è l’unica forma di agricoltura a
disporre di uno specifico quadro normativo.
L'agricoltura biologica in Europa è stata regolamentata per la prima volta a
livello comunitario nel 1991 con il Reg. CEE n. 2092/91 relativo al metodo
di produzione biologico di prodotti agricoli e all'indicazione di tale metodo
sui prodotti agricoli e sulle derrate alimentari.
Solo nel 1999 con il Reg. CE n. 1804/99 sono state normate anche le
produzioni animali.
Nel 2007 è stato adottato un nuovo regolamento per l'agricoltura biologica,
il Reg. CE n. 834/2007 relativo alla produzione biologica e all'etichettatura dei prodotti biologici sia di origine
vegetale che animale, che abroga i regolamenti precedenti ed è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale
dell'Unione Europea L 189 del 20/07/2007.
Regolamento CE N. 834/2007 del 28 giugno 2007
La revisione del vecchio regolamento era iniziata nel 2004 quando, nel Piano d'Azione per l'agricoltura
biologica, il Consiglio e il Parlamento europeo invitarono la Commissione a rivedere il quadro normativo
sull'agricoltura e sugli alimenti biologici, per renderlo più semplice, più trasparente e più coerente.
La nuova normativa, oltre a semplificare e a definire la materia sia per i produttori che per i consumatori,
introduce importanti novità, quali:
- esplicita gli obiettivi, i principi e le norme di produzione dell'agricoltura biologica, lasciando allo stesso
tempo una certa flessibilità per tenere conto delle condizioni locali e dei vari stadi di sviluppo;
-
assicura che gli obiettivi e i principi si applichino ugualmente a tutte le fasi della produzione biologica
animale, vegetale, di acquacoltura e di mangimi, nonché alla produzione di alimenti biologici
trasformati;
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-
chiarifica la disciplina in materia di OGM, reiterando in particolare l'assoluto divieto di utilizzare OGM
nella produzione biologica e precisando che il limite generale dello 0,9% per la presenza accidentale di
OGM autorizzati si applica anche ai prodotti biologici;
-
rende obbligatorio (a partire dal 2010, Reg. UE n. 271/2010) il marchio UE per i prodotti biologici di
origine comunitaria, consentendo tuttavia l'uso complementare di marchi nazionali o privati, al fine di
promuovere il "concetto comune" di produzione biologica;
-
autorizza norme private più rigorose;
-
garantisce che siano etichettati come biologici soltanto gli alimenti contenenti almeno il 95% di
ingredienti biologici;
-
autorizza l'indicazione degli ingredienti biologici nella composizione dei prodotti non biologici;
-
non contempla il settore della ristorazione privata e collettiva, ma autorizza gli Stati membri a
regolamentare questo comparto, in attesa di un riesame a livello UE nel 2011;
-
potenzia l'approccio basato sul rischio e migliora il sistema di controllo, allineandolo al sistema ufficiale
di controllo vigente nell'UE per la generalità delle derrate alimentari e dei mangimi, ma mantenendo
anche controlli specifici per la produzione biologica;
-
istituisce un nuovo regime permanente d'importazione, in virtù del quale i Paesi Terzi possono
esportare sul mercato dell'UE a condizioni identiche o equivalenti a quelle applicabili ai produttori
dell'UE (reso operativo con il Reg. CE n. 1235/2008);
-
prescrive l'indicazione del luogo di provenienza dei prodotti, anche per quelli importati che recano il
marchio UE;
-
apre la possibilità di aggiungere ulteriori disposizioni quali:
o
i lieviti biologici (divenuto operativo con il Reg. CE n. 1254/2008);
o
produzione di animali e di alghe marine da acquacoltura biologica (divenuto operativo con il
Reg. CE n. 710/2009);
o
vitivinicoltura biologica (in attesa di regolamentazione);
-
lascia invariato l'elenco delle sostanze autorizzate in agricoltura biologica, prescrive la pubblicazione
delle richieste di autorizzazione di nuove sostanze e sottopone a un sistema centralizzato la
concessione di eccezioni;
-
dà luogo alla trasposizione delle modalità di applicazione dal regolamento precedente al nuovo, con
particolare riguardo all'elenco delle sostanze, alle norme in materia di controllo e ad altre disposizioni
applicative.
Il Reg. CE N. 834/2007 si può consultare sul sito: http://www.federbio.it/download.php?parent=441
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Regolamento CE n. 889/2008 del 5 settembre 2008
Questo ulteriore regolamento è stato fondamentale in quanto il Reg. CE n. 834/2007 indica sinteticamente
obiettivi, principi e norme generali della produzione biologica, ma è il Reg. CE n. 889/2008 a stabilirne le
norme più specifiche e dettagliate. In particolare dettaglia le norme tecniche e i criteri di controllo per la
produzione agricola, l’allevamento e la preparazione alimentare; nello specifico vengono ripresi i contenuti
degli allegati del “vecchio” Reg. CEE n. 2092/91.
Nel Regolamento CE n. 889/2008 sono regolamentati tutti i livelli di produzione vegetale ed animale, dalla
coltivazione del terreno e dall’allevamento di animali alla trasformazione, alla distribuzione e al controllo degli
alimenti biologici.
Molteplici Allegati sono acclusi al Regolamento CE n. 889/2008. Tra questi si possono trovare:
- prodotti consentiti in agricoltura biologica, come fertilizzanti, ammendanti del suolo e pesticidi;
-
requisiti minimi delle dimensioni degli alloggi e degli spazi, compresi i pascoli per gli allevamenti
biologici, a seconda delle specie animali e delle fasi di sviluppo;
-
alimenti per animali non biologici, additivi per mangimi e coadiuvanti tecnologici per la produzione di
mangimi composti e premiscele consentiti in agricoltura biologica;
-
ingredienti non biologici, additivi e coadiuvanti tecnologici consentiti nella produzione di alimenti
biologici (compresa la produzione di lievito);
-
requisiti per il logo comunitario.
Questi Allegati e altre parti del Regolamento possono essere integrati dalla Commissione per inserirvi
eventuali aggiornamenti concernenti la continua evoluzione della tecnologia, della scienza e del mercato
biologico.
In aggiunta alla normativa UE in materia di agricoltura e produzione biologica, gli operatori che lavorano nel
settore dell’agricoltura e della trasformazione biologica devono rispettare le regole generalmente applicabili
alla produzione e alla trasformazione dei prodotti agricoli.
Ciò significa che tutte le norme applicabili in materia di regolamentazione di produzione, trasformazione,
commercializzazione, etichettatura e controllo dei prodotti agricoli si applicano anche ai cibi biologici.
Il Reg. CE N. . 889/2008 si può consultare sul sito: http://www.federbio.it/download.php?parent=441
Integrazioni ai Regolamenti 834/2007 e 889/2008
Per completare i Regolamenti 834/2007 e 889/2008 l’Unione Europea ha varato altre norme e di seguito
vengono elencati i principali regolamenti degni di nota:
il Reg. CE n. 1235/2008 dell’8 dicembre 2008 recante modalità di applicazione per quanto riguarda il regime
di importazione di prodotti biologici dai Paesi Terzi;
il Reg. CE n. 1254/2008 del 15 dicembre 2008, che elenca una serie di prodotti e sostanze necessarie alla
produzione, alla preparazione e alla formulazione del lievito biologico.
Il Reg. CE n. 710/2009 del 5 agosto 2009 recante l'introduzione di modalità relative alla produzione di
animali e di alghe marine dell'acquacoltura biologica;
Il Reg. UE n. 271/2010 del 24 marzo 2010 recante modalità di applicazione del regolamento CE n. 834/2007
del Consiglio, per quanto riguarda il logo di produzione biologica dell’Unione Europea.
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Il nuovo Logo Europeo: Reg. UE n. 271/2010
Dal 1 luglio 2010 è entrato in vigore il nuovo logo per tutti i prodotti biologici europei, ma le aziende potranno
utilizzare fino a luglio 2012 le etichette già stampate.
Il nuovo logo, rappresentato da una foglia stilizzata composta da 12 stelle bianche su fondo verde, è stato
scelto dalla Commissione Europea attraverso un concorso che ha coinvolto 3.500 studenti d’arte degli Stati
membri.
Oltre al nuovo logo, i prodotti dovranno indicare l’origine della materia prima con la dicitura appropriata:
- Agricoltura UE, nel caso gli ingredienti siano tutti provenienti dal territorio europeo;
-
Agricoltura Non UE, nel caso in cui i prodotti siano importati da Paesi Terzi;
-
Agricoltura UE/Non UE: se il prodotto è fatto con ingredienti misti è possibile indicare la nazione (ad es.
Agricoltura ITALIA) nel caso in cui almeno il 98% delle materie prime provengano dallo stesso paese
d’origine.
Così, i prodotti biologici rappresentano gli unici prodotti nel settore agroalimentare per i quali è obbligatorio
indicare la provenienza delle materie prime.
Il Reg. CE N. . 889/2008 si può consultare sul sito: http://www.federbio.it/download.php?parent=441
2. Organic Agriculture in Italy: a good story for environmental policies (L.Pugliese)
Organic Agriculture: definitions and environmental benefits
Organic agriculture is a production system that sustains the health of soils, ecosystems and people. It relies
on ecological processes, biodiversity and cycles adapted to local conditions, rather than the use of inputs
with adverse effects. Organic agriculture combines tradition, innovation and science to benefit the shared
environment and promote fair relationships and a good quality of life for all involved (IFOAM).
Organic agriculture is a holistic production management system that promotes and enhances agroecosystem health, including biodiversity, biological cycles and soil biological activity. It emphasizes the use
of management practices in preference to the use of off-farm inputs, taking into account that regional
conditions require locally adapted systems (Codex Alimentarius Commission, 1999).
Organic production is an overall system of farm management and food production that combines best
environmental practices, a high level of biodiversity, the preservation of natural resources, the application of
high animal welfare standards and a production method in line with the preference of certain consumers for
products produced using natural substances and processes (Reg. CE n. 834/079).
The organic production method thus plays a dual societal role, where it on the one hand provides for a
specific market responding to a consumer demand for organic products, and on the other hand delivers
public goods contributing to the protection of the environment and animal welfare, as well as to rural
development.
The most outstanding aspects of organic agriculture are: safeguard of systems and natural cycles, with
maintenance and improvement of soil fertilizers, of water purity, of plants and animals and the balance
between them; maintenance and enrichment of organic diversities; guaranty of a responsible use of power
and natural resources such as water, land, organic matter and air; exclusion of products coming from GMO’s
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during any stage of production or transformation; safeguard of the landscape; promotion of responsible,
ecologic and balanced social systems of production and selling; exclusion of chemical and synthetic
products which radically alter the environment and have a negative influence on the wholesomeness of the
products obtained; use of suitable agronomic techniques, resistant plants and predator insects against
parasites; certification of the production process and a guaranty of respect for the legislative laws and any
single intervention during the different stages of production.
Organic agriculture manages locally available resources to optimize competition for food and space between
different plant and animal species. The manipulation of the temporal and spatial distribution of biodiversity is
the main productive “input” of organic farmers. By refraining from using mineral fertilizers, synthetic
pesticides, pharmaceuticals and genetically-modified seeds and breeds, biodiversity is relied upon to
maintain soil fertility and to prevent pests and diseases. Furthermore, if properly managed, organic farming
reduces or eliminates water pollution and helps conserve water and soil on the farm.
Therefore, organic farming is one of several approaches to sustainable agriculture. Indeed, many of the
techniques used in organic farming - such as inter-cropping, mulching, and integration of crops and livestock
- are practised under various agricultural systems. What makes organic agriculture unique is that, under
various laws and certification programmes, almost all synthetic inputs are prohibited, and “soil building” crop
rotations are mandatory.
Moreover, organic farming has great potential in mitigating climate change. Thanks to the exclusion of
chemical and synthetic products and the optimal use of agronomic practices such as cover crops, rotations,
catch crops, cover crops and the use of composting techniques, organic agriculture is able to sequestrate
large amounts of carbon in soils and reduce emissions of greenhouse gases.
FAO considers the diffusion of organic farming as a promising strategy for mitigation and adaptation to
climate change.
The Fourth Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change, while not specifically mentioning
organic farming, in order to reduce emissions in agriculture, recommend many of the practices commonly
used in organic farming.
In organic farming limiting external inputs leads to a significant reduction of N2O emissions (less nitrogen
released as input, reduction of 1.2-1.6 Gt CO2eq/year in comparison with conventional farming) and a lower
consumption of energy, due to the ban of synthetic chemical fertilizers (nitrogenous fertilizers). Emissions of
N2O and CH4 are also reduced by the prohibition of biomass burning (Stati Generali per il Biologico Proceedings of the final conference, 2009).
Organic agriculture contributes to a greater ability of CO2 sequestration in soils, since it is based on soil
fertility and production of humus and organic matter, which requires carbon. For example, the use of
compost and green manure, combined with crop rotation and low-till methods, determines an accumulation
of carbon in the soil from 2,000 to 4,000 kg per hectare.
The application of sustainable practices, such as those that characterize organic agriculture, to conventional
farming systems would lead to a potential mitigation of 4.5-6.5 Gt CO2 eq/year.
Hence, agriculture if properly addressed has a real and significant potential for reducing greenhouse gases
emissions: the technologies to be deployed to achieve this setback are simple and inherent to organic
farming itself. Essentially, there is no technical or technological limitation, since many of the practices that
could lead to a reduction in emissions of climate-altering substances are already included in the procedures
used in organic farming, thus implying reduced investment.
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Political And Economic Instruments
The interim evaluation of the CAP represents a further step towards a sustainable agriculture addressed to
the mitigation of climate change. Indeed, in addition to the new payment scheme and aid, four new priorities
have been placed: climate change and respect of the Kyoto Protocol; renewable energies; water resources
management; biodiversity. These priorities will be achieved through policies of rural development, of which
organic farming is part.
National authorities are encouraged to include measures to tackle gas emissions when designing and
implementing their rural development programmes - climate change is a key priority in the EU’s rural
development policy.
Organic farming as an agro-environmental policy instrument is particularly useful where the goal is overall
improvement of a large number of environmental indicators; in such instances its comparatively lower
transaction cost is a distinct advantage (Dabbert S., 2006).
Agri-environment measures are a key element for the integration of environmental concerns into the
Common Agricultural Policy. They are designed to encourage farmers to protect and enhance the
environment on their farmland by paying them for the provision of environmental services.
Agri-environment measures provide payments to farmers who subscribe, on a voluntary basis, to
environmental commitments related to the preservation of the environment and maintaining the countryside.
These payments encourage farmers to adopt agricultural activities or levels of production intensity that
deliver positive environmental outcomes, while not being necessarily the first choice from the point of view of
profitability.
Integrated farm management, organic agriculture, conservation of high-value habitats and their associated
biodiversity are examples of commitments covered by these national/regional agri-environmental schemes.
The measures may be designed at the national, regional, or local level so that they can be adapted to
particular farming systems and specific environmental conditions. This makes agri-environment a targeted
tool for achieving environmental goals.
Agri-environment measures are co-financed by Member States. EU expenditure on agri-environment
measures amounts for 2007 - 2013 to nearly 20 billion EUR or 22 % of the expenditure for rural
development.
The CAP reform process is going to stiff greening policies and objectives mainly using the tool of
conditionality, which is already in place in the current program. This will be reflected on the definition of new
agri-environment measures, making more effective the interventions in favour of climate change adaptation,
soil and water management and biodiversity safeguard.
Thus, it is likely that in the next Rural Development Program, together with the organic agriculture measure,
a set of more effective environmental measures will be prepared. These instruments will result more fitting
for organic farmers, while more difficult for the conventional ones.
Therefore, once more organic agriculture results the most complete and adequate practice to achieve the
environmental objectives set out in CAP official documents.
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Organic Agriculture In Italy
Organic farming is practiced in more than 160
countries, covering a surface of 37.2 million
hectares with 1.800.000 farms. The ten
countries with the most organically managed
land have combined total of 27.5 million
hectares, constituting three quarters of the
world’s organic agricultural land (fig.1).
Italy is one of the leading countries of the
organic sector. In 2010, the Italian organic
agriculture land was estimated to be 1.113.742
ha with about 48,000 certified organic
enterprises (of whom 41,807 are farmers). Italy
is the prime world
producer for vegetables, citrus fruit and olives,
and the second for cereals and grapes. The
business is estimated at more than 3 billion
euros (900 million in exports included).
Fig. 1 The ten countries with the most organic agricultural
land 2009. Italy is among the leading countries
In the last 20 years Italian organic agriculture has shown a fluctuating trend. From 1993 to 2001 there was a
progressive increase of farms and land used to cultivate organic products. In the following three years there
was a decrease both in the number of farms and in the land utilised. In 2005 there was an inversion with a
new increase of organic farms which reached 50,000 (+20.7% more than 2004), and of the land, which has
surpassed the important landmark of million of hectares (+11.8%). This increase is due both to the growing
market and to the support under the EU rural development programs, as many Regional governments chose
to promote conversion to organic farming.
The increase continued into 2006, the year in which a further increase of organic farms was registered
(which has now surpassed 51,000 units, +2.4% over 2005), and of land, which touches 1.15 million hectares
(+7%). This has allowed our country to consolidate its leadership in Europe for number of farms used for
organic cultivation. In 2007 there was a slight decrease in the number of workers equivalent to 50,276 units
(-1.55%) but on the contrary an increase of 0.18% of land (1,150,253 acres).
In 2008, instead, the organic farms decreased at 49,654 (-1.2%), with a significant 12.8% reduction of
dedicated surfaces (1.002.414 ha), due to the negative impact of the last Rural Development Programs. In
2009 there was a decrease in the number of operators equivalent to 48.509 units (-2,31%), while the organic
agricultural land increased of 10.4% (1,106,684 hectares). In 2010 was registered a decrease in the number
of operators (-1.7%), but the organic agricultural land slightly increased at 1,113,742 hectares (+0.6%).
Farms dealing in organic products (farmers, processors and importers) are concentrated above all in the
south of our country in three regions (Sicily, Calabria and Puglia), where there is the 41% of the farms. Emilia
Romagna and Lombardia are the leading regions in terms of transformation and distribution, but it is
important to underline even that Sicily is the third one and the first one among southern Italian regions in this
field. There is, in the whole, a major concentration of production farms in the South and farms of food
processing and importers in the North of Italy.
Overall, Italy shows a very positive trend of the organic market, an increase of domestic sales, which has
lasted several years. This has allowed our country to position itself, in 2009, fifth in the world organic market
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and fourth in the European Union giving a great contribution to sustainable agriculture and environment
safeguard.
The CAP reform, at the national level, has given rise to a process of research in order to formulate
appropriate implementation tools that are able to respond to the new environmental challenges, in which
organic farming plays a key role. Currently, the Italian Ministry of Agriculture has promoted several studies
on environmental issues (see MiPAAF references).
References and links:
Commission of the European Community, WHITE PAPER - Adapting to climate change: Towards a
European framework for action, 2009
http://eurlex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2009:0147:FIN:EN:PDF
Dabbert Stephan, Measuring and Communicating the Environmental Benefits of Organic Food Production,
Plant Management Network, 2006
http://www.plantmanagementnetwork.org/pub/cm/symposium/organics/dabbert/
INEA, Stati Generali per il Biologico - Final Report, 2009
http://www.inea.it/statigeneralibio/Rapporto_provvisorio.pdf
MiPAAF
- “Libro Bianco. Sfide e opportunità per lo Sviluppo Rurale per la mitigazione e l’adattamento ai
cambiamenti climatici”, 2011 http://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5799
- “Filiera Corta Bio” 2009 – 2011 http://www.filieracortabio.it/
- “BioReg - Identification and development of biological Districts: possible application of the methodology
BIODISTRICT" 2009-2011 http://www.distrettibiologici.it/
- “Progetto SABIO. Sostenibilità dell’agricoltura biologica” 2009 www.inea.it/public/pdf_articoli/816.pdf
Rete
Rurale
Nazionale,
Bioreport
2011-L’Agricoltura
Biologica
in
Italia,
2011
www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeAttachment.php/L/IT/D/c%252Fc%252F1%252FD.ab0e055dc20b9013
7bdd/P/BLOB%3AID%3D5859
- UNEP, Towards a Green Economy: Pathways to Sustainable Development and Poverty Eradication, 2011
http://www.unep.org/greeneconomy/Portals/88/documents/ger/2.0_Agriculture.pdf
- http://ec.europa.eu/agriculture/climate-change/index_en.htm
- http://ec.europa.eu/agriculture/organic/home_en
- http://ec.europa.eu/agriculture/organic/environment/water_en
- http://ifoam.org/growing_organic/definitions/doa/index.html
- http://ifoam.org/about_ifoam/principles/index.html
- http://www.fao.org/es/esa/PESAL/
- http://www.fao.org/es/esa/PESAL/index.html
- http://www.fao.org/es/esa/PESAL/AgRole.html
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BIODIVERSITA’
1. La Strategia Nazionale per la Biodiversità
Nel 2010 è stata realizzata, grazie ad un percorso di partecipazione e condivisione fra i diversi attori
istituzionali, sociali ed economici interessati, la stesura della Strategia nazionale per la biodiversità al fine di
rispondere appieno alla sfida 2011-2020 dichiarato a sua volta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite
“Decennio delle Nazioni Unite per la biodiversità”.
L’elaborazione di una Strategia per la Biodiversità si colloca nell’ambito degli impegni assunti dall’Italia con
la ratifica della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD, Rio De Janeiro 1994 ) avvenuta con la Legge
n.124 del 14 febbraio 1994.
Per il conseguimento della visione la Strategia nazionale è stata articolata intorno a tre tematiche cardine:
• Biodiversità e servizi ecosistemici
• Biodiversità e cambiamenti climatici
• Biodiversità e politiche economiche
La Strategia Nazionale per la biodiversità si può consultare sul sito:
http://www.minambiente.it/export/sites/default/archivio/allegati/biodiversita/Strategia_Nazionale_per_la
_Biodiversita.pdf
BIO-ECONOMIA
1. L’innovazione per una crescita sostenibile: una bioeconomia per l’Europa
La Commissione Europea ha presentato, lo scorso febbraio a Roma (in anteprima per l’Italia), la strategia
contenuta nel documento“L’innovazione per una crescita sostenibile: una bioeconomia per l’Europa”,
che punta su un’economia fondata, appunto, su risorse biologiche e rinnovabili. La strategia, spiega la
Commissione, «prevede un piano d’azione basato su un approccio interdisciplinare, intersettoriale e
coerente al problema.
L’obiettivo è creare una società più innovatrice e un’economia a emissioni ridotte, conciliando l’esigenza di
un’agricoltura e una pesca sostenibili e della sicurezza alimentare con l’uso sostenibile delle risorse
biologiche rinnovabili per fini industriali, tutelando allo stesso tempo la biodiversità e l’ambiente.
Il piano si basa pertanto su tre aspetti chiave:
• sviluppare tecnologie e processi produttivi nuovi destinati alla bioeconomia;
• sviluppare mercati e competitività nei diversi settori della bioeconomia;
• stimolare una maggiore collaborazione tra i responsabili politici e le parti interessate.
Il documento: COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO,
AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI
L’innovazione per una crescita sostenibile: una bioeconomia per l’Europa {SWD(2012) 11 final}
Si può consultare sul sito:
http://ec.europa.eu/research/bioeconomy/pdf/201202_innovating_sustainable_growth_it.pdf
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CAMBIAMENTI CLIMATICI
1. Proposta della Commissione Europea sulle norme per contabilizzare le emissioni e gli
assorbimenti dei gas serra nel settore agricolo e forestale
La Commissione Europea ha approvato, lo scorso 12 marzo, una proposta di decisione che stabilisce norme
per contabilizzare le emissioni e gli assorbimenti di gas a effetto serra nel settore forestale e in quello
agricolo, gli ultimi grandi settori privi di una normativa comune ue. Le foreste e i terreni agricoli coprono più
di tre quarti del territorio dell'unione e contengono ingenti quantitativi di carbonio, prevenendone la fuga
nell'atmosfera, e sono di conseguenza importanti per la politica climatica. Tuttavia fino ad oggi, gli sforzi di
agricoltori e proprietari di foreste volti a trattenere il carbonio presente nelle foreste e nei suoli, non sono stati
riconosciuti o solo parzialmente. Ciò è dovuto alle difficoltà di ottenere dati affidabili e alla mancanza di
norme comuni sulla contabilizzazione delle emissioni e degli assorbimenti. L'Unione Europea è determinata
a stabilire una contabilizzazione comune nella propria politica climatica, fornendo nuove opportunità, ad
esempio per ricompensare gli agricoltori per il loro contributo alla lotta contro i cambiamenti climatici nel
contesto della politica agricola comune. La proposta contribuirà, tra l'altro, a tutelare la biodiversità e le
risorse idriche, a sostenere lo sviluppo rurale e ad avere un'agricoltura rispettosa del clima.
Il documento della Commissione Europea è consultabile dal sito: http://ec.europa.eu/commission_20102014/hedegaard/headlines/docs/com_2012_94_en.pdf)
PROGRAMMI E PROGETTI DELL’UNIONE EUROPEA
1. Gli strumenti finanziari della UE (E.Bardi)
Gli strumenti finanziari della UE.
L'UE sostiene finanziariamente i progetti e le iniziative che promuovono le priorità politiche in materia
ambientale con diverse forme e modalità di finanziamento.
La DG-Ambiente utilizza principalmente lo strumento LIFE per co-finanziare aziende, enti pubblici e ONG in
progetti che sviluppano nuove soluzioni per sostenere le sfide ambientali. L'Innovazione è il filo rosso che
percorre tutte i progetti finanziabili che possono spaziare tra tecnologie, metodi e strumenti per promuovere
la sostenibilità ambientale. I temi principali vanno dalla qualità dell'aria alla conservazione dell'acqua, a
misure contro l'inquinamento e la pianificazione urbana, al controllo dei rifiuti.
Ambiti e obiettivi di LIFE si ritrovano, con modalità simili anche tra gli obiettivi di altri programmi della DGEnergia quali i finanziamenti previsti dal Competitiveness and Innovation Framework Programme CIP Ecoinnovation a sostegno dell'Environmental Technologies Action Plan (ETAP) e rivolti essenzialmente ad
avvicinare le aziende e la ricerca scientifica, con una forte ricaduta quindi sul mercato.
La massima espressione di compartecipazione al sostegno della ricerca si ritrova comunque nei programmi
del 7 Programma Quadro (FP7) mirati proprio a sostenere grandi progetti di ricerca.
Se i programmi precedenti riguardano essenzialmente i Paesi Membri della UE e i paesi ad essa Associati,
con la nuova direzione generale Sviluppo e cooperazione EuropeAid, incaricata di elaborare le politiche di
sviluppo, la UE fornisce aiuti mediante programmi e progetti in tutto il mondo finanziando azioni per aree
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tematiche e zone geografiche.
Ad esempio questa sono azioni promosse recentemente o appena terminate in Argentina:
•
Servicios de Logística para Seminarios de Capacitación en Políticas de Gestión Institucional de la
EPJA en articulación con la Formación Profesional
Reference EuropeAid/129245/D/SER/AR
•
Estudios para la elaboración de una línea base ambiental y socioeconómica de la cuenca del río
pilcomayo
Reference EuropeAid/121647/D/SER/Multi
2. Partenariato Europeo (PEI) in materia di produttività e sostenibilità dell'agricoltura" sarà
una delle grandi novità della nuova politica di sviluppo rurale per il 2014-2020
Cosa sona i PEI
I PEI rappresentano una nuova strategia intesa ad affrontare l'intera catena ricerca-sviluppo-innovazione,
riunendo partner pubblici e privati al di là di frontiere e settori per accelerare la diffusione dell'innovazione.
Essi hanno un obiettivo ambizioso da raggiungere entro il 2020 e tra uno o al massimo tre anni dovrebbero
cominciare a fornire risultati.
Il partenariato europeo per l'innovazione (PEI) è un concetto nuovo introdotto con l'iniziativa faro "Unione
dell'innovazione" della Strategia Europa 2020. Il suo obiettivo è affrontare le debolezze, le strozzature e gli
ostacoli nel sistema europeo di ricerca e innovazione che impediscono o rallentano lo sviluppo di buone idee
e il loro sbocco sul mercato.
Ogni partenariato è guidato da un gruppo direttivo presieduto dal Commissario o dai Commissari europei
responsabili del settore o delle aree interessate. A questi si aggiungono i rappresentanti degli Stati membri
(ministri), i membri del Parlamento, industriali, ricercatori, la società civile e altre parti interessate. I PEI sono
necessari per lo sviluppo delle tecnologie, di una migliore regolamentazione del mercato, di stimolare la
domanda e per intensificare la collaborazione tra settore pubblico e privato. Essi non sostituiscono i
programmi di finanziamento o i processi normativi, ma forniscono una piattaforma comune di cooperazione. I
PEI non sostituiscono il lavoro svolto nell'ambito di programmi di finanziamento come il Settimo programma
quadro (7° PQ), sono complementari a questi programmi.
PEI Sulla “Sostenibilità E La Produttività Dell'agricoltura” (Periodo 2014-2020)
In futuro la sfida fondamentale per l'agricoltura non sarà solo produrre di più, ma anche farlo in modo
sostenibile. Questo partenariato, perciò, si prefigge due obiettivi principali: promuovere la produttività e
l'efficienza del settore agricolo (invertendo quindi la recente tendenza alla flessione dell'incremento della
produttività entro il 2020) e garantire la sostenibilità dell'agricoltura (garantendo, entro il 2020, che la
funzionalità dei suoli si mantenga a livelli soddisfacenti). Il partenariato europeo per l'innovazione (PEI)
"Produttività e sostenibilità dell'agricoltura" intende fornire un'interfaccia di lavoro tra agricoltura,
bioeconomia, scienze e altre discipline a livello unionale, nazionale e regionale.
Il PEI non prevede fondi o misure aggiuntive e non intende duplicare gli sforzi. Ha l'obiettivo di facilitare lo
scambio tra gli attori dell'innovazione, condividendo le buone pratiche, e informando sulle opportunità, in
vista di valorizzare e migliorare l'efficacia delle misure connesse all'innovazione sul lato sia della Politica
Agricola Comune e l'Unione dell'Innovazione e il Programma Quadro di Ricerca.
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In particolare, il “PEI agricolo” sarà attuato principalmente mediante azioni attraverso due politiche dell'UE:
1. Sulla base delle proposte della Commissione per la Politica Agricola Comune (PAC) post2013, la nostra futura politica per lo Sviluppo Rurale dovrebbe fornire co-finanziamento di
azioni innovative di "gruppi operativi" che coinvolgono agricoltori, consulenti, ricercatori,
imprese e altri attori. Misure chiave includono 'cooperazione', 'il trasferimento delle
conoscenze', 'i servizi di consulenza', 'azioni d'informazione', 'investimenti', e 'lo sviluppo del
business'. Inoltre, la politica per lo Sviluppo Rurale dovrebbe provvedere alla creazione di
una struttura di rete di EIP a livello UE.
2. La politica UE per la Ricerca e l'Innovazione (Horizon 2020) svolgerà il suo ruolo fondamentale,
fornendo la base di conoscenze per le azioni innovative sul campo.
Il documento della Commissione Europea è consultabile dal sito:
http://ec.europa.eu/agriculture/eip/pdf/com2012-79_en.pdf
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Dossier Ambiente n.1 aprile 2012