Lezione 7
Corso di “Economia Industriale Internazionale”
Davide Arduini
1. Concorrenza oligopolistica (1)
Concetti di base
 Un mercato è oligopolistico se le imprese sono poche (di
grandi dimensioni) e ciascuna di esse è in grado di esercitare
potere di mercato
 I mercati oligopolistici si caratterizzano per il fatto che le
singole imprese presenti sul mercato riconoscono l’esistenza
di una interdipendenza strategica
 Interdipendenza strategica: una certa azione dell’impresa 1
influenzerà i profitti dell’impresa 2 (rivale)
 Le decisioni relative ai prezzi e alle quantità offerte prese
da ciascuna impresa influenzano i prezzi e l’output
nell’industria
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1. Concorrenza oligopolistica (2)
 In monopolio e in concorrenza perfetta non esiste
interdipendenza strategica, ossia le imprese non devono
preoccuparsi di quello che fanno i rivali:
- perché il monopolista non ha rivali (opera da solo nel
mercato)
- perché le imprese concorrenziali essendo molto piccole non
sono in grado di impattare sui concorrenti
 Esempi di mercati oligopolistici relativi all’economia italiana
sono:
1. Il mercato delle trasmissioni televisive in chiaro ed il
connesso mercato dei diritti pubblicitari (duopolio RAI Mediaset)
2. – Il mercato dei servizi di telefonia mobile (con 4 operatori:
Vodafone, TIM, Wind e 3)
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2. L’equilibrio in un regime oligopolistico (1)
 Per analizzare l’equilibrio che si verifica in oligopolio,
introduciamo alcuni elementi di teoria dei giochi
 Teoria dei giochi: studio del comportamento individuale in
situazioni strategiche
 Situazioni Strategiche: situazioni in cui gli agenti
economici sono consapevoli che le loro decisioni sono
interdipendenti
 Gioco: rappresentazione
strategica.
formale
di
una
situazione
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2. L’equilibrio in un regime oligopolistico (2)
Elementi costitutivi del gioco
i) Numero di giocatori
ii) Strategie
iii)
Payoff,
o
esito
misurato
in
termini
di
utilità/profitto/guadagno delle strategie adottate dai
giocatori
 In oligopolio:
i) N imprese (2 nel caso del duopolio)
ii) Strategie: quantità da produrre oppure prezzo
iii) Payoff: profitto
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2. L’equilibrio in un regime oligopolistico (3)
Concetti di equilibrio
 dipende dalle caratteristiche dell’informazione degli
agenti (completa, incompleta, imperfetta) e dal timing
delle mosse degli agenti
 Consideriamo solo giochi molto semplici, statici, in cui gli
agenti muovono simultaneamente con conoscenza completa
 Consideriamo solo due concetti di equilibrio:
• Equilibrio con strategie dominanti
• Equilibrio di Nash
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2. L’equilibrio in un regime oligopolistico (4)
 Equilibrio: combinazioni di strategie che sono ottimali per
ogni giocatore
 Strategia dominante: strategia ottimale per il giocatore,
indipendentemente dalle strategie adottate dagli altri
giocatori
 Equilibrio con strategia dominante: ogni giocatore gioca
la sua strategia ottimale indipendentemente dalle
strategie scelte degli altri agenti
 Equilibrio di Nash: ogni giocatore gioca la strategia
ottimale, date le strategie scelte dagli altri giocatori.
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2. L’equilibrio in un regime oligopolistico (5)
L’equilibrio in un mercato oligopolistico
 Definizione di equilibrio
- le imprese non hanno incentivi a modificare il proprio
comportamento
 L’equilibrio di Nash
- una coppia di strategie costituisce un equilibrio di Nash
se nessun giocatore può unilateralmente aumentare il suo
Payoff cambiando la sua strategia
- ogni impresa sta dando la propria miglior risposta alla
strategia dei concorrenti
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2. L’equilibrio in un regime oligopolistico (6)
Dilemma del prigioniero
 Due criminali (Bonnie e Clyde) vengono catturati dalla polizia
 La polizia ha prove per condannarli ad un anno di carcere per
porto abusivo di armi
 Non ha prove sufficienti, invece, per incriminarli per una rapina
che hanno commesso
 La polizia decide di fare questa proposta ad entrambi (in stanze
separate):
i) in caso di confessione di un solo individuo, l’individuo quello
che ha confessato è scagionato
ii) in caso di confessione di entrambi, la pena è ridotta a 8 anni
iii) se nessuno confessa, Bonnie e Clyde sono incriminati solo per
porto abusivo di armi
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2. L’equilibrio in un regime oligopolistico (7)
 L’ esito finale dipende non solo dalla decisione
individuale ma anche dalla decisione del partner
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2. L’equilibrio in un regime oligopolistico (8)
Conclusioni del dilemma del prigioniero
 Strategia dominante di ogni giocatore: Confessare
 Equilibrio in strategie dominanti in questo caso coincide
con Equilibrio di Nash: entrambi i giocatori confessano
ottenendo 8 anni di condanna
 Esito non ottimale per i giocatori: se avessero potuto
cooperare, avrebbero deciso di non confessare, ottenendo
solo un 1 di condanna
 Aver perseguito il proprio interesse
determinato un esito non ottimale
individuale
 Applichiamo questo tipologia di gioco al duopolio
ha
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Il gioco del Duopolio
decisioni impresa 1
vende 40 lt
impresa 1 guadagna
1600 €
impresa 2 guadagna
1600 €
impresa 1 guadagna
2000 €
impresa 2 guadagna
1500 €
vende 30 lt
impresa 1 guadagna
1500 €
impresa 2 guadagna
2000 €
impresa 1 guadagna
1800 €
impresa 2 guadagna
1800 €
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2. L’equilibrio in un regime oligopolistico (10)
Conclusioni del gioco del Duopolio
 Il profitto di ogni duopolista (impresa 1 e impresa 2)
dipende non solo dalla propria decisione ma anche dalla
decisione dell’altro produttore
 La strategia dominante è di produrre 40 litri di olio
 L’equilibrio in strategie dominanti coincide con l’equilibrio
di Nash: entrambi i produttori produrranno 40 litri di olio
ottenendo un Payoff di 1600
 Questo risultato non è ottimale: se si accordassero,
cooperando, le due imprese otterrebbero 1800 euro
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3. Le strategie delle imprese in oligopolio (1)
 Le strategie che le imprese oligopolistiche possono adottare
per competere fra loro si dividono in:
A) strategie di prezzo (Bertrand)
B) strategie di produzione (Cournot)
 Il concetto di interazione strategica deve
considerato all’interno di un orizzonte temporale
essere
 I profitti correnti di un’impresa dipendono dalle decisioni
correnti dell’impresa, dalle decisioni correnti delle rivali ed
anche delle strategie poste in essere in passato
 Sulle modalità della competizione oligopolistica sono possibili
molte ipotesi
 Da ciascuna di esse discende uno specifico modello
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4. Modello di Bertrand (1)
 Il modello di Bertrand analizza l’interdipendenza strategica
nelle decisioni di prezzo delle imprese rivali
 Ipotesi del modello:
- ci sono solo 2 imprese (duopolio)
- le imprese producono un bene omogeneo
- le imprese fissano i prezzi simultaneamente
- ogni impresa prende il prezzo fissato dall’impresa rivale come
un dato e fissa il proprio prezzo allo scopo di massimizzare i
profitti
- le imprese hanno lo stesso costo marginale che è costante
(MC1=MC2=c)
- la domanda è lineare (p=a-bQ)
-in equilibrio, ogni impresa è in grado di predire correttamente
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la decisione di prezzo dell’impresa rivale
4. Modello di Bertrand (2)
 L’ipotesi di bene omogeneo implica che:
- l’impresa con prezzo più basso serve tutto il mercato
se p1 < p2
la domanda dell’impresa 1 coincide con quella
di mercato, mentre la domanda dell’impresa 2 è zero
- entrambe le imprese fissano lo stesso p, allora ciascuna
impresa servirà metà della domanda di mercato
se p1 = p2 = p
q1 = q2 = 1/2 D(p)
 Costruiamo la funzione di reazione dell’impresa 1 che ci dice
qual è la sua strategia migliore di prezzo date le scelte di
prezzo del rivale (impresa 2)
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4. Modello di Bertrand (3)
se p2 > pM
p1* = pM
se pC < p2 < pM
p1* = p2 – ε
se p2 < pC
p1* = pC
Figura 1
 La Figura 1 descrive la funzione di reazione dell’impresa 1
(p1*(p2)) che rappresenta per ciascun prezzo dell’impresa 2 il
prezzo ottimale dell’impresa 1
 La funzione di reazione dell’impresa 2 è uguale a quella
dell’impresa 1 e simmetrica rispetto alla bisettrice
 L’intersezione delle curve di reazione delle due imprese
rappresenta l’equilibrio di Nash (N)
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4. Modello di Bertrand (4)
 In N abbiamo:
p1N = p1*(p2)
p2N = p2* (p1)
N (p1N, p2N)
 Il punto N corrisponde ad una situazione in cui le due
imprese fissano i prezzi al livello del costo marginale
 p1N = p2N = MC
 Π1 = Π2 = 0
 risultato molto dubbio !!!!!!
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4. Modello di Bertrand (5)
Alcune osservazioni sul modello di Bertrand
competizione di prezzo con prodotto omogeneo
e
sulla
 L’uguaglianza fra p e c, in equilibrio, risulta dall’interazione
strategica fra imprese e replica l’intensità della
competizione di un mercato perfettamente concorrenziale
con libertà di entrata sul mercato
 Se i costi marginali delle imprese sono costanti ma diversi,
l’equilibrio di mercato si ha per un prezzo appena inferiore al
costo dell’impresa meno efficiente che scompare dal mercato
 Il modello implica che la capacità produttiva delle imprese sia
illimitata
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5. Come superare il Paradosso di Bertrand (1)
 È molto paradossale pensare che quando le imprese passano
da una a due il prezzo di equilibrio passa dal livello di
monopolio a quello di concorrenza
 Questo significa che passare dal monopolio al duopolio si ha
massima efficienza allocativa ??
 Questo significa che le imprese oligopolistiche non fanno
profitti positivi ??
 Non possiamo crederci: abbiamo bisogno di rendere più
realistico il modello di Bertrand modificando le ipotesi iniziali
del modello:
- Differenziazione del prodotto
- Concorrenza dinamica
- Vincoli di capacità
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6. Modello di Cournot (1)
 Il modello di Cournot analizza l’interdipendenza strategica nelle
decisioni di produzione delle imprese rivali
 Ipotesi del modello:
- ci sono solo 2 imprese (duopolio)
- le imprese producono un bene omogeneo
- le imprese fissano le quantità di produzione (q1, q2)
simultaneamente, prima di fissare i prezzi
- le imprese hanno lo stesso costo marginale che è costante
(MC1=MC2=c)
- ogni impresa sceglie il livello del proprio output che le consente
di massimizzare i profitti
- il prezzo che risulta da questa interazione è tale da eguagliare
domanda e offerta
Figura 2
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6. Modello di Cournot (2)
Alcune considerazioni sul modello
 Se le due imprese sono identiche il loro output sarà uguale:
- Ciascuna impresa si aspetta che l’altra scelga un livello di
output corrispondente a quello di equilibrio (di Cournot)
- Se un’impresa è fuori dall’equilibrio, entrambe dovranno
aggiustare il livello del proprio output
 Il punto di equilibrio è quello nel quale non è necessario
alcun aggiustamento
 Al crescere del numero delle imprese, l’output si muoverà
verso livelli di equilibrio di concorrenza con la conseguenza
che prezzi e profitti di ogni impresa si ridurranno
 In equilibrio, il prezzo è superiore al costo marginale e le
imprese realizzano profitti positivi, anche se inferiori a
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quelli di un monopolista
7. Monopolio, duopolio e concorrenza perfetta (1)
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8. Bertrand e Cournot a confronto (1)
Modello di Bertrand
pB = C
Modello di Cournot
vs
q1B + q2B = QC
PCP < PN < PM
q1N + q2N = QN > QM
 Viste le conclusioni diverse dei due modelli ci chiediamo quale
dei due è più realistico
 Non esiste un modello migliore
 Esistono mercati che vengono descritti meglio dal modello di
Bertrand, altri da quello di Cournot
 Se le imprese oltre ai prezzi devono scegliere anche la
propria capacità produttiva (q) il fattore cruciale nella scelta
del modello (Bertrand o Cournot) sarà l’ordine temporale in
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cui vengono prese queste decisioni
8. Bertrand e Cournot a confronto (2)
- Se le scelte relative alla capacità produttiva (q) sono più
difficili da modificare di quelle relative ai prezzi (q = variabile di
lungo periodo; p = variabile di breve periodo)
Il modello appropriato è quello in cui le imprese scelgono prima
la q poi p (modello di Cournot)
- Se risulta più facile modificare la capacità produttiva
piuttosto che il prezzo (q = variabile di breve periodo; p =
variabile di lungo periodo)
Il modello appropriato è quello in cui le imprese scelgono prima25il
prezzo e poi il livello di produzione (modello di Bertrand)
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